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Autore: __Lily    31/03/2020    1 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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SESSANTOTTO










Jon parò ogni colpo e provò lui stesso ad attaccare anche se l’unica cosa che voleva era fermare quel massacro inutile, ora aveva la certezza che il Re della Notte lo comprendesse eppure… eppure aveva scelto di essere suo nemico, aveva scelto di continuare a combattere e di ingrandire le sue fila.
Teneva stretta la spada che Melisandre gli aveva dato, era morta per permettergli di vincere e di non far piombare il mondo nelle tenebre.
Nonostante la donna in passato avesse compiuto atti atroci alla fine aveva sacrificato la sua vita.
Il re del Nord urlò e si scaraventò contro il suo nemico che parava i suoi colpi e sorrideva.
«Ti prego, poniamo fine a tutto questo» disse Jon riprendendo fiato, per tutta risposta il nemico lo colpì con più forza e con più violenza, ogni parola di Jon sembrava far accrescere la sua ira.
«Non so cosa ti abbiano fatto o quali patti siano stati violati ma non è troppo tardi, non lo è.»
Il Re della Notte rimase a osservare Jon e la sua ostinazione, lo irritava di questo ne era certo.
«Possiamo fermare questo massacro, facciamolo allora» urlò mentre la neve stava vorticando e gelando ogni suo arto.
Daenerys era lì poco distante mentre Drogon e Rhaegla vegliavano su di lei.
«No» rispose l’altro e gli attacchi ripresero, incessanti e martorianti.
Dannazione, cosa potrebbe farlo desistere? - si chiese Jon.
La mano che un tempo si era bruciata sembrava più rigida del solito, più debole, ma del resto Jon Snow era esausto e tutto ciò che desiderava era ritrovare Bran e tornare a Grande Inverno assieme a lui e a Daenerys, baciare Sansa e sentire ancora una volta il suo profumo, scompigliare i capelli di Arya e abbracciare suo figlio per la prima volta.
Robb.
Solo il pensiero di lui gli ridiede la forza che era ormai venuta meno.

 

 

 

Brienne correva da una parte all’altra del castello o meglio delle rovine di quel castello, con una torcia in mano e la spada pronta per essere estratta al primo segnale di pericolo.
Era corsa a perdifiato fino allo studio del maestro per cercare le sue erbe e le sue polveri, a Sansa serviva anche del ghiaccio ma fortunatamente quello non mancava.
Gilly nel frattempo stava accudendo il piccolo principe che sembrava essere affamato ma in quel momento sua madre non era in grado di poterlo nutrire.
«Ho preso tutto» disse Brienne e poi corse nuovamente via schivando neve, rovine e la battaglia, aveva promesso ad Arya Stark che dopo aver scortato Sansa nelle cripte sarebbe andata da lei ma la situazione era precipitata e ora la regina del Nord aveva bisogno di lei e del maestro molto più di Arya.
I nemici e i soldati cadevano a terra e morivano ma per ogni sconfitto altri erano pronti a risorgere, Brienne chiuse gli occhi e chiese scusa ad Arya per non poter essere al suo fianco, per non poterla aiutare e assolvere così del tutto alla promessa fatta alla madre di lei.
Quando tornò nelle cripte qualcuno aveva già provveduto a prendere della neve così che il maestro aveva intanto iniziato a fare impacchi a Sansa Stark.
«Lady Brienne! Hai trovato tutto?»
«Credo di sì maestro, è tutto ciò che sono riuscita a trovare» rispose lei posando tutto a terra.
«Bene» rispose lui, poi si chinò e iniziò a mescolare alcune cose insieme alla neve sfatta ormai diventata acqua.
«Si salverà?» chiese Brienne preoccupata, il suo cuore era in pena per Sansa, per Arya ma soprattutto per Jaime Lannister ormai sicuramente giunto ad Approdo del Re.
«Io farò del mio meglio mia signora, ma la sua vita ora è nelle mai degli dei» rispose il maestro molto preoccupato per la sua giovane regina.

 

 

 

Jaime infine era ormai giunto ad Approdo del Re eppure quel luogo non era più lo stesso.
Dunque è vero, ha fatto esplodere il tempio.
Era stato uno sciocco a confidarsi con Cersei riguardo all’altofuoco, non avrebbe mai dovuto dirle le vere ragioni per cui aveva ucciso Aerys.
Lui aveva ucciso il suo re per ciò che intendeva fare e ora, sua sorella, la donna che più aveva amato nella sua vita era diventata come il re folle.
Era pericolosa non solo per se stessa ma soprattutto per il popolo.
Riuscirò a fare la cosa giusta? - si domandò ancora una volta - Ho già fallito in passato non posso fallire ancora.
La neve era giunta anche lì, mai Jaime aveva pensato di vedere la capitale così innevata, i suoi tetti rossi tutti ricoperti, la grande fortezza che si stagliava vero il cielo chiaro, ogni cosa era diversa, cupa, fredda.
Camminò sulla neve mentre i suoi stivali emettevano un rumore stridulo, aveva le gambe intorpidite dal freddo e dalla cavalcata fino al Sud.
Cercò di non farsi vedere, di essere discreto e di nascondere la sua mano d’oro.
Senza il mantello bianco e tenendo nascosta la finta mano, riuscì piano piano mischiandosi tra la folla ad entrare in città, ormai nessuno si preoccupava più dello Sterminatore di Re.

 

 

 

 

I nemici non finivano mai e Arya era esausta, per ogni nemico abbattuto altri cinque le piombavano addosso senza darle nemmeno il tempo di riprendere fiato.
La sua lancia, il dono di Gendry era facile da maneggiare e leggera, ma dopo tante ore sembrava pesare come un macigno.
«Maledetti!» urlò scagliandosi contro un altro non-morto, in principio la creatura parò il suo colpo e Arya si ritrovò spalle al muro, ma poi, alla fine, riuscì a liberarsi e lo infilzò e la creatura si sfece come la neve al sole.
Tutto attorno i morti aumentavano e i vivi diminuivano, la neve stava coprendo i corpi e gelando anche il suo, sentiva le ciglia umide ma non seppe dire se per le lacrime che avevano iniziato a cadere o per la neve fredda che invece cadeva incessante dal cielo.
«Jon, fai presto ti supplico» disse riprendendo per un istante fiato ma la pace non durò molto, altre creature apparvero, erano tre e lei era sola.
«Io non morirò, non oggi!» urlò ricordando ciò che il suo vecchio maestro di danza, Syrio il primo spadaccino di Braavos le aveva detto molti anni prima ad Approdo del Re.
Sembrava trascorsa una vita, quella era un’altra Arya ma nonostante tutto le sue parole erano impresse a fuoco nelle sua mente.
Mulinò la sua lancia e ne colpì uno ma gli altri non erano rimasti a guardare si erano scagliati anche loro, Arya chiuse gli occhi certa che ormai sarebbe morta quando improvvisamente qualcuno arrivò e la soccorse.
«Brienne!»
«Mia signora, sei ferita!» disse l’altra guerriera preoccupata.
Fino a poco prima Arya non lo aveva notato essendo troppo occupata a combattere.
«E’ meglio che tu vada nelle cripte.»
«No Brienne, posso ancora combattere.»
«Lo hai fatto e lady Catelyn sarebbe molto fiera di te ma ora è giunto il momento di riposare per te e di stare al fianco di tua sorella. Il maestro non sa se sarà in grado di sopravvivere.»
«Sansa!»
Tutte le sue forze improvvisamente sembravano averla abbandonata, la notizia del peggioramento della salute di sua sorella era stato il colpo di grazia, Brienne la guardò assimilare quell’orribile notizia pregando in cuor suo che gli dei potessero avere pietà di Sansa Stark e non privare il figlio appena nato sia della madre che del padre.
«Brienne, portami da lei» le chiese Arya, strinse più forte la sua lancia e poi si appoggiò alla Brienne di Tarth e piano piano discese nelle cripte ancora una volta.












 

Chiedo scusa in anticipo so che è un capitolo mooolto corto ma è ciò che sono riuscita a scrivere non per mancanza di tempo ma quanto di ""fantasia"", spero comunque di essere stata in grado di farvi distrarre anche se per un minuto o due. 
Bene fatemi sapere se vi piace!

  
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