Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Spensieratezza    07/04/2020    2 recensioni
Lilian è la classica perla rara, che vive per l'amore e desidera vederlo e donarlo a tutti, ma nessuno sembra amarla e a scuola soprattutto , tutti si impegnano per farla vivere come in un inferno.
Lilian non riesce a capire perchè, lei che vorrebbe solo il bene di tutti, deve essere trattata così male.
Nella vita di Lilian c'è sempre stato qualcosa che non andava, ma non era mai riuscita a capire cosa, come una maledizione che la isolasse dagli altri, che non gli permetteva mai di avere un amico. Tutti la isolavano, sentiva che nessuno la capiva veramente, fin da bambina e anche se riusciva ad avere un amico, era sempre per poco tempo prima che anche quell'amico la lasciasse. Tutti prima o poi la lasciavano, ma forse c'è qualcosa di davvero strano nella sua vita.
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quand’ero bambina, vivevo tutto come una prigione, non capivo che anche il dolore più grande, potesse essere una scuola di Vita.
Desideravo solo non andarci più a scuola.
È stato così fin da quando andavo all’asilo.
Non mi sono mai divertita come tanti bambini dicono di essersi divertiti.

Nessuno voleva giocare con me, perché io ero quella strana, quella goffa, quella “diversa.”
Non ero particolarmente attraente, ero distratta, troppo, ero sbadata e avevo dei grossi difetti di concentrazione.
Ero smemorata e troppo con la testa tra le nuvole.
Ma ero intelligente.
Oh sì, se lo ero.
Ero così tanto intelligente che io stessa potevo rendermene conto, anche se avevo solo cinque anni.
Un’intelligenza che riesco a conservare ancora adesso, anche se sono cresciuta.
Per esempio..se vi chiedessi di dirmi che cosa pensavate quando non eravate ancora in grado di leggere, che cosa mi direste?
Ricordate in che modo guardavate le lettere, cosa significavano per voi quando ancora non conoscevate l’alfabeto?
Non sapete rispondere, vero?
Ma io lo ricordo.
 
Vivevo in quella mia vecchia casa, ricordo il cortile, ricordo che chiedevo a mio padre di leggermi i fumetti di Paperino.
Ma lui non sempre aveva voglia, anzi quasi mai, allora io mi sforzavo, anche se ancora non conoscevo l’alfabeto, perché ancora non sapevo leggere né scrivere, mi sforzai di guardare il fumetto e di “leggere.”
Fu impossibile.

I caratteri erano troppo piccoli, mi ricordo che pensai che fossero una specie di..scarabocchi, come se fossero disegni troppo piccoli e stilizzati. Non conoscevo il significato di una C, o di una D  o una R, non sapevo che significato davano, metterle insieme, come facessero a formare una PAROLA. Come si leggesse.
Ora che so leggere, fa strano pensare a cosa pensavo quando non ci riuscivo.
Mi chiedo però quanti di noi riescono a ricordare come si sentivano, quando non erano capaci ancora di fare qualcosa.
Ricordo anche il mio primo giorno di scuola.
Ma non è ancora tempo di raccontarlo.
Prima voglio raccontare un episodio ancora di quando andavo all’asilo.
Non ricordo molti episodi dell’asilo, ricordo solo quelli che mi hanno colpito di più e spesso sono ricordi tristi.
 

Ricordo in particolare che ci facevano dormire di pomeriggio.
Ora non saprei dire perché le maestre lo facevano. Insomma, non ha nessun senso, i bambini non dovrebbero dormire di SERA? Eppure sembravano assolutamente convinte le maestre, che ad una certa ora, i bambini dovessero DORMIRE.
Io ho sempre detestato gli obblighi e per me quello era l’ennesimo da rispettare per forza.
Ci spegnevano la luce e noi dovevamo addormentarci. Rimanevo sempre sbalordita di come molti ci riuscivano, di scatto.n A me ci volevano ore e spesso neanche ci riuscivo, restavo solo lì a guardare il buio, a guardare gli altri bambini addormentati, sperando che finisse presto.
Mi ricordo una volta di un episodio spiacevole. Una bambina mi stava prendendo in giro, non ricordo più cosa mi disse, ma fu molto cattiva, rideva di me! Non che fosse una novità. Non ricordo più su cosa ma fu…cattiva, mi misi a piangere, ma ricordo che era talmente tanta la rabbia che non riuscivo a dormire. È incredibile come a cinque anni si possa impazzire già così dalla rabbia.
Ricordo che la maestra mi disse che se volevo, potevo andare con lei a prendere una camomilla.
 O era un tè?

Comunque io fui contenta di poter scampare alla camera nera e andare a farmi un giro.
 
Camminare di notte era affascinante, proprio come nei film e nei cartoni.
Tutto di notte, appare diverso.
Anche una scuola.

Ma non era sera, è solo che a me appariva così, perché chiudevano tutte le persiane per far dormire i bambini.
Mi ricordo il fascino di andare nella cucina adibita alle maestre, io non l’avevo mai vista. E mentre guardavo il bollitore, una cosa imbarazzantissima, mi prese all’improvviso.
Dovevo andare a fare la pipì!
Solo che non ne avevo il coraggio.
Avrei dovuto attraversare il corridoio, TUTTO il corridoio da sola, con il buio? Non ne avevo il coraggio.
E quindi cercai di tenermela ma fallii miseramente.

La maestra mi chiese che cos’era tutta quell’acqua, io cercai di fare finta di niente.
“Niente!” dissi, ma la maestra insistette e mi scoprii subito ovviamente.
Sono morta dall’imbarazzo. La maestra invece fu gentilissima e chissà come, riuscii a sistemare la situazione. Non mi ricordo più come feci a cambiarmi, se mi diede dei vestiti puliti..so che poi mi chiese perché non le dissi subito che dovevo andare al bagno, che mi avrebbe accompagnato lei.
Ovviamente dissero tutto a mia madre e a quel punto il disagio fu completo. Per fortuna non infierì, ma mi sembra di ricordare che lei invece mi chiese perché non pensai di accendere la luce.
Che cosa risposi? Che non sapevo dove fosse e che sarebbe stato più semplice andare al buio ma avevo paura.
Io pensavo davvero che sarei stata sgridata malissimo dalla maestra per quell’episodio, invece a quanto pareva, ero piccola e quindi giustificata.
Però io credevo di essere già grande e che farsi la pipì addosso a cinque anni fosse un fatto gravissimo.
Di certo era stata la cosa più imbarazzante della mia vita. Neanche quando ero più piccola mi sono mai fatta la pipì addosso, almeno stando a quanto mi hanno detto i miei genitori.
 
 
Un’altra volta, mi fu dato il permesso di chiamare la mia mamma, visto che non riuscivo proprio ad addormentarmi. La chiamai al telefono, fece un po' di storie, ma poi decise di venire.
Dopo un tempo interminabile!

Oramai stavo cascando dal sonno, cosa stranissima per me. Quando finalmente arrivò e mi chiamò, io dissi insonnolita che non avevo voglia di alzarmi.
Sembrò perplessa, ma non insistette. Forse era perfino divertita. Ma anche un po' seccata di essere stata chiamata per niente.
Riuscivo nel dormiveglia intanto, a pensare solo due cose.
La prima, era che alla fine le maestre dovevano essere un po' compiaciute del fatto che mi stavo comportando alla fine come una bambina normale.
La seconda era che così facendo, convincevo sempre di più i miei genitori, che ero inaffidabile, non ci si poteva fidare delle mie parole, mi sabotavo da sola. Facevo io da sola in modo che qualunque cosa avessi mai detto in futuro, non mi avrebbero più creduto.






















Note dell'autrice: eccomi qua, dopo averci tanto pensato, non mi sembra vero che la sto pubblicando. So che sembra una storia clichè come tante altre, ma credetemi non lo è xd
vi avviso che sarà una storia molto particolare, forse all'inizio per i primi capitoli ci saranno pochissimi dialoghi, quasi inesistenti.
Volevo anche dirvi che una cosa che spero prendiate come un gioco LOL
allora, siccome io sto durante questa quaantena, continuando a ingrassare e non riesco a frenare la salita, mi sono decisa a fare una scommessa psicologoca con me stessa xd
ogni giorno devo calare di qualche etto, altrimenti non posterò il captolo segiuente, se continuo a tenere il ritmo, potrò postare la storia ogni giorno.
è un giochino psicologico, devo perdere almeno 7/9 chili, non vi dico quanto peso per evitare polemiche inutli e sciocche, almeno non sapete quanto peso e nessuno può accusarmi di star diventando anoressica o di istigare in tal senso xd (non si sa mai ) .
L'unica cosa che farò, sarà quella di scrivere nelle note, se ho perso un etto, due, 5.
è una cosa che faccio per me, perchè ho capito che se devi farlo per te, non ci riesci, se qualcuno sa invece che stai seguendo una dieta, ti senti quasi costretto a seguirla, per non fare un abrutta figura xd e qusto ti da un aforte motivazione xd

Alla prossima e non preoccupatevi, è da quando vado alle medie che combatto con il peso dello yo yo, ora ho più di 30 anni, se dovevo ammalarmi, sarebbe già successo :)) mi voglio troppo bene per smettere di mangiare. E infatti continuo a ingrassare X_X
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Spensieratezza