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Autore: Inquisitor95    05/04/2020    1 recensioni
“Valerio e Mirco sono due ragazzi molto diversi, il primo viene da una bella famiglia piena d'amore, mentre il secondo viene da una famiglia distaccata. Valerio è un ragazzo semplice, mentre Mirco è caotico. Il destino di questi due ragazzi si intreccia nel momento in cui si presenteranno nella redazione giornalistica per il quale lavora Valerio e nel quale Mirco inizierà.
Due persone diverse che si troveranno a collaborare e mentre intorno a loro si muovono problemi e situazioni, entrambi troveranno nell'altro un amico e un confidente. Ma quanto i fili del destino si intrecciano e la ruota comincia a girare, non c'è modo di fermarla, e da un'amicizia potrebbe nascere ben presto qualcos'altro...”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mirco

Capitolo Trentasei

 

martedì 10 settembre

 

 

Un suono echeggia nel gigantesco androne nel quale si trova un altro centinaio di persone altre me ad aspettare che il volo sia finalmente pronto e che ci dicano che possiamo imbarcarci. Mi ritrovo seduto con le gambe larghe e un braccio sullo schienale del posto a sedere vicino.

«Attenzione, comunichiamo un leggero ritardo da parte del volo. A breve vi faremo sapere quando cominceremo l'imbarco. Vi ringraziamo per la gentile attesa e ci scusiamo ancora per il disagio.» recita la voce del computer che parla all'altoparlante, sinceramente lo trovo fastidioso.

Guardo distante verso la macchina del caffé e vedo Alessia che sta prendendo qualcosa, tiene in mano due bicchieri e quando si gira la vedo camminare verso di me.

Non è mai stata una ragazza che si perde nella folla, la ritroverei tra decine e decine di ragazze bionde che mi dessero le spalle: Alessia cammina in maniera singolare, sicura di sé, una delle cose che ho amato di lei.

«Ecco, tieni. L'ho preso anche per te visto che ci siamo svegliati molto presto.» dice con tono premuroso, qualcosa nella sua voce la rende ancora più sicura della sua camminata, non è la solita Alessia, o meglio, non è la stessa ragazza col quale sono stato in questi anni. È tornata come ai primi tempi, quando scopavamo senza che il suo fidanzato lo sapesse. Prima che tutto andasse a rotoli.

«Grazie, non dovevi comunque.» rispondo come un robot in automatico, mi sento a disagio a stare solo con lei, è capitato altre volte da quando ci siamo lasciati che fossimo solo io e lei senza i nostri amici intorno.

Il più delle volte ho riflettuto su quello che stavo facendo e su quello che avrei perso se l'avessi lasciata andare. Sorseggio il caffé lentamente mentre la osservo: Alessia non sembra neanche reagire più alla nostra rottura, è come se non gliene importasse più.

Probabilmente sta recitando la parte di quella forte perché vuole che io rosichi; non riesco a credere che non le importi davvero di quello che è successo. E più mi fossilizzo su questo pensiero, più mi viene anche da pensare a Valerio e a quel bacio rubato che ci siamo scambiati.

“Non è stato un momento di debolezza. Volevo baciarlo, mi ha fatto sentire tranquillo e protetto in quel momento che era vicino a me. Non credo di essere mai stato così bene con qualcuno come in quel momento con Valerio...” penso tra me e me, sono schiavo dei miei pensieri e delle mie preoccupazioni.

In me si insinua sempre più il pensiero, che forse e dico forse, conosca solo metà di me stesso e che l'altra metà sia ancora latente da qualche parte. Ed ho una paura fottuta di quello che potrei nascondermi!

«Sei molto silenzioso. Solitamente anche se ti svegli presto sei sempre attivo e con la parlantina facile.» dice Alessia cercando di spronare la conversazione, non lo fa nel migliore dei modi ma probabilmente vedo che sono abbastanza corrucciato in viso visti i miei pensieri.

«Stavo pensando alla situazione. È un po' strano...» dico senza perdermi nei dettagli, resto vago ma Alessia probabilmente non aspettava altro che un input per poter parlare di quello che sta accadendo.

«So che non vuoi parlarne. Godiamoci questi giorni in tranquillità. Avremo tempo di parlarne e di passare dei bei momenti come amici. Anche se non stiamo più insieme non voglio di certo chiudere con te.» dice Alessia, mi giro di scatto verso di lei, non riesco proprio a credere alle parole che ha detto.

Questo non è da lei, lei farebbe di tutto per parlarne e per dirmi che ho sbagliato e dimostrarmi che senza di lei non posso stare. Questa psicologia inversa che sta usando è tanto falsa che persino le sue parole sono ridicole. Ma una parte di me non riesce a non pensare che potrebbe pensarle davvero e aver capito cosa ha rischiato di perdere.

“E se lo pensasse davvero? E se volesse davvero aggiustare le cose? O forse vuole davvero metterci una pietra sopra lasciando le cose nel miglior modo possibile.”

Ci rifletto qualche istante, poi decido di non voler litigare quindi devo ponderare bene ogni parole che le dico. Non voglio iniziare questo viaggio litigando e come lei stessa ha detto, dobbiamo goderci questi momenti in serenità. Non come una coppia di fidanzati ma come amici.

«Neanche io voglio perderti. Sei pur sempre una persona importante per me anche se non siamo fidanzati...» cerco di essere forte ma le ultime parole che dico hanno un tono strozzato e mi si bloccano in gola, Alessia probabilmente se ne accorge quindi evita di rispondere.

“Che cazzo mi succede? Penso ad Alessia, dico che non voglio soffrire più stando con lei eppure sono qua, a cercare di mantenere un rapporto d'amicizia con una persona che ho amato per cinque anni della mia vita e con la quale ho condiviso momenti intimi. Dall'altro lato poi non smetto di pensare a Valerio e a quel fottuto bacio!”

Vuoto il bicchiere di plastica col caffé sentendo il liquido bollente che scende giù per la gola. Mi alzo dalla sedia e vedo Alessia spostare solo lo sguardo. «Ho bisogno di sgranchirmi un po'. Vado in bagno e torno subito.» l'avverto, lei annuisce senza particolare interesse e mi lascia andare verso il bagno.

“Non ho mai provato qualcosa di simile per un ragazzo. Non capisco perché ho questo strano pensiero. Io non sono quel genere di ragazzo; non mi si alzerebbe neanche all'idea di scopare con un ragazzo.”

Questo pensiero mi fa rallentare il passo come se mi trovassi davanti ad un muro. Un senso di ansia mi assale, rifletto sulle volte in cui sono stato con Svetlana e lei ha usato le dita per “giocherellare” più del dovuto. Ripenso all'ultima volta che sono stato con lei e cerco di riflettere a cosa stessi pensando.

Pensavo a un uomo o ad una donna?

Nessuno dei due, in quel momento ero in una stanza, con davanti a me una macchina che mi sta facendo un servizio tra le gambe. Non c'era interesse, non c'era sentimento alcuno. Anche se Svetlana è una donna, non rappresenta nulla ai fini umani o con quello che ho nella testa.

“Sono un cazzo di disastro...” dico tra me e me varcando la porta del bagno, all'interno l'ambiente è molto umido e c'è puzza di piscio, storco il naso mentre mi avvicino all'orinatoio sbottonando il jeans e tirando giù la cerniera.

Respiro lentamente cercando riposo dai pensieri almeno durante questo breve momento di tranquillità, la porta del bagno di apre e un uomo in giacca e cravatta si avvicina velocemente all'orinatoio poco distante da me Chiudendo al telefono prima di sbottonarsi il pantalone e tirare fuori il suo attrezzo per fare quello che deve fare.

L'uomo in questione mi da' le spalle visto che si trova qualche postazione più avanti quando il bagno gira all'angolo e quindi non vedo alcun particolare. Solo che nel momento in cui finisce io mi trovo ancora ad osservarlo mentre si lava le mani, esce dal bagno e lo seguo con lo sguardo, mi rendo conto di aver già finito da un po' di fare pipì.

E subito mi rendo conto di aver osservato un altro maschio mentre pisciava, e non credo di aver mai prestato così tanta attenzione a qualcuno mentre lo faceva.

“Non significa nulla. Quindi smettila di fare lo stupido e tira fuori le palle.” dico a me stesso come sorta di frase motivazionale, rimetto tutto dentro e tiro su la zip del jeans per poi uscire dal bagno dopo essermi lavato le mani.

Ma i miei pensieri non sono abbastanza convincenti perciò per distrarmi prendo il cellulare e controllo i messaggi che mi sono arrivati nel frattempo; cerco il nome di Valerio sulla lista tra gli ultimi contatti che mi hanno scritto ma non trovo alcun suo nuovo messaggio.

“Mi aveva augurato un buon viaggio e in bocca a lupo per quello che avrei dovuto affrontare. Si è comportato da amico, per lui è come se quel bacio non fosse esistito... forse allora il problema è la mia confusione mentale?” mi dico soffermandomi nella chat del ragazzo in questione.

Vorrei scrivergli, vorrei messaggiare un po' con lui. Probabilmente mi calmerebbe come è accaduto settimane fa al centro commerciale quando poi ci siamo incontrati. Ma se gli scrivessi dimostrerei a me stesso di dare peso a qualcosa che non è accaduto.

Scuoto perciò il viso, magari gli scriverò quando arrivo, magari sarà lui stesso a scrivermi e quindi non avrò bisogno di farlo io. Poi penso subito che Valerio è un tipo di persona molto attenta, non mi scriverà sapendo che sono con Alessia. Si farà dei problemi per paura di disturbare, perché lui è fatto così, in fondo.

Quando ritorno al posto mi trovo ancora con il cellulare in mano e Alessia che sta giocherellando col suo, ogni tanto le arriva un messaggio e lei risponde, immagino che si tratti di Eva o qualcun altra delle nostre amiche. Mi cade l'occhio sulla conversazione un paio di volte ritrovando nomi di ragazze diverse, la cosa mi tranquillizza stranamente.

«Tutto bene? Ci sei stato un po' e sembri anche scosso.» nota subito la ragazza quando mette da parte il cellulare, mi metto a sedere comodo allargando le gambe e mettendo il braccio sullo schienale accanto.

«Sì sì tutto bene. Pensavo che sto prendendo un aereo per lavoro, ci siamo fatti alcuni viaggetti insieme ma per la prima volta stiamo viaggiando per lavoro. Non lo so, mi fa sentire... grande.» le dico, in realtà non posso dirle le mie vere preoccupazioni anche se ci ho pensato spesso al fatto che grazie a questa occasione le cose stiano girando bene.

“Alessia mi conosce abbastanza bene per capire se c'è qualcosa che non va, e probabilmente abbastanza per capire se sto mentendo o meno.” penso infine.

La sua espressione pare poco convinta ma non ci sta molto prima di cedere alle mie parole e mi fa un largo sorriso veramente sincero. «Sono felice per te, sai stavo pensando anch'io al futuro. Stavo pensando di fare direttamente tirocinio con mio padre, magari prima studiare un po' per poter avere le sue stesse qualifiche. Non sarebbe male avere questo progetto in mente.» dice la ragazza.

Il fatto che abbia cambiato argomento mi torna utile anche se ancora una volta siamo finiti a parlare soltanto di quello che vuole lei e che fa lei. Però riconosco di poter chiudere un occhio stavolta e che non mi interessa di farglielo notare di certo.

«Sarebbe una grande cosa per te.» dico lentamente, forse questa sua “voglia” dipende dal fatto che ci siamo lasciati e che in qualche modo stia cercando di costruire un futuro per se stessa anziché per entrambi.

“Forse lei è davvero riuscita a voltare pagina. Questa “vacanza” determinerà tutto quello che siamo e saremo; e io spero proprio di riuscire a restarle amico.” penso titubante mentre la matassa di pensieri si fa sempre più stretta.

«Lo so, sapevo che ti avrei trovato d'accordo con me.» dice lei ancora una volta, il suo sguardo sembra sincero, cerca il mio contatto visivo con i suoi occhi brillante e mi impala per qualche secondo. «Diventerai redattore, secondo me. Continuando di questo passo farai di certo carriera. Magari è questa la tua vocazione e finalmente l'hai trovata.» dice lei allungando la mano e dandomi delle morbide pacche sul ginocchio accanto a lei.

Dire che non avverto subito un brivido sarebbe una bugia, però è anche tanta la voglia di scostare bruscamente la sua mano dal ginocchio mentre lei sta dando una leggera carezza che potrebbe anche essere amichevole.

Continuiamo a guardarci negli occhi e le sorrido annuendo, poi le arriva un messaggio al cellulare e grazie al cielo ho la scusa per spezzare quelle occhiate. «Dovresti rispondere, a breve ci chiamano per l'imbarco e non potrai più farlo fino all'atterraggio.» le dico e la ragazza molto serenamente si sposta per rispondere.

Come detto, presto la voce all'altoparlante comincia a chiamare i passeggeri del volo che dobbiamo prendere noi dicendo che l'imbarco è ora possibile, ci vengono fornite alcune informazioni sul volo: per esempio che sarà una traversata di un'ora circa e che il tempo sarà sereno quindi non ci sarà pericolo di morire; quest'ultimo pensiero naturalmente viene aggiunto da me.

Quando ci troviamo finalmente all'interno dell'aereo mi sento incredibilmente stanco, probabilmente a causa dell'essermi svegliato molto presto in quella mattina. Sprofondo nel comodissimo sedile rivestito con un tessuto morbido color blu notte. È fottutamente comodo.

«Potrei decidere di portarmi questo sedile a casa. Accidenti mi piacerebbe una poltrona comoda, anche a lavoro non sarebbe male.» dico con gli occhi che cominciano a chiudersi da soli, Alessia accanto a me ridacchia e credo dica qualcosa alla hostess che passa.

«Sembri davvero sereno...» dice lei con un sussurro, la cosa mi fa aprire gli occhi di scatto e cerco ancora il suo sguardo, sta evitando di guardarmi ed ha una particolare espressione, sembra triste.

«E tu sembri a pezzi, adesso.» le dico in risposta, lei fa una mezza risata amareggiata, sto scoprendo Alessia sotto un altro punto di vista, come mai prima d'ora. Neanche quando ci siamo conosciuti era così “fragile”.

«I complimenti non sono mai stati il tuo forte.» dice lei con intenzione di ferirmi, ma sa benissimo che si sbaglia e che nelle sue parole c'è solo amarezza.

«Non è vero, sai bene quanto è stato grande l'amore che ho provato per te.» dico con i denti stretti, lei si gira di scatto e vedo una strana luce nei suoi occhi, un fuoco di rabbia che le fa tendere il viso.

«Tu invece dovresti conoscere quanto sia l'amore che io provo per te. Talmente tanto folle da seguirti in un viaggio come questo; ma sono qui perché ti voglio bene, prima ancora di amarti. E perché credo ancora nel fatto che siamo “fatti per stare insieme”!» dice infine.

Non riesco a replicarle, vorrei poterlo fare ma dentro di me lo stomaco si contorce e non voglio continuare questa discussione visto che eravamo riusciti a passare dei momenti sereni, chiudo gli occhi e la sento appoggiare la schiena a sua volta, anche lei vuole addormentarsi.

Cerco di staccare i pensieri e a tratti apro leggermente gli occhi, trovandomi vicino al finestrino vedo spezzoni delle nuvole e della terra che ci mettiamo sotto i piedi, montagne e laghi che passano sotto di noi mentre il sole brilla alto nel cielo di questa bella giornata estiva.

Non riesco ad addormentarmi, troppi pensieri, troppe idee, troppi sensi di colpa e troppa roba che non voglio ma che a quanto pare sono costretto a tenermi dentro. Anche volendone parlare, non potrei farlo con nessuno visto che verrei giudicato malamente. L'unico del quale potrei fidarmi è Valerio, ma parlargliene... sarebbe difficile comunque.

Perciò decido di tenermi tutto dentro, e il resto in fondo, si vedrà da sé...



Angolo dell'Autore:
Ebbene sì, signori, per l'ultimo capitolo di questa storia di amore/odio necessitavo il bisogno di dire qualcosa di mio, che non sia raccontato da un così "in pace" Valerio o da un "più che confuso" Mirco. Voglio cominciare col ringraziare tutti i lettori, naturalmente e voglio pensare che, in questo periodo di Quarantena, in qualche modo questa storia (così come EFP e il resto delle storie) vi abbia fatto passare quei cinque/dieci minuti fuori da questo mondo in una città senza nome (di fatto, il nome della città nel quale si muovono i protagonisti non esiste).
Mi piacerebbe tantissimo leggere i vostri commenti su questa piccola storia che vi ho raccontato, naturalmente, ringrazio moltissimo chi ha commentato capitolo dopo capitolo, commentando e scambiando idee che vanno ben oltre la natura di quello che c'è scritto. Perché in fondo, questa storia potrebbe essere quella di ognuno di noi, quello che capita ai due protagonisti, può capitare a chiunque. Tutti possiamo avere una cotta segreta o un amico che ha una malattia grave, tutti possiamo vivere relazioni tormentate e sofferenti e cercare una via di fuga da quel tunnel. Valerio e Mirco non sono solo due personaggi inventati, sono due persone che potrebbero persino essere uno dei nostri migliori amici, se non addirittura noi stessi.
Mi piacerebbe quindi sapere cosa ne pensate, se sono soltanto un sognatore con troppa immaginazione, se avete vissuto esperienze simili, se in qualche modo vi ho fornito consigli o idee sul quale riflettere, perché il mio obiettivo è anche quello: indagarsi sulla moralità, su ciò che possiamo pensare essere giusto o sbagliato (non a caso Mirco è un personaggio con un carattere forte ma con le sue debolezze, idem per Valerio). Attendo con ansioso le vostre recensioni, se vi va ovvio :-)

Concludo dicendo, che questa storia non è ancora finita e nel momento in cui oggi scrivo queste parole, sono già all'opera sul secondo volume e quindi il continuo di questa strana e folle relazione, perché anche due amici come Valerio e Mirco potrebbero trovare nell'altro un pezzo mancante di sé, nonostante le evidenti diversità.
Quindi, miei cari lettori, qui mi congedo dal mio ruolo di narratore, augurandomi una buona domenica e di poterci presto riabbracciare tutti.

Inquisitor95
 

  
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