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Autore: Mercurionos    06/04/2020    1 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 13 – La Solitudine dei Guerrieri Invincibili, Parte 2 – Anno 1, 3/17 Brumaio
 
Qualche giorno più tardi…
 
“Per concludere, riassumiamo ciò che è stato detto a riguardo dei terreni di battaglia. Signor Masamune, la prego, può pensarci lei?”
“Scertamente Profecciore!”
Scienze strategiche, la più noiosa delle lezioni. Il mercoledì terminava sempre nello stesso modo: il professor Sorbet conclude la sua lunga e pedante spiegazione riguardo uno dei più disparati e noiosi argomenti di strategia militare, dice qualche frase a caso per far comprendere che la lezione sia finita, poi chiede ad un alunno, di solito quelli più attenti e laboriosi (poiché ripone poca fiducia in tutti gli altri) di riassumere in breve l’argomento della lezione.
 
“Allora… Abbiamo campi di battaglia dishpersivi se vengono creati da ribellioni interne; in combattimento con territori non annessci ci troviamo alla frontiera; se combattiamo per la conquista di un luogo di interessce scia per noi che per il nemico è un territorio conteso, sce questo riguarda l’accesso al luogo shtesso è un territorio comunicante; sce è conteso tra noi e più ribelli o eshterni è un territorio focale, ma sce ci troviamo già in profondità del terreno nemico siamo in un cosiddetto campo “grave”; sce l’attraversciamento è complessho è territorio diffiscile, sce l’uscita è complessa è circondato, sce la scituazione è dishperata, allora è territorio mortale.”
 
“Eccellente, ottima rispo- Che cosa c’è ancora, signor Ronme?”
Un ragazzone nell’angolo della classe aveva alzato la mano, cercando l’attenzione del docente: “Ma se tipo, PRIMA il terreno lo bombardiamo e POI andiamo a vedere com’era fatto?” L’intervento venne accompagnato dai risolini di Krumbo e Iru, sempre pronti a fare da spalla comica nella loro squadra, tristemente nota a professori e alunni come il “trio dei casinisti”.
 
Sorbet espirò con eccessiva teatralità: “Allora lei è un imbecille, signor Ronme, e mi compiaccio a vedere che come al solito non ha capito nulla di quello che ho spiegato. – si rivolse poi all’intera classe – Ricordatevi che martedì quattordici, fra cinque giorni, faremo un rapido test su questi argomenti. Non ho intenzione di dispensare insufficienze, quindi fatemi il maledetto piacere di studiare, una volta tanto. Prendete come esempio la squadra che si è recata qualche giorno fa su Yato Cinque, per cortesia, e impegnatevi. Gladyolo, con permesso.”
 
Il rappresentante si alzò di scatto, composto e serio, invitando i compagni a seguire l’esempio. E i compagni lo seguirono, svogliati, ma si alzarono e si protesero in un composto e flemmatico inchino.
 
“Oggi finalmente mangiamo come si deve!” Radish era a dir poco euforico quando scoprì il menù del giorno: bistecca. Non era chiara la provenienza di quella carne, ma l’invitante profumo fece svanire qualsiasi pensiero eccessivamente contorto. Pump si mise a sedere accanto a lui: “Dopo ci meniamo, al club?” chiese agli altri due saiyan, poi tracannò un bicchiere d’acqua dopo l’altro per mandar giù in fretta la carne.
“A tal proposito…” Gladyolo, come di consueto accompagnato dalla sorella, si avvicinò al tavolo e prese posto di fronte a Vegeta. Questi, infastidito dalle poche parole del ragazzo, smise di masticare il boccone che aveva in bocca: “A tal proposito cosa? Non dirmi che è stato sospeso il club, perché ti informo che potrei sfogarmi su di te.”
 
“Lasciami finire di parlare, per una buona volta. Volevo solo avvisarvi che oggi Gipeto non c’è. Hanno chiesto a me e a Frida di sostituirlo.”
Vegeta tornò a focalizzarsi sul suo pasto: “Fino a quando posso prendere a pugni qualcuno mi va bene.”
“Mi è anche stato raccomandato – continuò Gladyolo – di prendere provvedimenti “esemplari” su chi non seguisse le nostre indicazioni. Capito?”
Radish e Pump, comprendendo perfettamente, annuirono un paio di volte con il capo e ripresero a mangiare; ma da Vegeta, nessuna reazione.
“AHEM. – Gladyolo si schiarì sontuosamente la gola – Vegeta. Hai capito?”
“Sì! Sì, dannazione! Fino a quando mi fai combattere non ti darò fastidio!”
Il ragazzo albino ruotò gli occhi verso il soffitto e terminò di pranzare poi, in compagnia dei suoi commensali, si diresse verso l’uscita dell’edificio.
 
Poco più tardi, il club di combattimento della sezione A si era già riunito nello spiazzo accanto all’istituto. In mezzo a loro spiccavano due figure, la cui presenza aveva disorientato gli alunni vogliosi di allenarsi. Atteso il momento opportuno, uno dei due intrusi si fece avanti parlando ad alta voce: “Allora, allora… Un momento di attenzione, vi prego. Sono Gladyolo, il rappresentante della 1.A.0 e questa è Frida, della stessa classe. Siamo stati assegnati al club di oggi come sostituti del professor Gipeto, che sarà assente fino a lunedì prossimo.”
Un debole brusio di schiamazzi e commenti si sollevò dopo la dichiarazione del ragazzo. L’assenza di Gipeto pareva un fatto strano a tutti i presenti.
 
“Silenzio! Per favore… – Frida interruppe con un tono gelido il chiacchiericcio, mantenendosi composta come suo solito, con le mani giunte sulla gonna della divisa – L’assenza del docente non cambia nulla. Sia io che il signor Gladyolo siamo altamente qualificati a gestire il club al posto del professor Gipeto. Questa decisione rispetta le linee guida del nostro istituto, quindi siete tenuti a seguirle alla lettera. Spero di essere stata esaurientemente chiara.”
Nessuno volle controbattere alle metodiche dichiarazioni della giovane donna, che incuteva non poco timore negli animi degli altri alunni. Nonostante la corporatura minuta e a tratti scheletrica, coronata da una chioma di capelli dal colore spento, Frida riusciva con facilità a catturare l’attenzione di molti sguardi, un po’ con i suoi lineamenti graziosi ed elegantemente diafani, un po’ con le sue occhiate salde e penetranti.
 
Percependo una buona dose di terrore farsi largo tra gli studenti, Gladyolo riprese la parola: “Va bene, dateci dentro. Ora focalizzatevi in scontri uno contro uno: scegliete un avversario e cominciate!”
Gli studenti si dispersero per lo spiazzo e pian piano si formarono coppie di esaltati combattenti. “A quanto pare pensano che senza Gipeto si possa cazzeggiare allegramente!” esclamò divertito Radish, che cercava una risposta negli occhi di Vegeta. Questi, intuendo la richiesta di Radish, sbuffò e si fece avanti: “Se proprio devo… Fatti sotto, ragazzone.”
Radish si voltò verso l’amica: “Pump, per te va be…” ma quella si era già girata, con il volto imbronciato, aveva preso per mano Mirk e si era allontanata dai crudeli saiyan.
 
Radish non ebbe però il tempo di preoccuparsi della compagna offesa: Vegeta stava già attaccando il terreno che li separava. Istintivamente Radish agitò un braccio per respingerlo, ma quello lo schivò senza alcuna difficoltà, calandosi verso terra. Vegeta roteò su sé stesso, spezzando la postura dell’avversario poi, piantando le mani sul terreno, spinse i piedi verso lo stomaco di Radish. Radish barcollò, più confuso che dolorante, non riusciva a colpire il principe, che schivava ogni attacco con minimi movimenti del collo o del busto. Conosceva bene lo stile di combattimento di Vegeta, aggressivo, violento e tremendamente elegante; collimava a perfezione con la corporatura ristretta e il potenziale combattivo stellare del principe, che pareva instancabile.
 
Dall’altro lato del campo, ricoperta di polvere da testa a piedi, Pump si stava scontrando con Mirk: “Guarda che… Non ti ho… Ancora perdonato per il torneo!”
“Allora mettici più impegno!” Le rispose la rossa, schernendola.
Pump accettò più che volentieri la sfida: fece un piccolo balzo e, come si era aspettata, Mirk aveva anticipato la sua mossa ed era pronta a respingere l’attacco. La giovane saiyan si lasciò scappare un flebile risolino quando scagliò una bordata di energia verso il basso, sollevando un gran polverone. Ma la forza della sua avversaria necessitava di ben altro per esser messa a dura prova: “Vuoi accecarmi!?” Gridò lei ridendo, e mosse un braccio con impeto, allontanando di colpo tutto il pulviscolo. Quasi si spaventò notando che Pump era scomparsa. Intuì quello che poteva esser successo, ma non fece in tempo a voltarsi: Pump le era già corsa dietro, e le assestò una salda ginocchiata nelle reni. Mirk strinse i denti, dolorante, e cadde a terra; solo pochi attimi dopo riuscì a rialzarsi.
 
“Ehi, perché non hai continuato? Guarda che potevi menarmi ancora un po’!” disse Mirk, ferita ma anche divertita. Poi trovò la risposta alla sua domanda. Pump era impietrita nel punto in cui era riuscita a colpire la compagna. Ancora in posa di attacco, pronta a sferrare un pugno, era stata bloccata da Frida, che le tratteneva il polso.
“Piano, piano, ragazze. Vedete di non farvi male. Un colpo del genere alla schiena può essere pericoloso, Pump. Capito?”
Pump si girò verso di lei, incontrando il suo gelido e vacuo sguardo: “S-sì, capito.”
“Bene allora, molto brave. Continuate così.” Ed allentò la morsa attorno alla mano di Pump.
 
“…Tutto a posto?” Le chiese Mirk.
“Sì, sì. Solo che…” tremò per un istante, massaggiandosi il polso.
“Fa’ vedere. Ehi… Ma sei freddissima! Hai la mano congelata, sicura di star bene?”
“Certo che sì, mica mi fa male!”
“Stai ferma un attimo allora.”
Le mani di Mirk brillarono debolmente, circondate dell’aura purpurea della ragazza. Prendendo l’amica per mano, riuscì a riportarla ad una temperatura più accettabile.
“Uff. Scusami, mi sa che mi sono spaventata un attimo. Non mi ero resa conto che Frida fosse COSÌ forte.”
Mirk la guardò, i suoi occhi non nascosero una sottile nota di disagio quando riportò alla mente gli eventi di qualche mese prima: “Ma come no? Non ti ricordi il torneo?”
Pump la squadrò confusa: “Sì, sì. So bene che è la numero due di tutta la scuola, ma è un cacchio di scheletrino!”
“Sssshtai zitta cavolo! Mi fa paura quella!”
 
“Ahi! Caz-! Ahia! Vegeta!”
“E rispondi, maledizione! Mi sembra di picchiare un sacco di carne!”
Il duello tra Radish e Vegeta continuava, monotono e doloroso, e Radish non era ancora riuscito a colpire in modo decente il principe. Perlomeno aveva dimostrato un’ottima resistenza allo sforzo. “Arrabbiati, idiota! Sei o non sei un saiyan!? – disse beffardo Vegeta, che non si accontentava certo di attaccare Radish soltanto fisicamente – E se non ci riesci, almeno vedi di fare bella figura con Pump!” Radish saltò all’indietro, cercando di distanziarsi dall’altro: “…Cosa vuoi dire?”
Vegeta si fermò per un attimo e riassestò la tuta, piena di pieghe e polvere: “Mi sembra ovvio, no?”
“Ovvio cosa?”
“Che ti piace! E proprio per questo sei un disastro come saiyan!”
 
Radish si paralizzò sentendo quelle parole. Certo che gli piaceva Pump, era chiaro come i tre soli di Namecc. Caro lettore, se non lo avevi ancora capito e hai più di tre anni, noi della Mercurionos S.S.S.p.A ti invitiamo a rifrequentare l’asilo. Nido. O a trovarti un ottico migliore. O uno psicologo, ma stai attento: se ti fanno domande su tua madre tenta di dare risposte poco equivocabili. Edipo e Freud sono dietro l’angolo.
Vegeta non aveva terminato la sua più che credibile accusa: “I saiyan non hanno bisogno di fesserie come… l’amore, la compagnia! E dovresti saperlo bene! Siamo gli ultimi, siamo soli e siamo anche i più forti! Beh, IO, perlomeno…”
 
Radish non si muoveva. Fissava il terreno, perso in chissà quali pensieri. Vegeta lo guardava, divertito, schifato, superbo: “Era tempo di impartirgli una bella lezione!” pensava mentre gridava: “Ora ti faccio vedere io come è fatto un vero saiyan!” e si scagliò su di lui a folle velocità, il braccio piegato dietro di sé, pronto a colpire nel segno. Ma Radish non si mosse.
TUNF!
Un rumore sordo rimbombò nel corpo del ragazzo, che non accusò il colpo. Vegeta si bloccò con la mano chiusa sul petto di Radish, incredulo. Poi quello alzò lo sguardo, ferino e iracondo. Vegeta non seppe cosa fare, e si trovò trascinato dalla forza di Radish, che gli aveva afferrato la mano. Girandosi di scatto, tirò Vegeta verso l’alto e poi, giunto all’apice dell’arco, lo fece piombare rovinosamente in terra.
 
Vegeta rimbalzò sulla schiena, rilasciando un gemito sommesso. Capriolò all’indietro, pronto per il contrattacco, ma era stato lento. Radish si trovava già ad un palmo da lui, pronto a far scattare l’arto superiore teso dritto all’indietro e lo scatenò come il braccio di una catapulta addosso a Vegeta, che ebbe soltanto il tempo di incrociare gli avambracci ed incassare il colpo. Volò per metri e metri prima di riuscire a piantare i piedi in terra e ad alzare lo sguardo verso Radish. Inaspettatamente, questi non sembrava provare paura per la sua azione, i suoi occhi puntavano ancora Vegeta, pronti a continuare il combattimento. I due ragazzi si lanciarono l’uno contro l’altro, decisi a combattere, determinati a dimostrare quanto fosse sbagliato prendere alla leggera un saiyan.
 
La furia dello scontro aumentava di secondo in secondo, tanto che gli altri studenti presenti al club smisero di battersi, distratti dai due feroci combattenti. Radish continuava ad incassare colpi, senza curarsi delle ferite e del dolore; Vegeta aveva smesso di preoccuparsi di schivare, né si tratteneva nell’interminabile assalto. Forse il principe si stava divertendo. Alcuni cominciarono ad acclamare i saiyan, apprezzando la dimostrazione di abilità. Anche Pump e Mirk smisero di scontrarsi e si unirono alla piccola folla estasiata. Gli occhi della giovane saiyan cominciarono a brillare: era divertita, entusiasmata dallo scontro esplosivo tra i suoi amici, ma anche leggermente incerta ed irrequieta, poiché non sapeva se o per chi avrebbe dovuto tifare.
 
Ma lo scontro terminò prima del previsto. La folla trasalì quando vide i due saiyan fermarsi in aria, come delle statue perfettamente modellate. Gladyolo si era posto tra di loro, tendendo le braccia verso gli agguerriti ragazzi. Gli occhi luminescenti e i capelli ritti in aria, irrequieti come se mossi da un vortice di vento, spaventarono il pubblico, ma il principe di Pyaneta stava semplicemente svolgendo il suo dovere: “Bene, molto bene! Immagino abbiate tutti gradito la dimostrazione dei signori saiyan. In effetti si sono battuti egregiamente. Però…”
Gladyolo abbassò di scatto le mani, e i due ragazzi sospesi in aria vennero proiettati improvvisamente verso il pavimento. Scambiò però una rapida occhiata con Frida, che proseguì il suo discorso.
 
“Però, dovete anche riconoscere una cosa. Che combattere senza dare priorità alla propria sopravvivenza non vi porterà di certo molto lontano. Guardate ora il signor Radish.”
E così tutti fecero. Mentre Vegeta si era lentamente alzato ed eretto in piedi, Radish si stava ancora debolmente agitando sul terreno, incapace di muoversi come desiderava. Pump finalmente se ne accorse e gli corse incontro, aiutandolo a sollevarsi.
“Pump, per cortesia, potresti portare Radish in infermieria?” Chiese composta Frida.
“Sì, subito, grazie.”
“Certamente. Invece… Vegeta, dove stai andando?”
Vegeta si era già voltato e aveva cominciato a circondarsi della sua aura. Radish scattò in piedi sfidando il proprio dolore, allarmato: “Gladyolo, fermalo! Non possiamo permettergli di andarsene facendo un’uscita da figo!”
 
Gladyolo non tardò a reagire: subito Vegeta venne intrappolato in una morsa invisibile, bersagliato dagli occhi lucenti del ragazzo dai capelli bianchi. Mirk si fece avanti tra la folla: “ORA! ADDOSSO!”
A partire da quel pomeriggio, il club di combattimento della sezione A sarebbe stato ricordato come “il club infernale”. In un breve lasso di tempo una trentina di giovani soldati tentarono di spezzare l’immensa resistenza del principe dei saiyan. Lo scontro terminò soltanto quando una procace ragazza del pianeta Brench prese per il colletto lo stanco principe, riempendogli il muso di pugni fino a quanto a questi non spuntò in faccia un rintontito sorriso da ebete. E così, cari lettori, la scena non terminò come al solito con una fuga aerea del principe dei saiyan.
 


Note dell’Autore:
Beh, che dire? La narrazione “tramite scazzottate” è il miglior tipo di narrazione shonen. Immaginandomi la vicenda descritta tramite le pulite e magnifiche vignette del Maestro Toriyama, narrare una battaglia sembra quasi più facile, ma è davvero davvero tosta non cadere nel banale e nel noioso. Visto che però sono un bimbo nel corpo di un adulto, le botte mi piacciono un sacco e non possiamo proprio farne a meno. In qualche modo Vegeta deve aver pur raggiunto quel 18'000, e di certo è nato con qualche cifra in meno. Sempre di più del caro contadino col fucile a pompa. Che mito.
 
L’autunno si avvicina lentamente alla sua fine, ma la vita procede al N.I.S.B.A.! Finalmente vedremo sbocciare il fiore de… dell’arte? Non perdetevi assolutamente la conclusione del capitolo!

 
   
 
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