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Autore: vjtgenbry    31/03/2020    0 recensioni
Quella fu l’ultima volta che rividi il suo sorriso, quella fu l’ultima volta che sentii il suo profumo, ma la voglia di andare in vacanza non era sparita, erano passati giorni ormai dall'ultimo attacco dei nemici, ma chissà al lago ci sarei tornato con lei, io sapevo che ci sarebbe stata in un futuro prossimo la pace, io confidavo in quel sogno e anche lei. Sorrisi prima di voltarmi per intraprendere il mio nuovo viaggio, non sapevo dove mi avrebbe portato ma lo avrei affrontato con la mia nuova e innata forza di volontà’.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aquarius, E.n.d., Loke, Zeref
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19 Occhi magici: Le manette vennero ridotte in piccoli pezzi di metallo e caddero rovinosamente a terra, il rumore eccheggió nel silenzio di quel posto, sentendo la forza tornare a governare il suo corpo si mise a correre verso un punto indefinito, doveva cercare Luca e salvare anche lui, intorno a lei era molto buio ma la sua magia le permetteva di vedere lo stesso, una brutta sensazione si fece spazio dentro di lei, l'odore di Giacomo, non era con fievole come il loro, quasi come se non fosse stato rapito ma sembrava calmo e tranquillo come se quella fosse casa sua, ridendo pensò che il troppo potere assorbito in una volta sola la stava facendo diventare matta. Più si guardava intorno e più non capiva, non c'era assolutamente nessuno, né prigionieri né nemici, sembrava ci fosse solamente lei, ad un certo punto si fermó, si guardò intorno con attenzione, aveva solamente sbarre intorno a lei, sembrava che quella prigione non avesse fine come se fosse tornata al punto di partenza, sospirò, uscire da lì sarebbe stato più complicato di quanto potesse immaginare, tornó a correre cercando l'uscita. Elisa entró guardandosi intorno, era stata dentro quel castello poche volte ma tutte le volte rimaneva stupita a causa dello sfarzo che vedeva, lampadari in diamanti, enormi affreschi sui muri perfettamente ristrutturati, grandi finestre con gli infissi in oro e pesanti tende colorate che le decoravano, fece qualche passo avanti verso il grande trono su cui tutti posavano gli occhi, un ragazza stava seduta sopra di esso e osservava la maga con noia, aveva lunghi capelli rossi che cadevano sul pavimento e le gambe appoggiate sopra a un poggiolo del trono rendeva il vestito rosa che la ragazza indossava completamente spiegazzato, si intravedevano i suoi piccoli piedi con le unghie colorate con uno smalto di un colore rosso acceso. Elisa sorrise e si avvicinò e disse: “Tu sai sempre tutto, avresti potuto dirmelo non credi?” La ragazza sospirò e rispose: “I vostri inutili sforzi per ripagare i vostri errori non mi riguardano, io vi osservo ridendo, non affrontate il problema, lo aggirate e ciò è veramente divertente ma dimmi il vero motivo della tua visita” Elisa spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio: “Ho bisogno di trovare tutti i miei compagni in un modo veloce” “Mest?” “Lavora qui da molto tempo, quella biblioteca è la sua vita e so che ci osserva, sa quello che facciamo in rempo reale” “Credi ti aiuterà?” Domandò la ragazza alzandosi dal trono “Tu devi dargli il permesso di andarsene Rosy, ha un patto con te” “Se io lasciassi andare credi che ti aiuterà?” Domandò la ragazza avvicinandosi a una finestra Elisa non rispose, si volse e raggiunse una porta, aprendola intraprese un lungo corridoio, non aveva bisogno di risposte, conosceva Rosy da troppo tempo, avrebbe lasciato andare Mest ma lei aveva ragione, convincerlo non sarebbe stato così facile. Quando entrò nella stanza l’uomo stava osservando una grande planisfero dorato che appoggiava su un tavolo di vetro, intorno a loro grandi scaffali di vetro tenevano tanti libri, di diversi colori e di diverse forme, tante fatine volavano intorno a loro da una parte all’altra della stanza. Quando l’uomo notò la ragazza si sistemò gli occhiali e indicò un tavolo e due sedie che raggiunse subito dopo, la stessa cosa fece Elisa: “Sapevo che prima o poi qualcuno di voi sarebbe venuto ma non mi aspettavo proprio te Elisa Fernandez” “Sono da sola e non so quanto riuscirò a resistere” “Ho chiuso con la magia, sono venuto qui per non avere a che fare con nessuna gilda e nessun nemico” “Mest il passato non si può cancellare” “Ogni tanto mi ricordi tua madre, fiera e sempre sicura di se, peccato che quella donna sia morta ma io vorrei chiedervi perché lottate Elisa” “Per il nostro futuro” “Giacomo è al fianco di Silver, Aurora vuole trovare Natsu, Sara vuole eiventate più forte di Loki, Isabella non si fa più vedere da quando ha scoperto che Gajeel è ancora vivo e tu? Hai pagato le cure di quei tre uomini per tre mesi, io non sono sicuro che voi stiate combattendo per il futuro perché non potete, se non regolate i conti con il vostro passato non potete vincere contro il futuro perché lui vi rincorrerà sempre” Elisa non rispose, sapeva in cuor suo che aveva ragione ma era sicura che ciò accadeva solo perché non erano insieme quindi lo guardò fisso negli occhi e alzandosi in piedi disse: “Nessuno può batterci quando siamo insieme” L’uomo osservò la ragazza per qualche secondo e dopo posò un foglio sul tavolo, sorrise e concluse il discorso dicendo: “Ho perso gli occhi durante una battaglia, Poluscha mi ha dato occhi magici che mi rendeno una vista eccezionale ma ci sono cose che ancora non riesco a vedere, spero che tu riesca ad aiutarmi Elisa” La ragazza sorrise prese il foglio e uscì dal palazzo correndo verso una meta sconosciuta. Carlo e Giorgio si risvegliarono in una cella molto piccol, umida e buia, della manette blocca magia tenevano i loro polsi legati alle sbarre che delimitavano la loro cell, il mago della luce era ancora privo di sensi e ciò poteva vederlo dalle fioca luce che entrava da una piccola finestra chiusa anche quella con delle sbarre: “Lector? Mi senti?” Chiese il ragazzo Il gatto aprì gli occhi e rispose: “Sono qui con voi Carlo e c’è anche Happy, Giorgio?” “È ancora privo di sensi” Il ragazzo sospirò, l’odore di un suo compagno era li, che avessero rapito anche lui? Era un mago molto potente ma anche i nemici lo erano, sperava che fossero solo loro quelli che erano stati rapiti ma non poteva averne la certezza. Giacomo si asciugò il viso con un piccolo asciugamano che aveva trovato di fianco al lavandino, nulla stava andando come sperava, faceva fatica a mantenere il lavoro che faceva ma non poteva cedere, avrebbe potuto fidarsi di Aurora in un qualsiasi momento, poteva chiamarla e farsi dare una mano ma non poteva fidarsi, si guardò il braccio, dal gomito al polso la pelle era completamente bruciata, non gli faceva più male ma faceva comunque fatica a utilizzare il braccio ma almeno non era più collegato ad Aurora.
   
 
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