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Autore: Europa91    04/04/2020    0 recensioni
[Soukoku]
Durante un’agguato Chuuya viene gravemente ferito. Dazai va a trovarlo in ospedale e scopre che il suo partner non si ricorda nulla, nemmeno di lui.
“Dazai si bloccò, il suo cervello ebbe un momentaneo corto circuito, cosa poteva fare?
Opzione 1: rivelare a Chuuya tutta la verità e magari fargli recuperare la memoria a suon di calci;
Opzione 2: fingere di essere suo amico e divertirsi a tormentare Chuuya fino a quando non avrebbe recuperato la memoria, sicuramente poi il rosso gliel’avrebbe fatta pagare e con gli interessi, ma di questo si sarebbe occupato a tempo debito.”[...]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Chuuya Nakahara, Osamu Dazai
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino spiegazioni: 

Ok allora riordinando i file sul pc ho trovato questa storia, una delle prime soukoku che ho scritto, la cui ultima modifica risaliva al lontano gennaio 2017, (quindi l’avevo scritta prima dell’uscita di Dead Apple e ovviamente della terza stagione; praticamente secoli fa)!! Visto che non ho niente di meglio da fare ho deciso di riprenderla tra le mani e “aggiornala” un po’, anche se alla fine ho modificato poche cose, più che altro qualche dettaglio sul primo incontro di Chuuya e Dazai, la loro prima missione insieme e cose così, giusto perché sono pignola e tutte le mie teorie fatte all’epoca sono andate a farsi benedire ^_^  quindi se ci fossero errori o imprecisioni sapete perché (l’avrò controllata mille volte ma qualcosa sfugge sempre). Per il resto non ho altro da dire; è un’idea semplice, quasi banale,  uno dei protagonisti perde la memoria ecc ecc magari qualcuno ha già avuto un’idea simile non so, sinceramente non ho controllato. I fatti si svolgono dopo l’Operazione Testa di Drago, Odasaku è ancora vivo e Dazai ancora mafioso. Anche se ho scritto un sacco di soukoku è la prima volta che pubblico qualcosa in questo fandom; quindi sono sempre aperta alle critiche o a suggerimenti (del tipo se la storia fa pena vorrei saperlo ecco, soprattutto anche se sono riuscita a mantenere IC i personaggi). Magari in futuro pubblicherò altro non so vediamo intanto come va questa storia!! Ora la smetto di annoiarvi, buona lettura!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Cap.1 

 

 

 

Una giornata di un mafioso non era mai uguale alla precedente, con quello stile di vita non si poteva avere una definizione di routine così come l’intendevano le persone normali; il giorno prima combattevi contro un’altra organizzazione dotata di poteri, (distruggendola completamente) e quello dopo ti ritrovavi a passeggiare tranquillamente per le vie di Yokohama, come un cittadino qualunque annoiato a morte. Era quello che stava pensando Chuuya in quel momento; qualche giorno prima lui e quel idiota fanatico dei suicidi del suo partner, avevano sgominato da soli un’intera organizzazione ed ora si trovava a non avere nulla da fare. Dopo aver detto addio ai sottoposti che aveva perso durante quell’operazione, aveva redatto un rapporto in tempo record e l’aveva consegnato al boss; dato ulteriori disposizioni ai sottoposti rimasti, ed ora si godeva un po’ di meritato riposo girovagando senza meta. Aveva accuratamente evitato d’incontrare Dazai in quei giorni, ora che ci pensava era dal termine dell’operazione che non vedeva quell’idiota; be’ meglio così, probabilmente era impegnato in qualche subdolo piano architettato insieme al boss o forse si era finalmente ammazzato. Rise da solo a quel pensiero, no, sarebbe stato troppo bello, troppo facile, se davvero quello spreco di bende fosse riuscito a mettere fine alla sua inutile esistenza. Perché cazzo continuasse a pensare a Dazai anche quando questi non era presente era un mistero sul quale aveva deciso di non soffermarsi più di tanto ad indagare. Già era costretto a passare gran parte delle sue giornate insieme all’altro, era intollerabile che ora la sua mente finisse per collegare ogni cosa a lui. Fottuto Dazai. Già dalla loro primissima missione insieme, anzi dal loro primo incontro, aveva capito di odiare quel ragazzo con tutto se stesso ma allo stesso tempo, aveva subito riposto cieca fiducia in lui e nelle sue capacità. Questo era stato l’errore di Chuuya e al tempo stesso la sua condanna.

Il fatto era che si fidava di quell’idiota, c’era poco da fare, a volte non se lo spiegava nemmeno lui da cosa fosse dettata quella cieca e assoluta fiducia, eppure; anche durante l’ultima missione insieme non aveva esitato, aveva messo la sua vita nelle mani di Dazai; come sempre del resto; conscio che l’altro non l’avrebbe abbandonato, che l’avrebbe riportato indietro. Per quanto fosse seccante ammetterlo (e mai l’avrebbe ammesso difronte al diretto interessato) i piani di Dazai funzionavano sempre, erano perfetti come loro erano perfetti insieme. Uno strano calore si impossessò di Chuuya, fino a colorargli leggermente le guance, no, non doveva pensare a quel cazzo di spreco di bende in quei termini, che diavolo gli era preso? Loro erano partner, solo quello, non erano amici, nemmeno conoscenti, sicuramente rivali, ma quel fottuto Dazai alla fine restava solo un collega di lavoro, un fastidioso e insopportabile collega amante dei suicidi. Chuuya aveva da sempre provato emozioni contrastanti verso Dazai: l’aveva odiato dal primo istante che l’aveva visto, anche se allora lo considerava solo un nemico. Col tempo le cose non era cambiate: aveva avuto modo di conoscerlo meglio, visto che per una serie di circostanze si erano trovati a dover collaborare, l’odio era rimasto ma era nato anche dell’altro; all’inizio stupore, e una leggera ammirazione nello scoprire le sue capacità e la sua intelligenza (erano doti innegabili che lo rendevano dannatamente fastidioso oltre che pericoloso); ma anche rabbia, nel vedere quel cinismo e totale disinteresse per la vita umana. Eppure, c’erano stati dei momenti in cui Chuuya era certo di aver scorto anche altro, come se ci fosse un altro Dazai sepolto sotto quelli strati d’odio e violenza: quando, durante la prima missione insieme avevano passato del tempo a sfidarsi in quella sala giochi come normali adolescenti; quando lo trovava addormentato nelle pose più disparate, quando durante un’operazione Dazai lo guardava e gli chiedeva di fidarsi di lui; era in quei momenti che gli era sembrato d’intravedere altro. Quanto lo odiava, succedeva ogni dannatissima volta, Dazai lo poneva di fronte ad un vicolo cieco, praticamente con le spalle al muro e gli chiedeva di fidarsi di lui, e Chuuya come poteva anche solo pensare di rifiutare? Non ne era capace, semplicemente non poteva. Così ogni fottutissima volta acconsentiva, metteva la sua vita in gioco, conscio del fatto che anche se si odiassero profondamente quel idiota di Dazai non lo avrebbe mai abbandonato. Di colpo, Chuuya si accorse di quanto potesse sembrare debole e patetico, così preso da un improvviso scatto d’ira diede un calcio ad un cartello stradale poco distante distruggendolo, attirando su di sé gli sguardi curiosi e sbigottiti dei passanti. Stupido Dazai e stupidi pensieri su Dazai. Era tutta colpa sua, come sempre. 

 

Per tutto il pomeriggio Chuuya aveva continuato a camminare tra la folla, le mani in tasca. Per prima cosa si era recato alla tomba di Rimbaud, ci andava spesso quando aveva voglia di riflettere da solo; gli raccontò dell’ultima missione, di Dazai, del loro nuovo soprannome e poi ancora di Dazai, inutile, per quanto si sforzasse finiva sempre col parlare di quel bastardo aspirante suicida. Intanto il sole stava tramontando, così dopo un po’ il rosso aveva deciso di ritornare alla sede principale della Port Mafia, sentiva proprio bisogno di bersi un bicchiere di vino, oppure una bottiglia, l’indomani avrebbe ricevuto nuovi ordini e quindi avrebbe dovuto rivedere anche l’idiota. Alla fine, quella era stata una giornata strana, durante la quale aveva pensato a quel fottuto Dazai più del solito. Non che gli mancasse la sua fastidiosa presenza, soltanto, era da un po’ che non passava così tanto tempo solo con se stesso senza avere quel idiota molesto intorno, che semplicemente non ci era abituato. All’improvviso si accorse di essere pedinato, non ci aveva fatto caso prima, troppo preso da quei viaggi mentali (ancora una volta era tutta colpa di quel idiota spreco di bende), ma ora ne era sicuro, qualcuno lo stava seguendo e da parecchio ormai.

 

“Nakahara Chuuya finalmente” era un uomo quello che si stava rivolgendo a lui ma il rosso non riusciva a capire chi fosse o intuire dove si trovasse; sentiva solo la sua voce, dannazione, tutta quella situazione era troppo sospetta. 

 

Non perse tempo e istintivamente provò ad attivare la sua abilità ma per qualche strana ragione non sembrava funzionare; non si era verificata nemmeno una piccola alterazione della gravità, come cazzo era possibile? Cosa significava? Che esistesse qualcun altro oltre a Dazai avesse la capacità d’annullare il suo potere? Neppure il tempo di riflettere che sentì qualcosa colpirlo violentemente alla testa, poi il vuoto.

  
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