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Autore: Ciceronix    03/04/2020    0 recensioni
Cosa succede se una squadra di cacciatrici mezze vampiro si imbatte in sei vampiri e una ragazza da proteggere? Idea mia molto folle per stravolgere la serie, spero vi piaccia!
Genere: Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yui Komori
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Tic...Toc...Tic...Toc....Tic...TOC...TIC...

 

I rintocchi lenti dell'orologio si intensificavano ad ogni passo nel corridoio buio di villa Sakamaki.

Yui andava quasi a tempo con le lancette dorate per come barcollasse. Benchè nessun vampiro avesse succhiato via la sua linfa vitale avvertiva una spossatezza negli arti ben peggiore dei suoi precedenti stati anemici.

La cosa più preoccupante, tuttavia, era il dolore crescente nel suo petto. Esattamente all'altezza del suo cuore. Sembrava che l'organo stesse agendo per conto proprio, pompando così tanto sangue da rendere impossibile il normale funzionamento nell'organismo della bionda.

 

“ Devo...arrivare alla mia stanza... ”

 

La diciassettene si toccò la pelle coperta dalla camicia della sua uniforme. I battiti pulsavano ad una frequenza che sarebbe potuta essere definita “ improbabile, sovraumana. ”

 

Un infarto?

 

Vi erano stati rari e pochi casi di giovani divenute vittime in seguito ad un arresto cardiaco. Tuttavia sul libro di medicina che aveva preso in prestito da suo padre si delineava che la maggior parte di essi soffrisse di malattie cardiovascolari fin dall'infanzia.

Non era decisamente il suo caso: sebbene non fosse stata una bambina particolarmente energica e pimpante, si sarebbe potuto affermare chiaramente che scoppiasse di salute.

 

“ Forse sono ancora scossa da ciò che è successo poco fa... ”

 

Le tornarono nella mente l'abito lilla pieno di tulle e pizzi di Nyoko, macchiato di schizzi di sangue.

Il suo sorriso ampio, dove i denti stretti erano il riflesso puro di una follia inimaginabbile su quel volto delicato.

E il colore verde iridescente in cui la pupilla si dilatava.

 

“ Lei non era la Nyoko che conosco io...una ragazza amorevole e pura come lei non avrebbe mai tentato di fare del male a nessuno...soprattutto a Kanato. Colette...potrebbe essere che lei sia...?! ”

 

“ Smettila di pensare a quello sgorbietto. Vedi di aiutarmi, piuttosto! ”

 

Yui andò di corsa a poggiarsi contro la parete, sentendo il petto perforato da una fitta molto più dolorosa delle precedenti.

 

Quella voce...quella maledetta voce di donna che invadeva i suoi pensieri più intimi.

Il tono lascivo...quella risatina fastidiosa.

 

“ Non...non provare ad insultarla! ”

Urlò nella sua mente, mordendosi forte il labbro e piegando le gambe per il bruciore.

 

Demone.

 

Ecco qual'era la diagnosi del suo malessere: il suo corpo era stato invaso dauna creatura oscura e maligna. Se ci fosse stato suo padre, magari l'avrebbe esorcizzata al più presto...

 

“ Oh, si che la insulto. Rispetto alla feccia umana, posso fare qualunque cosa mi aggradi di più. Ma guardati, proteggere un'assassina! Voi mortali mi fate morire dalle risate con la vostra stupidità immane. ”

 

“ Fa...fai silenzio.”

 

Si rimise in piedi con fatica, le unghie piantate sulla carta da parati blu intenso e il fiato smorzato. Il sudore le imperlava la fronte, e la vista le diventava sempre più sfocata.

 

“ Sei solo una sciocca voce nella mia testa. Starò diventando pazza ma non soccomberò per colpa di una cosa...irreale! ”

 

Battè il pugno contro la dura pietra del muro per affermare quel suo pensiero ed ignorare quelle palpitazioni. Era stufa, voleva solo che tutto finisse.

 

“ Voce? E così insinui che io sia semplicemente il frutto del tuo inconscio, patetica umana? Che miserabilità, non riesci nemmeno a comprendere quanto io sia reale. Molto più di quanto pensi. Non sono io il parassita che sta divorando il tuo corpo, bensì sei tu l'ostacolo che mi sta impedendo di vivere. Se non fosse stato per me saresti morta nella culla, quindi portami il giusto rispetto ingrata. Dammi quello che mi spetta! ”

 

Le urla divennero acute e insopportabili e la bionda provò ingenuamente a tapparsi le orecchie con le palpebre strizzate. Non era vero...era il suo corpo. Non apparteneva ad altri che a sé stessa!

 

“ Smettila! Per favore, smettila!!! ”

 

Cominciò a correre, ignorando la pericolosità di mettere sotto sforzo il suo organo vitale già affaticato. Percorse diversi corridoi oscuri, illuminati dai riflessi candidi ma deboli della luna e pervasi dall'abituale e pacifico silenzio.

D'un tratto si fermò, ascoltando nient'altro che il suo respiro. Il dolore al petto era svanito. La voce spietata era svanita. Era tutto finito.

 

“ Grazie al cielo... ”

 

Riprese a camminare con lentezza per l'ala pullulante di finestre, felice di sentire il suo cuore battere in maniera regolare, di essere “viva”.

Alzò gli occhi dal tappeto grigio, emettendo un verso di sorpresa quando vide la figura di Subaru Sakamaki in lontananza.

 

<< Subaru-kun... >>

 

L'albino si staccò dalla parete, puntando gli occhi vermigli verso la ragazza di fronte a lui. Il suo viso era ermetico, marcato da quella costante espressione torva. Tuttavia si poteva intravedere un altro tipo di emozione su quei lineamenti contratti...la paura.

 

<< Se rimani qui, morirai sicuramente. >>

 

Gli disse solo una frase,tinta di una profonda verità. Dall'arrivo delle ragazze Yui era stata morsa molto meno rispetto al suo primo giorno con i Sakamaki. Però...lei era pur sempre umana e soffriva di una grave anemia (e ora temeva anche un'infermità mentale.)

Non voleva continuare ad essere un peso per le cacciatrici per quanto fosse grata nei loro confronti. Se fosse andata via avrebbe fatto la cosa migliore, per lei e le sue nuove amiche. Ma come poteva fuggire se veniva controllata e rintracciata subito dai sei vampiri?!

 

<< Credi che abbia scelta? >>

 

Fece giusto un passo nella sua direzione, sentendo i suoi arti diventare molli e si resse sui lembi della sua camicia. Tirò fuori un lieve sospiro, provata come una maratoneta che aveva corso chilometri.

 

Il sedicenne la guardò attentamente, facendo uscire altre parole secche ma cariche di sentimento:

 

<< Vai. >>

 

<< Eh? >>

 

<< ...Ora è la tua occasione. >>

 

Yui voltò il capo come il vampiro, osservando la luna coperta dalle nubi ebano della notte: solo uno spicchio bianco sottile rimaneva della grande sfera. Questo voleva dire che tutte le creature della notte, vampiri in primis, non avevano le abilità donate dalla luna piena.

 

“ E' la mia occasione... ”

 

La bionda cominciò a correre, motivata come non mai. Avrebbe ringraziato Subaru più tardi ma la sua priorità in quel momento era fare i bagagli.

Salì di corsa le scale e raggiunse ansante la sua stanza, aprendola con grande fretta. Lanciò un mini grido di sorpresa, non aspettandosi di trovare un'altra persona, ma si calmò all'istante quando ne riconobbe l'identità.

 

<< Minako...sei tu. Cosa...stai facendo? >>

 

La ragazza aveva disposto il suo trolley marroncino aperto sul letto rosa, già mezzo riempito dei vestiti, cosmetici e accessori.

 

<< Ciao, Yui. >>

 

La salutò l'albina, increspando le labbra tinte di nero in un sorriso lieve.

 

<< Ti stavo preparando le valigie. Ho pensato che se ti avessi dato una mano avresti fatto prima...così sono entrata dalla finestra. Spero non ti dispiaccia l'intrusione. >>

 

Confessò con le spalle alzate, puntando l'indice verso le ante spalancate.

 

<< Oh, no! Non preoccuparti...ma come facevi a sapere che me ne sarei andata? >>

 

La sedicenne si grattò la nuca, stropicciandosi la gonna a stampa scozzese viola decorata di fibbie, con un po' di colpevolezza.

 

<< Ho origliato la conversazione tra te e quel Sakamaki mentre ero...in perlustrazione. La tua è stata un'ottima decisione, Yui. Davvero ottima. Se vuoi ci penserò io ad accompagnarti in un luogo sicuro, mentre le altre tratterranno quei parrucconi. >>

 

Le rivolse un altro sorriso, riprendendo a infilare i beni della sua protetta nel bagaglio. Rifletteva allo stesso tempo sullo scambio avvenuto tra i due poco fa...sull'espressione strana di quel damerino. Anche nella sua forma licantropo non riusciva a decifrare quel velo di sofferenza, un sentimento che credeva estraneo nel cuore di un vampiro.

 

<< Non lo capisco. >>

 

Pensò ad alta voce, per poi spiegarsi meglio alla bionda che la guardava con curiosità.

 

<< Quel Subaru, si comporta in maniera incomprensibile. Non avevo mai visto un purosangue che si rifiutasse di mordere e che cercasse di aiutare la sua vittima ad evadere. Perchè lo fa? Perchè non pensa solo a succhiare via il sangue e a ridere sadicamente come i suoi fratelli pacchiani di questa famiglia pacchiana? >>

 

Aggrottò la fronte con visibile confusione, aumentando un po' troppo la presa su un abito color pesca della bionda.

Yui era sorpresa dalla strana reazione della minore: era normale che le cacciatrici trovassero i sei fratelli sgraditi, ma Minako era un caso a parte. Sembrava infatti che provasse un astio viscerale nei confronti dei vampiri...o forse dei nobili?

 

Yui si sedette sopra il piumone fucsia, rinfacciando l'albina con un sorriso gentile.

 

<< Io penso solamente che Subaru-kun sia molto gentile. Mi ha persino informato che ho il via libera per scappare via e ho la sensazione che voglia aiutarmi. Solo perchè è un vampiro, non vuol dire che sia un mostro. >>

 

La sedicenne alzò un sopracciglio ma non riuscì a trattenere una leggera risata divertita.

 

<< Sei troppo pura, Yui! Ammiro la tua capacità di trovare il buono nelle persone, ti rende molto adorabile. >>

 

Glielo disse forse con un tono che si era solito usare con i bambini piccoli e questo la fece imbarazzare tremendamente. Stava per porle una domanda riguardo alla sua opinione contro i Sakamaki, quando non indirizzò la sua attenzione sul diario con la copertina usurata giacente sulla soffice coperta rosa scuro. Sollevò il manoscritto e raccolse l'immagine che ne era stata coperta, portandosela davanti agli occhi rosati e mordendosi le labbra.

Minako notò la serietà sui tratti somatici dell'umana e le si mise accanto, squadrando a sua volta la foto ritraente una bellissima bimba in fasce tenuta in braccio da...un prete?

 

<< Yui...ma sei tu? >>

 

La pelle diafana e i capelli del bebè non mentivano...ma il famoso Seiji Komori, l'uomo che aveva abbandonato la sua amata figlia in una casa piena di esseri assetati di sangue...era un servitore di Dio?

 

“ Che schifo...La chiesa è più corrotta dell'aristocrazia, vedo. Non sono mai stata così felice di essere atea. ”

 

<< Minako... >>

 

La richiamò alla realtà Yui, la quale continuava a tenere lo sguardo su quello scatto.

 

 

<< Si, cosa c'è? >>

 

Le rispose la mezza vampira con le braccia conserte e la testa piegata di lato.

 

<< Io non me ne andrò. Devo scoprire la verità. >>

 

<< Che cosa?! Yui, ma hai perso la testa?! >>

 

Esclamò l'albina con un'espressione sconcertata:

 

<< Lo ha detto pure quell'iracondo cronico, se resti qui farai una brutta fine! Questo è il momento meno opportuno per fare la coraggiosa, pensa a mettere in salvo la tua vita! >>

 

Si alzò in piedi, i capelli argentati fluenti per la velocità dello scatto, e prese per le spalle la maggiore. Quest'ultima alzò la testa e Minako fremette: seppur nella sua espressione ci fosse molta determinazione, gli occhi lucidi e le guance rosse suggerivano lo stress al quale erano in balia i nervi della povera Yui.

 

<< Vorrei andarmene...davvero. >>

 

Sussurrò con voce tremante, sfiorando con le dita il tessuto della t-shirt nera con il logo dei “THE GAZZETTE”.

 

<< Ma devo sapere...perchè mi hanno mandata qui. Cosa c'entro con questa magione...sono davvero un sacrificio...chi sono io? >>

 

L'ultima domanda trafisse il cuore di Minako come una lama. Portò lentamente le braccia a contornare le spalle della bionda, in un abbraccio stretto.

 

<< Tu sei tu. Con le tue virtù e i tuoi difetti. Sei padrona della tua vita e nessuno può importi il suo volere. >>

 

La bionda aveva gli occhi sgranati, non tanto per tale dimostrazione di affetto da parte della più distaccata delle cinque ragazze. Erano quei segni scuri, contrastanti con la pelle candida dei polsi della minore.

 

<< Minako...devo dirti una cosa. >>

 

La mezza vampira si sciolse dalla stretta, annuendo piano.

 

<< Cosa succede, Yui? >>

 

 

 

Nei cinque minuti che seguirono, Minako Kurosawa venne a conoscenza per prima del terribile segreto che attanagliava Yui Komori. Ora sapeva qual'era l'origine di quel tanfo.

 

 

<< Subaru-kun. >>

 

Se lo era aspettato, in fin dei conti. Non per altro era rimasto ad attendere l'esito in quella piccola sala lettura, l'attenzione rivolta alla luna splendente, liberatasi dalle pesanti nuvole. Ormai non avrebbe fatto più tempo, quindi non si scompose quando la fragile umana fece ingresso e chiamò il suo nome.

 

<< Sei ancora qui? >>

 

Una domanda retorica, poiché la risposta si sapeva già.

 

<< Hai sprecato una grande occasione. >>

 

Proferì, non distogliendo la sua attenzione sul distante satellite, tanto irraggiungibile quanto meraviglioso.

 

<< Se sai qualcosa su mio padre, per favore dimmelo. >>

 

La voce flebile era distinta da una nota di severità, che tuttavia non fu abbastanza per convincere l'albino a girarsi.

 

<< Mi hanno detto di essere stata offerta dalla Chiesa come sacrificio...! >>

 

Insistette la diciassettene e il vampiro si girò nella sua direzione, dichiarando seccamente:

 

<< Io non ne so nulla. >>

 

Yui abbassò gli occhi, assalita dallo sconforto. Non era sicura se lui le stesse mentendo o meno, ma era ferita nell'animo.

Il purosangue alzò le iridi scarlatte verso il volto contratto e vide in un flash la graziosa donna dai lunghi capelli color della neve. Bella come una rosa bianca ma altrettanto fragile.

 

<< !!! >>

 

Quell'espressione sofferente...la detestava.

 

La bionda sollevò lo sguardo, guardando sorpresa il vampiro avvicinarsi a lei come

 

estraeva qualcosa dalla tasca della giacca dell'uniforme scolastica.

L'umana osservava l'oggetto con insicurezza e non mostrava alcuna volontà di prenderlo. Così il vampiro le afferrò la mano e vi poggiò sopra il pugnale d'argento.

 

<< Quella lama argentea è in grado di uccidere i vampiri come noi, con un semplice colpo al cuore. >>

 

<< Ma...perchè? >>

 

“ Sei veramente una persona gentile, Subaru-kun... ”

 

L'albino non rispose, la sorpassò e si diresse fuori dalla stanza. La sua mente era ritornata al giorno in cui quella bellissima donna gli ebbe affidato il coltello: le aveva promesso di averlo sempre con sé, di essere forte...e di uccidere per lei, se fosse stato necessario. Per liberarla non solo dalle sbarre di ferro che la tenevano prigioniera ma anche dalla cella dove era stato rinchiuso il suo cuore.

 

“ Se devo uccidere per te lo farò...madre. Avvererò il tuo desiderio. ”

 

Imboccò le scale che portavano sul giardino nel retro: gli serviva una passeggiata nell'unico luogo che amava di quella villa.

Si fermò però prima di poter scendere il primo scalino, traendo un respiro basso e infastidito.

 

<< Posso sentire il puzzo del tuo pelo da isolati, lupo cattivo. Esci. >>

 

L'ombra celata nelle tenebre sbuffò e Minako uscì fuori con le braccia conserte.

 

<< Lo sapevo che potevi odorarmi, principino, ma so quanto ti dia fastidio la mia vicinanza. Pe questo preferisco seguirti nell'ombra. >>

 

<< Come una stalker. >>

 

<< No. Come una belva che aspetta di azzannare il coniglietto. >>

 

L'albino emise una risata amara e avanzò verso la coetanea con una scintilla minacciosa nei suoi occhi.

 

<< Credo che stai confondendo la verità: sei tu quella a rischio qui, cane aggressivo. >>

 

La ragazza scrollò le spalle, in modo da fargli comprendere quanto le sue parole non la toccassero minimamente. Si trovavano faccia a faccia, gli occhi grigi puntati contro quelli rossi.

 

 

<< Hai mentito a Yui. Tu sai cosa sta succedendo ma ti rifiuti di parlargliene. Perchè? >>

 

Domandò Minako, stringendo il pugno steso sul fianco.

 

<< Non so di cosa stai insinuando. Io non so niente. >>

 

Rispose impassibile Subaru, scaturendo uno sguardo truce dall'albina di fronte a lui.

 

<< Quante bugie, Sakamaki. Perchè non cerchi di essere onesto come ti considera ingenuamente Yui e la smetti di sparare cazzate? >>

 

Lo provocò, insofferente del fatto di star davvero facendo arrabbiare Subaru Sakamaki, famoso per i suoi gesti violenti dettati dalla sua furia incontrollata.

La vena sul collo del vampiro si gonfiò e i suoi denti stretti si scoprirono in un digrignamento poco rassicurante.

 

<< Falla finita, mocciosa. Io non so nulla di questa dannata faccenda e non lascerò farmi interrogare. Quindi se non vuoi che ti spacchi la faccia, ti consiglio di spostarti. >>

 

<< Oh, ma che paura! Sto tremando! >>

 

Recitò l'albina la parte della damigella in pericolo dalla voce stridula e piantò i suoi stivali neri adornati di cinghie al terreno.

 

<< Finchè non mi dirai quello che voglio sapere, non mi muoverò da qui. >>

 

Successe come un lampo: l'albino scansò in malo modo Minako, iniziando a scendere le scale. Tuttavia non riuscì a compiere un altro passo che la sedicenne lo ebbe raggiunto, e portò le mani sul petto per spingerlo in fondo alla rampa.

 

“ Oh, no! Non lo farai! ”

 

Il vampiro allacciò le braccia intorno al suo busto, facendola cadere insieme a lui. Finirono per procurarsi entrambi una buona dose di lividi su gambe e braccia, che fortunatamente sarebbero guariti dopo un po' di ore.

 

<< Mi spieghi che cazzo fai?! Se non fossi una ragazza ti avrei già distrutto! >>

 

Gli urlò un Subaru totalmente impazzito di rabbia, intento a stringere il colletto della maglia di Minako nel suo pugno dopo essersi messo a cavalcioni su di lei.

 

 

<< Allora fallo, che aspetti?! Voi aristocratici siete tutti uguali, tanto: non vi importa quale sia l'età, il genere o l'etnia di una persona, finchè è in grado di intrattenervi vi va bene!! >>

 

Rispose alterata la coetanea, cercando di tirargli delle ginocchiate sullo stomaco mentre si dimenava.

 

<< Cosa vorresti dire con questo?! Che cosa c'entra il mio titolo nobiliare?! Ti rispondo io, mocciosa: ASSOLUTAMENTE NIENTE! >>

 

<< INVECE C'ENTRA ECCOME! >>

 

Ringhiò Minako, afferrando anch'essa il bavero della maglia strappata di Subaru per urlargli in volto tutto ciò che provava.

 

<< Siete dei viscidi, approfittatori e ipocriti! Credete che il vostro patrimonio sia un buon mezzo per manipolare le emozioni della gente umile e di trasformarla nella vostra collezione di marionette! Ci giocate un po', vi stufate e le buttate via come fossero vecchi stracci! Non vi importa assolutamente niente della loro storia, del perchè si spogliassero per compiacervi o si lasciassero umiliare per farvi ridere! Fin quando riguarda il vostro benessere, tutto vi è dovuto!! >>
 

 

Le apparve davanti gli occhi la ragazzina di dieci anni, che stringeva tra le mani tremanti una calibro nove scarica. I suoi occhi erano gonfi dalle lacrime e non poteva fare altro che osservare il sangue viscoso espandersi sotto i corpi martoriati dell'uomo e la donna stesi sul pavimento. Non avevano nient'altro che la loro biancheria addosso, e la loro pelle era macchiata di ematomi e bruciature di sigaro.

 

<< Sei stata molto brava, Edith. >>

 

 

Rise Anselm Ebner, applaudendo come un bambino allo spettacolo che la sua piccola serva aveva allestito per lui. Continuava a fumare il mozzicone grassoccio, l'odore forte e stomachevole del fumo si sprigionava tra le pareti coperte dalla tapezzeria barocca della sua sala “ delle meraviglie ”. L'aveva costruita appositamente per quel genere di eventi: dopo una giornata stressante passata nel suo ufficio, il dirigente d'azienda miliardario poteva rilassarsi con il suo sigaro cubano o un bicchiere di vino rosso. Il colore del liquido si addiceva con eleganza al sangue che colava dalle ferite aperte dei suoi giocattoli. Questa volta aveva scelto come suoi compagni di giochi una famiglia di poveri sognatori, composta da una madre idraulica, un padre fioraio e una piccola figlia molto graziosa. I genitori, poco più che trentenni, cercavano di racimolare abbastanza denaro per perseguire la loro aspirazione più grande: la musica. Il caro Florian aveva tenuto nella sua stanza la vecchia chitarra acustica ereditata da suo nonno, e quando si prendeva delle pause dalle vendite di camelie o ortensie si cimentava in piccoli concerti. La sua più grande fan era Edith, la quale era anche una studentessa molto attenta durante le lezioni che suo padre le donava per suonare quell'affascinante strumento.

La dolcissima Diana era stata benedetta con il dono di una voce angelica: quando stringeva un tubo con la sua chiave inglese intonava qualche spezzone di vari musical di Broadway, con gli occhi chiusi e il desiderio di trovarsi sopra quel palco grandissimo, nel bellissimo vestito nero e bianco che svolazzava ad ogni sua giravolta.

Inutile precisare che quella fosse una famigliola felice: erano uniti più che mai, tanto che si erano soprannominati i
D. E. F. per via dell'ordine alfabetico ordinato della prima lettera del loro nome. I loro giorni procedevano sereni, con molto affetto e speranza...ma i soldi mancavano. E lì arrivò il stravolgimento della quiete, racchiuso in un contratto che gli fu stato presentato dall'uomo di quarant'anni con i capelli biondi a spazzola, gli occhi marroni socchiusi e il sorriso mellifluo sulle labbra sottili.

 

<< Avete sentito benissimo, signor e signora Weller. Sono disposto a donarvi cinque milioni di euro in caso doveste accettare questo “ lavoretto ”. >>

 

La gioia sui volti dei due sposi era incontenibile. Gli occhi verde intenso di Florian si incontrarono con quelli blu mare di Diana in un cenno d'assenso.Si voltarono poi entrambi verso la ragazzina con i capelli argentati tagliati in un mullet. Alla bambina era sorso un inquietante timore a causa di quel sorriso. Ma non voleva rovinare la felicità dei suoi cari.

<< E., sai cosa vuol dire? Comprerò una chitarra tutta per te! Così potremo suonare insieme. Ti va di partire in tour con papà? >>

 

Scherzò l'uomo dai capelli lunghi e biondi, prendendo le mani della figlia tra le sue.

 

<< Ehi, non lasciatemi indietro, voi due! Avrete pur bisogno di una cantante per la vostra band! >>

 

Fece una mini linguaccia la donna dalle trecce castane, generando una risata generale in famiglia.

 

<< Adorabili. Siete davvero adorabili. >>

 

Annuì compiaciuto Anselm, mentre allungava il foglio di carta verso la coppia impugnante le penne.

 

<< Firmate pure. >>

 

 

 

Edith cercava di guardare oltre quella maschera da galantuomo, non riuscendo a far diminuir la strana sensazione di pericolo. Se avesse dato ascolto alla propria morale, non avrebbe mai fatto firmare ai suoi genitori quel foglio.

 

Ora era lì, spettatrice della loro uccisione...anzi: ne era la carnefice. Ovviamente non sparò di sua volontà, al contario ebbe cercato di buttare l'arma diverse volte. Così Anselm ordinò ad uno dei suoi sicari di costringere la bambina a tenere la pistola tra le mani, a prendere la mira verso i suoi genitori trattenuti e di...premere il grilletto.

Da quel momento l'immagine indelebile degli occhi vitrei di suo padre, il sangue che zampillò dal petto di sua madre e quel terribile odore di cenere e morte non abbdandonò mai la sua mente. Li aveva ammazzati lei.

 

<< Dimmi Edith cara: come ci si sente ad aver spento i sogni di questa coppia per sempre? >>

 

 

Oh, il miliardario adorava abusare psicologicamente i suoi giocattoli. Aveva un vero e proprio fetish per colpire i punti deboli, girare il dito sempre più in profondità nella piaga per impedirle a lungo di cicatrizzarsi.

 

Edith non riusciva a parlare, a muoversi e neanche a respirare. Si inginocchiò, le lacrime che macchiavano la felpa gialla che la mamma l'aveva obbligata ad indossare perchè faceva freddo quel giorno. E adesso era morta, insieme a suo marito, per colpa della loro unica figlia.

 

<< C'è un'ultima cosa che devi fare per me, Edith. Questa settimana insieme a voi è stata un vero spasso, grazie millle. >>

 

Si indicò la testa, mimando con le dita la forma dell'arma da fuoco. La piccola lo imitò, posizionando la pistola ricaricata sulla sua tempia. Contò fino a tre, con le palpebre abbassate.

 

Uno...tolse la sicura.

 

Due...sistemò l'indice sul grilletto.

 

Tre...era un'assassina. Ormai uccidere non l'avrebbe più spaventata!

 

Puntò l'arma velocemente verso il petto dell'uomo biondo, il quale fece solo in tempo a lasciar cadere il sigaro non finito sul pavimento d'avorio.

 

Edith Weller uccise Anselm Ebner e i suoi seguaci senza esitazione. Una ragazzina di soli dieci anni aveva fatto fuori almeno sei persone quel giorno, i suoi genitori inclusi. Tre anni dopo provò a togliersi la vita buttandosi da un ponte. Incredibilmente si salvò, grazie ad una donna dagli occhi gentili che era accorsa.

 

 

 

<< Non vi perdonerò mai. SIETE DEI MOSTRI! >>

 

Subaru si concentrò sugli occhi pieni di odio della coetanea, dove però alcune gocce d'acqua si stavano formando negli angoli.

 

<< ...So di essere un mostro. >>

 

Rispose l'albino, volenteroso di far smettere quella lotta inutile. Si tolse da sopra Minako e si alzò in piedi, zoppicando sulla gamba destra a causa di una lieve storta.

L'albina lo fissò attonita, mettendosi a sedere e rialzandosi lentamente.

 

<< Non avevo mai visto un mostro che si dà del mostro da solo. >>

 

Lo raggiunse con un po' di difficoltà e gli si fermò dietro.

 

<< ...Hai ragione. I nobili sono disgustosi. >>

 

Spezzò il ghiaccio l'albino dopo un silenzio interminabile, cogliendo di sopresa la mezza vampira.

 

<< Loro non si curano di nessuno, prendono ciò che vogliono di più con i soldi...o con la forza. >>

 

Nelle sue orecchie poteva quasi udire le urla di Christa, trascinata dentro la torre dalle guardie reali.

 

<< Karl-sama! La prego...non mi faccia questo! No! >>

 

<< Lo faccio per il tuo bene amore. Io tengo alla tua salute. >>

 

Si giustificò il re dei vampiri, gli occhi rossi puntati su quelli della sua delicata moglie...e cugina. Aveva usato il suo fascino persino sul suo stesso sangue, e dalla loro relazione incestuosa era nato l'ultimo dei Sakamaki. I rapporti intimi non erano inizialmente consenzienti...ma alla fine la vampira era impazzita d'amore. E anche di gelosia. La rinchiusero in quella prigione perchè la consideravano una pazza. Era tutta colpa di quell'uomo se sua madre era diventata così.

 

Lanciò un'occhiata alla ragazza alle sue spalle, leggendo lo stesso dolore che aveva conosciuto lui stesso nella sua infanzia. La prese per un braccio e la portò dinnanzi a lui, avvicinò le labbra al suo orecchio e le sussurrò un nome.

 

<< ...A cosa mi servirebbe sapere questo? >>

 

<< Non sono sicuro che sia certo...ma l'odore che ha addosso mi ricorda tanto quella persona. Se così fosse...sarebbe in grave pericolo. >>

 

L'albina si irrigidì, e abbassò il capo. Ora che aveva scoperto l'identità del maledetto demone dentro di Yui avrebbe fatto il possibile per impedire il peggio.

 

<< Subaru...grazie. >>

 

Lo aveva chiamato per nome, per la prima volta da quando aveva messo piede in quella magione.

Entrambi fecero un passo indietro per allontanarsi, ma qualcosa non glielo permetteva. Abbassarono lo sguardo e si accorsero che la piccola chiave d'oro di Subaru si era incastrata tra le spine metalliche del pendente a forma di rosa di Minako.

 

<< Oh! Aspetta, ci penso io. >>

 

L'albina portò le mani a sciogliere il particolare intreccio, un po' in soggezione per la vicinanza con il coetaneo. Non che si sentisse come una di quelle ragazze innamorate tutte cuori e zucchero ma...il sedicenne era molto vicino al suo tipo ideale. Bellissimo, stile dark, un lupo solitario...e purtroppo un vampiro.

 

<< Ok, ecco fatto. >>

 

La chiave e il ciondolo ricaddero sui loro rispettivi petti, in un tintinnio sordo.

 

<< E' molto bella la rosa...ha qualche significato? >>

 

Osò domandare Subaru, separato da una minima distanza da Minako.

 

<< Era di mio padre. Mi disse che ero una delle sue rose più belle quando me la regalò. >>

 

La strinse con un sorriso nostalgico e indicò con gli occhi la curiosa chiave del ragazzo.

 

<< Invece la tua chiave? E' un simbolo profondo... >>

 

Il vampiro se la mise sul palmo, lasciandola brillare come un gioiello sotto i raggi lunari.

 

<< Me l'ha data mia madre...per non lasciarla mai da sola. >>

 

L'albina annuì, benchè non avesse compreso il significato dell'affermazone.

 

<< ...Non sei un mostro. >>

 

Gli disse, avendo riconosciuto di aver commesso un errore nel definirlo così. L'altro la guardava con ambo le sopracciglia alzate per la sorpresa e una sua mano le avvolse la pelle morbida del braccio. Avvertì sotto i polpastrelli qualcosa di ruvido e lungo sull'epidermide mentre carezzava quella parte in silenzio. Si osservavano con attenzione, lo scarlatto si confondeva nell'argento...

 

<< Io...dovrei andare. >>

 

<< Io...dovrei andare. >>

 

Lo dissero all'unisono e arrossirono imbarazzati.

 

<< Bene...io vado di là... >>

 

Annunciò Minako, incamminandosi verso l'ala delle stanza riservate agli ospiti.

 

<< Si...io vado...là. >>

 

Rispose Subaru, giocando nervoso con la chiave mentre ritornava nella sua camera.

 

“ Cosa diavolo è successo?! ”

 

Pensava l'albina, poggiando la fronte sulla porta appena chiusa.

 

“ Urgh, cosa sono questi rossi?! ”

 

Pensava l'albino, passandosi scocciato una mano nei capelli.

 

“ ...Sono un'idiota!!! ”

 

Fu il pensiero che passò nella mente di ambo i ragazzi, confusi e frustrati a causa del calore che avevano sentito grazie a quel contatto.

 

Continua...

 

 

  
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