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Autore: Pawa    06/04/2020    6 recensioni
Il primogenito di Law e Kidd chiede a papà Law perché abbia scelto, tra tutti i suoi contendenti in amore, proprio papà Kidd, che di qualità ne ha ben poche e che a livello intellettivo sicuramente non è un grande stimolo.
Se in un primo momento è Law stesso a chiedersi cosa gli fosse venuto in mente anni prima, poi un sorriso gli compare in volto, mentre osserva Kidd da lontano, che pare stia per prendere a pugni un povero gabbiano.
Il sorriso si trasforma presto in una sincera risata.
(Dal Capitolo II)
Forse sarebbe stato meglio se non avesse perdonato il rosso, dopo che questi l'aveva ripudiato (...) Magari il suo presente sarebbe stato meno doloroso se avesse accettato le avance di altri uomini che gli si erano proposti. Probabilmente la cosa migliore sarebbe stata tornare a frequentare le donne(...).
Dunque non avrebbe mai avuto figli in quel modo tanto assurdo che ancora faticava a concepire e che tuttora non accettava totalmente.
E così non ne avrebbe mai persi.
(NOTE)
Una raccolta di OneShot tutte collegate alla long che sto scrivendo da anni su questa famiglia.
Risulta "COMPLETA", ma posso aggiungere capitoli su richiesta, se li desiderate, in attesa dell'originale ♥
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eustass Kidd, Pirati di Kidd, Pirati Heart, Supernova, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE:


Questa storia è stata ingiustamente sospettata di essere stata ispirata a un'altra fiction.
Con l'autrice dell'altra fiction ho già chiarito tutto ed è emerso che si trattava di un fraintendimento:
abbiamo avuto idee più o meno simili (legate unicamente a tre dettagli relativi alle due bambine), concepite in anni diversi e pubblicate in momenti diversi (per l'esattezza io ho creato i miei personaggi nel 2016 2017, come testimoniano le chat di facebook che ho dovuto ricercare per dimostrare definitivamente la mia innocenza e lei ha pubblicato la sua storia verso la fine del 2017. Dopodiché io ho pubblicato un estratto della mia long nel 2020).


È dunque evidente che non c'è stata ispirazione da ambo le parti, ma si tratta di due diversi frutti delle nostre fantasie distinte.
Spero che questa nota abbia levato ogni dubbio a chi ne dovesse aver avuto uno e possiate quindi godervi la mia storia in totale serenità, consci di star leggendo un'altra fiction tanto originale quanto quella dell'altra ragazza.














Perché proprio papà Kidd?



 
"Papi?"


Non c'erano molte ragioni per le quali Law avrebbe distolto la propria attenzione da un saggio di medicina appena pubblicato, ma quei ciuffetti rossi che facevano capolino dal bordo della sua scrivania di mogano erano un motivo molto più che sufficiente.
Il dottore si era sporto alla propria destra, cercando il volto del proprio figlio di dieci anni.
Dietro di lui le gemelle si tenevano per mano e la curiosità era palese nei loro occhioni, mentre il piccolo Lawrence e l'ultimogenito, Wolverine, parevano aver seguito i fratelli per semplice abitudine, ignari di cosa volessero fare e sedevano ora ai loro piedi prestando attenzione a nulla in particolare.
Il pirata era tornato a guardare le iridi azzurre del più grande, iridi che erano identiche alle proprie e che parevano essere caratteristiche di tutti i propri bambini, ad eccezione della piccola Kira e dell'ultimo nato, che le avevano ambrate come l'altro genitore.


"Dimmi, Kaito. Avete bisogno di qualcosa?"


Il bimbo aveva scosso la testa ed aveva poi raggiunto la poltrona del padre, per poterlo guardare meglio in viso.


"Niente di che... volevamo solo farti una domanda un po' strana."


"Oh?" Law si era rilassato contro lo schienale della propria seduta, incuriosito dalle parole del figlio. "Ti ascolto."


"Perché hai scelto quel troglodita?"


Trafalgar Law aveva dovuto sbattere le palpebre un paio di volte, poi si era chinato verso il bambino.
"Come, scusa?"

"Intende dire..." Era intervenuta Lamy, lasciando la mano della sorella e prendendo, invece, quella del genitore. “... come mai hai preferito papà Kidd a tutti quelli che ti facevano il filo?”


Ancora una volta Law era rimasto di sasso.
La domanda in sé era impudente, ma il linguaggio usato era ciò che più lo aveva spiazzato.
Certamente non erano termini che avrebbe dovuto conoscere una bambina di appena otto anni.
Poi la realizzazione l'aveva colpito ed era tornato a guardare Kaito, assottigliando lo sguardo.
“È così che ti riferisci a tuo padre, signorino?”


Lui aveva gonfiato le guance ed incrociato le braccia.
“Lo accetto nella famiglia, ma non posso perdonargli quel che ti ha fatto.”


Law aveva sospirato.


Anche se la gente credeva che i suoi figli fossero nati grazie a qualche strambo frutto del diavolo, la verità era che lui poteva rimanere incinta e quando era successo la prima volta, quando aspettava Kaito, si era sentito come se il mondo fosse finito.
Tutte le sue certezze erano crollate, a partire da quella che riguardava la sua virilità.
E anche quando aveva capito che quell'assurdo e orrendo scherzo del destino era dovuto ad una mutazione del suo organismo, innescata dal Piombo Ambrato, non aveva avuto nulla a cui aggrapparsi per non diventare pazzo, se non la sua ciurma ed il suo fidanzato.
Ma questi, quando aveva scoperto cosa aveva sconvolto a tal punto il compagno, l'aveva ripudiato, insieme al bambino.


Eustass Kidd era stato orgoglioso e sicuramente non pronto a divenire padre, ma si era ben presto pentito di quanto aveva fatto.
Si era innamorato di Law, lo aveva capito, lo aveva ammesso ed aveva passato i due anni seguenti cercando di riconquistarlo.


Kaito era stato poco più di un neonato all'epoca, ma aveva ereditato l'intelligenza di Trafalgar ed aveva compreso ogni stato emotivo del proprio unico papà, ogni situazione difficile causata da quell'uomo spaventoso coi capelli rossi come i propri, tutti i sacrifici che Law aveva compiuto per il suo bene.
E ricordava ogni singolo episodio.


Infine le due supernova erano tornate insieme e poco dopo Law aveva dato alla luce Lamy e Kira, che parevano suggellare la riconciliazione della famiglia, ma Kaito non era riuscito a dimenticare che il suo nuovo genitore aveva fatto soffrire l'uomo che gli aveva dato la vita, che lo aveva amato nonostante tutte le crisi ed i dolori che la stessa esistenza di Kaito gli avevano provocato.
Per il piccolo Trafalgar, l'unico Trafalgar tra tutti e sette i figli della coppia, non esisteva persona più preziosa di papà Law e sarebbe sempre stato dalla sua parte.


Il capitano degli Hearts aveva poggiato una mano sulla testa del bambino, conscio che quell'ostilità nei confronti di Kidd sarebbe durata ancora per molti anni.
Forse solo con la maturità sarebbe scemata o si sarebbe affievolita.
Dopodiché aveva catturato lo sguardo della sua piccolina, trattenendo un ghigno e tentando, invece, di assumere un'espressione di rimprovero.
“E tu, dove hai imparato certi termini?”


“Da zia Ikkaku.”


Logico.


“E questa domanda che mi ponete è sorta chiacchierando con lei?”


“No...” si era aggiunta Kira “... con zia Nami e zia Robin.”


Ovviamente.


Il medico si era appuntato mentalmente di fare una ramanzina alle uniche donne delle tre ciurme alleate, Heart Pirates, Kidd Pirates e Mugiwara.


“Allora, perché?” Lawrence, che era parso distratto per tutto il breve discorso, si era voltato a guardare il padre, mentre continuava a battere le mani con il fratello minore, intrattenendolo con un qualche gioco che prevedeva anche la recita di una filastrocca, ma Wolvy, essendo muto dalla nascita, era lungi dal declamarla.


“Mh... non saprei.”


L'indignazione per quella risposta tanto vaga quanto priva di informazioni era stata palese nei versetti dei suoi figli.


“Eddai, papi” l'aveva ripreso Kaito “ti aspetti che accettiamo una spiegazione del genere da te? Non sei mica zio Rufy, tu le cose le sai sempre.”


L'unico adulto presente aveva alzato gli occhi al soffitto con fare divertito.
Per i suoi figli lui era un'enciclopedia vivente ed anche se, in effetti, la sua conoscenza in ogni materia di studio era incommensurabile e non aveva eguali, non poteva dire di avere una risposta pronta a domande che riguardavano i sentimenti.


Perché nonostante tutto, erano i sentimenti che lo avevano legato ad Eustass Capitano Kidd.


Sebbene ne fosse consapevole, esprimerlo a parole era tutt'altro che facile.
Inoltre, non ci aveva mai riflettuto approfonditamente.
Certo, poteva affermare di amare suo marito, ma cosa l'aveva portato a provare quell'immensa emozione per lui era, se non un mistero, almeno una faccenda piuttosto intricata.


Era tornato a guardare i propri pargoletti, come gli piaceva definirli quando non li chiamava “rospi”.
“Prima vorrei sapere una cosa... come mai questo interesse?”


Lamy e Kira si erano scambiate uno sguardo divertito, mentre Kaito si era limitato ad assumere un cipiglio terribilmente simile a quello del Chirurgo della Morte quando rifletteva.
“Le zie ci hanno detto che tu sei l'uomo più bello del mondo e che quando eri giovane eri ancora più bello. Avevi tantissime persone che ti volevano sposare, eppure sei finito con quello là.”


Law, nonostante l'irritazione crescente nei confronti delle tre donne, era grato che loro avessero usato espressioni come “sposare” per indicare quelli che erano stati intenti molto meno pudici e decisamente più volgari.
Ma poi aveva storto il naso.
“Quando ero giovane? Semmai quando ero più giovane. Non credo che le zie si siano riferite a me nel primo modo, giacché due su tre sono più grandi di me.”
E col cavolo che avrebbe detto “più anziane”.


Il maggiore dei suoi figli aveva sorriso in maniera piuttosto strafottente e Law non dubitava che quel bambino avesse ereditato fin troppo delle proprie caratteristiche.
“Beh, papi... trentacinque anni non sono pochi.”


Quasi trentacinque. E comunque, non sono nemmeno tanti.”


Kaito si era limitato a fare spallucce.
“Resta pur sempre più del triplo dei miei anni. Immagino dipenda dal punto di vista.”
Forse Law si sarebbe dovuto sentire offeso, ma provava solo un immenso orgoglio per quella piccola peste, che aveva i suoi occhi, la sua intelligenza e la sua tremenda lingua tagliente.
“Penso proprio che tu abbia ragione.”

Kaito gli aveva regalato un immenso sorriso.
Sapeva che il suo papà gli dava vinti la maggior parte dei loro innocui battibecchi e che se avesse voluto, avrebbe preso le redini del discorso facendo rimanere il figlio incapace di ribattere. Quindi Kaito gli era semplicemente grato per farlo sembrare in grado di competere con lui in una discussione, davanti ai suoi fratelli minori.


“È perché papà Kidd è bello?”
Lamy si era totalmente disinteressata della frecciatina all'età di suo padre ed aveva rincalzato l'argomento che davvero le premeva.


Il medico aveva soppesato la domanda solo per qualche istante, mentre si alzava per dirigersi in cucina, dopo aver preso in braccio Wolvy.


“Anche per quello, sì.”


Il resto della prole era al suo seguito.


“E quali sono le altre ragioni?”


I suoi bambini erano ormai le uniche persone al mondo, oltre a Mugiwara-ya ed ai Pirati del Cuore, che non si spazientivano per dovergli estrarre le informazioni.
D'altro canto Trafalgar Law non era un uomo granché loquace e quel discorso non lo metteva perfettamente a proprio agio, dunque era prossimo ad essere monosillabico.
Fortunatamente i giovani Eustass ed il mini Trafalgar non se ne curavano.


Giunto a destinazione, Law aveva ringraziato lo chef di bordo per la giornaliera merenda che preparava per i più piccoli membri dell'equipaggio ed aveva aiutato Wolvy a bere del succo di arancia appena spremuto.


“Allora?”

Aveva sperato che i biscotti al burro potessero distrarre i bambini dall'argomento, ma la cocciutaggine era tipica sia di Law sia di Kidd ed inevitabilmente era stata trasmessa ai loro figli.


Non era come se non volesse parlarne, come se stessero affrontando un tabù, ma semplicemente Law non era sicuro di cosa dire.
“Beh, per esempio....”
Aveva aperto bocca senza averci davvero ragionato su, ma poi si era bloccato sentendo delle grida provenire dal ponte.


Si era diretto senza fretta verso l'uscita con Wolvy in spalla, conscio, grazie all'haki, che non ci fosse alcun pericolo, ma la curiosità l'aveva spinto ad andare ad indagare.
Quando l'aria fresca e frizzante dell'oceano l'aveva colpito, non aveva potuto che sorridere e darsi dell'idiota.
Sì, perché sicuramente c'erano tanti motivi per i quali si era innamorato di Kidd e non erano poi così difficili da capire e individuare.


Quel cretino di suo marito stava sbraitando contro ad un gabbiano, per qualche ragione, e se non fosse stato per Killer e Franky, probabilmente, l'avrebbe già preso a pugni.
O a testate, conoscendolo.


Law aveva preso a ridacchiare, poi aveva giocosamente pizzicato la guancia di Kira.
“Per esempio,” aveva ripetuto “mi fa ridere. Mi ha sempre fatto ridere.”


Se ad ascoltarlo fossero stati bimbi qualunque, quella risposta sarebbe stata insignificante tanto quanto le precedenti che aveva dato o sarebbe parsa, addirittura, un insulto nei confronti del rosso, ma stava parlando con i suoi bambini e loro lo conoscevano bene.
Sapevano che il loro papà maturo aveva avuto una vita terribilmente complicata e che per questo non era affatto facile farlo ridere e sicuramente un estraneo non era in grado neanche di strappargli un sorriso.
Nonostante ciò, all'epoca anche papà Kidd era stato uno sconosciuto, eppure l'aveva fatto sinceramente ridere.
Lo aveva reso felice.


Kaito aveva sollevato le fini sopracciglia rosse, forse scettico o forse sorpreso, ma non aveva commentato. Fintanto che quello che per lui era il suo unico padre era felice, andava bene, non importava se di mezzo c'era anche quel citrullo di Eustass Kidd.
Lawrence aveva stretto il paffuto pugnetto sulla stoffa dei pantaloni del genitore, attirando l'attenzione di quest'ultimo. Law, ormai pratico delle abitudini del suo sesto figlio, aveva preso in braccio anche lui, conscio che di lì a qualche minuto si sarebbe addormentato.
Faceva sempre così.
Gli bastava il più misero pasto per farsi sopraffare dal sonno, caratteristica gentilmente ereditata dal genitore pirla. Soltanto la sera riusciva a resistere un po' di più, giusto il tempo per mettersi il pigiama e per dire una preghiera.
Talvolta Law o Penguin o Shachi lo trovavano addormentato ancora inginocchiato con le manine giunte sotto il crocifisso che il bimbo aveva voluto fosse appeso sopra il suo letto.
Non era un mistero che il giovane Eustass fosse tanto devoto alla religione, ma ogni volta che Trafalgar lo coglieva in quella circostanza, si stupiva che il suo rospo avesse dedicato le sue ultime energie per pregare piuttosto che per mettersi sotto le coperte.
D'altronde, però, la determinazione era tipica di famiglia.


“E poi?” La vocina di Kira aveva richiamato il chirurgo, che aveva dovuto velocemente rimembrare quale fosse il discorso per capire cosa desiderasse sapere la figlia. Da quando era diventato padre la sua immensa intelligenza e la sua concentrazione dovevano fare i conti con troppe distrazioni contemporaneamente e a volte si trovava ad invidiare il marito, da cui i loro bambini non si aspettavano mai troppa attenzione durante una chiacchierata.


Con disappunto della gemella, le parole del genitore maturo erano state immediatamente troncate ancor prima che uscissero dalle sue labbra.
“Dannato uccellaccio!”


L'imprecazione della più feroce delle Supernova aveva fatto sussultare il piccolo Lawrence contro il petto del padre, ma si era presto tranquillizzato ed aveva abbassato le palpebre, trattenendosi dall'abitudine di succhiarsi il pollice.


Law aveva roteato gli occhi voltandosi verso Kidd.
“Si può sapere cosa ti ha fatto quella povera creatura?”


Il rosso si era girato di scatto verso la propria famiglia, accorgendosi solo in quel momento della sua presenza.
“Mi stava fissando male!”


Il medico, a quella giustificazione, non aveva saputo se chiedere aiuto ai pirati presenti, che però cercavano di non incrociare il suo sguardo ad eccezione di Shachi, il cui labiale diceva: “L'hai sposato tu, non io!” o se credere di aver per marito il più tonto bambino fuori taglia di tutti gli oceani.
Di sfuggita aveva adocchiato Kaito spalmarsi una mano sul viso e Law era piuttosto sicuro che quell'atteggiamento fosse la conseguenza di troppe ore insieme a zio Penguin.
Quel giorno avrebbe dovuto scambiare due parole anche con suo fratello.


Alla fine aveva optato per tentare di andare incontro al compagno.
“Kidd... come fai a dire che un gabbiano ti sta guardando male?”


L'altro l'aveva fissato con un'ingiustificata aria sarcastica ed aveva allargato l'unico braccio di carne rimastogli verso la balaustra del Polar Tang e verso il ponte della Victoria Punk.
“Ha scagazzato per tutta la mia nave e poi si è posato sul parapetto della tua lattina guardando nella mia direzione. L'ha fatto apposta!”


Il capitano degli Hearts si era morso il labbro inferiore a quel breve resoconto della malefatta del gabbiano, mentre il re dei pirati, con altrettanta delicatezza e buonsenso, era scoppiato a ridere senza alcun riguardo, provocando evidente tensione nel viso del rosso.
Law sperava solo che se quei due cretini avessero avuto intenzione di lottare, l'avrebbero fatto lontano dal suo adorato sommergibile o li avrebbe dissezionati ed avrebbe sparso i loro resti in mare.
Come l'ultima volta.


Una manna dal cielo o più precisamente il pugno della navigatrice dei Mugiwara aveva fatto scemare le risa del capitano e Law era tornato ad osservare il marito, accantonando l'idea di restare vedovo in giovane età e per mano propria.
Distrattamente si era reso conto che era qualcosa che si ritrovava spesso a pensare, seppur sempre con ilarità e mai seriamente, ma per quanto amasse Kidd aveva tentato di ammazzarlo lui stesso più di una volta, in momenti di rabbia cieca. Fortunatamente, anche se incazzato nero, non era mai stato davvero desideroso di farlo, anche se la volta in cui aveva buttato le gemelle nell'oceano e Kidd, come previsto, si era tuffato per recuperarle, forse aveva un tantino esagerato. Certo le bambine erano state colpevoli di aver giocato con uno dei cadaveri dei suoi esperimenti ed era stato Kidd a permettere loro di farlo, ma lo spavento che le sue piccole si erano prese era valso come punizione per almeno tre anni. Ovviamente Law le aveva tenute sotto controllo con la propria room mentre le lanciava come sacchi di patate in acqua, ma loro non se n'erano accorte, né tanto meno quell'idiota di Kidd, che aveva innanzitutto concesso a delle bambine innocenti di vedere e toccare un morto e poi di rovinare uno dei suoi studi.
Nonostante l'immaturità dimostrata da suo marito in quell'occasione, poche ore dopo non aveva esitato a gettarsi in mare tentando, anche se invano, di aiutare le figlie.
Era stato per l'ennesima volta impulsivo ed infinitamente stupido, ma Law aveva amato l'affetto e la protezione che riservava alla loro famiglia.


Riflettendoci, poteva essere quello un altro dei motivi per cui aveva scelto Kidd tra i tanti e le tante che lo avevano desiderato.


Quando quel bufalo rosso si affezionava a qualcuno gli dava tutto se stesso e non esitava un attimo pur di assicurarsi che questi fosse al sicuro.
Si parlava di una misera manciata di persone che comprendeva la loro famiglia, Killer e pochissimi altri della ciurma del rosso, ma Law era orgoglioso di farne parte e, lo sapeva, di essere al primo posto.


Si era ritrovato a sorridere con sorpresa di Kidd e curiosità da parte dei loro rospi. Per evitarsi scomode spiegazioni in pubblico, aveva poi deciso di battere in ritirata ed aveva catturato lo sguardo del marito, alludendo ai bambini che teneva in braccio.
“Aiutami con loro.” Pareva un ordine, ma era una richiesta e ormai Kidd conosceva bene il modo di fare del suo inquietantissimo consorte, quindi l'aveva raggiunto senza alcuna lamentela ed aveva preso Wolvy, ormai anche lui sonnolento seppur saldamente avvinghiato sulle spalle di Law.


Si erano diretti verso la loro cameretta con il resto dei piccoli al seguito ed il rosso non si era fatto troppe domande, giacché i loro bambini seguivano Law ovunque andasse, spesso anche contro la volontà dei genitori e finendo per mettersi in pericolo.
Inoltre Kidd non era proprio il tipo che si faceva domande.


“Papi, non mi hai più risposto!”


“Già, già, rispondile!”


Le lamentele delle gemelle erano state l'unica cosa che aveva fatto incuriosire il Capitano. Si era voltato per guardare il compagno, che si era chinato per posare Lawrence sotto le coperte e si sarebbe volentieri soffermato a fissargli il fondoschiena così gentilmente esposto, ma Law non tollerava certi atteggiamenti mentre erano circondati dai loro figli.
“Di che stavate parlando?”


“Di come si uccidono i gabbiani!” Era stata l'irrisoria risposta del loro primogenito, ma era stata perlopiù coperta dalle risa delle bambine e Kidd proprio non era riuscito a considerarla, non quando Law si era girato con un sorriso timido e gli occhi che facevano di tutto tranne che incrociare il proprio sguardo.


“Del perché il papi ti vuole bene!”


L'Eustass più grande aveva guardato con stupore Lamy, poi aveva lentamente ghignato, imitato dalle piccole. Si era affrettato a mettere a letto il più giovane della famiglia, poi si era buttato sul divanetto nella stanza che Penguin e qualche altro Pirata Heart usavano per rilassarsi mentre raccontavano delle storie ai nipoti ed aveva teso un braccio verso il marito.
Law, con troppa riluttanza e contro ogni speranza di Kaito, aveva accettato l'invito, afferrando la mano del rosso e lasciandosi trascinare sul suo grembo.
Le gemelle si erano immediatamente sedute alla destra del loro genitore immaturo, avvinghiandosi ad una gamba di papà Law, mentre Kaito si era premurato di stare a sinistra, cosicché fosse a contatto con la schiena del suo unico padre.
Kidd aveva cinto i fianchi del marito con il braccio metallico, mentre per afferragli il mento e girargli il capo verso di sé aveva usato il suo vero braccio, un'accortezza che difficilmente lo caratterizzava.


“Allora, non lasciare le bambine sulle spine. Possiamo sapere perché mi vuoi bene?” Ed il bastardo si era premurato di mettere fin troppa enfasi nelle ultime tre parole, giusto per sottolineare che non era semplice affetto, ma vero e proprio amore.


Law aveva ruotato il busto quel tanto che gli bastava per carezzare la nuca di Kaito, che in situazioni simili si sentiva sempre a disagio ad aveva cercato i suoi occhioni azzurri prima di rispondere al compagno, sorridendo con fare canzonatorio.
“Perché mi fa pena il tuo quoziente intellettivo ridicolmente basso.”


Il bambino aveva trattenuto una risata coprendosi la bocca con le manine e Law aveva soffocato un gemito quando, dopo le sue parole, Kidd gli aveva pizzicato il fianco.
Si era girato di scatto per rispondergli per le rime, ma al posto di incrociare lo sguardo di sfida dell'altro, aveva incontrato le sue labbra sulle proprie.


Kidd l'aveva baciato e subito si era ritratto con un ghigno che era sia beffardo sia dannatamente innamorato.
“Non mentire, non è di buon esempio come genitore.”


Il chirurgo aveva alzato gli occhi al cielo.
Suo marito era così infantile ed irritante, non gli dava mai tregua.
Non gli permetteva mai di annoiarsi.
Lo adorava.


C'erano fin troppi motivi per cui si era innamorato di quel decerebrato pieno di muscoli, ma sia lui sia i loro bambini non meritavano di conoscerli.
Almeno non tutti.


Gli aveva cinto il collo con le braccia, sfiorando la punta del suo naso col proprio e facendo sospirare sognante Lamy, che ogni che vedeva i suoi genitori coccolarsi sperava di trovare anche lei il proprio principe azzurro. Magari meno violento di papà Kidd e meno inquietante di papà Law, ma desiderava qualcosa di simile.


“Dovrai farmelo dire con la forza... oppure possiamo fare un po' per uno. Sentiamo, amore, perché hai scelto me?”


Kidd aveva sbattuto gli occhi senza riuscire a fare altro, poi aveva cercato aiuto nelle figlie, ma loro sembravano solo più emozionate all'idea di conoscere anche la sua versione.
Aveva pure tentato di rivolgersi a Kaito, ma questi si era limitato ad assottigliare lo sguardo e a minacciarlo silenziosamente di morte nel caso in cui avesse detto qualcosa che avrebbe potuto offendere Law.
Il Capitano aveva deglutito a vuoto, ma come era tornato a posare lo sguardo su Law, tutta la tensione era scemata.


Bello da mozzare il fiato, un tipo di bellezza che non sarebbe appassita neanche con gli anni. Spaventosamente intelligente, con un cuore troppo grande per essere un pirata, tanto che aveva fatto del suo sottomarino un ospedale ambulante aperto a tutti ed aveva perdonato Kidd nonostante la sua idiozia di un decennio prima.
La lista dei motivi per cui amava Law più di chiunque altro al mondo era troppo lunga, decisamente troppo imbarazzante e sarebbe stata fonte di ricatto per il medico per tutta la loro vita.
Col cavolo che gliela avrebbe rivelata.


Kidd aveva ghignato, nascondendo il proprio disagio e fingendo spavalderia e malizia.
“Sarà una piacevolissima lotta, allora.”


Aveva delicatamente afferrato Kaito con il braccio meccanico, che non percepiva i morsi ed i graffi del piccolo diavoletto, per sollevarlo e spostarlo sul lato del divano già occupato dalle sorelle, cosicché potesse spingere Law all'indietro per farlo sdraiare.
L'aveva subito sovrastato, torturandolo con un misto di baci, pizzicotti e solletico, che faceva ridere Law in un modo che pochissime persone al mondo avevano avuto il piacere di udire.
Le gemelle si erano messe a ridere a loro volta ed in qualche modo si erano intrufolate tra i corpi dei loro genitori, solo per aiutare papà Kidd nella sua dolce offensiva.
Alla fine, sentendo le risa del padre, perfino Kaito si era lasciato scappare un sorriso nonostante la presenza di Kidd.
Pareva che di spiegare i motivi per cui si erano innamorati se ne fossero dimenticati tutti quanti, ma in fondo al piccolo Trafalgar non importava.
Dubitava che avrebbe compreso le motivazioni di papà Law, perché lui in Kidd non vedeva davvero nulla di buono.
L'unica cosa importante era che quel troglodita rendeva felice il suo papà e, anche se doveva ancora compensare quasi due anni di assenza, lo stava facendo assurdamente bene.


“Sarà meglio che usi shambles e ci porti in camera tua.”


Kaito si era sporto per cercare i volti dei genitori nel trambusto che si era creato sul divano.
Aveva visto il padre guardare il marito con aria innocente e confusa, ancora frastornato da quel piccolo combattimento fatto di coccole.
“Perché?”


In qualche modo Kaito l'aveva visto distintamente e il vago pensiero positivo che aveva fatto un secondo prima su Kidd si era dissolto come fumo, mentre il rosso adulto ghignava mostrando tutti i denti.
“Credo che i ragazzi vogliano un fratellino.”


“Kidd!”



 
FINE





Aw, grazie per aver letto questa OS!

Allora, da dove partire...?

Innanzitutto spero che il disegno vi sia piaciuto! Fatemi sapere ♥
Se volete seguire i miei disegni, vi lascio il mio Instagram

https://www.instagram.com/pawa_art/

Questa storia fa parte di una molto più lunga e molto più intricata che sto scrivendo ormai da ANNI su Law, Kidd e prole.
Ho cercato molto brevemente di spiegare i fatti più importanti della storia originale in modo tale da presentarvi i vari personaggi e giustificare la loro esistenza, ma poiché la trama di questa fic non lo prevede, non mi sono dilungata molto.


Spero comunque che si sia capito qualcosa!

E se siete curiosi di saperne molto di più e di leggere le varie vicende attorno a questa stramba famigliola, fatemelo sapere!
Mi piacerebbe pubblicare la storia principale, ma volevo prima capire se potrebbe essere interessante oppure no.
Devo anche decidere se pubblicare il tutto come unica fiction o suddividerla in una raccolta di storie per ogni figlioletto... beh, questi dettagli saranno definiti se saprò che siete interessati a leggere la storia!


Per fare un po' di chiarezza, vi aggiungo qualche piccola informazione:


 
  • 1. Il motivo per cui Lawrence ha il nome tanto simile al padre maturo è spiegato nella storia originale, non è stata una scelta distratta.
     
  • 2. Lawrence prega e crede in Dio in seguito a vicissitudini dell'opera principale. Inoltre Law, a Flevance, era in stretti rapporti con una suora e, poiché il cristianesimo è stato accennato più volte in One Piece, è probabile che Law fosse cristiano e battezzato, quindi, anche se adesso (forse) non è più credente, certamente non è estraneo alla religione e quindi anche i suoi figli.
  •  
  • 3. Lamy è un nome d'obbligo se Law ha una figlia xD mentre per Kira mi è piaciuto il significato giapponese, che significa “killer”, come il vice di Kidd, e ai tempi guardavo Death Note... capitemi ;)
  •  
  • 4. Kaito (che significa “astri che discendono negli abissi”, un po' come il Polar Tang) ha sinceramente odiato Kidd, mentre all'epoca in cui è ambientata questa storia lo tollera solo per amore di papà Law. Il motivo dietro quest'odio ve l'ho accennato, ma come tutto il resto è meglio spiegato nella storia principale.
  •  
  • 5. Indovinate dove parlo del motivo per cui Wolverine è muto...? Giuro, vorrei dirvi di più, ma sarebbe spoiler! E vi prego di non pensare al Wolverine degli Xmen, perché sarebbe piuttosto inquietante x'D Per quanto io lo ami, essendo il mio eroe Marvel preferito, ma il mutante ed il figlio di Law hanno in comune solo il nome.
     
  • 6. Inoltre, avrete sicuramente notato che parlo di sette figli, ma se ne vedono solo cinque... gli altri due hanno storie piuttosto complicate. Non che sia per questo che sono assenti, ma negli anni in cui è ambientata la fic loro due non sono insieme alla famiglia.


  • Spero di avervi incuriositi abbastanza e mi auguro che la fiction vi sia piaciuta!


    Aspetto commenti e se avete domande, fate pure!


    Baci
    Pawa


       
     
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