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Autore: Babbo Dark    04/04/2020    2 recensioni
Dopo la sconfitta del kanima, Peter decide di organizzare un pomeriggio di relax e divertimenti con il Branco; peccato, però, che la sua sceneggiatura preveda la presenza di due marionette raffiguranti Stiles e Derek intenti a fare sesso. Quello che doveva essere un pomeriggio spensierato si trasforma in qualcosa di terribilmente marcio, con Stiles che viene deriso dagli amici e Derek che organizza l'allenamento più massacrante di tutti.
Leggete le note iniziali, quest'introduzione fa davvero pena...
Genere: Demenziale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Il branco, Stiles Stilinski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Note iniziali: sinceramente, questa one shot era nata come qualcosa di leggero e demenziale ma più andavo avanti e più le cose si facevano tristi e alla fine mi sono arreso e ho continuato per questa strada; nonostante sia una Sterek non ci sarà nessuna dichiarazione tra i due, quindi mi piace definirla come una pre-slash.
 
ATTENZIONE: nella storia ci saranno commenti e derisioni nei confronti di Stiles, oltre che frasi derisorie pronunciate dallo stesso Stilinski, e se la cosa vi da fastidio NON LEGGETE; non ci saranno dichiarazione omofobe ma insulti pronunciati da Stiles nei confronti di se stesso. Lettore avvisato, mezzo salvato.
 
Buona lettura!

Babbo Dark
 
IL MARIONETTISTA
 
 

Derek Hale sapeva tante cose.

Sapeva quali erbe potevano essere letali per lui e quali no; sapeva come attaccare e difendere; sapeva come controllarsi durante a Luna piena e soprattutto sapeva che non doveva mai, mai, mai, MAI fidarsi di suo zio.
Perciò, quando quel pomeriggio ricevette quello strano messaggio da parte dello psicopatico sospirò rumorosamente e iniziò a massaggiarsi le tempie; non prevedeva nulla di buono…
 

 
***
 


[Nuovo messaggio da Numero Sconosciuto, ore 12.30]
Lupacchiotti, qui parla lo splendido Peter Hale! Alle 16.00 tutti davanti alla villa per una cosa importantissima!
 


Stiles rilesse più volte quell’unico messaggio inviatogli da Peter-Sono-Folle-Hale e se inizialmente si chiese il motivo per cui quel pazzo avesse il suo numero, poco dopo si tranquillizzò dicendosi che lui non era un “lupacchiotto” e che quindi non doveva preoccuparsi; peccato, però, che dieci minuti dopo aveva ricevuto tre messaggi differenti, inviati da Scott, Lydia ed Erica.
 


[Nuovo messaggio da “Scottino”, ore 12.40]
Fratello, mi dai un passaggio? La moto è dal meccanico :(

[Nuovo messaggio da “Lydia”, ore 12.41]
Mi accompagnerai a questo stupido incontro, Stilinski, ho appena fatto lavare la macchina e non posso sporcarla con il fango!

[Nuovo messaggio da “CatWoman”, ore 12.42]
Ehi, Batman, c’è posto per me e per Boyd nella Batmobile?
 


Frustrato e irritato, Stiles accettò le richieste dei suoi amici e si preparò al peggio; dopo la sconfitta del kanima, e la fuga di Jackson a Londra, Beacon Hills era entrata in uno strano periodo pacifico che aveva concesso al Branco il lusso di rilassarsi e godersi la vita.

Fu così che alle 15.30 la jeep azzurra, ormai colma, partì da casa Martin per dirigersi alla riserva; Stiles dovette sospirare più volte alle eccessive manifestazioni amorose di Erika e Boyd, leggermente invidioso dei due, e soprattutto si costrinse ad abbozzare i borbottii di Scott, il quale era stato relegato ai sedili posteriori da una leggermente irritata Lydia.
Non ci volle molto prima di raggiungere Villa Hale, i cui resti erano stati abbattuti per consentire agli addetti ai lavori di ricostruire quella che un tempo era considerata una delle magioni più belle di tutta la città; il gruppo scese dall’auto per poi salutare i presenti: Allison, Isaac e soprattutto Derek.

L’Alpha sospirò pesantemente quando Scott gli diede un paio di pacche sulle spalle, trattenendosi dallo staccare quella mano che puzzava terribilmente di sperma e cioccolato.
 
 

«Lupetti e non, cagacazzo di tutte le età!» esclamò improvvisamente Peter, facendo sussultare Stiles per lo spavento «Vi starete chiedendo il motivo per cui siete riuniti qui e la risposta è molto semplice!» disse mostrando un sorriso a trentadue denti.

«Stai per fare coming out e affermare che sei squilibrato?» domandò Stiles in un ghigno.

«Se qui c’è qualcuno che deve fare coming out quello non sono io…» rispose tranquillamente l’Hale «Ora andiamo, lo spettacolo sta per iniziare!» disse incamminandosi sul limitare del bosco.

«Tu sai di cosa sta parlando?» domandò Erika a Derek, il quale si limitò a scuotere la testa.

«TA DAN!» urlò euforico Peter, le braccia tese a indicare quello che sembrava a tutti gli effetti un teatrino per le marionette.

«BURATTINI! URRÀ!» esclamò Scott prima di sedersi davanti alla piccola tenda rossa ancora chiusa.

«Non sei troppo grande per queste cose?» domandò Boyd.

«Ti riferisci al Beta scemo o a quello pazzo?» chiese invece Isaac.

«Entrambi, credo…» si aggiunse Lydia.

«E dai! Siate buoni, ho impiegato tre mesi per scrivere la sceneggiatura!» disse Peter imbronciandosi.

«Addirittura tre mesi?» domandarono in coro Allison e Derek.

«Se non vedrete il mio spettacolo darò fuoco ai vostri letti e sapete che ne sono capace!» minacciò Peter, facendo illuminare le iridi di blu.

«E dai ragazzi, marionette!» disse Scott imbronciandosi.

«Fa che questa tortura finisca presto…» sbuffò Derek mentre si sedeva.

«Io accetto solo perché tengo al mio bellissimo letto!» disse, invece, Stiles il quale fu costretto a sedersi tra Scott e Derek visto che gli altri posti erano stati occupati dal Branco; Peter sorrise euforico e si nascose dietro al piccolo teatro prima di schiarirsi la voce con un paio di colpi di tosse.

«C’era una volta una piccola città nota come Beacon Hills…» iniziò a parlare l’Hale mentre apriva la tenda.

«BEACON HILLS! WOOOOOO!» urlò euforico Scott, ricevendo uno scappellotto da parte di un irritato Boyd.

«In questa città viveva un grosso lupo brontolone chiamato Telek…» Erika scoppiò a ridere sguaiatamente quando vide una marionetta che rappresentava la parodia del suo Alpha «Telek era un lupo brontolone perché costretto ad ammazzarsi di pippe tutto il giorno…» continuò tranquillamente Peter, ignorando il ringhio d’avvertimento del nipote «Un giorno il lupo brontolone e segaiolo incontrò tanti piccoli lupetti cagacazzo…» accanto al Derek-marionetta vennero sollevati dei cucchiai di plastica, ognuno raffigurante un membro mannaro del Branco; Boyd sbuffò un ‘Questo è razzista…’ quando notò il cucchiaio nero, Isaac ringhiò quando vide la sua controparte giocattolo rappresentata solamente come un cucchiaio bianco con un pezzo di stoffa appesa attorno al collo, Scott corrucciò le sopracciglia nell’osservare un cucchiaio con un folto batuffolo di capelli neri attaccati in punta mentre Erika roteò gli occhi davanti la scritta ‘Sexy lady wolf’ tracciata sul cucchiaio «E poco dopo anche un ragazzino, Ztitez…» una marionetta poco più piccola di Derek venne sollevata nello stesso momento in cui Stiles si portava una mano sul volto «E Layladia…» Lydia sbuffò quando si vide raffigurata come una matrioska gialla con attaccati in testa dei fili di lana rossa.

«Perché solo Stiles e Derek hanno dei burattini tutti loro? Non è giusto!» disse Erika offesa.

«Perché sì!» ringhiò a sua volta Peter da dietro il teatrino «E ora che ci penso non c’è neanche la cacciatrice ma tanto non è importante per la storia!» disse ridacchiando.

«EHI!» urlò irritata Allison.

«Zitta cacciatrice, o brucio il tuo letto.» minacciò Peter «Comunque… Telek e Ztitez erano ultra mega iper gay e attratti l’uno dall’altro…» Stiles arrossì mentre Derek ringhiava «E un giorno, mentre Telek si allenava, Ztitez irruppe nel suo loft…» la maglia di Derek-marionetta venne tolta, rivelando degli addominali disegnati alla meno peggio.

«Chissà cosa succederà ora…» esclamò eccitato Scott.

«Peter, attento a te.» disse semplicemente Derek mentre faceva illuminare le iridi di rosso.

«“Oh, Telek, sei tutto nudo e sudato!” esclamò Ztitez; “E sono anche eccitato!” rispose Telek…» disse Peter facendo le voci ridicole dei suoi personaggi «“E ora ti faccio urlare!”; “Oh, Telek, sei così duro!”­» Derek sgranò gli occhi quando vide la sua marionetta strusciarsi in modo per niente equivoco contro quella di Stiles; l’Alpha lanciò uno sguardo all’umano, trovandolo rosso come un pomodoro e con le mani davanti al volto «“Oh, oh! Telek, sei così grosso e duro! Colpisci tutti i punti giunti! Oh, così!”; “Oh, Ztitez, era da tanto che volevo incularti ma ero così timido! Oh! Sei così stretto!”» il Branco iniziò a ridacchiare quando sentì Peter imitare dei gemiti; Scott corrugò le sopracciglia, leggermente confuso da quella situazione, mentre Stiles voleva seppellirsi vivo e all’istante «“OH, OH, OH! STO PER VENIRE! POSSO FARLO IN QUESTO CULETTO STRETTO?! COSÌ TUTTI SENTIRANNO IL MIO ODORE!”; “Sì, Telek, sì!”; “AHHHHHHHHHHHH!”. AHHHHHHHHHH! NIPOTE CATTIVO, NIPOTE CATTIVO!» Derek, stufo di quella situazione, si era alzato e aveva sollevato il teatrino con una mano prima di scaraventarlo contro il primo albero che gli capitava a tiro per poi sollevare lo zio per il collo.

«DEFICIENTE!» urlò furibondo Derek «CHE CAZZO TI PASSA PER LA MENTE?! LA MORTE TI HA FUSO L’UNICO NEURONE CHE TI RITROVAVI?!» ruggì furibondo, incurante di quello che accadeva alle sue spalle.

«Ma Derek, il piccolo Stilinski è cotto di te ed è giusto che vi divertiate con una sana scopata!» esclamò innocentemente Peter mentre il Branco scoppiava in una sonora risata.

«Sì, certo!» rise Isaac appoggiandosi contro un Boyd fin troppo divertito «Casomai se lo scopa nella Camaro!» il ragazzo di colore ululò una risata, ben ricordando la loro quasi morte quando sporcarono per errore i sedili dell’auto con del gelato.

«Oppure nella Jeep!» la risata di Erika si unì al gruppo mentre Derek faceva cadere al suolo suo zio, che fuggì rapidamente per evitare di morire. Di nuovo.

«Come se Stiles potesse fare un pompino decente…» disse con nonchalance Lydia mentre si fissava le unghie.

«TROPPI DETTAGLI! TROPPI DETTAGLI!» urlò Scott, le mani sulle orecchie e il volto paonazzo per l’imbarazzo.

«Imbecilli…» sussurrò Derek illuminando le iridi di rosso, facendo scoppiare altre risate.

«Stiles? Tutto bene?» sussurrò Allison toccando gentilmente la spalla dell’amico che, per tutta risposta, si sollevò di scatto da terra; gli occhi lucidi e fissi al suolo, il volto rosso per l’imbarazzo e l’impellente bisogno di scoppiare in lacrime, possibilmente nella solitudine della sua stanza.

«VAI STILINSKI! FATTI SCOPARE!» urlò Erika prima di sdraiarsi al suolo, le mani sullo stomaco per le troppe risate.

«Come se Stiles avesse una chance con uno come Derek!» rise Boyd, le lacrime agli occhi.

«C’è qualcuno con cui Stiles avrebbe delle speranze?» chiese retoricamente Isaac, battendo con forza una mano contro la spalla dell’amico.

«Stiles…» sussurrò nuovamente Allison ma poi, improvviso come un fulmine a ciel sereno, un singhiozzo attirò l’attenzione dei presenti.
 
 

Stiles tirò su con il naso e si voltò di scatto prima d’incamminarsi verso la jeep, le lacrime che iniziavano a bagnargli il volto e l’eco di quelle risate ancora in testa; il ragazzo ignorò la voce di Peter che lo inseguì e gli afferrò saldamente il polso sinistro, iniziando a giustificarsi, ma Stiles si liberò dalla stretta e salì a bordo della propria auto prima di partire verso casa, desiderano la privacy della sua stanza per poter urlare il dolore e l’umiliazione provocata da quell’incontro.
 
 

«Siete degli idioti.» disse seccamente Allison mentre si alzava da terra «Complimenti a tutti, c’era davvero bisogno di umiliarlo in questo modo?» domandò rivolta ai licantropi che si lanciarono un rapido sguardo «E tu, perché non l’hai difeso?» chiese rivolta al suo ex ragazzo, che abbassò il capo e sospirò «Io me ne vado.» sussurrò, raggiungendo la sua auto «Complimenti Peter.» sibilò dando una spallata all’ex Alpha.

«Centocinquanta flessioni. Tutti quanti.» ordinò Derek, le iridi rosse e un pericoloso ringhio nella voce; i licantropi deglutirono rumorosamente e si apprestarono a eseguire ma, appena Lydia si alzò e si voltò, Derek la afferrò per la spalla e incrociò il suo sguardo «Cosa non hai capito della frase ‘Tutti quanti’? Uh?» chiese retoricamente Derek, facendo sgranare gli occhi di Lydia.

«Io non accetto ordini da nessuno e…» il ruggito dell’Alpha la fece sussultare e prima che se ne rendesse conto si era sfilata le sue costosissime scarpe e aveva iniziato a fare le flessioni, sotto lo sguardo furibondo di Derek.
 
 
***
 
 

Casomai se lo scopa nella Camaro!
Oppure nella Jeep!
Come se Stiles potesse fare un pompino decente…
VAI STILINSKI! FATTI SCOPARE!
Come se Stiles avesse una chance con uno come Derek!
C’è qualcuno con cui Stiles avrebbe delle speranze?
 

Stiles, il volto sprofondato nel cuscino, singhiozzò nel ripensare a quelle frasi di scherno pronunciate da quelli che, almeno nell’apparenza, facevano parte del suo stesso Branco; la gola gli bruciava per tutte le volte che aveva urlato, gli occhi gli pulsavano per tutte le lacrime versate eppure quel dolore non voleva saperne di attenuarsi. Per un momento si chiese con quale coraggio avrebbe rivolto loro la parola ma poi, scuotendo il capo, si disse che probabilmente dopo la sua fuga il suo posto nel Branco fosse andato perduto perché, come detto da Boyd e Isaac, lui non aveva speranze con nessuno e figuriamoci con Derek; immaginò il disgusto dipinto sul volto dell’Alpha, e le risate che si era fatto subito dopo che se ne era andato via. Perfino Scott non era intervenuto e Scott interveniva sempre per proteggerlo da quelle situazioni e questo faceva ancor più male delle prese in giro; Stiles non poteva farci nulla, dopo aver visto il modo in cui Lydia e Jackson si erano baciati aveva deciso di mettere una pietra sopra la sua cotta per la ragazza e poi, piano piano, i suoi sentimenti si erano spostati per il pupillo degli Hale.

Poco a poco l’immagine di un Derek intento a vendicarsi sul suo povero corpo si formò nella sua mente, accompagnata dalle risate di tutto il Branco e questo fu sufficiente per farlo vomitare sul pavimento; ne era certo, la vendetta di Derek sarebbe arrivata e lui ne sarebbe uscito malissimo. Cosa poteva fare un sedicenne di sessantasei chili di pelle chiara e ossa fragili contro un licantropo? Nulla, ecco cosa…

Singhiozzando, Stiles scese dal letto solo per poter recuperare uno straccio e pulire il suo stesso vomito; non era passato neanche un mese da quando aveva intuito la sua omosessualità e ora il Branco lo sapeva e, naturalmente, nel giro di qualche ora tutta la scuola lo avrebbe saputo perché Lydia Martin amava quel tipo di pettegolezzi e lui avrebbe subito tutto a testa bassa.
 
 
***
 

«Cinquecento addominali! ORA!» un sonoro borbottio si levò dalle gole dei ragazzi, stremati per quell’allenamento improvvisato; dopo le flessioni, infatti, Derek li aveva costretti a fare cento giri attorno ai resti di villa Hale, subito seguiti da altri cento piegamenti.

«Derek, pietà!» sussurrò Isaac a corto di fiato «I miei muscoli ululano!» disse stramazzando al suolo.

«Domani non riuscirò ad alzarmi dal letto…» borbottò Lydia «Anzi, che dico! Non riuscirò neanche ad uscire dalla macchina questa sera!» disse più a se stessa che agli altri.

«Dai nipote, siamo stanchi e doloranti…» s’intromise Peter «Lasciaci andare a casa a riposare…» Derek, però, fece illuminare le iridi di rosso e ruggì.

«Seicento addominali!» tuonò, ignorando il lamento disperato dei presenti.
 
 
***
 
 

Noah Stilinski fissò la figura silenziosa di suo figlio per tutta la cena, attento a ogni suo gesto; inizialmente aveva trovato sospettosa la presenza della pizza sul tavolino, vista la sua nuova e rigidissima dieta, ma con il passare della serata le cose erano peggiorate. Stiles non parlava, si limitava a sbocconcellare la sua pizza e basta; gli occhi bassi e cerchiati di nero lo stavano facendo preoccupare, senza contare tutte le volte in cui si era schiarito la gola nel corso della cena.

Alla fine, sospirando e abbassando il suo pezzo di pizza, lo sceriffo parlò.
 
 

«Ragazzo, cos’è successo?» chiese Noah ma il figlio scosse semplicemente le spalle per poi sospirare rumorosamente «Sei preoccupato per la scuola? Temi di non passare all’anno successivo?» chiese e Stiles si bloccò appena prima di annuire, facendo rilassare appena le spalle del padre; dal canto suo, il ragazzo sospirò nuovamente, aggiungendo quella cazzata alla pila sempre crescente che stava raccontando al suo vecchio «Stiles, io sono certo che…» il cellulare di servizio squillò, interrompendo lo sceriffo che si ritrovò a rispondere «Sceriffo Stilinski.» disse seccamente per poi sospirare frustrato nell’udire la richiesta del suo vice «Arrivo…» disse semplicemente prima di riagganciare «Era Parrish, devo andare.» Stiles si limitò ad annuire, facendo sospirare suo padre «Ehi, basta pensieri cupi. Andrà tutto bene.» Noah sorrise e Stiles annuì nuovamente.
 
 

Il ragazzo attese che suo padre uscisse di casa prima di chiudere i cartoni della pizza e riporli sulla mensola per poi dirigersi in camera sua, grato dell’assenza paterna perché lui, in quel momento, non aveva alcuna voglia di parlare; temeva che la sua voce uscisse strozzata, aveva paura di piangere, ma soprattutto era terrorizzato all’idea di rivelare al padre la sua sessualità.

Così, prendendo gli abiti per la notte, Stiles si chiuse in bagno.
 
 
***
 
 

«Mi scusi Signora Martin, ma oggi l’allenamento di autodifesa è durato molto più del previsto.» Nathalie annuì e sorrise appena, ipnotizzata dal bellissimo ragazzo che aveva riaccompagnato a casa sua figlia «La prossima volta presteremo maggiore attenzione.» Derek sorrise e la donna ridacchiò, incurante della stanchezza che permeava sul volto della figlia «Al prossimo allenamento, Lydia.» sussurrò l’Alpha, facendo rabbrividire la ragazza che, lentamente, si diresse a passo spedito nella sua camera da letto.
 
 

Una volta rientrato nella sua auto, Derek osservò attentamente Scott, Erika e Boyd prima di sollevare le sopracciglia nella loro direzione, ghignando vittorioso nel vedere i loro volti sconvolti; erano ormai le venti passate quando l’Hale aveva deciso che l’allenamento poteva essere considerato concluso, con universale gioia per il Branco, e ora, dopo aver riaccompagnato a casa la banshee, Derek si preparò per dare il colpo di grazia.
 
 

«Sentite dolore?» chiese tranquillamente mentre si rimetteva nel traffico cittadino; un borbottio indistinto gli raggiunse le orecchie e Derek annuì «Bene.» disse seccamente, immettendosi nella via che lo avrebbe condotto a casa di Erika e Boyd «Prendete il dolore che provate in questo momento e moltiplicatelo per un milione, ok?» chiese, ricevendo un gemito in risposta «Quel dolore che avete immaginato è solo una piccola parte di quello che ha provato Stiles oggi pomeriggio.» Scott sgranò gli occhi e fissò l’Hale, che lo ignorò completamente «Inoltre…» aggiunse parcheggiando davanti al vialetto di casa Boyd per poi voltarsi verso i Beta, facendo illuminare le iridi di rosso «Se osate fare un’altra volta una stronzata simile a un membro del Branco, o a qualsiasi essere vivente sulla faccia dell’universo, io vi distruggo. Chiaro?» i ragazzi annuirono, preoccupati da quella minaccia «HO DETTO: CHIARO?!» tuonò furibondo, facendo annuire i ragazzi.

«Chiaro!» urlarono in coro i Beta.

«Bene.» sentenziò seccamente Derek prima di uscire dall’auto per accompagnare Boyd dai suoi genitori.
 
 
***
 
 

Stiles non voleva piangere, si era sinceramente stancato di tutto quello schifo, eppure quelle parole tornarono prepotentemente nella sua mente e si ritrovò a singhiozzare contro l’anta della doccia, incurante dell’acqua calda che gli stava colpendo la schiena, arrossandola minuto dopo minuto; alla fine, sospirando rumorosamente, il ragazzo aveva chiuso l’acqua senza aver usato né shampoo e né bagnoschiuma ed era uscito dalla doccia, asciugandosi sommariamente mentre lottava con le lacrime.
Quando uscì dal bagno, però, s’immobilizzò sul posto; Derek Hale era nella sua stanza, comodamente seduto sul letto e con in mano quelle stupide marionette. ‘Bene, è arrivato il momento…’ pensò Stiles mentre sospirava rumorosamente.
 
 

«Ciao Stiles.» disse solamente Derek.

«Ti prego…» sussurrò in risposta l’umano «I… I… Io non ti darò fastidio, ok? Non è che mi masturbo pensando a te e non ho intenzione di avvicinarti o infastidirti, lo giuro! S… So che ti fa schifo l’idea che un frocetto del cazzo ti pensi in quel modo quindi… Dimentica oggi, ok?» disse rapidamente, la gola che gli bruciava e gli occhi resi liquidi dall’umiliazione che sentiva.

«Stiles…» si limitò a sibilare Derek, corrucciando lo sguardo e serrando la mandibola; Stiles sospirò rumorosamente, lo sguardo basso e le spalle tese.

«M… Mi dispiace, ok?!» disse gesticolando animatamente, impedendosi d’incrociare lo sguardo del più grande «M… Me la farò passare e come ho già detto non… Non ti darò fastidio, né penserò a te negli attimi personali! Tanto già lo ha chiarito Isaac, no? Chi sarebbe mai interessato a me? Ti chiedo solo di non ridere di me, non farlo anche tu… E ti prego, non chiamarmi frocio o finocchio… Fa male…» un paio di lacrime sfuggirono al suo controllo, facendo arricciare il naso del lupo che si alzò di scatto dal letto e illuminò le iridi di rosso.

«Stiles.» ringhiò Derek, avvicinandosi di qualche passo verso l’umano che singhiozzò e tremò; l’Hale deglutì, ricordando perfettamente cosa passò lui a suo tempo e chiuse gli occhi, percependo la tristezza del ragazzo entrargli fin del corpo e infettargli il sangue.

«Non in faccia…» sussurrò Stiles, arrendevole come non mai «Non so come giustificherò a mio padre i graffi e i lividi sul volto; colpisci tutto tranne la faccia, ti prego…» Stiles chiuse gli occhi, preparandosi al dolore che avrebbe subito e attese; nuove lacrime gli bagnarono il volto mentre i singhiozzi gli mozzavano il respiro.
 
 

Derek, però, gli afferrò saldamente il mento, facendo sobbalzare visibilmente, prima di sollevare quel volto che man mano stava perdendo i tratti della fanciullezza in favore di quelli più marcati; le iridi del lupo osservarono attentamente i nei sparsi sulla pelle chiara, concentrandosi per qualche minuto in più sulle labbra rese rosse dai numerosi morsi che Stiles continuava a darle, e alla fine sospirò rumorosamente.
 
 

«Non accetto queste stronzate nel mio Branco.» disse tranquillamente Derek «Non osare mai più definirti “frocio” o “finocchio”, ragazzino, altrimenti sarei disposto a ucciderti.» ringhiò, facendo tremare visibilmente Stiles «Ho punito abbondantemente il Branco per come si è comportato e gli ho ordinato di non farlo mai più, odio le prese in giro per l’orientamento sessuale di qualcuno e da bisessuale posso dirti che se dovesse ricapitare, non dovrai essere tu quello preoccupato per le percosse che riceverà dal sottoscritto.» Stiles spalancò gli occhi, incrociando lo sguardo cremisi del lupo, e deglutì rumorosamente «Inoltre, Isaac si sbaglia. Sei il mio tipo, forse un po’ troppo chiacchierone…» sussurrò, lasciandogli un delicato bacio contro la fronte ancora umida dalla doccia «E poi mi fa piacere sapere che uomini e donne immaginino di fare cose con me nelle loro fantasie masturbatorie ma…» sussurrò, avvicinandosi cautamente contro le orecchie di Stiles «Solo per fartelo presente, io sono passivo…» disse, facendo contorcere piacevolmente il più piccolo «Smettila di piangere quindi e tieni la tua stupida marionetta, è molto più bella della mia.» Derek si allontanò da Stiles e sorrise appena prima di carezzargli una guancia per poi dirigersi verso la finestra, una gamba protesa all’esterno «Ah, e domani ti aspetto al Bar della Stazione per prendere un caffè. Alle sedici, ragazzino, e non farmi aspettare.» ordinò prima di saltare fuori, lasciandosi dietro uno Stiles confuso ma molto più leggero.
 
 

Il giorno dopo, mentre accendeva il cellulare, Stiles poté notare i numerosi messaggi di scuse inviatogli dal Branco ma roteò gli occhi quando lesse quello di Peter.
 

 
[Nuovo messaggio da “Il marionettista”, ore 10.30]
Se Ztitez e Telek fanno sesso, voglio essere il primo a saperlo! Chiaro?! Ho impiegato tre mesi per quella sceneggiatura e non ho neanche finito il mio spettacolo (che nipote violento! Tsè!).

E scusa per ieri, volevo aiutarti e non farti sentire così male…
 
 

Note: sarò sincero, non sono affatto soddisfatto di questa OS ma ce l’ho nel computer da mesi ormai e alla fine mi sono deciso a pubblicarla.

Credo che il tutto sia nato dal fatto che molte fanfiction, con pairing Sterek e non, trattino l’argomento in modo peculiare; lo introducono superficialmente (non nel senso che ne parlano male ma si limitano, appunto, ad accennarlo) e poi basta. Quindi ci ho lavorato sopra, creando questa versione del Branco fin troppo “spiritosa”, inoltre, volevo comunicare un messaggio molto semplice: le parole fanno male; in fin dei conti nessuno ha mai offeso pesantemente Stiles, si sono “limitati” a prenderlo in giro, ma sono state proprio le parole e il loro peso a ferire il ragazzo e queste cose succedono ogni giorno, in ogni ambiente della società. Spero di aver trattato bene l’argomento e soprattutto che il messaggio sia arrivato chiaramente.

Non so cosa dire, se non ringraziare tutti coloro che leggeranno questa cosa, inserendola in una delle categorie di EFP e le anime pie che lasceranno una recensione.

Alla prossima!
 

Babbo Dark
   
 
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