Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Babbo Dark    03/04/2020    4 recensioni
Cross-Over "La Bella e la Bestia/Teen Wolf", ovviamente Sterek!
Mieczyslaw Stilinski non è un Omega tutti gli altri, sogna una vita di avventure lontano dalla piccola cittadina di Beacon Hills; etichettato come strambo, Mieczyslaw vive le sue giornate nella più odiosa quotidianità tra il fornaio che vende il pane, la sua amata libreria e le attenzioni non richieste di Theo. La sua vita, però, cambia drasticamente quando si ritrova costretto a barattare la sua libertà in cambio di quella del padre; il ragazzo, quindi, si ritroverà ospite in un castello incantato con la compagnia dei servi, trasformati in oggetti, e di un mostro. Ma se da tutto ciò, andando oltre le apparenze, la Bestia si rivelasse ben diversa da quello che si vede?
Genere: Avventura, Erotico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Stiles Stilinski, Theo Raeken
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sterek in Disney... '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: lo so, lo so! L’aggiornamento doveva avvenire domani ma dato il prolungamento della quarantena e la tristezza che avvolge il mio animo, ho deciso di aggiornare un giorno prima.

Ora, gentilmente, vi chiedo di leggere queste note prima di buttarvi a capofitto nella lettura: io ADORO questo Classico Disney, è il mio secondo film preferito, ma purtroppo ci sono dei piccoli difetti che mi hanno fatto sempre storcere il naso; oltre al ritrovare il castello sempre e comunque (come accennato nel precedente capitolo) troviamo anche il clima che aleggia attorno al castello della Bestia. Ora, io non ho mai letto il libro ma conosco il mito e in tutte le versioni cinematografiche del film (fatta eccezione per “Beastly”) le avventure si svolgono in quello che sembra inverno; inoltre, quest’elemento viene “peggiorato” dallo scorrere del tempo all’interno della pellicola. Cerco di spiegarmi meglio:

Nel Classico sembra quasi che Bell sia rimasta prigioniera della Bestia per due/tre giorni quando in realtà non è così (parte da casa che è estate, torna con il padre che è inverno) quindi per evitare problematiche durante la stesura della storia ho fatto in modo che nei territori controllati da Derek vigesse un inverno perenne, il quale sarebbe sparito non appena la maledizione venisse annullata, inoltre, Stiles parte da casa per cercare suo padre durante i primi di agosto e torna a casa i primi di dicembre. Spero di essermi spiegato bene ^^”

Altro elemento: niente canzoni in questo capitolo.

Quiiiiindi… Direi bando alle ciance e buona lettura!
 
Babbo Dark
 
 
 
 
Little Red Riding Hood and the Cursed Wolf
Capitolo IV: “Ha la mia parola…”
 
 

Mieczyslaw osservò a bocca aperta il pesante cancello arrugginito posto davanti a sé e si ritrovò a deglutire inutilmente nel tentativo di eliminare quella fastidiosa sensazione di secchezza che provava alla gola ma alla fine, sospirando e pregando che il padre avesse trovato rifugio in quel maniero, il ragazzo spinse con forza la cancellata, rabbrividendo quando la sentì cigolare sinistramente sui cardini arrugginiti; seguito dal fedele cavallo, Mieczyslaw richiuse il cancello alle sue spalle e si avvicinò cautamente al castello, rabbrividendo quando vide le mostruose statue poste sui bastioni che gli davano l’impressione di essere osservato e seguito costantemente. Aumentando il passo, il ragazzo si ritrovò a bussare contro la pesante porta in mogano ma, quando notò che nessuno era venuto ad aprirgli nonostante il tempo trascorso, si fece coraggio e spinse il portone, trovandolo stranamente socchiuso; per sicurezza, fece un semplice nodo alle redini di Roscoe al fine di tenerlo fermo e garantendosi così un mezzo di fuga qualora ce ne fosse stata la necessità.

In cuor suo, Mieczyslaw sperava di trovare il padre accovacciato davanti al camino di quel castello apparentemente disabitato ma non appena entrò fu costretto a ricredersi: l’aria nel maniero era fredda e puzzava incredibilmente di chiuso, cosa che fece storcere il naso al ragazzo; decidendo di non prestare attenzione alle statue e ai quadri presenti nel salone che lo accolsero, l’Omega si addentrò nella struttura e iniziò a guardarsi attorno nella speranza di individuare la figura familiare del padre. Sfortunatamente il buio gli impediva di distinguere qualsiasi cosa e ben presto fu costretto ad allontanarsi dallo spiraglio di luce che dall’ingresso si estendeva lungo il pavimento impolverato e malmesso; sospirando rumorosamente, Mieczyslaw benedì la mantella rossa che aveva indossato poco prima di uscire di casa e cominciò a chiamare il padre a gran voce, ricevendo in risposta solamente l’eco delle sue parole.
 
 

«Hai visto?» Peter sgranò gli occhi e osservò la magra figura dell’Omega che cautamente si muoveva nel buio della sala; Alan sospirò rumorosamente e spinse leggermente il candelabro, ben ricordandogli la sfuriata praticamente ruggita dal loro Padrone solamente poche ore prima.

«Sta buono!» bisbigliò irritato l’orologio ma, non appena sbatté le palpebre, Peter si era già mosso verso la porta che li avrebbe condotti alle torri «Che vuoi fare?!» disse furioso Alan non appena lo raggiunse.

«Hai sentito Cappuccetto Rosso, no?» chiese retoricamente il candelabro con un’aria di chi la sa lunga «Cerca il padre e vuoi davvero impedire a un piccolo Omega di non vedere più il suo Alpha di famiglia?» Alan si lasciò sfuggire un lamento disperato ma alla fine si ritrovò ad aiutare l’amico, provocando piccoli rumori affinché l’attenzione Mieczyslaw venisse catturata a dovere.

«Chi c’è?» domandò poco dopo il ragazzo, facendo sorridere compiaciuto Peter che, concentrandosi appena, fece nascere delle piccole fiamme lungo le tre candele che adornavano il suo corpo d’ottone; attirato da quella luce come una falena, Mieczyslaw si ritrovò a seguirla con il cuore che scalpitava furiosamente in gola «Papà?» domandò, sussultando quando percepì il cigolio di una porta che si apriva; deglutendo, l’Omega si sbrigò a raggiungere la porta appena aperta, ritrovandosi davanti a una sfilza di gradini che lo avrebbero condotto verso l’alto «Aspetti! Cerco mio padre!» urlò il ragazzo, iniziando a correre per quella ripida scalinata «Si chiama Noah, è alto e ha i capelli castano chiaro; si è perso!» urlò a corto di fiato prima di ritrovarsi davanti a quelle che sembravano delle celle mal ridotte e dal pesante odore di muffa, la stanza illuminata da una singola torcia che ardeva appesa a una parete «Che strano… Ero convinto che ci fosse qualcuno…» borbottò l’Omega osservandosi a destra e sinistra prima di recuperare l’unica fonte di luce disponibile per poi essere attirato da un colpo di tosse fin troppo forte.

«Stiles?» la voce arrochita di suo padre gli fece nascere un piccolo sorriso sul volto e abbandonata ogni preoccupazione, Mieczyslaw corse verso l’unica porta chiusa e s’inginocchiò sul freddo marmo «Bimbo mio…» sussurrò distrutto suo padre, allungando il braccio attraverso il piccolo spazio lasciato libero dalle sbarre poste alla base della pesante porta in noce; padre e figlio si concessero di sorridere non appena la fredda mano di Noah iniziò a carezzargli la guancia. Venendo bagnata da qualche lacrima versata da Mieczyslaw.

«Oh, papà… Ho temuto il peggio…» singhiozzò l’Omega, beandosi di quelle carezze così delicate «Chi ti ha messo qui?» domandò preoccupato.

«Il mostro…» sussurrò terrorizzato Noah, facendo saettare lo sguardo a destra e sinistra «Scappa Stiles, scappa da questo luogo infestato! Almeno tu salvati, figlio mio!» disse deglutendo più e più volte, il fiato reso corto dalla paura e dalla tosse.

«Non dire sciocchezze! Ora ti libero!» disse invece Mieczyslaw, sollevandosi e illuminando meglio le pareti spoglie attorno alla cella.
 
 

Improvvisamente, però, un ringhio si propagò nell’aria e nell’attimo esatto in cui l’Omega si voltò qualcuno afferrò saldamente la torcia e la scagliò lontano, facendola spegnere; Noah iniziò a sussurrare delle preghiere disperate mentre Mieczyslaw, deglutendo rumorosamente, iniziò a guardarsi attorno per poi sobbalzare quando notò due occhi rossi fissarlo intensamente da un angolo della sala.

La strana figura si mosse rapidamente per la stanza, facendo riecheggiare il rumore provocato dagli artigli contro il marmo, e l’Omega si avvicinò maggiormente alla cella del padre il quale, disperatamente, afferrò le caviglie del figlio e riprese a pregare qualcuno affinché permettesse al ragazzo di essere lasciato libero; fu allora che il mostro si fermò a qualche metro di distanza dai due, separato dall’Omega solamente da un fascio di luce che era penetrato da una fessura sul soffitto e che consentì a Mieczyslaw di orientarsi meglio nella sala.
 
 

«Non saresti dovuto venire…» una voce bassa e gutturale fece accapponare la pelle dell’Omega, il quale si ritrovò a boccheggiare davanti alla figura misteriosa.

«Sono… Sono qui per mio padre.» disse con tono autoritario il giovane, sfruttando la presa allentata di suo padre per avanzare di un passo e sollevare il mento in segno di sfida; la figura lo studio per qualche istante, e Mieczyslaw poté giurare di aver visto un bagliore sinistro spandersi dalla sua bocca.

«Stava curiosando in giro.» ringhiò minacciosamente il mostro, avvicinandosi con cautela così come un predatore farebbe con la sua preda.

«Non voleva causarvi problemi, signore, e poi è malato! Non sentite come tossisce?!» domandò Mieczyslaw non appena il respiro del padre venne strozzato da una serie di colpi di tosse profonda.

«Non è un mio problema. Lui rimane. Tu vattene.» ordinò continuando a ringhiare furiosamente verso l’Omega il quale, deglutendo, lanciò uno sguardo al padre e singhiozzò; Noah era incredibilmente pallido, le labbra stavano divenendo blu e non riuscivano a stare ferme a causa dei tremori che le attraversavano.

«Figlio mio, vattene…» lo supplicò Noah con gli occhi lucidi; un paio di calde lacrime solcarono il viso del ragazzo che, sopraffatto dalle emozioni, si costrinse a distogliere lo sguardo dal volto paterno per puntarlo verso la figura oscurata del mostro.

«Se io rimango, lo lascerà andare?» domandò di getto Mieczyslaw, facendo sgranare gli occhi alla creatura misteriosa.

«Lei?!» domandò in un ringhio il mostro.

«No! Mieczyslaw, questo è un ordine: vattene via!» urlò Noah in contemporanea al padrone del castello ma ormai l’Omega aveva preso una decisione e lottò con tutto se stesso per non piegare la testa e ubbidire alle disperate parole del padre.

«Lei… Lei rimarrebbe qui?» domandò con un’insolita insicurezza la creatura, elemento che fece corrucciare appena le sopracciglia del ragazzo.

«Mieczyslaw, tu hai tutta la vita davanti agli occhi; io sono vecchio, posso restare qui. Scappa figlio mio, scappa lontano!» tentò nuovamente Noah prima di fermarsi a causa di un violento attacco di tosse che gli provocò un conato di vomito.

«Sì. Rimarrò qui.» si apprestò a dire Mieczyslaw, disperato per le condizioni del padre.

«In questo caso non dovrà mai più abbandonare il castello, sono stato chiaro?!» domandò in un ringhio il mostro, facendo sussultare dallo spavento il giovane.

«Venga… Venga nella luce…» disse Mieczyslaw, deglutendo nervosamente; la creatura, però, parve sconcertato da quella richiesta e dopo aver fatto saettare le iridi rosse a destra e sinistra iniziò a muoversi verso quell’unico fascio di luce che rischiarava la stanza.
 
 

L’Omega spalancò la bocca quando una zampa nuda e mostruosa fu illuminata dalla luce della Luna, evidenziando i lunghi artigli neri e i tendini che si flettevano sotto la pelle scura; poco a poco una lunga gamba muscolosa, fin troppo simile a quella di un lupo e ricoperta da una folta pelliccia nera, venne bagnata dai raggi lunari e Mieczyslaw si costrinse a distogliere lo sguardo quando notò l’inguine nudo del mostro. Il petto ampio della creatura fece mostra di sé agli occhi dell’Omega, subito accompagnata da due lunghe braccia che via via si assottigliavano fino a mostrare due zampe mostruose, prive di pelliccia e spaventosamente simili ai piedi; infine, con una lentezza esasperante, la creatura si mostrò all’Omega che perse un paio di battiti nell’osservare quello che, a tutti gli effetti, poteva essere definito come uno scherzo della natura. La testa pelosa dalle fattezze di un lupo metteva fin troppo in evidenza le iridi scarlatte e le lunghe corna che si incurvavano verso l’alto, nere e minacciose come gli artigli.

Deglutendo e lasciandosi sfuggire un paio di lacrime, Mieczyslaw chiuse gli occhi e annuì sussurrando un debole ‘Ha la mia parola…’ prima di cadere in ginocchio, incurante del grido disperato che abbandonò la gola di suo padre.
 
 

«Bene.» sentenziò la bestia, aprendo la cella e afferrando malamente l’Alpha prima di trascinarlo a forza fuori la stanza per poi correre rapidamente verso l’uscita.

«STILES! NO, STILES NO! MOSTRO! LASCIAMI! STILES!» Noah scoppiò in lacrime nell’udire il ‘Perdonami, papà…’ appena sussurrato dal suo unico figlio e tentò inutilmente di liberarsi da quella presa ferrea ma alla fine, urlando il suo dolore, l’Alpha venne malamente gettato in una carrozza la quale, subito dopo che lo sportello venne chiuso, si alzò traballante liberandosi dai rampicanti che erano cresciuti indisturbati su di lei «Portatelo al villaggio, e che non faccia più ritorno!» ordinò il mostro, ignorando le preghiere disperate dell’uomo e le lacrime che continuava a versare.
 
 

Ringhiando irritato, la creatura tornò nel suo castello correndo a quattro zampe e si prodigò per raggiungere il più rapidamente possibile il prigioniero, ignorando i commenti della servitù riguardo il comportamento da adottare con il ragazzo, e con un salto atterrò pesantemente sul polveroso pavimento; fu distratto da un singhiozzo disperato che proveniva dall’ultima cella occupata e con una leggerezza che non credeva di avere, il mostro osservò nella stanza la figura infreddolita e disperata dell’Omega che continuava a osservare la strada dalla piccola finestra sbarrata della torre.

Mieczyslaw si allontanò e si rannicchiò contro la parete, il petto scosso dai singhiozzi e l’anima distrutta da quell’addio forzato e imprevisto; il ragazzo si maledisse per tutte le volte che aveva alzato la voce o litigato con il genitore, desiderando solamente riabbracciarlo e sparire da quel luogo lugubre, risvegliandosi nel suo caldo letto nella sua piccola casa. Purtroppo però quei desideri non potevano avverarsi e l’Omega percepì distintamente il suo cuore spezzarsi definitivamente quando si rese conto che in quella torre avrebbe trovato la morte.
Niente più luoghi esotici, niente più viaggi, niente più avventure…
Mieczyslaw Stilinski sarebbe morto in una fredda torre posta in una foresta probabilmente maledetta dopo aver salvato suo padre.
 

Troppo perso in quell’oceano di dolore, l’Omega si perse l’espressione distrutta che oscurò i tratti del mostro il quale, grattandosi distrattamente la nuca e sospirando rumorosamente, si ritrovò a provare pena per quel piccolo ragazzino con la mantella rossa; ritrovandosi a deglutire, improvvisamente a disagio, la creatura si schiarì la gola, attirando l’attenzione di Mieczyslaw.
 
 

«Non mi ha neanche dato la possibilità di salutarlo… Di dirgli addio… Non lo rivedrò mai più…» singhiozzò l’Omega portandosi le gambe ad aderire al petto mentre le braccia correvano a stringere maggiormente quel triste abbraccio, la testa abilmente nascosta nell’incavo creato e dal cappuccio calato; il mostro abbassò il capo, improvvisamente intristito da quella vista, e sospirò nuovamente.

«Mi segua, le mostro la sua stanza.» borbottò a mezza voce, attirando immediatamente le attenzioni dell’Omega.

«Stanza?» domandò immediatamente il ragazzo «Ma… Ma io… Io credevo che…» si ritrovò a balbettare, facendo irritare il padrone del castello.

«Vuole rimanere nella torre?!» sbraitò furente il mostro, facendo tremare visibilmente il giovane.

«No…» sussurrò intimorito Mieczyslaw.

«Allora mi segua.» ordinò il mostro prima di afferrare un fin troppo curioso Peter, nascosto in un incavo nel muro, per poi iniziare a scendere le scale, subito imitato dall’Omega.
 
 

Mieczyslaw si osservò intorno, rabbrividendo costantemente nell’osservare le mostruose statue malamente illuminate dalla luce delle candele; minotauri e demoni si stagliavano minacciosamente dal muro, le braccia di granito protese verso tutti coloro che si avventuravano per quei corridoi polverosi e malmessi. L’Omega lanciò uno sguardo alle finestre, notando come la luce lunare faticasse a penetrare nel castello e si ritrovò a deglutire quando notò che tutt’attorno alla proprietà si estendeva per chilometri e chilometri quella maledettissima foresta, impedendogli addirittura di localizzare la città che per oltre un anno si era ritrovato a odiare; sospirando rumorosamente, il ragazzo fissò attentamente l’ampia schiena del suo aguzzino, perfettamente celata ai suoi occhi da un semplice mantello viola, e preferì tornare a scrutare l’ambiente circostante piuttosto che concentrarsi sul macabro suono provocato dagli artigli della bestia contro il pavimento.

Un lieve borbottio proveniente dal mostro fece sollevare appena il capo del ragazzo ma questi, subito dopo, sospirò nuovamente e tornò a fissare il pavimento mentre due nuove lacrime si unirono alle sorelle, bagnandogli il volto; perso nel proprio dolore, Mieczyslaw non si rese conto che la creatura continuava a lanciargli degli sguardi di soppiatto, né l’espressione contrita che primeggiava sul volto del mostro.
 
 

«Padrone… Avanti…» sussurrò Peter dopo qualche attimo, ricevendo un’occhiataccia da parte della creatura «Faccia il galante! Faccia colpo!» il mostro si ritrovò a sbuffare sonoramente e voltò nuovamente il capo verso il giovane che lo seguiva, ritrovandolo immerso a osservare i quadri con uno sguardo saturo di disperazione che continuava a bagnarsi a causa delle lacrime; la bestia si ritrovò a trattenere il fiato, intristito da quella visione e per un attimo maledisse il suo caratteraccio che più volte l’aveva condotto in situazioni spiacevoli, non ultima la maledizione che li aveva colpiti, e si chiese cosa gli fosse venuto in mente quando accettò quello scambio. Certo, l’Omega poteva aiutarli a spezzare la maledizione ma il rapimento di certo non era il modo con cui iniziare quel percorso che, teoricamente, doveva sfociare nell’amore.

«Ehm…» borbottò la creatura, attirando nuovamente l’attenzione di Mieczyslaw che sollevò il capo e lo fissò con i suoi occhi chiari e fin troppo grandi «Il castello ora è la sua casa…» iniziò timidamente, venendo incentivato da un Peter fin troppo esuberante che continuava a muovere le piccole candele poste all’estremità dei suoi bracci «Può andare dove vuole e fare ciò che più la aggrada, ma non deve mai entrare nell’ala ovest del castello. Chiaro?!» domandò con un pericoloso ringhio nella voce.

«Cosa… Cosa c’è nell’ala ovest?» si arrischiò a chiedere Mieczyslaw, pentendosene subito dopo; la bestia, infatti, si era voltato di scatto, facendo svolazzare con grazia il mantello, e ruggì con tutta la forza che aveva in corpo.

«È PROIBITA!» sbraitò fuori di sé, il petto che si alzava e abbassava a causa delle emozioni che lo scombussolavano; l’Omega arretrò di qualche passo e annuì freneticamente, versando altre lacrime a causa della paura che gli dilaniava l’animo. La bestia sbuffò e tornò sui suoi passi, non perdendosi l’occhiata inacidita che Peter gli riservò.

«Ci parli di noi.» sussurrò il candelabro prima di voltarsi appena, notando con stupore come il ragazzo avesse ripreso a seguire il suo padrone.

«Se le serve qualche cosa, le basta tirare una delle corde presenti nella sua stanza e la servitù sarà immediatamente da lei.» borbottò a mezza voce la creatura, ricevendo un cenno del capo da parte del ragazzo come unica risposta.

«Il nome! Gli chieda il nome!» sussurrò eccitato Peter.

«Come devo rivolgermi alla sua figura? Qual è il suo nome?» domandò improvvisamente timido il mostro, svoltando a destra e proseguendo per un altro lungo corridoio fortunatamente privo di statue raccapriccianti.

«Mieczyslaw.» rispose solamente l’Omega, ricevendo uno sbuffo in risposta.

«Io sono Derek, il padrone del castello.» spiegò dopo qualche minuto la bestia «Sono un Alpha.» precisò subito dopo.

«Il calore, Padrone! Gli chieda del calore!» domandò Peter muovendosi rapidamente nella presa della bestia.

«Sei impazzito?!» ringhiò a bassa voce Derek, facendo tremare di paura il giovane Omega; Peter, però, incrociò le braccia e sollevò un sopracciglio di cera «Quando verrà il suo calore?» domandò imbarazzato al massimo la creatura, vinto dall’espressione messa su dal suo servitore.

«Non mi accoppierò con lei! Neanche se fosse l’ultimo Alpha presente sulla faccia della Terra!» disse risoluto Mieczyslaw, la rabbia che gli induriva i lineamenti e i pugni stretti lungo il busto.

«Non ho alcuna intenzione di toccarla!» sbraitò a sua volta l’Alpha, gli occhi sgranati e le orecchie abbassate a sfiorare la grande testa lupina; se Mieczyslaw non fosse stato scombussolato da tutte quelle emozioni, probabilmente sarebbe scoppiato a ridere a causa della comicità di quell’espressione a metà tra lo shoccato e l’imbarazzato che primeggiava sul volto della creatura «Quando… Quando… Quando avverrà…» borbottò a testa bassa Derek «Me lo faccia sapere, io rimarrò nell’ala ovest e le farò recapitare tutto il necessario per passare il periodo in tranquillità…» disse prima di tornare a camminare, sospirando di sollievo quando osservò l’unica stanza ancora decente presente in tutto il castello «Si ricordi quello che le ho detto.» sbuffò dopo aver aperto la porta e permesso all’Omega di entrarvi e, seguendolo con lo sguardo, Derek notò come il ragazzo iniziò a guardarsi attorno e giudicare silenziosamente la sua sistemazione.

«Lo inviti a cena!» sussurrò Peter mentre percepiva la stretta sul suo manico aumentare considerevolmente.

«Lei… È pregato di presentarsi a cena. E NON È UN INVITO!» precisò Derek con un urlo prima di sbattersi la porta alle spalle e allontanarsi a passo spedito, incurante del fatto che il suo nuovo ospite fosse corso verso il letto per poi buttarcisi a peso morto.
 
 

I singhiozzi iniziarono a riempire la stanza e le coperte polverose si ritrovarono ben presto bagnate dalle lacrime dell’Omega, incurante dello sguardo dispiaciuto e impietosito che un armadio gli rivolse; poco a poco la neve iniziò a cadere fiocamente oltre la finestra, accompagnando il dolore del ragazzo e isolandolo ancor di più dal resto del mondo.
 
 

 
Note finali: eccoci tornati, che ne pensate? Sinceramente io adoro le interazioni imbarazzate tra Belle e Adam (cioè la Bestia per chi non lo sapesse) e ho tentato di riportarle nella storia; a differenza del Classico, dove non viene mai rivelato il nome della Bestia, qui è Derek stesso a fare le presentazioni e sì, è nudo come un pulcino.

La descrizione del castello lascia un pochino a desiderare, per quella dovrete aspettare il prossimo capitolo; mentre scrivevo questo, infatti, ho pensato che Stiles avesse dato una sbirciata in giro per poi essere attirato da Peter e Alan verso le torri. Solo successivamente gli interni del castello saranno descritti quindi portate pazienza.

Chi sarà mai il personaggio nella stanza del piccolo Omega? Via al televoto!
  1. La Regina Elisabetta II
  2. Mia cugina in cariola;
  3. La Monaca di Monza;
  4. Un caciocavallo;
  5. Madonna;
Votate festosi e festanti! – cit.

Tornando seri per un momento, cosa ne pensate del capitolo? Come vi è sembrato Derek? Soddisfatti o rimborsati o meno della sua descrizione?
 

Comunque ragazzi io vi adoro! Quando ho aperto EFP l’altro giorno e ho visto ben quattro recensioni mi è preso un colpo, pensavo che nessuno si filava la storia e invece mi avere riempito il cuoricino di gioia ‹3
Innanzitutto ringrazio tutti voi che leggete silenziosamente queste righe, siete i miei amori, ma un ringraziamento va anche a tutti gli utenti che hanno messo la storia in una delle categorie di EFP e infine, ma non meno importante, un enorme e speciale grazie a Emoglobyna, miky9160, Naruko Namakaze Uciha e Fata_Morgana 78 per aver recensito lo scorso capitolo! Siete quattro stelle :*

Il prossimo aggiornamento avverrà sabato 11, sempre se non cambio idea XD
 
Alla prossima!
 
 
 
Babbo Dark
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Babbo Dark