Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: JennyPotter99    06/04/2020    0 recensioni
La famiglia Pevensie era un gruppetto alquanto curioso.
Formata da 4 fratelli e una sorellastra, abitava a Londra da quasi 20 anni, ma da poco più di qualche anno erano stati costretti a vivere con la guerra in atto.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante credessero che avrebbero giocato il giorno dopo, si mise a piovere a dirotto.
Susan pensò bene di ripassare le lezioni della Macready, ma annoiava tutti. -Gastrovascolare?-
Peter sbuffò.- Viene dal latino…-
-E il latino significa il gioco più brutto mai inventato.- commentò Edmund.
-Perché invece non giochiamo a nascondino?- chiese Lucy.
-Ma no, non vedi che ci siamo già divertendo un mondo?- disse Peter, prendendo in giro la sorella studiosa.
-Avanti Peter, ti prego.-
Il maggiore guardò Emily come per cercare una sua approvazione.- Che ne dici?-
Lei sorrise annuì entusiasta.
-1…2….-
Non appena Peter iniziò a contare, tutti gli altri si affrettarono a nascondersi da qualche parte.
Sapevano che una delle regole principali era di non correre, perciò lo fecero molto silenziosamente.
Susan si nascose dentro una cassa, Edmund dietro una tenda, mentre Emily e Lucy trovarono una porta aperta di una stanza sconosciuta e vi entrarono.
Era una camera per la maggior parte vuota, se non fosse per qualcosa di alto coperto da un lenzuolo alla fine di essa.
Emily chiuse la porta prima che qualcuno si accorgesse che si trovavano là e poi Lucy tolse il velo, scoprendo un armadio guardaroba.
Era di legno lucido e con tante incisioni sopra.
-Nascondiamoci qui.- sussurrò Lucy entusiasta.
-Non so se possiamo.- ribatté l’altra.
Improvvisamente sentirono dei passi per il corridoio e velocemente entrarono nell’armadio prima di venire scoperte.
Era pieno di pellicce e le due camminarono all’indietro, sentendo i passi sempre più vicini.
Lucy sobbalzò però quando qualcosa di appuntito le toccò la mano.
Si voltò a guardare notò una lunga distesa di neve che non si vedeva dove finiva.
-Emily!-
L’altra si voltò e meravigliata si vide cadere della leggera neve suoi capelli.
Non sapevano dove fossero capitate, ma solo che l’armadio guardaroba era enorme.
-E’ impossibile.- commentò Emily, proseguendo in avanti: sembrava un vero e proprio mondo.
C’erano pini coperti di neve ed era tutto ghiacciato.
Anche con le calze e le gonne le due non sentivano freddo.
Giunsero fino ad un lampione acceso e lo osservarono curiose, fin che non sentirono dei passi nei cespugli lì vicino.
-Lucy, dovremmo tornare indietro ora..- sussurrò Emily, spaventata.
Ma quando fecero un passo verso l’armadio, trovarono il passo sbarrato da qualcuno.
Tutti e tre urlarono dallo spavento e si nascosero dietro gli alberi.
Lucy fece capolino per capire chi fosse, ma aveva l’aspetto del tutto diverso dal loro.
Aveva delle orecchie lunghe, della barbetta sul mento, al posto delle gambe aveva due zoccoli da pecora e gli erano anche cascati dei pacchetti.
La bambina si avvicinò per raccoglierli e ridarglieli senza paura.
-Se non sono indiscreta, posso chiederti cosa sei?- gli domandò timidamente.
-Io s-sono un fauno, ovviamente.- balbettò l’altro.
Anche Emily si avvicinò notando che quel tipo non fosse pericoloso.
-E v-voi siete una specie di nani senza barba?- domandò il fauno.
-No, sono una bambina.- ridacchiò Lucy.- E se vuoi saperlo anche la più alta della mia classe.-
-Vorresti dirmi che voi siete delle figlie di Eva? Umane..-
-Si, perché?- intervenne Emily.
-Che cosa ci fate qui?- Il fauno aveva l’aria un po' preoccupata.
-Beh, noi eravamo nella stanza vuota e abbiamo visto questo enorme armadio guardaroba..- iniziò a spiegare Emily.
-Guardaroba? Si trova a Narnia?-
Lei aggrottò le sopracciglia, non conosceva quel posto.- Cos’è Narnia?-
-Oh, ma cara ragazza, ci siete dentro! Ogni albero, fiocco di neve, pezzo di ghiaccio, fino ad est, su su al castello di Ker Paravel! Ogni cosa è Narnia.- esclamò l’animale. -Permettetemi di presentarmi, io sono Tumnus.-
-Piacere signor Tumnus, lei è Emily e io sono Lucy.- disse la bambina, porgendogli la mano.
Ma il fauno non sembrava sapere cose volesse dire.
-Oh, devi stringerla.- continuò Emily.
-P-Perché?-
-Non lo so, di solito la gente lo fa..-
Tumnus ridacchiò e strinse la mano alla ragazzina.- Allora, Emily e Lucy, provenienti dalla città di Guardaroba, mi chiedevo se vi andrebbe di prendere un tè da me.-
-Oh, mi dispiace, ma noi dobbiamo assolutamente tornare indietro ora.- rispose Emily.
-Oh avanti, non capita tutti i giorni di trovare delle amiche.- insistette l’altro.
-Per favore Em, solo 5 minuti.- disse Lucy.
Peter si sarebbe arrabbiato tantissimo se non le avesse trovate, ma come aveva detto la sera prima, Emily sapeva badare a se stessa.- Va bene, 5 minuti.-
Le due si aggrapparono al fauno che le condusse alla sua casetta sotto le montagne innevate.
Dentro era caldo e accogliente, così Emily e Lucy si misero sedute su delle poltrone accanto al fuoco.
La più piccola trovò il ritratto di un altro fauno.
-Quello è mio padre.- disse Tumnus.
-Ti somiglia molto. Mio padre è andato in guerra.-
-Anche il mio, ma è stato tanti anni fa, prima di questo orribile inverno.-
-Non è male, c’è la neve, il Natale.- intervenne Emily.
-Non a Narnia. Sempre inverno da 100 anni, ma mai Natale.- continuò il fauno, porgendo delle tazze ad entrambi.
-Neanche un regalo da 100 anni?- continuò Lucy, sorpresa.
-Si, ma non ti preoccupare, siamo tutti in armonia.- disse Tumnus.- Allora, conoscete qualche ninna nanna di Narnia?-
-Ehm, no..-
-Meglio così.- disse l’altro, prendendo un flauto da una scatolina.
Iniziò a suonare una melodia molto rilassante e mentre sorseggiavano il tè, le due sorelle osservarono il fuoco ardere nel camino.
Ad un certo punto il fuoco assunse la forma di un fauno, come per magia.
Lucy sobbalzò, ma il fauno le fece cenno con gli occhi di non avere paura e di continuare a guardare.
Apparvero altri fauni che iniziarono a danzare in circolo.
Ma più la melodia si faceva alta, più alle due bambine veniva sonno.
Emily sentì che doveva chiudere gli occhi e così fece, fino ad addormentarsi.
Poi, di colpo, un ruggito.
 
   
 
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