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Autore: Juliet8198    06/04/2020    2 recensioni
Dall'incontro con una misteriosa ragazza, le vite e i sogni di ogni componente del gruppo non furono più gli stessi. Quale origine hanno le sue misteriose e fortuite apparizioni? Quale segreto si nasconde dietro la serie di avvenimenti in cui vengono coinvolti?
Ognuno di loro dovrà, volente o nolente, affrontare la verità che si cela dietro il suo mistero e l'ombra dei loro demoni che ha liberato.
Storia presente anche su Wattpad al profilo @GiuliaRossi321
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-C'è solo un piccolo problema, cara. Hai idea di quante Anna Johnson vivono negli Stati Uniti? Ho bisogno di un po' più di materiale.- 

Beatrice si colpì la fronte con uno schiaffo, frustrata. 

"Maledizione, avrei dovuto pensarci, che stupida."

-Ecco...penso che abiti a New York. E...dovrebbe essere un'adolescente.- rispose infine con incertezza. 

-Uhm...non riesci a darmi altro? Una foto, il nome di un parente...niente?- 

La ragazza fu costretta a negare con un sospiro avvilito. 

-Va bene, farò quello che posso. Ti manderò nel giro di qualche giorno una lista sommaria di tutte le possibili candidate e vedremo se così riusciremo a trovare il nostro obbiettivo.- 

Annuendo soprappensiero a se stessa, ringraziò la donna prima di chiudere la chiamata.

 

6 marzo 2020

H 21:23

 

DULCALAX

Si consiglia un dosaggio massimo di due compresse al giorno. 

 

"Questo dovrebbe andare."

 

Effetti indesiderati 

-crampi addominali

-dolore addominale

-diarrea

-nausea

-sincope

-infiammazione dell'intestino

 

"Ok, non lo voglio uccidere...però un semplice attacco di diarrea non è sufficiente a fargli saltare il viaggio."

"Potrei aumentare leggermente la dose...giusto un pochino..."

Pronunciando una silenziosa ma impenitente preghiera per il malcapitato collega, Beatrice decise che il giorno seguente avrebbe comprato il farmaco. 

"Dunque, il primo passo è fatto. Devo solo iniziare a somministrarlo a Sunbin qualche giorno prima della partenza."

"Però dovrei anche fare in modo di essere scelta al suo posto."

"Se utilizzo le conoscenze che ho accumulato nei restart precedenti, potrei riuscire ad eseguire il lavoro più velocemente."

"Devo impressionare il capo reparto, solo in questo modo avrò una chance."

La suoneria del telefono attirò la sua attenzione e la distolse dai suoi pensieri. Il nome che comparve sullo schermo le fece venire un tuffo al cuore di speranza e aspettazione. 

-Ehi zuccherino!- 

La voce calorosa di Miss Jones sembrava non avere perso energia dalla chiamata precedente. 

 

Mezz'ora dopo dalla chiusura della telefonata, l'unico rumore che dominava il piccolo appartamento era il fruscio della carta appena stampata fra le mani della ragazza. 

 

-Sono riuscita a restringere la lista a dieci ragazze. Ci sono foto, dati personali e alcune informazioni generali ricavate dai loro profili social. Se non trovi la tua Anna qua, dobbiamo ricominciare la ricerca.- 

 

Ogni pagina conteneva esattamente le caratteristiche descritte dalla donna. Beatrice le passò attentamente una per una, leggendo ogni dettaglio che potesse aiutarla ad identificare la colpevole. Non ricordava di averne visto la faccia sul notiziario, perciò le foto non le furono di aiuto. Scorrendo più volte i fogli, un fiotto di sconforto le appesantì il cuore. 

"E se non fosse fra queste?"

"Come faccio a trovarla?"

Riprendendo in mano il primo profilo che aveva analizzato, i suoi occhi scorsero nuovamente le informazioni. Una parola attirò la sua attenzione, prima con scetticismo, poi con maggiore trasporto. 

K-pop

Nel documento, venivano riportati i following del suo profilo Instagram e Beatrice notò numerose fanpage di un gruppo di cui aveva già sentito parlare. 

"Se non sbaglio, questo è il gruppo che è arrivato secondo all'ultima premiazione."

La ragazza studiò con attenzione i tratti del volto nella fotografia e se li impresse nella mente. Dei capelli castani contornavano ordinatamente un viso dai lineamenti dolci e occhi di un ammaliante celeste. 

"Credo proprio di averti trovata."

 

-Quella è la Anna Johnson che cercavi?- 

La scintilla scherzosa che normalmente dominava la voce della detective sembrò affievolirsi a quella domanda.

-Sì, credo proprio che sia lei.- 

Un silenzio la accolse all'altro capo del telefono. Infine, Beatrice udì un breve sospiro.

-Spero che tu non ti sia messa nei guai con quella ragazza. È una figlia di papà dell'Upper East Side...e che papà. Nicholas Johnson è un pezzo grosso della finanza che è riuscito a fare miliardi fregando il fisco...che spende per coprire le piccole scaramucce della figlia.-

Le orecchie della ragazza si affinarono istantaneamente. 

-Che cosa intendi?- 

-Beh, sembra che la figlioletta abbia qualche accusa di bullismo e aggressione a carico, ma sono state tutte minuziosamente occultate o soppresse ancora prima che la polizia se ne accorgesse. Papino a quanto pare  è stato molto efficiente.- 

Beatrice rimase in silenzio, accumulando le informazioni fino a comporre un'immagine chiara nella sua mente. 

"Tutto ha senso adesso...è riuscita ad essere scagionata dall'omicidio di Namjoon perché il padre ha tirato i fili giusti."

Quando la sua mente ebbe terminato di tessere quell'intricata tela di ragionamenti, una fredda consapevolezza si fece spazio nella sua coscienza. 

"Non basta impedire che uccida Namjoon, devo anche fare in modo di incriminarla."

"Se riesce ad uscirne indenne, nulla potrebbe impedirle di riprovarci di nuovo."

"Se è spinta dal fatto che è un hater, non demorderà così facilmente."

-Zuccherino?- 

La voce della donna al telefono la riportò violentemente alla realtà. 

-Miss Jones, ho bisogno che raccogli tutte le prove che riesci a trovare relative a queste accuse di cui mi hai parlato. Documenti persi, testimonianze...qualsiasi cosa.- 

Una risatina con un ritrovato tono di ilarità fu la risposta che ricevette. 

-Agli ordini, zuccherino.- 

Una volta chiusa la chiamata, la ragazza realizzò con sgomento che si era già fatta mezzanotte e che il giorno dopo sarebbe stata particolarmente dura svegliarsi per andare a lavorare. 

 

30 maggio 2020

H 9:24 

 

Beatrice era nel bel mezzo di un bivio. Un tortuoso, infido bivio fra corruzione e santità. Mentre la sua mente pendeva pericolosamente verso la prima, il suo cuore tentava di trascinarla affannosamente nella seconda. 

"Due pillole...o tre?"

Il dilemma morale la fece sbuffare con frustrazione davanti a quell''idea di bevanda che i coreani chiamavano caffè ma che la ragazza non riusciva ad accettare. 

"Due pillole potrebbero essere poche..."

"Tre pillole non lo ucciderebbero...credo..."

"Al massimo gli verranno un po' di coliche, niente di grave..."

Dopo qualche secondo, decise di abbandonarsi a una latente generosità di cuore e sbriciolare solo un paio di pillole bianche nella bevanda. Dopo aver mescolato attentamente e aggiunto una dose in più di zucchero per mascherare il sapore, fece ritorno al suo ufficio. 

 

-Sa di tappo! Ed è freddo!- 

Sunbin scaraventò il bicchiere sulla scrivania con un grugnito, sporcando anche la moquette con gli schizzi di caffè. 

"Per forza che sa di tappo."

-Ringrazia che non ti mando a rifarlo!- brontolò prima di tornare a guardare il computer mentre sorseggiava la bevanda con espressione schifata. 

"Ma che generoso. Goditi il lassativo, caro sunbaenim."

Con un profondo inchino, Beatrice si scusò con il collega e tornò alla sua scrivania con cuore e mente in perfetta sintonia. 

"Domani gliene metto tre di pillole."

 

4 giugno 2020 

H 14:02

 

La situazione si preannunciava più complicata di quanto aveva previsto. Non appena aveva fatto il suo ingresso nell'area VIP dell'aeroporto di Incheon e si era avvicinata al manager del gruppo, aveva iniziato a sentire pressantemente su di sé tre paia di occhi indiscreti. Hoseok si muoveva come un'anguilla sulla sedia mentre le lanciava sguardi fugaci; Jimin la osservava con discrezione distogliendo spesso lo sguardo dal telefono; Jungkook, infine, la fissava ostinatamente senza cercare di celare minimamente le sue intenzioni.

"Ok, non era esattamente così che doveva andare..."

"Insomma, è vero che sono la loro traduttrice e dovrei almeno un minimo interagire con loro, ma speravo di passare il più inosservata possibile, almeno nella prima parte del viaggio..."

Quando tutti i membri si avvicinarono per conoscerla, poté vedere le sue impressioni prendere forma nelle reazioni dei ragazzi che le si presentarono. Hoseok fece un breve inchino e distolse lo sguardo come se fosse a disagio. Jimin invece sembrava studiarla attentamente dal momento in cui si era avvicinato per salutarla e ricordarle che si erano già visti in precedenza. Il più giovane era invece rimasto in silenzio nascosto dietro al leader, osservandola con grandi occhi attenti e allo stesso tempo assorti in un pensiero lontano. 

 

Quando raggiunse il suo posto all'interno dell'aereo, si accomodò e salutò la donna seduta affianco a lei. L'aveva conosciuta di sfuggita una volta che era andata a trovare Minso al lavoro, in quanto era una sua collega. Doveva essere la truccatrice di Yoongi, a memoria di Beatrice. 

Con un leggero moto di sgomento, la ragazza rimpianse il fatto che l'amica non fosse lì con lei a distrarla dai tenebrosi pensieri che adombravano la sua mente in aspettazione di ciò che sarebbe successo una volta usciti dall'aereo. D'altronde, Minso aveva preso le ferie proprio quella settimana, prima di sapere che lei avrebbe partecipato a quel viaggio, perciò non poteva biasimarla. 

Congiungendo le mani al grembo, cercò di visualizzare lo scenario che l'avrebbe attesa quattordici ore dopo. Miss Jones avrebbe spedito un suo agente a pedinare Anna Johnson a partire dalla mattina, in modo che avrebbe potuto averla sotto osservazione una volta che sarebbe arrivata in aeroporto. La ragazza aveva dovuto a malincuore dare indicazioni molto superficiali alla detective per indicarle il piano da seguire. Di certo non poteva dirle "Questa ragazza commetterà un omicidio". Si era dovuta limitare ad un vago "Intervenite se tenta di fare qualcosa di stupido" nella speranza che potessero vederla estrarre la pistola. 

"È un piano alquanto abbozzato e speranzoso...come tutti i tuoi piani d'altronde."

Lasciando che un ghigno disilluso indugiasse sulle sue labbra, si rilassò sul sedile. 

"Beh, tu sei fatta così. Trovi la soluzione solo sbagliando tante volte, finché non ci sbatti contro."

 

Quando la pressante preoccupazione per ciò che la attendeva lasciò finalmente la sua mente, Beatrice cercò di abbandonarsi e trascorrere il resto del viaggio in serenità. 

-Buongiorno.- 

La voce pacata di Jungkook la fece voltare verso il sedile precedentemente vuoto accanto a lei, su cui era seduto il ragazzo che la fissava insistentemente. 

-...Buongiorno.- disse cercando di suonare spontanea. 

"Che diavolo ci fa lui qui?!"

-Quindi...Sunbin-ssi non poteva venire?- chiese di punto in bianco il nuovo vicino di posto, abbassando lo sguardo sulle sue mani intrecciate. 

Beatrice notò che le sue gambe saltellavano su e giù freneticamente, segno che il suo interlocutore probabilmente era nervoso o a disagio. 

-Eh già.- rispose semplicemente la ragazza, sentendo un'onda di imbarazzo divorarle le guance. 

L'atmosfera divenne stantia nel momento in cui il silenzio calò su di loro. Sembrava che nessuno dei due conoscesse le parole giuste per rianimare la conversazione, finché Jungkook non si fece avanti. 

-Posso farti una domanda?- chiese spostandosi i capelli dagli occhi con un gesto secco.

-Uhm...certo.- rispose lei con malcelata incertezza. 

Il ragazzo sembrò esitare un attimo prima di proseguire. 

-Se non sbaglio, tu eri vicino al luogo in cui sono stato.... rapito. Mi chiedevo se per caso hai visto chi ha chiamato la polizia per aiutarmi.-

"Cavolo."

"Come ha fatto a vedermi?"

"Come fa a ricordarselo?!"

"Che faccio adesso?!"

-Ehm...no, io non lo so, purtroppo...ho solo sentito qualcuno urlare e poi c'è stata una gran confusione...- rispose d'istinto la ragazza. 

"Non se la berrà."

Come aveva previsto, Jungkook prese a fissarla con dubbio e circospezione negli occhi. 

-Che peccato. Neanche la polizia me l'ha potuto dire. Volevo solo ringraziare questa persona per avermi salvato. Se non fosse stato per lei, a quest'ora forse non sarei qua.- affermò tenendo lo sguardo ostinatamente puntato su di lei. 

 

Sentendosi alle strette, si alzò con la scusa di andare in bagno e scappò dal ragazzo dallo sguardo indagatore. 

"Mentire a Jungkook è come picchiare un cucciolo di panda, ma non posso dirgli la verità, è già fin troppo sospettoso..."

Sperava che il ragazzo si fosse accontentato delle risposte che gli aveva rifilato e quando non lo vide seduto sul sedile accanto al suo, pensò di avere avuto successo. 

-Ciao.- 

Un nuovo cumulo di guai si presentò improvvisamente accanto a lei nella forma di un paio di occhi luminosi e un sorriso a forma di cuore.

   
 
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