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Autore: MackenziePhoenix94    05/04/2020    1 recensioni
“E adesso?”
“Adesso reggiti forte”
“Che vuoi fare?”
“Ti fidi di me?” le chiese di getto lui; le aveva già rivolto quella stessa domanda nel corso della notte trascorsa sopra il tetto di casa Anderson e, come in quella occasione, Ginger rispose senza esitare.
“Sono uscita di casa in piena notte di nascosto, ho preso un treno per Cambridge e ti ho appena aiutato a rubare una bici dalla casa di tua madre: pensi che avrei fatto tutte queste cose se non mi fidassi ciecamente di te, Syd Barrett?”.
Le labbra del ragazzo si dischiusero in un sorriso.
“Allora reggiti forte, perché stiamo per prendere il volo”.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1967, ottobre.


 
Richard continuava a percorrere il bordo del boccale con l’indice destro, Roger fumava con uno sguardo assorto ed il volto di Nick era nascosto dal cappello nero a tesa larga che indossava.

Nessuno dei ragazzi aveva ancora sfiorato le tre birre che avevano ordinato; il temporale che infuriava tra le strade di Londra era la manifestazione atmosferica del loro umore.

Sopra al tavolo del pub, posizionati al centro, c’erano le copie di alcuni quotidiani inglesi: come spesso accadeva negli ultimi mesi, tutto ciò che riguardava Syd ed i suoi comportamenti bizzarri era ampliamente documentato e descritto in modo dettagliato.

“Ora basta!” esclamò Mason tirando su il viso di scatto, risvegliando gli altri due dal torpore in cui erano caduti “nessuno lo vuole dire ad alta voce, ma tutti la pensiamo allo stesso identico modo: non possiamo continuare così. Fino a qualche mese fa lo dicevo per scherzo, ma ora sono davvero convinto che i riflettori abbiamo sciolto definitivamente il cervello a Syd, e le notizie in prima pagina parlano da sé. Non so se sia peggio quando siamo costretti ad annullare una esibizione o quando Syd si comporta come un totale idiota sopra al palco”

“Dopo il primo colloquio non ha più voluto andare dallo psichiatra per le successive visite” mormorò Waters buttando fuori il fumo dalle labbra, appoggiandosi allo schienale della panca “ho provato a parlargli più volte per convincerlo a cambiare idea, ma non ci sono mai riuscito. Ho registrato di nascosto una delle nostre discussioni e l’ho portata al dottor Laing, in modo che avesse altro materiale su cui lavorare… Lui l’ha ascoltata ed ha semplicemente detto che non c’è più nulla da fare”

“E allora di cosa stiamo discutendo? Direi che la soluzione al nostro problema è più che evidente”

“Syd non è più affidabile, è vero, ma non possiamo neppure scaricarlo così, da un giorno all’altro…”

“Io sono stufo dei suoi comportamenti. Lo siamo tutti quanti”

“… A meno che qualcuno non prenda il suo posto”

“Stai parlando di sostituirlo?”

“Di sicuro non possiamo lasciare un posto vacante nel gruppo. Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia suonare la chitarra e cantare, che impari in fretta le parti di Syd e soprattutto che sia affidabile”

“L’ultimo requisito è il più semplice da soddisfare: non è affatto difficile trovare qualcuno che sia più affidabile di Syd” commentò Nick in tono ironico “ma comunque il problema di fondo resta: a chi possiamo rivolgerci? Chi può prendere il suo posto?”.

Roger ci pensò per qualche istante.

Gli venne in mente un solo nome che, forse, poteva fare al caso loro.

“Io conosco una persona” disse poi lentamente “è un vecchio amico d’infanzia che non vedo da un po’. Se voi siete d’accordo, posso chiamarlo, chiedergli se è interessato e poi vedere come va”

“Io ci sto!” esclamò subito Nick alzando le mani “peggio di così non può andare, dopotutto. Il fondo lo abbiamo già raschiato da un bel pezzo”

“Rick?” Waters si voltò verso Wright, l’unico che non aveva ancora aperto bocca da quando la discussione era iniziata; anche lui, come il bassista, si accese una sigaretta “la tua opinione a riguardo?”

“Direi che abbiamo le mani legate, no? Lo avete detto anche voi due molto chiaramente ed i giornali parlano in modo altrettanto chiaro. Ormai siamo arrivati ad un punto in cui non ci resta altro da fare se non adottare una soluzione drastica. A mali estremi, estremi rimedi” mormorò quello che era da sempre l’uomo maturo del gruppo “ma come faremo a dirglielo a Syd? Non possiamo andare da lui e dirgli semplicemente che è fuori dal gruppo e che verrà rimpiazzato da un’altra persona”

“Gli parlerò io”

“E riguardo Ginger?” domandò Richard, passando al punto della questione che gl’interessava maggiormente “che cosa facciamo con lei?”

“Che vuoi dire?”

“Beh… Mi sembra abbastanza ovvio quello che intendo dire visto il legame che c’è tra lei e Syd” disse Rick con un sospiro “pensi davvero che reagirà bene?”

“Se è una persona intelligente, capirà che stiamo facendo questo perché non abbiamo altra scelta” rispose Roger, impassibile, spegnendo il mozzicone di sigaretta dentro un posacenere “allora è deciso, e da qui non si torna indietro”.



 
Pioveva.

Pioveva esattamente come il giorno, di tre anni prima, in cui lui e Syd si erano ritrovati ed avevano trascorso l’intero pomeriggio in un pub a parlare ed a bere.

Roger sollevò il viso in direzione del cielo ricoperto di nuvole grigie e pensò che quella era proprio una buffa coincidenza, forse perfino sinistra da un certo punto di vista.

Tutto stava finendo nello stesso modo in cui era iniziato.

E lui non si sentiva affatto male.

Avrebbe dovuto sentirsi male, uno schifo, ma in realtà non sentiva assolutamente nulla perché Syd per primo non aveva lasciato loro altra scelta: li aveva messi con le spalle al muro e costretti a prendere una decisione tanto drastica quanto ferma e dura.

Occasioni come quella capitavano una sola volta nella vita.

A mali estremi, estremi rimedi: così aveva detto Richard.

E Roger concordava con lui.

E non sentiva alcun senso di colpa.

Quelli sarebbero arrivati poi, in un secondo momento, col passare degli anni: piccole ed insignificanti larve che si sarebbero trasformate in vermi e che avrebbero iniziato a mangiare dentro il suo cervello.

Il bassista s’infilò velocemente dentro una cabina telefonica e ne uscì dopo pochi minuti; si strinse nel lungo cappotto nero e camminò velocemente tra le strade affollate di Londra, con le mani dentro le tasche e lo sguardo corrucciato rivolto verso il marciapiede.

Per tutto il tragitto dalla cabina telefonica all’appartamento di Syd continuò a pensare a come affrontare quell’argomento con lui e quali parole usare per essere il più delicato possibile; ci stava ancora pensando quando bussò alla porta con le nocche della mano destra.

Il volto pallido di Syd apparve quasi subito.

“Ohh, sei tu” disse semplicemente, senza mostrarsi particolarmente sorpreso o entusiasta “che cosa vuoi?”

“Posso entrare?”

“Perché?”

“Preferirei spiegartelo dentro, e non qui fuori sul pianerottolo”

“Vuoi trascinarmi ancora da quello psichiatra? L’ultima volta che sei venuto qui e hai detto parole simili, poi mi sono ritrovato nello Studio di uno strizzacervelli

“No, niente psichiatra oggi, voglio solo fare quattro chiacchiere con te. Tutto qua”

“Hai detto anche questo l’ultima volta” mormorò Syd con un sospiro, facendosi comunque da parte per lasciare che Roger entrasse.

L’appartamento, se possibile, versava in condizioni ancora più preoccupanti dell’ultima volta in cui il bassista c’era stato in compagnia di Ginger; venne subito aggredito dall’odore di chiuso che regnava lì dentro e che gli fece piegare le labbra in una smorfia di disgusto.

“Cristo!” esclamò coprendosi la bocca ed il naso con la mano destra “si può sapere da quanto tempo non fai passare aria qui dentro?”

“Veramente non ci ho fatto caso”.

Waters non rispose, si avvicinò ad una finestra e la spalancò, nonostante la pioggia che continuava incessantemente a scendere dal cielo cupo; inspirò una profonda boccata di aria fresca e solo allora riuscì a girarsi verso Barrett.

Lo fissò a lungo, ricevendo in risposta uno sguardo vacuo ed assente.

Roger si chiese perfino se Syd si era realmente accorto della sua presenza o se faceva fatica a metterlo a fuoco con lucidità; probabilmente aveva assunto da poco qualcosa di pesante.

Motivo in più per andare fino infondo alla decisione presa al pub.

Anche quella era una buffa coincidenza: in un pub gli aveva chiesto di seguirlo nell’appartamento in cui viveva perché si era da poco liberata una stanza, e lì gli aveva proposto di unirsi alla band, e sempre in un pub aveva deciso insieme a Nick e Rick che era arrivato il momento di allontanare Syd dal gruppo di cui era diventato leader e cuore pulsante.

In un giorno di pioggia, dentro un pub: tutto stava finendo laddove tutto era iniziato appena tre anni prima.

Roger abbassò il viso e prese un profondo respiro, perfino per lui era difficile fissare troppo a lungo quegli occhi verdi che erano diventati due buchi neri e vuoti.

“Dobbiamo parlare” disse risollevando lo sguardo “e questa volta dobbiamo farlo seriamente, Syd”.
 
   
 
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