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Autore: Elgul1    04/04/2020    6 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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GintamaxInuyasha


" Che piani hai per oggi?" Domando a bruciapelo Miroku intento a mangiare quel piatto di yakisoba che avevano ordinato alla taverna in cui avevano deciso di stabilirsi per quei giorni.
" La mia idea è vedere se, qualche famiglia legata a Nobunobu sa qualcosa in merito a dove si trovino." Dichiarò Inuyasha convinto. C'aveva pensato parecchio sia durante il viaggio che durante la nottata e, cercare informazioni tra i fedelissimi di quel bastardo era l'unica soluzione.
" E tu sei così sicuro che, qualcuno, osera dire qualcosa in merito a Nobu? Il damyo più odiato?" Gli chiese di rimando lui mentre masticava.
" E allora cosa suggerisci di fare? Visto che, da quanto ricordo, avevi un piano." Sbottò Inuyasha seccato.
Miroku mise le bacchette sul tavolo e spostò il suo sguardo sul suo amico. " Chiedere informazioni a zonzo senza una meta non ci porterà da nessuna parte anzi potrebbe far insospettire chiunque e metterci nei guai sia con Shigeshige sia con chi è davvero affiliato a lui." Cominciò a dirgli cercando di spiegarsi.
" E allora che dobbiamo fare?" Domando Inuyasha stizzito.
" Mentre venivamo qua e tu facevi il musone senza parlare con nessuno..." Puntualizzò Miroku facendo sbuffare l amico. " Io ho chiesto ai membri della carovana  tra le varie famiglie chi avesse più bisogno di lavoratori tra tutte quelle più vicine alla casata del damyo per riuscire a fare carriera e, a quanto pare, il clan del ragno sta giusto cercando personale per la propria residenza."  Concluse.
" Perciò dovremmo intrufolarci lì come domestici?" Chiese abbastanza confuso Inuyasha a quella proposta.
Miroku annuì. " Jiraya e il suo clan, da quanto so, erano legati molto alla famiglia del damyo prima che arrivasse Shigeshige perciò, se entriamo lì dentro, sicuramente troveremo notizie." Rispose con un sorriso soddisfatto sul viso.
" E chi ci dice che ci prenderanno? Infondo non abbiamo molta esperienza in quel campo." Replicò per niente convinto di quell'idea. Non era abituato a servire era un nobile come avrebbe potuto fingere di essere qualcos altro?
 " Non devi aver timore..." Mormorò Miroku con un tono fiducioso. " Domani ci recheremo laggiù e mi farò venire un'idea." Aggiunse. Inuyasha annuì con la testa decidendo di chiudere l argomento. Se avesse proseguito, sicuramente, avrebbe potuto dare troppe grane a Miroku e la cosa non gli andava per niente. - Mi fidero di lui infondo di chi mai potrei fidarmi di più?- Ripensò fra sè e sè tornando a mangiare il piatto che aveva davanti.   


-


Era passato un giorno da quando aveva ordinato ai due giovani di osservare la tenuta ma, ancora, non era rientrati. Non era riuscito a dormire nemmeno quella notte che, ormai, era costellata da incubi. Vedeva i corpi di Shigeshige e di tutti gli altri morti e la città completamente distrutta e, lui, nonostante ci provasse, non riusciva a salvare nessuno di loro. Cercava di passare le giornate in maniera normale ma non riusciva a togliersi di dosso quel tarlo.

" Ehi Gin mi spieghi che cos'hai?" Gli chiese la voce di Tsuky seduta accanto a lui e che avvertiva distante visto che la sua mente era altrove..
" Mi spiace, ero sovvrapensiero." Rispose lui con un sorriso stanco rivolto alla bionda.
" Se non volevi che ci vedessimo perché sei stanco bastava dirmelo." Sbottò lei quasi irritata dalla cosa. Correva sempre rischi a venire lì nella casa del nemico del padre che, nell'ultimo periodo, sembrava essere più cupo del solito.
" Si, lo so, scusa non è un periodo molto tranquillo questo..." Dichiarò lui a mo di scusa. " Infondo a breve dovrò partire per portare Soyo dal suo futuro sposo e sono un'po preoccupato." Mentì ancora. Non poteva dire alla bionda la verita lei, più di tutti, era la più vicina a quel pericolo che sembrava incombere sul loro paese.
 Tsuky annuì anche se rattristata. " Era meglio se fossi rimasta nella mia dimora allora." Borbottò con una punta di stizza nella voce che non sfuggì al bianco.
 " Non ti ho chiesto io di venire qua oggi." Replicò lui invelenito lasciando di stucco la donna e anche le persone attorno a loro visto il tono di voce elevato.
" Certo, perché infondo sei sempre stato tu a dirmi di incontrarci più spesso e adesso ti da fastidio la mia presenza?!" Sbottò lei alzandosi in piedi e piazzandosi di fronte a lui con due occhi colmi di rabbia.
Gintoki ricambio lo sguardo ma non con occhi pieni di rabbia ma di tristezza per quello che stava per fare e che, in cuor suo, sapeva si sarebbe pentito.
" Si, la tua presenza mi infastidisce alquanto..." Dichiarò alzandosi in piedi dinnanzi a li. " Non sopporto più di vedere la figlia di un uomo che odia così tanto il mio signore..." Continuò a dire mentre la faccia di Tsuky sbiancava. " Detesto sentirti ogni volta dire che, rischi sempre a venire qui da me è assurdo davvero..." Continuò a dire mentre, dagli occhi della donna, cominciarono a scendere delle lacrime. " Sei solo un peso e niente di..." Prima che finisse di parlare uno schiaffo lo colpì sul viso la mano era piccola molto più di quella di Tsuky.
" Adesso smettila Gin." Dichiarò Soyo con due occhi furenti arrivata in mezzo a loro senza che nessuno dei due se ne accorgesse. " Chiedile scusa e subito!" Gridò Soyo quasi come se fosse un ordine.
" No, non importa Soyo-sama." Sussurrò Tsuky abbassando lo sguardo. " Ha detto quello che voleva e io non voglio essere un peso per nessuno." Annunciò mentre dava la schiena a entrambi e si dirigeva verso l'uscita. " A presto Soyo." Concluse.
La giovane guardò storto Gintoki e poi, tallonata da Kagura seguì la schiena della bionda che si allonatava e, mentre quelle due gli andavano dietro, Gintoki si girò ed entro dentro la casa. - Era l'unica soluzione.- Pensò fra sè e sè con un grosso peso sul cuore.


-


Askin seguiva Utsuro a breve distanza lungo la fitta boscaglia. Ormai erano giunti all'interno di Sorachi riuscendo, grazie a un'idea del samurai più anziano, a infiltrarsi dentro il paese e, adesso, a sentire lui c'era delle persone che voleva fargli conoscere.
" Manca ancora molto?" Chiese abbastanza stufo di camminare dentro il bosco e anche dubbioso sul perché, con loro, non ci fossero quei due nobili che erano rimasti al loro accampamento improvvisato.
 " Siamo quasi arrivati, è la radura poco più avanti." Gli rispose con calma la guida.
" Mi chiedevo perché ha deciso di portarmi con se? E non ha detto niente a Nobu-nobu?" Domandò cercando, in questo modo, di togliersi quel tarlo che gli ronzava la testa da quando, la mattina, Utsuro gli aveva chiesto di seguirlo senza far parola con nessuno. L uomo si fermo all'improvviso mentre la piccola zona si intravedeva tra la vegetazione.
" Diciamo che, gli uomini che sto per farti conoscere, non sarebbero proprio apprezzati per i loro mestieri." Rispose con sincerità e in maniera enigmatica mentre riprendeva il passo e si affacciarono nel luogo d'incontro in cui, sparsi, c'erano varie persone tutti in tenuta da viaggio.

 " E' in ritardo Utsuro-sama." Dichiarò un uomo seduto sopra un piccolo masso. Era una figura longinea dalla pelle pallida e dai corti capelli grigi proprio come quelli di Utsuro e, sotto gli occhi, aveva delle profonde occhiaie come se faticasse a dormire il suo abbigliamento ricordo ad Askin più quello di un monaco che di un samurai.
 " Avevo avvisato che sarai arrivato tardi Oboro." Gli rispose di rimando con un tono calmo.
 " E quello accanto a lei chi è?" Chiese una seconda figura incappucciata al fianco di un'altra molto più grossa e con un enorme spada dietro la schiena.
" E' il rappresentante dei kunoishi che ci accompagna in questa impresa. Pensavo sarebbe stato utile che, tutte le parti, si incontrassero almeno per il momento." Gli spiegò brevemente il samurai errante.
 " Secondo me è sbagliato portare un simile rifiuto fra noi." Rincarò la dose una quarta figura nascosta tra le fronde degli alberi se non per un ciuffo di capelli neri che svolazzava per il vento.
 " Se hai problemi con me scendi giù e affrontami." Replicò Askin prima che Utsuro potesse replicare. L uomo in penombra sorrise e scese giù con un balzo mostrandosi in tutta la sua figura statuaria ricoperta di quelle che sembravano bende. Il corpo sembrava esile quasi come se, qualsiasi volata di vento, potesse spostarlo.
" Ho assaggiato la carne di molti deboli di tanti paesi ma..." Estrasse la spada dal fodero con un ghigno sul viso. " Il sangue di uno sporco kunoishi lo devo ancora divorare." Ammise mentre anche Askin stava per sfoderare la sua spada.
" Makoto..." Mormorò Utsuro mettendogli una mano sulla spalla con forza.
" Cosa ti ho insegnato riguardo agli ospiti?" Gli chiese sibillando in un modo che, anche a distanza, fece venire i brividi allo stesso Askin che, noto, lo sguardo del samurai cambiare completamente così come anche il suo tono di voce sempre cordiale sembrava molto più freddo.
" Ad accoglierli con tutti gli onori..." Prese a dire rimettendo la spada nel fodero e con un tono quasi sottomesso. " E a non provocarli." Concluse voltandosi verso il suo maestro e chinando la testa.
 " Bravo il mio allievo." Disse facendo tornare sul suo volto il solito sorriso e girandosi verso gli altri uomini rimasti a osservare. " Dunque, dato che siamo qui, inizierò a spiegare il vostro ruolo in quello che, a breve, accadrà in questo paese." Annunciò in modo teatrale.


-


Gintoki se ne stava davanti alla finestra a contemplare il giardino della residenza di Shigeshige notando, proprio lì, Kagura insieme a Soyo e a Nobume senza Tsukuyo che, a quanto pare, aveva deciso di andarsene dopo quello che si erano detti. - Dannazione.- Pensò sbattendo con forza il pugno sul muro. Perché aveva reagito in quel modo? Perché? - Sei proprio un'idiota Gin.- Riflettè ancora fra sè e sè.

" Va tutto bene Gin?" Chiese Kenshin affacciandosi sulla porta. Aveva assistito alla scena da lontano senza intervenire e, vedendo il bianco in quello stato, voleva aiutarlo.
 " Sicuramente mi avrai sentito prima litigare con Tsuky..." Rispose Gintoki. " Diciamo che l'ho trattata male nonostante lei fosse venuta qui per passare un'po di tempo con me." Aggiunse.
 " E perché lo avresti fatto?" Domandò incuriosito il rosso. Aveva notato del feeling fra il bianco e la bionda e lo aveva tenuto per se. Gintoki non rispose. Non voleva dire a Kenshin quello che aveva saputo, non voleva allarmarlo o altro non finché non avesse avuto una certezza di quello che stava succedendo.

" Non dare sempre per scontato l'amore di una persona Gintoki..." Prese a dire Kenshin che, in quel momento, interruppè i dubbi e pensieri di Gin. " Un giorno rimpiangerai il non aver vissuto appieno quello che c'e fra te e lei." Concluse con un tono grave.
" Parli per esperienza diretta, non è vero?" Dichiarò Gintoki girandosi verso di lui.
Il rosso annuì. " C'era una persona, molto tempo fa..." Cominciò a raccontare Kenshin con un tono rattristato. " Io la amavo e lei, nonostante sapesse chi fossi e il male che avevo fatto, mi amava nello stesso modo..." I ricordi cominciavano ad apparire così come i due anni trascorsi assieme a lei con tutti quei momenti felici e anche brutti. " Un giorno scoprì che, un gruppo d'assassini, mi cercava per quello che avevo fatto ai loro capi. Scelsi di fuggire sperando che, in questo modo, non avrebbero fatto del male a Tomoe..." Continuò cercando di omettere una cosa che non avrebbe mai confessato nemmeno sotto tortura e di cui, al momento, non voleva dire niente.
" E poi cos'è successo?" Chiese Gintoki incuriosito visto il silenzio dell altro samurai. Il rosso tentennò per qualche istante poi, alzando lo sguardo, fissò gli occhi di Gintoki." Lei morì..." Rispose semplicemente. " Se fossi rimasto con lei, se non fossi fuggito forse l'avrei potuta proteggere ma decisi di abbandonarla..." Aggiunse lasciando, sulla faccia di Gintoki un'espressione allibita. " Qualunque cosa tu perdi, la troverai di nuovo che sia la fiducia oppure qualsiasi altra. Ma quello che butti via non tornerà mai più." Concluse lapidario. " Adesso meglio che vada e pensa a quello che ti ho detto." mormorò ancora prima di lasciare Gintoki lì alla finestra per recarsi fuori.


-


Se ne stavano tornando all'accampamento dopo le disposizioni che, Utsuro, aveva dato a quella combriccola segreta di cui lui stesso faceva parte e che, gli era stato detto, di non farne parola almeno per ora con Nobunobu e suo padre.
 " Ma è proprio sicuro di tutto questo?" Chiese all'improvviso Askin ancora contornato dai dubbi per quello che era stato deciso di fare.
Il samurai si voltò verso di lui. " Ma certo, il piano d'azione è perfetto per quello che dobbiamo fare." Gli rispose con semplicità lo stratega.
 " E se qualcosa andasse storto? Non voglio sminuire il suo genio oppure le sue idee ma ecco..." Provo a dire cercando le parole adatte. " So che in questa nazione ci sono dei samurai piuttosto rinomati per le loro abilità ed è davvero così sicuro che quei due cadranno così facilmente?" Domandò ancora pentendosi di avere simili dubbi di fronte a quell uomo. Utsuro lo fissò per qualche istante come se gli stesse leggendo dentro quel tarlo che lo stava divorando poi, sorridendo, si girò tornando a camminare sul sentiero.
 " Quei due finiranno vittima delle nostre trappole..." Cominciò a dire con un tono fiducioso. " So come ragionano e ho predisposto degli ostacoli adatti a loro." Concluse restando vago ma certo di quello che stava dicendo.
" E per quanto riguarda lo Shiroyasha?" Chiese stavolta Askin. " E' famoso per essere il più forte samurai dell'intera Sorachi perfino nelle mie terre è piuttosto noto." Dichiarò apertamente. A quelle parole Utsuro rise di gusto lasciando di sasso Askin per quel suono che sembrava più quello di un demone che di un umano.
" Di lui proprio puoi stare tranquillo..." Prese a dire girandosi di nuovo." Infondo tutto quello che sa sono stato io a trasmetterglielo." Disse lasciando ancora più stupefatto il samurai per quella rivelazione.








ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi col nuovo capitolo di samurai stavolta uno spaccato su quello che sta accadendo a Sorachi, Makoto proviene dal manga di Kenshin samurai vagabondo :D giusto per non lasciar solo Kenshin ahahaha.
Grazie a chi legge e recensisce alla prossima.
   
 
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