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Autore: MayaPatch    05/04/2020    1 recensioni
Prima parte di una serie comprendente "Ark: Aberration", "Ark: Extinction" e "Ark: Genesis"
Aurora è una sopravvissuta che si troverà suo malgrado ad indagare tra i misteri dell'isola per scoprirne la storia nascosta e il suo scopo. Ma sta accadendo qualcosa. Quel posto sta cambiando.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ark-cap7 by MayaPatch


Era una fortuna che la Tuta Tek non fosse scomoda. Nick ormai la indossava da un paio di giorni, casco compreso. Grazie all’isolamento, gli era permesso di rimanere in quella stanza senza rischiare alcun contagio, e di intervenire tempestivamente quando Lex era colto da crisi respiratorie.
Il castano se ne stava seduto sulla sedia a cavalcioni, rivolto verso lo schienale, così le braccia e il mento erano poggiati su di esso. Il sonno lo tormentava e la stanchezza mentale non aiutava. Per di più, era preoccupato non solo per le condizioni di Lex quanto per il suo modo di agire. Metteva a dura prova la sua autorità e, spesso, faceva di testa sua. Non era la prima volta che non avvertiva o prendeva decisioni senza consultarsi con lui. La situazione in cui si era cacciato era, ovviamente, una conseguenza di questa condotta.

Si guardò attorno e, come al solito, indugiò sulla scrivania. Non aveva avuto il coraggio di dare un'occhiata ai fogli e al libricino poggiati su di esso, fino a quel momento. Nick non si impicciava mai negli affari dei membri della tribù, ma Lex tendeva ad agire da solo e non parlava con nessuno. Forse, quelle scartoffie avrebbero rivelato qualcosa, ad esempio, il motivo per cui il biondo si era recato su Ragnarok.

Nick diede una rapida occhiata a Lex, si sentì quasi in colpa per quello che stava per fare. Si alzò con lentezza e si avvicinò alla scrivania. Prese il primo foglio che gli capitò sotto mano, era semplicemente una ricetta di Edmund Rockwell sulla Bistecca saltata. Anche gli altri fogli si rivelarono essere delle ricette, alcune personalizzate, e gli ingredienti promettevano pietanze saporite. Nick sorrise divertito, non si sarebbe mai aspettato che Lex fosse appassionato di cucina. Per qualche strana ragione, fu invaso da una spiacevole sensazione, non sapeva cosa fosse. Dispiacere? Di Lex non sapeva quasi nulla. In due anni non aveva parlato molto con lui, se non per dargli istruzioni su cosa fare. Sopirò e ripose le ricette. Spostò lo sguardo sul libricino e lo aprì.
D'un tratto, si ricordò il motivo di tanto distacco. Lex stava cercando i diari dei quattro esploratori e quel libricino che aveva tra le mani era una raccolta.  

Mentre lo sfogliava, Nick capì che riguardava l'Isola, ma non c'erano tutti i diari. Mancavano il numero trenta di Helena, il ventinove di Rockwell, il trentuno di Mei Yin e le ultime due di Nerva. La cosa che più lo interessò fu la presenza di tre fogli non rilegati. Forse, Lex doveva sistemarli. Al momento, li aveva solo numerati. Il testo, invece, presentava sottolineature, punti interrogativi e parole cerchiate in rosso. Nick ammise che l'impegno del ragazzo era ammirevole, ma, al tempo stesso, riconobbe lo stile di quei messaggi e fu assalito dallo sconforto. Giselle aveva ragione: sull'Isola erano apparsi altri pilastri.

Chiuse il libretto, lo adagiò sulla scrivania e si appoggiò su di essa con i palmi delle mani. Non riusciva a capire. L'ordine instaurato sembrava essersi spezzato. Quel luogo era stato tranquillo per anni, l'apparizione di quei messaggi lo preoccupava. Si guardò il polso sinistro, il suo Impianto rosso brillò leggermente a contatto con il pollice, che lo strofinava lentamente. Una sfera azzurra inglobò il castano rivelando parole e immagini.
Era il primo messaggio, quello che sperava Lex non avrebbe mai trovato, soprattutto, per il luogo in cui si trovava:


"Ciao!
Sono così lieta di poter parlare con te! Ho aspettato e aspettato, sempre aspettato per qualcosa, ma ora posso aspettare per una cosa in meno. Per dire, tu- tu sei la cosa.

Sì, intendo tu, tu nello specifico e non in senso generale. Questi pensieri non sono una supposizione, non li ho solo lasciati fluttuare all'esterno sperando che potessero trovare qualcuno. Sono calcolati. Esatti.

Non sei l'unico che li ascolterà, ma tutti quelli che sono destinati. Queste parole sono per te e tutta la tua specie, quelli che si sono svegliati su un'isola nel cielo. Che tu ne abbia bisogno o no, questo è più difficile da sapere."


E non era l'unico messaggio che Nick aveva trovato durante la sua ricerca. Prima che potesse leggere anche il secondo, qualcuno bussò alla porta facendolo sussultare « Sì?».

Passò qualche secondo prima che la voce di Giselle rispondesse «Puoi uscire? H- ho una cosa per te.»

Il ragazzo si stiracchiò e si avviò alla porta. In un certo senso, era contento di allontanarsi qualche minuto, ma sarebbe stato meglio se avesse avuto la possibilità di dormire anche solo un paio di ore. «Allora, di che si tratta?Oh...» rimase senza parole «Grazie, non dovevi. È anche tardi!»

Giselle sorrise mentre gli porgeva il vassoio con la cena «È una sciocchezza, tranquillo.»

Si sedettero sulla panca situata in corridoio. Il castano si avventò sul petto di Dodo cotto al forno con patate e carote. Lo mangiò con gusto e ammise a se stesso che ne aveva bisogno.

«Lex sta un po' meglio?» chiese Giselle quando Nick aveva ormai finito.

Quest'ultimo inspirò profondamente «Ti ringrazio, davvero. E Lex per ora è tranquillo. Ho temuto un po' per lui, l'ultimo attacco è stato pesante, ma è passato.» accettò il bicchiere di birra che la ragazza gli aveva offerto «Per caso...» iniziò con incertezza «Aurora ti ha riferito qualcosa?»

«A dire il vero, pensavo che sapessi tu qualcosa. So che Lex ti ha parlato.»

Nick guardò il bicchiere e sorseggiò «Mi ha solo chiesto informazioni sulla tuta Tek e nient'altro. Vuole trovare qualcosa di efficace contro il campo di forza che la protegge. Mi ha chiesto di gas, fuoco ed elettricità... ho una spiacevole sensazione, ma non so spiegarmi il motivo. Non mi dice mai nulla...»

«Se sei sempre così distaccato, è normale che non si apra più di tanto. Conosco bene il vostro rapporto.» disse Giselle.

Il castano si voltò verso di lei e corrugò la fronte «Come, scusa?»

Giselle sospirò «Beh. Dici a me di dare fiducia a Kilani, ma tu stesso la neghi a Lex.»

«Io... cosa?» era sorpreso. Non immaginava che quella ragazza fosse così schietta.

«Parla con lui. Io ho cercato di tenere lontana Aurora dalla faccenda dei diari, ma la sua curiosità è molto forte. Sinceramente, non me la sento di impedirle di cercare le risposte alle domande che si pone.» zittì per qualche secondo «Tu puoi dare queste risposte ad entrambi e dare una svolta al rapporto che c'è tra Lex e te. Purtroppo, per quanto lui ti stimi, dubito che ti ritenga davvero meritevole di fiducia. Ciò, a lungo andare, potrebbe comportare una rottura.»

Il fatto che la ragazza dicesse quelle cose era la prova che Lex le parlava molto e che lei lo conosceva abbastanza .«Cosa dovrei dirgli?» chiese Nick. Giselle non aveva tutti i torti, ma quel discorso non gli piaceva «Non posso raccontargli quello che è successo. Fargli sapere che è solo colpa mia per quello che è successo ai ragazzi.»

«Ricordo quanto eravate entusiasti per ciò che facevate. Lo eravate tutti, non solo tu. Non devi ritenerti responsabile.»

Nick chiuse gli occhi, alzò il capo «Certo che è colpa mia. Li ho trascinati io in quella storia. E temo che Lex possa fare la stessa mia sciocchezza e che trascini con sé altre persone.» ammetterlo fu quasi una liberazione. In quel poco tempo successivo all'attacco dei Teschi, aveva parlato molto con Giselle. Aveva scoperto in lei un' ascoltatrice attenta e molto intuitiva. Ma non le aveva mai rivelato come si sentiva, almeno non completamente. Ma, a volte, ammetteva a se stesso che la situazione lo opprimeva.

Questa volta, la ragazza sorrise con dolcezza «Lex non si è mai spinto troppo oltre. I diari, che erano nelle grotte sottomarine, furono recuperati dalla ciurma di mio padre. Lex si limitò a chiederne la trascrizione. Sapeva bene che era un posto molto rischioso. Solo persone come i Corsari avevano l'esperienza necessaria per avventurarvisi.» quasi con esitazione, poggiò la sua mano su quella del castano e la strinse « Lex non è stupido. Dagli la trascrizione dei diari in tuo possesso e gli basterà.»

Nick ricambiò la stretta, guardava il pavimento «Ed io che pensavo che questa storia si sarebbe chiusa una volta per tutte.»

«Non lo sarà mai se sei proprio tu quello che continua a pensarci attraverso la negazione. Passi che il resto della tribù non sappia nulla e che non se ne interessi, ma Lex e Aurora potrebbero continuare il resto delle ricerche da soli e cacciarsi nei guai. Parlandone, ti permetterà di chiarire la situazione e probabilmente tutto questo finirà. E non sarai più obbligato a tenere d'occhio quei due.»

Il castano si morse il labbro inferiore, pensava e non nascose ciò che sentiva «Perché parli di entrambi?» gli bastò  lo sguardo di Giselle per rispondersi da solo. Lex avrebbe sicuramente riferito tutto ad Aurora. Sospirò. Era difficile. Non aveva voglia di rileggere tutto, di mettere mano alla sua raccolta di foto scattate; non voleva ricordarsi delle battaglie che avevano dovuto affrontare, compresa quella che aveva posto fine a tutto «Credo che ci penserò su.»

Giselle ghignò con cipiglio furbo «Se ti aiuta, sappi che puoi scambiare le conoscenze che hai: i diari per sapere cosa ha combinato Lex.»

Nick squadrò il volto della piratessa con sguardo sorpreso «Sei terribile.» esclamò «Non ho pensato a questa evenienza.»

Giselle sollevò le spalle, il ghigno ancora stampato sulle labbra «Sono abituata a contrattare. Sono pur sempre un pirata e mio padre mi ha insegnato bene.»

Il castano lo aveva appena constatato e rispose al ghigno con un debole sorriso. Inoltre, si era reso conto della sua abilità di persuasione. E poi quel ghigno e quello sguardo ammiccante rendevano estremamente attraente il suo volto. Non sapeva spiegarsi il motivo, forse la stanchezza, ma rimase a fissare quegli occhi azzurri per qualche secondo, come se il suo cervello si fosse completamente svuotato e avesse dimenticato cosa fare. Giselle ricambiava e il suo ghigno era scemato fino a scomparire. Le mani erano ancora unite in quella stretta, poi Nick distolse lo sguardo con un lungo sospiro e si alzò nel modo meno brusco possibile. Non sapeva da dove proveniva tutto quel caldo, si schiarì la voce «Unh, ti ringrazio, allora.» disse simulando sicurezza «Credo che rifletterò su quello che posso fare.»

Giselle lo imitò «Spero che farai la scelta giusta.» era sul punto di andarsene ma si fermò. Si voltò verso il castano e disse con titubanza «Sei un grande leader. Hai a cuore la salute e la sicurezza della tua gente, ma non permettere che il tuo compito diventi un'ossessione. Hai solo un ostacolo davanti. Ricorda.» detto ciò, augurò la buona notte e andò via.

Nick la guardò fino a quando svoltò l'angolo. Rifletteva su quanto gli aveva riferito e non poteva darle torto. Col tempo, si era chiuso sempre di più, arrotolandosi su se stesso come un Dedicuro. Aveva creduto che quell'atteggiamento gli avrebbe permesso di evitare ogni dialogo scomodo, ma in realtà rischiava di fargli perdere un membro importante della tribù. Una persona che, in un momento di difficoltà, aveva accettato aiuto e non era andato più via. Si sgranchì braccia e gambe per l'ennesima volta e tornò alla sua mansione. Parlare del passato sarebbe stato più difficile di quelle notti insonni, o si sarebbe mostrata l'occasione per liberarsi di un peso enorme.

Stacco by MayaPatch

Con la mano poggiata sotto al mento e lo sguardo rassegnato, Kilani sbuffò «Aaahh! Non capisco cosa non vada!» incrociò le braccia e fissò l'oggetto circolar, che che giaceva immobile sul tavolo da lavoro. Lo aveva asciugato e pulito dalle alghe, ma lo stato del metallo suggeriva che quell'aggeggio poteva funzionare ancora. Tuttavia, Kilani non era riuscito nemmeno ad aprirlo e controllarne l'interno. Non aveva viti e nemmeno una fessura che suggeriva la presenza di un incastro da poter aprire. Da quando lo aveva trovato, aveva passato più tempo in officina che altrove.

Hlna2 by MayaPatch«Ehi! A quest'ora sei ancora in piedi? Uh, cos'è?» esclamò Giselle mentre appoggiava una mano sulla spalla dell'amico.

«Non ho idea di cosa sia. Sto cercando di capirlo. E, comunque, dovrei chiederti la stessa cosa. Non sei con Aurora? So che è venuta a stare un po' da te.»

«Ho portato la cena a Nick. Sono due giorni che non riposa, quindi ho pensato di preparargli qualcosa di buono per migliorargli la serata.»

Kilani ghignò «Ti è passata la sbadataggine selettiva?» e ricevette in risposta uno sbuffo.

«Comunque sia, non riesci a farlo funzionare?» sviò la pirata.

Il ragazzo tornò a guardare l'oggetto e sospirò «Era in acqua. Ma qualcosa mi dice che funziona ancora. Devo solo capire cosa ha che non va. Ehi!»

Giselle lo prese tra le mani e lo osservò «Ho già visto da qualche parte questo tipo di metallo. E queste striature blu. Ha un design familiare. Al tatto, invece, è strano. Sembra morbido... ma non lo è!»

«Fico, eh?» esclamò l'hawaiano con un sorriso «Assomiglia un po' alla tuta che indossa Nick, ora che ci penso.»

Giselle gli batté la mano sulla spalla «Ma sei un genio! Ecco cosa mi ricorda!»

Kilani si massaggiò la spalla, probabilmente, in quel momento, si era formata la sagoma di una bella manata «Saperlo però non aiuta.»

«E invece sì!»

«In che modo? Non so nulla di questa roba.» non capiva l'entusiasmo dell'amica.

Giselle continuava a sorridere «Possiamo provare una cosa.» il sorriso si fece furbo «Ma devi essere disposto... a violare la proprietà privata di una persona. Ci stai?»

Kilani non capiva «Cosa?»

Mesopithecus | Dododex | ARK: Survival EvolvedLa pirata roteò gli occhi, prese l'aggeggio circolare e trascinò Kilani «Se ho ragione io, faremo funzionare questo coso! Ma, prima, mi serve una scimmietta.»

Il ragazzo era sempre più confuso, ma non se la sentì di contraddirla. Dopo aver recuperato un Mesopiteco, Giselle trascinò l’amico  al portone grande, che conduceva alla gola in cui Nick aveva il suo allevamento di Giganotosauri. Disse alle sentinelle che avevano un compito da svolgere per conto del leader e oltrepassarono il portone.
Una volta all'interno della gola, Giselle condusse Kilani all'abitazione di Nick, la casetta in metallo da cui proveniva una lieve luce azzurrina che illuminava l'esterno.

«Che cosa...» mormorò la ragazza.

«Qualcosa non va?» chiese Kilani.

Giselle lo guardò e gli mostrò l'oggetto «L'ho sentito muoversi!»

L'hawaiiano corrugò la fronte e lo osservò attentamente dopo averlo ripreso.

«Ehi. Che state facendo qui?» li riprese una voce femminile.

Giselle abbassò la voce e mormorò «Lascia parlare me.»

Una ragazza dai capelli neri ondulati fino alle spalle li stava guardando con curiosità «Non è ancora finito il mio turno, giusto?» chiese.

Giselle prese la parola «Oh, Acceber! Non sapevo fossi stata incaricata di occuparti dei cuccioli!» prese di nuovo l'oggetto rotondo «Non siamo qui per sostituirti, Nick ci ha dato un compito. Quest'oggetto è uno scanner che usa per monitorare le condizioni di Lex. Siamo qui per ricaricarlo.»

Kilani era stupito, quella pirata sapeva mentire bene. La bugia era molto credibile e, a corroborare il tutto, erano la gestualità, il tono e il modo di parlare. La lasciò fare.

Acceber fissò l'oggetto con visibile curiosità «Uno scanner? È davvero strano. Oh beh, se serve, meglio che vi sbrighiate. Intanto, è arrivato il mio sostituto, vado a salutarlo. Notte!»

Giselle salutò con entusiasmo mentre Kilani si avvicinava alla porta, era chiusa a chiave «Come spiegherai che non riusciamo ad aprire la porta nonostante Nick ci abbia “dato un compito”?» chiese tutto d'un fiato.

Giselle lo stupì ancora una volta. Sorrise, di nuovo, con malizia e ordinò alla scimmietta di scassinare la porta «Il Mesopiteco è un mago. Apre qualsiasi porta.»

Quando la porta fu aperta, i due entrarono.

«Cosa dobbiamo trovare?» chiese Kilani. Si sentiva un ladro nonostante non stessero davvero cercando qualcosa da rubare. Entrare nell'alloggio di colui che lo aveva accolto nella sua tribù gli sembrò quasi un tradimento. Però, si stupì di quanto illuminata fosse quella casupola.

Împuternici Nesatisfăcător gri tek generator - modernpapi.comLa luce proveniva da un oggetto metallico. Dall'aspetto, sembrava proprio un generatore di energia. Era in metallo chiaro e sulla sua base ruotava una specie di anello il cui centro emanava luce azzurra. Era straordinariamente silenzioso. Kilani ricordò che Nick lo aveva attivato per alimentare i campi di forza prima di entrare in battaglia contro i Teschi Rossi.

«Eh sì, questo è quello che ci interessa.» disse Giselle, la mano destra sul fianco e lo sguardo compiaciuto. Avvicinò l'oggetto al Generatore «Ha avuto una reazione quando ci siamo avvicinati alla casetta. Quando siamo entrati, ha vibrato di nuovo. Immagino che, avvicinandolo di più, possa addirittura caricarsi completamente.»

Kilani sospirò, era nervoso. Il timore che si trattasse di un oggetto pericoloso lo assalì. Forse era una bomba che sarebbe potuta esplodere all'improvviso, oppure avrebbe potuto sparare proiettili simili a quelli delle selle dei Teschi Rossi «Forse non dovremmo farlo...»

«Hai passato giorni rinchiuso nell'Officina, ora ti arrendi? Guarda!» esclamò Giselle.

L'oggetto fu avvolto da piccoli lampi azzurri che lo attraversarono, sì illuminò e galleggiò in aria. Assomigliava sempre di più ad un oggetto tek, e la presenza di led azzurri lo confermò. Al centro dell'anello apparve un ologramma tondeggiante. «Ehi! Il mio nome è HNL-A! » l'ologramma reagiva, si chiudeva come se fosse stato una pupilla, e probabilmente lo era. Un raggio azzurrino provenne dall'oggetto e scannerizzò gli stupiti Kilani e Giselle «Grazie per avermi ricaricata... Kilani... Giselle. Non ricordo cosa stessi facendo, forse ho avuto un calo energetico oppure... oppure... la mia memoria è totalmente fuori uso! Spero vivamente che non fosse importante! Avete bisogno di qualcosa?»

Kilani fissava l'oggetto animarsi e parlare come una persona. L'ologramma a forma di pupilla cambiava ad ogni reazione: era stato sostituito da due cuoricini rosa quando i due ragazzi erano stati ringraziati e poi da un punto interrogativo giallo. Almeno non sembrava un'arma e Kilani sospirò rincuorato.

«Che cosa sei?» chiese Giselle.

L'ologramma al centro cambiò di nuovo in quello che sembrava un occhio sorridente «HLN-A, una interfaccia frattale, ma non ricordo altro. A dire il vero, non so neanche dove sono. Forse, appartenevo a qualcuno. Ho fatto una rapida analisi al mio database e ho scoperto che non posso accedervi. Magari, con il tempo, scoprirò se ci sono informazioni importanti. Nel frattempo, potremmo fare amicizia. Potrei rivelarmi utile! Inoltre, vorrei ringraziarvi per il favore.» disse e il suo occhio mostrò l'immagine azzurra di una stretta di mano.

Kilani e Giselle si scambiarono uno sguardo misto tra il perplesso e lo stupito.

Poiché era stato lui a trovare quell'oggetto, Kilani prese parola «Immagino sia okay. Però, ti prego, parla un po' di meno e con voce più bassa. È tardi e stanno dormendo al villaggio.»

HLN-A si illuminò di rosa «Ricevuto! Sarò silenziosa come uno smilodonte in agguato! Oppure come un Gufo delle Nevi in volo? Oppure...»
«Okay, okay, abbiamo capito!»


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Capitolo finitooo! Oddio, ha richiesto mesi! Diciamo che tra tesi, sessione di laurea prima e uscita di Genesis, adesso... ho avuto con cosa distrarmi.

Ora, un appunto: Acceber è un cameo. È un personaggio di Roberto Turati che ha scritto qui su EFP una FF su Ark, un Universo Alternativo, diverso quindi dal canone. Fateci un giro! Io volevo ringraziarlo perché sta scrivendo un crossover anche con i miei due personaggi "Persi su Ark" , e mi sembra il minimo inserire un cameo.


  
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