Film > Re Leone
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Autore: PaikeApirana    31/03/2020    1 recensioni
Durante Siku Ya Oracle, il Giorno dell'Oracolo, a Rafiki viene concesso dagli antenati di vedere il destino del sovrano e il futuro del regno. Durante la reggenza di Scar, tuttavia, le sue parole non avrebbero potuto essere più terribili per le leonesse: la stirpe del secondogenito di Ahadi è infatti destinata a grandezza e gloria.
"Quando il Re Polvere siederà a fianco della Luna, scesa sotto forma di leonessa, le loro terre non temeranno né nemici, né carestia. La loro discendenza regnerà nei secoli".
Dopo il ritorno di Simba, però, le ambizioni di Scar, che viene esiliato assieme ai suoi seguaci, sembrano infrangersi per sempre. Ovviamente Zira, la sua compagna, non è la luna scesa in terra e Nuka, un erede debole secondo lui, ne è la prova vivente. Eppure è proprio quel figlio che fa di tutto per ottenere un minimo di affetto dai genitori a incontrare, mentre vagabonda da solo nelle terre esterne, una giovane leonessa dal manto candido come la luna.
Scar è davvero il Re Polvere, destinato a regnare per secoli? O la profezia si riferisce a qualcun'altro? E quale sarà la scelta di Nuka quando si troverà diviso tra la fedeltà a suo padre e l'amore?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuka, Scar, Zira
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Dov’è mia madre?- fu la prima cosa che chiese Asante non appena riprese conoscenza e si ritrovò davanti il muso di Shenzi. La iena si sentì schiacciata da una frana. Si era imposta di non scoppiare in lacrime, di spiegare con calma al nipote ciò che era successo e poi tentare di farlo ragionare, ma la sua voce sembrava bloccata nella gola.

Non riusciva a parlare. Non sapeva nemmeno come facesse in quel momento a reggersi in piedi. Kamaria… lei…lei non era riuscita a salvarla… Asante era lì che la guardava esigendo una spiegazione, ma Shenzi sentiva che lentamente stava realizzando cosa era successo. La sua espressione si stava sgretolando sempre di più come una foglia secca. Più di tutto temeva di venire condannata anche dal nipote, l’unico della sua famiglia che le fosse rimasto. Le avrebbe creduto sul fatto che aveva tentato tutto il possibile per salvare sua madre? Oppure l’avrebbe accusata di averla uccisa lei stessa?

-C…che le è successo…?- chiese di nuovo, in un uggiolio che la pregava di dirgli che sua madre era ancora viva, al massimo ferita. Per un attimo, Shenzi rivide quel piccolo cucciolo di pochi giorni nella tana tra le ossa degli elefanti, che piangeva perché la mamma aveva poco latte. Si meravigliava ancora di quanto fosse riuscito a crescere sano e forte nonostante tutto.

Senza riuscire a fare altro, si gettò su di lui, stringendolo a sé. Pianse, ma non quanto Asante, che all’inizio si contorse per allontanarla, gridando che non poteva essere vero. Sua zia invece, ormai si sentiva troppo vecchia per avere ancora l’energia di urlare la sua disperazione. Kamaria era solo l’ultima di una lunga serie di lutti che aveva dovuto affrontare. Per poco non vi si erano aggiunti anche i suoi più cari amici, ora usati da Scar per ricattare lei.

“Mi servi ancora Shenzi. Odio ammetterlo, ma penso di non aver mai incontrato una matriarca determinata e forte come te. Per conquistare il regno di mio padre mi serviranno molti soldati, più iene possibili. Per questo voglio che tu convinca almeno tuo nipote a giurarmi fedeltà. Numerose spie mi hanno detto che sembra aver preso da te…” le aveva detto.

Shenzi non aveva mai odiato tanto qualcuno fino a quel momento. Ormai però aveva vinto e lei doveva cercare di salvare ciò che restava della sua famiglia.
Strinse a sé Asante, pulendogli ancora una volta le ferite e dandogli conforto come poteva. Raccontò al nipote la triste sorte dei suoi amici e poi delle ultime parole di sua madre. “Dì a mio figlio che non potrei essere più orgogliosa di lui. So che un giorno sarà una guardia persino migliore di me e può stare certo che io lo vedrò dal regno celeste” aveva detto Kamaria, prima di andare incontro alla morte con la testa alta.

Al nipote però Shenzi non disse l’ultimo saluto della sorella, stavolta rivolto a lei. Erano poche parole, ma sul cuore della iena avevano avuto l’effetto di un’alluvione sulla terra secca: “Perdonami sorella, per non essere mai venuta a liberarti dal tuo giuramento. Sono felice tu sia qui”. L’aveva fatta rifiorire.

-Zia- disse improvvisamente Asante -Grazie. Farò ciò che devo, te lo prometto.

Commossa e rassicurata, Shenzi si concesse finalmente un sorriso. Un sorriso di cuore come non le succedeva da tanto. Strinse ancora il nipote, godendosi quel momento di pace, fino al momento in cui Asante non venne chiamato per giurare fedeltà al nuovo re.
 

Scar li attendeva alla grande arena, con il suo esercito di iene disposto in modo da formare una grande mezzaluna attorno a lui. Molte di loro avevano ancora il muso sporco del sangue delle loro prede. Shenzi camminava accanto al nipote, il quale teneva gli occhi ardenti piantati sulla figura di Scar. Aveva un’espressione assassina, ma la iena sperava che avesse il buon senso di trattenersi.

Certo, non doveva essere facile, specie considerando che in quel momento anche Mwezi era presente. Sedeva quasi in disparte, alle spalle di Scar e Zira. Il pelo candido era scompigliato e lei stava cercando di sistemarlo, quasi se ne vergognasse profondamente. Il suo nuovo compagno, tuttavia, non impiegò molto a sentire la mancanza del suo corpo.

Camminò fino ad arrivarle accanto, girandole attorno e sfregandosi su di lei con tutto il corpo. Quando giunse di fianco a lei, le leccò la guancia, sussurrandole qualcosa all’orecchio quando questa cercò di ritrarsi. Shenzi sentì Zira ringhiare sommessamente contro la giovane leonessa. Come se lei lo facesse a posta, pensò notando il terrore e il disgusto della principessa. Non riusciva a non provare pietà per lei. 
Lasciò che Asante arrivasse proprio di fronte a Scar e Mwezi, fermandosi prima.

-Così tu sei la guardia che per tanto tempo si è presa cura della mia luna – esordì il leone con un largo sorriso. La iena rimase in silenzio, mentre guardava ora lui ora l’amica nelle sue grinfie. La sua espressione grave, simile a quella della madre, non azzardava a vacillare.

-Spero comprenderai che un re non può permettersi di avere animali infedeli nel suo regno. Non è stato niente di personale, credimi Asante- continuò, ma quello rimase ancora muto -Sarebbe un peccato perdere un guerriero valoroso come te, ma alla fine la scelta è tua… Cosa hai deciso, giovane iena?

-Ho deciso di sfidarti, lurido bastardo- abbaiò di colpo Asante, già a denti scoperti. Le sue parole fecero trasalire sia Mwezi che Shenzi. No, non poteva aver sentito bene!

-Non sei un leone, piccolo stolto- disse Scar, facendo un passo verso di lui, grattando il terreno con gli artigli -Non hai il diritto di sfidarmi.

-Questo significa che rifiuti?- rispose ancora Asante –Hai paura di farti battere da una iena? Sapevo che eri un codardo, ma non fino a questo punto! D’altronde che altro posso aspettarmi da un leone che ricatta la sua così detta nuova compagna.

Le iene attorno a Scar iniziarono a parlottare sempre più forte e un brusio si diffuse in quella mezzaluna di soldati. Una cappa plumbea di nubi incombeva su di loro, silenziosa e gravida di pioggia. Zira intanto ringhiava verso Asante, che parve appena spaventato dalla vista delle sue zanne, considerando come era riuscita a ridurlo l’ultima volta.

-Allora vuoi affrontarmi o preferisci nasconderti dietro la tua prima concubina? -incalzò comunque, seppure con una voce un po’ tremolante. Alle spalle di Scar, Mwezi lo pregava silenziosamente di smettere, tornare indietro finché era possibile, ma persino Shenzi ormai capiva che era troppo tardi.

Quando Scar fece cenno a Zira di farsi da parte, la iena fece qualche passo verso il nipote, tentando un’ultima volta di farlo ragionare, supplicandolo in nome di sua madre, ma lui sembrava completamente sordo mentre fissava con rabbia l’avversario.

Quando Scar fece per colpire, tuttavia, accadde qualcosa di inaspettato. Mwezi gli si gettò addosso, mordendogli con forza l’orecchio. Il leone lanciò un ruggito di dolore quando la leonessa gli graffiò la spalla, ma senza riuscire a scrollarsela di dosso. Asante arrivò subito per dare manforte all’amica, appena un attimo prima che Zira le colpisse violentemente la testa per farle mollare la presa.

Furaha era già pronta a intervenire. Anche se circondata da iene nemiche non avrebbe esitato un secondo a correre in aiuto della figlia. Tuttavia, l’artiglio di Zira premuto sulla sua gola bastò a dissuaderla.

-Lascialo stare! Lascia stare, Asante, mostro!- urlò comunque la principessa, appena Scar riuscì a scrollarsi di dosso il suo sfidante. Nemmeno lui ebbe il coraggio di attaccare di nuovo, vedendo l’amica bloccata tra le zampe di quella leonessa mortale. Si limitò a ringhiare con ferocia, mentre il leone si rivolgeva a Mwezi. Dal suo orecchio colava un rivolo di sangue che gocciolava sull’occhio verde iniettato di rabbia.

- E’ una regina indegna di te, Scar – disse Zira, tenendola ancora ferma. Non nascose la sua soddisfazione nel potersi finalmente vendicare della rivale-Merita una punizione adeguata…

-Su questo mi trovi d’accordo- rispose il leone, con una voce gelida che fece rabbrividire la candida leonessa. Si girò di nuovo verso Asante, preparandosi a balzargli addosso:- Una volta ucciso te mi occuperò di lei con immenso piacere!- disse, mentre sul suo muso si disegnava un ghigno perverso.

-Non li toccare! – ruggì improvvisamente una voce tanto familiare quanto inaspettata.

Il muso di Nuka, deturpato a metà da un vistoso segno di tre artigli, era contratto in una smorfia furibonda, tanto che Shenzi faticò persino a riconoscerlo. La sua pelliccia grigia si confondeva quasi perfettamente con l’orizzonte plumbeo, che aveva appena iniziato a ribollire di tuoni, come se il suo ruggito avesse appena svegliato gli Antenati in persona.

Nuka avanzò a passi veloci verso i genitori, i quali sembravano entrambi a dir poco sorpresi di rivederlo. Guardando il suo amico e la sua amata in difficoltà, il giovane leone sentì nuovamente la rabbia crescere in lui, divampare come un incendio. I suoi muscoli fremettero sempre più irrequieti a ogni passo. Voleva combattere. Per proteggere coloro che amava avrebbe dato anche la vita e altrettanto sarebbe stato capace di prenderne una. Era ormai finito il tempo in cui si lasciava manipolare come un pezzo di argilla bagnato. Quella volta non avrebbe avuto esitazioni.

-Forse Asante non può sfidarti, Scar- iniziò, avvicinandosi a lui e scambiando con l’amico un rapidissimo sorriso -Ma io sì. Sono il legittimo promesso di Mwezi, nominato dallo sciamano protettore del regno.
Era la prima volta che riconosceva ad alta voce il suo valore e gli fece uno strano effetto. Scar invece, parve sul punto di esplodere per la rabbia e l’indignazione.

-Nessuno nominerebbe protettore di nessun regno una nullità come te!- ruggì -Che io sia dannato se ti lascerò avvicinare ancora alla luna che ho atteso con tanta pazienza.

Nuka scoprì i denti e gli artigli a quelle parole. Che lui stesso fosse dannato se avesse lasciato di nuovo che quel mostro sfiorasse la sua compagna. Guardandola divincolarsi appena tra le zampe di Zira, il leone pregò che non le avesse fatto del male.

La candida leonessa però gli sorrise a sua volta, socchiudendo i suoi bellissimi occhi azzurri. Una magra consolazione, ma quando Nuka sentì Zira ringhiargli contro, rispose a sua volta con un ruggito ben più forte. Asante gli era accanto, facendo guizzare gli occhi da un nemico all’altro.
Anche le altre iene di Scar iniziavano ad animarsi, ma i loro uggiolii battaglieri furono zittiti dalla voce dello sciamano, il cui guscio, fino a quel momento si era perfettamente confuso con le rocce circostanti. -Nuka dice il vero!- affermò con voce raspata ma decisa -Io stessa l’ho fatto salire sulla roccia degli amanti e l’ho poi nominato protettore di queste terre. Anzi avresti tu per primo dovuto chiedere il permesso per sfidare lui legittimamente.

Forti di quelle parole, Furaha e i suoi seguaci presero a ruggire, chiedendo uno scontro alla pari tra i due leoni. Nuka fu quasi commosso da tanta fiducia nei suoi confronti, ma non c’era tempo per quello.

Lui e il leone che un tempo chiamava padre si guardarono a lungo mentre attorno a loro persino alcune iene di Scar chiedevano una lotta. Negli occhi viperini del leone, Nuka vi scorse persino una punta di paura e faceva bene a suo giudizio. Finalmente era il momento…

-Non mi hai voluto uccidere da cucciolo, ma ora ne hai l’occasione se non sei troppo vigliacco- lo provocò. -Di cosa hai paura padre? – sputò quella parola quasi con disgusto -Dopotutto sai che sono appena degno di essere definito un leone.

Sapeva che Scar non poteva permettersi di rifiutare la sfida, se voleva salvare almeno un po’ della sua credibilità nei confronti dei suoi sudditi. Quando ruggì, producendo un boato lungo e possente ed esibendo tutta la chiostra delle sue zanne per annunciare che accettava la sfida, una domanda si formò nella mente di Nuka: fin dove si sarebbe spinto? Voleva che pagasse per ciò che aveva fatto a lui, a Mwezi, Asante, Furaha e tutti gli altri. Voleva fargli del male, quello sì, ma sarebbe riuscito a ucciderlo?

Scosse la testa, prima di ricambiare il ruggito. Non era quella la domanda da porsi. L’unica cosa di cui poteva essere sicuro era che avrebbe combattuto fino allo stremo, fino al suo ultimo respiro per riprendersi casa sua. Cosa ne sarebbe seguito aveva poca importanza. Contava solo salvare la sua famiglia.
In silenzio, l’arena venne sgombrata. Persino Mwezi venne presa rudemente per la collottola da Zira e spinta da sua madre e le altre leonesse, le quali tuttavia erano a loro volta circondate dalle iene fedeli a Scar.

Madre e figlia si strinsero l’una all’altra, mentre osservavano i due leoni fronteggiarsi nell’arena, camminando in una lenta spirale che li avvicinava l’uno all’altro. Il cielo sopra di loro mugghiava sommessamente, come alimentato dai rancori e dall’odio che entrambi avevano represso per tutto quel tempo. Al momento del primo attacco di Nuka, poi, esplose in un violento tono.

Scar lo accolse quasi a malincuore. Chiaramente avrebbe preferito un’altra strategia di gran lunga meno rischiosa per lui.
Riuscì ad evitare i primi colpi del giovane leone, sfruttando poi la sua stanchezza per assestargli un colpo violento proprio sulla parte ferita del muso. Un violento bruciore si irradiò su metà del volto del leone, abbastanza perché Scar riuscisse a spingerlo a terra. Tuttavia, le zampe forti di Nuka riuscirono a tenere le sue fauci lontane dalla propria gola.

-Non lascerò che tu mi neghi ancora il mio destino!- ringhiò quello mentre premeva gli artigli nella pelliccia del leone grigio, stillando alcune gocce di sangue e riaprendo la vecchia ferita alla spalla. Anche lui però aveva delle ferite dal loro ultimo scontro…

Con un gesto deciso, la zampa di Nuka colpì dritta a un vecchio graffio nell’addome del leone più vecchio. Nonostante il suo soffocato guaito di dolore, Scar non riuscì a mantenere una presa salda sull’avversario, il quale ne approfittò per sbalzarselo di dosso.

-E io…- ansimò Nuka mentre entrambi si rimettevano in piedi -Non ti permetterò di fare ancora del male alla mia famiglia!

Si scontrarono nuovamente, in un abbraccio violento e doloroso per entrambi. Quella seconda volta tuttavia, la forza fisica del leone più giovane ebbe la meglio. Scar lo aveva già notato durante il loro diverbio nel termitaio, ma la sua forza non era più quella di un tempo. Gli anni lo avevano indebolito, mentre Nuka vantava tutto il vigore della giovinezza.

Fu così quindi che il leone grigio spinse a terra quello marrone. Ruggì sommessamente per il dolore dovuto al morso di Scar, che sembrava sul punto di strappargli la criniera. Lo colpì con la zampa, ancora, ancora e ancora, provando quasi piacere nel farlo. La forza fluiva nella sua zampa alimentata dalla rabbia e dal desiderio di voler proteggere Mwezi e la sua famiglia.

Alla fine, Nuka riuscì a liberarsi, alzando il muso per guardare l’avversario, il quale tossiva piccole gocce di sangue e alcuni ciuffi della sua criniera ricciuta. Premette una zampa sulla sua gola, rendendogli ancora più difficile respirare, mentre lui ansimava pesantemente. Il suo corpo doleva, ma in quel momento non sentiva quasi niente, se non un’energia pulsante in tutto il suo corpo e che bramava ancora per la battaglia.
Guardò suo padre negli occhi, mentre quello cercava invano di liberarsi. Nuka era una roccia, la sua posizione non vacillava di un palmo. Solo un’altra volta colpì l’avversario sotto di lui, per evitare che questo riuscisse a mordergli una zampa.

Ormai risultava evidente a tutti chi fosse il vincitore della sfida. Le leonesse e le iene fedeli a Furaha si scambiavano occhiate sorridenti e persino Asante
non riuscì a trattenere una risatina sommessa. Le iene di Scar, invece, si guardavano confuse, agitandosi in preda al panico.

-Direi che lo scontro può dirsi concluso- decretò Imani, alla fine. Le sue parole però scatenarono una risata profonda e gutturale proprio da parte del leone che aveva perso. Nuka quasi si spaventò a vedere le iridi smeraldine di Scar brillare follemente, mentre si guardavano negli occhi.

-Non credo proprio, vecchio rettile raggrinzito – disse il leone con voce velenosa. Tossì, per poi prendere fiato e gridare a Zira e ai suoi -Prendete la mia luna!

Mwezi fu letteralmente strappata via dalle zampe di sua madre da Zira, che la trascinò per la collottola come fosse stata una cucciola, prima di gettarla in mezzo a un nugolo di iene che le correva intorno colpendola e schioccando le mascelle. All’inizio cercò di difendersi, ma le iene sembravano non curarsi più del divieto di farle del male. I suoi uggiolii e guaiti di terrore e dolore fecero male al suo amato come se fossero stati dei tagli lunghi e profondi nella sua pelle.
Vederla crollare a terra, in mezzo a quella folla sghignazzante, poi, fece balzare il cuore di Nuka dritto in gola.

-Se non posso averla io, nessuno deve averla- sentenziò Scar, sfoggiando ora uno sguardo vittorioso nonostante il sangue che gli sporcava la pelliccia in diversi punti. -Cosa scegli, figliolo? Averla viva o averla come compagna?

Spazio autrice: du du duuuun!
Sorpresa sorpresa con il finale. Non sono riuscita a concludere la storia con quest’unico capitolo che pure è venuto lungo, ma a una bella storia serve una bella conclusione vi pare? In ogni caso per farmi perdonare del finale aperto che vi farà stare in ansia per tutta la settimana, ho voluto mettere anche il secondo capitolo di Rango. Per chi avesse domande di qualsiasi tipo io sono aperta anche a discussioni tramite messaggi privati.
Ci vediamo al prossimo capitolo! Credo che purtroppo quello sarà davvero l’ultimo.
   
 
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