Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: Pol1709    01/04/2020    2 recensioni
La donna in nero sorrise – Anch’io ho sempre indossato abiti da uomo, sorella! Colei che cerchiamo si trova nel nord della Gallia, una terra che lei e chi l’accompagna chiamano Francia, vanno verso ovest, verso una terra chiamata Normandia, proprio di fronte alla Britannia ed è un segno…Una donna in abiti da uomo, che si comporta come un uomo e che ha un nome da uomo –
Il Comandante delle Guardie Reali del Re diFrancia, Oscar de Jarjayes, si sta recando in Normandia per un controllo di routine alle proprietà della sua famiglia. E' accompagnata dal suo attendente e migliore amico Andrè. I due smarriscono la strada e si ritrovano, loro malgrado, in un mondo antico e leggendario, quello del ciclo arturiano della vicina Inghilterra. Oscar dovrà combattere con un'avversaria potente e ben più pericolosa di tutte le nobildonne della Corte di Versailles: la Fata Morgana.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Si appoggiò alla parete per non cadere. Aveva bevuto troppo e aveva festeggiato troppo e non era ancora finita! La grande battaglia contro i Sassoni era stata vinta. Re Vortigern aveva radunato un esercito imponente che era sbarcato sulle coste della Britannia, ma a Mount Badon avevano trovato i Britanni guidati dal giovane erede di Uther Pendragon ed erano stati sconfitti, di più: polverizzati. Anche lei era presente, formalmente al comando degli uomini della Cornovaglia, ma di fatto nelle retrovie dell’esercito. Eppure non avrebbe avuto paura di confrontarsi con il nemico. Sapeva usare la spada, la lancia, sapeva cavalcare, ma gli altri comandanti avevano deciso di relegarla dietro. E non senza qualche risata di scherno. Ma, nonostante tutto, anche lei aveva il diritto di festeggiare e aveva festeggiato.
La sua famiglia era stata divisa: Viviana era la Dama del Lago; Morgause aveva lasciato Caerleon appena adolescente per sposarsi al Nord e Artù, non appena fu in grado di camminare, fu mandato da uno dei più fedeli servitori di Uther, un certo Hector, che lo avrebbe educato secondo le regole romane. Lei, invece, era rimasta al castello. Era diventata un’abile spadaccina e una provetta cavallerizza, ma ancora non c’erano proposte di matrimonio. A corte la chiamavano con un termine diverso da “strega”, usando un più raffinato “fata”, ma che non ne cambiava il senso dispregiativo. Uther, su suggerimento di Igraine, la spedì di nuovo in Cornovaglia, a Tintagel, come Duchessa al posto di suo padre.
Una volta insediata si era impegnata, anche se giovanissima, nell’arte del governo e aveva trovato l’aiuto del ciambellano del Duca, Volker, un sassone fatto prigioniero e poi passato dalla parte dei Britanni. Aveva fatto costruire nuove fortificazioni, aveva difeso i villaggi dagli scorridori sassoni e mantenuto la pace, ma il popolo aveva paura di lei. Aveva paura del suo aspetto, delle voci che incontrollate si levavano, che era una strega. Che la chiamassero così lo poteva anche capire e cercava sempre di mantenere il controllo ogni volta che se lo sentiva dire. Che alcuni la chiamassero anche prostituta o meretrice lo trovava profondamente ingiusto e terribilmente ironico visto che non aveva avuto mai alcun amante e che non aveva mai conosciuto l’amore di un ragazzo o di una ragazza.
Tuttavia, quando era arrivata con il suo seguito a Caerleon, aveva visto per la prima volta dopo anni sua sorella Viviana nelle vesti della somma sacerdotessa: era bellissima, con capelli biondi come l’oro che brillavano al sole e nelle sue vesti bianche candide. Al suo fianco c’era il consigliere del Re, Merlino, chiamato il Mago, verso il quale lei provava una atavica antipatia. Se non odio. Lui aveva portato via Viviana e sempre lui aveva condotto Uther a uccidere suo padre e a prendere in moglie sua madre.
Viviana e Merlino avevano condotto Artù al rituale della spada nella roccia in cui il giovane Re, alla presenza dei grandi nobili, aveva estratto la spada sacra di Avalon incastrata tra due rocce in modo da simboleggiare idealmente la Madre Terra che dava al Re l’arma per difenderla dagli invasori. Si disse che la Dama del Lago ed il Mago non brillavano certo per la fantasia, ma per il popolo andava talmente bene che aveva sentito dire un giro un’idiozia secondo la quale Artù l’aveva estratta da una vera roccia.
Tra i nobili non aveva visto sua sorella Morgause, del resto erano tutti uomini e tutti guardavano lei, l’unica donna, per di più con l’aspetto dell’Antico Popolo, con un misto di noia e ribrezzo. Per la prima volta aveva visto suo cognato Lot, Re di Lothian e delle Orcadi e non gli era piaciuto. Era un uomo massiccio, dal collo taurino e dagli occhi piccoli e malvagi. Accanto a lui c’erano i suoi nipoti, i figli che il Re del Lothian aveva fatto sfornare, quasi uno dietro l’altro, a sua sorella. Stava bene? Era cambiata? Le gravidanze avevano inciso sul suo bell’aspetto? Avrebbe dovuto aspettare la fine della battaglia per saperlo.
E la battaglia era finalmente finita. Con una vittoria e Lot aveva aperto il suo castello per i festeggiamenti. “A Viviana la gloria, a Morgause il piacere e a me il dolore” pensò amaramente, ma per quella sera non importava. Si passò una mano sul volto cercando di schiarire la vista e vide che quel corridoio era un vicolo cieco. Il trambusto della festa era lontano e non sapeva in che parte del castello era finita. Il palazzo di Lot era più grande di Tintagel, quasi come Caerleon.
Passò davanti a una porta e sentì dei gemiti. Sorrise e sospirò “I sussurri degli amanti! Ma qualcuno amerà mai me? La strega?” si disse e appoggiò un orecchio, ma non sentì più nulla.
In quel momento la porta si aprì e ne uscì una figura femminile, perlomeno doveva essere una donna con quei lunghi e folti capelli rossi come fiamma. La donna la guardò per un attimo sgranando gli occhi e sorrise – Sorella! Sei qui –
Lei sbatté le palpebre per riacquistare un po' di lucidità e riconobbe il bel volto di sua sorella Morgause. Era cresciuta e molto. Ed era bella. Era diventata una donna e una madre e no, le quattro gravidanze non avevano inciso minimamente sul suo fisico e lo vedeva chiaramente visto che era nuda sotto una semplice pelliccia. Si trovarono immediatamente una nelle braccia dell’altra. Morgause le prese il volto tra le mani – Dei dell’Annwn! Come sei cresciuta! La mia sorellina ha combattuto? –
Lei le prese una mano e sospirò, la guardò per un attimo – No…Non me lo hanno permesso – disse e guardò all’interno della stanza e vide un corpo steso a terra accanto a una lampada; sorrise – Vedo che non perdi tempo! Tuo marito è di sotto a bere con gli altri re e tu sei qui a intrattenere le truppe? – disse e rise sommessamente.
Morgause divenne seria – No! No, sorella. Se sono qui è per ordine degli dei –
Lei aggrottò la fronte, accidenti al vino! Si disse: - Cosa…Cosa stai dicendo…Dalla Cornovaglia ho sentito che collezioni amanti come nostra madre collezionava le collane –
L’altra annuì – E’ vero! Ma dopo la battaglia nostra sorella Viviana è venuta da me…Ha detto che io partorirò il nuovo Grande Re di Britannia! Con quell’uomo –
Lei guardò di nuovo dentro la stanza e poi di nuovo sua sorella – Sei ubriaca? –
Morgause la prese per le braccia – Oh! No, sorella. Non so chi sia quest’uomo, mi è stato indicato da Viviana in persona come un grande eroe, ma con lui io oggi ho generato il futuro di questa Nazione! – disse e la lasciò, poi fece qualche passo indietro      – Vado da mio…Marito…Ci rivedremo sorella e ricorda…Io sono la madre di un Re! – disse e se ne andò.
Lei rimase per un attimo interdetta e poi sorrise, poi rise e guardò dentro la stanza – Si! Da adesso l’adulterio si chiama… Salviamo la Nazione…Ahahaha… –
Si girò per andarsene, ma, dopo qualche passo, si fermò: era risaputo che Lot era un uomo tremendamente vendicativo. Che sua moglie avesse degli amanti poteva anche capirlo, ma che avesse commesso l’adulterio proprio sotto il naso suo e degli altri re e di suo fratello Artù, non poteva essere certo lasciato impunito. Sapeva che Morgause, in un modo o nell’altro, se la sarebbe cavata, dopotutto era la sorella del Grande Re, ma quell’uomo, chiunque fosse, una volta trovato, sarebbe stato fatto a pezzi. Si disse che non erano affari suoi, ancora due passi e poi…Tornò indietro maledicendosi. Entrò e diede un piccolo calcio a quel corpo steso. Era giovane per davvero. Quanti anni poteva avere? Di certo una decina meno di Morgause e solo qualcuno meno di lei. Si piegò per girarlo e poi si ritrasse di scatto verso il muro, improvvisamente lucida nei pensieri e nelle azioni.
Morgause non lo poteva riconoscere e nemmeno ricordarsi di lui, visto che lo aveva lasciato che era poco più di un neonato, ma lei si, lo aveva visto proprio prima della battaglia. Quel volto e quei capelli castani erano inconfondibili: la persona stesa nuda sul pavimento con un sorrisetto idiota stampato in volto era Artù, il loro fratello Artù.
Lei piegò le ginocchia e cominciò a piangere. Era suo fratello, il suo fratellino, quello che coccolava quando la loro madre, non aveva tempo per lui e quello che rideva dei suoi denti appuntiti quando tutti gli altri ne avevano paura. Si gettò su di lui e lo scosse, sentì un grugnito e allora gli diede una forte sberla.
Lui aprì gli occhi e sorrise – Ciao! E tu chi sei? Mi dispiace, ma amo la donna dai capelli rossi…Dov’è? –
Lei gli diede un’altra sberla e lui si mise seduto – Ahio! Ma cosa… -
Lei, con gli occhi gonfi di lacrime, lo fissò – Cosa…Cosa hai fatto…Cosa avete fatto! –
Lui scrollò la testa e ridivenne lucido – Il tuo volto, i tuoi denti…Tu…Sorella…Mi ricordo di te…Oh! Morgana! Sorella mia! Quanto mi sei mancata! Ho sempre desiderato venire da te in Cornovaglia, ma non me lo hanno mai permesso, ma ora che sono il Re resteremo sempre insieme, per la Britannia! - disse e l’abbracciò. Lei si sciolse per un attimo tra le sue braccia, come quando lo prendeva in braccio da piccolo e poi lo allontanò prendendolo per le spalle – Cosa hai fatto! Lo sai chi era quella donna? –
Lui sorrise debolmente – No…E’ venuta da me al banchetto…Poi ci siamo trovati qui…Non…E’ stata la mia prima volta sorella mia. Io la amo –
Lei abbassò la testa e singhiozzò – Idiota…Idiota che non sei altro…E maledetta anche lei…Che non ti ha riconosciuto…Era tua sorella…Quella era Morgause –
Lui impallidì e scosse la testa – No…Non può essere…Morgause…Mia sorella…Non… -
Lei alzò la testa e tirò su con il naso – Adesso ascolta: il marito di nostra sorella è uno dei tuoi più importanti alleati e ha fama di essere un uomo molto vendicativo…Se viene a sapere quello che è successo l’intero Regno andrà a ferro e fuoco, lo capisci? –
Artù annuì; lei si alzò e andò alla porta. Non c’era nessuno e si sentivano i suoi del banchetto lontani. Si girò – La via è libera, ma devi sbrigarti a tornare di sotto e, anche se difficile, fai finta di nulla e evita, evita Morgause –
Lui finì di vestirsi e la raggiunse con gli occhi pieni di lacrime – Sorella…Sul mio onore…Io non lo sapevo…Io… - disse e l’abbracciò di nuovo –
Lei lo strinse a se, poi gli diede un bacio sulla guancia – Va…Vai –
Lo vide allontanarsi e poi si appoggiò con la schiena al muro. Guardò il soffitto. Come era potuto accadere? Fratello e sorella che giacevano insieme era un abominio! Viviana. Di sua sorella Viviana era la colpa. Lei aveva convinto Morgause con le sue farneticazioni sul concepimento di un Re. E se fosse nato per davvero un bambino da quella unione? Aveva sentito che in un lontano paese del Sud, oltre il Mare Mediterraneo, dove le tombe dei sovrani erano montagne colossali di pietra nel deserto, era una cosa normale l’unione di consanguinei, per preservare la stirpe regnante. Perse in quei pensieri folli sentì qualcosa in gola, si mise una mano allo stomaco, si piegò in avanti e vomitò.
 
Oscar raddrizzò la testa. Si era appisolata sul fianco del cavallo e non gli era mai successo. Batté una mano sul collo dell’animale e sorrise tristemente. Le visioni che regolarmente stava avendo da quando si erano persi nel bosco si erano fatte più vivide e la protagonista non poteva che essere Morgana. Passò una mano sul fianco dell’animale e pensò a quello che aveva appena visto: era reale? Oppure si trattava di un altro trucco di quella strega? Morgause che aveva giaciuto con il fratello, era mai possibile? Si guardò attorno. Il cortile del castello era pieno di cavalli e uomini armati. Sopra tutti loro sventolavano gli stendardi del corvo nero e del grifone rosso, le bandiere di Morgana e della Regina di Lothian.
Quello che era successo nel salone l’aveva provata. Indubbiamente la Signora del castello possedeva dei poteri che andavano oltre l’immaginazione, ma che si trovassero in un altro tempo Oscar non lo poteva credere; non lo voleva credere. Avrebbe voluto parlarne con André, ma le loro ospiti li tenevano a debita distanza l’uno dall’altra e, chissà perché, nel vedere il suo amico all’altro capo del cortile con accanto la Regina di Lothian nella sua armatura rossa, gli faceva venire i crampi allo stomaco.
Sentì dei rumori di zoccoli dietro di lei, si girò e vide Morgana in sella ad un grande destriero nero. Oscar sorrise e alzò lo sguardo   - Lady Morgana –
Morgana sorrise mostrando i suoi canini appuntiti – Ammiro la tua calma, Lady Oscar. Un’altra dote degna di un cavaliere – disse e si piegò in avanti – Siamo pronti a partire. Muoviamoci! – aggiunse, mosse i talloni e il cavallo si allontanò al trotto.
Oscar strinse le labbra guardandola allontanarsi con i suoi capelli neri ondeggiare al ritmo dell’andatura del cavallo. Mise un piede sulla staffa e poi montò in sella. Si guardò attorno e vide che anche André era a cavallo, con accanto Morgause sopra un cavallo dal pelo rossiccio. Strinse il pugno e poi tentennò “Hanno una sfrenata fantasia nello scegliere i colori queste due donne…La dama rossa e la dama nera…E non riesco ad immaginare come potrà mai essere la terza sorella…” pensò.
Morgana alzò un braccio – Al mio fianco Lady Oscar! Non vorrei che ti sentissi troppo sola! –
Oscar strinse le labbra e poi la raggiunse. La Duchessa sorrise – Avanti! – gridò e il ponte levatoio cadde in avanti con un tonfo.
Oscar e Morgana uscirono al trotto seguiti da un gruppo di cavalieri armati di lancia e scudo, poi da Morgause e André e altri cavalieri. Oscar si guardò attorno, non vide la foresta di Carentan, ma solo una stretta strada sterrata che costeggiava una scogliera. Guardò verso l’alto, il cielo era sempre plumbeo.
I cavalli presero il passo ed avanzarono lentamente. Oscar si girò e vide le mura del castello allontanarsi, poi guardò avanti. Doveva trovare ogni sorta di punto di riferimento in modo da sapere dove effettivamente si trovavano. In Normandia? Non c’erano scogliere come quella che stavano costeggiando, ma lunghe e larghe spiagge di sabbia fine.
Morgana sorrise – Non preoccuparti! Mia sorella si prenderà amorevolmente cura del tuo scudiero –
Proprio in quel momento si sentì la risata di Morgause provenire dietro. Oscar respirò a fondo – Lo posso sentire! Dove andiamo e quanto durerà il nostro viaggio? –
L’altra scrollò le spalle – Andiamo a Glastonbury, dove ci sono una comunità di frati e di suore cristiani e…La comunità di mia sorella maggiore Viviana, dove siamo diretti. Da qui a la ci sono circa centotrenta miglia. Ma è solo per la prima parte, poi, ovviamente, toccherà a te –
Oscar annuì – Di preciso, cosa dovrei fare? E come mai questo bel reparto di cavalleria che ci accompagna? Ho notato che non hanno armi da fuoco –
Morgana strinse le redini – Quanto sei curiosa! Primo: quello che dovrai fare te lo dirò una volta al Lago…Secondo: la Britannia adesso è senza un Re e gli invasori sassoni stanno tornando. Dovremo fare molta attenzione, anche se la strada per l’Abbazia è di solito sicura. Terzo: quando ci accamperemo avrai tutto il fuoco che vorrai per scaldarti e mangiare –
Oscar sospirò – Il Lago? –
Morgana sorrise – Non è un vero lago, certo, è una grande palude, percorribile con barche e i cui canali formano quelle che si possono chiamare isole –
L’altra strinse le labbra – Molto romantico! Vostra sorella è quindi a capo di una confraternita? Non è cristiana? Cosa mai ha fatto a te e a tua sorella? –
Morgana si girò a guardarla e sbuffò – Mia sorella è a capo di una confraternita sull’Isola delle Mele, chiamata anche Avalon… No…Non è cristiana e nemmeno io e Morgause…Nostra madre ci ha consacrato all’Antica Religione durante i riti di Samhain (n.d.a.: antica festività celtica della notte tra 31 Ottobre e 1 Novembre, oggi conosciuta come Halloween)…Per l’ultimo punto: non sono affari tuoi! Ci porterai da lei e tu e il tuo scudiero…Attendente o quello che è…Tornerete da dove siete venuti…Hai avuto la mia parola! –
Oscar fece un gesto con la mano – Dico solo che sarebbe più semplice se sapessi effettivamente quello che mi aspetta in questo… Lago…E anche tu hai avuto la mia parola! –
La Duchessa socchiuse gli occhi e alzò un avambraccio con il palmo della mano verso l’alto. Oscar si sentì improvvisamente a disagio, come se qualcosa premesse sulla sua gola rendendogli difficile il respiro. Si portò una mano al colletto della camicia e lo allentò, ma la pressione sulla gola non si attenuò. Vide che le dita della mano di Morgana si stavano stringendo piano e lei sentì l’aria mancare dai polmoni a poco a poco. Cercò di urlare e si piegò in avanti sul collo del cavallo. Morgana rilassò le dita e lei respirò di nuovo.
La Duchessa sorrise di nuovo mostrando i suoi canini appuntiti – Sei curiosa…E’ una qualità che di solito apprezzo, ma non sono un tipo paziente, Lady Oscar…Ho detto che saprai tutto a tempo debito e così sarà! – disse e prese dalla sacca della sella un oggetto. Oscar vide la sua pistola. L’altra la soppesò e poi, con un gesto rapido, la fece volare in aria, oltre la scogliera.
Oscar guardò impotente l’arma danzare in aria e poi cadere. Morgana sospirò – Non ti servirà quell’arma. Un cavaliere ha bisogno solo della sua spada –
Oscar sorrise – Bene! Se non vuoi usare i tuoi trucchi possiamo anche vedere qui ed ora chi di noi due vincerebbe un duello –
La Duchessa fece un gesto con la mano – Lo vincerei io…Ma adesso non ne ho voglia, Lady Oscar – disse e diede un colpo di tosse. Si coprì la bocca con la mano e poi la strinse a pugno. Oscar strinse le labbra – Qualcosa che non va? –
L’altra alzò il mento – Nulla che ti riguardi! – disse solo e poi rimase in silenzio.
 
Dopo lunghissimi istanti Morgana allungò il braccio davanti a se – Il villaggio di Boscastle. Ci passeremo attraverso –
Oscar sospirò di sollievo. Finalmente avrebbe visto un villaggio inglese con le sue belle case in fila una dietro all’altra, ordinate, con il tetto spiovente in legno, con una via principale brulicante di vita e l’immancabile “pub” dove sicuramente avrebbe trovato dei soldati inglesi dall’inconfondibile giubba rossa che gli avrebbero detto dov’erano e, soprattutto, in che tempo si trovavano e poi avrebbero internato le due donne e liberato loro.
Invece, quello che doveva essere un tipico e ridente villaggio inglese si rivelò un raggruppamento di capanne di legno e fango essiccato. La gente arrivò a vederli passare e Oscar si portò una mano alla bocca: c’erano bambini nudi che camminavano nel fango e negli escrementi, vecchi dagli abiti lerci che alzavano le mani verso di loro con dei lamenti, donne in lacrime e uomini. Uomini in abiti di pelle che inveivano. “Strega!” gridò qualcuno.
Oscar guardò Morgana, ma la Duchessa manteneva lo sguardo dritto di fronte a sé.
Hai ucciso tuo fratello! Strega!
Hai lasciato il Regno senza un Re. Maledetta!
Il tuo essere immondo ha tradito il nostro buon Re! Che tu sia dannata!
Oscar notò che la mascella inferiore di Morgana stava tremando, se di rabbia o di sofferenza, non poteva saperlo. La donna in nero girò leggermente la testa – Volker! Date tutti i viveri che potete a questa gente –
Il vecchio, dietro di lei, chinò la testa e batté il pugno sul petto – Si Mia Signora! Vostra Grazia…Permetteteci di punire quei bifolchi! –
Morgana strinse le redini – No! – disse solo.
Oscar guardò di nuovo la Duchessa – Cos’è…Cos’è successo al Re? –
L’altra sospirò – C’è stata una grande battaglia, a Camlann, il nostro Re ha combattuto contro un traditore…Una persona di cui lui si fidava…Ma che lo ha ingannato come una serpe in seno –
Oscar socchiuse gli occhi – E immagino che il Re sia morto –
Morgana tentennò – Il traditore è morto. A quanto ne so il Re è solo rimasto ferito –
Oscar pensò alle visioni che la stavano assalendo ogni volta che chiudeva gli occhi – Il Re…E’ tuo fratello, vero? –
Morgana la guardò e lei si mise istintivamente una mano alla gola, pur non sentendo alcuna pressione. La donna in nero sorrise debolmente – Era mio fratello…Mio e di Morgause…Avevamo la stessa madre, a dire il vero, ma padri diversi. Eppure io e lui eravamo molto uniti, da piccoli, il che non l’ho mai capito: io venivo evitata da tutti e lui, invece, era benvoluto da chiunque. A parte quando piangeva, da neonato, allora ero io che dovevo provvedere a lui, mentre nostra madre provava vestiti e Morgause passava il tempo a rincorrere e farsi rincorrere dai ragazzini –
Oscar sorrise e fu certa di vedere per un attimo una scintilla di colore in quegli occhi freddi, di certo non immaginava quella lugubre donna paludata di nero come una bambina a modo che si prendeva cura del fratellino. Morgana strinse le labbra e aggrottò la fronte – Cosa c’è adesso! –
L’altra scrollò le spalle – Oh! Nulla di nulla, Lady Morgana –
 
Proseguirono in silenzio. Si fermarono a pranzare sempre in silenzio e poi ripresero il cammino, senza incontrare anima viva, fino al limitare di una foresta. Morgana alzò un braccio – Fermiamoci qui! – ordinò.
Dopo qualche istante gli uomini si diedero da fare per creare un vero e proprio accampamento. Oscar passeggiò tranquillamente tra di loro, libera, ma sicura di essere sorvegliata, discretamente, da qualcuno. Vide da lontano Morgana parlare con sua sorella Morgause. Sorrise e si appoggiò con la schiena ad un albero. Si mise a braccia conserte e sollevò il ginocchio poggiando la pianta del piede sul legno. Batté due colpi e, dopo qualche istante, ne sentì altri due dall’altro capo dell’albero.
Oscar sospirò – Spero che il viaggio sia stato piacevole –
Sentì André ridere sommessamente – Si! A parte quel villaggio…Morgause è una brillante conversatrice –
Oscar girò la testa di scatto – Morgause! – disse sforzandosi di non gridare – Vi chiamate già per nome? –
André aggrottò la fronte – Beh! Cerco di avere più informazioni che posso…E tu e la dama in nero, invece? –
Oscar sbuffò e si massaggiò la gola – Morgana, al contrario della sorella, evidentemente, non ama intrattenere i suoi ospiti. Hai idea di dove siamo? –
André socchiuse gli occhi – Temo che, per qualche motivo, ci troviamo in Britannia. In Inghilterra, voglio dire, ma questo lo hai già pensato, non è vero? –
Lei annuì – Si, questo lo credo anch’io…Devono averci drogato a cena, poi portato al di la del mare –
Lui sospirò – Un piano complesso. Per rapire il comandante delle Guardie Reali del Re di Francia hanno messo su una bella messa in scena…Ho chiesto a Morgause quale dovrebbe essere il tuo ruolo in tutto questo, ma non me lo ha voluto dire –
Oscar strinse i pugni – Perché Morgause… - disse il nome quasi sputandolo – E Morgana…Stanno giocando…Probabilmente non sono nemmeno i loro nomi reali…Hai visto armi da fuoco? –
Lui appoggiò una mano sull’albero – No! E immagino nemmeno tu…Hai detto che è un gioco? Che tipo di gioco può mai essere questo che prevede vecchi castelli e villaggi di fango e cavalieri…E…Te? –
Oscar strinse le labbra – Quello di due nobildonne annoiate che vogliono vivere nel mondo degli antichi cavalieri…E quando arriveremo dalla terza sorella immagino che troveremo un castello con un’altra dama con vestiti di un qualche altro colore in cui mi faranno gareggiare in un torneo come quelli di una volta…Con lancia e armatura… -
André annuì di nuovo – Può essere…Ma… Hai provato tu stessa e sulla tua pelle i poteri di Morgana. E tutto mi sembra quella donna, ma non certo una nobildonna annoiata come quelle che vediamo a Versailles…E poi hai dato la tua parola che le avresti         aiutate –
Oscar sospirò e, per un attimo, sentì ancora una presa alla gola – Morgana ha detto che non sarà nulla di immorale o di malvagio…E, entro questi limiti, farò quello che vogliono, in caso contrario il mio giuramento non varrà nulla…Ti rendi conto anche tu che non possono farci attraversare tutta l’Inghilterra senza che nessuno si accorga di questo corteo di armigeri…E quando, finalmente, troveremo, una città inglese con un reparto di soldati inglesi ti assicuro che sarò l’unico francese in Europa felice di vedere quelle giubbe rosse –
André respirò a fondo – E se ti sbagliassi Oscar…La nebbia, il castello…I poteri di Morgana…Ti ha minacciato con il tuo stesso braccio e la tua stessa spada…E se…Fossimo stati davvero portati oltre il tempo e lo spazio? –
Oscar si raddrizzò, avrebbe voluto parlare ad André delle sue visioni sul passato di Morgana, soprattutto dell’ultima che era quella più disturbante, ma non poteva farlo con gli occhi di tutti puntati addosso. Si pulì le mani - Quando vedremo un normale villaggio inglese…E lo vedremo, André, mi dovrai delle scuse…Per adesso divertiti…Con Morgause – disse e ne andò.
 
Morgause si appoggiò con la spalla ad un albero. Morgana fece lo stesso dall’altra parte della pianta. La Regina di Lothian sorrise e prese la borraccia – E’ davvero prudente farli parlare tra di loro? –
Morgana annuì – Sono così prevedibili. Ma cosa vuoi che facciano? Vengono da un mondo più moderno del nostro, è vero, ma non sanno i pericoli che dovrebbero affrontare qui…In un Regno senza un Re –
L’altra sospirò – Un mondo, il loro, interessante…Quel Re Giorgio di cui parlavano…Lady Oscar ha detto che ha mandato delle truppe oltremare…Immagino in Irlanda…Vuol dire forse che la Britannia, in futuro, conquisterà quell’isola? –
Morgana scrollò le spalle – L’Irlanda…A cosa mai ci servono l’Irlanda e gli irlandesi? –
L’altra strinse le labbra – Eppure…Aspetta…Non era forse irlandese quella…La moglie di quell’uomo che nostro fratello ha mandato a sostituirti come Duca di Cornovaglia…Marco si chiamava…Eheheheh…Ricordo che lui ha mandato suo figlio dai capi tribù irlandesi per accompagnare in Crnovaglia una delle loro figlie e prendersela in sposa…Aveva i capelli rossi… –
Morgana sorrise di nuovo – Ah…Si…Il Duca Marco, come si faceva chiamare e Tristano era il nome di suo figlio che ha accompagnato la sposa del padre dall’Irlanda…Solo che poi il giovane e la ragazza, durante il viaggio, si sono innamorati…Ahahahah…E Marco è impazzito e li ha uccisi entrambi…Isotta! Ecco quale era il nome dell’irlandese! Mai fidarsi delle irlandesi –
Morgause portò alle labbra la borraccia – Mai fidarsi delle donne dai capelli rossi, sorella! – disse e bevve, ma subito sputò a terra il liquido – Ma cos… -
Morgana sbuffò – E’ vino della Britannia…Credevi che portassimo l’ottimo vino della Gallia? Questo ci servirà nel caso dovessimo disinfettare delle ferite –
Morgause si pulì la bocca – Uffa! Chi credi che incontreremo? Qualche sbandato dell’esercito di nostro fratello? –
L’altra si raddrizzò – Forse…Ma da quando non c’è più un Re sono ricominciati anche gli sbarchi dei sassoni –
La Regina di Lothian socchiuse gli occhi – Non ci metteranno molto a capire che possono prendere questa terra un regno alla volta –
Morgana sorrise – Oh…Lo sanno già…Ma dopo la batosta che hanno preso anni fa a Monte Badon sono diventati prudenti…Per qualche tempo manderanno solo dei gruppi di guerrieri…Nulla di che, razzie, stupri, distruzione dei villaggi costieri…Arriveranno anche fino all’entroterra e quando saranno davvero sicuri di poter prendere la Britannia, sbarcheranno in forze –
L’altra strinse le labbra – E come lo sai? –
La donna in nero scrollò le spalle – E’ quello che farei io! Ma ora non lasciamo troppo soli i nostri ospiti –
Morgause strinse le labbra – Al villaggio…Sono stati ingiusti con te. Non è colpa tua quello che è successo –
Morgana respirò a fondo – Non è nulla. Alla fine, sorella, ci si fa l’abitudine, anche ad essere disprezzati. Una volta ho pensato: “A Viviana la gloria, a Morgause il piacere e a me il dolore” –
L’altra tentennò – E’ ingiusto anche questo, sorella –
La donna in nero annuì – Ma così, purtroppo, è sempre stato…Piuttosto…Di cosa avete parlato tu e lo scudiero? –
Morgause tentennò – Oh! Ha raccontato di come ha passato la sua vita accanto a quella donna, fin da quando erano bambini…Di come sono cresciuti insieme…Di come è il suo scudiero, il suo confidente, il suo amico…Ogni parola riguarda lei…Ogni suo pensiero è per lei…E’ forse questo l’amore, sorella? –
Morgana annuì – Dedicarsi a una persona con tutto il proprio corpo e la propria anima? Desiderare la sua felicità in ogni momento? Si, lo è… – disse e fu colta da uno spasmo con tosse. Si piegò in avanti e si appoggiò all’albero. Morgause la prese per le spalle – Sorella…Cosa ti succede? –
L’altra si guardò la mano e la strinse a pugno – No…Nulla…Nulla… - disse e guardò Oscar che si era seduta accanto al fuoco di un bivacco con le gambe incrociate.
 
All’alba andò a grandi passi verso il padiglione della Dama del Lago. Non aveva dormito e la testa le doleva, per il vino e per la rabbia. C’erano pochi uomini di guardia e nessuno osò fermare una donna in abiti neri da uomo, con una spada al fianco e con l’aspetto dell’Antico Popolo.
Scostò il lembo della tenda e li vide: Merlino era seduto su una piccola sedia in legno e sorseggiava qualcosa da una ciotola di legno e poi vide Viviana. Era meravigliosa nei suoi abiti bianchi, candidi, che sembravano rifulgere insieme con i suoi capelli biondi come l’oro. Pensò che non era mai stata così vicina a sua sorella in tanti anni.
Merlino abbassò la ciotola – Ihihihihihih…La piccola strega è arrabbiata! –
Lei lo guardò e snudò i suoi canini appuntiti – Taci, vecchio! –
Viviana alzò il mento – Il tuo aspetto…Hai il sangue dell’Antico Popolo…Deduco che sei mia sorella minore, la Duchessa di Cornovaglia. Cosa ti porta qui vestita come un ragazzo di stalla? –
Lei gli puntò un dito contro – Mi porta la rabbia! Cosa hai fatto? Cosa hai fatto a Morgause e ad Artù? Come hai anche solo potuto pensare un simile abominio? –
Viviana socchiuse gli occhi e piegò la testa – Oh! E cosa mai avrei fatto? –
Lei la guardò esterrefatta – Hai detto a Morgause che avrebbe partorito il nuovo Re e l’hai mandata a letto con Artù…Con nostro fratello! Per gli dei dell’Annwn! Ti rendi conto di cosa hai fatto? –
Merlino rise di nuovo – Ihihihihihihih…Lo sa…Lo sa…La Dama del Lago lo sa… -
Lei mise mano all’elsa della spada – Taci! O ti taglierò io la lingua –
Viviana fece un passo avanti verso di lei – Osi minacciare Merlino di Britannia? –
Lei mise mano alla spada, ma una presenza dietro di lei la fermò. – Adesso basta! – disse una voce maschile.
Si girarono e videro Artù. Morgana chinò la testa e anche Viviana si inchinò. Il Re avanzò e si rivolse alla Dama del Lago – Io e te, sorella, dovremo parlare molto a lungo di quanto è successo –
Merlino si alzò e gettò la ciotola – Ihihihihihihihih…La Dama del Lago non discute…Lei ordina…Non deve nulla nemmeno al Grande Re –
Morgana digrignò i denti – Maledetto! – disse e poi guardò Viviana – Ha fatto morire nostro padre…Non è vero? E tu non hai fatto nulla! E adesso questa crudeltà a nostra sorella e a nostro fratello! Come hai potuto strega maledetta! –
Viviana strinse le labbra – Nostro padre è morto per il suo tradimento…E nostra sorella e nostro fratello…Quello che hanno fatto lo hanno fatto per un bene superiore…Tu invece, piccola strega, ti sei mai soffermata a pensare che forse il nostro compito verso questa Terra è ben più alto e nobile di quello che sembra? E che il sacrificio, anche quello estremo della vita, è solo una parte di quel dovere? – disse e gli puntò un dito contro - Nemmeno tu puoi osare parlarmi così, sorella! –
Si gettò verso la sacerdotessa, ma due braccia forti la trattennero. Artù strinse le labbra nel lottare con la sorella, guardò Viviana   - La discussione è rimandata, Dama del Lago – disse e la portò fuori mentre si dimenava.
Una volta all’aperto lei lanciò la sua furia su di lui tempestandogli il petto di pugni – Perché…Perché…E perché tu non l’hai passata a fil di spada? Perché! – disse e si fermò di colpo, poi si abbandonò nelle sue braccia piangendo.
Artù le accarezzò la nuca – Lei…Lei è la Dama del Lago…Nemmeno un Re può opporsi… -
Lei singhiozzò – Ma…Morgause…Nostra sorella…Che ne sarà di lei? –
Artù sorrise debolmente – Io proteggerò sempre nostra sorella…Promettimi che lo farai anche tu –
Lei tirò su con il naso – Si! Te lo prometto… -
Lui sospirò – E…Ironia della sorte, adesso i miei consiglieri mi dicono che devo trovare una moglie…Ci sono già decine di pretendenti per me…Anche se…Porterò sempre nel cuore la mia prima esperienza e il mio primo amore –
Lei si staccò da lui – Lot…Se Lot scopre quello che è successo diventerà tuo nemico…Devi avere un alleato forte…Ho sentito che Re Leodegrance di Cameliard ha una figlia che dovrebbe avere la tua età, si chiama Ginevra –
Artù sorrise – Sorella…Mi stai proponendo un matrimonio? –
Lei fece un gesto con la mano – Ti sto proponendo un’alleanza! Leodegrance ha un forte esercito, prendi sua figlia e prendi i suoi soldati –
Lui annuì – Grazie…Sorella…Qualunque cosa accada…Non dimenticare mai che io ci sarò sempre per te –
Lei sorrise mostrando i canini appuntiti e anche Artù rise – Si! Ahahah…Quanto mi è mancato il tuo bel sorriso! –
 
Oscar si svegliò di soprassalto. Sbatté le palpebre e si guardò attorno. Il fuoco si stava spegnendo e stava facendo buio. Un’altra visione su Morgana e la sua famiglia. Quindi aveva visto la misteriosa Viviana che aveva ingannato Morgause e loro fratello, ma perché? Era stato davvero necessario un imbroglio così atroce? Ed era veramente nato un bambino da quella squallida unione? Rivide la donna in bianco nella sua mente e poi tentennò “La dama in nero, la dama in rosso e la dama in bianco…Pffff…Sono capitata in un racconto di quart’ordine!” pensò e, improvvisamente, vide André con due armigeri ai fianchi. Aggrottò la fronte, dove lo stavano portando? Poi, vedendo che si dirigevano verso una tenda di uno sgargiante colore rosso, capì subito da chi avevano avuto l’ordine le guardie. Sputò a terra e strinse le dita sull’elsa della spada fino a farsi venire le nocche bianche.
 
I soldati lo lasciarono davanti all’ingresso della tenda, André strinse le labbra ed entrò. Fu travolto da un profumo strano e pungente, un incenso profumato che non aveva mai sentito. Vide delle pellicce sul pavimento e, comodamente adagiata sopra, la Regina di Lothian. La donna indossava la piccola corona dorata e la sua collana. E null’altro. Le sue nudità erano coperte solamente da una veste rossa quasi trasparente che poco o nulla lasciava all’immaginazione.
Morgause allungò la mano – Siediti pure André…Vuoi del vino? Oggi è stata una giornata lunga –
André si sedette a gambe incrociate di fronte a lei e provò un brivido lungo la schiena. La donna si distese languidamente e sorrise giocando con i suoi capelli rosso fuoco – Dunque…Mi stavi raccontando di te stamattina…Quali sono le precise mansioni di…Cosa sei? –
André deglutì – Un…Un attendente – disse con un tono piuttosto acuto e si schiarì la voce – Un attendente! – ripeté.
Morgause prese un calice di metallo e sorseggiò il liquido, poi sorrise e si passò la lingua sulle labbra: – Ma prego…Continua pure…Voglio sapere tutto di cosa fa…Uno come te –
Lui respirò a fondo – Io…Io provvedo affinché Oscar, Mademoiselle...Lady…Il conte…Oscar…Ecco…Io…Devo provvedere a che non le manchi nulla…Devo eseguire i suoi ordini, tenere pulite e funzionanti le sue armi, i suoi abiti… -
Morgause fece una smorfia – Mmmm…Davvero interessante…E anche oggi sei riuscito a parlare tutto il giorno di lei…Dei suoi capelli che ondeggiano al vento quando cavalca…Dei suoi vestiti…Della sua spada che dev’essere affilata almeno una volta al giorno…Del suo cavallo…Non ho ancora capito: sei uno schiavo oppure no? –
Lui inarcò le sopracciglia – Io…No…Non sono uno schiavo…Faccio… -
Lei appoggiò il calice – Semplicemente tutto quello che dice e vuole…Va bene – disse e si alzò mettendosi sulle ginocchia. Si piegò verso di lui e sorrise – E di me…Cosa ne pensi? –
André sentì una goccia di sudore sulla fronte – Er…Io…Voi siete una bellissima donna, Lady Morgause –
Lei inarcò un sopracciglio – Ah! Questo volevo sentire… - disse e avvicinò la sua bocca a quelle di lui.
In quel momento sentirono i lembi della tenda aprirsi. Morgause ringhiò – Chi osa! – disse e poi rimase di sasso nel vedere sua sorella in piedi, che torreggiava sopra di loro con le sue vesti nere e con la spada allacciata al fianco. Morgana sorrise e piegò la testa di lato – Disturbo? –
La Regina di Lothian sospirò – Io…Lo scudiero mi stava informando sulle qualità del nostro cavaliere-donna –
La Duchessa di Cornovaglia fece un passo avanti – Mmmm…E ti sei messa comoda per sentirlo meglio…Immagino…Tu… - disse schioccando le dita rivolta ad André – Vattene scudiero –
Lui si alzò, in cuor suo grato alla donna in nero – Io sono un…Un… -
Morgana socchiuse gli occhi – Un attendente…Lo so…E allora attendi quello che ti pare fuori di qui! E non disturbarci…Io e mia sorella saremo impegnate –
 
André uscì dalla tenda quasi correndo e, per poco, non andò addosso ad una persona. Sgranò gli occhi e vide Oscar, in piedi di fronte a lui, con le braccia conserte e con i suoi occhi azzurri puntati addosso. Lui deglutì – Oscar…Io…Stai… -
Lei strinse le labbra – Io sto bene…Immagino che anche tu ti sia ripreso dalla fatica adesso –
André sentì la gola improvvisamente secca e una disperata voglia di andarsene da qual posto. Alzò le braccia – Oscar…Ti giuro che… -
Lei si avvicinò – Devi aver fatto una buonissima impressione con Lady Morgause oggi…Migliore di quanto mi hai detto! L’arrivo della strega deve essere stato una forte delusione –
Lui sentì il sudore colargli sulle tempie e sulla schiena – Io e Morgause…Voglio dire…Io e Lady Morgause non abbiamo…Lei… Voleva…Era nuda…No…Voglio dire…Non era proprio nuda…Ma…Quasi… -
Oscar sospirò e piegò le dita attorno all’elsa della spada facendo scricchiolare le ossa – Va a dormire…Scudiero! – disse e se ne andò. André si passò una mano sulla fronte e allargò le braccia guardando il cielo.
 
Morgana si slacciò il cinturone con la spada, lo mise a terra e si sedette di fronte a Morgause, quest’ultima si stese sulle pellicce e sospirò – E’ così carino…E così innamorato di quella donna… -
L’altra sospirò – E così hai deciso di premiarlo…Sorella mia, credo di averti detto mille volte che questo…Non è l’amore – disse e bevve un sorso dal calice di Morgause. Fece una smorfia – Ma è acqua! –
L’altra scrollò le spalle – Il vino della Britannia è pessimo! –
Morgana rovesciò il contenuto del calice sul pavimento della tenda e poi prese una piccola fiasca dalla cintura. Versò il contenuto nel calice e poi lo porse alla sorella. Morgause bevve e sorrise – Vino della Gallia…Grazie! –
Morgana si piegò su un gomito e la guardò negli occhi. L’altra sbuffò – Per gli dei dell’Annwn Morgana! Volevo solo divertirmi… Rilassarmi…Insomma…Lo facevo anche per lui… -
L’altra sorrise mostrando i suoi canini appuntiti – Quindi dovrebbe ringraziarti? –
Morgause sospirò e giocherellò con il calice tra le mani – Lo sai…Ho conosciuto molti uomini…Ma mai l’amore! Solo una volta… Quando Viviana prese me e nostro fratello in trappola…Oh! Lo so che è un abominio! Per noi come per i cristiani…Ma quella sensazione di…Essere desiderata…Di essere davvero amata da qualcuno…Non l’ho mai più provata…Pur nella colpa, nella vergogna e nella desolazione…E’ stata un’esperienza di cui non mi vergogno, anche se per me non è stata la felicità, ma una lenta e triste agonia ed è stato brutto anche non vederci più –
Morgana respirò a fondo – Non potevate vedervi…Anche lui provava le stesse cose per te…Sei stata la sua prima…Esperienza e forse Viviana contava su questo quando…Quando vi ha ingannato…E lei lo sapeva che anche questa è una forma di magia. Lui rimane sempre legato a te –
L’altra tentennò, persa nei suoi pensieri – Ho avuto quattro figli con il Re di Lothian. Mi sono stati levati tutti appena sono nati. Forse ho preso in braccio solo il mio primogenito Galvano, per qualche istante. Lot diceva che gli uomini devono crescere come uomini, non con le femmine, quelle devono imparare a dominarle –
La Duchessa si stese di schiena e sbuffò – Era un animale! E hai fatto bene a ucciderlo! –
Morgause rabbrividì – Il mio quinto figlio… - disse e si portò una mano alla bocca.
Morgana aggrottò la fronte e girò la testa verso di lei. La Regina di Lothian stava piangendo – Il mio quinto figlio…E’ l’unico che ho allevato…Ed è stato un disastro! – disse e si mise a singhiozzare.
Morgana si raddrizzò e la prese tra le braccia. Morgause la strinse – Ci ho provato Morgana! Gli dei sanno se ci ho provato! E’ stata tutta colpa mia…Tutta colpa mia! E’ stato il mio unico amore ed è stato tradito per colpa mia! –
L’altra la prese per le spalle – No! – disse quasi gridando – No! – ripeté più piano – La colpa è solo di Viviana…Di tutto! Non scordarlo mai e quando saremo di fronte a lei…Pagherà! Pagherà tutto! – disse e fu colta da un attacco di tosse. Si piegò in avanti e mise una mano sulla bocca; la allontanò e poi deglutì.
Morgause rimase a bocca aperta nel vedere il palmo di sua sorella – Morgana…Ma cosa… -
La donna in nero sorrise debolmente – La magia…La magia ha sempre un prezzo sorella mia…E io lo sto pagando. Ma non preoccuparti. Sarò pronta quando arriveremo al convento –
Morgause aggrottò la fronte – Convento? E cosa andiamo a fare dai cristiani di Glastonbury? Scommetto che ci ucciderebbero all’istante –
Morgana si pulì la bocca con il dorso della mano – Oh! Può essere…Ma per usare la nostra “Lancia di Dio” dobbiamo avere i mezzi per attraversare il Lago –
L’altra tentennò – E quindi? –
La donna in nero sospirò – Tu non la hai mai conosciuta…Ed è tempo che vi incontriate. Prima di avere la nostra giusta vendetta andremo a trovare la nostra cara cognata Ginevra –
   
 
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