Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: mattmary15    02/04/2020    0 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


La regina rossa

 

Tony Stark è uno che se la sa spassare. Adesso, mentre Cap, Fury, Clint e Thor bestemmiano, lui se la sta spassando.

Questo non significa che non sia preoccupato per Karen ma sente, contrariamente a quello che tutti pensano, che finché sarà al fianco di Loki, non le succederà niente.

Se la spassa anche guardando il dott.Strange che finge imperturbabilità. 

Si versa un caffè e si rivolge a Visione.

“Allora, amico mio, come faranno secondo te a tornare da Jothuneim?” Visione ci pensa su.

“Ritengo che useranno gli stessi ‘oscuri passaggi’ tra i mondi di cui Loki parlava quando ci ha raccontato di come i giganti di ghiaccio sono arrivati sulla Terra.”

“E di cui noi non sappiamo niente.”

“Noi no,” dice Jarvis, “ma lui si.” Conclude indicando Strange.

“Allora scopriamo i misteriosi segreti degli stregoni!” Esclama Iron Man coprendo con ampie falcate lo spazio che li separa dal dottore.

“Cosa c’è Stark?” Chiede l’uomo, infastidito, non appena capisce che sta cercando di attaccare bottone.

“Non avevamo deciso che mi avresti chiamato per nome?”

“La forza dell’abitudine. Temo che sia un meccanismo di difesa.” Tony sorride e si siede accanto a lui.

“Allora, dottore, cosa pensi farà l’ultimo acquisto della squadra Avengers su Jothuneim?”

“Non credo che potremmo definirlo un Avenger.”

“E perché no?”

“Quella creatura è una calamità. Nei libri si parla di lui come della sventura.”

“Anche un dio con un enorme martello e un piccolissimo cervello può essere pericoloso. Credimi, parlo per esperienza personale. Ora é nostro alleato e credo c’entri qualcosa la signorina seduta accanto a lui.” Dice lanciando un’occhiata a Jane. “Potrebbe accadere la stessa cosa con il fratello.”

“Non sono fratelli, lo sai vero?”

“Siete pignoli in Tibet?”

“Non sono tibetano.”

“Lo so, ti prendevo in giro.”

“C’é la possibilità di condurre una conversazione seria con te?”

“Certo, parlami di come pensi Loki riporterà a casa Karen.”

“Vi é mai passato per la testa che Loki volesse solo fuggire?”

“Per raggiungere un pianeta freddo e gelido da cui ha già tentato di andarsene?”

“Magari per ricongiungersi ai Chitauri.” Tony fa una smorfia.

“Lo escludo. I Chitauri gli hanno affidato la gemma della conoscenza e lui l’ha persa. Tu non eri ancora dei nostri quando a New York abbiamo avuto a che fare con loro. Non hanno l’aria di personcine affabili. Credevamo che servissero Loki ma hanno un altro padrone.”

“E se avesse voluto semplicemente portar via Karen?”

“Questo avvalorerebbe la mia teoria secondo la quale Loki ha un debole per la nostra dottoressa.”

“O per la gemma della realtà.”

“L’ha sempre avuta lui.” La voce di Tony ora é seria. “Credevamo che Thor l’avesse messa al sicuro ma l’ha sempre avuta Loki. L’ha usata per salvare la dottoressa quando Ultron l’ha uccisa. Ammetto che non so come avrei potuto convivere con questa cosa se lui non l’avesse riportata indietro.”

“Sconcertante.” E’ l’unica parola che Strange usa per commentare la rivelazione che ha ricevuto. 

“Già.”

“Un gesto di altruismo in una vita intera di atti di egoismo.”

“E’ quello che molti hanno detto riferendosi alla creazione di Iron Man.” Strange annuisce con un gesto del capo.

“O quello che hanno detto di me quando sono diventato uno stregone.”

“Siamo tutti reduci di una vita di sbagli.”

“Non tutti!” Esclama Stephen indicando Steve Rogers.

“Oh, avanti!” Fa Tony allargando le braccia. “Lui non fa testo. E’ uno su un milione. Uno dei giusti che saliranno direttamente in paradiso e sederanno alla destra di nostro Signore. Se ci credi.” Strange sorride.

“Non fa per me.”

“Un tempo avrei detto lo stesso ma ora,” dice Tony grattandosi il naso, “forse un posto in paradiso mi farebbe comodo.”

“Per questo vuoi redimere Loki?”

“Per questo spero che a tutti sia concesso di redimersi.”

“La redenzione può avere un costo altissimo.” Strange si guarda le mani ancora segnate dalle cicatrici dell’incidente d’auto che gli ha cambiato la vita.

“Forse Loki è disposto a pagarlo.”

“Forse sì. Se quel prezzo fosse la vita, che ne sarebbe di Karen?”

“Non mi preoccuperei della dottoressa. Adesso mi preme più evitare che a Fury venga una crisi di nervi.” Strange da un’occhiata al comandante dello Shield che cammina nervosamente avanti ed indietro per la stanza.

“A lui penso io. Sono certo che se Loki dovesse riuscire nella sua impresa, non avrebbe bisogno alcuno del Tesseract per tornare. Ha fatto solo un’uscita da dio degli inganni.” Tony annuisce e si alza muovendo platealmente le mani in modo forsennato.

“Si sbrighi, dottore, lo stiamo perdendo!”

Strange alza gli occhi al cielo e si dirige verso Fury mentre Tony decide che è giunto il momento di tormentare Nat. 

 

Se non fosse tanto nervosa, sarebbe su di giri.

L’abito che Loki ha, letteralmente, creato su di lei somiglia terribilmente ad un modello esclusivo di Vera Wang. E’ bellissima con i capelli raccolti in uno chignon tenuto su da strani cristalli di ghiaccio. L’abito, completamente bianco nel bustino e nelle maniche che le coprono anche il dorso delle mani, diventa sempre più colore dell’argento sulla parte bassa della gonna soffice e di rosso sul bordo. E’ come se Loki avesse lasciato che l’Aether le tingesse appena il bordo del vestito. 

“Almeno le scarpe non sono di cristallo!” Esclama mentre si guarda i piedi fasciati di rosso.

“Chissà che succede se sbatto i tacchi.” 

I due giganti di ghiaccio che sono a guardia della sua enorme stanza, la guardano senza dire una parola. 

La porta si apre all’improvviso. Un altro gigante di ghiaccio entra e si inchina al suo cospetto.

“Mia signora, è il momento.” Karen tira un bel respiro e lo segue. Cammina lungo un corridoio illuminato da torce che fanno un fuoco di colore azzurro vivo.

Il gigante la conduce fino ad un’altra porta e la apre prima di spostarsi e lasciarla passare. Dietro la porta non c’è un’altra stanza, bensì una terrazza che da su uno strapiombo altissimo.

Di fronte a lei riconosce in Godrum l’officiante. Ha dismesso l’uniforme per una tunica nera e argento. Le fa cenno di avanzare. Accanto a lui, diritto e con le mani unite davanti al corpo, c’è Loki. 

Indossa un abito molto simile a quello che aveva la prima volta che l’ha visto ma molto più riccamente decorato. Sorride pensando che, per fortuna, non porta quell’assurdo elmo a cui lui tiene tremendamente. Avanza lentamente ma con sicurezza fino a che non li raggiunge.

Si aspetta che Godrum dica qualcosa ma cala un silenzio imbarazzante. Improvvisamente tutta quella situazione sembra assurda.

“Tocca a me dire qualcosa?” Loki le fa cenno di tacere e le fa un occhiolino. Lei fa un’espressione sorpresa e confusa assieme ma Godrum solleva le mani e tira fuori da sotto la veste un nastro di velluto blu.

Loki gli da un braccio e Karen lo imita. Godrum avvolge il nastro intorno alle loro braccia unite e lo lega con un doppio nodo. La voce di Loki sembra quasi musica quando esce dalle sue labbra sottili.

“Karen, figlia di Stan, signora della gemma della realtà, in questo giorno di tempesta, io, Loki figlio di Laufey, dico il mio nome e pronuncio il giuramento. Nelle nevi eterne di Jothuneim il fuoco non brucia e ogni cosa si conserva in eterno. Allaccio la mia esistenza alla tua, per tutto il tempo concesso ad ognuno dei nove mondi e fino al tempo di Ragnarok.” Karen non ha mai pensato a cosa dire in un giuramento nuziale. Probabilmente perché non ha mai preso seriamente in considerazione l’idea di sposarsi. Il lavoro é sempre stato tutta la sua vita. Il lavoro, alla fine, l’ha portata fino a Loki e Loki l’ha condotta su quell’altare tanto diverso da quelli che lei ha concepito finora. Cosa può dire? Nessuno le ha spiegato come si sarebbe svolta la cerimonia o le ha suggerito alcunché. Nè Loki le ha posto una qualsiasi domanda a cui rispondere semplicemente ‘sì’.

Alza lo sguardo dai loro avambracci uniti e l’espressione di Loki vale più di mille parole. Del resto, lei non è una stupida ragazzina alla sua prima cotta. Quello davanti a lei è l’uomo che prima del suo cuore, ha conquistato il suo cervello.

“Loki, figlio di Laufey, signore degli inganni e delle storie, in questo giorno di tempesta, io, Karen figlia di Stan, dico il mio nome e pronuncio il giuramento.” Sorride e Loki fa altrettanto, compiaciuto. “Nelle nevi eterne di Jothuneim il fuoco non brucia e ogni cosa si conserva per sempre.” Loki si sporge appena in avanti e le suggerisce.

“In eterno.” Lei annuisce.

“Ogni cosa si conserva in eterno. Allaccio la mia esistenza alla tua, per tutto il tempo concesso ad ognuno dei nove mondi e fino al tempo di Ragnarok.”

Godrum, rimasto in silenzio fino a quel momento, solleva un pugnale.

“Il giuramento è pronunciato. Ciò che era diviso, ora è ricongiunto per mai più spezzarsi se non con sangue.”

Godrum taglia il nastro con un fendente netto che ferisce anche in modo superficiale la pelle di Loki e quella di Karen. Con le due metà, il gigante di ghiaccio fascia le ferite di entrambi.

“Non era meglio ‘lo sposo può baciare la sposa’?” Chiede Karen sfiorando la benda.

“Non ti consiglio di toccare l’argomento. I giganti consumano l’unione in modi pittoreschi, mia cara, e, in genere, dediti alla procreazione. Prima di mettere su famiglia, consiglierei di recuperare il trono.”

Il viso di Karen è una maschera d’imbarazzo. Loki ride. Genuinamente. A Karen sembra di sentire quel suono per la prima volta. Forse è così. Forse mai, prima d’ora, ha visto quella luce nei suoi occhi. Non la luce del suo potere, della sua immensa magia. La luce che fanno gli occhi quando le persone sono felici. La voce di Godrum spezza l’incanto.

“E’ tempo della sfida, Loki. Puoi portare la tua sposa con te.”

“Aspetta! Non siamo ancora pronti.” Nonostante l’emozione della cerimonia, Karen non ha dimenticato la faccenda della ferita di Loki. Il dio le mette una mano sulla spalla e la tira indietro. Il suo sguardo è tornato quello del gelido calcolatore che conosce bene.

“Invece è il momento perfetto. Precedici, Godrum.”

“Loki, e la tua ferita? Non dovevamo prima guarirla?”

“Non c’è rimedio per quel veleno.”

“Cosa?” La risposta di Karen è un urlo che riecheggia sull’altura. “La tua prima menzogna da marito e moglie!”

“Non ti ho mai detto che sarei guarito.”

“Hai detto fino al tempo di Ragnarok!”

“Non eravamo ancora sposati.”

“Loki!”

“Calmati. Non ho intenzione di morire. Tu fa quello che ti dico e me la caverò, come tutte le volte. D’accordo moglie?” Karen incrocia le braccia davanti al petto e sbuffa. In quell’abito etereo come una nuvola, vederla in quell’atteggiamento è una cosa che Loki trova adorabile.

“Non chiamarmi più ‘moglie’ come se fossi un oggetto di tua proprietà.” Loki si incammina e la supera porgendole una mano che lei afferra.

“Ti sei appena sposata con un dio asgardiano secondo il rito dei nove regni. Sei esattamente di mia proprietà.”

“Questo vale anche al contrario.”

“Se ti consola, farò in modo che sia così.” Karen è ancora preoccupata e risentita ma quelle parole le ridonano un sorriso che non intende mostrare a nessuno.

 

Kurtan è un guerriero.

Il più abile fra gli Jotunn. L’unico che sia mai riuscito a sconfiggerlo è Laufey, ma Laufey è morto e lui ha conquistato il trono. 

Da quando è diventato signore incontrastato di Jothuneim, è diventato potente e incute timore nel cuore di ognuno dei suoi sudditi. 

Digrigna i denti al pensiero che un miserabile insetto dalla pelle bianca abbia osato sfidarlo. E se è pur vero che quell’insetto ha ucciso Laufey, è anche vero che lo ha fatto usando la magia e la magia non è ammessa nello scontro per il trono di ghiaccio.

Così, quando la porta si apre, sorride malignamente. La sfida è destinata a concludersi in fretta. Godrum entra nell’arena e saluta i presenti. Sono i migliori guerrieri del suo esercito. Sono lì per acclamare il vincitore e inginocchiarsi davanti a lui.

“In un giorno di tempesta, Loki Laufeyson giunge qui a sfidare il nostro re. Per via del suo lignaggio, reclama il trono. Kurtan, signore degli Jotunn, accetti tu la sfida?”

“La accetto.”

“Vieni avanti, dunque, Loki.” Il dio asgardiano, il traditore, il reietto, avanza con incedere sicuro verso il centro dell’arena. Ha tolto i suoi abiti pesanti. Sembra ancora più piccolo di prima. Qualcosa però cattura la sua attenzione. L’umana, abbigliata secondo i costumi delle divinità asgardiane, lo segue e prende posto accanto a Godrum. Kurtan conficca la sua lancia nel pavimento di pietra dell’arena e si rivolge al vecchio gigante.

“Godrum, quella cosa non può stare lì!” Dice indicando Karen.

“La dea di Midgard può restare. E’ unita a Loki dal giuramento sacro dell’unione.” Kurtan sputa per terra poi guarda Loki e sorride malignamente.

“Questo significa che se ti schiaccio, ogni cosa che è tua, sarà mia. Chissà cosa verrà fuori dall’unione di un gigante e di un’umana, ammesso che lei sopravviva!”

Loki stringe le mani intorno ai coltelli che impugna. L’espressione in viso di chi si appresta ad uccidere. Karen non ha mai visto quella cattiveria in lui.

“Vuoi la mia sposa? Io voglio il mio trono. Vedrai che io mi prendo sempre ciò che voglio. Ammesso che tu sopravviva per farlo!” 

Kurtan solleva la lancia e si scaglia su Loki. Il combattimento inizia e non finirà presto come Kurtan credeva. 

Loki sa combattere. Anche se sfugge ai fendenti pesanti del gigante di ghiaccio, è agile e lo ferisce ripetutamente con i pugnali arrivando addirittura a spezzare la sua lancia. Kurtan urla per frustrazione e scaglia le due estremità lontano. 

Karen stringe una mano nell’altra. Intuisce che il gigante di ghiaccio vuole arrivare allo scontro fisico, l’unico in cui sa di avere certamente la meglio.

Loki continua a farlo dimenare ma, improvvisamente, si ferma un istante di troppo e Kurtan lo colpisce lanciandolo per diversi metri.

Quando Loki riapre gli occhi e scuote la testa, Kurtan gli è addosso e lo solleva per il collo.

“Ogni tua brama di potere, finisce qui, reietto. Tu non sei un gigante di ghiaccio. Non sei uno di noi. Non guiderai un popolo di guerrieri perché tu sei debole.”

“Debole?”

“Debole. Il tuo corpo sanguina.” Dice e Loki non può negare che la ferita al torace si sia riaperta e abbia ripreso a sanguinare. Il veleno nelle sue vene sta lavorando bene e sente le energie venire meno.

“Il mio corpo non è tutto ciò che sono. Un tempo i giganti erano esseri saggi, mi reca vergogna vedere quanto in basso hai gettato il mio popolo, Kurtan.” 

“Muori, maledetto insetto.” Gli occhi del suo avversario si fanno ancora, se possibile, più cattivi e Loki sente le sue mani intorno al collo stringere più forte. Chiude gli occhi e lascia andare la presa con cui cercava di evitare che Kurtan lo soffocasse. Apre i palmi delle mani e a malapena sussurra.

“Non in questa realtà.”

Seduta accanto a Godrum, Karen sente un forte calore nascerle nel petto. L’aura nera e rossa che di solito l’avvolge quando perde il controllo, stavolta fluisce dai suoi piedi. Nessuno se ne accorge dato che il bordo dell’abito ha già quel colore. Come un serpente, l’aura striscia sul pavimento fino al punto in cui si trovano i due combattenti e sale lungo il corpo di Kurtan fino alle mani di Loki riempiendogli i palmi. Solo allora Loki tocca le braccia di Kurtan che urla e lascia andare il dio.

“Che maleficio è questo?”

“Maleficio? Sono solo le mani di un insetto!” Kurtan si tocca le braccia ferite dove Loki le ha toccate. Non intende arrendersi. Si scaglia con violenza sul suo avversario ma Loki si china e gli tocca le gambe. Kurtan urla e cade in ginocchio. Ora è occhi negli occhi con il suo nemico. Sa che tutta la sua gente li sta guardando. Loki è ferito, stanco ma in piedi. Grida e solleva un pugno. Lo lascia cadere ma Loki lo blocca con una mano.

“Non è possibile.”

“Non avresti dovuto lanciarti in una disputa col dio degli inganni. E soprattutto non avresti dovuto sederti sul trono di mio padre. Ci sono anche un altro paio di cosette che non avresti dovuto fare.”

“Ti vedranno per ciò che sei realmente.” Dice Kurtan mentre Loki gli tocca la fronte con una mano. Il gigante cade a terra esanime.

“Lo spero,” dice Loki, “lo spero davvero.”

Karen lo vede barcollare. Si alza e lo raggiunge prima che svenga. Lo stringe tra le braccia.

“Ce l’hai fatta. Ora sei il re degli Jotunn.”

“Ce l’abbiamo fatta. Senza il tuo potere, non sarebbe stato possibile.” La voce di Godrum riempie l’arena.

“Popolo di Jothuneim, popolo di guerrieri, acclama il tuo nuovo re, Loki Laufeyson e la tua nuova regina.” 

Tutti i presenti nell’aula si alzano e gridano come fossero una sola persona. Godrum raggiunge Loki e Karen e si inginocchia.

“Sarà un onore ricevere i tuoi ordini, mio signore.”

“Non ci sarà alcuna guerra con Midgard. Poiché la mia regina ha già riconquistato per il mio popolo una delle gemme che ci spettava per diritto di guerra. La più preziosa. Mia cara, vuoi?” Karen fa un passo in avanti e, con l’aiuto di Loki, libera l’Aether. Un mormorio di stupore riecheggia ovunque. Loki le prende una mano e l’aether svanisce. 

“Gloria eterna a re Loki e alla regina rossa!” I giganti di ghiaccio gridano e battono le loro lance sul terreno.

“Regina rossa?” Chiede Karen a Loki.

“Ti si addice. E comunque è meglio di Karen Miller.”

“Ti ricordo che quello è il mio nome. Regina rossa non è un nome.”

“Ti ricordo che non sei più solo Karen Miller, sei anche la signora dell’Aether nonché mia sposa. Regina rossa ti si addice.”

“Non discuteremo di questo. Appoggiati a me.” Dice cercando di sostenerlo. 

“Ce la faccio. Non voglio che credano di aver inneggiato ad un re che non si regge in piedi dopo un solo scontro. Godrum, portaci nella sala del trono finché cammino con le mie gambe.”

Godrum annuisce e li guida tra la folla acclamante.

Una volta che la porta della sala del trono è chiusa alle loro spalle, Loki sale i due enormi gradoni che conducono alla seduta del re di Jothuneim e passa un dito sulla pietra dura e scura.

“Sei troppo grande per me e sei scomodo. Merito di meglio. Godrum, la lancia.”

“Mio signore?”

“Dammi la tua lancia.” Il gigante gliela porge. Loki pronuncia una formula sottovoce e poi tocca con la punta della lancia il trono. 

Questo si sbriciola mentre Godrum assiste sgomento. Loki si affretta a spiegare.

“Vedi, Godrum, nulla si crea, nulla si distrugge. Tutto si trasforma.” Dice indicando qualcosa nella polvere. Sembra un anello di metallo. Loki lo afferra e tira con tutte le forze che gli rimangono. Prima uno schiocco, poi una nuvola di polvere che si solleva. Karen è davvero incuriosita e fa un passo verso quel mucchio di piccole pietre taglienti. Loki la tira indietro. Appena un istante prima che il verso roco che proviene dal sottosuolo riempia la sala.

“Cosa c’è là sotto?”

“Chi.” Risponde Loki.

“Ok. Chi c’è là sotto?”

“Fenrir.” Karen allarga le braccia.

“Dovrei sapere di chi si tratta?” Godrum interviene.

“Il mastino infernale?” Chiede. Loki, che respira a malapena, si raddrizza indispettito.

“Prima di tutto, non è affatto un mastino. E’ un lupo. Un cane lupo. Non è nato all’inferno. Ce lo hanno spedito. Mio padre ce lo ha spedito. Non Laufey, l’altro generosissimo padre che mi ha accolto nelle sue fila. Io lo rivoglio. E’ il mio cane.” Karen non riesce più a trattenersi.

“Tu hai fatto tutto questo per un cane?”

“No. L’ho fatto per Utgard, per salvarti e ora per salvare me stesso.”

La botola sotto al trono si apre di colpo e un grosso cane dal pelo nero e argento salta addosso a Loki e gli lecca tutta la faccia. Karen non crede ai propri occhi quando la ferita sul petto del dio lentamente si schiarisce e poi si rimargina.

“Bravo il mio cucciolo.” Fenrir ringhia contro Godrum e poi lentamente si avvicina a Karen. La annusa e poi le tocca una mano con il naso. Karen prende coraggio e gli accarezza il pelo sotto al mento. “Tu gli piaci.”

“Non sembra poi tanto infernale.” Risponde lei.

“Non lo è. Ad ogni modo la sua saliva è magica. Guarisce da ogni tipo di veleno. Il poveretto è confinato qui da moltissimo tempo. Costretto a patire la stupidità di Laufey per eoni. Ora è libero.”

“E’ una calamità, mio signore.” Insiste Godrum mentre Fenrir gli ringhia.

“Lo dicono anche di me. Eppure ho liberato il mio popolo da secoli di cattività, Godrum. Accetta la realtà. Qui sorgerà una città fatta di magia e forza in cui nessuno sarà più giudicato per quanto ha già fatto ma per quello che ancora deve fare nel mondo. Intesi?”

Loki muove una mano e le pietre che facevano parte del gigantesco trono di Laufey si ricompongono in una nuova seduta, più piccola ma molto più maestosa e che ricorda il motivo dell’elmo cui Loki tiene tanto. Karen lo raggiunge e si siede su uno dei braccioli. Fenrir si accuccia ai suoi piedi. Loki si accomoda sul trono.

“Sia gloria eterna al nostro re e alla regina rossa.” Inneggia Godrum. Loki sorride.

“È anche merito tuo se siamo arrivati a questo. Ora però lasciaci. Io e la mia regina abbiamo molto di cui parlare.” 

Non appena il gigante di ghiaccio lascia la stanza, Loki prende una delle mani di Karen e se la porta alle labbra. “Vedo che ti sei messa a tuo agio.”

“Sei salvo, abbiamo spodestato Kurtan e non ho distrutto nulla. Posso godermi il momento?” Loki si alza e la stringe a sé.

“Potremmo goderci qualcosa di più di un momento.”

“Sarebbe anche ora.” Un lampo di stupore attraversa gli occhi di Loki. Poi sorride.

“Sfacciata!”

“La vecchia me non l’avrebbe mai detto ma mi si è fatto notare che non sono più la Karen di un tempo.”

“Infatti. Sei più bella.”

“E tu il solito bugiardo.”

“Seguimi.”

“Dove mi porti?”

“Lo vedrai.”

Loki la conduce oltre il trono su per una scala che sembra non finire mai. Quando arrivano in cima, il dio degli inganni si ferma di colpo e la prende in braccio.

“Che fai?” 

“Non è usanza di Midgard che lo sposo prenda in braccio la sposa per farle varcare la soglia della loro nuova casa?” Karen gli stringe le braccia intorno al collo.

“Lo è. Mi stai dicendo che vivremo qui?”

“Solo se ti piace.” Risponde lui avanzando in quella che sembra una stanza. Karen non può nascondere la sorpresa quando si rende conto che la camera non ha soffitto. 

“Questo è il centro di Jothuneim. Qui le nuvole eterne che gelano il mio pianeta si aprono a mostrare il cielo.” Karen vede un cielo terso e trapuntato di stelle sovrastarli come se lei potesse sollevare una mano e prenderne una. Loki sembra quasi leggerle nel pensiero. “Puoi toccarle se vuoi.”

“Posso toccare le stelle?”

“Puoi farlo.” Lei ride per nulla convinta di riuscirci. Solleva una mano e tocca il cielo. Un grido di sorpresa fa scoppiare a ridere anche Loki.

“É soffice. Il cielo non ha consistenza! Che cos’é?”

“Jothuneim é la terra dei giganti. Questa, molto molto tempo fa, era la casa di Mímir. Era il gigante che custodiva la fonte di ogni conoscenza. Odino rinunciò ad uno dei suoi occhi per bere da quella fonte e poter vedere ogni cosa.” Loki indica una specie di ruscello che sgorga da una delle pareti della camera. 

“Dove finisce l’acqua che esce da quel muro?”

“In cielo,” dice Loki, “il cielo che vedi é la fonte di Mimir. Esce da quel foro laggiù, poi ogni singola goccia risale lungo le pareti e torna alla fonte.”

“Ma quelle sono stelle.”

“No, mia cara, lo sono perché tu vuoi vedere le stelle. Se provi a chiedere, la fonte di Mimir ti mostrerà ciò che desideri.” Karen guarda Loki negli occhi.

“Quello che voglio é davanti a me.” Si avvicina al suo volto e lo bacia sulle labbra. Loki ricambia il bacio con passione e la conduce al centro della stanza dove si staglia, solo, un altare rettangolare. L’adagia sulla pietra e si china su di lei.

“Ti desidero come niente altro nell’universo.” Dice lasciandole un altro bacio appassionato sul collo. Passa una mano sul suo corpo e l’abito che ha creato su di lei, lentamente sparisce. Lei si alza e prende a sfilargli la pesante giacca prima e la camicia dopo. La ferita è svanita. Gli bacia la pelle candida sulla clavicola e la spalla. Lui non si muove, neppure mentre lei gli infila le mani nei capelli e gli tira appena la testa indietro per baciargli il collo. Rimane fermo con le mani sui suoi fianchi nudi.

“Ti amo.” Dice lei, sussurrandoglielo in un orecchio. Loki viene pervaso da un brivido e non sa se deve attribuirlo alle sue carezze sul lobo o al suono di quelle parole. Mentre lei armeggia con la sua cintura, le prende il viso fra le mani e la bacia con più passione. 

Sale sull’altare, su di lei, e si libera di ciò che resta dei suoi vestiti.

Non si sono mai uniti prima ma sembra il contrario. Karen non si è mai sentita così finora. Neppure quando era ancora viva ed era solo Karen.

Il senso di vuoto che ha provato da quando ha riaperto gli occhi é svanito.  É come se fosse rinata solo per congiungersi all’uomo che si muove sopra di lei.

Loki non smette di guardarla negli occhi. Semplicemente non può. 

Una volta, da bambino, sua madre gli ha raccontato del potere del tesoro di Beowulf. L’eroe non poteva rinunciarvi neppure di fronte all’idea che fosse una forma di dannazione eterna. Lui ne rise e sua madre, carezzandogli la fronte prima di dargli la buona notte, lo mise in guardia dal disprezzare quel sentimento giacché tutte le creature, umane o divine, prima o poi bramano qualcosa sopra ogni altra.

Ora sa cosa lei volesse dire. Ora, che si spinge dentro di lei un’ultima volta, sa che anche lui ha trovato il tesoro dal quale non concepisce di potersi staccare. 

Si abbandona sul corpo di Karen che gli solleva il volto e gli passa i capelli neri, madidi di sudore, dietro le orecchie. Gli sorride, senza parlare.

“Allora, la tua nuova casa, ti piace?” 

“Credo di sì.”

“Potresti restarci con me fino a che non avrò adempiuto ai miei obblighi di re?”

“Pensi che tornerei sulla Terra senza di te?”

“Non voglio pensarci.”

“Non devi. Resterò qui. Torneremo sulla Terra insieme se tu vorrai tornarci.” Loki si solleva sui gomiti e la guarda confuso.

“Hai seriamente preso in considerazione l’idea di restare qui con me per sempre?”

“Sono tua moglie.” Loki le accarezza la fronte e poi vi pone un bacio leggero, più casto di quelli che le ha regalato finora.

“Io non ti merito.” Lei sta per dire qualcosa ma lui le mette una mano sulla bocca. “Vuoi lasciarmi parlare senza interrompere? Io non ti merito ma ringrazio la mia buona sorte per avermi permesso di averti.” Lei si divincola e si libera dalla sua stretta.

“Ringrazia me e il mio senso critico che mi ha permesso di apprezzarti nonostante la tua testarda e ostinata determinazione a voler fare il cattivo ragazzo.”

“Ma io sono cattivo!” Esclama lui facendole il solletico. Lei scende dall’altare e corre verso la fonte. Si rende conto solo quando é in piedi di essere completamente nuda. Loki la guarda  come se non potesse distogliere lo sguardo neppure volendo.

“Mio malvagio marito, mi daresti qualcosa da indossare?” Fa lei ridendo in modo malizioso.

“Tutto ciò che vuoi.” Fa lui raggiungendola e abbracciandola. Mentre la stringe, una sottile vestaglia di velluto rosso l’avvolge.

“E un letto più comodo, si può avere?” Fa lei baciandogli la punta del naso. Loki muove la mano e un’ottomana compare alle sue spalle. “Ora questo posto é perfetto.”

“Non ancora.” Fa lui recuperando i pantaloni. 

“Cosa manca?” Chiede lei mentre una musica familiare riempie l’aria. Karen ride riconoscendo la musica di una canzone di Hank Williams. Si abbandona sull’ottomana mentre Loki la raggiunge, la stringe a sé e la sua voce accenna le parole di ‘Cold cold heart.’

“I tried so hard, my dear, to show that you're my every dream

Yet you're afraid each thing I do is just some evil scheme

A memory from your lonesome past keeps us so far apart

Why can't I free your doubtful mind and melt your cold, cold heart?

“Tu sai cantare?”

“Io so fare ogni cosa, mia cara.”

“Canta ancora.”

“Non ne hai abbastanza?”

“Hai detto ‘tutto ciò che vuoi’. Canta ancora.”

“Sei una ricattatrice.” Dice mentre intona una melodia a lei sconosciuta con delle parole in una lingua che sembra antichissima e misteriosa.

Lo ascolta in religioso silenzio, stringendosi a lui, e, quando cade in un sonno profondo, non sa se sia la stanchezza per gli eventi della giornata ad averla colpita o un incantesimo del suo bellissimo e letale marito.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: mattmary15