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Autore: SaraFantasy98    05/04/2020    0 recensioni
Tra gli alberi secolari della Foresta di Boundary, che tutti nel piccolo villaggio omonimo temono, è custodito un segreto.
Un segreto capace di rubare il cuore e i sogni a chiunque arrivi a scoprirlo, un segreto che è lì da sempre, ma che nel corso dei millenni è stato protetto a dovere: nessuno infatti lo conosce, almeno in questo mondo.
Emma e Jeremy, due gemelli rimasti orfani pochi mesi dopo la nascita, vengono inconsapevolmente attirati verso quel luogo tanto affascinante quanto misterioso. Ciò che ancora non sanno è che la foresta, assieme a ciò che contiene, potrebbe finalmente svelare l'enigma che da sempre circonda la storia della loro nascita, la vera storia dei loro genitori. Storia a cui entrambi cadranno dentro, inesorabilmente.
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jeremy
 
Emma è una persona estremamente sicura di sé stessa e delle proprie convinzioni, è coraggiosa e forte, è una che ha sempre la soluzione pronta per ogni problema, una che non si lascia mai prendere dal panico ma che mantiene il sangue freddo e ragiona per risolvere la situazione al meglio.
Nonostante ciò, tuttavia, posso affermare con certezza assoluta che se dovesse scegliere chi seguire tra la testa e il cuore lei sceglierebbe senza esitazione quest' ultimo.
Mia sorella è complicata da capire, davvero tanto: la maggior parte delle volte si tiene tutto dentro e sta in silenzio, dando così l'impressione di essere una persona fredda e distaccata. Niente di più falso.
Emma dentro di sé ha un oceano di emozioni e pensieri: ogni cosa che fa, ogni persona che incontra, ogni luogo che visita e ogni cosa che la sorprende lascia dentro di lei un segno profondo e indelebile; inoltre, quando vuole bene a qualcuno lo fa senza mezze misure.
Questo turbinio di sensazioni e sentimenti è così forte in lei che e basta poco per farlo emergere in superficie, per questo non sono sorpreso quando poco dopo essere rientrati in casa vedo due grandi lacrime solcare silenziose le guance della mia gemella. Però mi preoccupo, e molto.
«Emma che hai?» le chiedo guardandola negli occhi.
«Nulla, solo tanti ricordi», tenta di tranquillizzami lei con voce tremante.
«Sei agitata per stasera?» provo a farla parlare mentre saliamo le scale.
«Sì certo, ma non è per questo... È che mi dispiace di essermi arrabbiata con i nonni questa mattina, non se lo meritano. Loro dopo tutto hanno perso una figlia quel giorno, devono sentirsi anche peggio di noi!» afferma rendendomi felice di essere riuscito a farla sfogare, ma il senso di colpa adesso prende ad invadere anche me.
Oggi ho perso le staffe in fretta pensando di averne tutto il diritto, ma le cose sono più complicate di quanto avessi pensato. Lo sono sempre state.
Il problema è che lo faccio sempre: non penso, agisco d'impulso, sbaglio e poi mi rode troppo ammettere di avere torto.
Questa è una situazione estremamente intricata e delicata, in cui ogni parola e ogni gesto vanno pesati con la massima cura e intelligenza.
Non sappiamo ciò che è successo, questo è vero, ma è ormai chiaro che deve essersi trattato di qualcosa di terribile che ha visto i nonni come protagonisti, qualcosa che li ha segnati in modo orribile ed eterno.
Se devo essere sincero quando le cose non sono lineari e chiare ma sfumate e dai confini evanescenti, come in questo caso, il mio cervello va in tilt.
Quando non c'è un sentiero lineare e ben illuminato da seguire io ho paura.
Paura di scegliere, paura di sbagliare, paura di non essere all'altezza.
Io non sono come Emma, io non ritrovo me stesso nel buio della notte e nel mistero, dove per andare avanti serve solo istinto, dove non si sa mai cosa si nasconda dietro ad ogni curva del sentiero; io ho bisogno di chiarezza, sicurezza, di una strada illuminata dal sole senza insidie nascoste.
Tento di mettere da parte questi pensieri per racimolare un po' di coraggio per affrontare la serata e per consolare mia sorella, poi, dopo una doccia calda, io e lei scendiamo per cena.
Nonna ha superato sé stessa: le portate sono davvero ottime.
La serata trascorre piacevolmente chiacchierando, ridendo e scherzando, ma non posso tuttavia fare a meno di notare come l'atmosfera sia carica di una certa tensione che traspare visibilmente dai volti di tutti.
Vedo chiaramente che Emma è tesa come una corda di violino: la conosco così bene che come al solito mi basta un'occhiata per capire come si sente.
Nonostante i nonni si sforzino a mantenere una parvenza di normalità è chiaro dagli sguardi che si scambiano di tanto in tanto che anche da parte loro c'è qualcosa che non va.
Per quanto riguarda me sono nella stessa situazione di Emma; oggi mi sono comportato da ragazzo spensierato e sereno perché volevo che mia sorella si godesse il giorno del suo compleanno senza che i fantasmi di un oscuro passato la tormentassero: lei pensa fin troppo, fino a consumarsi tra ricordi e congetture.
In realtà sono stato perseguitato tutto il tempo da una strana angoscia, come se fossi in attesa del giorno del giudizio: davvero questa sera i dubbi che ci tormentano da una vita saranno risolti?
Dopo aver mangiato anche la torta, un’ottima cheesecake alle fragole, è il momento dei regali: il nonno si alza e si dirige verso la credenza dalla quale estrae due piccoli pacchetti incartati e infiocchettati.
Dopo averceli consegnati io ed Emma li scartiamo con curiosità.
Quando apro il coperchio della scatolina che mi ritrovo tra le mani compare alla mia vista un ciondolo ovale dall'aspetto antico, color bronzo e con un elegante incisione. Lo sollevo per la catenina per esaminarlo meglio e così, notando una piccola levetta a destra del ciondolo, la faccio scattare: quello si apre rivelando un bellissimo ritratto di Emma, sicuramente opera della nonna.
Alzando lo sguardo su mia sorella capisco subito che lei ha ricevuto lo stesso, ma con il mio ritratto.
«Sono davvero meravigliosi!» diciamo io ed Emma quasi contemporaneamente.
E lo pensiamo davvero.
«Ragazzi miei, ricordatevi sempre di prendervi cura l'uno dell'altra, qualunque cosa succeda, dovunque la vita vi porterà», inizia a dire la nonna.
«Aiutatevi e supportatevi sempre, non lasciate mai che l'affetto tra di voi si affievolisca per qualche sciocca incomprensione o visioni diverse delle cose; siate sempre l'uno la roccia dell'altra, anche quando noi non ci saremo più. Promettetecelo, vi prego.»
«Lo prometto», dice subito Emma guardandomi con gli occhi lucidi.
«Lo prometto», rispondo io sorridendole mentre insieme ci mettiamo al collo il ciondolo.
«Bene, ora veniamo alla sorpresa di cui vi parlavamo la settimana scorsa», interviene il nonno.
Io ed Emma ci scambiamo uno sguardo veloce: è il momento.
«Io e la nonna abbiamo deciso di trascorrere l'estate a Boundary, nella nostra vecchia casa, quella in cui è nata e cresciuta vostra madre e in cui abbiamo abitato fino a quando siete arrivati voi. Partiremo fra tre giorni.»
   
 
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