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Autore: LadyVarana    06/04/2020    1 recensioni
Un bacio atteso da 2000 anni. Perché quando Cupido colpisce non importa dove le sue frecce si fermano, l'amore vincerà sempre su tutto.
Dal testo:
[...]E finalmente, dopo una vita passata da solo, senza te, amandoti a distanza, senza poter esprimere quanto io ci tenessi a te, posso ora dirti quello che ho sempre avuto dentro al mio cuore, sussurrandotelo a fior di labbra, mentre ancora ci stiamo baciando. Ti amo.
735 parole
Storia ispirata alla stalattite e stalagmite delle grotte di Petrosa
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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Così vicini,eppure così lontani.

Riuscivo a sentire il caldo tuo respiro che mi accarezzava il volto, perso tra i tuoi occhi che mai prima di adesso erano stati così vicini ai miei. Volevo fondermi in un tutt'uno con te, toccarti, provare per la prima volta la sensazione di lambire il corpo di qualcun'altro. Il tuo corpo. Ma eravamo ancora lontani, così distanti da non poterci neanche sfiorare con la punta dei polpastrelli levigati.

Una dolorosa agonia che durava da millenni. Averti sempre avuto a portata di mano e non essere mai riuscito a unire il mio corpo al tuo, sebbene le nostre anime già da troppo erano legate in un nodo indissolubile. Tu sei la mia altra metà, lo sei sempre stata. Creata e generata dalle mie lacrime di solitudine, accorsa in mio soccorso fin dall'inizio dei miei tempi, in epoche andate ai dimenticati ricordi. La mia esistenza non avrebbe mai avuto inizio senza te e così viceversa. Mutavo continuamente nella speranza di vincere contro l'infamia del tempo, ma quell'australe entità mi ha sempre sconfitto sul suo stesso campo. Avrei messo in gioco la mia vita per stare con te, per poter incontrarti prima e poter ammirare tutta la tua bellezza come unica essenza.

Ti ambivo così tanto da essere colmo di doloroso amore. Pregavo ogni notte, con le palpebre chiuse e il cuore in mano, il Fato dal risparmiarmi da questo atroce circolo di sofferenze. Gridavo al vento supplicandolo di strapparmi dalle carni questo desiderio infame che mi stava scavando dentro. Zefiro, il vento degli amanti, non ha mai raccolto la mia voce, ma è sempre passato accanto al mio immobile corpo senza prestarmi attenzione alcuna. Io intanto volgevo il mio sguardo a te e puntualmente mi pentivo dell'aver chiesto di amarti di meno e il mio cuore iniziava a scalpitare nel mio petto facendoti amare ancor di più.

Oh povero stolto che son stato.

Fin troppo mi sono crogiolato nel dolore, nella speranza che esso annullasse il mio amore per te, senza mettere in conto che invece potesse solo alimentarlo a dismisura. L'attesa di te mi ha portato a fantasticare sulla tua persona. Forse sbagliando, ho lentamente iniziato ad idolatrarti e avere fede in te, e come un credente impaurito, ho iniziato a dubitare di te, della tua venuta. Secondo dopo secondo ti vedevo allungarti nella mia direzione e, per venirti incontro prima, io stesso mi allungavo verso di te. Ci cercavamo a metà strada, nel silenzio delle caverne.

Ci siamo sempre cercati e finalmente ora, oggi, siamo uno accanto all'altro, aspettando con trepido fermento di poter finalmente unire le nostre membra creando unico sostegno. Abbiamo così faticato e così aspettato che non mi sembra vero che questo momento sia giunto. Non è un altro dei mie mille sogni e fantasie, questa è la realtà. Ancora pochi istanti e tutti i nostri sogni diventeranno realtà, i miei e i tuoi.

Mi allungo un altro poco, con la possibilità di stirarmi, o rompermi, ma poco importano i pericoli se so che potrei arrivare a te. Dopo duemila anni finalmente ci tocchiamo. Uniti d'essenza. Un lento bacio carico di ogni emozione esistente. Amore, aspettativa, vergogna, rabbia, dolore, gioia, paura.

Vorticose idee che si affacciano nella mente, senza che nessuna abbia effettivamente il sopravvento. Penso che ora tu sei mia e io sono tuo, e che finalmente potremo essere così per l'eternità, ad amarci e lambirci sempre più e sempre più sfrenatamente. Sostenerci a vicenda fino alla fine dell'esistenza stessa. E mentre penso a tutto ciò ti sto baciando una, due, cento, mille volte. Per sempre. Perso nelle tue iridi screziate e percependo per davvero la tua presenza per la prima volta. Ora potrei morire felice, avendo assaporato la tua lingua. Dovrò ancora aspettare tanto prima di poter essere un corpo solo con te, mia gioia, ma posso aspettare ancora, soprattutto ora che siamo finalmente insieme. Una vita solitaria non è nulla paragonato a questo.

Anche se ero solo una misera stalattite ti ho bramato come chiunque altro. Adesso ti tengo stretta a me, oh mia stalagmite, e non ti lascerò mai più andare, perché questo il fato ha deciso per noi. E finalmente, dopo una vita passata da solo, senza te, amandoti a distanza, senza poter esprimere quanto io ci tenessi a te, posso ora dirti quello che ho sempre avuto dentro al mio cuore, sussurrandotelo a fior di labbra, mentre ancora ci stiamo baciando.

Ti amo.

   
 
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