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Autore: Iris_Light    03/04/2020    1 recensioni
Ciò che andrete a leggere, semmai entrerete in questa "fanfiction", altro non è che uno sfogo / battaglia interna unito a pensieri riguardanti un evento della mia vita, con determinate persone, che mi ha fatto ricadere momentaneamente nel mio abisso di ansie ed ossessioni. Da qui il titolo "Abyssus".
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Grazie a chiunque leggerà.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abyssus




Ero in guerra.

Davanti ai miei occhi l'oscurità che scaturiva da quel gelido tunnel non faceva che risucchiarmi. Attrarmi a sé come aveva sempre fatto in tutti questi anni e come aveva intenzione di fare per al tre tanti anni.

Deglutii al solo pensiero.

Non volevo tornare in quel tetro abisso che mi aveva risucchiato le energie per così tanto tempo.

Non volevo cedere e precipitare nel buio dei miei pensieri e delle voci che mi tormentavano.

Non volevo e non ci sarei mai più tornata là dentro.

Me l'ero ripetuto talmente tante volte che ormai conoscevo a memoria qualsiasi ritornello che avevo creato nella mia mente pur di mantenere la lucidità. Pur di non soccombere mai più. Ma non era così facile, anzi, non lo ero per niente.

Ogni volta che credevo di aver vinto ed essere uscita dall'oblio in cui ero caduta anni fa, ogni santissima volta che pensavo “Sì, finalmente ce l'ho fatta. Questa volta sarà diverso” in realtà c'era sempre qualcosa o qualcuno pronto a ributtarmi giù. Pronto a farmi ricadere nel baratro da cui ero risalita quasi strisciando sulle pareti. E spesso, chi mi deludeva era sempre qualcuno in cui riponevo ciecamente la mia fiducia.

L'essere umano è di natura egoista. Troppo spesso ci interessano più dei nostri tornaconti personali, piuttosto che della felicità altrui.

Mentiamo, feriamo, accusiamo e castighiamo persone che, magari, un minuto prima consideriamo nostri “alleati” ed un secondo dopo mutano come nostri peggiori “nemici”. Fregandocene se stiamo facendo loro del male. E per cosa poi? Per vincere un'inutile battaglia verbale? Per sentirsi dire “hai ragione tu” oppure semplicemente per sentirsi più fighi. Non lo so. Non so che rispondere. Ma era proprio a causa di persone del genere che non facevo che ricadere nel baratro di continuo. Ed anche questa volta, in realtà, la situazione non era mutata poi così tanto.

Sospirai profondamente, chiudendo gli occhi quasi sconfitta.

Tu hai le armi per sconfiggere questo. Ce la puoi fare. Devi solo crederci”

Le sue parole mi rimbombarono dentro la testa. I tentacoli di quell'essere infido ed oscuro cercarono di riattirarmi dentro di sé.

Avevo le forze per poter combattere, ma non possedevo la giusta energia per continuare questa guerra. Eppure non volevo arrendermi.

Che controsenso continuo.

Volevo ma non facevo. Non facevo ma non volevo arrendermi.

Esiste qualcosa di più contorto della mia sadica mente? Forse sì, anzi sicuramente sì, ma non riuscivo a trovare il nesso in tutto questo.

Però ero sicura di non voler tornare là, questa volta. Per questo mi imposi di reagire. Non volevo soffrire, non volevo più star male a causa di persone che non meritavano il mio affetto, non volevo e non ci sarei ricaduta di nuovo.

Indietreggiai e, con tutta la misera forza che possedevo, cercai di divincolarmi da quei tentacoli maledetti che non erano intenzionati a lasciarmi andare.

E più mi allontanavo e più i vari flashback del mio passato tornavano vividi nella mia memoria.

La delusione di essere stata tradita da una mia cara amica, la rabbia di essere stata giudicata – ancor prima che potessi parlare e spiegarmi – da una delle persone più importanti della mia vita e della mia famiglia. La solitudine nell'essermi ritrovata sola, il senso di rimorso per non aver detto le cose quando avrei dovuto (anche se non ero tenuta a dire niente a nessuno, visto che si trattava di mie cose personali), ma soprattutto l'amarezza di aver creduto di avere delle persone al mio fianco a cui interessasse il mio benessere.

Già, proprio questo punto faceva più male. Pensavo che loro mi volessero bene, pensavo che gli stesse a cuore il mio benessere sia fisico che psicologico, dopo che sapevano anche tutti i brutti anni che avevo passato.

Eppure, la verità era chiara come il sole: io, a loro, non importavo.

E mentre io ero qui, a struggermi e a lottare contro l'abisso che mi tormentava da anni, loro se ne stavano comode comode, sedute sui rispettivi divani, “apposto con la coscienza” - parole testuali – certe del fatto che avessi torto io a priori.

Beh, fanculo tutto e tutti!

Perché io dovevo stare così male, per una cosa che manco avevo fatto e di cui ero stata accusata ingiustamente, mentre loro se ne stavano belle a poltrire nelle rispettive stanze e fare come se non fossi mai esistita?!

Non era giusto. Non aveva senso!

E forse fu quella rabbia a farmi reagire.

Strattonai con forza i tentacoli che mi avvolgevano le braccia e, in pochi istanti mi ritrovai col sedere sul suolo, ma libera di potermi muovere. Libera di poter agire. Libera di poter vivere lontano dall'abisso.

E così feci.

Mi voltai e corsi a per di fiato allontanandomi da lui il prima possibile. Corsi ancora, ed ancora ed ancora, fino a quando non lo vidi in lontananza come un minuscolo puntino color carbone fluttuante nella vegetazione.

Ero salva. Almeno, per ora, ero riuscita a fuggire. Almeno, per ora, avrei potuto tirare un sospiro di sollievo.

Almeno, per ora, l'abisso non mi avrebbe trascinata con sé.





Nota Autrice:

Se siete entrati in questa “ff” per leggere queste pagine di sfogo / pensieri / battaglia interna, vi ringrazio dal profondo del mio cuore. Sono abituata a scrivere storie per me, in generale, ma oggi il mood era differente dal solito. Volevo solo scrivere su un pezzo di carta tutta la mia amarezza che provo nei confronti di due persone che mi hanno trattata come se fossi una pezza da piedi, causando la mia solita caduta nel mio “abisso” di ansie ed ossessioni che mi tartassa mentalmente da anni. Alla fine la rabbia ha avuto il sopravvento, facendomi reagire, ma il rancore ed il sapore amaro di tutta la faccenda ancora non mi abbandonano del tutto.

E niente, grazie per essere passati.

Iris_Light

  
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