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Autore: Lella Duke    03/04/2020    2 recensioni
Prima di andare avanti bisogna fare i conti con il passato.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dana Katherine Scully, Fox William Mulder
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un bel risveglio

 

Quando iniziò a svegliarsi si ritrovò avvolto dal calore delle coperte e da una sensazione di assoluto benessere. Cercò di ignorare la luce del giorno che tentava in ogni modo di fargli aprire gli occhi. Si voltò sull’altro fianco e affondò il viso nel cuscino inseguendo il conforto del buio, ma il sonno ormai era passato. Solo allora la mente gli restituì intense le immagini dell’amore consumato tra quelle stesse lenzuola solo poche ore prima. Un sorriso gli si formò sulle labbra senza che potesse far nulla per impedirlo. Tirò su la testa ed aprì finalmente gli occhi convinto di vedere Scully distesa accanto a lui, ma il letto era vuoto. Allungò un braccio a raggiungere l’altra metà del letto, afferrò il cuscino di Scully e lo respirò a pieni polmoni. C’era impresso sopra l’odore di quella notte, sapeva di shampoo alla vaniglia e di sesso. Tornò supino e abbracciò il cuscino cullandolo come avrebbe fatto se avesse avuto lei tra le braccia. Non riusciva a credere che se ne fosse andata, eppure era stata lei stessa a chiedergli di poter rimanere. Come se avesse avuto bisogno di chiederglielo poi. Anche la prima volta che avevano fatto l’amore, anni prima, la mattina si era risvegliato da solo. All’improvviso tornò vivido il panico di allora, la paura che lei fosse scappata perché pentita della notte appena trascorsa. Il terrore di averla persa per sempre solo perché non era più riuscito a tenere a bada i propri sentimenti. Di nuovo. Lasciò la presa sul cuscino e si allungò per raggiungere il telefono, doveva chiamarla immediatamente. Doveva sentire la sua voce, doveva essere certo che stesse bene. Stava già componendo il numero quando sentì dei rumori provenire dalla cucina e percepì chiaramente l’aroma del caffè. Abbandonò il telefono sul letto, scattò in piedi, indossò la prima maglietta che gli capitò a tiro e i boxer che poche ore prima aveva gettato ai piedi del letto.  Scese le scale a piedi scalzi. La casa era illuminata dalla luce del sole. Scully era in piedi di fronte ai fornelli. La tensione accumulata si sciolse immediatamente non appena la vide, non si era reso conto di trattenere il fiato, lo rilasciò con sollievo. Lei era intenta a cucinare e gli dava le spalle, non sembrava si fosse accorta della sua presenza. Mulder si avvicinò lentamente, le passò le braccia attorno alla vita e l’abbracciò stretta. Le poggiò il mento sulla spalla: “buongiorno” disse dandole un bacio sulla guancia.

Scully lasciò in bilico sulla padella il cucchiaio che aveva in mano e spense il fornello. Si accoccolò contro il corpo di Mulder: “buongiorno.” Con una mano gli cinse le braccia mentre l’altra la sollevò fino a passargli le dita tra i capelli: “credevi che me ne fossi andata, non è vero?” Domandò poi voltandosi leggermente e ritrovandosi con la bocca a pochi centimetri da quella di Mulder. A quel punto lui si sporse un po’ di più e la baciò sulle labbra: “non sarebbe stata la prima volta.” Rispose poi allontanandosi di nuovo. "Ho temuto che avessi avuto un ripensamento."

Scully ruotò su stessa, voleva guardarlo in faccia: “non mi sono mai pentita di niente, né adesso né tanto meno allora.” Gli prese il viso tra le mani, lo obbligò a guardarla, voleva che capisse dai suoi occhi, oltre che dalle sue parole, che gli stava dicendo la verità.

“Si… vecchie abitudini suppongo. Sono sempre stato convinto che tu meriti di meglio. Meriti qualcuno alla tua altezza. Sono da sempre in attesa che prima o poi ti sveglierai e ti renderai conto che il tuo spettrale partner non è abbastanza per te.”

“Ma questo è ridicolo Mulder... non penso affatto che tu sia spettrale.” Sorrise e gli passò le braccia intorno al collo avvicinandolo ancora di più a sé.

“Stammi a sentire, apri bene le orecchie. Sei migliore di quanto pensi, ti sei sempre sottovalutato sotto questo aspetto. Se credi che io sia tanto intelligente e brillante come puoi supporre che possa passare il resto della mia vita con un uomo che non mi merita?”

Poggiò la fronte su quella di lei: “è un’ottima obiezione.” Scully salì con i piedi scalzi su quelli di Mulder e lui iniziò a dondolare entrambi lentamente. “Balliamo.” Sussurrò continuando ad ondeggiare.

Lei non disse niente, gli poggiò il viso sul petto all’altezza del cuore. Lo sentì battere forte e fiero, sorrise nel constatare che stavano danzando seguendone il ritmo.

“Ti sei resa conto di quello che hai detto?”

“Cosa?”

“Che vuoi passare il resto della tua vita con me.”

Scully sentì chiaramente il cuore di Mulder accelerare i battiti, lo strinse ancora più forte: “è quello che voglio. Se anche tu lo vuoi.”

Si fermò di colpo come se la melodia che sentivano solo loro due si fosse arrestata all’improvviso. Le bloccò il volto con le mani costringendola a guardarlo: “non c’è niente che desideri di più.”

Le carezzò qualche istante le gote e poi si adagiò di nuovo il suo viso sul petto.

“Dovremmo sbarazzarci di quel tuo appartamento orrendo.”

Scully sorrise e gli affondò la faccia nella maglietta: “non è orrendo, è solo tecnologicamente avanzato. E comunque non credo che lo darò via.”

Stavolta il cuore di Mulder saltò un battito. Scully lo percepì chiaramente e si affrettò ad aggiungere: “pensaci, può farci sempre comodo un tetto sulla testa giù in città.”

Si rilassò e sorrise: “hai ragione tu. Come sempre.” Chiuse gli occhi assaporando ogni singolo istante di quella mattina: “allora, cosa vuoi fare oggi?”

“Mmm, che dici se intanto facciamo colazione?”

“Si, sto morendo di fame.”

Si staccarono l’uno dall’altra, Mulder versò il caffè per entrambi e si sedette a tavola mentre Scully prese i pancake e le uova dai fornelli e li mise nei piatti.

Conosceva Scully da oltre vent'anni, sapeva che il suo sarebbe stato un ritorno graduale. Che non sarebbe tornata a casa subito, ma che avrebbe continuato a passare intere giornate nel suo appartamento in città. Francamente non gliene importava niente, ora sapeva che erano più uniti di quanto non fossero mai stati. La prima pietra era stata depositata, erano sulla via della guarigione. Non sapeva cosa il futuro avrebbe riservato loro, ma era intenzionato a scoprirlo ed era certo che avrebbe sempre avuto Scully al suo fianco.

“Raccontami una storia.”

“Quale vuoi sentire?”

“Quella che vuoi, mi piacciono le tue storie. Mi piace la tua voce.”

“Potrei raccontarti la storia di quel tale che tanti anni fa se ne stava da solo in un seminterrato a dare la caccia a piccoli omini grigi. Era ossessionato, credeva che tutti cospirassero alle sue spalle e non si fidava di nessuno. Poi all'improvviso una donna bussò alla sua porta, lui le strinse la mano e lei gli sorrise. E da quel giorno lui non fu più solo.”

“Sembra una bella storia, com’è finita?”

“Non è ancora finita. Ma lascia che te la racconti…”

 

 

Fine

   
 
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