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Autore: LaNana    06/04/2020    0 recensioni
Liz ha ventidue anni, è solare, spigliata, bella e simpatica. Un giorno il destino le mette sulla strada il suo Mito: Dani Silva, famoso, dannatamente bello, allegro e gioviale, insomma, l'uomo dei sogni. Da lì un susseguirsi di situazioni esilaranti, comiche e nostalgiche. Che ne sarà di loro?
Dal primo capitolo.
Arrivata in corridoio, percorrendolo, incrocio altri due uomini FIFA e lì il mio cuore si ferma. Poi scalpita. Poi si ferma di nuovo. Poi…poi non lo so, so che sono rimasta impalata, bocca spalancata, lingua a terra e occhi fuori dalle orbite. Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva. Meglio conosciuto come Dani Silva, portiere del Barcellona e della nazionale brasiliana. Non che il mio più grande sogno erotico, lo ammetto.
- Dani Silva.- bisbiglio più per autoconvincermi che sia lui che per altro. Mi passa a fianco e mi sorride. Sorriso bianco latte a duecentosettantasette denti. Ottantamila punti gratis per lei signor Dani Silva. Lo seguo con lo sguardo. Occhi neri e profondi, capelli corti e sempre spettinati, viso da Maschio, mascella squadrata, un metro e novantadue di muscoli e agilità, e tutto il resto che sbavo solo a pensarci. No non ce la posso fare.
- Ciao.
Mi sta salutando?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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The Chance
Segui il cuore.


Chapter ten.
Fire With Fire.


 

Era passato diverso tempo da quella serata, diversi mesi durante i quali la vita aveva cercato di stabilizzarsi e trovare una nuova dimensione. Non tanto la mia ma quella di Dani, che aveva definitivamente rotto con Camila e stava cercando di abituarsi ad una situazione difficile quanto scomoda.
Abbiamo fotografi, giornalisti e paparazzi davanti al portone di casa tutti i giorni, sono molti più di quelli a cui eravamo normalmente abituati, veniamo inseguiti per strada, microfoni puntati al volto in attesa di una dichiarazione o anche soltanto di un accenno da parte di qualcuno, un indizio per capire cosa ci sia sotto la rottura nel rapporto tra il portiere della nazionale brasiliana e la sua compagna da più di un decennio.
L’inverno a Barcellona non è drammaticamente freddo come a Porstsmouth, le temperature scendono nel mese di dicembre, ma difficilmente sotto i 7/8°.
Sono tornata a casa per le feste, è stato bello poter riabbracciare i miei genitori, Harriett e il suo di nuovo fidanzato Owen.
Il Natale passato in famiglia e la vigilia di Capodanno con gli amici a casa della mia migliore amica, bevendo come ai vecchi tempi giù in taverna come da migliore tradizione, approfittando della pausa del campionato, sono stati un diversivo più che piacevole vista la situazione che si stava creando.
Sono rientrata a Barcellona appena prima dell’Epifania per riprendere il normale andamento della routine di una calciatrice: sveglia, colazione, evitare i giornalisti, sala pesi, allenamenti, stretching, evitare i giornalisti, cena, dormire e ricominciare.
La primavera che è seguita non è stata molto diversa, se non per il clima. Ammetto di adorare il clima mite di questa città.
Barcellona è meravigliosa, offre possibilità a chiunque, locali, movida, musei, parchi. Posso quasi affermare che sia un perfetto connubio tra Rio e Portsmouth, calda e viva al tempo stesso.

Il campionato sta per volgere al termine e i ragazzi stanno per godersi nuovamente il titolo di Campeones, mentre noi ragazze speriamo in un ultimo colpo di coda, un passo falso dell’Atletico Bilbao che ci possa permettere di portare a casa il campionato, cosa che non succede dalla stagione ‘88/’89 quando ancora il club si chiamava PeÑa Barcilona.
Siamo alla fine di maggio e i gradi fuori stanno ormai salendo quasi vertiginosamente verso i 30°, le sedute in palestra cominciano a diventare claustrofobiche e maleodoranti, le partite al Camp Nou faticose e il caldo asfissiante.
- Te lo dicevo che avresti sofferto un po’ le temperature alte di Barcellona, ma confido nel tuo impegno.- Pablo, il preparatore atletico – Il deltoide ormai lo abbiamo sciolto, direi che scarichi bene la tensione ormai, - sento i suoi pollici premere ai lati della colonna vertebrale in mezzo alle scapole, la mia pelle sudata dalla sessione pesi – quello che mi preoccupa ora è il diaframma, continui a fumare e l’ossigenazione dell’aria qui è diversa rispetto all’Inghilterra, stai perdendo fiato. Bisogna sistemare la scheda, dobbiamo introdurre più cardio per aumentare la capacità polmonare, altrimenti stramazzi al primo tempo.- lo guardo prendere appunti sulla mia tabella – Domani ti faccio avere il piano aggiornato. Ciao Liz.- lo saluto mentre mi asciugo la fronte.
Mi avvio verso gli spogliatoi per farmi una doccia e partecipare poi alla riunione di squadra per la partita che domenica ci vedrà affrontare le ragazze della Huelva e, mentre cammino, due mani raggiungono i miei fianchi solleticandoli e facendomi trasalire.
- Ma che diavolo…?- le risate di Dani mi fanno sbuffare – Non ti smentisci proprio mai.- sorride dandomi un buffetto alla guancia sinistra.
- Mai. Volevo sapere se stasera hai degli impegni oppure sei libera.
- Ho la riunione con le ragazze e Gil per domenica, ma mi dovrei liberare per le sei, sei e mezza. Perché?- un sorriso sornione appare sul suo viso.
- Ceniamo insieme?- e sua conseguente alzatina di sopracciglio.
- É mercoledì, non mi sembra nemmeno una domanda da porre. Pizza?- nella mia mente iniziano a frullare immagini di pizza, birra e cine-horror.
- No Liz, vorrei portarti fuori a cena questa volta.- incrocia le braccia al petto, sorriso sornione sempre presente.
- Dani non è necessario, lo sai che sono una ragazza che si accontenta di poco!- ridacchio per il suo pensiero gentile.
In questo periodo siamo stati piuttosto vicini. Nel nostro stabile non ci sono molti suoi compagni di squadra, la maggior parte ha preso casa in città per stare con moglie e figli e a parte alcuni dei più giovani, lui è l’unico della prima squadra ad alloggiare dove vivo io, è stato abbastanza naturale, quindi, condividere quasi tutto il tempo libero a disposizione.
- Non lo sto facendo per sdebitarmi, Liz… Sto invitandoti ad uscire a cena con me.- lo sguardo che gli rivolgo credo sia sufficientemente perplesso da fargli fare un’ulteriore precisazione – Ti sto chiedendo se vuoi uscire con me. - alzo il sopracciglio destro, incredula.
- Cioè un… un…
- Un appuntamento, sì. Con me.- rimango senza parole. Una proposta completamente inaspettata alla quale non so cosa rispondere, o meglio, una parte di me, quella ormonale, mi dice di accettare; mentre l’altra parte, quella razionale, mi dice di pensare bene alle implicazioni – Dovresti darmi una risposta, Liz. Se non vuoi sappi che non è un problema.
- No, no, no, no, va bene. Cioè, ecco… Io intendo… - e a distanza di mesi riappare quel sorriso. Malizioso e divertito.
- Okay, allora passo a prenderti per… diciamo per le 20?- annuisco – A stasera allora.- e mi da un fugace bacio sulla guancia.
- Co-come devo vestirmi?- mi volto a guardarlo mentre va verso la sala pesi.
- Strepitosa.- e se ne va ridendo da solo.
- Bel colpo, Liz!- Crista mi da una pacca sulla spalla sorpassandomi per entrare a fare una doccia, precedendomi. Annuisco con un mezzo sorriso.
In che diavolo di casino mi sono infilata?
 

DON’T WASTE YOUR TiME: Oh, suvvia Liz non venirmi a dire che non te lo aspettavi!
                                                Non dopo tutto questo tempo che siete stati così a stretto contatto!
                                                Poi vi siete anche baciati, non so se te lo sei già dimenticato, era giusto ottobre o giù di lì.

 

BARCELONA ON AiR!: Certo che me lo ricordo, altrimenti mica sarei così in paranoia.
                                        E se mi bacia?

 

DON’T WASTE YOUR TiME: A me lo chiedi? Se ti ha chiesto un appuntamento evidentemente la cosa lo interessa.
                                                Se ti baciasse cosa faresti?

 

BARCELONA ON AiR!: Non lo sooooooooo!
                                        Devo pensarci ora?

 

DON’T WASTE YOUR TiME: E quando se no? Devi capire come vuoi muoverti, ragiona sul come ti senti.

 

BARCELONA ON AiR!: Penso di voler vedere come va la serata e pormi il problema se dovesse succedere, non prima…

 

DON’T WASTE YOUR TiME: Ma se stai in paranoia da ore, finiscila di dire cagate!
                                                Sappiamo entrambe che ci starai.


Già. Siamo onesti, certo che ci starò.
Ma ho una di quelle brutte morse allo stomaco, una di quelle sensazioni da senso di colpa che ti attanagliano quando vuoi fare qualcosa che sai essere sbagliato.

 

BARCELONA ON AiR!: Sarebbe così pessimo se intraprendessi una relazione con Dani?

 

DON’T WASTE YOUR TiME: Affatto, se ne sei convinta quantomeno e non sia solo un prurito intimo.


Il cellulare vibra emettendo un bip, un SMS.
“Dieci minuti e passo a prenderti. Tutto bene?”

 

DON’T WASTE YOUR TiME: Ci sei ancora?

 

BARCELONA ON AiR!: Sì, tra dieci minuti diamo il via alle danze… sono agitata Harry…

 

DON’T WASTE YOUR TiME: Come ti sei vestita alla fine?

 

BARCELONA ON AiR!: Miniabito nero, tacchi e clutch.


Digito velocemente la risposta ad Harriett e altrettanto velocemente rispondo a Dani.
“Io sì, e tu? Sono pronta, avvisami quando devo scendere!”


DON’T WASTE YOUR TiME: Capelli?

 

BARCELONA ON AiR!: Coda di cavallo e ho fatto un bocolo al ciuffo davanti, ti mando un selfie su Whatsapp.
                                        E prima che me lo chiedi, trucco leggero e orecchini a cerchio.

 

DON’T WASTE YOUR TiME: E… sotto? 😈

 

BARCELONA ON AiR!: Maledetta
                                        ahahahahahaha
                                        Lo saiiiii
                                        La mia brasiliana di pizzo nera preferita ahahahaah

 

Sento il campanello della porta trillare.

 

BARCELONA ON AiR!: Vado Harry! Pensami e guidami mentalmente come un guru ahahah

 

Chiudo il laptop e mi do un’ultima occhiata allo specchio.

 

Sì, dovrebbe andare.

 

Prendo lo scialle e apro la porta.
Mi trovo davanti un pazzesco Danilo Ricardo Dias Barros De La Silva, fresco di rasatura, profumato di dopobarba, in pantaloni eleganti, camicia lasciata sbottonata e giacca. Con in mano un gigante mazzo di girasoli.
Rimango a bocca aperta con la porta spalancata.
Ride dolcemente.
- Era più o meno quello che mi aspettavo.- mi porge i fiori - Per te.
- Io non arrivo viva alla fine della serata… - ride ancora poggiandomi un bacio sulla guancia.
Mi volto meccanicamente e poggio i girasoli sul tavolo, ripromettendomi di trovargli un posto più degno domani mattina.
- Andiamo gatinha?- mi volto a guardarlo, mai mi sarei aspettata di sentirmi chiamare così da qualcuno, men che meno da Dani. ‘Gattina’ è un modo affettuoso che in Brasile usiamo per chiamare le fidanzate, batto le palpebre un paio di volte e sento qualcosa di bello allo stomaco – Liz? Tutto bene?
- Mio nonno Thiago chiama ancora adesso mia nonna gatinha...- e la sua bocca si allarga in un sorriso mozzafiato.
- Mi sembra che stiamo partendo col piede giusto, allora. - vado verso di lui e mi chiudo la porta di casa alle spalle, mettendo le chiavi nella borsetta – E, a proposito...- mi volto verso di lui, trovandomelo a pochi centimetri. Mi carezza la guancia sinistra con le dita – Sei bellissima.- boccheggio – Andiamo, ora!- e mi porge il braccio del quale mi affretto ad approfittare.
Usciti dal palazzo non veniamo assaltati da fotocamere e microfoni, saliamo in macchina e partiamo.
- Dove andiamo?
- Al Fire, quartiere Barceloneta, ma andiamo in macchina perché dubito tu voglia camminare a lungo con quelle scarpe.- gli sorrido, lui mette in moto la X5 e partiamo.
Dal finestrino vedo scorrere le vie della città, tanti colori e palazzi diversi.
Arrivati al ristorante Dani, da perfetto gentiluomo mi apre la porta facendosi precedere, saluta il maitře di sala che ci accompagna al tavolo.
La serata scorre leggera, parliamo di tante cose, della famiglia, delle nostre relazioni, dei suoi figli, sorseggiamo un buon vino rosso che accompagna della carne di ottima qualità.
- Spero ti stia trovando bene, Liz. È tanto tempo che conosco il proprietario del locale, ma non ci ero venuto mai prima d’ora.
- Sì, Dani. È davvero molto carino e il cibo pazzesco!- prendo il calice e sorseggio – E molto buono anche questo vino.- appoggio il bicchiere.
- Voglio ben sperare, una bottiglia di L’Ermita annata 2003 costa 650 euro.- quasi mi strozzo.
- Sei serio?- annuisce mentre posa il bicchiere – Sei pazzo per caso?
- No!- sorride divertito – È uno dei miei vini preferiti, speravo ti piacesse.
- Non era necessario, Dani.- si appoggia coi gomiti sul tavolo e si sporge vero di me.
- Lo so, ma mi andava di bere questo vino, non è una bottiglia che si può bere tutti i giorni.- lo guardo di sottecchi – Ti va il dolce?- annuisco e lui fa cenno al cameriere per avere la lista.
- Ho uno stomaco a parte per il dolce.
- Finalmente una donna che mangia.- ridacchia.
- Immagino non sia facile dividere la vita con una modella.- lo vedo alzare le sopracciglia mentre sfoglia la carta dei dolci, come ad intendere che no, proprio non lo è.
- Non parliamo di queste cose questa sera.- chiude il suo menù.
Ordiniamo una carrot cake e una cheesecake, il cameriere segna la comanda e con un cenno del capo prende le liste e si allontana.
Dopo il dessert, ci avviamo verso l’uscita salutando il maitře e quello che ho scoperto poi essere uno dei soci proprietari del locale.
- Scusa, ma non paghiamo?- chiedo una volta varcata la soglia. Dani ride chiudendo la porta del locale alle sue spalle.
- Gli uomini approfittano delle gatinhe che si rifanno il trucco, per pagare.- dovevo aspettarmelo.
- Grazie.- sorrido coprendomi le spalle con lo scialle di crochet nero.
- Hai freddo?- scuoto la testa mentre accedo una sigaretta.
- Abitudine.- avvicino l’accendino ancora acceso al suo viso, espirata la prima boccata, Dani mi prende la mano e si incammina verso la spiaggia.
Tolgo le scarpe per non affondare e, sempre mano nella mano, passeggiamo per un po’, finendo a sederci sulla sabbia.
Parliamo per ore, di qualsiasi cosa, è bello ridere con lui, è strano ridere con lui, è come se stessi avendo questo appuntamento con un mio caro amico, che però mi fa sentire le farfalle nello stomaco.
Si toglie la giacca, vittima del vino e delle temperature quasi estive.
Presto si fa la una di notte.
Poi le due.
- Poi non so se l’hai notato, ma è luna calante.- sono sdraiata appoggiata ai gomiti e alzo gli occhi al cielo. Le stelle non si vedono molto, essendo noi in una metropoli, ma è comunque uno spettacolo bellissimo. Il mare, le stelle, luna calante.
- Sì… l’ho notato.- con un sorriso mi siedo. Vedo Dani fare lo stesso e con una mano coprirmi la spalla sinistra con lo scialle, rimasto appoggiato al braccio.
Con questo gesto avvicina involontariamente il viso al mio e lì si ferma, non come i battiti del mio cuore che accelerano improvvisamente. I miei occhi si incatenano ai suoi, che passano dai miei alla mia bocca, poi di nuovo ai miei occhi.
- Se devo fermarmi è questo il momento di dirlo Liz… - riesco soltanto a fare cenno di no con la testa, completamente stordita dalla sua vicinanza.
Senza farsi attendere si schianta contro la mia bocca, trattenendomi con la mano che prima mi ha coperto la spalla. Un bacio lungo, dolce, di quelli che attendi e assapori, di quelli che ti lasciano senza respiro. Sempre lentamente mi avvolge tra le braccia e mi stringe, mi appoggio a lui, le braccia incastrate tra i nostri corpi. Fa scorrere la mano alla mia nuca, infilando le dita nei capelli raccolti, sciogliendo la coda e stringendo i capelli tra le dita premendomi più forte contro il suo viso, accendendo ancora di più il nostro bacio.
- Dani… - mi scosto leggermente, le sue labbra sono umide e arrossate dal mio gloss – Non qui.
- Tranquilla… - appoggia nuovamente le labbra alle mie – Andiamo a casa.
Mi aiuta ad alzarmi e una volta puliti dalla sabbia e grossomodo ricomposti raggiungiamo la macchina.
L’aria è elettrica, stracolma di attesa e di tensione. Entrambi sappiamo cosa succederà quando arriveremo a casa, ma nonostante questo vedo che Dani cerca di rilassarsi, di stare composto e di non far trapelare l’impazienza. Mi sorride ogni qual volta si gira a guardarmi e tiene la mano sulla mia gamba per tutto il tragitto. I vantaggi del cambio automatico.
Parcheggiata l’auto, entriamo nel palazzo e prendiamo le scale quasi di corsa. Arrivati al quarto piano tira fuori dalla tasca della giacca e chiavi e mi trascina dentro il suo appartamento. Siamo già ansimanti mentre chiude la porta con la mano destra, la sinistra impegnata a tenermi vicina, la bocca impegnata con la mia.
Lascio cadere clutch e scialle a terra, avvolgo le braccia dietro il suo collo e sfilo le scarpe restando in punta di piedi. Dani si toglie la giacca e porta una mano alla mia nuca, mentre l’altra scivola lentamente sulla mia schiena, scende verso il basso fino a raggiungere il sedere, si sofferma qualche secondo attirandomi verso di sé stringendomi una delle natiche, per poi risalire rapidamente alla zip del tubino che, una volta aperta la cerniera, finisce a terra.
Con le mani raggiungo rapidamente i bottoni, facendoli passare per le strette asole e quasi strappandogli la camicia di dosso, senza mai staccare la mia bocca dalla sua; si piega verso di me e prendendomi per le cosce mi solleva tenendomi in braccio, muovendosi agilmente per casa e lasciandomi poi cadere sul letto.
Mi soffermo a guardarlo mentre si slaccia la cintura e i pantaloni, inginocchiato sul materasso lo osservo mordendomi le labbra godendomi lo spettacolo, lui mi risponde con un sorriso malizioso per tutto il tempo, facendo scorrere gli occhi dalle mie gambe ancora aggrappate ai suoi fianchi, fino al viso.
Si lascia cadere su di me, tornando a baciarmi le labbra, il collo, i seni, esplorandomi con una lentezza che mi rende febbrile.
Anche gli ultimi indumenti raggiungono gli altri sul pavimento e dopo poco Dani si fa spazio tra le mie gambe, spingendo lentamente dentro di me. Chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi.
- Ti faccio male?- mi sussurra all’orecchio.
- No…- un soffio. Lentamente inizia a muoversi, dandomi il tempo di abituarmi.
- Se ti faccio male dimmelo.- il suo viso è accanto al mio, ma la mia mente ormai è andata, mi sfugge un gemito.
Si impadronisce delle mie labbra e mi stringe forte.
In ginocchio sul letto, mi tiene in braccio quando finalmente raggiungo l’orgasmo e, dopo poco, anche lui raggiunge l’apice e si rilassa.
Rimaniamo così, abbracciati e sfatti, a guardarci sorridendo, a baciarci senza fretta.


PICCOLO SPAZIO LaNana

Estremamente in ritardo di tipo sette anni, aggiorno col capitolo dieci, un po' una svolta.
Se qualcuna delle mie seguaci dovesse essere ancora presente e volesse contattarmi, io ne sarei felice!

Abbraccissimi!
LaNana

   
 
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