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Autore: FalbaLove    01/04/2020    0 recensioni
I primi raggi del mattino risvegliarono la fata finalmente dai suoi pensieri cacciandoli via: sorrise mentre il suo volto veniva dolcemente colpito dai raggi come una carezza.
Sbadigliò sonoramente lasciandosi cadere sul letto mentre finalmente la stanchezza si impossessava delle sue membra. Con cautela aprì il cassetto del suo comodino estraendo un piccola foto: il dolce viso di Helia si rispecchiò nei suoi occhi. Aveva abbandonato tutti e tutti,ma sentiva che lui non l'avrebbe mai abbandonata. Non l'aveva fatto quando aveva sacrificato la sua vita per lei,non l'avrebbe fatto neanche ora che il suo volto non abbandonava i suoi pensieri.
Dopotutto cosa può essere una fata senza il suo specialista?
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Flora, Helia, Specialisti, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Flora si rigirò per l'ennesima volta tra le profumate coperte.
Sbuffò
Il sonno purtroppo sembrava averla abbandonata . Si rifugiò mugugnando sotto le lenzuola:non sapeva che ore fossero e sinceramente neanche le interessava. Per un secondo chiuse nuovamente gli occhi beandosi di quel caldo cantuccio,ma dopo poco sbuffò nuovamente e questa volta anche più sonoramente. Non riusciva ad addormentarsi ed era inutile farsene un cruccio. Delicatamente infilò i piedi nelle ciabatte e si alzò di scatto rifugiandosi in cucina. Le sue mani ambrate si mossero velocemente come stesse facendo un gesto abituale ed effettivamente era così. Non dormiva più ed oramai la notte era diventata la sua migliore amica. Riusciva a chiudere occhio solo quando il sole faceva capolinea da dietro le verdi colline mentre la vita riecheggiava tra le piante: solo allora riusciva finalmente a cedere ai suoi sogni. Neanche lei però sapeva il perché e non se lo voleva chiedere. Sapientemente si riempì la grossa tazza di acqua bollente: arricciò il naso indecisa se aggiungere del miele alla sua tisana. Si era ripromessa di smettere per poter assaporare interamente quella bevanda vegetale,ma Stella le aveva lasciato questa brutta abitudine della quale ancora non riusciva a liberarsi. Una smorfia amara comparve sul suo volto al ricordo di quel nome,ma la fata cercò di scacciare quei pensieri beandosi del caldo contatto con la tazza. Silenziosamente si avvicinò alla grossa vetrata di casa sua sorridendo di fronte a quel meraviglioso spettacolo: la sua Linphea era sempre lì,sempre più bella. Con attenzione assaporò un sorso della bevanda sentendosi improvvisamente meglio.
Le stelle quella sera erano protagoniste nel cielo.
Inspirò godendosi a pieno quello spettacolo pensando che l'insonnia alla fine aveva i suoi pregi. Ad un certo punto scorse tra le stradine calme e tranquille una coppia passeggiare tranquillamente: sorrise pensando che non fosse l'unica sveglia. All'improvviso i suoi occhi color giada vennero rapiti dallo sguardo innamorato dei due che percossero correndo e ridendo gli ultimi metri prima di rientrare in casa. Sospirò Flora sentendo gli occhi farsi sempre più lucidi. Dolcemente si lasciò andare sulla piccola poltroncina mentre i ricordi riaffioravano freschi nella sua mente.

In meno di un secondo sì ritrovò su un grande letto sapientemente decorato con motivi orientali: si rigirò tra le lenzuola mentre un dolce profumo la avvolgeva. Il suo sguardo venne rapito da dei bellissimi dipinti appesi al muro: alcuni erano schizzi,altri veri e proprio dipinti completati ,ma il soggetto principale era il suo dolce viso ambrato sempre contornato dai fiori più belli e colorati. Sorrise quasi imbarazzata trovando che l'artista l'aveva decisamente rappresenta più bella del dovuto.
- A cosa stai pensando?- domandò incuriosita una voce calma e tranquilla all'entrata della porta: Flora all'udire quella voce non si spaventò ma continuò a mantenere fissa la sua attenzione sui dipinti.
-Sono troppo bella in quei dipinti-mormorò senza neanche pensarci cosa che non era da lei,ma quando era con lui si sentiva libera di esprimersi. Il suo interlocutore non disse niente ma con calma si avvicinò a lei adagiandosi sul letto: Flora sorrise debolmente sentendo il suo calore.
- Io ti vedo sempre così- sospirò lui accarezzandole dolcemente i capelli e Flora si beò a pieno di quel gesto. Dolcemente si girò sul fianco facendo finalmente incrociare il suo sguardo con quello dello specialista.
-Se solo potessi vedere quanto sei bella in questo momento - mormorò lui mentre i suoi occhi cerulei si illuminavano: Flora arrossì debolmente.
-Ti amo- disse sinceramente abbracciandolo. Lui ricambiò quel gesto accogliendo il fragile corpo della fata tra le braccia e affossando il volto tra i mori capelli. La fata si lasciò cullare dal battito del suo specialista pregando dentro di sé che quel momento non finisse mai.

Un piccola lacrima scivolò solitaria sulla guancia ambrata della fata: Flora si alzò di scatto dalla poltrona cercando di reprimere quel ricordo. Si portò una mano al petto come a voler bloccare il dolore. Silenziosamente si avvicinò al lavello dove ripose la tazza appoggiandosi con la schiena al frigo: si era ripromessa di non lasciarsi più sopraffare dai ricordi. Con forza si morse il labbro carnoso come se volesse distrarre il suo corpo e per fortuna ci riuscì. Ben presto la calma riprese possesso delle sue membra e alla fata sembrò di aver fatto solo un brutto sogno,uno di quelli che quando ti svegli non ricordi più,ma che lasciano solo un leggero velo di tristezza. Facendo attenzione a non fare rumore si avvicinò alla credenza: non aveva fame,ma tenersi occupata le sembrò una buona idea. Per un paio di secondi i suoi occhi color giada vagarono tra le provviste finché non individuò un pacco di biscotti che afferrò senza pensarci. Annoiata si sedette su una sedia iniziando a sgranocchiare un biscotto e stando attenta a non fare briciole. Il suo stomaco, sazio, provò a ribellarsi all'ennesimo cibo,ma la fata non ci badò. Aveva iniziato mesi prima: quando non sapeva che fare si metteva a mangiare anche se era completamente sazia. Sospirò pensando che forse con il cibo cercava di colmare qualcosa dentro di sé,ma dopotutto chi non l'aveva mai fatto? E poi il vuoto dentro di lei era così grande che dei semplici biscotti non sarebbero bastati a colmarlo.

Per la secondo volta lo scenario attorno alla fata di Linphea cambiò e Gardenia accolse le membra stanche della fata. Davanti a lei vi erano forse i nemici più duri che le Winx avevano dovuto affrontare: gli Stregoni del Cerchio Nero. Tutti i suoi amici erano a terra stremati e privi di forza mentre una strana energia nera potente e inarrestabile circondava i loro nemici. Flora rantolò per terra mentre i suoi vestiti erano terribilmente macchiati di sangue. Si guardò intorno piena di sgomento: possibile che questa fosse la fine delle Winx e degli Specialisti?
Ogron sembrò accorgersi della scintilla di potere che ancora scorreva nelle sue vene e con un sorriso maligno di avvicinò alla ragazza prendendo il suo viso tra le sue pallide mani: rise divertito mentre Flora cercava in tutti i modi di divincolarsi.
- Ancora non l'hai capito piccola fatina che siete spacciati?- domandò stringendo sempre di più le mani intorno al suo collo: Flora provò a ribattere,ma oramai le era impossibile respirare. Le contorsioni di Flora parvero divertire ancora di più lo stregone che la lanciò lontano e un grosso tonfo rallegrò i quattro. Duman comparve da dietro le spalle dell'amico leccandosi le labbra estremamente soddisfatto dello spettacolo.
- Finiscila Ogron,strappale anche l'ultima goccia di vita- disse digrignando i denti e non riuscendo a reprimere la foga. Ogron si morse un labbro mentre i suoi capelli ondeggiavano tra il vento. Senza rispondere all'amico fissò negli occhi Flora: la ragazza manteneva lo sguardo fisso su di lei mentre una smorfia di dolore non abbandonava il suo volto. La sua bellissima pelle ambrata era orribilmente rovinata da grossi lividi, ma un particolare fece vibrare lo stregone dall'eccitazione: una grossa ferita sul braccio continuava a perdere sangue il cui rosso scarlatto creava un orrendo contrasto con i vestiti verdi e brillanti della fata. Flora provò a dire qualcosa ma il suo corpo sembrava averla abbandonata. Sentiva solo un immenso dolore e forse sperava che tutto questo finisse il prima possibile. Ogron parve capire i suoi pensieri e fece comparire una sfera di energia scura nella sua mano destra.
- Tranquilla fatina ora non soffrirai più- esordì scagliandola contro di lei: Flora chiuse gli occhi,neanche sapeva il perché di quel gesto ma forse non voleva che l'ultima cosa che avrebbe visto fosse il sorriso divertito e malato di Duman. Eppure niente sembrò colpire il suo corpo e anche la risata di Ogron parve ammutolirsi: solo un grande tonfo ruppe quel silenzio infernale. Tremante la fata di Linphea aprì gli occhi scoprendo che non vi era mai fine al dolore: a pochi metri da lei vi era Helia,il suo Helia. Il ragazzo con le ultime forze rimaste si era contrapposto tra lei e lo stregone facendo sventare alla sua fidanzata una morte certa. Flora provò ad urlare,ma la sua voce sembrava come sparita. Prima che potesse fare altro vide delle figure circondare i suoi nemici: Faragonda ,Griffin e Saladin apparvero seguiti da molte fate e Specialisti,ma questo a Flora non importò. La sua attenzione era interamente concentrata sul ragazzo pallido che a pochi metri da lei giaceva privo di forze e forse di vita. Strisciò come un verme raggiungendolo: i suoi occhi cerulei erano riversi verso il cielo immobili. Provò inutilmente a scuoterlo,ma il ragazzo non diede risposta. Calde lacrime si mescolarono al copioso sangue che aveva macchiato la tuta dello Specialista. Flora si adagiò sul suo petto priva di emozioni e sentendosi il cuore scoppiare: piangeva disperata in silenzio mentre una terribile lotta si consumava intorno a loro,ma a Flora non importava,niente più le importava. Il corpo freddo e privo di vita di Helia era il suo unico sostegno. Ad un certo punto la fata percepì un mano calda circondarle la spalla: Flora continuò però a piangere aggrappata al suo ragazzo. Lentamente Sky e Brandon la costrinsero a staccarsi da quel corpo e solo in quell'istante la fata di Linphea si accorse che la battaglia era finita, si accorse che finalmente avevano vinto. Flora provò a lottare, provò a ributtarsi sul corpo esanime del suo fidanzato, ma le braccia muscolose e salde dei due specialisti non la lasciarono andare e a lei non rimase che continuare a piangere credendo che mai sarebbe riuscita a smettere. Saladin distrutto dal dolore si avvicinò a suo nipote: il suo volto era contratto e i suoi occhi esprimevano una sofferenza impossibile da spiegare,ma non pianse,non versò neanche una lacrima. Delicatamente poggiò una mano sul viso del nipote chiudendo per l'ultima volta i suoi occhi e poi sbatté con decisione il suo scettro mentre milioni di fiori circondarono il corpo freddo del ragazzo. Flora provò ad intervenire e a fermare il Preside,ma l'unica cosa che riuscì a fare fu di piangere disperata. Senza che nessuno aggiungesse altro il corpo di Helia si alzò in volo raggiungendo ben presto le stelle.

Flora spazientita buttò a terra la scatola di biscotti osservando il suo pavimento riempirsi di briciole: per un secondo fisso quello spettacolo senza respirare come se non fosse stata lei a combinarlo. Si alzò indispettita dalla sedia: avrebbe potuto in un secondo ripulire tutto con la magia,ma si era ripromessa di non usarla mai più. La sua mente però non sembrò d'accordo a staccarsi da quel ricordo e ben presto Flora si ritrovò a terra a piangere disperata.

Le Winx la fissavano piene di dolore e sofferenza senza proferire una parole e anche Brandon e Sky la lasciarono finalmente a terra, a rotolarsi lacerata dalla sofferenza. Però presto le lacrime finirono e gli occhi color giada della fata questa volta si ritrovarono catapultati ad Alfea, nell'ufficio di Faragonda. La donna non proferiva alcuna parola ma continuava a fissarla: la fata neanche ricordava quanti giorni fossero passati da quel momento ,ma le ferite erano ancora visibili sul suo corpo così come il dolore e la sofferenza.
-Lascio la scuola- disse con tono sicuro e privo di emozioni: pensava che la donna l'avrebbe in tutti i modi fermata cercando di farle cambiare idea invece si limitò a sospirare. Provò a ricercare il suo sguardo,ma Flora lo abbassò tristemente.
- Immagino che niente possa farti cambiare idea- ma lei non rispose,Faragonda conoscevo già perfettamente la sua risposta. Senza aggiungere altro Flora si diresse verso la porta con le mani tremanti fermandosi però un secondo sull'uscio.
-Addio- disse con tono sprezzante sparendo dalla vista della Preside che finalmente si lasciò andare ad un pianto sconsolato.

Flora si lasciò andare priva di forza tra i cuscini: affossò il volto in tutto quel candore mentre la forte luce della luna risplendeva nel suo appartamento. Odiava che la sua mente lavorasse senza il suo permesso,ma a quanto pare quella sera si sentiva particolarmente autolesionista. Corrucciò la fronte mentre le sue membra stanche rabbrividivano per il freddo: avrebbe potuto benissimo infilarsi sotto le coperte per ritrovare ristoro eppure sperava che questi bastasse a smettere di pensare. Eppure non fu così.

Flora quello stesso giorno,dopo aver parlato con la Preside, lasciò la sua adorata scuola: approfittò di una mattina di lezioni per andarsene con tutti i suoi affetti personali. Non voleva che nessuno lo scoprisse perché tanto sapevo già che avrebbero provato a fermarla. Da quella terribile battaglia le sue amiche non l'avevano mai abbandonata: avevano pianto con lei,avevano ricordato con lei e avevano dormito con lei. Avevano provato a colmare il suo dolore cercando di nascondere il loro, ma se c'era una cosa che Flora sapeva fare bene era capire le emozioni della gente. Lei era distrutta,ma anche loro erano lacerate dal dolore e sapeva benissimo che ogni volta che la guardavano si ricordavano di quel dolce amico che avevano perso.
Scosse la testa richiudendo anche l'ultima borsa: che senso aveva soffrire tutte insieme? Se ne andava anche per loro,se ne andava sperando che in quelle valigie riuscisse a portarsi via tutta la sofferenza delle sue amiche. Percosse il più velocemente possibile i corridoio della sua scuola: alcune fate che passeggiavano si accorsero di lei, ma non dissero niente. Flora si sentì chiaramente i loro sguardi di pietà fissi sulla sua figura, dopotutto era finalmente sulla bocca di tutti dopo quella orrenda battaglia,ma cercava di non badarci perché tanto prima o poi altre gesta avrebbero preso posto nei pensieri di quelle fate. Appena superò con un passo il cancello della scuola si sentì libera e leggera come non si sentiva da giorni. Voleva portarsi via tutto il dolore delle sue amiche, ma immediatamente capì che forse lei lo stava lasciando lì. Improvvisamente sentì chiaramente dei passi farsi sempre più vicini mentre una voce tentava di schiarirsi.
-Immagino che non ti rivedrò mai più- disse una voce cercando di trattenere la commozione: un piccolo sorriso dolce si dipinse sul volto ambrato della giovane.
-Tutto qui fa troppo male,ma tu più di tutti puoi capirmi- mormorò mantenendo lo sguardo fisso a terra:non voleva in alcun modo rialzarlo,non voleva in alcun modo incontrare quegli occhi cerulei troppo simili ai suoi.
- Speravano di non perdere anche te,ma voglio solo vederti felice- e lentamente Saladin si avvicinò alla fata posandole nuovamente una mano sulla spalla. Nonostante quel gesto provocasse tremendi ricordi nella sua mente e nel suo cuore la fata lo lasciò fare capendo che quel contatto avrebbe fatto bene ad entrambi.
-Io non lo dimenticherò mai- disse sentendo gli occhi pizzicarle. L'uomo rise dolcemente mentre una brezza accarezzò i loro volti.
-Trasforma tutti i momenti passati con lui in bei ricordi e non intrisi di dolore- quella frase colpì duramente la ragazza e confusa finalmente incrociò i loro sguardi.
-Cerca di non vivere nel passato, lascia che il tempo curi le tue ferite- disse il vecchio tremante come se più che a lei lui si stesse rivolgendo a se stesso. Flora di fronte a tutta quella umanità e debolezza non riuscì a trattenere un sorriso dolce e amaro allo stesso tempo e gli accarezzò dolcemente una guancia.
- Flora lui ti amava con tutto il suo cuore- e la ragazza poté finalmente specchiarsi negli occhi del preside come tante altre volte aveva fatto in quelli del nipote.
-Lo so- sospirò allontanatosi e non voltandosi indietro.

Flora rabbrividì mentre il suo corpo nudo si lasciava accarezzare dalla brezza notturna: a Linphea non aveva mai fatto così freddo come quell'inverno. Finalmente sembrò dare ascolto ai continui segnali che il suo corpo le stava inviando e coprì lo striminzito pigiama con una grossa coperta rosa pelosa. Quel contatto così morbido le lasciò una strana sensazione sulla pelle. Accarezzò dolcemente la pianta che aveva sul comodino beandosi dell'energia positiva che solo il regno vegetale riusciva a regalarle. Abitava da sola eppure non vi era neanche un attimo in cui si sentiva di avere bisogno di compagnia. Passava le giornate con le sue piante e tutti in quel piccolo villaggio sapevano quanto tenesse alla sua solitudine.
Eppure non era sempre stato così.

Nonostante non avesse detto a nessuno dove si fosse trasferita ai suoi amici non ci volle molto per andarla a trovare. La prima volta che se li trovò alla porta non era neanche passata una settimana da quando aveva abbandonato Alfea e le Winx si intrufolarono nella sua piccola dimora afflitte e deluse. Le continuavano a dire che loro erano amiche,che se pensava che abbandonando Alfea loro l'avrebbero abbandonato si sbagliava,le ripetevano che loro erano un gruppo e che ci sarebbero sempre state con lei. Avevano provato a convincerla a ritornare ad Alfea,ma per una volta la fata era stata irremovibile. Chiedeva alle sue amiche solo del tempo e si lasciava cullare dalle loro parole parlando il meno possibile. Per i primi giorni le fate e gli specialisti bussaono spesso alla sua porta e cercarono in ogni modo di colmare i silenzi che si creavano con lei, ma la verità era che Flora non aveva più niente da dire. Poi ben presto le visite si fecero meno frequenti e pochi alla volta.
Ricordava perfettamente le visite di Brandon e Stella: lei parlava sempre di tutto anche delle cose più futili,ma Flora la capiva. Pensava che con tutte quelle parole le avrebbe regalato alcuni minuti senza pensare,senza ricordare,ma era tutto inutile. Brandon invece la osservava pensieroso: il suo sguardo fisso su di lei mentre Stella discuteva da sola del più e del meno la metteva a disagio . Non riusciva a capire cosa frullasse nella testa del moro e andò avanti così per un po' di giorni fino a quando un caldo pomeriggio capì. Brandon e Stella finalmente stavano abbandonando la sua abitazione dopo aver trascorso un paio di ore in loro compagnia: Stella la salutò come sempre,schioccandole un bacio appiccicoso sulla guancia e allontanandosi a vedere chissà che cosa. Il gesto di Brandon però la colpì:il moro prima di congedarsi la abbracciò silenzioso rifugiando il suo volto tra i capelli mori della fata. Flora però rimase immobile forse troppo stupita da quel gesto o forse semplicemente intuendo qualcosa: quella fu l'ultima volta che li vide.

La brezza ora diventata vento fece sbattere la finestra socchiusa della sua stanza: controvoglia la mora si accinse a chiuderla mentre il suo sguardo ricadde su una forcina dorata presente a terra.

L'ultima volta che aveva visto Sky e Bloom la fata ricordava perfettamente come quella forcina spiccasse tra i capelli rossi fuoco dell' amica. Ogni volta che i due venivano a trovarla il Principe aveva l'abitudine di preparare del tè anche se la mora sapeva perfettamente che lui lo odiasse. Lui si fingeva occupato mente l'amica stringeva le mani ambrate di Flora tra le sue.
-Stai meglio oggi?- le chiedeva sempre dolcemente accarezzandole i capelli. Flora rispondeva come un automa sempre sì anche se in cuor suo sapeva che non lo sarebbe mai stata. Eppure osservare un certo sollievo nel viso della Principessa sembrava far rilassare anche lei. Bloom le rivolgeva sempre mille domande preoccupandosi che non le mancasse mai niente e Sky rideva di fronte all'apprensione eccessiva della sua fidanzata. Flora conosceva perfettamente la risata di quello che era uno dei suoi più vecchi amici eppure in quella casa risuonava estremamente falsa.
-Torneremo presto,ok?- le sussurrò teneramente Bloom sulla soglia di casa mentre Sky le scoccava un dolce bacio sua fronte,ma ben presto nessuno dei due tenne più fede a quelle parole.

Flora si alzò come una molla dal letto: il disordine creato poco prima nella sua abitazione le faceva fremere il corpo. Aveva da sempre odiato il disordine e ora vedere i biscotti a terra e la tazza sporca nel lavello le rubava anche quella poca stanchezza che aveva accumulato. Arricciando il naso prese una spugna rosa dal lavandino accingendosi a pulire la tazza: le sue mani venivano riscaldare dal caldo getto mentre mille bolle di sapone fecero scomparire la tazza. Finalmente pulita Flora si lasciò sfuggire un sorriso soddisfatto mentre si accingeva ad asciugarla. Adorava quella tazza rosa e a forma di fragola ,uguale a quella che un giorno si era frantumata sul suo pavimento.

-Oddio Flora mi dispiace;- esclamò Timmy realmente dispiaciuto mentre i cocci rosa si erano sparsi per tutto il pavimento.
- Sei il solito imbranato- lo riprese Riven incrociando le braccia e stravaccandosi ulteriormente sulla poltrona.
- Riven!- lo beccò Musa regalandogli un'occhiataccia alla quale lo specialista sembrò non farci caso.
- Tranquillo Timmy non è successo niente di grave- provò a rincuorarlo Flora notando che fosse realmente mortificato. Fece alcuni passi per prendere la scopa,ma Tecna la bloccò.
-Aspetta faccio io- disse scuotendo le mani e i cocci sparirono all'istante.
-Mi rispieghi come mai non usi la magia?- la interpellò nuovamente Tecna alzando un sopracciglio e non riuscendo a concepire questa sua scelta. Nuovamente a Musa toccò intervenire frenando la lingua della sua migliore amica. Il pomeriggio proseguì tra i vari discorsi mentre Riven si limitò ad estraniarsi da tutti cosa che provò inutilmente anche la fata della Natura. Quando il sole si fece sempre più arancio e inizio a calare le due fate convenirono che fosse giunto il momento di andare.
-Scusami ancora per la tazza- balbettò il suo amico più timido grattandosi la testa. Flora sorrise dolcemente e questo imbarazzò ancora di più Timmy che si limitò a salutarla con lo sguardo prima di correre alla navicella. Tecna batté con insistenza sulla spalla della ex Winx.
-Spero di non averti offeso prima- confessò liberandosi finalmente del nodo in gola. Poi la abbracciò con forza per poi raggiungere il suo ragazzo.
-Non cambierà mai- mormorò divertita Musa osservando la sua migliore amica.
-Lo spero- rispose sincera Flora mentre i suoi occhi color giada brillavano di amore osservando l'amica dagli strani capelli fucsia. Musa posò dolcemente la testa sulla spalla dell'amica beandosi del dolce profumo dei suoi capelli.
-Odio sperare che niente cambi perché poi tanto succede- sospirò con voce rotta dal pianto e lasciandosi sfuggire una piccola lacrima. Flora capì a che cosa si riferisse.
-Eppure se niente cambiasse non avremmo mai momenti speciali da conservare nei nostri cuori- puntualizzò e questa frase sembrò bastare alla fata di Melody per farla rasserenare.
- Lo sai che ti voglio bene?- mormorò a fior di labbra e Flora la baciò dolcemente sua guancia. Una volta rientrata in casa si accorse di non essere sola: Riven pensieroso era ancora seduto sulla poltrona e non accennava a staccare lo sguardo dalla vetrata.
- Questa casa è orrenda- disse con tono deciso e forte.
-Io odierei vivere qui- continuò sbuffando. Flora rise divertita,ma questo sembrò compiacere il ragazzo.
-Non ti sentivo ridere da quando... Beh lo sai- mugugnò cercando di mantenersi distaccato e anche la fata si accorse che in effetti lo specialista aveva ragione.
-Hai una bellissima risata, me lo diceva sempre Helia- pronunciò quel nome senza esitazione come se lui fosse ancora tra loro e Flora per un secondo si sentì mancare: nessuno aveva osato pronunciare quel nome in sua presenza e solo in quell'istante Flora si rese conto di quanto le fosse mancato. Una solitaria lacrima rigò le sue gote ambrate e finalmente lo Specialista la guardò. Senza parlare le si avvicinò e gliela asciugò provando ad essere il più dolce possibile cosa che riscaldò il cuore della ragazza.
-Ciao Flora- disse uscendo di corsa dalla sua abitazione.

La scopa si muoveva velocemente sul pavimento raccogliendo anche le più piccole briciole di biscotti. Quando finalmente il pavimento ritornò lindo e pulito la fata fece una giravolta su se stessa trovandosi finalmente tra l'ordine e il pulito. Si guardò intorno annoiata e priva di stanchezza: il sole non si decideva ancora a fare capolinea da dietro le colline di Linphea e la mora si domandò se mancasse ancora tanto. Indecisa sul da farsi uscì di casa inspirando a pieni polmoni l'aria pulita e fresca del suo pianeta. Socchiuse gli occhi sperando che il vento spazzasse via ogni suo male ma così non fu. Si portò dolcemente una ciocca dietro all'orecchio domandandosi se realmente volevesse che il dolore svanisse. Quel male che la affliggeva in fondo era l'ultima cosa che le era rimasta che le ricordava lui: tutti i dipinti e disegni che era stata solita fissare ammirata nella sua stanza di Fonterossa non erano presenti a casa sua. Aveva voluto che sulle pareti non fosse appeso neanche un quadro come a sottolineare che le sarebbe per sempre mancato qualcosa. L'ultimo ricordo materiale di lui che aveva ritrovato era involontariamente stato abbandonato tra i suoi libri.

- Ehi cosa è questo?-domando incuriosita Aisha spogliando uno dei tanti libri di piante: la sua bocca era pieno di biscotti eppure riusciva ancora perfettamente a fare buffe espressioni. Flora osservò attentamente la sua amica sdraiata comodamente sul suo letto: i suoi ricci ribelli le ricadevano sulle spalle e un vistoso cerchietto provava a tenerli a bada.
-Non puoi perderti le lezioni- la sgridò sonoramente Flora mentre puliva gli ultimi piatti usati per il pranzo. All'udire quella ramanzina Aisha alzò un sopracciglio sbuffando.
- Non ho nessuna voglia di fare lezione,preferisco stare qui con te- confessò allungandosi per prendere un altro biscotto. Flora si portò le mani sui fianchi: Aisha dopo il suo abbandono ad Alfea l'aveva evitata per un paio di settimana. La conosceva bene e sapeva perfettamente che ce l'aveva a morte con lei per il suo gesto eppure un paio di giorni prima la principessa di Andros aveva messo da parte il suo orgoglio e aveva bussato sonoramente alla sua porta senza preavviso. Non l'aveva lasciata parlare e con un atletico salto si era accomodata sul suo letto: Flora aveva provato a ribattere non contenta di quella decisione,ma la testardaggine da sempre caratterizzata la sua migliore amica.
-Aisha tu sei una principessa e le principessa hanno delle responsabilità- Aisha però alzò le spalle continuando a sfogliare il libro.
-Non me ne importa niente,ora tu sei la mia priorità- e quella frase aveva fatto sorridere la fata della natura che oramai arresa si accomodò accanto a lei. All'improvviso il volto di Aisha si scurì mentre un foglio leggermente stropicciato aveva fatto la sua comparsa tra due pagine. Flora notò la reazione dell'amica e si sporse per capire cosa l'avesse tanto turbata,ma quando vide lo schizzo del suo volto su quel foglio le sue mani iniziarono a tremare.
-Quello è stato il primo dipinto che fece di me- sussurrò stringendolo al petto e Aisha parve sorpresa di udire quella sue parole.
-Gli ripetevo sempre che mi disegnava molto più bella di quello che sono- continuò lasciandosi sfuggire alcune lacrime mentre sentiva l'estrema necessità di confidarsi finalmente con la sua migliore amica. Aisha sorrise sincera di fronte a quelle parole.

-La tua scelta è definitiva vera?- finalmente pronunciò la domanda che per troppo tempo aveva represso. Flora insipirò a pieni polmoni.
- Sì, non tornerò mai più ad Alfea-
-E cosa ne sarà di noi Flora? Gli altri non te l'hanno mai detto, ma abbiamo capito che vuoi disfarti di noi- grosse lacrime sfuggirono agli occhi azzurri come il mare della Principessa di Andros.
-Io non voglio perderti- concluse buttandosi tra le sue braccia e piangendo senza fiato: Flora rimase colpita da quel gesto iniziando dolcemente ad accarezzarle i capelli.
- Tu sei la mia migliore amica- sospirò tra le lacrime e senza accennare a calmarsi. Flora si sforzò di reprimere le lacrime provando a coccolarla tra le sue braccia.
-Anche tu lo sei- rispose sincera e finalmente i loro sguardi si rincontrarono.
-Non so se potrò vivere senza di te- disse cercando di asciugarsi le guance con un gesto così infantile che intenerì la fata.
-Sei quella che mi mancherai più di tutte- sospirò sincera Flora accarezzandole dolcemente il volto. Aisha deglutì a fatica prima di alzarsi di scatto.
- Questo è un addio vero?- mormorò a fior di labbra e Flora annuì in silenzio.
- Non ti dimenticherò mai- concluse Aisha correndo fuori dalla casa e sbattendo la porta dietro di sé. Finalmente sola Flora si accasciò sul letto e quel giorno pianse nuovamente la dolore.

I primi raggi del mattino risvegliarono la fata finalmente dai suoi pensieri cacciandoli via: sorrise mentre il suo volto veniva dolcemente colpito dai raggi come una carezza. Sbadigliò sonoramente lasciandosi cadere sul letto mentre finalmente la stanchezza di impossessava delle sue membra. Con cautela aprì il cassetto del suo comodino estraendo un piccola foto: il dolce viso di Helia si rispecchiò nei suoi occhi. Aveva abbandonato tutti e tutti,ma sentiva che lui non l'avrebbe mai abbandonata. Non l'aveva fatto quando aveva sacrificato la sua vita per lei,non l'avrebbe fatto neanche ora che il suo volto non abbandonava i suoi pensieri.
-Helia-mormorò a fior di labbra cercando di trattenere le lacrime: non poteva essere una fata senza il suo specialista e per questo aveva rinunciato a tutto. Socchiuse gli occhi avvicinando la foto al suo petto e lasciandosi sopraffare dal sonno: finalmente i suoi occhi color giada si persero in quelli cerulei dell'unico ragazzo che avrebbe mai amato mentre le sue mani le accarezzavano dolcemente il viso ambrato.

Finalmente la fata aveva ritrovato il suo specialista.

 

   
 
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