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Autore: reggina    31/03/2020    2 recensioni
Non è tutto oro quello che luccica. All’apparenza i Ross vivono una vita da sogno ma, sotto la superficie perfetta, in realtà non c’è dialogo ma solo incomprensioni e muto rancore.
Nell’arco di un pomeriggio tutto si sgretola. Julian e la sua famiglia si ritroveranno con una realtà tutta da reinventare.
Alla paura iniziale si sostituirà, poco alla volta, la meraviglia di ritrovare dentro di sé le risorse per fare il mestiere più difficile del mondo: il genitore.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jun Misugi/Julian Ross, Yayoi Aoba/Amy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla luce del tramonto, con due lacci di luce intorno al collo, Amy è ancora più bella. Capelli rosso mélange oro come gli eserciti dei conquistatori, mani piccole, il sorriso leggero, il dono aggiuntivo delle lentiggini, della pelle che cambia con le stagioni: cifrata in messaggi morse, luccica come un camaleonte sotto il cotone sottile.

Così bella, l'incarnato della perfezione, che a Julian, per la prima volta, non dispiace affatto se gli manca il fiato su un campo da calcio. La consapevolezza di essere rimasto da solo con lei, nel centro sportivo, gli provoca una vertigine.

Una vertigine di vita .

La loro è un'amicizia acqua e sapone e non ha nessuna intenzione di rovinarla.

"Che sensibile il sole! Arrossire tutte le sere al momento di tramontare."

Simula una certa spavalderia, un'esplosione di energia dietro cui nasconde un batticuore sconosciuto.

"Julian!" Basta che lei pronunci il suo nome per mettere il mondo di Julian sottosopra.

Ha un profumo che evoca cannella e terra bagnata dopo la pioggia.


Con le mani sprofondate nelle tasche e lo sguardo perso lontano, il ragazzo sembra scrutare quella linea del cielo che sottolinea l'infinito.

Non più confine ma orizzonte

"Una panchina vuota, un solo pensiero e un tramonto: questi sono tutti gli ingredienti che servono per descrivere la malinconia!"

Amy scuote il capo e la sua aria cogitabonda fa da buffo pendant ai capelli spettinati e a quel pallone che tiene stretto fra le braccia come se fosse il suo giocattolo preferito.

"Mi manca una panchina. E mi manchi tu seduta al mio fianco che mi deridi l'anima e la fai rivivere!"

Ci sono momenti in cui le parole scivolano fuori come una pioggia infinita in una tazza di carta. Parole intrappolate nella mente, che si attorcigliano nei pensieri, che magicamente scivolano fuori dalla bocca senza che Julian possa filtrarle.

Solitudine e audacia.

Si è espresso con un certo tono da poeta maledetto.

Amy si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e rimane zitta per non arrossire ancora di più.

Si siede sulla panchina in policarbonato trasparente e Julian prende posto accanto a lei, con un sorriso cortese, come se fosse la cosa più naturale del mondo.


"Giocherò libero. L'ultimo baluardo della difesa. Ho piedi buoni, ho personalità e posso ancora fare qualche gol!"

Forse è un po' egoista nella sua euforia ma sa che nessuno può capire fino in fondo la sua gioia meglio di Amy, la ragazza che ha capito il fuorigioco .

Adesso le sta parlando come se le stesse raccontando la partita di calcio che ha visto in televisione domenica scorsa.

Con una punta di delusione, la ragazza ha la spiacevole sensazione di elemosinare l'attenzione di un amico egocentrico ma si accoda alla conversazione con tono gentile e partecipe.

"Quindi sarai quello che comanderà la difesa, farai da guardia al palo sui calci d'angolo a sfavore e ti metterai come primo di barriera quando alla Mambo verrà fischiata una punizione contro all'altezza del limite dell'area. Continuerai ad azionare il fuorigioco al grido del fantomatico: usciamo !"

Tenta di imitare un vocione da uomo tanto che Julian deve tenersi la pancia dal ridere.


"Mi conosci così bene!"

Esclama Julian, tornando serio e mutando anche l'espressione del viso.

"Ormai per te sono un libro aperto mentre tu sei tutta da scoprire. Un libro chiuso!"

La sensibilità è un dono raro fatto di intelligenza e affettività ed è bello adesso essere al centro del mondo di Julian.

"Mi piace sporcarmi le mani!"

Confessa d'un fiato. Fresca e genuina.

"Eroe o criminale?"

La prende in giro Julian con un'ironia che non ha mai avuto.

"Sporcarmi le mani per un lavoro pulito. Mi piace l'arte, manipolare l'argilla che è un materiale magico."

"Insomma ti piace modellare vasi al tornio come nel film Ghost ?"

"Più o meno. Soltanto che io non sono Demi Moore e non c'è nessun Patrick Swayze per poter replicare una scena tanto sensuale!"

La sua risata sembra sbriciolarsi in migliaia di frammenti che si sparpagliano qua e là.


"In questi ultimi mesi mi sono sentito come un gigante dai piedi d'argilla, come una statua che si sgretola alle prime frustrate di vento…"

Inaspettatamente Julian accentra di nuovo l'attenzione su di sé, con un sorriso malinconico.

Egoista, egocentrico, narcisista.

Viene da pensare ad Amy.

In realtà, in campo, Julian è il migliore quando non ha la palla perché sa leggere il gioco. Il suo dominio mentale e tecnico si traduce nella capacità di anticipare le mosse dell'avversario.

"Se penso a qualcosa felice, anzi a qualcuno di felice, a cui tengo e non voglio perdere perché mi ha fatto star bene nelle ultime settimane, capisco che non c'è nessuno più importante di te nella mia vita, Amy!"

Come un flusso di coscienza, come una scivolata a gamba tesa, i due ragazzi sono adesso intrappolati in un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: cielo, terra, aria…

Si potrebbero immaginare tutte lì le parole non dette, a sfiorarsi tra di loro, adagiate su una curva da cui sperano di essere cullate.

In fondo non c'è silenzio che, a suo modo, non si aspetti di ricevere attenzione.

Un soffio caldo sulla faccia e poi le labbra di Julian posano con decisione sulle sue.

I loro cuori battono all'unisono nell'attimo in cui giorno e notte, che sempre litigano e non sono fatti per stare insieme, si toccano. L'ora blu.

   
 
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