Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: steffirah    01/04/2020    2 recensioni
Due one-shot dedicate al compleanno di Sakura e Syaoran (implicitamente, anche Tsubasa-hime e Tsubasa).
Estratto dalla prima: – Buon compleanno, Syaoran! – gli augurò radiosa.
– Buon compleanno, Sakura, – ricambiò, sorridendole dolcemente. La carezzò con uno sguardo intriso d’affetto, prima di stringerla tra le sue braccia.
Non era certo che sarebbe durato per sempre, ma per il momento non desiderava altro che questo. Soltanto essere lì con lei gli bastava, e sembrava dargli tutto ciò che gli era sempre mancato.
Perché Sakura era tutto ciò che aveva sempre anelato.

Estratto dalla seconda: Era un mondo in cui a perdita d’occhio si estendevano immense selve, abitate da intere dinastie di lupi, animali venerati da quelle poche famiglie umane che vivevano oltre i boschi. Ad una di queste apparteneva Sakura. Eppure, al contempo, non si era mai sentita totalmente parte di essa. Certamente, aveva i suoi amati genitori e suo fratello, tutti la adoravano, ma c’erano giorni in cui nel suo cuore sentiva che un pezzo di lei era altrove. Come se mancasse qualcosa di essenziale.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura, Syaoran
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il mondo dei ciliegi








Il mondo dei ciliegi. Anche conosciuto come Sakura no Kuni.


Oltre a battezzare quell’universo, “Sakura” era pure il nome di una giovane fanciulla; ella aveva due occhioni verdi come i prati, il sorriso delicato di un fiore, e i capelli d’una sfumatura chiara così particolare da richiamare proprio quei numerosi alberi che sorgevano ovunque nel suo Paese. Per tutto l’anno, essi non appassivano mai. Erano perennemente fioriti, i piccoli petali rosa facevano compagnia agli abitanti di quelle terre in tutte le situazioni, giorno e notte, a tutte le ore, eternamente.
I villaggi erano stati costruiti un po’ dappertutto in immense vallate, ove, di tanto in tanto, giungevano pellegrini e viandanti provenienti da paesi stranieri. Uno di questi, il cui nome era Syaoran, era spinto a vagabondare soprattutto per il desiderio di scoprire se davvero quei ciliegi fossero uguali ovunque. E grande fu la sua sorpresa quando passando da nord a sud a est a ovest scoprì che no, non tutti si somigliavano, perché i colori dei fiori cambiavano a seconda della temperatura di quelle zone: ne aveva trovati bianchi nelle fredde lande dell’est, di un rosa tenue nei paesi con un clima mite e temperato, di una tonalità più carica nelle calde savane del nord.
Tutto questo suo spostarsi da un luogo all’altro del mondo lo portò, infine, a trovare il ciliegio più bello di tutti. Un esemplare unico ed inimitabile.
Si trattava proprio di quella ragazza.
Sin dal momento in cui arrivò nel suo rurale villaggio fu accolto con molta ospitalità, da parte di tutti. Poi, proseguendo lì con le sue ricerche, giunse fino ad un maestoso albero. Si diceva che fosse il primo ad essere nato non appena si era formato quel mondo, dopo che le temperature si erano stabilizzate affinché potesse esserci la vita, ed era proprio verso esso che, in un determinato periodo dell’anno, si riversavano miriadi di fedeli, dedicandovi una preghiera.
Esso si ergeva in altezza e larghezza per interi ettari, le sue ampie radici spuntavano dal suolo e si incrociavano a lastre di gneiss. Ma per quanto tale visione potesse essere una carezza per occhi curiosi e amanti delle meraviglie, non fu sufficiente a celare alla vista del giovane esploratore una figura che sostava proprio al di sotto di quell’ampia chioma.
Abbigliata con gli abiti tradizionali del loco, ebbe difficoltà a riconoscerne i tratti a causa del cappuccio che ne celava le fattezze. Ma quando poi si voltò e se lo abbassò, guardando sorpresa quello sconosciuto, lui rimase a fissarla senza parole, a bocca asciutta. Era di una bellezza sopraffina, quasi competeva con quella dell’albero.
Si sollevò allora un leggero venticello che le spettinò i capelli, scuotendoli nella sua direzione, e così alle sue narici giunse una dolce fragranza, simile a quella dei fiori che aveva imparato così bene a conoscere, in tutte le loro tipologie. Lei si tolse i capelli dal viso, con un gesto elegante, e incontrando i suoi occhi sorrise, rivolgendogli per prima la parola, chiedendogli chi fosse.
Inizialmente erano entrambi piuttosto timidi, ma pian piano si aprirono sempre più l’uno con l’altra, acquisendo fiducia reciproca; divennero così amici, migliori amici, e ben presto furono molto di più.
Poiché era inevitabile che si innamorassero.
Dato che da tempo Syaoran era un albero privo di radici, trovò grazie a Sakura un posto che lui avrebbe potuto chiamare “casa”. E proprio in una zona appartata, all’ombra di quell’albero immortale dinanzi al quale era avvenuto il loro primo incontro, costruirono la loro piccola, intima, casetta, in cui avrebbero potuto sempre trascorrere del tempo da soli, senza rischiare interruzioni.
In quel loro posticino si davano appuntamento ogni volta che lui tornava dai suoi viaggi. Esattamente come fecero in quell’ultimo periodo, sebbene stavolta Syaoran avesse deciso che aveva visto abbastanza. Non sapeva se si trattava di una decisione definitiva, o se col tempo avrebbe cambiato idea, portando avanti il suo vagabondare, ma sentiva che almeno per il momento voleva essere al fianco della sua Sakura, e nient’altro. Perché finalmente aveva capito di aver trovato ciò che realmente cercava.
Quel giorno in particolare era un giorno speciale. Grande fu lo stupore di entrambi quando scoprirono di condividere la stessa data di nascita. Lo stesso compleanno.
Per questa ragione trascorsero tutta la giornata insieme, passeggiando mano nella mano, mangiando biscotti accampati tra l’erba alta, immersi in quella natura rigogliosa.
Sakura decise per l’occasione di mostrargli quanto fosse migliorata nel volo, fluttuando per un po’ nell’aria, volteggiando in allegria, e lui restò a guardarla seduto su quel prato, sorridendole sereno. Era veramente migliorata rispetto ai primi tempi.
Il lungo strascico della sua gonna fluttuava dietro di lei, lasciando una scia di petali nell’aria. Le estremità dei nastri del suo corpetto le danzavano attorno, creando onde simili alle cime delle colline che li circondavano.
Dopo un breve volo a zigzag gli chiese di raggiungerla; Syaoran si mise in piedi per accontentare la sua richiesta, ma non appena staccò i piedi da terra ecco che lei perse il controllo e lui, giusto in tempo, riuscì a prenderla tra le sue braccia.
– Sakura, sei sempre la solita, – rise, scuotendo la testa. Erano trascorsi anni dal loro incontro, ma per quanto crescesse in grazia e bellezza, restava un’imbranata priva di coordinazione.
Scoppiò a ridere anche lei, scusandosi, e senza perdere il sorriso si avvicinò alle sue labbra, posandovi un piccolo bacio, facendogli perdere l’equilibrio per qualche secondo. Lo vide arrossire, prima che si riscuotesse per scendere a posarla sul suolo; tuttavia, neppure il tempo di poggiare le nude piante dei piedi tra l’erba che Sakura gli saltò al collo, facendo svolazzare tutti i loro strati di scialli attorno a loro.
– Buon compleanno, Syaoran! – gli augurò radiosa.
– Buon compleanno, Sakura, – ricambiò, sorridendole dolcemente. La carezzò con uno sguardo intriso d’affetto, prima di stringerla tra le sue braccia.
Non era certo che sarebbe durato per sempre, ma per il momento non desiderava altro che questo. Soltanto essere lì con lei gli bastava, e sembrava dargli tutto ciò che gli era sempre mancato.
Perché Sakura era tutto ciò che aveva sempre anelato.













 
Angolino autrice:
Buon primo aprile a tutti! Come ho scritto nella presentazione della storia, queste sono due one-shot dedicate a Syaoran e Sakura per i loro compleanni. Questa nello specifico è idealmente dedicata a Tsubasa e Tsubasa-hime, mentre la prossima a Syaoran e Sakura (cloni), ma naturalmente ognuno può vederci i Syaoran e Sakura che desidera. 
Non ho traduzioni da fare, eccetto nel titolo con "sakura", che sapete già immagino sia il nome dei ciliegi, e "ookami" nel prossimo che significa lupo. Penso sia ovvio quindi che i mondi hanno i loro nomi, come detto anche all'inizio di questa storiella.
Solo un'altra piccola precisazione che devo fare, è che non dovete lasciarvi ingannare dalla mia scelta lessicale, perché "kuni" significa "paese". Non sto qui a spiegare nel dettaglio perché ho deciso di scrivere così, ma se a qualcuno interessa può tranquillamente chiedere; basti sapere che mi sono associata alla terminologia giapponese nella descrizione dei vari "mondi" presentati. 
Ok, credo di aver ciarlato abbastanza. Detto ciò, vi auguro buona lettura!
  
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