Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Europa91    06/04/2020    2 recensioni
[Erwin x Levi]
[Ken x Uri]

Anno 850
Erwin e Levi si apprestano a combattere la battaglia decisiva per riconquistare i territori di Shinganshina, mentre Kenny Ackerman e i suoi uomini si arrendono alla Legione Esplorativa.

Anno 844
Il giovane caposquadra Smith continua a inseguire il suo sogno; quando viene misteriosamente indirizzato verso la città sotterranea. Li troverà l’incarnazione delle Ali della Libertà.

Questa può sembrare la solita storia di come è nata la relazione tra Erwin e Levi e del loro amore, ma non è così; è qualcosa di molto più complesso. E se il primo l’incontro tra i due non fosse stato casuale? Se qualcuno dietro le quinte avesse scelto di manipolare gli eventi a suo piacimento? Ma chi, e soprattutto perché? Riusciranno Erwin e Levi a scoprire la verità? In un intreccio tra passato e presente ci sono misteri che devono ancora essere svelati.
[Canon Divergence]
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Erwin Smith, Kenny Ackerman, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8.

 

 

 

850 - Prigioni della Legione Esplorativa 

 

Quel giorno, Kenny Ackerman era decisamente annoiato; all’inizio di tutta quella fottuta storia, quando Uri gli aveva spiegato il suo GRANDE piano gli era sembrata un’idea divertente quella farsi catturare; ed era stato pure lui a proporlo, ma ora, be’ stava iniziando a pentirsene. Erano passati già parecchi giorni, o almeno così gli pareva, dall’ultima visita del ex sovrano e non aveva ancora ricevuto notizie da quel moccioso di Levi e del suo cazzo di biondo comandante. In quella cella regnava l’oscurità, non c’erano finestre solo tanta umidità; l’unico essere vivente con il quale aveva contatti era il secondino incaricato di consegnargli i pasti, e non parlava per niente, si limitava a lasciargli il vassoio del cibo senza dire una parola. Uno strazio. Inizialmente i mocciosi della Legione Esplorativa avevano provato ad interrogarlo per estorcergli informazioni, quello sì che era stato uno spasso; ora però da quando avevano riconquistato i territori di Muro Maria non si era più fatto vivo nessuno. Si sentiva oltre che annoiato, abbandonato.

Era ancora immerso nei suoi pensieri quando la porta principale si aprì di colpo, mostrando l’imponente figura di Erwin Smith; lo squartatore si trovò improvvisamente a ghignare, finalmente, ora ci sarebbe stato da divertirsi. 

 

“Ehi ehi, piano o romperai quella porta, a cosa dobbiamo tale onore comandante Smith?!” Concluse beffardo portandosi fino alle sbarre per poterlo osservare meglio. Erwin aveva portato con se solo una candela ma bastava per illuminare l’ambiente circostante. Il comandante riprese fiato, dopo aver visto Levi allontanarsi, non aveva perso tempo e si era recato alle prigioni, voleva delle risposte e le voleva subito, ne aveva bisogno; questa volta non ci sarebbe stato spazio per la diplomazia. Avrebbe fatto parlare Ackerman, con le buone o con le cattive; in qualche modo ci sarebbe riuscito. Era preoccupato per Levi e per ciò che quell’uomo poteva ancora nascondere, se era una minaccia l’avrebbe scoperto. 

 

“Oh vedo che ti è spuntato qualcosa che l’ultima volta non c’era, ahah quel moccioso ne sarà contento” ovviamente alludeva al suo braccio destro; tuttavia non gli piacque per niente il riferimento a Levi ne il tono utilizzato, per non parlare del velato doppio senso. Erwin si ricompose un attimo o non sarebbe stato responsabile delle proprie azioni. Possibile che ogni volta che incontrava Kenny Ackerman gli venisse voglia di spaccargli la faccia? Sentiva già il venir meno dei propri buoni propositi, ed era lì solo da pochi minuti.

 

“Taci. Non ho tempo per queste cose, ora tu parlerai, e mi dirai tutto; ogni cosa” disse avvicinandosi minaccioso. Lo squartatore non arretrò di un passo, si fronteggiarono per interminabili secondi, come due leoni pronti a sbranarsi da un momento all’altro. 

 

“Non so proprio di cosa tu stia parlando, cosa potrei mai dirti?” Chiese Kenny mellifluo non smettendo di sogghignare. Erwin tirò un pugno alle sbarre, facendole vibrare. L’altro non si lasciò intimidire e non si scompose minimamente.

 

“Partiamo da Levi. Ora mi racconterai tutto. Sei suo padre vero?” Con quelle parole aveva catturato tutta l’attenzione dello squartatore. Kenny in quel momento pensò solo a quanto fosse incredibile Uri, aveva predetto anche quella conversazione, anche la reazione di quel biondino del cazzo era ESATTAMENTE come gliel’aveva descritta; 

 

“Se non ricordo male dovevate essere qua entrambi o non avrei parlato, erano questi gli accordi, dovevate conquistare Muro Maria, scoprire la verità e tornare da me. Ma non vedo quel moccioso, dove l’hai lasciato?”

 

“L’ho mandato in missione” mentì

 

“Stronzate. È scappato vero?” Erwin si maledisse internamente, come faceva quel vecchio a somigliare così tanto a Levi? Era troppo furbo e perspicace, era inutile provare a mentirgli; però non si sarebbe arreso, avrebbe ottenuto qualche risposta, questa volta non se ne sarebbe andato a mani vuote.

 

“Adesso non fingere che ti importi qualcosa di lui. L’hai abbandonato quando era solo un bambino, ora non giocare la carta del genitore amorevole” Erwin sorrise trionfante, l’espressione di Ackerman in quel momento era leggermente confusa, ma si riprese subito.

 

“Così te l’ha raccontato, non me lo aspettavo” ammise divertito grattandosi la nuca; questa rivelazione era stata una sorpresa, non se lo aspettava, Uri non aveva accennato a quello. Tuttavia tornò a sorridere; Kenny doveva ricordarsi più spesso che Levi non era solo suo figlio, ogni tanto anche i tratti in comune con la madre tornavano prepotentemente a galla; rendendo le cose ancor più problematiche.

 

“Allora Ackerman sto aspettando. Dimmi ogni cosa, abbiamo riconquistato i territori perduti, ora sappiamo la verità, conosciamo la storia di Eldia, adesso però voglio sapere cosa nascondi, come facevi a conoscere cosa avremmo trovato a Shinganshina, e cosa c’entra Levi in tutto questo?!” Il capitano lo fissò stancamente prima di sedersi per terra; invitò Erwin a fare lo stesso. Si massaggiò a lungo le tempie prima di iniziare a parlare.

 

“Ricordi cosa ho detto dopo la mia cattura? Che Levi è l’unica cosa che noi due abbiamo in comune, ora stammi bene a sentire biondino del cazzo, noi stiamo facendo tutto questo per Levi solo per quel fottuto moccioso ingrato e be’ indirettamente salvando lui salveremo anche l’umanità” Erwin non ci stava capendo nulla, pensò per una frazione di secondo che Ackerman fosse impazzito di colpo e quelli fossero solo i deliri di un folle.

 

“In che senso state facendo tutto questo per Levi? Poi perché hai parlato al plurale, chi altro sta tirando le fila? Perché tutta questa storia ovviamente non può essere solo opera tua” lo squartatore restò qualche secondo in silenzio prima di rispondere. Erwin era in attesa, sentiva che stava cedendo finalmente. O almeno lo sperava.

 

“Sai, sono offeso dal fatto che il tuo cervellino del cazzo non mi ritenga abbastanza intelligente da aver organizzato tutto questo.” Il comandante si avvicinò nuovamente alle sbarre, stava perdendo la pazienza.

 

“Basta con questi giochetti voglio la verità. Chi ha organizzato tutto questo? Voglio un nome”

 

Kenny sorrise.

 

“Torna a casa biondino. Se vuoi solo un nome te lo darò, ma non aggiungerò altro; per farmi parlare dovrai portare qui Levi.”

 

“Lui non vuole vederti” concluse lapidario, tuttavia Ackerman non la smetteva di ghignare, sembrava si stesse prendendo gioco di lui.

 

“Oh credimi, vorrà vedermi, lo conosco bene, conosco quel nano del cazzo da molto prima di te; ti ricordo che è mio figlio, non alzare la cresta solo perché te lo scopi, bel biondino” Erwin rimase immobile, non sapeva come controbattere. L’altro scoppio a ridere, faticando a controllarsi. 

 

“Uri Reiss” disse poco dopo, quando l’attacco di risa si era calmato. Il comandante lo fissò interdetto per qualche secondo;

 

“Cosa hai detto?” Era confuso

 

“Volevi un nome, te l’ho dato; Uri Reiss; è lui che ha ideato tutto questo.”

 

“Impossibile. Mi risulta che gli ultimi Reiss ancora in vita siano Historia e suo padre Lord Reiss. Non conosco nessun Uri, non ho mai sentito di nessuno che si chiamasse così” Kenny tornò a ridere.

 

“Non dirò altro bel biondino, salutami Levi quando lo vedi” disse prima di voltargli le spalle.

 

 

 

 

844 - Quartier Generale della Legione Esplorativa

 

“Spero solo che tu sappia cosa stai facendo” concluse Shadis fissando seriamente Erwin. Erano nell’ufficio del comandante, e il biondo caposquadra lo stava mettendo al corrente dei progressi fatti nell’ultimo periodo dalle nuove reclute provenienti dalla città sotterranea.

 

“Intendo farli partecipare alla prossima spedizione fuori dalle mura, ovviamente con il vostro permesso” l’uomo lo fissò a lungo prima di rispondere;

 

“Non hai bisogno del mio permesso, se credi che siano pronti mi fido del tuo giudizio Erwin. Però non sei venuto fino a qui solo per parlarmi di loro, dico bene? Allora, cosa ti turba ragazzo?” 

 

“Mi conosce bene signore. Ecco in realtà volevo condurre un’indagine ehm ufficiosa sul Corpo di Gendarmeria” Shadis lo guardò per un attimo sorpreso e allo stesso tempo allarmato

 

“Spiegati meglio, non riesco a capire, cosa stai cercando di dirmi?”

 

“Il capitano Ackerman” mormorò. Il comandante si sedette stancamente sulla sedia, prendendo a massaggiarsi nervosamente le tempie.

 

“Te lo sconsiglio. Kenneth Ackerman ha amicizie potenti, è praticamente intoccabile, indagare su di lui potrebbe mettere fine alla tua carriera. Ma che diavolo ti è venuto in mente? E poi come conosci Ackerman?”

 

“L’ho incontrato un paio di volte e...” ma venne interrotto dal suo superiore,

 

“Ackerman prende ordini direttamente dal sovrano e dalla sua cerchia di intimi. Non è di nostra competenza. Dimenticati di lui Erwin, lo dico per il tuo bene”

 

“Ma nessuno sa di cosa si occupa, cioè cosa fa di preciso?” Ritentò 

 

“Erwin, ragazzo mio, dico davvero, per il tuo bene scordati del Capitano e di questa storia, anche questa conversazione tra di noi non è mai avvenuta. Tu non hai mai incontrato Ackerman. È così Smith, non commettere gli errori del passato” bastò uno sguardo perché capisse. Non era sorpreso del fatto che il comandante sapesse di suo padre, doveva averlo letto in qualche sua scheda personale, era sorpreso solo da quella reazione, a suo avviso esagerata; chissà cosa nascondeva quel uomo per spaventare così tanto sia Nile che il comandante Shadis. Avrebbe seguito il consiglio e si sarebbe dimenticato di lui, c’era ancora la questione di Lovof da portare a termine, inoltre doveva organizzare la prossima spedizione fuori dalle mura; pensò improvvisamente a Levi. Senza rendersene conto era di nuovo al campo d’addestramento delle reclute. Lo vide calarsi per poi atterrare e toccare il dolcemente il suolo, sembrava un’uccello che aveva appena concluso il suo volo e ora ripiegava elegantemente le ali. Si era fermato a osservarlo completamente incantato. Fu Hanji a farglielo gentilente notare.

 

“Sai, puoi anche chiudere la bocca quando lo guardi. Sembri un maniaco” disse la donna dandogli una pacca sulla spalla, facendolo ritornare bruscamente alla realtà.

 

“Non stavo guardando nessuno. E non sono un maniaco” Hanji sorrise complice.

 

“Lo fissi incantato. Come se non avessi mai visto niente di più bello, e hai ragione, cioè quel ragazzino, quel Levi si muove veramente bene, non posso credere che abbia imparato da autodidatta a utilizzare il dispositivo di manovra tridimensionale, è un talento naturale” ma Erwin non l’ascoltava.

 

“Vorrei vederlo presto là fuori contro un vero gigante, hai notato come impugna la lama? Chissà che danni potrà infierire ad un titano..” Hanji continuava a parlare ma lui fissava Levi. Si stava liberando dall’imbracatura mentre conversava con i suoi inseparabili amici. Si stupì nel provare un leggero senso di fastidio; era assurdo, quei due ragazzi erano i compagni di Levi, perché ora non sopportava che lui stesse parlando con loro, o forse semplicemente non gli piaceva vederlo così a suo agio. Ricordava ancora la prima occhiata che gli aveva rivolto, e anche ora, quando le loro strade s’incrociavano, l’espressione di odio nei suoi occhi, ed una muta promessa; Erwin sapeva che la missione di Levi e dei suoi amici era quella di ucciderlo, sapeva ogni cosa, di come Lovof avesse promesso loro la libertà in cambio della sua morte; tuttavia, tuttavia era convinto che le cose non sarebbero andate in quel modo, avrebbe portato Levi dalla sua parte, avrebbero volato insieme. Quel ragazzo era l’incarnazione delle Ali della Libertà non lo avrebbe lasciato andare facilmente; avrebbe lottato per lui. 

 

 

“Fratellone, Smith ti sta ancora fissando” disse Isabel saltellando davanti a loro. Levi alzò un sopracciglio voltandosi completamente dal lato opposto facendo sorridere anche Farlan. 

 

“S’incanta come un ebete ogni volta che ti vede volare, fa quasi tenerezza” commentò il ragazzo. Levi decise di ignorare gli amici e proseguire fino alle loro stanze. Quando fu certo che fossero rimasti soli, chiuse la porta dietro di loro e si abbandonò ad un sospirò stanco.

 

“Se non ti conoscessi bene, direi che stavi scappando da lui” ammise Farlan. Bastò un occhiata per zittirlo.

 

“Levi, se hai per caso cambiato idea...”

 

“Zitto, ho detto che sarò io ad occuparmi di lui e lo farò, tu pensa a recuperare quei fottuti documenti” 

 

“E io cosa devo fare?” Chiese Isabel ingenuamente mettendosi in mezzo ai due. 

 

“Nulla, solo evitare di cacciarti nei guai. Non hai un superiore cotto di te, come ce l’ha il nostro Levi” concluse Farlan facendo urlare di gioia la ragazza, il diretto interessato invece si limitò ad arrossire, prima di borbottare “stronzate” ed uscire dalla stanza facendo attenzione a non incrociare lo sguardo dei suoi amici.

 

Farlan aveva esagerato con quella battuta, Erwin Smith cotto di lui; forse in una dimensione parallela o in una qualche realtà alternativa. Certo, doveva ammettere che si era accorto da tempo delle occhiate ammirate che gli lanciava quel biondino del cazzo, però da lì al dire che provava qualcosa per lui ne passava. Si stupì da solo dei suoi pensieri; lui aveva una missione; avrebbe ucciso Smith e recuperato quei documenti e poi sarebbero stati liberi; avrebbe guadagnato la libertà anche per Farlan e Isabel, non sarebbero più tornati alle loro vecchie vite. Ripensò di colpo alla sua infanzia; era da tanto che certi ricordi non tornavano a galla. Era da tanto che non pensava a Kenny, chissà se quel bastardo era ancora vivo, si immaginò la sua faccia se lo avesse visto ora, con le Ali della Libertà sulle spalle. Avrebbe fatto una qualche battuta del cazzo e avrebbe storto sicuramente il naso; si domandò cosa avrebbe fatto Kenny al suo posto, se avrebbe mai accettato l’offerta di Lovof; poi si ricordò di un particolare: Kenny non aveva amici, non aveva qualcuno a cui teneva come lui teneva a Farlan ed Isabel. Alzò lo sguardo per fissare la volta celeste, il cielo era sereno e pieno di stelle; non si sarebbe mai stancato di quella vista, non si accorse che qualcuno si stava avvicinando fino a quando sentì qualcosa sfiorargli il braccio. Si voltò di colpo, pugnale in mano. Erwin Smith gli sorrise, quei cazzo di occhi azzurri fissi su di lui;

 

“Scusa non volevo spaventarti. Fingerò di non aver visto quel pugnale, se non ricordo male non fa parte delle armi in dotazione alle reclute o sbaglio?” Levi lo fissò a lungo, poi decise di mettere via l’arma, non era l’occasione giusta; non poteva ancora uccidere Smith. Era troppo presto.

 

“Questo pugnale è prezioso per me” disse sperando di risultare convincente e facendo il possibile per non incrociare lo sguardo del biondo.

 

“Lo tieni nello stesso modo in cui impugni le lame durante l’addestramento” fece notare. Erwin si avvicinò piano a lui, Levi capì che il caposquadra stava cercando d’avere una conversazione civile; tuttavia non era disposto a lasciarlo vincere facilmente; gli bruciava ancora l’atteggiamento che aveva avuto nella città sotterranea, per non parlare della sua faccia finita nel fango. Gliel’avrebbe fatta pagare. Prima o poi avrebbe ucciso Erwin, questo però non gli vietava di giocare un po’ con lui. In quel preciso momento gli tornarono in mente le parole di Farlan. Arrossì di colpo, senza sapere nemmeno il perché.

 

“Mi hanno insegnato ad impugnare il coltello così, è un metodo molto più letale, ho solo immaginato che anche per le lame sarebbe stato uguale” ammise sempre cercando di evitare d’incrociare lo sguardo del caposquadra 

 

“Alla prossima spedizione fuori dalle mura verrete anche voi. Ho parlato oggi col comandante Shadis. Quando ucciderai il tuo primo gigante vedremo se davvero questa impugnatura funziona” Levi non rispose, preferì voltarsi per tornare a fissare la volta celeste. Si appoggiò ad un albero.

 

“So che sei ancora arrabbiato con me per quanto successo nella città sotterranea, non mi scuserò per quello. Tu e i tuoi amici eravate dei criminali e come tali vi ho trattato” fece una pausa, ora Levi lo fissava con astio, Erwin poteva comprendere i suoi sentimenti ma c’era altro in quel momento che avrebbe voluto capisse;

 

“Quando saremo là fuori e saremo insieme voglio sapere di poter contare su di voi, una volta fuori dalle mura saremo noi contro di loro, non ci sarà posto per le questioni personali, i giganti attaccano e uccidono tutti indiscriminatamente” 

 

“Non girarci troppo intorno, dimmi chiaramente cosa vuoi” 

 

“Voglio una tregua Levi. Voglio che tu ti fidi di me. Ho grandi aspettative sul tuo futuro, hai un grande talento..”

 

“Mettiamo in chiaro una cosa, ho accettato di unirmi alla Legione Esplorativa solo per i miei compagni” Erwin accennò un sorriso 

 

“Lo so perfettamente. So tutto Levi” a quelle parole il ragazzo ebbe un brivido, per un attimo pensò di essere stato scoperto, ma poi Smith riprese a parlare;

 

“Tuttavia vorrei che col tempo tu apprezzassi questa vita, questa libertà, non scherzo quando dico che hai un dono Levi, ho visto molte persone volare ma nessuno come te, potresti fare la differenza” l’altro scoppiò a ridere

 

“Ti prego, basta cazzate Erwin, mi vuoi là fuori ad ammazzare giganti? Allora ammazzerò giganti, farò il mio dovere, completerò ogni missione che mi verrà affidata” concluse, ora erano l’uno di fronte all’altro erano vicinissimi, Levi poteva sentire su di se il respiro del caposquadra. Si era creata di colpo una strana atmosfera.

 

“Fratelloneeeee dove sei finito, fratellone Leviiiii” furono le grida di Isabel a riportare entrambi alla realtà. Levi si allontanò velocemente da Erwin spintonandolo via e senza voltarsi o dire una parola corse verso la ragazza. Il caposquadra sospirò stancamente appoggiandosi alla pianta, poteva ancora percepire la presenza di Levi accanto a sé, si passò una mano sul volto, quel ragazzo era incredibile; lo incuriosiva ed attraeva come nessuno prima di allora aveva mai fatto.

  
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