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Autore: Elegare    04/04/2020    1 recensioni
Come anticipa il titolo, la one shot parla di come Alec e Magnus adottano il piccolo Raphael secondo la mia immaginazione. Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Aveva paura. Tanta. Davvero tanta. Tantissima. Non sapeva cosa era successo, sapeva solo che subito prima la sua mamma gli stava raccontando una favola, e che poi il suo papà era entrato nella sua cameretta in pigiama urlando qualcosa alla mamma; da lì era tutto confuso: ricordava una cosa molto grande e nera, la sua mamma che lo spingeva via e gli gridava di nascondersi, la cosa nera che addentava prima il suo papà e poi la sua mamma, e poi sangue, tanto sangue; ricordava di aver corso, di essersi nascosto in un  posto tanto buio. Poi ricordava che erano arrivate delle persone, tre maschi e due femmine, vestiti come il suo papà quando usciva per andare al lavoro, che mandarono via quelle grandi cose nere. Ne era rimasto affascinato, e si era avvicinato a loro; se n’erano andati quasi tutti, era rimasto solo soltanto un uomo con i capelli corvini, che appena sentì il rumore da lui provocato si girò, spada in pugno. Il bambino, spaventato, fece un balzo all’indietro gridando “La prego, non mi faccia del male!” L’uomo sbatté le palpebre, per poi avvicinarsi lentamente piegando le ginocchia per non mettergli più paura di quanta non ne avesse già, ma tenendo a portata di mano un pugnale in caso di necessità. Si ritrovò davanti un bambino di 3 anni al massimo, con i capelli e gli occhi castani, e la paura dipinta in quest’ultimi. Alec sentì istintivamente il dovere, il bisogno di proteggere il, e gli tese la mano destra. “Come ti chiami?- gli chiese- quanti anni hai?” Il bambino scosse la testa “La mia mamma e il mio papà mi chiamavano sempre niño, dicevano che avrei avuto un vero nome quando sarei entrato nell’Istituto, e ho quasi tre anni” disse orgoglioso. “I tuoi genitori erano Shadowhunters?” “Cos’è uno Shadowhunter?” chiese a sua volta il bambino. “Si vestivano come me?” Chiese ancora Alec, e il viso del piccolo s’illuminò impercettibilmente, “Mamma quasi mai. Ma papà sì, quasi ogni giorno!” Alec trattenne il fiato, era arrivata la domanda di cui temeva di più la risposta. “Piccolo, dove sono i tuoi genitori?” Lo sguardo del bambino si adombrò. “Sono arrivate quelle grandi cose nere e … e la mamma mi ha detto di nascondermi e … e c’era tanto sangue e … e non so dove … dove sono!”. Il bambino inizò a singhiozzare, e Alec lo prese tra le braccia, dove il piccolo si sentì protetto e pianse per un quarto d’ora buono. Quando il bambino si fu calmato Alec si staccò leggermente dal più piccolo e gli disse: “Vuoi venire con me? Ti vorrei far conoscere due persone molto speciali.” Il bimbo lo abbracciò ancora più forte, e disse sull’orlo delle lacrime: “No, ti prego, non te ne andare anche tu, ti prego!” Alec sorrise e accarezzò dolcemente la testa del bambino. ”Shh … shh … va tutto bene, non ti lascio, non me ne vado.” Si allontanò leggermente, non tanto da far spaventare il bambino ma abbastanza da riuscire a disegnarsi una runa del salto sul braccio sinistro. Lo strinse a sé e saltò di tetto in tetto per arrivare a casa sua. Il bambino in un primo momento ebbe paura, ma poi si lasciò  andare all’adrenalina e al sentimento di sicurezza che gli dava l’uomo che lo teneva stretto; sentiva di fidarsi di lui, quasi quanto  si fidava dei suoi genitori; la paura lo colse, e si mise a piangere. Alec se ne accorse e si fermò per poi staccare lentamente il bambino dal suo corpo e guardarlo in faccia mentre gli asciugava le lacrime. “Hey, cosa c’è?” Il bambino si strinse ancora di più a lui, singhiozzando più forte. “I- i- i- io non voglio dimenticarli, voglio la mia mamma e il mio papà!” Alec gli rivolse uno sguardo triste e gli disse. “Tu non li dimenticherai mai, certo, potrai non ricordare esattamente i loro volti, ma ricorderai sempre le sensazioni che ti hanno dato.” Il bambino lo ascoltò con attenzione e capì ciò che il nephilim gli aveva detto. Smise gradualmente di piangere e, una volta che si fu calmato Alec gli chiese se potessero andare, e il piccolo annuì.
Magnus era preoccupatissimo, Alec era andato a caccia e non era ancora tornato, a differenza degli altri che erano andati in missione con lui. Stava per chiamarlo di nuovo quando sentì un tonfo davanti alla porta e una chiave girare nella serratura. Prese in braccio Max, nervoso come ogni volta che il suo papà andava a caccia. La porta si aprì, mostrando Alec che portava tra le braccia un bambino di tre anni circa. Sentì il cuore riscaldarsi quando vide il piccolo nascondere il viso nel collo del marito per la paura di quel nuovo ambiente. Lo stregone si avvicinò lentamente, non volendolo spaventare ancora di più. Allungò una mano per accarezzare il bambino che dapprima si ritrasse, ma che poi si lasciò accarezzare. Max intanto fissava il nuovo arrivato, e gli porse una mano. Il piccolo shadowhunter alzò la testa e guardò la mano tesa davanti a lui da quello strano bambino dalla pelle blu, per poi porgere la sua e stringerla. Max fece un sorrisone e disse “Papà tonnato!” Alec sorrise al piccolo stregone e spostò il bambino più grande sul braccio destro per prendere il più piccolo sul sinistro. Quando Magnus vide il marito circondato dai due bambini ebbe un flash, vide che quei tre erano la sua famiglia e che lui l’avrebbe protetta a ogni costo. Così si avvicinò e chiese al nuovo arrivato “Hey piccolo, come ti chiami? Dove sono i tuoi genitori?” Vide il bambino adombrarsi e nascondere il viso nel collo del compagno; Alec capì al volo e fece segno al marito che gli avrebbe spiegato tutto successivamente. Si sedette sul divano e Magnus prese in braccio Max, sedendosi poi vicino al marito. I bambini, cullati dal silenzio e dal battito dei cuori dei due uomini si addormentarono avvolti dai loro abbracci protettivi. Magnus si alzò e portò il piccolo Max addormentato nel suo letto. Ma quando ci provò Alec il piccolo nephilim si aggrappò ancora di più a lui, iniziando a tremare leggermente. Alec si arrese e aspettò paziente che il marito tornasse. Magnus tornò con due tazze e vide che il marito aveva ancora in braccio il bambino. “Allora?- disse Magnus – Cosa è successo?” Alec prese un bel respiro e iniziò a raccontare: “Allora, come sai sono andato a caccia, che è stata abbastanza impegnativa, ma … -“ “Stai bene? Sei ferito?” lo interruppe Magnus preoccupato. “Sì, solo qualche graffio, non preoccuparti; gli altri se ne erano andati, ma io sono rimasto lì per verificare se ci fossero altri demoni, quando la mia attenzione è stata attirata da un rumore prodotto da questo bambino, è uno shadowhunter; i suoi genitori sono morti, uccisi dai demoni che abbiamo cacciato.” “Sì, ma perché non ha un nome?” Chiese confuso lo stregone. “La mia teoria è che sia ispanico, lì è tradizione dare il nome al bambino quando riceve la prima runa.” Magnus si passò una mano sul viso struccato e disse “E adesso?”  Alec guardò il bimbo addormentato e disse “E adesso cosa vuoi fare Magnus?” Lo stregone ebbe di nuovo quel flash, Alec circondato dai due bambini, e l’unica scelta da fare gli fu chiara. “Vorrei adottarlo, vorrei che diventasse parte della nostra famiglia.” Alec spostò lo sguardo sul bambino, e gli accarezzò i capelli sorridendo e disse “Lo vorrei anche io.” Magnus accarezzò a sua volta i capelli sorridendo e disse “Benvenuto in famiglia, Raphael Lightwood - Bane.”
 
   
 
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