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Autore: SimonaMak    03/04/2020    1 recensioni
Descritte le riflessioni di Chloe Decker sull'atteggiamento e personalità sfuggente, ma allo stesso tempo ironica e ambivalente del suo partner Lucifer Morningstar.
Si verificano precisamente dopo l'episodio 2x14, quando quest'ultimo interrompe il suo matrimonio con Candy.
La Detective non riesce a comprendere il suo comportamento, il suo voler reprimere tutto ciò che è successo attraverso lo scudo che si è creato con il finto matrimonio. Cerca di trovare delle motivazioni valide, di comprendere se per lui è stato un gioco o se davvero non ha il coraggio di considerare la possibilità che stiano insieme.
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non capisco cosa gli passi per la testa, è più forte di me. A volte vorrei avere il suo “super potere” e scoprire cosa desidera davvero. Ce la metto tutta nel mettermi nei suoi panni ma non funziona, non è un uomo normale. Sia in senso buono, perché le sue particolarità lo rendono affascinante, astuto e caparbio, ma allo stesso tempo strano, egoista e megalomane.
Ho provato in tutti i modi a rendermi disponibile nei suoi confronti, a farlo aprire con me. Ha pur sempre Linda, certo, ma io sono sua amica… credo. Beh non lo so più cosa siamo da un bel pezzo. Quando l’ho baciato, se n’è andato ed è tornato sposato con una spogliarellista. Ma in che senso?
Pensavo ci fosse qualcosa di speciale tra noi, lo leggo nei suoi occhi quando mi guarda seriamente e senza le sue battute idiote. Qualcosa mi dice che voglia scappare da me perché lo spaventa l’idea di provare dei veri sentimenti; ma dall’altro lato è come se non gli fosse mai importato sul serio.
Eppure a volte dimostra di tenerci, si preoccupa per me e addirittura mi salva la vita. Quando glielo faccio notare, lui sminuisce ma io lo so che in quei precisi momenti smette di pensare a sé stesso.
Io voglio aiutarlo, per questo vorrei che si confidasse con me, mi raccontasse davvero come stanno le cose, non attraverso metafore ultraterrene. Magari è il suo modo di spiegarmi la sua vita, ma non sono una psicologa che riesce a decodificare le sue richieste d’aiuto.
Forse dovrei provare a reggere il gioco, far finta di crederci e in quel momento potrebbe farsi avanti.
Non gli ho detto niente riguardo il nostro bacio, ho lasciato correre nonostante mi avesse ferita parecchio. Il matrimonio è stato annullato dopo solo due settimane, cosa che non mi stupisce: sia perché quello non era amore, e sono anche certa fosse un modo per tenermi lontana.
Quando Amenadiel è venuto da me, mi ha guardato come se mi stesse dicendo: “Lo fa per il vostro bene”, ma come potrebbe essere così se ci fa solo del male?
Almeno, io sto così. Lui non si apre, quindi come faccio a saperlo? Probabilmente sta bene e questo era il suo modo per scaricarmi senza dirmelo in faccia, codardo.
Solo che, non è da lui: è schietto, sincero… me l’avrebbe detto.
Accidenti, non riesco proprio a capire.
-”Detective! Hai finito di scrivere quel rapporto?”-
Si presenta all’improvviso, sedendosi come se nulla fosse sulla mia scrivania e destandomi dai pensieri contorti.
-”Dai, scendi”- lo caccio via.
-”Siamo di cattivo umore oggi? Sei in tempo per raggiungermi al Lux se vuoi”-
Sorride come sempre, con quella faccia da schiaffi che nasconde tutti i suoi sentimenti ed emozioni.
-”Passo, divertiti pure con le tue amiche”-
-”Andiamo Detective, dopo una separazione un uomo come me deve divertirsi”-
Non cerca nemmeno di fingere che stia male per questo. È come se mi spiattellasse in faccia che il matrimonio fosse una farsa solo per darmi fastidio ancora di più.
-”L’hai sempre fatto: prima, durante e dopo”- puntualizzo, chiudendo i fascicoli con un colpo secco.
-”Beh, questo è lo spirito, giusto?”-
Alzo gli occhi al cielo e abbandono la mia postazione. Mi dà proprio sui nervi, ora più che mai.
-”Qualcosa non va, detective? A me puoi dirlo”- corruccia la fronte per un secondo per poi farsi rispuntare quel sorriso odioso.
-”Certo, va tutto di merda Lucifer!”- sbotto.
L’ho sorpreso, visibilmente, fa un passo indietro e mi guarda pensieroso.
-”Oh, ho capito perché”-
-”Era ora che ci arrivassi, grazie!”-
Possibile che solo adesso lui abbia compreso? Deve darmi delle spiegazioni e dirmi chiaramente in faccia se per lui fosse solo un giochetto o ci sia un buon motivo, anche se mi sembra difficile.
-”Come ho fatto a non pensarci prima. Ti senti in colpa perché non mi hai ringraziato per aver risolto il caso. Ma non preoccuparti, so che mi apprezzi”-
Mi dà un colpetto sulla spalla, saccente e quasi come se mi stesse benedicendo.
-”Lucifer, vattene”- cerco di trattenermi.
-”Vieni con me”- mi porge la mano.
Devo convincere me stessa di non picchiarlo davanti a tutti gli altri poliziotti.
-”No! Non voglio venire con te, né avere a che fare con te! Almeno finché non mi spiegherai cosa ti passa per la testa e perché ogni volta mi ferisci spudoratamente”-
Sento le lacrime che mi pungono gli occhi, vogliono uscire, ma non glielo permetterò. Mi guarda senza capire, preoccupato dalla mia reazione e sono certa lui voglia risolvere ma la sua espressione mi fa incazzare ancora di più.
-”Detective… io, non so che dirti”-
Ecco appunto. È tempo sprecato con Lucifer. Non capisce, anzi non vuole capire. Forse è meglio così. È troppo sconsiderato, narcisista, impulsivo e vago per poter anche solo stare al mio fianco. Ma perché lavora con me? Per quale motivo ho deciso di tenerlo come consulente civile? È astuto, mi aiuta con i sospettati, ma non posso sopportare più i suoi atteggiamenti ridicoli.
-”Questa è già una risposta per me”-
Me ne vado, lo lascio alle mie spalle sicuramente con uno sguardo spaesato e da cane bastonato. Non voglio nemmeno immaginare la sua faccia, non voglio proprio vederlo per il momento.
Devo mettermi il cuore in pace e capire finalmente che non saprò mai cosa gli passi per la testa, non riucirò mai a decifrare i suoi atteggiamenti, non potrò averlo nella mia vita completamente, senza fraintendimenti, dubbi, fughe improvvise a Vegas. 
Basta, ho chiuso con Lucifer Moningstar, ci ho provato anche fin troppo e non dovrei essere io ad insistere.
È ridicolo il mio tentativo di farlo spiegare o addirittura scusare; ma probabilmente è ancora più ridicolo che lui in cuor suo – lo leggo nei suoi occhi – voglia risolvere questo malinteso e farmi capire che ci tiene...ma non lo fa.
Strano come il diavolo manchi di coraggio.
   
 
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