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Autore: Ste_exLagu    02/04/2020    3 recensioni
Rukawa ha un'identità segreta, quella di Zero. Come Zero scrive una lettera a Hanamichi il giorno del suo compleanno, e lo invita ad una mostra in centro. Kaede vuole mostrare a Sakuragi come appare ai suoi occhi. Le foto saranno il filo conduttore della storia, la visione attraverso le lenti della macchina fotografica possono far passare le emozioni?
Dal testo:
“Ragazzo finirai nel mio salotto”. Il rosso si strozza con la saliva e viene trascinato verso un buffet dal capitano della squadra.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Attraverso i miei occhi


04/01 Kanagawa

Sono giorni che sto ripensando a quello che è cominciato in questa data lo scorso anno, ho iniziato la scuola superiore, sono entrato nel club di basket e sono entrato in collisione con un tornado. L’identikit del suddetto è facile, parliamo di un ragazzo di quasi un metro e novanta con spalle larghe, gli occhi di un fantastico nocciola, i capelli color del fuoco e due labbra che dovrebbero figurare nei cartelli dei divieti. Lui si è accorto di me, e mi ha menato, lì per lì non ho capito perché fosse incazzato con me, ero ancora stordito, dei cretini mi avevano svegliato e avevo appena finito di pestarli, ancora non ero in grado di formulare un pensiero decente, e se devo dirla tutta la presenza di lui ha azzerato ogni possibilità che mi miei neuroni cozzassero insieme e dessero vita alla scintilla di un pensiero coerente.

Non mi tiro mai indietro quando c’è da menare le mani, sono sempre pronto, e sveglio, e con lui è diventata una costante. Sono da poco passate le tre del mattino e non riesco a dormire, sono qua a guardare una partita di basket, ma non riesco a concentrarmi, come quel giorno vorrei urlare ma non posso, e allora metto nero su bianco la mia frustrazione, si la frustrazione.

Per le ragazze sono bellissimo e lui è un cesso, non ho ancora capito se sono io ad essere troppo intelligente o troppo stupido per capirle, giuro, ma non si rendono conto del fisico che ha quel ragazzo? Non si rendono conto che ha delle mani grandi e forti, che la sua pelle profuma di bagnoschiuma e di uomo? Non vedono la bellezza di quegli occhi? Proprio non capisco cosa succeda nelle loro teste. Cinquanta ragazze hanno rifiutato quel gran pezzo degli dei, ho il dubbio che tutte avessero le stesse qualità intellettive della nostra seconda manager, ma cazzo, hanno il prosciutto sugli occhi?

Quello che sto scrivendo forse non ha senso, ma io so di aver ricevuto un regalo il giorno del suo compleanno dello scorso anno incontrandolo, e vorrei fargli un regalo quest’anno.

L’ho sempre apprezzato, anche se mai parole.

Ho cercato di essergli vicino quando è tornato dopo la riabilitazione, lui era impaurito e tutti lo trattavano come se fosse di cristallo, ma non lo è assolutamente, e mi sono comportato come al solito, solo che lui aveva dimenticato i fondamentali, o almeno era bloccato, e ho passato tutti gli allenamenti a sfidarlo “Allora Do’hao, non vedo nessun Tensai” è diventato un mantra mentre lo sfidavo a palleggiare, a tirare in sottomano, a tirare da ogni posizione, e non lo facevo per vantarmi con lui, ma per spronarlo, e abbiamo chiuso la palestra moltissime volte, stremati, ma lui è rinato. Non fraintendetemi è sempre una piaga con i suoi proclami, ma è diventato più sicuro dei suoi mezzi.

Vorrei riuscisse a vedersi con i miei occhi, vorrei riuscisse per una sera a capire che lo ammiro, non so se mi sarei ripreso così bene e così in fretta da una batosta come quella della riabilitazione. Ho deciso, domattina, cioè stamattina, va bene, prima della prima ora a scuola riceverà qualcosa che gli faccia capire come lo vedo io, sperando che questo gli faccia piacere.

Kaede


La mattina del primo aprile profuma di petali di sakura. Hanamichi Sakuragi raggiunge la scuola contornato dai suoi amici. “Ehi amico, ti stai attrezzando per il cinquantaduesimo scaricamento?” il rosso scuote la testa e poi sospira “Non penso proprio” e tira una testata a Noma che si è permesso di fare la domanda. “Speriamo di essere in classe insieme e di non essere in quella della volpe” aggiunge mentre entrano nel cortile, proprio al centro sono stati montati dei cartelloni che riportano la formazione delle classi. Un ululato disperato esce dalle labbra carnose del numero dieci dello Shohoku. “Proprio il contrario dei miei desideri” Mito comincia a ridere “Sono dispiaciuto di non potervi vedere insieme, e soprattutto non vedere le crisi isteriche dei prof. Amico sopravviverai” lo incoraggia con una pacca sulla spalla. “Yohei, ti odio, ti odio” dice ma viene interrotto “Sei in classe con l’Akagi” lo informa “ Oh il mio amore” si porta la mano sul cuore con fare melodrammatico “Merda” si riprende subito “ci sarà il suo amore” e si dispera. Raggiungono gli armadietti delle scarpe e si cambiano le calzature, e quando il rosso toglie le proprie cade una lettera in una bella busta piegata come se fosse un origami. Il rosso raccoglie la busta e si dirige in classe mentre i suoi amici “Ah c’è odore di fidanzata sfigata”, “oh poveretta”, “ma che stupida” “che buone queste patatine” ogni affermazione viene condita da una testata dal rosso. Arriva in classe e si ritrova con Rukawa addormentato nel banco alle proprie spalle e una ragazza schifata di fianco, ignora entrambi solo poter aprire la busta. Tira fuori una foto e una lettera scritta a mano, la grafia è piccola e ordinata. La foto rappresenta il rosso durante un allenamento che ha fatto in solitaria al campetto vicino al mare, con il sole che gli baciava i capelli rossi e lui che si libra in aria per uno Slam Dunk. Quasi con frenesia prende il foglio e comincia a leggere.


Attraverso i miei occhi

Vorrei regalarti un tuo ritratto attraverso i miei occhi.

Ti vedo camminare per i corridoi e cercare l’approvazione di ragazze che non dovresti nemmeno degnare di uno sguardo.

Sei la persona più bella che abbia mai visto.

Hai un fisico da urlo, sei forte, muscoloso. Adoro le tue mani ruvide per i pugni e per il basket ma calde e avvolgenti.

Ti associo all’autunno, caldo e avvolgente.

Quando qualcuno ti dice che non sei abbastanza non credergli.

I tuoi capelli rossi non piacciono e non capisco perché, ogni volta che ti vedo vorrei passare la mano tra i tuoi capelli, vorrei poterti sfiorare ma mi è impossibile.

Ai miei occhi sei la creatura degli dei più bella in assoluto. Sei fuoco, sei acqua, e sei tempesta.

Ti ho visto piangere per una sconfitta e lottare fino in fondo per una vittoria. Sei tenace.

Sei un enorme rompicoglioni, ma mi piaci comunque, e tu non mi vedi.

Io ti vedo baciato dal sole come in quella foto.

Ti vedo vincente, ti vedo stupendo, e vorrei baciarti, visto che non posso farlo allora accetta che ci sia qualcuno che ti ama in questa scuola.

Accettati per quello che sei, e non ascoltare chi ti denigra, non ascoltare chi cerca di aumentare la propria autostima azzerando la tua.

Non cercarmi, anche se dovessi trovarmi negherei quello che c’è scritto, perché semplicemente per te non esisto.

Passiamo ai fatti, come scrittore faccio schifo.

Non crucciarti, ma stasera vai alla galleria Tayumi in centro.

Zero.


Il rossino legge e rilegge il biglietto tutta la mattina, mentre proprio alle sue spalle Kaede Rukawa sta facendo finta di dormire, come se avesse dei pensieri. Hanamichi si tocca i capelli contro pelo e fa rumore contro le punte rasate recentemente. La giornata passa lenta e noiosa, anche gli allenamenti, seppur con la squadra in perfetta forma sembrano noiosi. Nello spogliatoio ricomincia a leggere il biglietto e dopo un po’ si rivolge a Miyagi “Ryochan, tu stai in centro vero?” il play annuisce “si, perché?” il rosso continua “Ho ricevuto un invito per andare alla galleria Tayumi, e non so cosa aspettarmi” l’altro fa un paio di smorfie pensierose “una mostra di qualcosa, bo, se vuoi ti accompagno” l’altro sorride “Si, dai così mi fai vedere dove si trova.” Rukawa è addormentato contro una colonna con indosso solo i pantaloni puliti e i calzini. I compagni di squadra lo guardano e ridacchiano, una matricola si avvicina e scuote il senpai che gli sferra un pugno in automatico “Non perdono chi disturba il mio sonno” i più grandi ridono mentre il ragazzino è shoccato e piegato in due. “Su su, riprenditi, e tieni a mente che svegliare Rukawa è il male, sia chiaro per tutti” la voce del capitano è minacciosa “E tu, smetti di picchiare la gente a caso, non sono mica tutti indistruttibili” il moro annuisce e poi guarda verso Sakuragi che è di spalle a cambiarsi. Ignora lo sguardo che sente su di se. Dopo un quarto d’ora sono tutti fuori dalla scuola e Miyagi si affianca al rosso “Hanachan che succede?” chiede, indagando con un sorriso. “Ryochan, non lo so, ho trovato una lettera stamattina, firmata Zero, in cui qualcuno si spertica di complimenti per me e mi ha chiesto di andare alla galleria stasera”. Prende la lettera, che ormai ha imparato a memoria e la porge al capitano dello Shohoku che la legge, e poi vede la foto. “Qua sei proprio figo” arrivano davanti alla galleria e Hanamichi sembra voler scappare. “Ora entriamo e capiamo che succede” lo sprona Miyagi. Sakuragi entra per primo nella galleria e si ritrova contornato di foto che lo ritraggono, molte sono foto rubate in qualche campetto in cui si è allenato nei mesi, però viene colpito da un ritratto, a cui si avvicina e che fissa intensamente toccandosi poi il volto con una mano mentre con l’altra segue le medesime linee della foto.

La galleria è tappezzata da stampe di grandi dimensioni, e sono molte le persone presenti, il rosso sembra ignorarle ma alle sue orecchie arrivano diversi commenti “Questo Zero è proprio bravo, ma penso che siano foto studiate, guarda qua” indica una gigantografia della foto che il numero dieci ha ricevuto quella mattina. Una donna sulla quarantina e il curatore della mostra si avvicinano al ragazzo senza degnarlo di uno sguardo. “Vorrei proprio conoscere l’artista” e il curatore scuote la testa “Signorina Tanakasan non posso accontentarla, Zero non è qua” lei fissa il ritratto, mentre Sakuragi continua a toccarsi la zona del naso. “Posso comprare questa foto? C’è amore, c’è pathos, e il modello è perfetto” un grugnito esce dalle labbra del protagonisti della foto, e questo suono fa girare i due. “Sei tu il modello, wow, ti ha proprio reso giustizia. Sei bello, ma ho una domanda, le foto di basket sono fatte apposta?” “Eh? Come? Scusi?” la risposta è poco coerente “no, cioè non sapevo nemmeno che qualcuno mi stesse fotografando. E comunque quello non sembro io” dice la voce tremante mentre viene raggiunto da un Ryota stupito “Ma, cioè, in queste foto sei così bello, ti invidio, anch’io voglio qualcuno che mi faccia sembrare bello” l’altro arrossisce “Ryochan non sono io quello” il capitano scuote la testa “Lo sei, e non te ne accorgi”. La donna segue i discorsi dei due giocatori di basket con interesse “Ragazzo finirai nel mio salotto”. Il rosso si strozza con la saliva e viene trascinato verso un buffet dal capitano della squadra. “avrai tutte le ragazze ai tuoi piedi adesso” dice mentre Sakuragi beve un bicchiere d’acqua e si asciuga le lacrime dal tossire. “ora vorrei solo sapere chi sia questo Zero, non ho idea di che voglia da me, e poi che imbarazzo. Non mi faccio mai fare le foto, nemmeno da mia mamma”. Il centro della squadra non sembra rendersi conto che il capitano ha fatto sapere della mostra a mezza Kanagawa che si riversa nella galleria del centro. C’è quasi tutta la squadra, Ayako, Akagi con Haruko. Tutti sembrano rapiti dagli scatti che tappezzano i muri. Altri frequentatori abituali della galleria si congratulano con Sakuragi per le sue spiccate doti da modello, e per le sue prodezze sportive, il ragazzo sembra diventato una statua di marmo, accetta passivamente i commenti, mentre con lo sguardo cerca qualcuno in quella sala che gli dia qualche indizio sull’identità di Zero.


La mattina successiva all’inaugurazione della mostra “attraverso i miei occhi” allo Shohoku c’è uno strano fermento, un gruppo di ragazzine del primo anno blocca il centro della squadra di basket inondandolo di lettere. Quando riesce a districarsi riesce ad arrivare all’armadietto e quando prende le scarpe un’altra ondata di lettere lo travolge, mentre viene raggiunto dai suoi amici “Ah, vuoi cioccolatini? Sono per te!” Takamiya parla a bocca piena “ce li hanno dati quelli” si strafoga mentre gli altri tre ridono. “Oh, forse non festeggeremo più uno scaricamento.” vengono spintonati da un gruppo di ragazzine, e decidono quindi di scortare il rosso fino alla propria classe. Va a sedersi in modo sgraziato al proprio banco e sopra di esso trova una lettera, chiusa come quella del giorno prima.


Ora che tutti ti hanno visto attraverso i miei occhi sono quasi geloso, ora avrai accesso al cuore della tua amata. I miei migliori auguri Zero.




Parole sparse


Volevo scrivere qualcosa per il compleanno del mio rosso preferito ma ho sforato.

Sono sopravvissuto male ad una lezione online su Pietro Manzoni.

La dedico a Cathy, spero di piaccia.

Non sono riuscito nemmeno stavolta nella one shot.

Lo so è contorta, ma piano piano avrà più senso, ve lo prometto!

Se vi va battete un colpo.

  
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