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Autore: ZarxielZerg    05/04/2020    0 recensioni
Questa fanfiction è un remake dell'originale Pokémon Ghost, con la fanfiction principale e lo spin-off uniti in una sola fanction dove i personaggi sono studiati in maniera più ampia e i Pokémon hanno più spazio. La fanfiction originale non verrà interrotta, ma seguirà di pari passo con questo remake.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Draconix osservò le rupi rocciose del Percorso 4. Erano passati due giorni da quando lui e Raziel avevano lasciato Plumbeopoli, nella speranza di raggiungere il Monte Luna in quel lasso di tempo. Tuttavia, l’allenamento stava portando via molto tempo a loro, e a questo punto, probabilmente avrebbero dovuto accamparsi ancora una volta prima di attraversare il Monte Luna.
“Amico, ci stiamo mettendo una vita.” Si lamentò Raziel con un sospiro. Draconix annuì, la strada per il Monte Luna si stava rivelando più difficile di quanto si aspettassero. Pokémon selvatici ed allenamento a parte, la strada era prevalentemente in salita.
“Come ha fatto Blu ad essere tanto veloce?” Si chiese Draconix parlando con sé stesso mentre procedevano. Aveva saputo che Blu si era imbattuto col Team Rocket da un TV nella casa per allenatori, e lo aveva chiamato immediatamente. Apparentemente stava già meglio, e probabilmente avrebbe sfidato la Palestra fra un giorno o due. Certo, si era comportato come se avesse tutto sotto controllo, ma Draconix era comunque preoccupato. Temeva che il Team Rocket lo avrebbe trovato per finire il lavoro ‘Beh, ha anche detto che avrebbe lasciato la città non appena presa la medaglia, probabilmente non c’è nulla di cui preoccuparsi.’
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Giuls osservò l’oscura entrata per il Monte Luna. E’ vero, c’erano altre strade per attraversare le montagne che dividevano la Kanto centrale da quella occidentale, come la Grotta Diglett, il Tunnel Smeraldo o tramite il servizio degli autobus, e tutte erano valide alternative, tuttavia il Monte Luna era importante. Prima che emergesse la Grotta Diglett e che fosse costruito il Tunnel Smeraldo, il monte era davvero l’unica via. Secondo le leggende, un Pokémon Leggendario ed il suo allenatore avevano avevano aperto quel passaggio, anche se forse era semplicemente un mito. Tuttavia, non c’era alcun dubbio che dopo aver instituito la Lega, migliaia di allenatori avessero viaggiato attraverso la grotta per raggiungere l’altro lato, ed era considerato da pigri l’uso di altri passaggi ‘Cosa che io di certo non farò.’ Pensò per poi iniziare a camminare.
La grotta era quasi silenziosa. Poteva sentire il suono di alcune battaglie in lontananza, ma era nella norma. Se ci fosse stato qualche dubbio, lo Zubat che volò giù dal soffitto e si preparò a combattere era la prova di cui aveva bisogno. Schierò Bulbasaur e sospirò vedendo la Pokémon fiondarsi per lottare senza neppure aspettarla.
‘D’accordo. Facciamolo.’ Si portò una mano in tasca estraendo la pietra che gli aveva regalato il Professor Cosmi in precedenza, la Pietralunare, come lui l’aveva chiamata. Sapeva che era uno strumento evolutivo, ma per lei aveva un valore maggiore. Per qualche ragione, negli ultimi due giorni, aveva avuto l’abitudine di tenerla in mano quando era arrabbiata. Sembrava... calmarla. Forse perché dal loro incontro con Cosmi, Bulbasaur sembrava scaldarsi con lei ancora di più.
Non notò i due piccoli occhi che la fissavano da una crepa su una parete.
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“Non funzionerà” Dissi guardando il Centro Pokémon. Era costruito solamente ad un’ora dal Monte Luna, il Centro Pokémon rappresentava l’ultimo punto in cui sostare prima della sfida di attraversare il monte.
Il problema era che il Centro Pokémon era pieno di gente. Circa un centinaio di persone stavano parlando e mangiando nella sala affollata, e la maggior parte di essi sembravano allenatori. Lentamente, io e Draconix andammo verso il bancone, dove era seduta l’infermiera più stressata ed esaustata che noi due avessimo mai visto “Oh Arceus ce ne sono altri...” Mormorò prima di fare un sorriso ben poco convincente “Cosa posso fare per voi? Come potete notare siamo un po’... sovraffollati.”
“Seriamente, tutto ciò è normale?” Chiese Draconix.
“Fortunatamente no. E’ solo che molti allenatori di Celestopoli tendono a scegliere la via occidentale per prendere parte alla Sfida della Lega. Dopo tutto questa strada affrontano le palestre di Plumbeopoli e dell’Isola Cannella.” Disse con un sospiro “Considerando com’è andata la settimana, oggi dovrebbe essere arrivato l’ultimo gruppo numeroso. Poi le cose dovrebbero stabilizzarsi di nuovo.”
Draconix ed io annuimmo comprensivamente. Avevamo sentito che molti Centri Pokémon dovevano lavorare parecchio nelle settimane successive alla fine dell’anno dell’Accademia per Allenatori, ma era la prima volta che noi due potessimo vederne un esempio ‘Ah, forse è per questo che ci siamo imbattuti in così tanti allenatori venendo qui.’ Pensai “Ad ogni modo, vorremmo una camera se possibile.”
La donna sospirò e guardò un registro “Ho una doppia, va bene?” Chiese.
Draconix impallidì per un secondo, poi però annuì. Lo guardai un momento prima di annuire anch’io. La donna annuì a sua volta e prese un portachiavi da sotto il bancone, con due chiavi attaccate “Per favore, restituitele domani prima di partire. Non avete idea di quanto sia difficile avere delle chiavi nuove qui.”
“Certo, nessun problema. Grazie.” Disse l’allenatore castano prendendola prima che io ne avessi l’opportunità.
“Stai bene Draconix?” Chiesi una volta allontanati dal bancone.
“Non è nulla, è che... non mi piace condividere una stanza.” Disse con un sorriso nervoso. Notando il mio sguardo continuò “Ah, non è che io abbia qualcosa contro di te o altro, semplicemente non mi piace dormire nella stessa stanza con altre persone.”
Mi grattai la testa “Beh, spero non sia nulla di problematico, poi è solo per una notte.”
Draconix annuì “Si, probabilmente mi sto preoccupando per niente.”
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Giuls osservò l’uscita, ovviamente non era l’uscita che conduceva a Celestopoli, ma solo il punto che segnava l’ingresso per il Lago Lunare. Si ritrovò in un campo d’erba che si estendeva con un grande specchio d’acqua che brillava sotto la luce lunare. Accanto ad esso c’era una casa per allenatori. Guardando a sinistra notò che la strada continuava vicino al fianco roccioso del monte fino a dove non si apriva un nuovo ingresso per la seconda metà della grotta. Oltre il lago, l’erba continuava per un po’ prima di diventare quasi bruscamente un boschetto.
Sapeva che il Lago Lunare era famoso per la Danza dei Clefairy mensile, ma quell’evento, dove gli allenatori avrebbero potuto trovare più facilmente i rari Clefairy, avveniva solo durante le notti di luna piena, incluso il giorno prima e quello dopo, ma quella notte non era nessuna di quelle, perciò il lago era silenzioso, eccezion fatta per il rilassante suono della brezza nell’erba.
Per un momento prese in considerazione l’idea di proseguire, ma sapeva che attraversare la grotta di notte era consigliato solo per allenatori più esperti. Di notte, i Golbat e i Parasect uscivano più comunemente dalle loro tane per potersi nutrire, perciò, era consigliato solo per gli allenatori in grado di affrontarli.
‘Se lo chiedessi a Bulbasaur probabilmente coglierebbe l’occasione al volo, ma non sono così stupida.’ Pensò sospirando. Anche se a dirla tutta, Bulbasaur si era calmata mentre si avventuravano nelle profondità della grotta. Probabilmente aveva capito che nonostante i Geodude fossero avversari facili per lei, i Paras e gli Zubat non lo erano. Giuls aveva anche bisogno di fare scorta di Pozioni, dato che le sue stavano per finire.
Quando lei entrò nella casa per allenatori, se la ritrovò sorprendentemente piena. Dopo una breve chiacchierata con il proprietario, un sorridente uomo anziano, questo spiegò che erano principalmente allenatori di Celestopoli che puntavano ad arrivare a Plumbeopoli e all’Isola Cannella. Le vendette con gioia alcune Pozioni di cui lei aveva bisogno e le diede una chiave per una stanza singola. Le sorrise nuovamente dopo averle mostrato la porta esatta, prima di andarsene con una mancia. Giuls si chiese come faceva quell’uomo a sorridere così tanto.
Entrò nella stanza, chiuse la porta e cadde sul letto. Improvvisamente tutta la stanchezza della giornata si fece sentire, con le varie salite e discese fatte, che si fecerò sentire. Oppure era a causa della strana musica che proveniva dalla finestra...
Sentì gli occhi appesantirsi...
Guardò fuori osservando il cielo stellato... con una di quelle stelle era scura, ed era proprio davanti alla finestra, di fronte alla luna, cantando...
E così si addormentò...
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Bulbasaur notò tutto ciò che era accaduto da dentro la sua Poké Ball. SAPEVA che più di una cosa era sospetta. Giuls non riuscì ad accorgersene abbastanza velocemente, e anche se smorzata, poteva sentire la debole canzone provenire dall’esterno. Fortunatamente le Poké Ball rendevano i Pokémon immuni a qualsiasi mossa vagante, incluse quelle basate sul suono, a meno che non fossero attacchi indirizzati direttamente alla Poké Ball, anche se era comunque difficile che potesse danneggiare il Pokémon all’interno.
Perciò, era completamente sveglia quando Giuls iniziò a dormire ed una piccola figura entrò aprendo la finestra. ‘Dovrei uscire?’ Si chiese, poi scosse la testa. No, l’altro potrebbe iniziare a cantare, aveva una sola occasione.
La finestra si aprì, ed un Clefairy entrò lentamente. Il Pokémon rosa e a forma di stella saltellò leggermente, quasi come se la gravità non avesse effetto su di lui, e raggiunse la tasca di Giuls, proprio vicino alla sua cintura. Bulbasaur sorrise, ed uscì fuori, le liane si esteserò per coprire la bocca di Clefairy ed impedirne la fuga.
“Ma cosa abbiamo qui?” Chiese beffardamente “Un ladruncolo. E io che pensavo che i Clefairy fossero dolci e gentili.”
“T-ti prego... mi fai male...” Gridò Clefairy con una voce soffocata dalla liane.
“Risparmiamelo, ho affrontato abbastanza Pokémon da sapere quando stringo troppo forte. E ora non lo sto facendo, anche se potrei iniziare.” Disse e strinse un po’ più forte. La Clefairy strillò e la sua espressione cambiò.
“Va bene, facciamo a modo tuo signorinella.” Disse smettendo di fingere di piangere o di far finta di provare dolore “Ho solo bisogno della Pietralunare della tua allenatrice. Voglio solo quella. Lasciamela avere e me ne vado.”
“Parli come se fossi nella posizione di fare richieste.” Disse Bulbasaur.
“Oh, ma lo sono.” Disse agitando un dito beffardamente “Sono in vantaggio dal momento in cui non mi hai bloccato la mano.”
“Cosa...” Iniziò Bulbasaur per poi notare il dito di Clefairy.
Con un esplosione, un Fuocobomba fu scagliato contro di lei. Si abbassò schivando il colpo, ma il fuoco riuscì a bruciarle le liane e fece esplodere la finestra. Bulbasaur alzò lo sguardo in tempo per vedere Clefairy ridacchiare e prendere la Pietralunare. Per un istante si aspettò che si sarebbe evoluta, ma non accadde nulla. Il Clefairy semplicemente scappò con la Pietralunare in mano.
Bulbasaur si preparò con le sue liane, ma si accorse di non averle più, in quanto bruciate dal fuoco, e con le sue energie ci avrebbe messo un pochino a farle ricrescere. Si preparò ad usare un altro attacco, ma il Pokémon era già scappato “Dannazione!” Urlò, e in quel momento sentì una voce provenire dala porta e bussare.
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“Cosa...” Chiese Giuls alzandosi. La sua stanza era un disastro, e non nel senso che fosse in disordine come lei la lasciava di solito, ma era letteralmente un disastro. La finestra era sparita con al suo posto un grosso buco a forma di stella e Bulbasaur sembrava arrabbiata.
Poi sentì bussare alla porta “Che succede signorina? Sta bene?!”
Si alzò in piedi guardando Bulbasaur. La Pokémon era arrabbiata, ma non capiva cosa stava succedendo. Giuls si mise meccanicamente una mano in tasca e... non c’era nula. Dove doveva esserci la Pietralunare ora c’era solo una tasca vuota.
“Chi ha fatto questo me l’ha rubata?” Chiese e Bulbasaur annuì. Giuls corse verso la porta e la aprì, ritrovando il vecchietto spaventato, non più sorridente “Si, mi scusi, sono stata attaccata da qualcuno che mi ha rubato una cosa ed è scappato. Mi scuso per il frastuono e per la finestra, ma davvero, non è colpa mia.” Quindi chiuse la porta iniziando a pensare.
Avrebbe potuto lasciar perdere, bastava chiedere un’altra stanza e non pensarci più. Oppure...
“Bulbasaur, pensi di poter trovare il responsabile?”
La Pokémon annuì, e Giuls sorrise “D’accordo, daremo la caccia al ladro stasera.”
Prese la borsa ed uscì dalla stanza “Scusi ancora per il disturbo. Proverò a catturare il ladro e tornerò. Ciao e ci scusi di nuovo!”
Prima che l’uomo potesse dire qualcosa, lei stava già scendendo le scale.
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Clefairy era seduta sotto un albero, sorridendo. Si assicurò di avere ancora con sé la Pietrastante e sorrise ‘Con questa, possiamo farcela.’ Pensò.
Si sentiva ben più stanca di quanto avrebbe dovuto essere, ma probabilmente era a causa degli attacchi di Bulbasaur. L’importante è che ora aveva una Pietralunare, con essa... Poi sentì un flebile rumore. Sebbene non fosse ancora una Clefable, il suo udito era tra i migliori. Sentì che stava arrivando qualcosa. Probabilmente nulla di speciale, forse un allenatore che voleva catturare qualcosa di più raro sfruttando la notte, ma per sicurezza saltò su, nascondendosi in uno dei rami dell’albero, per non essere vista e per camuffare il proprio odore con quello delle pigne.
Tuttavia il suo cuore saltò un battito quando vide Bulbasaur assieme alla sua allenatrice camminare in direzione all’albero. ‘Cosa? Come mi hanno trovato? Sono balzata oltre il lago per arrivare fin qui, non c’erano tracce!’ Aveva consumato gran parte della forza lunare immagazzinata per fare quel trucchetto, ed è stato tutto invano? ‘No, calmati. Non possono sapere che sono qui. E’ impos-‘ E poi una liana avanzò in sua direzione. Prima che potesse fare qualcosa, era totalmente bloccate, mani incluse.
“Ma salve di nuovo.” Disse Bulbasaur con un sorriso.
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“Un... Clefairy?” Chiese Giuls “Sicura sia il responsabile?”
Bulbasaur annuì, ringhiando infuriata verso il Pokémon Normale. Giuls riflettè sul come agire “Bene, per prima cosa riprendiamoci la Pietralunare.” Disse e prese la pietra dalle zampe della Pokémon. Sorprendentemente questa fece un po’ di resistenza, ma Giuls riuscì a riprenderla e a metterla in tasca “Adesso, perché lo hai fatto? I Clefairy dovrebbero essere molto amichevoli e timidi e non... questo.”
“Suvvia, è solo una ladra, cosa pensi che ti dica?” Chiese Bulbasaur “E ad ogni modo, non la capiresti neanche. Aaaahh! Non so neppure perché cerco di parlare con te...”
“Ti prego.” Disse Clefairy “Ho bisogno di quella pietra, altrimenti, siamo condannati! Ti prego!”
Bulbasaur la osservò “Perché dovrei credere ad una sola parola di quello che dici?”
“Ascolta, so che quello che ho fatto è sbagliato, ma sono disperata! Il mio clan ha bisogno di quella pietra! Dobbiamo usarla per far evolvere uno di noi.”
“Perché? Cosa potrà mai esserci di così importante da assalirci?!”
Clefairy sospirò “L’altro giorno siamo stati attaccati da alcuni Pokémon molto forti. Uno di noi, il nostro leader, ora è sul letto di morte. Se non troviamo una nuova Clefable, siamo condannati, non potremmo mai sopravvivere ai Golbat e ai Parasect da soli!”
Bulbasaur la fissò. Non c’era nulla che suggerisse che stesse mentendo nell’espressione della Pokémon. Era davvero disperata. Allentò la presa, lasciando solo che la liana fosse attorno alla sua vita e che bloccasse le mani della tipo Normale ed annuì “Se stai mentendo, mi assicurerò che quello che hai detto diventi realtà. Fidati.”
Clefairy annuì e cominciò a camminare. Bulbasaur si guardò indietro per un secondo, ma Giuls aveva chiaramente già capito che stava seguendo Clefairy.
‘Spero di star facendo la cosa giusta.’ Pensò Bulbasaur per un secondo. Per una volta, sperava che la sua allenatrice fosse decisa e non si fidasse di lei. Ma ora, se le cose sarebbero andate male, la colpa era sua.
“Posso farti una domanda?” Chiese Clefairy “Come mi hai trovata?”
Bulbasaur ridacchiò “Parassiseme. Una volta impiantati, posso capire dove si trova il bersaglio finché non vengono rimossi.”
“Che cosa? Dove...” chiese Clefairy, rendendosi conto del perché si sentiva più stanca del dovuto, ma Bulbasaur scosse la testa.
“Non provare a toglierli. Considerali un motivo in più per fare ciò che ti dico.”
E così i tre continuarono per il boschetto.
   
 
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