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Autore: BlackHawk    05/04/2020    1 recensioni
Drake scoppiò a ridere. Una risata amara che in realtà nascondeva una grande disperazione e sofferenza.
Quando si accorse che Kailey stava per rientrare nel locale, si ritrovò a pronunciare le parole che era riuscito a dire ad alta voce solo una volta da quando aveva parlato con suo fratello. –È morta.-
- Drake mi dispiace, non volevo….-iniziò a dire Kailey, ma lui la interruppe bruscamente.
-Ieri, ma l’ho scoperto stamattina.-
Non immaginava che ne avrebbe mai parlato con qualcuno, ma con lei non era riuscito a trattenersi.
-Drake, mi dispiace.- ripeté Kailey, mostrandosi sinceramente dispiaciuta.
-Era incasinata.- si ritrovò a dire. –Però non era colpa sua. Mio padre la picchiava e quando lui se ne è andato, lei ha cominciato a drogarsi. Non riusciva a smettere.-
-Non è facile.- osservò Kailey, dopo essersi schiarita la voce.
-Davvero non ricordi nulla?- le chiese, cambiando completamente argomento.
-Per ora ricordo molto poco, Drake.- rispose. -Però…-
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Kailey non riuscì a fare a meno di alzare gli occhi al cielo quando la sua scontrosa assistente entrò nella sua stanza senza bussare.
Lavoravano a stretto contatto ormai da una settimana, eppure il loro rapporto non era cambiato di una virgola in quei giorni.
Caroline non si sforzava minimamente di nascondere la sua insofferenza e lei non sapeva più cosa fare per migliorare una situazione che peggiorava ogni giorno di più.
-Il signor Evans ti sta cercando.- le disse subito, saltando i convenevoli.
Kailey incrociò i suoi grandi occhi azzurri e poi sospirò, tamburellando nervosamente la penna sul legno della sua scrivania.
Non era affatto pronta ad affrontare Max dopo tutto quello che era successo la sera precedente, ma non lo poteva evitare ancora per molto.
-Di che si tratta?- le chiese, posando la penna sopra a un mucchio di scartoffie.
La sua assistente le lanciò un’occhiata e poi scrollò le spalle. –Non lo so. So solo che ti ha cercata anche stamattina e che tu hai detto di essere impegnata. Lo stai per caso evitando?-
-Non è così.- mentì Kailey, schiarendosi la voce. –Avevo parecchie cose da sistemare, tutto qui.-
-Ma se…-
Kailey la fulminò con la sguardo prima che potesse terminare la frase.
Caroline sapeva essere irritante e scontrosa quando voleva, ma per quanto le costasse ammettere una cosa del genere, era una ragazza davvero perspicace.
-Puoi andare adesso.- disse seccata, tornando a concentrarsi sui documenti che stava esaminando prima che lei arrivasse.
Alzò lo sguardo qualche secondo dopo, rendendosi conto che Caroline era ancora lì e non aveva intenzione di andarsene.
-Mi dispiace.- si scusò la sua assistente, sedendosi su una delle sedie di fronte alla sua scrivania. –Sono stata una vera stronza in questi giorni.-
Kailey la osservò per alcuni secondi senza dire nulla, chiedendosi se avesse capito male. Possibile che Caroline si stesse davvero scusando con lei?
-Mio padre non sta molto bene.- proseguì, guardandola dritto negli occhi. –Ha bisogno di cure mediche molto costose, ma io e mia madre non guadagniamo abbastanza e l’assicurazione non copre tutte le spese…-
-Io non… non lo sapevo, Caroline.- disse Kailey, dando finalmente un senso al suo comportamento.
-Me la sono presa con te, ma chiaramente non sei tu il problema.- mormorò Caroline amaramente.
Kailey fece per parlare, ma in quel momento qualcuno bussò con decisione alla porta del suo ufficio.
Dannazione, imprecò dentro di sé, rendendosi conto che probabilmente era Max.
Avrebbe preferito rimandare ancora per un po’ il confronto con lui e cercare invece di conoscere meglio la sua assistente, ma chiaramente non era il momento adatto per fare conoscenza.
-Perché non passi più tardi?- le chiese, sperando di poter parlare ancora con lei.
Caroline annuì e poi si alzò, avviandosi infine verso la porta.
Kailey prese un respiro profondo quando vide Max entrare nel suo ufficio, scuro in volto.
-Dove diavolo eri finita stamattina?- le chiese in tono duro, accomodandosi su una sedia.
-Ero occupata…-
Max incrociò le braccia al petto e poi disse:-Non è vero, mi stavi evitando.-
-Perché avrei dovuto….- si bloccò quando Max inarcò un sopracciglio e poi scoppiò a ridere.
-Perché sei stata a letto con mio fratello, ecco perché.-
Kailey non riuscì a fare a meno di sussultare. –Non credo sia il luogo adatto per….-
-Da quanto tempo vi conoscete?- la interruppe Max bruscamente, guardandola negli occhi.
-Non molto.- ammise Kailey, distogliendo lo sguardo.
-Sapevi che eravamo fratelli prima di ieri?-
Kailey scosse la testa con decisione, cercando di liberarsi dal senso di disagio che provava in quel momento.
-Perché mi cercavi?- disse dopo un po’, cercando di cambiare argomento. -Non ho ancora finito la relazione che mi hai chiesto ieri, ma per lunedì sarà pronta.-
-Non sono qui per la relazione, Kailey.- replicò Max, alzandosi in piedi e iniziando a camminare su e giù per la stanza.
Kailey si schiarì la voce e poi gli chiese, conoscendo già la risposta alla sua domanda:- Perché sei qui allora?-
-Drake è…complicato.- mormorò Max, fermandosi per un attimo.
-Chi non lo è?- chiese Kailey, sospirando.
Max accennò un sorriso e poi riprese a camminare. –Quanto sai della mia famiglia?-
-Io…- le si spense la voce quando si rese conto che non voleva affrontare quel genere di discorso con lui.
Perché lui non è Drake, le disse una vocina dentro alla sua testa.
-Drake ha detto che non state insieme, ma eri a casa sua ieri sera, quindi….- proseguì Max, appoggiando una spalla al muro.
Kailey sospirò e poi gli chiese:-Perché ne stiamo parlando, Max?-
-Drake tiene a te e sono sicuro che ti darebbe ascolto.-
Kailey alzò lo sguardo verso di lui e si chiese perché le stesse dicendo quelle cose.
-Non è così, Max.- replicò, scuotendo la testa.
-Nostro padre vorrebbe parlare con lui. Perché non…-
Kailey lo interruppe con un cenno della mano quando capì il motivo per cui Max l’aveva cercata insistentemente per tutto il giorno. –Non abbiamo quel tipo di rapporto, Max.-
Aveva conosciuto Drake pochi giorni prima ed erano stati a letto insieme due volte, ma non avevano una relazione e probabilmente non le avrebbe dato ascolto nemmeno se fossero stati una coppia.
-Come avrai notato non abbiamo un buon rapporto…- disse Max, guardandola negli occhi.
Kailey non riuscì a fare a meno di chiedersi per l’ennesima volta come mai non andassero d’accordo.
Soffocò l’impulso di formulare quella domanda ad alta voce e rimase invece in silenzio, aspettando che lui riprendesse a parlare.
-Ho commesso molti errori ed allontanare Drake dalla mia vita è stato forse quello di cui mi pento di più.-
Kailey non riuscì a ignorare la sofferenza che trasmetteva il tono di Max e si chiese se Drake conoscesse i rimpianti del fratello.
-Sto solo cercando di rimettere insieme la mia famiglia, Kailey. Mio padre non è un santo e forse una parte di me non lo perdonerà mai per quello che ha fatto alla mamma, ma so che meritiamo tutti una seconda possibilità.-
-Hai ragione, ma non sono la persona che può convincere tuo fratello a parlare con vostro padre.- replicò Kailey, sospirando.
Max si passò una mano nei capelli e poi annuì, chiaramente deluso.
-Perché non ci parli tu stesso? Non è troppo tardi per…-
-C’eri anche tu ieri sera, Kailey. – disse Max, in tono affranto.
-Forse…forse posso fare un tentativo.- si ritrovò a dire, schiarendosi la voce.
Erano passate ore da quando era salita in macchina e si era allontanata da Drake, eppure lui non si era ancora fatto sentire. Che diavolo pensava di fare?
Ignorò quei pensieri fastidiosi e invece disse:-Non posso prometterti nulla, però.-
Max alzò lo sguardo verso di lei e poi accennò un sorriso. –Grazie, Kailey. Significa davvero molto per me.-
Prima che lei potesse dire qualcosa il suo capo aggiunse:-In ogni caso mi dispiace per ieri sera. Non mi aspettavo di trovarti lì e…-
-Non ti preoccupare.- disse Kailey, scuotendo la testa.
Non poteva negare che l’atteggiamento di Max l’avesse ferita, ma quel pomeriggio aveva capito che anche il suo capo era profondamente segnato dalle sue vicende personali esattamente come il fratello, sebbene lo desse a vedere di meno.
-Ti lascio al tuo lavoro, allora.- disse Max, richiamando la sua attenzione. –Ci vediamo lunedì.-
-A lunedì.- lo salutò Kailey, mentre lui usciva dal suo ufficio.
Kailey prese un respiro profondo prima di chiudere gli occhi e abbandonare la testa contro lo schienale della sua poltrona.
Si chiese cosa stesse facendo Drake in quel momento e se gli fosse capitato di pensare a lei almeno una volta quel giorno.
Aveva un disperato bisogno di confidarsi con Tessa, ma allo stesso tempo non voleva condividere le sue emozioni perché lei stessa non le capiva.
Aprì gli occhi di scatto quando il suo telefono iniziò a squillare.
Ignorò il cuore che le batteva forte nel petto e prese invece un respiro profondo. Possibile che fosse Drake?
Si costrinse a nascondere la sua delusione quando sentì la voce di sua madre all’altro capo del telefono.
-Kailey, tesoro.-
-Ciao, mamma.- la salutò, alzandosi in piedi.
-Come vanno le cose?-
Kailey si fermò vicino alla finestra del suo ufficio e poi guardò fuori. –Tutto bene. Tu e papà?-
-Benone, cara. Domani tu e David venite a pranzo come al solito? Perché ho sentito David stamattina e mi è sembrato strano. Avete per caso litigato?-
-Non…esattamente.- disse Kailey, sospirando.
Si rese conto che non sentiva suo fratello dal giorno in cui lo aveva sorpreso a casa di Tessa e che lui non si era ancora fatto sentire sebbene ogni venerdì si accordassero per decidere chi avesse dovuto prendere la macchina per andare a pranzo dai genitori il giorno dopo. Non che lei avesse alzato il telefono per mettersi in contatto con lui, però.
-Che è successo?- le chiese sua madre, preoccupata.
-Non è successo niente, mamma. Abbiamo discusso, ma...-
-Perché avete discusso?-
Kailey alzò gli occhi al cielo e sbuffò silenziosamente. –Nulla di grave.-
-Che ha combinato questa volta?- chiese sua madre, dando per scontato che fosse colpa di suo fratello.
-Non ha fatto nulla, sul serio. Stasera lo chiamo e ci organizziamo per venire da voi…-
-Va bene, Kailey.- si arrese sua madre, sospirando. –Come stanno le ragazze?-
Kailey osservò il cielo per qualche secondo prima di rispondere. –Bene...- rispose, evasiva.
In realtà non parlava con Lizzie dal giorno in cui l’aveva accompagnata da Carter e purtroppo non aveva avuto un attimo di tempo per fare uno squillo a Kim.
-L’altro giorno ho incontrato Tessa al supermercato.- disse sua madre, richiamando la sua attenzione. -Mi ha aiutato con le buste della spesa perché purtroppo avevo problemi alla schiena quel giorno. È davvero una brava ragazza.-
Kailey non riuscì a trattenere un sorriso. Se solo sua madre avesse saputo che si vedeva con il suo gemello…
-Perché un sabato non la porti con te ai nostri pranzi di famiglia? Era sempre a casa nostra quando eravate piccole.-
-Non credo che…- iniziò a dire Kailey, costringendosi a non ridere. –Insomma…-
-Perché stai ridendo? Per me è come se fosse una di famiglia, in fondo. Siete amiche da così tanto tempo e poi…-
-Cosa?- chiese Kailey, sentendola esitare.
-Ho sempre pensato che lei e Dave si sarebbero messi insieme prima o poi.-
-Perché?-
-Quando eravate piccoli David era innamorato perso di Tessa.- le spiegò sua madre. -Non te ne sei mai accorta?-
Kailey si ricordava che suo fratello prendeva in giro Tessa continuamente e che la sua amica non lo sopportava per qual motivo, ma non aveva mai pensato alla possibilità che a lui potesse piacere lei.
-Non credo che gli piacesse, mamma. Discutevano in continuazione e lui le dava il tormento.- osservò infatti, chiedendosi però se non le fosse sfuggito quel particolare.
In fondo stavano insieme adesso, perciò sua madre poteva anche avere ragione.
-Me lo ha confidato lui stesso una volta. Avevate all’incirca quattordici anni e beh… sono passati così tanti anni, ormai. In ogni caso mi farebbe piacere che la invitassi una di queste volte.-
-Vedremo…-
-Pensaci su, tesoro. Allora ci vediamo domani. –la salutò sua madre. -Chiama tuo fratello, mi raccomando.-
-Lo farò. Ciao, mamma.-
Kailey lanciò un’occhiata all’orologio e si rese conto che probabilmente Caroline era già andata via.
Si era sempre chiesta perché la sua assistente andasse via sempre molto presto e forse quel giorno la sua domanda aveva ottenuto una risposta. Probabilmente non poteva trattenersi fino a tardi perché si doveva occupare del padre.
Lunedì avrebbe parlato di nuovo con lei e avrebbero cercato insieme una soluzione ai suoi problemi economici.
 
Qualche ora dopo iniziò a raccogliere le sue cose e poi infilò in borsa i documenti che avrebbe finito di esaminare a casa nel fine settima.
Lanciò un’occhiata alla sua scrivania per accertarsi di non aver dimenticato nulla e poi si avviò verso l’uscita.
Non appena fu in strada si rese conto che il sole era tramontato quasi del tutto e che la temperatura si era abbassata notevolmente. Si guardò intorno per un attimo prima di incamminarsi verso la sua macchina.
Non riuscì a fare a meno di tirare un sospiro di sollievo quando fu davanti alla sua Volvo nera. Come diavolo le era saltato in mente di parcheggiare così lontano?
Cercò le chiavi della macchina nella borsa e poi aprì la portiera.
Si lasciò sfuggire un urlo quando qualcuno le si avvicinò, cogliendola di sorpresa.
-Mi dispiace, non volevo spaventarla.- le disse una voce maschile alle sue spalle.
Kailey si rese conto che apparteneva ad un uomo basso e tarchiato sulla cinquantina vestito di scuro. Chi arrivava alle spalle delle persone in quel modo?
Si costrinse a nascondere la sua agitazione e poi si schiarì la voce. –Non…non fa niente.-
-Ha per caso un accendino?- le chiese l’uomo, avvicinandosi ancora di più a lei.
-No, mi dispiace.- disse Kailey, voltandosi verso la portiera della sua macchina.
Non fece in tempo a salire in macchina che l’uomo le afferrò un braccio e la costrinse a voltarsi di nuovo nella sua direzione.
-Non fiatare.- le intimò, minacciandola con un coltello.
Kailey si rese conto che in quel momento non stava passando nessuno e che non poteva fare altro che assecondare l’uomo.
-Se fai la brava non ti succederà nulla.- disse, rivolgendole un sorriso crudele.
-La borsa.- le disse poi in tono sbrigativo.
Kailey prese un respiro profondo prima di dire:-Non ho soldi con me, davvero….-
-Stai zitta, cazzo.- le disse, prendendosi da solo la borsa.
Kailey si ritrovò a trattenere il respiro quando l’uomo le afferrò il viso con la mano libera e la osservò sotto la luce fioca dei lampioni.
-P-prendi la b-borsa e vattene.- balbettò, sentendo crescere la paura dentro di sé.
Lanciò un’occhiata al coltello che le stava puntando contro e poi cercò di calmare il battito impazzito del suo cuore. Come poteva difendersi da un uomo armato che era il doppio di lei?
-Sei proprio bella, lo sai?- le disse l’uomo, toccandole il collo con la mano libera.
Il rombo di una moto che si stava avvicinando costrinse lo sconosciuto a distogliere lo sguardo da lei e Kailey decise di approfittare di quel momento di distrazione per scappare.
Allontanò l’uomo con una spinta e poi corse via da lui, ignorando le urla dell’uomo.
Iniziò a correre più veloce quando si rese conto che lui la stava inseguendo.
Il cuore le batteva forte nel cuore e aveva il respiro corto e irregolare, ma non poteva fermarsi.
La sua unica speranza era raggiungere il bar vicino all’ufficio dove avrebbe potuto chiedere aiuto.
Attraversò la strada senza nemmeno controllare se arrivasse qualcuno da destra o da sinistra e cadde per terra quando vide una moto sbucare all’improvviso, cogliendola di sorpresa.
Rimase paralizzata dalla paura e si coprì istintivamente gli occhi, come se quel gesto potesse impedire l’impatto.
Sentì la moto frenare bruscamente e si chiese se sarebbe morta quel giorno.
Riaprì gli occhi qualche secondo dopo, rendendosi conto che lei era ancora viva e che chiunque fosse a bordo di quella moto era riuscito a frenare in tempo.
Non riuscì a fare a meno di scoppiare a piangere come una bambina.
Perché non aveva parcheggiato in quel fottuto garage a pagamento vicino all’edificio in cui lavorava?
-Kailey.- disse una voce familiare, costringendola ad alzare lo sguardo.
   
 
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