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Autore: Plando    05/04/2020    3 recensioni
Nick è in un momento difficile, riuscirà a venirne fuori con l'aiuto di una nuova conoscenza?
Genere: Dark, Drammatico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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La coniglietta si guardò attorno più e più volte, l'interno della stanza per gli interrogatori in cui l'avevano rinchiusa era completamente bianca ed a parte un vecchio orologio appeso al muro con a fianco una telecamera un tavolo e due sedie non ci stava altro, non appena entrata la prima azione degli agenti fu di farla alzare dalla sedia a rotelle ed aiutarla a farla sedere su una delle due sedie, poi dopo averla ammanettata al tavolo se ne uscirono senza dire nulla, non le avevano fatto domande di alcun tipo ed era passata un'ora abbondante.
Passata un’altra mezz’ora ancora nessuno si era fatto vivo, cominciava a sentire la gola secca, alzò lo sguardo alla telecamera cominciando poi ad agitare la zampina rimastale libera nel tentativo di attirare l’attenzione di chiunque stesse controllando dall’altra parte.

“Ehi! Ho sete, si potrebbe avere un po' d’acqua o è chiedere troppo?”.

L’apparecchio elettronico rimase fermo immobile nella sua posizione come era giusto che fosse, con solo una spia verde accesa a testimoniare che fosse in funzione, ma se c’era effettivamente qualcuno ad osservare dall’altra parte quello era un altro discorso, passati altri cinque minuti le parve di udire una voce al di là della porta, si udiva a malapena e la poté sentire solo grazie al suo sviluppatissimo udito da leporide, nonostante non ne comprese completamente il significato.

“Non m’interessa…ricevuto…portarla a Zootropolis…l’aiuto ma ora ci penso io…potete…capitano Bogo…non ve lo consiglio”.

Prima che potesse anche solo pensare a chi appartenesse quella voce, che comunque le sembrava famigliare, la maniglia della porta si abbassò, quest’ultima si aprì e sia Nick che Sofia entrarono nella stanza, appena fatta entrare la coniglia paraplegica la volpe chiuse la porta, posando poi lo sguardo su Judy, notando subito come quest’ultima lo guardava con uno sguardo carico di risentimento.

“Nick, si può sapere che succede? Mi hai denunciata per…”.

Prima che potesse finire la volpe si portò l’indice davanti il muso, segno che le intimò di fare silenzio e che venne subito eseguito dall’interessata, poi si volse verso la telecamera osservandola per qualche secondo finché il led si spense.

“È sempre una soddisfazione quando qualcuno ti deve un favore”.

Era ovvio a cosa si riferisse la volpe, ma li per li Judy non riuscì a capire se si fosse riferito semplicemente allo spegnimento della telecamera o se fosse una velata frecciatina rivolta anche a lei, nonostante la situazione Sofia era in parte curiosa di questa cosa.

“Hai lavorato anche qua?”.

“Cosa? No no, ho avuto a che fare con la polizia di Windham un po' di tempo fa e devo dire di aver causato un bel trambusto, ma questa è un’altra storia”.

A Judy sinceramente non importava nulla della cosa, visto che ora era più che altro concentrata sulla sua situazione attuale.

“Nick, che diavolo sta succedendo?”.

Il canide prese posto di fronte a lei, Sofia invece fece il giro del tavolo, posizionandosi di fianco la sorella, le due coniglie lo osservavano mentre da una borsa che aveva a tracolla tirava fuori un portatile ed una bottiglietta d’acqua, che venne data subito alla coniglia.

“Ti hanno detto il motivo per cui sei stata arrestata?”.

Prima di rispondere Judy prese un bel sorso della bevanda, per poi richiudere la bottiglia.

“Si, mammifericidio di un cavallo, e mi hanno detto che sei stato tu a denunciarmi, perché? Io non ho fatto nulla?”.

La coniglietta stava iniziando ad agitarsi, per cui senza troppi giri di parole Nick fece roteare il portatile in modo che le due sorelle potessero vederlo, la schermata mostrava un video in pausa in cui vi era un cavallo, probabilmente la vittima, in piedi in un vicolo, dopo qualche secondo premette uno dei tasti, facendo partire il filmato.

“Allora spiegami questo”.

Tornarono a fissare il monitor, inizialmente non accadde nulla, l'equino se ne stava in piedi gesticolando, con ogni probabilità stava discutendo con qualcuno fuori dall’inquadratura, non ci volle molto perché la seconda persona si mostrasse di spalle alla telecamera, un mammifero di gran lunga più basso del cavallo, dopo qualche istante arrivò il momento dell'esplosione del colpo che aveva posto fine alla vita del malcapitato, in quel momento in particolare Nick osservò per bene le reazioni delle sorelle a quella parte estremamente violenta.

Sofia inorridì a quella scena e distolse quasi subito lo sguardo, facendo arrivare Nick alla conclusione che molto probabilmente quella era la prima volta che assisteva ad una reale uccisione a sangue freddo, seppur registrata.
Quasi istantaneamente osservò Judy, al contrario della sorella lei non mosse una paglia, continuava a guardare come se non fosse successo nulla, tuttavia lui sapeva che il passato della coniglietta era stato abbastanza oscuro da giustificare questa apparente indifferenza, con una vita al limite tra truffe, stupri, violenze ed una gravidanza adolescenziale finita nel peggiore dei modi ormai ne aveva passate così tante da farla sembrare quasi completamente insensibile a quanto appena visto, tuttavia la questione cambiò totalmente nello stesso istante in cui l'autore del delitto si volse verso la telecamera dopo aver tirato un calcio al cadavere, osservandola per qualche secondo, la volpe premette un tasto che mise in pausa il video.

“Allora, la riconosci?”.

La coniglietta riportò lo sguardo sullo schermo, fissandolo in silenzio per qualche secondo assieme a sua sorella che, come lei, era rimasta senza parole.

“Nick, capisco il motivo dell'arresto, ma ti giuro che quella non sono io”.

Sofia, nonostante una prova registrata della colpevolezza della sorella davanti ai suoi occhi, decise comunque di sostenerla.

“Io le credo, chiunque sia, quella non è mia sorella”.

Nick a questo punto si rivolse direttamente alla coniglia paraplegica.

“Beh, lascia che ti dica questo, la fiducia che nutri verso di lei non le sarà di alcun aiuto in questo momento, io sono venuto fin qua per portarla a Zootropolis, ma una volta arrivati finirà in una cella in ogni caso, e ritieniti fortunata, oggi il capitano Bogo non era presente in centrale, fosse dipeso da lui ti avrebbe lasciata qui fino alla data del processo”.

Finita la frase chiuse il portatile e lo tirò indietro verso di lui appena in tempo prima che la coniglietta furente sferrasse un pugno sul tavolo nel esatto punto in cui si trovava.

“Maledizione Nick, ma lo hai visto il video? Ti pare di vedere un gesso alla sua gamba destra? Se per caso te ne fossi dimenticato la mia è rotta, non posso camminare senza stampelle né tanto meno prendere a calci un cadavere”.

"Non me ne sono dimenticato, e probabilmente anche tutti i miei colleghi a casa di Wolfard non si sono dimenticati di averti vista venerdì sera mentre camminavi beata senza utilizzare le stampelle".

A questo punto la pazienza della coniglietta stava letteralmente per esaurirsi, strinse i pugni ancora più forte di quanto non stesse già facendo mentre osservava contrariata la volpe davanti a sé.

"Cazzo Nick, ero ubriaca, come tutti voi d'altronde, ho passato il fine settimana coi dolori alla gamba per quel motivo, solo stamattina ha cominciato a darmi tregua".

"È la tua parola contro una prova inequivocabile, ti servirà ben altro per venirne fuori, per cui ora voglio che mi rispondi ad una semplice domanda, hai visto anche te che sul video c'è l'ora del delitto, quindi devo sapere dove eri alle sette e trenta di stamattina e se hai delle prove a riguardo".

Nonostante l'inizio della frase non fosse stato per nulla rassicurante, almeno la seconda parte le fece capire che forse Nick aveva ancora fiducia in lei.

“Siamo partite da casa di mia sorella a Savana Centrale più o meno alle sette e venti, per poi arrivare a dieci alle otto di fronte l’accademia senza fare alcuna sosta lungo il tragitto, da lì in poi sai cos’è successo, dato che anche tu eri presente”.

“Non è sufficiente, serve una testimonianza di quello che mi hai appena detto, qualcuno che possa confermare la tua versione, e dubito che tua sorella sarà considerata attendibile. Qui non parliamo di una semplice somiglianza, quella sei tu, oppure è la tua gemella malvagia…”.

La frase di Nick era tutt’altro che seria, tuttavia la volpe notò fin da subito che quella stessa affermazione aveva cambiato qualcosa nello sguardo delle due leporidi, che ora si fissavo negli occhi, quasi a voler confermare che entrambe avevano avuto la medesima intuizione, rimasero così per pochi secondi, finché la voce di Nick non richiamò la loro attenzione a se.

“Che c’è? Lo avete capito che ero ironico vero?”.

Le due sorelle fecero scena muta per un po’, Judy fece un cenno con la testa per poi esprimere la sua idea.

“Potrebbe…trattarsi di Kevin…”.

“E chi sarebbe Kevin?”.

Alla domanda più che lecita della volpe ci pensò Sofia a rispondere.

“Kevin Hopps, si tratta di nostro fratello gemello, io lui e Judy siamo gli unici tre di quella cucciolata”.

“E cosa vi fa credere che si tratti di lui?”.

“Perché, se tra me e Judy c’è qualche differenza tipo il colore degli occhi, con Kevin la situazione è ben diversa, sesso a parte sono identici in tutto e per tutto, probabilmente nostro fratello è di costituzione più robusta perché maschio, ma vestito in quella maniera non c’è modo di saperlo”.

Nick riaprì velocemente il portatile su cui ci stava ancora il video in pausa col viso in primo piano del coniglio autore del delitto.

“Scusa, ma io continuo a vedere te, Judy”.

“È normale, fai conto che quando eravamo piccoli anche i nostri genitori facevano fatica a riconoscerci, ci divertivamo un mondo a farli ammattire”.

“Ok, allora proviamo ad immaginare che si tratti veramente di vostro fratello, dove lo possiamo trovare?”.

Alla domanda dell’agente di polizia le due leporidi abbassarono le orecchie standosene in silenzio per un arco di tempo troppo lungo, che gli fece capire che non ne avevano idea, cosa poi confermata da Sofia.

“Non lo sappiamo, a vent’anni se n’è andato di casa dopo aver litigato con mamma e papà e da allora non abbiamo più avuto sue notizie”.

“Va bene, proverò a fare delle ricerche in centrale, magari riusciamo a venirne fuori, nel frattempo però tu sei comunque in arresto, per il momento mi limito a portarti a Zootropolis, ti sistemerò temporaneamente in una sala interrogatori a Downtown”.

Finita la frase uscì dalla stanza, dopo qualche secondo ritornò accompagnato dal lupo che l’aveva arrestata all’ospedale, quest’ultimo le tolse le manette e la consegnò ufficialmente al collega di Zootropolis.









Nello stesso momento a Shady Sands, un piccolo centro abitato ad un centinaio di chilometri ad est di Zootropolis.





Dopo essere sceso dalla vettura su cui aveva viaggiato per almeno un'ora, un mammifero di altezza medio-bassa si incamminò verso la farmacia che aveva di fronte, prima di entrare si osservò bene attorno, c'erano almeno cinque auto della polizia che avevano circondato il posto, fortunatamente era riuscito a mandare dei rinforzi in mattinata ed impedire agli agenti di polizia di entrare a ficcare il naso fino al suo arrivo, relegandoli al semplice ruolo di tenere a distanza eventuali curiosi, decise quindi di avviarsi verso l'entrata, i suoi interessi si rivolsero subito all'agente del NID presente sul posto che era stato incaricato di presidiare la posizione, il grizzly non appena lo vide si mise sull'attenti, aspettando qualche secondo prima di rivolgere la parola al suo minuscolo superiore.

“Capo, non pensavo sarebbe venuto di persona”.

Il piccolo mammifero alzò lo sguardo verso l'orso davanti a lui, eppure nonostante l'enorme differenza di dimensioni tra i due, era fin troppo chiaro chi guardasse chi dall'alto al basso, il grande predatore per un attimo si senti addirittura oppresso dallo sguardo fisso su di lui da parte di una persona che avrebbe potuto benissimo schiacciare se non fosse stato attento a dove camminava, ma sapeva benissimo il motivo, di fronte a lui aveva niente poco di meno che il capo del NID in persona, il Big Boss, colui di cui nessuno a quanto pare conosceva la vera identità ed a cui era attribuita una fama senza precedenti, ma forse a turbarlo più di ogni cosa era il fatto che non c'era modo alcuno di capire chi o cosa avesse davanti, infatti il vestiario del basso mammifero era studiato appositamente per rendere pressoché impossibile determinarne fisionomia o specie, non si riusciva nemmeno a capire se fosse una preda o un predatore, ogni parte del suo corpo era minuziosamente coperta e l'intera testa era celata da un casco integrale anti-sommossa con delle lenti a specchio a coprire gli occhi, era pure munito di un modificatore vocale che gli donava una voce metallica ed irriconoscibile, tutt'altro che rassicurante.

<< Sei quello nuovo, giusto? >>.

L'orso era ancora irrigidito nella posa di saluto, limitandosi ad annuire nervosamente.

<< Rilassati, stai facendo un buon lavoro, semplicemente era richiesta la mia presenza, com'è la situazione di sotto? >>.

Il predatore seguì il consiglio, rilassandosi e sospirando appena, prima di rispondere alla domanda.

“Non ne ho idea, sono arrivato con la squadra del signor Savage, ma non sono entrato dato che mi hanno piazzato qui di guardia”.

<< Ok, Jack è di sotto? >>.

“Si-signore, l'entrata dei laboratori è di qua, prego”.

Il predatore si fece da parte, indirizzando il suo capo verso un corridoio nel retro bottega per poi ritornare alla sua postazione, il piccolo mammifero lo percorse per tutta la sua lunghezza, arrivato in fondo osservò attentamente lo squarcio nel muro che celava l'ingresso dei laboratori, la porta blindata da due tonnellate era stata letteralmente divelta dal muro di cemento armato, e le bruciature su quest'ultimo lasciavano capire bene che con ogni probabilità era stata fatta saltare con dell'esplosivo, nonostante la drammaticità della situazione non poté fare a meno di restare meravigliato dal lavoro svolto, erano riusciti a scardinare una porta che in teoria avrebbe dovuto resistere a più cannonate di un carro armato senza tuttavia rendere pericolante la struttura dell'edificio stesso, dei professionisti, poco ma sicuro.
Varcata la soglia si trovò subito davanti l’ascensore che portava nelle viscere sotto la città, nascosto in profondità vi stavano i laboratori dove il NID custodiva importanti segreti che mai sarebbero dovuti tornare alla luce, ed ora quel luogo era stato violato, proprio come la medesima struttura a Rivet city qualche mese prima, nonostante le analogie col precedente attacco tuttavia era ancora restio al pensare che dietro quest’ultimo ci fossero gli ex membri della ormai dismessa TUSK.

La discesa durò per un paio di minuti, non conosceva in dettaglio le specifiche di questi laboratori, ma non ci voleva un genio per capire che era sceso di almeno un centinaio di metri sotto terra, arrivato a destinazione l’ascensore terminò il suo movimento, fermandosi davanti una porta scorrevole che si aprì non appena vi si avvicinò, appena all'interno ci stava Savage con la sua squadra mentre erano nell'intento di sgomberare alcune macerie e cercare eventuali sopravvissuti, non appena si rese conto di avere compagnia il coniglio si volse, riconoscendo fin da subito l'autoritaria figura davanti a lui, mettendosi quindi sull'attenti.

“Signore, la stavamo aspettando”.

Il capo del NID superò la soglia osservandosi bene attorno ed ignorando inizialmente il coniglio, dopo essersi accertato della situazione in cui versava l'ambiente circostante si degnò di rivolgere la parola al suo sottoposto.

<< Savage, ragguagliami >>.

Colto completamente alla sprovvista il leporide esitò un attimo a rispondere, osservandosi nervoso attorno, come cercasse qualcosa, qualunque cosa che potesse servire a districarsi da questo casino.

“Beh, a dire il vero non abbiamo ancora trovato nulla di rilevante, i laboratori sono a pezzi non è rimasto nulla di intero e non ci sono ne tracce ne peli riconducibili a chi ha assaltato il posto, quelli della TUSK hanno fatto un lavoro di pulizia coi fiocchi”.

<< TUSK? >>.

“Certo, e chi sennò? Solo loro potevano...”.

<< Credi veramente che io mi sia scomodato a venire fin qui da Zootropolis per sentirmi dire certo e chi sennò? Quello che voglio è una certezza, dovresti saperlo ormai >>.

Nonostante la voce modificata ed il casco a celarne il volto non ci voleva un genio per capire quanto quella frase lo avesse irritato, ed a quanto pare Savage era solito portarlo a quei livelli, il coniglio abbassò istintivamente le orecchie lungo la schiena, nel frattempo la sua squadra aveva assistito a tutta la scena e non poté fare a meno di notare il timore che il leporide aveva nei confronti di quel mammifero misterioso, che era si e no alto quanto lui.

“Mi...mi dispiace, proseguiremo subito nelle ricerche per identificare il prima possibile i responsabili dell'accaduto”.

Finita la frase rialzò lo sguardo verso il suo capo, in attesa che dicesse qualcosa, quest'ultimo non mosse un muscolo e non disse mezza parola, si limitava a fissarlo attraverso quella maschera che portava addosso e che impediva a chiunque lo osservasse di capire cosa stesse pensando, Jack si sentì come se qualcuno gli avesse afferrato il cuore ed avesse cominciato a stritolarglielo pian piano dall'interno, essere sotto lo sguardo di quell'essere gli dava una sensazione di oppressione a dir poco terribile, più che altro per il semplice fatto che aveva avuto la sfortuna di vedere in prima persona di cosa fosse capace.

“C...capo?”.

Dopo quest'ennesimo richiamo il mammifero sembrò quasi scattare sul posto, per poi rivolgersi come se nulla fosse successo al coniglio di fronte a lui.

<< Savage, tu e gli altri controllate i piani inferiori, qui finisco io >>.

Non si azzardò nemmeno a pensare di contraddire l'ordine, limitandosi a rispondere con un rapido sissignore per poi sparire con tutti i membri della sua squadra nel giro di un minuto, lasciando da solo il capo del NID.

<< Bene, ora siamo solo noi due, che ne dici di uscire dall'ombra e farti vedere >>.

Finita la frase si volse ad osservare un angolo buio dietro di lui, nel punto esatto in cui aveva individuato fin da subito qualcuno che si stava palesemente nascondendo, passò qualche istante prima che il mammifero chiamato in causa si decidesse ad uscire, una iena di probabilmente mezza età che trasportava una ventiquattrore sgualcita, prestò particolare attenzione al fatto che fosse riuscito ad eludere Jack e la sua squadra, non era certamente un dilettante, inoltre era armato di due spade che teneva nei loro foderi sulla schiena, sicuramente non un equipaggiamento di base degli agenti del NID, inoltre non ricordava di avere iene tra le sue fila, questo poteva voler dire solo una cosa.

<< Sei tu il responsabile di tutto questo? >>.

Il predatore esitò qualche istante a rispondere, giusto il tempo di stampare un ghigno sul muso ed appoggiare la valigetta a terra per poi afferrare l'elsa di una delle due katane con la zampa destra, senza tuttavia estrarla.

“Chi lo sa? In fondo l'autore della storia il più delle volte s'incasina a tal punto che non fa capire nulla di quello che gli passa per la testa”.

<< Capisco, quindi ho a che fare con uno svitato, poco male, ora mi dirai cosa ci fai qui, chi ti ha mandato e soprattutto chi diavolo sei, quando avrò tutte queste informazioni deciderò la tua sorte in base a quanto mi avrai rivelato, anche se sinceramente dubito che uscirai di qui vivo o perlomeno sulle... >>.

Nemmeno il tempo di finire la frase che Mason sfoderò con una mossa fulminea la spada, facendo partire un fendente dall'alto che a giudicare dalla traiettoria aveva come obbiettivo il tagliare a metà il piccolo mammifero davanti a lui, cosa che gli sarebbe perfettamente riuscita se quest'ultimo non avesse prontamente bloccato la letale lama.

“Oh sono colpito, hai fermato la mia lama a pochi centimetri dalla tua testa serrandola tra i palmi delle zampe, non è una cosa che sono in grado di fare tutti, sei il primo”.

<< E questo è solo l'ini... >>.

“Tuttavia, c'è un motivo per cui porto due spade”.

Altrettanto velocemente come per la prima, sfoderò anche la seconda lama, stavolta con un colpo in orizzontale all'altezza della vita, senza smettere di fare pressione sul precedente fendente in modo da bloccare le braccia del capo del NID, impedendogli qualunque tipo di difesa.





<< Merda >>.





Appena all'esterno nel frattempo un'altra auto era arrivata dinnanzi la struttura, sulla portiera recava il simbolo delle forze di polizia di Zootropolis, gli agenti di Shady Sands osservarono la vettura mentre si parcheggiava davanti lo stabile, per poi vederne scendere un bufalo che portava i gradi di capitano di polizia, un leone lo osservò.

“E quello chi è?”.

I poliziotti presenti erano già abbastanza infastiditi a causa dell’intervento dei federali, che avevano già da quella mattina cominciato a impartire ordini come se esistessero solo loro, ed ora ci si metteva anche la polizia di altre città a curiosare negli affari loro, a rispondergli ci pensò un alce, che a quanto pare era il più alto in grado tra i presenti.

“A giudicare dai gradi e la divisa, dovrebbe essere il capitano di un distretto di polizia di Zootropolis”.

“E che diavolo ci fa qua? È ben al di fuori della sua area di competenza”.

L’alce osservò il bufalo mentre parlava con l’orso a guardia dell’edificio, quest’ultimo dopo poco fece un cenno, indirizzando il bovino verso l’interno.

“Non lo so, ma se i federali hanno deciso di farlo passare allora non è affare nostro”.

“Ma signore…e le pare giusto che…”.

Prima che potesse continuare la frase il sergente lo bloccò con tono autoritario, facendo capire fin da subito che il discorso sarebbe terminato lì.

“Senti un po’, non me ne frega niente di cosa sia venuto a fare qui, l’unica cosa che voglio ora è che questi cazzo di federali si levino dalle palle, per cui lasciamoli fare il loro lavoro o pianteranno le tende qui, ed allora sì che mi gireranno i cosiddetti”.

Nel frattempo Bogo aveva passato lo stesso corridoio percorso un attimo prima dal capo del NID, preso il montacarichi cominciò la discesa che avrebbe portato anche lui all’interno del laboratorio dell’agenzia federale, tuttavia non appena arrivò a destinazione lo aspettò una strana scena davanti i suoi occhi, Il capo del NID stava in piedi davanti a quello che fino a poco prima sarebbe sembrato una iena, il predatore in questione si era ritrovato con un occhio nero, naso rotto, tre denti mancanti e svariati ematomi in altre parti del corpo, per non parlare del fatto che il suo piccolo aggressore lo stava minacciando con la stessa arma che fino ad un attimo prima aveva utilizzato per attaccarlo.

<< Patetico, seppur armato di ben due spade e con l’effetto sorpresa dalla tua sei comunque riuscito a farti mettere sotto, chiunque ti ha pagato deve essere più idiota di te >>.

“A dire il vero…siamo noi a pagarlo”.

Non appena udì la voce alle sue spalle il basso mammifero voltò appena la testa per capire chi fosse entrato nella struttura, nonostante avesse comunque riconosciuto la voce del bufalo, Mason provò ad approfittare della distrazione del suo aggressore per togliersi da quell’impiccio, ma non appena provò a muoversi sentì la punta della lama toccargli il collo.

<< Non ti ho dato il permesso di muoverti. Ce ne hai messo ad arrivare Bogo >>.

“Ho una stazione di polizia da mandare avanti”.

Mentre i due parlavano, Mason ne approfittò per rivolgere la parola a Bogo, che interruppe la sua discussione per ascoltarlo.

“Ehi Hank, è da un pezzo che non ci si vede, ho sentito che hai preso il posto di Hammond come capo del N.I.D. subito dopo che questi è schiattato, come ci sei finito a fare il capitano di pol…”.

Prima che riuscisse a dire altro il piccolo mammifero che lo teneva a terra lo zittì con una pedata sullo stomaco.

<< Oh, ma allora non capisci nulla? Ti ho detto che non hai diritto di parola, se ti sento fiatare di nuovo giuro che ti scortico vivo >>.

Dopo questa non molto velata minaccia la iena si decise che era il caso di fare silenzio, mentre il suo aguzzino riprendeva a parlare col capitano di polizia di Downtown.

<< Chi diavolo è questo qua? Com’è possibile che sappia tutte queste cose? Ma soprattutto, cosa vuol dire che siamo noi a pagarlo? >>.

“Si fa chiamare Mason all’interno dell’agenzia, non abbiamo mai scoperto se è il suo vero nome o uno pseudonimo, sta di fatto che è uno dei nostri agenti migliori, quindici anni fa Hammond lo ha spedito ad Emmeria a recuperare qualcosa e da alloro non ne ho più saputo nulla, fino adesso”.

Bogo si voltò verso di lui, lo osservò per un attimo per poi riportare lo guardo sul altro mammifero li presente.

<< Non m’interessa, ha provato ad attaccarmi, se al posto mio ci fosse stato qualcun altro ci sarebbe scappato il morto ed il fatto che era uno dei fidati di Hammond non lo aiuta di sicuro, come posso fidarmi di lui? >>.

Bogo se lo aspettava, in fondo c’era un motivo se quel mammifero celava la sua identità dietro una maschera, identità ben conosciuta dal bufalo dato che lui stesso aveva ricoperto il ruolo di capo dell’agenzia federale prima di lui standosene costantemente nell’ombra, di fatto solo pochi sapevano che dopo quel pazzo di un cervo erano passate altre due persone al comando, tornando al motivo che aveva spinto entrambi a celare la loro identità non poteva che essere uno, il più importante e che potrebbe sembrare il più scontato, ma che viene prima di ogni altra cosa, la sicurezza della propria famiglia, perché puoi essere anche il mammifero più sicuro e forte del mondo, ma se dai la possibilità al tuo nemico di mettere le zampe sulle persone che più ami allora è finita, quest’ultimo potrà approfittarsi di te e farti fare quello che vorrà, ma così, essendo un Nessuno qualunque non c’era alcun modo di essere attaccati sul piano emotivo, sotto quell’aspetto lui era pressoché invincibile.

“Ok, è vero hai ragione, non posso chiederti di fidarti di lui lo capisco, per cui ti chiedo di fidarti di me, dagli una possibilità, ti assicuro che non ti deluderà”.

Il capo del NID passò lo sguardo da Bogo a quello che in quel momento era il suo prigioniero, lo osservò per svariati istanti senza che quest’ultimo potesse nemmeno intuirne le intenzioni, quella maschera con la voce distorta infatti non serviva solo a celarne l’identità ma pure le emozioni, non c’era modo alcuno di capire cosa stesse provando in quel momento, poteva stare decidendo se graziarlo od ucciderlo e non si sarebbe notata alcuna differenza, tuttavia una cosa la poteva avvertire, sentiva il suo sguardo che lo penetrava fin dentro l’anima se mai ne avesse avuta una, ed anche lui che per quindici anni aveva lavorato sotto copertura in terra straniera mettendo in gioco la sua vita ogni giorno, ora si sentiva oppresso da quello sguardo che neppure riusciva a vedere.

<< Va bene >>.

Allontanò la lama dal collo di Mason, facendo cadere poi l’arma a terra, dietro di lui Bogo tirò un sospiro di sollievo, vedendo che tutto si era risolto per il meglio.

<< Ritieniti fortunato, perché se ora sei vivo è solo per merito suo, non hai la mia fiducia e dubito seriamente che la otterrai, ma Bogo a quanto pare ritiene che sei una risorsa valida, starà a te dimostrarmi che ha ragione >>.

La iena si rimise in piedi, a fatica a causa del violento pestaggio ricevuto un attimo prima, neppure lui dall’alto della sua esperienza aveva capito del tutto cosa fosse accaduto, lo aveva in pugno e seppure armato ed in vantaggio era stato completamente sopraffatto in un lasso di tempo talmente breve da risultare quasi irreale.
Riprese la spada e la ripose nel suo fodero che teneva sulla schiena per poi fare altrettanto con la sua gemella.

“Se devo guadagnarmi la sua fiducia, mi permetta di farlo subito, consegnandole la cosa che ho recuperato ad Emmeria per Hammond”.

<< Come ti ho detto, la mia fiducia per te non è un’opzione, in ogni caso esigo sapere questa informazione >>.

“Molto bene” Il predatore prese quindi la ventiquattrore e dopo averla posizionata davanti il suo nuovo capo la aprì lentamente, rivelandone il contenuto, quest’ultimo si avvicinò per osservarne l’interno ed anche Bogo ci posò lo sguardo, se da una parte non si poteva vedere l’espressione di uno dei due a causa della maschera, se non altro potè godersi l’espressione sconvolta ed esterrefatta del bufalo, mentre osservava l’interno della valigetta.

<< È un falso, non è funzionante? >>.

“Lo hanno testato nel deserto di Arrakis…è stato…sorprendente, credo che nel giro di qualche anno bisognerà dare una revisione alle mappe dell’area interessata”.

<< Vuoi dire che…funziona…veramente? >>.

“Fin troppo bene”.

Il capo del NID osservò ancora un po' il contenuto della valigetta, poi la chiuse e la posò a terra.

<< Va bene, mi hai convinto, ma ora ti voglio fuori dalle palle, altrimenti potrei non rispondere delle mie azioni, questa la tengo io >>.

Mason non ci pensò nemmeno lontanamente a ribattere, in fondo il suo lavoro lo aveva fatto più che egregiamente riportando la valigetta, inoltre col suo assalto fallito era anche riuscito ad ottenere due o tre informazioni che avrebbero fatto felice Jessica.
Non appena l’ascensoore cominciò la sua lenta salita con la iena sopra di esso Bogo chiuse la porta, rimanendo solo dentro la stanza col piccolo mammifero.

“Non posso stare troppo a lungo lontano dal posto di lavoro, qualcuno in centrale potrebbe insospettirsi, facciamo in fretta”.

<< C’è poco da dire, non sappiamo ancora se la TUSK sia coinvolta in questo attacco, anche se è assai probabile, Savage sta cercando superstiti ai piani inferiori, te invece che notizie porti? >>.

“Da dove comincio? A giusto, un attimo fa Higgins mi ha avvisato che la polizia di Windham City ha arrestato una coniglia di nome Judy Hopps, per il mammifericidio di un cavallo avvenuto stamattina a Zootropolis e che Wilde si è subito precipitato per richiederne il trasferimento, la cosa ti dice nulla?”.

Il piccoletto in preda ad un momento di rabbia si tolse il casco dalla testa e lo lanciò con violenza sul pavimento, facendogli fare qualche rimbalzo per poi fermarsi in un angolo della stanza, era da un pezzo che Bogo non vedeva il leporide in viso e sentiva la sua reale voce, anche se il suo timbro era comunque alterato, non più dal modificatore vocale ma più che altro dallo stato d’animo in cui si trovava in quel momento.

“Quella dannata telecamera allora era attiva, merda non doveva trovarsi li”.

“È privata, l’hanno montata solo di recente, sinceramente non capisco che bisogno c’era di essere così teatrali, di solito non fai certi errori”.

“Ci ha venduti Hank, è stato lui a dire a quei cinghiali come penetrare nei nostri laboratori di Rivet City, hai idea di quante vittime ci sono state? Se avessi atteso sarebbe fuggito chissà dove e non lo avremo più preso, ho fatto quello che andava fatto”.

“Si, ed ora a pagarne sarà lei, ti va bene così? Pensavo che ci tenevi che…”.

“Non farmi la morale, lo so benissimo, non l’ho obbligata a svaligiare la casa di quella volpe per divertimento, ma ora è tardi, devo tornare a Zootropolis, ti affido il comando, non me ne frega nulla se alla centrale sentiranno la tua mancanza, mi hai dato il comando del NID lasciandomi una patata bollente mica da scherzo, ora è il momento che ti prendi le tue responsabilità a riguardo”.

Il coniglio s’incamminò verso il suo casco, se lo rimise in testa e prese la radio dalla cintura.

<< Avviserò Savage che ora prenderà ordini da te, se trovate superstiti prestategli soccorso e quando saranno stabili cercate di ottenere più informazioni possibili >>.

Nonostante non gli andasse a genio, Bogo non ci pensò nemmeno a contraddire, la situazione era allarmante e se non l’avessero risolta il prima possibile chissà cosa sarebbe potuto accadere.

“Che vai a fare a Zootropolis? Non hai già fatto abbastanza danni mostrandoti a viso scoperto?”.

<< Non lascerò la mia “sorellina” in questa situazione, ha passato troppi guai per colpa mia, e comunque non me ne preoccuperei, tuttalpiù assoceranno il mio viso a quello di Kevin, la mia vera identità non è a rischio, ti ho mai parlato di mio fratello Kevin? >>.

“Si, lo hai fatto, fin troppo”.







Note

Eccomi qua, di nuovo tra voi, in realtà non sono andato da nessuna parte, anche visto il duro periodo che stiamo vivendo, ma non ho voglia di concentrarmi su questo, ne sento parlare già fin troppo per tutto il giorno, per cui mi limito ad augurarvi a tutti di stare bene e pensare al fatto che nonostante la brutta situazione che stiamo vivendo, anche questa passerà.

Passando al capitolo, sinceramente non ho molto da dire, lascio a voi la parola, fatemi sapere cosa ne pensate, per me ogni recensione è oro, anche critiche se serve, purchè siano costruttive.

Ne approfitto per ringraziare Redferne ed EnZo89 per le recensioni ai precedenti capitoli, che stanno per raggiungere quota CENTO anche su questa, non ho parole (Ho visto i vostri aggiornamenti, cercherò di recuperarli il prima possibile).

Alla prossima
Davide

5355 parole
   
 
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