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Autore: bUdson281    08/04/2020    1 recensioni
"Esporre la verità alla luce del sole è il miglior modo per nasconderla" disse Shinji coprendosi l'occhio destro con una mano. "Tu vedi il mio occhio demoniaco e pensi di aver capito, ma è la cicatrice che devi guardare se vuoi sapere chi sono".
EoE non è NGE e non è il Rebuild, nonostante il tentativo di chiudere i conti che ha informato la nuova versione cinematografica. Quella di EoE è una favola senza lieto fine, né potrà esservi una definitiva redenzione per due personaggi sfortunati la cui ricompensa è stata comprendere la necessità sopportare le difficoltà delle relazioni, poiché l'inaccettabile alternativa è restare soli. Sono partito dal Rebuild sforzandomi di rimanere fedele all'animo tormentato dei due ragazzi e di trarre dal loro vissuto le chiavi della "risoluzione" di e dopo EoE. I personaggi hanno ancora qualcosa da dire, nonostante la fine ufficiale della saga.Un clone non è uguale al suo originale, perciò narra la propria storia. Come direbbe lo Shinji di questa long, si riparte proprio dagli errori commessi, non tanto perché sia saggio o giusto quanto perché alle volte non c'è altro modo per fare un passo. Ok ALLERTA SPOILER.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuka Soryou Langley, Nuovo personaggio, Shinji Ikari
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Premessa
 
Per molto tempo mi sono chiesto in che modo si sarebbe svolto l'appuntamento, come descriverlo e da quale prospettiva. Alla fine, un po' per stanchezza, un po' per frustrazione, ho pensato di riderci su, così da permettere a me ed ai personaggi di rompere più facilmente il ghiaccio e trascorrere,  fin quando possibile, una piacevole serata.
Dati i tempi che corrono, poi, buttarla sullo scherzo mi è sembrato addirittura doveroso ...
P.S. - Quest'annotazione preliminare si autodistruggerà, senza che ve ne rendiate conto, al termine della forzata clausura di questi mesi.
Buona lettura.
 
 
 
« Ascolta, Paparino, ancora non mi convince questa storia dell'appuntamento » confesso appena metto piede fuori dal locale.
« Che significa? » domanda. « Dopo tutto il lavoro che hai fatto, vorresti tirarti indietro? »
« Non voglio tirarmi indietro » provo a difendermi. « Dico solo che dovresti essere tu ad uscire con Sakura, non io ».
« Ti ho già spiegato perché tocca a te » ribatte Furia Buia dando una rapida occhiata ai miei vestiti. « Stai decisamente crescendo. Tra un po' non potrai più indossarli ».
« Con somma gioia di Mami. Ha accettato me ma non riesce ancora a separarsi da questi abiti ».
« È comprensibile ».
« Sicuramente » convengo, « ma oggi, quando me li ha dati, sembrava che stesse dicendo addio al figlio. Non aveva mai reagito così ».
« Magari... magari si è trattato di una tua impressione » spiega senza troppa convinzione. « Andiamo adesso. Non vorrai far aspettare... una ragazza? »
« Ti prometto che mi comporterò bene » lo rassicuro avendo colto i segni di una crescente tensione nel suo volto, nella voce, persino nella sua andatura insolitamente a singhiozzo.
« Ne... ne sono convinto ».  
 
 
« Ti ringrazio per la compagnia, ma posso arrivarci da solo. Conosco la strada ».
Capisco che anche Furia Buia trovi strano che sia io a dover uscire con la sua fiamma ma è stato lui a partorire una tale assurdità. Non vedo perché dovrebbe farmi da balia.
« Non preoccuparti, non ti scorterò fino all'altare » ribatte Furia Buia semiserio, fissando lo sterrato che stiamo percorrendo. « Voglio solo evitare che scappi e, possibilmente, darti qualche altro consiglio. Non si sa mai » mi rivolge un sorriso che tutto un programma. « Potrebbe servirti ».
« Perché dovrei fuggire da un appuntamento con Sakura? Male che vada sarà una serata pacifica. E poi penso di aver appreso abbastanza. Il resto lo imparerò con lei. In fondo è per questo che hai organizzato la serata. Devo fare esperienza per quando uscirò con... qualcun'altra, no? »
« Eh sì » assente incerto e con voce un po' tremolante il cacciatore che si ostina a non guardarmi.
Orso e Musashi ci attendono vicino all'entrata dell'infermeria, riconoscibili unicamente grazie alla luce elettrica proveniente dal fabbricato in cemento.
« Come ti senti, Ragazzo? » esordisce il Biondo massaggiandomi una spalla.
« Fatti valere! » lo segue Orso che mi riserva uno dei suoi rari sorrisi. « Abbiamo fiducia in te ».
« Siamo pronti? » domanda il Paparino ai fratelli.
« Tutto come da programma » lo rassicura Musashi. « La tavola è imbandita e la zona bonificata ».
« Bene » esclama soddisfatto. « Io do le ultime indicazioni a... Shinji e vi raggiungo ».
Un brivido mi cavalca la schiena, trascinandosi dietro il presentimento che l’appuntamento più easy della storia (almeno della mia) potrebbe prendere una piega tutt'altro che... facile. Sono già scattati alcuni allarmi ma soprattutto uno: mi ha chiamato Shinji.
« Che... che significa? » chiedo al Paparino dopo aver abbandonato la strana coppia.
« Oh, nieeente « biascica il ciclope rivolgendomi un nuovo tipo di sorriso, stavolta falso e patetico.
« Guarda che è un semplice appuntamento » gli faccio notare sperando che confermi, « non un'operazione da cacciatori ».
« Siamo pur sempre... cacciatori » risponde sempre più titubante.
« Già, la mia sicurezza ... Ci sono guai in vista? »
« No no. La tua e la nostra sicurezza vengono al primo posto... sempre. Ma, proprio in quanto cacciatori, ogni atto è una missione, quindi dobbiamo preoccuparci che tutto sia perfetto » conclude come un professore che ha appena terminato di spiegare la lezione.
« D’accordo ma mi hai chiamato per nome e quando lo fai vuol dire che non va poi così bene ».
« Non è vero » sbotta scrutando gli alberi della pineta che abbiamo attraversato centinaia di volte come se ci trovassimo in territorio sconosciuto.
“ Sta mentendo “  penso. Ora il brivido si è trasferito allo stomaco come accade tutte le volte che stiamo per fare brutti incontri. Ma perché? Pensa Shinji... cioè Ragazzo, cos'altro non va? ... Orso!
« Come mai » azzardo, « Orso era così contento? Dovrebbe essere geloso visto che esco con... Sakura, ho ragione? ».
« Beh... lo sai che è un tipo sportivo ». Furia Buia spara quest'assurdità dopo aver deglutito anche la saliva dell'ultimo mese ed inizia ad accarezzare il manico del coltello.
« Mamma che tensione! » sbuffo frustrato. « È un appuntamento, non un » orribile presentimento « comba... aaa... »
« Volevi dire combattimento? » mi aiuta il Paparino che, finalmente, si decide a mostrarmi il suo occhio e ciò che finora si è sforzato di non manifestare: ansia tendente al panico.
« Non troverò Sakura, vero? »
« No » risponde lapidario senza neanche provare a scusarsi.
« Quindi » continuo sottraendomi alla domanda più importante, « questa è davvero un'operazione da cacciatori. Di che si tratta? »
« Niente di pericoloso... in un certo senso » si agita il monocolo. « De... devi semplicemente dare il meglio di te e far funzionare questa serata. Evita naturalmente di parlare di noi, delle tue abilità, dei nostri problemi e... basta. Al resto pensiamo noi. Se poi si mette male... allontanati con calma senza mostrare apprensione ».
« Devo uscire con Asuka, ho ragione? » trovo il coraggio di nominare il desiderabile incubo dai capelli rossi che mi ha mandato due volte knock out.
« Sì... mi dispiace ».
 
Almeno si è scusato.
 
Aiutami!
 
Non saprei come.
 
Esattamente, che tipo di relazione avevi con Soryu?
 
E me lo domandi? Complicata!
 
Hai ragione, non avrei dovuto chiedertelo.
 
Deluso anche dall'Altro Shinji provo a simulare noncuranza tentando di tenere la schiena dritta e di materializzare sul volto un'espressione calma e distaccata. Ma, intanto, un pelo sotto le apparenze, sto lottando contro una legione di voci che gridano: « SCAPPA! »
« Perciò, quando ti ho visto uscire dall'infermeria... 
» lo incalzo perché voglio una piena confessione.
« Eh sì » ammette esitante il Paparino.
« L'avevo capito. Quindi, ti sei inventato la balla dell'appuntamento con lei solo per non ammettere... »
« In parte » mi interrompe il cacciatore. « A mia discolpa, però, devo dire che stavo cercando effettivamente una balla per convincerti a... ad accettare un appuntamento con lei ».
« E questa sarebbe un'attenuante? » inizio a sbraitare. « Hai dimenticato di fornirmi un dettaglio importante: che per lei intendevi Asuka ».
« Beh, ora che ci penso, in effetti, è stata una carognata. Ma ho agito a fin di bene » insiste il Paparino gesticolando in maniera quasi convulsa per consolidare la sua arrampicata sugli specchi.
« Il mio o il vostro? » chiedo pur sapendo che con il Paparino dovrò attivare al meglio le mie antenne anti stronzate.
« Di tutti » traccheggia lasciando liberi di esprimersi tutti i movimenti automatici e le rapide smorfie che ho imparato a riconoscere come indicatori di menzogne. La soddisfazione per i palesi risultati dell’addestramento non attenuano né la rabbia, né la fifa. « Tu hai un'occasione d'oro » continua « per capire come relazionarti con lei e conoscere il vostro e il nostro passato. E noi per comprendere anche, attraverso una fonte attendibile, in quanto ancora indecisa, cosa stanno pianificando alla Wille ».
« Chi ti dice che con me si confiderebbe? »
« Non è quello che dirà che conta, ma quello che farà ».
« Per esempio, uccidermi » ribatto cercando di ricordargli che avere a che fare con Asuka va oltre l'ordinaria amministrazione.
« Non essere il solito pessimista! Andrà bene, vedrai. E poi lei ti piace, vero? »
« Non tentare di fregarmi! Piuttosto, se lei ha accettato, vuol dire che deve svolgere una missione simile alla mia ».
« Probabile. O forse vuole che l'aiuti a decifrare cosa accade nella sua testa. Tuttavia, non scartare l'ipotesi che potresti ancora interessarle... nonostante (o forse grazie a) l'audace operazione verità della volta scorsa ».
Trattengo a fatica l'istinto di mollargli un pugno. « In breve, avevi architettato da tempo questo appuntamento al buio con Asuka. Non me ne hai parlato per impedirmi di svignarmela dal momento che lei è la mia prova e poi c'è in ballo anche la nostra sopravvivenza come gruppo, ecc ecc ecc. Infine, ti sei inventato la balla di un'uscita con Sakura solo perché quando mi hai visto non sei riuscito a trovare una scusa migliore per nascondermi, maldestramente aggiungo, che avevi iniziato una relazione con lei. È corretto? »
« Ineccepibile » conferma Furia Buia dopo aver schiarito la voce.
« Bene! » esclamo. « È importante avere un quadro completo e soprattutto sincero della situazione ».
“ Mi fa davvero piacere che tu la veda così. Pensavo che avresti reagito molto peggio. Sei davvero maturato molto in que... »
« Lurido verme! » ruglio come Orso quand'è affamato, scaraventandolo a terra. « Ti rendi conto » afferrandolo per il bavero del giaccone « che quando il tuo cervello bacato da sociopatico partorisce un'idea che mi riguarda finisco sempre all'ospedale? »
« Dai, non farla tanto lunga! E poi ti capitava anche prima... di finire all'ospedale; perciò, non capisco perché te la prenda così tanto con me » obietta Furia Buia la cui voce segue il ritmo degli scossoni che subisce il corpo. « Non c'era altro modo per convincere un altro sociopatico come te a darsi una mossa. Fallo per noi! Per quanto ne sappiamo, il vostro futuro e il futuro del mondo dipendono dalla vostra risoluzione sia come individui che come coppia ».
« Non siamo una coppia. Perché continui ad essere reticente con me? Lo sai che non mi piace quando formuli i tuoi piani stramboidi senza informarmi ».
« Ma se ho perso il conto di tutte le volte in cui ti ho spiegato perché è importante che tu e Asuka troviate un accordo ».
« Sto parlando dell'appuntamento » gli ringhio in faccia.
« Ti ricordo che ha accettato di uscire con te. E lei è troppo orgogliosa per recitare la parte della seduttrice solo per estorcerti informazioni. Se lei è qui è perché vuole incontrarti ».
« Mi stai prendendo ancora per il culo? »
« No » reagisce serio il Paparino. « E lo sai anche tu, Shinji. Te lo ripeto: lei è una di noi. Non possiamo abbandonarla senza fare almeno un ultimo tentativo. In fondo, non vuoi salvarla? ... Adesso, però, lasciami! Se ti butto a terra potresti sporcarti i vestiti ».
« Perché non lo fai? » lo sfido nella speranza che mi fornisca un pretesto per saltare la corsa.
« Perché partiresti in svantaggio... ulteriore, dal momento che TU TI PRESENTERAI... alla prova, e perché, se non lo fai, dirò a Mami che è colpa tua se gli abiti del figlio si sono rovinati. Vuoi che torni a sputarti nel piatto? »>
Allora è vero! « Ottima giocata, cacciatore! » dico mollandolo a malincuore prima di rimettermi in piedi.
« Hai paura, ho ragione? » chiede Furia Buia smanacciando sui pantaloni e sul giaccone.
« Secondo te? Sono terrorizzato ».
« Al posto tuo lo sarei anch'io ».
« Finirà male, lo sai ? » esterno la facile premonizione piagnucolando come un bambino.
« Dipende tutto da te » mi dice il ciclope poggiando fraternamente una mano sulla mia spalla. « Per una volta puoi anche cercare di schivare i suoi pugni ».
« Non mi riferivo a questo. Io e lei siamo preda del dilemma del porcospino, hai presente? »
« Sì. Quindi? »
« Come quindi? Che facciamo? »
« Abbattere il porcospino e sostituitelo con un altro animale ».
« Ma sì » gli rilancio contro la freddura con disperato sarcasmo, « c'è il dilemma dello scorpione, del serpente a sonagli, dell' iguana delle Galapagos ».
« Il dilemma del Golden Retriever ti fa schifo? »
« Sarebbe? »
Le possibilità sono due: o si sta divertendo a schernirmi o cerca di imporsi la calma. È una certezza, invece, che dalla sua bocca non usciranno parole sensate. Purtroppo, sono così imbambolato che voglio illudermi ci sia un qualche utile consiglio involontariamente nascosto dietro la sua comicità da quattro soldi.
« Pappa e coccole » ridacchia il ciclope riassumendo gli elementi costituivi del dilemma canino.
« Avrò la mia vendetta » sputo tutta la mia rabbia, « in questa vita o... in qualunque altra ... Mi viene da vomitare ».
« Eh no, Ragazzo » Paparino trasforma la pacca sulla spalla in una presa vulcaniana. « Fatti forza! Non mostrare, per nessuna ragione, segni di cedimento. Quella è un predatore. Sappiamo bene che, se solo annusasse la tua paura, potrebbe attaccarti ».
 
Grazie per aver placato ogni timore
 
 
« Così la fai sembrare ancora più inquietante » dico abbozzando un sorriso carico di frustrazione.
« Cercavo di scherzarci su, Ragazzo! » spiega il Paparino riprendendo a camminare. « Ma sforzati di trarre insegnamento dai due vergognosi ko che hai subito ».
Finiscila! « Allora, dal momento che non posso tirarmi indietro, hai... qualche consiglio vero, genio? » chiedo, nonostante tutto, aggrappandomi moralmente a lui come un discepolo al maestro. Del resto, in questo momento c’è solo lui.
« Non sono proprio un esperto di appuntamenti con ragazze affette da severi disturbi della personalità “ inizia uccidendo la fiducia del discepolo. « A dire il vero neanche con ragazze mentalmente sane. Sì, insomma, non ho mai avuto bisogno di corteggiarle in modo... »
« ... Normale? » integro la lacuna.
« Sì » conferma impacciato.
« E dalle infime profondità della tua inesperienza hai pensato bene di organizzarmi proprio TU un appuntamento? »
« Volevo studiarne i meccanismi ».
« Per non fare brutta figura con Sakura ».
« Anche » risponde senza convinzione corrugando la fronte. Il Paparino si assenta per alcuni istanti fissando lo sguardo sulla faccia della luna. « Del resto, c'è una prima volta per tutto … Che stupido! ».
« Che ti prende? »
Furia Buia scuote la testa e costruendo a bella posta un muro sotto forma di sorriso, guardandomi, dice: « però, sai bene che sono esperto nella lotta e nelle missioni impossibili. Perciò, ascolta: non perdere mai il controllo, non mostrare timore o, appunto, ti attaccherà con ferocia; metti i tappi alle orecchie del tuo orgoglio e, qualunque frecciatina o... insulto micidiale ti lanci addosso, pondera le parole e dimostra tranquillità. Dovrebbe bastare a non scatenare la sua ira funesta. Ah, quasi dimenticavo, tieni il guinzaglio corto allo Shinji pervertito che finalmente hai fatto resuscitare. Saremo distanti, quindi devi darci almeno la possibilità di intervenire in tuo aiuto. Ah, non attivarti per nessun motivo ».
Le sue inutili istruzioni hanno il potere di reindirizzare l’attenzione sulla prova che mi attende, spegnendo ogni curiosità riguardo ai sentimenti che pochi secondi fa avevano aperto una breccia nella corazza del cacciatore. « Perché, già che ci sei, non mi suggerisci anche di rimanere sottovento? »
« Perché sarete a vista l'uno dell'altra. Non serve una simile accortezza » mi gela Furia Buia che dimostra di non aver colto l'ironia. Almeno, è di nuovo in sé.
« Cosa faccio? » lo supplico stoppando il passo e artigliando di nuovo le falde del suo giaccone.
« Non lasciare che sia lei a condurre il gioco! Anche perché non ti darà mai questa soddisfazione. Sei un uomo, no? »
« Non parlare come lei, ti prego! Non mi servono i ricordi dell'Altro Shinji ».
« Ah, Soryu ti parlava così? Non lo sapevo. Questo particolare non me l'avevi mai rivelato. Comunque, restiamo calmi. Dobbiamo essere assolutamente concentrati. Questa è la tua prova del fuoco... un'altra...  tra le tante... che ti attendono. Devi guidare tu, mi raccomando! Le donne sembrano apprezzarlo ».
« Peccato che lei non apprezzi niente di quello che dico o che faccio ... » mi rassegno, « Maledizione! Quindi, dovrei forse dirle zitta e dammi un bacio? »
« Sarebbe una mossa suicida » risponde Furia Buia dopo aver riflettuto sulle mie parole. « No, lascia stare! Niente colpi di testa ».
« Ma stavo scherzando >.
« Bravo! Fai bene a scherzare, è un buon segno. Devi scioglierti! »
« Ma ci sei? Capisci quello che dico? »
« No » confessa. « Sono troppo preoccupato per te ».
 
Senza accorgercene siamo arrivati a destinazione al centro della pineta, a metà strada tra l'unico viale del villaggio e le nostre terme. Una lunga tovaglia quadrata delimita, come il ring in cui ho quasi perso la vita, il luogo dell'evento. Il cibo è già apparecchiato in ordine sparso sul telo e lascia sgombri i bordi per consentire ai commensali di non sedersi sull'erba. Due piccoli ma potenti fari, posizionati uno di fronte all'altro, lungo una delle diagonali che partono dal centro ideale del quadrato, danno man forte al riflesso lunare ed illuminano a giorno il palcoscenico.
Asuka è già arrivata. Siede sulle ginocchia fissando le pietanze che Orso e Musashi avevano poco prima sistemato ed inganna l'attesa giocando con una ciocca di capelli. Indossa un lungo abito verde a mezze maniche, ampio e all'apparenza pratico da vestire. L'impressione è piacevole ma anche strana dal momento che non ricordo di averla mai vista sfoggiare un capo d'abbigliamento che non fosse una delle due succinte divise da pilota o la più castigata uniforme scolastica. Certo, avendoci convissuto per alcuni mesi nella casa di Misato, ho conosciuto anche la Shikinami informale con maglietta e pantaloncini, o con quel babydoll che solo allora non trovavo del tutto improprio. Che scemo!
Recupero la concentrazione tirandomi di nascosto un pizzico alla gamba, prima che i miei ricordi varchino il confine riproponendomi la scena del micidiale calcio in faccia con cui per poco non mi staccò la mandibola.
Non sembra si sia preparata per un appuntamento galante, ma per un’innocente uscita senza impegno con un compagno di scuola. Mi viene il sospetto che, qualora dovesse annoiarsi, potrebbe bellamente andarsene omettendo anche di augurare la buona notte.
« Avrei dovuto portare il violoncello » penso divertito, salvo poi rendermi conto che la scenetta, con annesso slogan finale, mi era stata gentilmente offerta dall'Altro Shinji.
Asuka interrompe il martirio della chioma rossa quando si accorge della nostra presenza. In un battito di ciglia capisco di aver già perso un punto, dal momento che mi ha appena visto accompagnato dal Paparino, ma siamo ancora abbastanza lontani e non può ascoltare la mia richiesta di un rapido riepilogo.
« Allora Shinji » inizia a bassa voce il ciclope, « devi immaginare che sia  un combattimento. Si tratta di studiare l'avversario, gestire la distanza, non scoprirsi troppo e affondare non appena ti si presenta l'occasione. Devi cercare di non farle capire le tue mosse, devi distrarla, stupirla! Così perderà sicurezza. Non farti chiudere all'angolo e, se serve, visto che non ci sono arbitri, gioca sporco e mira sotto la cintura! Ma, soprattutto, non restare fermo, colpisci e spostati! »
Che razza di appuntamento è questo? « Mi sarebbe stato più utile il Biondo » ringhio come un cane con la rabbia.
« Hai ragione, sono stato egoista. Comunque, tieni a bada lo Shinji timido e un po' vigliacco, lo Shinji orgoglioso e ancora, ci tengo a sottolinearlo, fa' attenzione allo Shinji pervertito! Ascoltali, ma prendi tu le decisioni ».
« Altri tre Shinji! » esclamo ormai schiavo dell'orrore. « Già è difficile avere a che fare con l’Altro Shinji ... Sì, insomma, con il mio oscuro passato, ma questo è un incubo ».
« Su, su, sono convinto che ce la farai » dice il Paparino con la faccia che svela il suo vero pensiero: che non ce la farò.
« Ma lei mi odia e non perderà occasione per fraintendermi, insultarmi o mettermi in ridicolo ».
« Proprio per questo, finora, ho sempre parlato di prova. Non ho mai detto che sarebbe stata una passeggiata ».
« E se nella mia testa, oltre a tutti gli Shinji, mi partisse la telecronaca del... combattimento? »
« Perché, ti succede anche questo? » domanda preoccupato il Paparino. « Tu stai male, Ragazzo. Te ne rendi conto, vero? »
« Uffaaaa, scherzavo. Oggi non registri l'ironia ».
« Perché la faccenda è seria. Adesso fatti coraggio! » mi incita spingendomi delicatamente con aria contrita come se mi stesse indicando il patibolo.
« Ricordami perché lo sto facendo ».
« Devo rifarti l'elenco? »
« No ... Tu » tento un'ultima domanda prima di dedicarmi a... alla rossa, che nella mia fantasia mi appare incappucciata e con la scure in mano « saresti uscito con lei? »
« Oh no, sei pazzo!? » si lascia sfuggire il cacciatore, salvo poi correggere l'eccesso di onestà. « Cioè, ad essere sinceri, non saprei cosa dirti così, su due piedi. Per fortuna non sono obbligato a pormi la domanda né tantomeno a rispondere ».
< Maledetto! » sibilo astioso.
« Ehi Shinji » sorride. « Nel dubbio, buttati! Così non avrai rimpianti ».
 
Sembra fiducioso
 
« Ah, quando dico buttati, non intendo che devi prendermi troppo alla lettera. Insomma… hai capito, no? »

Falso allarme. È ancora nel panico.
 
« Ti sei fatto accompagnare dalla mammina? » sfotte ad alta voce Asuka che deve essersi scocciata di aspettare.
« Oh no » risponde in mia vece Furia Buia. « Dovevo parlare con Shinji. Noi cacciatori non siamo mai in pausa. Anzi, scusami, Shinji » fingendosi rammaricato « se ti ho fatto perdere tempo. Scusami anche tu, Principessa » alza i decibel allargando un sorriso da semi presa per il culo, talmente forzato che riesco a sentire i suoi muscoli facciali gridare sbalorditi: che diavolo sta succedendo?
« Continui ancora a farti difendere? » rincara la dose la Second.
Lancio un'ultima occhiata carica di supplica al mio fratello con la benda come per dirgli: hai visto?
« Mi dispiace » bisbiglia Furia Buia. « Speravo che chiamandola Principessa si sarebbe distratta e avrebbe attaccato me. Ma è chiaro che ormai ti ha puntato. Buona fortuna ... Beh » continua con voce squillante prima di abbandonarmi al mio destino, «  vi auguro una piacevole serata ».
 
« Perché? » mi domando ormai dento il ring. « Cosa ho fatto di male? ... Ah già, che stupido! Dimentico sempre che non sono affatto nella posizione di lamentarmi ».
« Ciao »  inizio con un saluto di circostanza e uno stentato sorriso portandomi la mano alla nuca. « Scusa per il ritardo. È da molto che attendi? »
« Dal momento che si tratta di te, ho aspettato anche troppo » risponde incrociando di scatto le braccia e voltando stizzita la faccia.
Iniziamo bene.
Mi accomodo lentamente sistemandomi nella posizione del loto, consapevole che un po' di meditazione mi tornerà sicuramente utile. Mi preoccupo di non starle di fronte, anche perché non vorrei che si sentisse sfidata, senza tuttavia offrirle troppo il fianco per evitare che si offenda o che mi stenda a tradimento con un colpo al fegato.
Quante precauzioni! « Come va? » chiedo per rompere il ghiaccio pregando la faccia di reggere l'espressione di finta allegria che ho esibito per l'occasione.
« Perché ridi? » risponde stroncando i miei sforzi.
 
Shinji Timido: « È finita, andiamocene! »
Shinji Orgoglioso: « che maleducata. Rispondile a tono! »
Shinji Pervertito: « Beeeeeeelllllllaaaaaaaaa! »
 
E io che speravo mi avreste lasciato solo. Però, devo ammettere che è davvero carina. Si sente a distanza il profumo di lavanda effuso dai suoi capelli che scendono morbidi lungo le spalle e le braccia. Alcune ciocche lucenti seguono un percorso alternativo e si affacciano in avanti, plasmando così la forma del collo, bianco come il latte, fino a lambire il seno interamente protetto dai tre bottoni sul davanti che blindano gli spazi e concedono accesso esclusivamente all’immaginazione.
« Ti sta bene questo vestito » provo a sondare il terreno riutilizzando il complimento che qualche sera fa avevo rivolto a Sakura.
« Lo so » ribatte gelida tornando a fissare un tronco d'albero alla sua destra come se fossi io il terzo incomodo.
« Non credo di averlo mai visto. Forse l'hai preso dopo... » cazzo, mi sono chiuso in un angolo.
« Dopo che hai massacrato mezzo mondo? » gancio destro di Asuka. Non mi conforta il fatto che si degni di prestarmi attenzione. « Comunque, no. L'avevo già prima ma... mi hai fatta a pezzi quasi subito. Quindi, non mi stupisco che tu non l'abbia notato ».
 
Shinji Timido: « sta ringhiando. Non picchiarmi, ti prego! »
Shinji Orgoglioso: « che palle! Guarda che volevo farti un complimento, non tirarti un calcio in culo. Almeno fammi mangiare visto che ho cucinato io ».
Shinji Pervertito: « Fa' qualcosa, Shinji! Se ti lasci sfuggire questo bocconcino non te lo perdonerò mai ».
 
« Allora mi piacerebbe stringere la mano a chi lo ha... confezionato » cerco di allontanarmi dalle corde cancellando dalla memoria il colpo sotto la cintura che mi ha appena sparato. « Si è mantenuto magnificamente ».
« Vorrei vedere! » sbotta la nippo-tedesca. « In questi quattordici anni di guerra ho avuto poche occasioni per indossarlo. Scommetto » insiste acida « che, se ci rifletti, puoi arrivarci anche tu ».
 
Shinji Ikari è alle corde e viene tempestato da un'implacabile serie di bordate al bersaglio grosso. La campionessa fa valere il suo maggiore allungo e la migliore preparazione atletica costringendo il mostriciattolo a patetici tentativi di legare. Forse il baby cacciatore spera di restare in piedi fino alla fine del round ma vediamo che a bordo ring l'allenatore ha già pronto l'asciugamano.
 
Oh mamma! Nella mia testa c'è davvero uno Shinji che fa la telecronaca. Mi serve un analista. Possibile che li abbia sterminati tutti?
« Co... come » quasi in farsetto mi ostino a rilanciare la conversazione prendendo spunto dalla sua ultima affermazione « ci si diverte da queste parti quando... non si è impegnati... in... »
« Non ci si diverte! »
E figuriamoci! Proprio a te dovevo chiederlo?! « Intendevo che, siccome hai appena detto di averlo già indossato, forse ci sono state... circostanze meno tristi o pericolose ».
« Vuoi sapere i fatti miei? »
Ma porca. « No » rispondo chiudendo gli occhi e concentrando l'attenzione per arrestare un improvviso e fastidioso tic che mi scuote la faccia a ritmo di zumba.
 
Shinji Timido: « adesso ci picchia. Scappiamo! »
Shinji Orgoglioso: « reagisci smidollato! Dille che non te ne frega niente della sua vita sociale di merda. Niente sensi di colpa... e mollale uno schiaffo! »
Shinji Pervertito: « ADDDOOOOSSOOOO! »
 
« Ero solo curioso » riprendo dopo un profondo sospiro « di sapere come pass... ate gli app... cioè  il tempo libero, visto che, personalmente, da quando mi sono risvegliato non ho ancora fatto questo tipo di... esperienze ».
« Neanche prima » commenta salace.
« Non ricordo che ti divertissi più di me » replico d'istinto « quando vivevamo a casa di Misato ».
 
Grande montante di Shinji. Sembrava un gesto dettato dalla disperazione e, invece, è riuscito a rompere l'assedio e la monotonia di un combattimento a senso unico. Ma è evidente che ora il demone dai capelli rossi è ancora più incazzato.
 
« Ascolta! » attacco prima che parta alla carica per incornarmi. « Quello che intendevo dire è che questa è forse... anzi no, è sicuramente la prima sera che passo senza dover temere aggressioni » come no?! « o allenarmi o cercare acqua e cibo o montare trappole per non essere sgozzato nel sonno ».
« E la prima che esci da solo con una donna, vero poppante? » mi infilza, spietata, la progenie di Attila.
« Sembra tutto così normale e pacifico » ringhio a bassa voce impartendomi a loop il comando di non accettare alcuna provocazione. Se provo a seguirla sul suo terreno sono fregato. « Mi chiedevo se anche tu avessi vissuto momenti come questo ».
« Non siamo incivili come voi... come i cacciatori e come te, che stai appresso a quella gentaglia. Mi costringi a ripetere lo stesso concetto. Ti ho detto che l'ho indossato altre volte. Che c'è, sei sordo? >
« Ti va di raccontarmi qualche aneddoto? » così magari convogli un po' di energie nel dialogo invece di usarle per frantumarmi i...  « Niente che riguardi le vostre operazioni e non ti chiederò neanche di parlarmi delle battaglie che hai sostenuto... a meno che tu non voglia » provo ad insinuarmi nella sua difesa. « So che non mi parleresti di fatti coperti dal segreto. Me lo hai già fatto notare e io ricordo bene quello che dici, ma... »
« Perché non mi racconti cosa fai quando occupi il tempo al fianco di quei cavernicoli? » Asuka  annulla la tecnica e la ritorce contro di me.
 
Shinji Timido: « diglielo o ci ucciderà! »
Shinji Orgoglioso: « non osare! Prima di tutto la lealtà ».
Shinji Pervertito: « tutto quello che vuoi, tesoro ».
 
« Non ci penso neanche » le rispondo con insperata facilità concedendomi addirittura il lusso di puntarle contro l'indice (tanto per farle capire cosa si prova) ma non gli occhi che si concentrano sul vuoto pur di non assistere alla sua trasformazione in donna lupo. « Anch'io sono vincolato alla consegna del silenzio ».
« Voi non siete militari » obietta la Second. « Al massimo siete solo un branco di barboni ».
 
Shinji Timido: « dille che non è vero e poi scappa! »
Shinji Orgoglioso: « questa poi. Dille che quegli accattoni con la divisa da commessi, che lei si illude di poter chiamare colleghi, non valgono neanche una pallottola sparata dalle nostre pistole! »
Shinji Pervertito: « saltale addosso come se non ci fosse un domani! Ricordati di Alamo! »
 
« Se vuoi » dico dopo aver letteralmente espugnato, in pochi secondi di forzato training autogeno, le vette spirituali del Buddha e riflettuto sull'utilità di una strategia fondata sul dare il buon esempio, « posso raccontarti qualcosa di non troppo impegnativo, come... » 
Come? Suggeritori, ci siete?
 
Shinji Timido: « non mi viene in mente niente ».
Shinji Orgoglioso: « chiuditi in un dignitoso silenzio, oppure insultala! »
Shinji Pervertito: « avvicinati un po'! La sua pelle sembra avere un odore diverso. Dobbiamo assaggiarla ».
 
Inutili alterego!
 
La prossima volta pensa prima di fare il grande!
 
« Ecco! Come la prima volta che ho fatto a pugni[1] » esclamo con orgoglio avendo trovato da solo la soluzione al problema. « Un giovane cacciatore privo di… »  non dire “cervello”. Sarebbe come concederle la vittoria a tavolino. « Era molto forte per la sua età ed era così grosso che sembrava un mini suv. Mi attaccò solo perché Furia Buia lo aveva trattato male in presenza di tutti ».
« Che storia commovente! » la rossa mi prende per il culo simulando un'altra volta il pianto di un bambino. Quindi, infierisce: « soprattutto, riassunta malissimo ».

Shinji Orgoglioso: << Tirale una testata! 
»

« Forse perché ho appena iniziato a raccontarla ». È evidente che ho sopravvalutato l’argomento e non ho considerato i possibili sbocchi narrativi. Tuttavia, non mi resta che aggrappandomi disperatamente alla storia poiché dal cilindro non esce nient'altro e bloccarmi adesso verrebbe inteso come una dichiarazione di resa. « Per me fu un'esperienza davvero intensa. Sai, Asuka, io non mi ero mai trovato in una situazione del genere. Senza contare che » evitando di descrivere i dettagli del mio poco onorevole comportamento durante le prime fasi delle ostilità « stavo perdendo di brutto ».
« Ne ero sicura » sferzante, ancora una volta la voce di Asuka mi passa da parte a parte.
Umana compassione, questa sconosciuta. Vero, Asuka?
Avrei dovuto aspettarmelo. È inutile che mi affanni a descrivere avventure di guerra e combattimenti vari solo per cercare un punto di contatto. Non c'è storia tra me e lei. E non posso rivelarle che gli esseri umani sono più terrificanti degli Angeli. Adesso come me la cavo? ... Ma sì, può funzionare. Fanculo, tentiamo! « Però, mi sono battuto bene anche grazie all'aiuto di una ragazza. Doveva avere la nostra età... apparente. Era coraggiosa e combattiva, per certi versi mi ricordava te » provo a lisciarla. « Pensa che mi ha riconosciuto e non mi ha dimostrato odio » esagero, praticamente azzerando le mie possibilità di comprarne la benevolenza. « Ha mantenuto il segreto sulla mia identità per evitarmi guai peggiori. È stato un incontro piacevole nonostante le circostanze ».
« Pensi di farmi ingelosire? » chiede seccata dopo alcuni interminabili secondi di silenzio. « Quante volte ti devo dire che... »
« ... Che non ti interesso? Una basta e avanza ».
 
Shinji Ikari si è salvato per il rotto della cuffia e ora si porta al centro per rifiatare. Mi maledico al solo pensiero, ma potrebbe aver superato il momento più difficile della serata.
 
Chiudi il becco! « Mi sembrava bello condividere con te alcuni aspetti della mia nuova vita da… aspirante cacciatore ».
« Credi che questa sia una seduta degli alcolisti anonimi? » domanda con fare disgustato.
 
Shinji Timido: « ma non le va bene niente. Vuole farci del male, fuggiamo! »
Shinji Orgoglioso: « mi divertirei di più ».
Shinji Pervertito: « eureka! Se vogliamo schiacciarla, è necessario giocare d’astuzia. Dobbiamo farla ubriacare ».
 
Certo che il pervertito sta diventando esuberante
Shinji Pervertito: « guarda che sono una parte di te ».
 
« A proposito » chiedo moooolto incerto sulle parole da utilizzare, « esattamente che... cos'è... questo... che stiamo ... »
Incasso un'altra muta risposta della rossa con incluso scatto indignato della testa a completare il pacchetto totale disprezzo per Shinji. Sono sicuro che non sarebbe servito a niente formulare la domanda con maggiore determinazione.
« Che ne dici se iniziamo a mangiare? » propongo a corto di tutto, anche della voglia di nascondere la mia rassegnazione e un senso sempre più opprimente di fastidio allo stomaco e, soprattutto agli occhi. « Ho cucinato io, perciò puoi star certa che sarà di tuo gradimento ».
Shikinami afferra le bacchette con l'impeto che metterebbe per strappare ad un angelo il suo core ancora pulsante e analizza i piatti prima di... scegliere e fregarmi sotto il naso il piatto di donburi con carne che avevo puntato per primo. Mi mostra il suo più crudele sorriso di vittoria mentre mi sbeffeggia facendo schioccare a tempo le punte delle bacchette.
Mi accontento che non abbia concluso l'azione chiamandomi sfigato e, ripiegando su una ciotola di ramen, controllo le reazioni del pilota con la coda dell'occhio. Da un lato, infatti, spero che la mia proverbiale abilità ai fornelli mi faccia superare la zona retrocessione e rilanci un inizio app... serata da dimenticare; dall'altro, preferisco non fidarmi e mantenere attiva la guardia nel caso decidesse di usare le posate in legno a mo' di prog knife.
Inaspettatamente, Asuka si blocca un attimo prima di addentare un pezzo di maiale che riposava sulla base di riso, così succulento e carnoso che il ramen mi sa di sconfitta; si rattrista guardando la sua mano destra. Un pensiero spiacevole le ha appena attraversato la mente, purtroppo per me seguito a breve distanza da un altro decisamente più aspro.
« Non ho più fame! » scoppia incenerendomi con un'occhiata assassina e scattando in piedi.
 
Shinji Timido: « non picchiarmi! »
Shinji Orgoglioso: « ma lascia perdere quella psicopatica! »
Shinji Pervertito: « NOOOOOOOOOO! »
 
« È finita! » penso mestamente. « Forse se le avvicinassi la mano per fargliela odorare... »
 
Shinji Orgoglioso: « te la morderebbe ».
 
« Perdonate l'intrusione! »
Provvidenziale (spero) ci raggiunge la voce di Furia Buia che dal nulla si materializza alle mie spalle. Porta con sé una delle bottiglie che aveva preso dal portavini della Batcaverna, un lettore mp3 e due casse acustiche di forma semisferica, ciascuna abbastanza piccola da stare comodamente in una mano. « Vi ho portato da bere » dichiara. « L'abbiamo tenuto in fresco come ci hai consigliato tu, Shinji, perché a quanto pare va servito così ».
« Senti, Paparino. Non è il caso... » gli dico alzandomi con penosa lentezza.
« Ah no! È il caso. Abbiamo tutti rischiato la pelle, te compreso, perché lei potesse assaggiare questo vino » risponde ad alta voce, fissandomi come per ordinare: sta' al gioco!  « Sai, Principessa, Shinji certe volte non sente ragioni. Voleva che tutto fosse perfetto per questa serata ».
Sfoderando il suo famigerato broncio copri imbarazzo, Asuka abbandona la deriva violenta che stava per inghiottirla e finge di non prestare ascolto al cacciatore con la benda limitandosi a chiedermi: « da quando ti intendi di vini, bamboccio? »
«  Cucino » spiego d'istinto, organizzando i connotati affinché si pietrifichino in un'espressione serena e distaccata e così difendano la stronzata che mi è appena uscita dalla bocca, come se quelle tre sillabe da sole potessero coprire tutta la gamma delle risposte possibili.
« Non potete andarvene senza prima averlo gustato! » insiste il cameriere più inquietante che abbia mai visto.
“ In fondo, vale la pena tentare “ mi dico avvicinandomi al Paparino che non si era mosso dal luogo della sua comparsa, evidentemente per costringermi a raggiungerlo. Afferro la bottiglia, ma non riesco ad entrarne in possesso perché il ciclope approfitta del contatto per sussurrarmi altri suggerimenti. « Sta andando male. Devi cambiare strategia! Muoviti e non offrirle punti di riferimento. Confondila! E quando attacca, schiva e colpiscila d'incontro! »
« Inizi a stancarmi! Ma, soprattutto, ci stai spiando? »
« Solo per precauzione. Ci siamo sistemati a poco meno di cento metri da voi. Tranquillo, se va bene, mi concentrerò su altro ... Ah, e lavorala ai fianchi ».

« C'è altro, coach? » chiedo strappandogli la bottiglia dalle mani.
« Musica » risponde porgendomi lettore e mini casse. « Per creare un po' di ambiente ».
« Come se bastasse con una come lei ».
« Non ti arrendere! »
mi incita Furia Buia. « Ricordi quando quel ragazzo stava per ucciderti?[2] Beh, se senti che stai per mollare, concentrati sul seno di Asuka, ma fa attenzione a non... concentrarti troppo. Soprattutto, non farle notare... »
« Non ho bisogno di pensare al suo seno per... »

« Appunto! » replica il cacciatore. « Adesso non ci sta guardando; perciò, sblusati la camicia! »
Avevo già obbedito al non ci sta guardando. Conquistata la detenzione anche degli attrezzi necessari a creare l'ambiente giusto, ringhio al Paparino: « voglio dei pantaloni meno attillati ».
« E falle un complimento! »
« Non funziona ».
« Ritenta! »

« La smettete di bisbigliare. È da maleducati ».
« Scusaci » squilla Furia Buia che sottovoce aggiunge « Conan ».
« Sì, scusaci. Mi stava informando su… »
« Non mi interessa »
Mi volto verso Furia Buia e alzando le spalle ripeto: « non le interessa ».
« Non fa niente. Colpa mia. Buon proseguimento » il ciclope che rivolge ad Asuka un sorriso bigusto, caldo e gentile fuori, glaciale presa per il culo dentro.
La Second, però, non è stupida e con una frase abbatte due nemici. « Che foste dei cavernicoli è ampiamente risaputo. Tuttavia, non credevo che voi cacciatori valeste così poco dal momento che fate i portaborse ad uno stupido come Shinji ».
Il monocolo assorbe il colpo inspirando profondamente per contrastare l'attivazione dell'occhio magico. Prima di sparire regala alla rossa un sorriso alla Joker e un “mezzosangue” a fil di labbra.
 
Shinji Orgoglioso: « scolati la bottiglia e tiragliela in testa! »
Shinji Timido: « esagerato. Non picchiarmi! »
Shinji Pervertito: « secondo round. Non è ancora detta l'ultima parola, piccola ».
 
Dopo essermi nuovamente accomodato, questa volta imitando la postura di Asuka, stappo la bottiglia con cautela muovendo solo i muscoli strettamente indispensabili per estrarre indenne il sughero senza far esplodere il vetro; riempio in religioso silenzio due calici riflettendo sulla formula di brindisi da adottare:
1) A noi? No, le partirebbe la repulsione feroce.
2) Alla nostra felicità? No, mi ammorberebbe con la storia che io porto morte e distruzione.
3) Al futuro? No, mi perculerebbe rinvangando il passato.
Ci vuole qualcosa di più imparziale e, tuttavia, adatto ad  incontrare il suo favore.
« Vuoi proporre un brindisi? » incapace di trovare una frase che non la inciti a scatenare le sue fauci contro di me, cerco di passarle la patata bollente, dimenticando che sono io sotto esame.
« Perché, tu non sei capace di inventarne uno? »  colpisce mantenendo un algido distacco tra sé e il bicchiere.
Appunto! « Che ne dici di: alla vittoria della Wille » non completa, possibilmente « e alla sconfitta della Nerv? »
« Non abbiamo ancora vinto » abbaia il rottweiler dalla cresta rossa. « Cos'è, visto che non puoi distruggerci, hai deciso di portarci sfiga? »
 
EEECCCHECCCAAAZZZO!!!
 
« Prosit! » taglio corto toccando l'orlo del suo calice, seriamente tentato di trangugiare il contenuto del mio e chiudere quest'incubo con un rutto da camionista.
La osservo avvicinare il bicchiere alle labbra sottili e colorate come i suoi capelli, annusare l'aroma del vino e...
Ho un'idea. Forse riesco a farle perdere l'equilibrio.
Dopo aver imbavagliato lo Shinji pervertito, parto all'attacco mentre sta assaggiando il nettare. « Wow! » esclamo simulando stupore. « Non mi ero mai accorto di quanto fossero meravigliosi i tuoi capelli ». In realtà me n'ero già accorto, ma dovevo esagerare con i complimenti.
La strategia è vecchia e semplice ma efficace perché il tempismo si rivela perfetto: la sorsata le va di traverso.
La piccola tsundere con la benda, incontrastato terrore di tutti gli Shinji mai esistiti, nel tentativo di liberare le vie aeree a forza di robusti colpi di tosse, perde la presa del bicchiere che cade sulle sue gambe lasciando che il prezioso succo d'uva si spanda a macchia d'olio sul vestito.
« Accidenti! » impreca stendendo rapidamente i bordi inferiori dell'abito e affannandosi a cercare qualcosa per arginare la diffusione della chiazza che scurisce il verde, altrimenti acceso, del tessuto. « Fa' qualcosa! » mi urla.
“Devo approfittarne” penso porgendole un tovagliolo.
 
Come?
 
Non lo so!

« E adesso che faccio? » si lamenta Asuka spiazzandomi con la sua voce quasi infantile. « Era il migliore che avevo... uno dei pochi abiti da civile » con le guance color amaranto si corregge fissandomi minacciosa. « Non se ne andrà mai la macchia! » deve poi constatare, dispiaciuta e ancor più imbarazzata, dato il momentaneo fallimento dei suoi tentativi di salvare la purezza dell'abito.
 
Shinji Timido: « non guardiamola negli occhi! »
Shinji Orgoglioso: « beccati questa, così impari! »
Shinji Pervertito: « che peccato per il tuo vestito! TOGLITELO! »
 
« Dai, non fare così » provo a confortarla. « Vedrai che si laverà via facilmente ».
« Se lo dice una massaia come te » mugugna forse ricordandosi di aver perso l'occasione di addossarmi la colpa anche di questo (voluto) inconveniente, « allora sono fregata ».
Una percezione mi cattura prima che anche Gendo, a chilometri di distanza, possa portare le mani alle orecchie per proteggerle dal vaffanculo apocalittico che sto per tirarle. Un oggetto è stato scagliato da lontano e fende l'aria così rapidamente che non riesco a identificarlo; so solo che sta per colpirmi.
Lo intercetto al volo strangolando sul nascere l'urlo di dolore, causato dalla potenza dell'impatto, misto al cordoglio per le falangi sbriciolate.
Deve averlo lanciato Orso. « Ma è... è uno smacchiatore » mi dico leggendo a mente l'etichetta del prodotto prima di nasconderlo dietro la schiena affinché Asuka non lo noti.
« Cosa nascondi? ». Se n'è accorta.
Il bisogno di farmi visitare da un ortopedico!  « Oh niente! Si tratta di... » mostrandoglielo « questo ».
« Mi spieghi che ci fai con uno smacchiatore ad un primo appuntamento? » gracchia incredula il pilota. « Ma sei davvero noioso, lo sai? »
 
Shinji Timido: « perché mi insulti? ».
Shinji Orgoglioso: « questo sarebbe un ottimo momento per metterle le mani al collo ».
Shinji Pervertito: « no, mani sulle bombe ».
 
« Ah si?! » replico piccato. « Se la metti in questo modo, posso anche buttarlo. Del resto, perché dovresti accettare qualcosa da un noioso con lo smacchiatore al primo appuntamento? »
« Dai qua! » reagisce Asuka strappandomi il trofeo dalle mani.  « Dici che si leva? » domanda con tono più gentile continuando ad indagare con apprensione la forma e l'ampiezza della macchia.
Non me ne frega niente! « Sicuramente! ... Senti, perché nel frattempo, in attesa che il... problema si risolva, non proviamo a dimenticare questo piccolo incidente? » che dura praticamente da quando mi hai rivolto la parola... quindici anni fa, calcolando per estremo difetto. « Dovresti proprio gustarlo » propongo offrendole il mio calice. « Anche senza brindisi. Ti prometto che non dirò niente ».
« Vuoi farmi ubriacare? » mi interroga Shikinami che ora concentra l'attenzione sul mio bicchiere, indecisa se accettare o meno l'offerta.
 
Shinji Timido: « adesso ci uccide ».
Shinji Orgoglioso: « dille di si! Voglio proprio vedere se avrà il coraggio di combattere contro di noi ».
Shinji Pervertito: « l'hai capito, eh? »
 
« Ma se non ne hai bevuto neanche una goccia. Non dirmi che basta così poco per... »
« No, certo che no! » arpiona con fare da burbera il bicchiere dalla mia mano. « Voglio solo metterti in guardia: non farti venire strane idee! »
« Sono sicuro che saresti tranquillamente in grado di difenderti » sospiro a corto di pazienza. Eppure, devo ammettere che mi incuriosisce la piega che sta prendendo questo... appuntamento. « E poi, si tratta solo di un bicchiere ».
 
Molla il cinque, Bro! Bella risposta.
 
Mossa astuta di Shinji che sembra aver preso le misure al suo avversario. Ma il combattimento è ancora lungo. Asuka regge il calice mantenendo una postura ed un atteggiamento composti e misurati che non avremmo mai attribuito a quel barbaro della steppa. Forse è ancora confusa a causa della macchia sul vestito. Sta di fatto che ora sembra subire il forcing del piccolo cacciatore. Tuttavia, cari telespettatori, non mi faccio illusioni. Shinji Ikari è campione olimpico di cazzate colossali e deve superare l'ostacolo più duro: convincerla a ballare con lui.
 
Quel maledetto di un telecronista ha ragione. Ho la musica, ho le casse, c'è spazio per ballare senza correre il rischio di inciampare e non è ancora riuscita a riposizionarsi. Con le parole io e lei facciamo veramente pena; perciò, se voglio raggiungere il punto critico, sciogliere quel nodo, rimanendo a corta distanza ed impedendole di polarizzarsi per tempo, devo bypassare ogni forma di relazione basata su processi logico-linguistici.
 
Hai ingoiato un vocabolario?
 
« A cosa pensi? » chiede Asuka che, con una voce meno criminogena del solito, riesce a sorprendermi con uno sguardo caldo, ben visibile nonostante i tentativi di nasconderlo dietro la maschera di simil collera sempre pronta all'uso quando si tratta di spaventare i viandanti.
Anche nella tua testa ci sono due personalità, entrambe bipolari? « Aspettavo che assaggiassi il vino, così mi dici se... ho scelto bene ».
« Devo dire che, alle volte, mi piacerebbe sapere cosa ti passa per la testa » confessa incassando la sua nelle spalle mentre avvicina le labbra al mio bicchiere.
Preferisco risparmiarti almeno questo dolore. « Non penso sia il caso di parlarne proprio adesso » respingo con cortesia la sua richiesta di informazioni. « Vediamo come va la serata. Che ne pensi? »
« Forse hai ragione » ribatte infastidita e di nuovo rossa in viso. « Che vuoi fare allora? »
« Io inizierei... » più assertivo, Ragazzo! « No, io propongo di sentire, intanto, un po' di musica... » di che genere? « musica rilass... da ambiente » cancello e riscrivo  schiacciando nel frattempo il tasto play e pregando che non parta un pezzo black metal.
« Cioè musica noiosa » interviene abbozzando un sorriso. « Buono! » si lascia sfuggire un secondo dopo aver bevuto.
Miracolo! Ha appena cercato di scherzare con me e le è anche piaciuto il vino.
« Beh, che ti aspetti da un ragazzo noioso? » sto al gioco mentre dentro di me passo il dorso della mano sulla fronte sospirando per lo scampato pericolo.
« Al primo appuntamento per giunta! » insiste insolitamente spiritosa.
« Ovviamente! ».
 
L'aria si satura della melodia da lento propagata da quei due piccoli, ma decisamente potenti, mini altoparlanti. La rossa sembra gradire le note che colmano lo spazio tra noi. Io, invece, ringrazio che si tratti della compilation su cui mi sono addestrato.
« Ti va di ballare? » le chiedo a bruciapelo sorprendendo anche me.
« Ballare? ... Vuoi dire ballare con te? » rincula a disagio.
« Sì, ballare. E, a parte noi due, non mi sembra di vedere altre persone ».
« Stupido! » è la punizione che merito per aver osato prendere in giro il suo imbarazzo.
« Tu sai ballare, vero? » la incalzo perché ormai non posso tornare indietro.
« No... non dico di non saper ballare. È che non abbiamo molto tempo per queste sciocchezze ».
Chiaramente, non è il suo forte ma è meglio non rinfacciarglielo. Il problema semmai è come me la gioco adesso.
Passo in rassegna tutte le possibili alternative invocando l'aiuto dello spirito da puttaniere di Musashi.
Trovato! Grazie, Biondo. « Se vuoi te lo inse... » frenata in corsa e inversione di marcia. « Ti rinfresco un po' la memoria. Si tratta di pochi passi e di seguire il ritmo. Conduco io... se ti va, naturalmente » metto le mani avanti e non solo in senso metaforico « Tanto, dopo un po', è la musica che guida ».
« Da quando sai ballare? » domanda forse per guadagnare altri minuti prima di sciogliere la riserva.
« Misato » sputo ad alta voce altre tre sillabe prima che lo Shinji timido spiattelli l'imbarazzante verità. « Me l'ha insegnato Misato, tanto tempo fa ».
« E perché vuoi ballare proprio con me? »
Ma che, lo fai apposta? Al diavolo, adesso basta! « Hai paura che qualcuno possa vederci o solo di fare brutta figura con me? »
Mi pento subito di aver sfidato tanto apertamente la sorte.
 
Lo sapevo che Shinji ne avrebbe combinata una delle sue ... Ma, un momento. Che succede? Asuka non chiude l'incontro, non infierisce su quel patetico mollusco che crede di poter un giorno diventare un cacciatore. Traccheggia come se non sapesse cosa fare.
 
« Credi di poter giocare la carta dell'orgoglio con me? » mi chiede arcigna.
 
A dire il vero, ci speravamo.
 
Frusto il mio cervello affinché partorisca un'idea capace di bloccare le manovre di schieramento dell'esercito della tsundere. Ma, per tutta risposta, la Pizia che riposa nelle mie meningi, ancora assonnata, mi lancia il suo terribile oracolo: o la va o la spacca!
« Allora? » rassegnato, obbedisco all'insolitamente chiaro volere degli dei, « ho ragione o no? »
« Ti avverto » ribatte scomposta piegando il busto verso di me e lanciando l'indice accusatore con cui riesce ad imporre le distanze. « Se provi a prenderti delle libertà, io... »
« Ma sì, ma sì »  le dico per rassicurarla, mentre nella mia mente esplodo in un roboante Ma sììììì dal momento che sta per cedere. « Non hai nulla da tem ... Non lo farei mai. E poi, ricordi anche tu che mi hai steso per molto meno. Quindi conosci bene il rapporto di forze » concludo sommerso dai fischi perché quest'ultima precisazione potevo veramente risparmiarmela.
« Già. Ti sei fatto buttare giù come un pupazzo. Davvero patetico! »
 
Shinji Timido: « scusa se te lo dico, ma potevi evitare di dirglielo ».
Shinji Orgoglioso: « se ci umili ancora in questo modo, ti spezzo le gambe ».
Shinji Pervertito: « ti giuro che, se per questa uscita infelice mi mandi in bianco, ti romperò le palle... letteralmente ».
 
Accidenti, la solita fesseria.
 
Ehi sabotatore, almeno hai capito che non ha detto di no?
 
È vero, il volto di Asuka proietta in successione una processione di emozioni che vanno dal rimprovero alla delusione, dal disprezzo all'agitazione. Ha incrociato le braccia al petto e adesso picchietta nervosamente sul gomito con l'indice che poco prima mi aveva quasi trafitto il cuore. Tuttavia, non ha ancora rifiutato la proposta. Lei sta... aspettando.
Idee, ragazzi?
 
Shinji Timido: « aiuto, aiuto! Ansia, frustrazione, rassegnazione ».
Shinji Orgoglioso: « non chiederlo a me! Io sono qui solo perché volevo gettarle addosso tutto il mio risentimento ».
Shinji Pervertito: « che te lo dico a fare? Comunque, lascia parlare me e seguimi a ruota. Muovi semplicemente le labbra, la voce la metto io. Tranquilli! A differenza di voi, non ho alcuna intenzione di morire vergine ».
 
Forse il maniaco può esserci utile. Tentiamo!
 
Va bene! « Facciamo così. All'inizio, e finché non ti sentirai più... a tuo agio, potrai salire sui miei piedi ».
« Mi hai preso per una bambina? » mi accusa alzando il tono al punto da sembrare davvero una bambina.
No, per una... « E perderti l'occasione di schiacciarmi i piedi per tutto il tempo che vorrai? Poi, se non ti va più o se semplicemente ti annoi, ci fermiamo. Che ne dici? » domando dopo aver provvidenzialmente bloccando la saliva in mezzo all'esofago e i battiti del cuore.
Asuka non ne vuole sapere di farmi uscire dai carboni ardenti con cui ha lastricato la strada che mi conduce a lei; mi fissa con un'espressione enigmatica come quella di una sfinge, ma non parla.
Chiamando a raccolta tutto il coraggio residuo, armeggio con il lettore e le casse fingendo di controllarle... come se avessi già sentito un si.
« Sono un po'... arrugginita » grazie, o dei!!! « Come pilota non ho molto tempo per questi svaghi. E del resto capitano così raramente ... Si nota molto la macchia? » chiede stendendo dai lati i bordi della gonna e osservando quell'enorme ombra che rabbuia la tinta unita color primavera. Sembra così piccola, innocente, così... dolce. Se non fosse per la benda che dimezza l'incantesimo dell'azzurro del suo sguardo, sarei tentato di pensare che siamo ancora nella nostra Neo Tokyo 3, che il mondo non è stato ancora devastato, che sono qui al mio primo appuntamento con la ragazza che mi piace, la compagna di scuola che ho corteggiato di nascosto (e a sua insaputa) per mesi prima di trovare l'occasione e il fegato per chiederle di uscire.
Dovrei sentire i cori esultanti della tifoseria assiepata sugli spalti dello stadio che ho costruito a tempo di record nella mia testa, la voce del telecronista che strepita: campioni del mondo. Dovrei sopportare il fastidioso brusio dei tre mostriciattoli che rantolano le loro istanze da piccoli ego incompiuti. Dovrei essere felice e lo sono ma non come mi aspettavo.
 
Non ci si diverte! … Era il migliore che avevo … Non abbiamo molto tempo per queste sciocchezze … Sono un po' arrugginita. Come pilota non ho molto tempo per questi svaghi. E del resto capitano così raramente ... Si nota molto la macchia? 
 
Spezzoni di frasi, apparentemente innocue, nate dal cuore e non dalla ragione di Asuka nel corso di questa incredibile serata, si accostano quasi per naturale attrazione le une alle altre, riverberando come una melodia triste. La stessa melodia, penso, che ha fatto da base musicale ai suoi ultimi quattordici anni, forse alla sua intera esistenza.
“ Dovrò ballare da dio “ mi dico vergognosamente infiammato alla vista di una ragazza dal carattere impossibile, come se solo questo potesse cancellare non le mie colpe, ma il ricordo di due vite prive di spensieratezza.
La sua solitudine riflette la mia. Chissà se è vero anche il contrario? Forse intendeva questo quando, dopo avermi messo al tappeto e prima di andarsene, mi disse che io avrei potuto capirla.
« Si nota appena, Asuka »  rispondo cercando di nascondere la commozione che provo... insieme a qualcos'altro. « Vedrai che quella macchia sparirà ».
La rossa accenna un sorriso di gratitudine prima di sciogliere la tensione ed esibirsi in alcune piroette sul posto. Poi, spalle a me e con la faccia rivolta alla luna proclama: « Che sia chiaro: ti farò morire, Stupishinji! ».
Un EEEVVVAAAIII gridato con troppa enfasi dalla mia libido mi fa sgusciare dalle mani i piccoli altoparlanti, che riesco a salvare da un letale schianto al suolo solo grazie ad un plastico tuffo in ricezione da pallavolista. Drizzo la schiena prima che si accorga che mi sono spalmato a terra, stirando fino all'ultimo muscolo e tendine del corpo.
«  Intendevo, quando ti calpesterò i piedi » cerca frettolosamente di precisare Asuka che, rossa come non mai, si gira per accertarsi che non abbia colto alcun doppio senso. « Ehi, non fraintendere quello che ho detto ... Io... »
« Non ho frainteso » l'anticipo in apnea per evitare che concluda la frase con un ferale pervertito. Sfoggio a bella posta anche un'espressione ilare che serve a celare una paresi totale post traumatica.
« Allora che fai? » mi incita Asuka. « Muoviti! »
« Arrivo. Dammi un secondo » e un paio di analgesici se te ne avanzano.    
 
Procedo in silenzio al fianco di Shikinami, come lei concentrato sul prossimo passo. Eseguo un check up del mio stato fisico ed emotivo: la colonna vertebrale è percorsa da un ondata di freddo polare, mentre la faccia e lo stomaco ribollono come lava vulcanica; il cuore sembra un tamburo suonato da un principiante senza talento perché ogni tanto sbaglia i tempi; la gola è così secca che percepisco il movimento di una foresta di rotolacampi da deserto texano, ma sono pronto a scommettere che, se provassi ad aprire bocca, si aprirebbero i rubinetti ed inizierei a sbavare come un molosso di Bordeaux. In questo momento nessun imperativo morale è in grado di contrastare efficacemente un'irresistibile voglia di fuggire, amplificata dalla quasi matematica certezza che non ne azzeccherò una neanche per sbaglio. Già mi vedo insultato, rifiutato, picchiato, e infine schiattato a causa di un infarto mentre le mani continuano a sudare post mortem.
« Speriamo non mi venga da starnutire » mi dico aggiungendo un'altra ragione di panico al già corposo elenco « o... peggio ».
« Qui? » chiede Asuka fermandosi.
« Ok » rispondo praticamente in trance.
Il posto è perfetto. La luce della luna, unita a quella dei fari ancora posizionati intorno alla grande tovaglia che abbiamo abbandonato, penetra più soffusa schiarendo il colore di due arbusti che pare siano stati piantati l'uno accanto all'altro con il proposito di delimitare il confine della pista e indicarci le posizioni di partenza.
« Non ho abbastanza fiato per parlare » mi dico mentre sistemo su una piccola sporgenza rocciosa l'ultramini impianto stereo. « Perciò massimo due parole, possibilmente monosillabiche. Niente frasi di senso compiuto ».
Prima di raggiungere la dama fingo di contemplare uno dei tronchi contro cui probabilmente mi farà volare, avendo cura di asciugare le mani sul retro della camicia e nel frattempo controllare che l'indumento non risulti troppo umido. Mamma che stress!
Asuka mi attende con l'aria annoiata massaggiando nervosamente i fianchi.
Solo a due passi da lei mi rendo conto che gli ultimi quattro mesi e, soprattutto, le lezioni di Musashi, non mi hanno preparato a questo momento. Cosa facciamo?
 
Shinji Timido: « fuggi e non voltarti indietro! »
Shinji Orgoglioso: « muori con dignità! »
Shinji Pervertito: « se aspetti ancora un po' metterete radici ».
 
E rifletti, accidenti a te!
 
Ok, analizziamo la situazione:
a) se la tirassi a me con maschia determinazione? Non mi conviene, Asuka partirebbe d'istinto con una ginocchiata nelle palle;
b) se le chiedessi il permesso di tenerle una mano e con l'altra abbracciarla? Probabilmente mi risponderebbe di no per mero rifiuto concettuale;
c) se lasciassi a lei l'iniziativa? No, confermerei soltanto il disprezzo che prova nei confronti del suo Shinbamboccio.
Considerato poi che dialogare è ora fisiologicamente impossibile, oltre che tendenzialmente pericoloso, mi rimane una sola possibilità.
« Allora? » domanda stranamente paziente e un po' incuriosita Shikinami mentre squadra il suo cavaliere che si è congelato in una posa da ballo... a vuoto.
“ Innanzitutto, distrai l'avversario " consiglia il Furia Buia che ho interiorizzato.
Fingo una presa alla mano destra, che Asuka ritira di scatto come se fossi un appestato, e afferro come un ladro l'altra posizionandola delicatamente ma con rapidità sulla mia spalla. Allora, la tua mano sinistra va « qui ». Mi accorgo delle implicazioni fisiche, emotive e psicologiche del gesto solo quando le sue dita si stendono e si allargano alla ricerca di una più confortevole sistemazione.
Lascio rapidamente passare un inebriante senso di vertigine per concentrarmi sullo step successivo. Il primo contatto, infatti, è avvenuto ma percepisco chiaramente che non basta ad annullare la forza di repulsione dei nostri nuclei. Prima di avventurarmi in una fondamentale ma azzardata cintura all'altezza delle sue spalle, ritento, perciò, il rendez vous. La tua mano destra deve tenere la mia sinistra « così » dico a collisione avvenuta.
« Su! » la incito a schiacciarmi i piedi e intanto stendo di lato il braccio libero affinché lo veda, non si senta minacciata e, soprattutto, non mi costringa a spiegarle che mi serve per abbracciarla.
Asuka guarda i suoi stivaletti che fronteggiano i miei scarponi; titubante ne manda uno in avanscoperta e preme nervosa sul dorso del mio piede per valutare la solidità dell'appoggio o l'intensità delle mie tendenze masochistiche. Si decide a completare l'operazione quando strozzo solo in parte un gemito di dolore.
« Fa male? » mi chiede con sadica soddisfazione.
« No » mormoro confortato dal fatto che il sacrificio delle estremità dei miei arti inferiori è servita a chiuderla permettendomi così di bloccarle le vie di fuga.
 
Shinji Timido: « è pazza, vuole ucciderci ».
Shinji Orgoglioso: « ti rendi conto che, lasciandoti pestare i piedi, stai umiliando anche i tuoi fratelli? »
Shinji Pervertito: « basta che poi me la dai ».
 
Devo ammettere che non è stata una grande idea proporle di sistemarsi sulle mie scarpe non solo in quanto, dopo pochi minuti, il senso di torpore sta già risalendo lungo le caviglie, ma anche perché l'opzione risulta particolarmente disagevole per ballare.
In costante debito d'ossigeno, nel tentativo di non respirarle in faccia, mi muovo in maniera sgraziata preoccupandomi più di mantenere l'equilibrio che di seguire il ritmo. L'impresa è ostacolata anche dall'ovvia necessità, data la prossimità tra noi, di garantire un'adeguata distanza tra i rispettivi bacini. Il miocardio collassa solo al pensiero che possa accorgersi dell'ormai consolidato stato di... dilatazione termica.
 
Se la chiami erezione non si offende nessuno, bamboccio!
 
Invece di prendermi in giro, renditi utile!

Il botta e risposta con me stesso mi costa un minaccioso lampo verde emesso dall'occhio angelico di Shikinami per avvertirmi che la mia mano stava pericolosamente precipitando lungo la sua schiena.
Non mi sento di criticare la volontà del mio corpo che ha solo cercato di approfittare della mia disattenzione; provo quasi ammirazione per il suo coraggio insensato e così ingenuo, ma sono costretto a scendere a patti promettendogli il soddisfacimento futuro dei bisogni in cambio di una momentanea sopravvivenza.
« Così no » mi gela la rossa scendendo... dal piedistallo.
Brucerò la mano che mi ha tradito. « Pe... perché? » chiedo terrorizzato, eppure deciso a morire piuttosto che lasciarla andar via.
« È scomodo » risponde atona Asuka che, con mio grande sollievo, non si è allontanata, non ha sciolto il contatto. Vuole continuare questo gioco ma in condizioni più dignitose per lei e, oso sperare, anche meno dolorose per me.
« È vero » investo tutti i risparmi di ossigeno per due misere parole.
Riprendo a condurre come mi ha insegnato Musashi, sebbene in questo momento non riesca neanche a sentire la musica.
Io e Asuka siamo più simili a due squali e la danza è la nostra acqua. Siamo troppo vicini e, al contempo, maledettamente lontani da ogni schema di relazione che abbiamo mai potuto sperimentare. Se ci fermiamo adesso, la serata affogherà.
La consapevolezza che il punto di non ritorno è stato abbondantemente superato, e che nella partita che sto giocando la patta non è contemplata, mi costringe a proseguire la navigazione in un mare sconosciuto.
Reagisco ad un principio di liquefazione quando senza volerlo, almeno non consciamente, accorcio la distanza fin quasi a sfiorarle la guancia con la mia, invitato dalla Second che si muove più a suo agio come se avesse eliminato la ruggine.
« Sa ballare anche lei » rantola il cervello prima di svuotarsi di ogni pensiero inutile, praticamente tutti, per lasciarsi riempire dall'odore di pesca e lavanda che emanano la sua pelle e i suoi capelli; già fantastico sulle sensazioni che mi cattureranno quando il seno di Shikinami si accomoderà sul mio petto.
Ho rischiato più del lecito ma Asuka si dimostra clemente e mi invita a ridimensionare le aspettative aumentando la resistenza del braccio che, poggiato sulla mia spalla destra, ha il compito di regolare la luce tra noi.
Commetto, però, l'errore di incrociarne lo sguardo e in un lampo mi vedo rifiutare la benda e chiedere un'ultima sigaretta prima che il plotone d'esecuzione faccia fuoco su un bamboccio i cui occhi hanno rivelato troppo.
In parole povere, mi sono fatto scoprire.
I polmoni e la testa stanno per scoppiare e il calore che mi avvampa non riesce a contenere il fremito che mi scuote come una foglia. Adesso ho capito il consiglio del cacciatore: sono prigioniero di lei, che mi appare stupenda e gigantesca, mentre io mi incurvo sotto il peso della paura, di un immortale senso di inadeguatezza, della vergogna...
 
Shinji Pervertito: « eeeee ».
 
Sì, anche dell'eccitazione. Come faccio a riportarla a terra tra gli umani? Io sono soltanto Shinji.
Asuka è riuscita a leggermi ed ora si posiziona come meglio desidera perché può vedere il suo odiato ma anche rassicurante Shinbamboccio. E lei sa come tenerlo a distanza, conosce le regole della nostra esclusiva relazione e può dimenticare la differenza tra le vere fattezze del proprio io e le sembianze della maschera che indossa quando c'è il pilota per cui aveva una cotta.
A nulla servirebbe dirle che è un inganno visto che, senza volerlo, mi sto già identificando col buio e mi rimpicciolisco ancor di più per darle la possibilità di sedersi sul trono destinato a chi è grande e luminoso.
Con uno scatto Shikinami si protende in avanti alzandosi sulle punte e, liberandosi dalla stretta della mia mano per ghermire anche la spalla sinistra, avvicina le labbra all'orecchio al punto che avverto il riverbero del suo respiro e la morbidezza della pelle liscia.
« Ehi poppante « pronuncia con voce carica di esultanza e rabbia, « allora non è vero che non ti... »
Non riesce a concludere la frase, sbuffa e trema e ansima come se le avessero tranciato il respiro, mentre preme sul  tessuto della camicia alla ricerca di un appiglio.
Anche lei è agitata, anche lei non si sente sicura, anche lei ha paura e finora ha usato soltanto singole parole. Non aveva letto niente, ha solo cercato di uscire da una situazione che come me non era più in grado di gestire. Non ha visto il suo Shinji; lo ha cercato, questo sì, ma non l'ha trovato perché, abbracciandomi, non ha più trovato se stessa.
“ Anche io le piaccio. Anch’io le piaccio. Anch’io le piaccio”. Un sospetto o una speranza si trasformano rapidamente in una certezza. L’ansia svanisce, tutte le paure fuggono in ordine sparso, la stessa percezione di noi due rivela la sua natura di autocondanna. “ Non è la somma di tutte le virtù, è solo  Asuka. Io non sono il compendio di ogni vizio, io sono Shinji ”.
Ha rischiato ed ha perso tutto il vantaggio, centinaia di chilometri conquistati negli anni (non mi importa quanti) ed ora posso riprendermi il mio regno. Invasato da un irrazionale senso di sicurezza, rotti gli argini che contenevano le emozioni e frenavano la mia volontà, tento l'impossibile: metterla alle corde.
Continua a rimanere legata a me in equilibrio precario sulle punte perché non le permetto di scendere; anzi intensifico la stretta stringendola anche con il braccio libero e incollando la mia guancia alla sua. Mi auguro che non mi spari addosso l'unica pallottola d'argento che in questo momento potrebbe uccidermi.
Le imprigiono, accarezzandola, la nuca e maledico ogni secondo che passa perché non sta ricambiando.
Butto fuori, riassunti in un lunghissimo soffio liberatorio, secoli di Shinji quando finalmente si decide a rispondere. Asuka fa sparire le sue dite affusolate tra i miei capelli, stringe e tira. Premendo con la bocca sul collo, soffia a lungo la confusione per una caduta inaspettata.  
“ Ce l'ho fatta! ” gridano le campane a festa che suonano nelle orecchie, così rumorose da stordirmi. Il mio abbraccio si fa più prepotente.
Se la perdessi adesso, potrei cadere; se la perdessi adesso, allora avrei solo sognato. E, se fosse un sogno, ucciderò chi oserà svegliarmi.
Tuttavia, per quanto mi piaccia, non rimarremo così per sempre e a questo punto ho la sensazione che la partita con lei sia passata al livello successivo. Conoscendoci, da questo momento, si giocherà unicamente in all in.
I miei ego, piccoli o grandi, compiuti o meno, sono ammutoliti oppure hanno solo deciso di girarsi dall'altra parte e lasciarmi cogliere l'attimo. Per questo possono correre in mio aiuto il corpo e l'istinto che mi costringono ad interpretare il contatto con le sue labbra come un bacio  (pessimo forse, ma pur sempre un bacio) e a ricambiare così da aggiungere alla percezione del profumo anche quella del sapore della mia assurda Principessa.
« Shinji » si lamenta Asuka convogliando altre energie nelle braccia. Sta lentamente recuperando e questo contatto inizia ad essere motivo di disagio.
“ Non reggeremo a lungo ” penso. “ Tra poco si allontanerà ”.
Anticipandola, dimezzo il blocco per consentirle di fare un passo indietro e recuperare con la distanza un po’ di sicurezza, ma non mi autorizzo a sciogliere del tutto il legame per paura di non saper riprodurre l'alchimia che l'aveva creato.
La osservo con attenzione e, non più offuscato dal timore, mi sembra di guardare una bambina che aspetta una carezza dalla madre e in quella bambina vedo me, a quattro anni, che aspetto invano la mia.
 
Concentrati, siete di nuovo al punto di partenza. Muoviti con calma!
 
« Ok » le dico in luogo di un antico e abusato scusa. Non è il momento di restituirle il personaggio di Shinji e poi non c'è niente di cui ora voglia scusarmi. Le porgo di nuovo la mano mentre l'altra aderisce chimicamente alla sua schiena lungo la fascia del reggiseno, per mio piacere ma anche per mandare vuoto la procedura di estrazione attivata dal pilota. « Continuiamo? »
Asuka si concentra sulla mia offerta e ancora una volta prende tempo, forse perché ancora indecisa o perché si è ricordata che ci prova gusto a farmi stare male.
« Andiamo » la esorto riconquistando altri preziosi centimetri.
Non so quale genio o fantasma imprigionato nel suo cuore ringraziare per averle consigliato di darmi un'altra possibilità. Forse Soryu non è così ostile come temevo, ma certamente, come la mia Shikinami, è orgogliosa. Entrambe mi afferrano la mano con piglio deciso.
Il formidabile recupero di Asuka non basta, però, a ripristinare le consuete dinamiche. Stavolta non cedo. Non sono più quel ragazzino, non lo sono più da una manciata di secondi, perché le piaccio, posso combattere alla pari e al diavolo la musica!
Colmo l'ultima distanza con un balzo di migliaia di miglia per riportare le nostre guance a contatto e osservare la realtà attraverso la lente rossa dei suoi capelli.
C'è ancora troppa elettricità e mi domando chi di noi due sbaglierà per primo perché, da quando la conosco sotto questa forma, non sono più così certo che sarò proprio io.
« Mi piace quando mi chiami Shinji » riesco a infilare una frase intera. Inspiro più forte per bearmi del suo profumo e continuare: « perché hai scelto Stupishinji? »
« Perché sei stupido » sussurra cercando di far sembrare minaccioso un tono che, al contrario, mi suona delizioso.
Mi sento talmente in forma che mi permetto di abbozzare una battura. « Questo lo so, ma... tu come facevi a saperlo? »
« Presentimento » soffia sulla mia pelle.
« Avevi ragione » rido sommessamente e tremo ad un centimetro dal suo orecchio mentre provo a sfiorarla con il naso.
« Sai perché ti chiamo anche bamboccio? » mi pietrifica con la domanda che non le avrei rivolto neanche sotto tortura visto che temo di conoscere la risposta.
D'accordo. Se deve finire qui. « Perché? » domando tuffandomi per baciarle la guancia finché non sarà lei a bloccarmi.
« Perché » Asuka smentisce i miei timori e mi lascia fare, « ti comporti ... ti comporti come un bambino ».
« È vero » sospiro appoggiando la fronte alla sua tempia, consapevole che non le avrei risposto diversamente se mi avesse rivelato che la luna è azzurra. L'intera gamma dello scibile si contrae nell'unico dato che mi interessa e cioè che lei si è lasciata baciare.
« E poi hai la faccia da bambino » continua voltandosi per fissarmi negli occhi.
Le mie labbra non hanno mai smesso di cercarla e così le rubo un bacio sulle labbra. Evidentemente Asuka non era preparata ad accogliermi. Spalanca l'occhio, come incredula che il suo bamboccio potesse dimostrare tanto coraggio.
Siamo oltre il posizionamento cosciente, siamo nella terra di nessuno, presidiata dai nostri doppi di cui percepiamo l’esistenza ma non conosciamo la storia. C'è solo una via che sono disposto a percorrere, quella che non porta indietro.
Prendi la mira! Inquadra il bersaglio! Spara!
Prima di aggregare qualsiasi spirito sotto forma di immagine o ricordo, chiudo gli occhi e mi butto. Le sue labbra sottili fanno di nuovo muro contro la mie che, invece, non vogliono più staccarsi. La mia Shikinami rimane ancora in quella dimensione neutra che presto muterà in accettazione o rifiuto ma non mi importa cosa deciderà. Mi risveglierò volentieri in infermeria sapendo di aver assaporato questo frutto.
« Asuka » pronuncio separandomi quanto basta per osservarla e provare a capire cos'ha intenzione di fare. Non faccio in tempo a ripetere il suo nome perché ci pensa proprio lei stavolta a chiudere il circuito e a insegnarmi come dovrebbe essere un vero bacio.
Proiettato nello spazio mi lascio guidare e rapire. Il desiderio reagisce e mi impone il suo comando: a questo dialogo non voglio partecipare come semplice ascoltatore.
Prima timidamente, poi con più fiducia imposto il mio ritmo esultando per il provvidenziale soccorso del mio passato. Io non ho bisogno di maestri, io ho vissuto per migliaia di anni e so istintivamente come comportarmi. Io so baciare, io so come devo baciarla.
Se ne accorge anche Asuka che, dopo un accenno di sorpresa, accetta di buon grado la mia determinazione a non impersonare l'allievo. Con noi anche Soryu e l'altro Shinji possono incontrarsi di nuovo e sostituire questo momento a quello, vissuto in un altro mondo, in cui il bacio fu a senso unico.
Meno male che hai fatto progressi, Shinji.
 
Non te l'aspettavi, eh?
 
Sono felice che tu mi abbia stupito.
 
Mi avevi chiesto una mano. Anzi, ti do un suggerimento. Prova a sinistra.
 
Farò come dici. Senti, già che ci sei, che ne dici di anticiparmi qualche altra... lezione? Sai, per il dopo bacio intendo, nel caso...
 
E toglierti il piacere della scoperta? Scordatelo!
 
Non pensavo che io fossi così bastardo.
 
Un fremito improvviso della mia rossa mi obbliga di nuovo a canalizzare tutta l'attenzione su di lei. Purtroppo non è di piacere o desiderio la scossa che l'ha appena attraversata. È  Soryu che deve aver cambiato idea e ora si ribella sparando nella coscienza di Shikinami spezzoni di vita che non dovrebbero essere ricordati, non stasera almeno.
Riesco ad afferrarla per i polsi, chiamandole entrambe con lo stesso nome, prima che il nostro comune passato, che l'altro Shinji sta accuratamente cercando di risparmiarmi, irrompa nel nostro piccolo cerchio, spazzandolo via.
« Restcon me! » le dico con tutta la fermezza e la tenerezza che posso esprimere; « resta con me! » insisto disperato prendendole le mani; « restcon me! » mantrizzo in fiamme appoggiandole dietro la mia nuca; « resta con me! » prego guardandola negli occhi (entrambi) nella speranza di distrarla da qualunque immagine le sia arrivata; « restcon me! » le ordino prima di baciarla ancora, più a lungo che posso, anche a costo di farmi scoppiare il cuore.
Asuka si risveglia dall'incubo e risponde furiosa premendo contro la mia bocca. « Shinji » sembra piangere quando salta di nuovo sulle punte per raggiungermi in altezza e aggrappandosi come se fossi una scialuppa di salvataggio.
L'aveva cercata tante volte, a modo suo, ed è sempre rimasta delusa perché io... non sapevo nuotare. Ma ho imparato.
Mentre la stringo a me come il bene più prezioso, turbato dall'ebbrezza che mi provoca sentire il suo seno che incontra la resistenza del mio torace, mi accorgo che stiamo vivendo un'esperienza nuova e antica allo stesso tempo. Già altre volte (poche temo) io e lei abbiamo conquistato questo traguardo, abbiamo conosciuto un attimo e un luogo di intimità e pace quando tutt'intorno a noi e tra noi e dentro di noi infuriava la tempesta, e abbiamo danzato per superare le barriere che ci dividevano e abbiamo esposto reciprocamente le nostre anime con fiducia, due anime buone e luminose costrette a combattersi per ragioni più di copione che di volontà...
 
Shinji timido: « scusate! »
 
Sta' zitto! ... Costrette a sporcarsi ogni volta per i malumori di un qualche creatore di copioni intricati o per gli scherzi di una vita a cui non gliene frega niente...
 
Shinji timido: « scusate! »
 
Sta' zitto!
 
... Di indagare se siamo felici, di sapere se siamo pronti, di...

Shinji timido: « SCUSATE! »
 
CHE VUOI?
 
Un'orda di Shinji si è appena mossa, armata di torce e forconi, per uccidere quello sfigato del timido, salvo disperdersi disordinatamente in preda al panico quando sente suonare l'allarme.
 
Shinji timido: « ICERBERG!!! »
 
Asuka si era lasciata trasportare dal momento ed ora sta chiudendo l'unico spazio che mi ero ripromesso sin dall'inizio di concederle senza esplicito permesso scritto, quello che la separava dalla mia... dilatazione termica.
 
Uffaaa!
 
Non rompere! Ma perché mi perdo sempre in queste riflessioni esistenziali?  
« Macchine indietro tutta! » comando al mio corpo disobbediente. « Spostare immediatamente il bacino! Signor Sulu: aggiornamenti! ... Signor Sulu ... Signor Chekov ... Ma dove siete? Sono fuggiti, maledizione. Spock, aiutami! »
« È scappato anche lui , Comandante ».
« Uhura, almeno tu sei rimasta ».
« Sono una donna » risponde orgogliosa il fantasma dell'ufficiale, « aveva dubbi? »
« Non volevo mancarti di rispetto ».
« Ma lo ha fatto. Non capisco come qualcuno con una bassa autostima come lei riesca ad immaginarsi comandante di una nave ammiraglia della flotta interstellare ».
« È spaventoso quanto mi ricordi Asuka ... Scotty, motori di curvatura alla massima potenza! »
« Mi dispiace, Comandante. Qualcuno ha staccato la spina ».
Shinji pervertito: « indoviiiina chiiiii? »
« Che facciamo, Uhura? »
« E io che ne so? Sono solo una proiezione del suo inconscio. Lo siamo tutti sull'Enterprice ».
 
Che inconscio di merda!
 
« Sono malato » arrivo a diagnosticare un istante prima dell'impact. Ormai devastato da un maremoto di sensazioni, chiudo gli occhi per non assistere alla fine della mia miserabile vita e attendo in apnea che mi arrivi in faccia un hentai accompagnato dall'ennesimo gancio.
La sentenza di condanna, però, non viene eseguita. Solo un picco nella pressione esercitata dalle sue dita, che ora mi artigliano alla base del collo, riassume lo stupore di Shikinami che non arretra, non si sposta, non dice niente.
Apro timidamente un occhio, poi l'altro. Davanti a me c'è solo il rosso dei suoi capelli e il bianco del collo, dentro di me la consapevolezza che vergogna e panico sono solo ostacoli, inutili barriere che separano, insieme ai vestiti, ciò che deve essere unito e bloccano l'ultimo passo che mi separa dalla felicità.
“ Ti voglio! ” formula la mia mente mentre gusto l'impressione di naturale confidenza che mi lascia il suo corpo e che centuplica le forze e mi galvanizza al punto da permettermi i osare un altro passo e un altro bacio.
Sebbene sicuro che anche quest'offerta di me le sarà gradita, non cerco di forzare e ripropongo la sequenza che poco fa ha ottenuto un clamoroso ed insperato successo. Con pazienza torno a baciarle le labbra aspettando che si schiudano e accolgano ancora l’offerta di uno Shinji indefinibile. Mi sento di nuovo morire quando mi accetta; anzi, mi cerca per rendere più profonda e completa quest'esperienza di gioia.
Colmo di gratitudine per questa ragazza che ha ridefinito l'accezione del termine Angelo, sono ancora lontano da ogni forma di coscienza e non posso difendermi dalla carica di Asuka che, bruscamente, interrompe questo nuovo ballo e con ruvidezza mi allontana ma senza mollare la presa. Al contrario, con le mani strette come una tagliola al petto mi graffia la pelle, mostrandomi nello stesso momento il volto di un nemico e di un'amante. Solo il ritmo accelerato del suo respiro, che compensa lo sforzo chiamando in causa anche la bocca, mi toglie il dubbio che io possa aver sbagliato qualcosa.
Subisco il suo bacio che spinge così rabbiosamente a fondo da farmi male, mentre le sue mani salgono a martoriarmi anche il viso.
Il mio istinto riorganizza le truppe e mi comanda di afferrarle. Non voglio, non devo lasciarle la libertà di giocare, non voglio concederle l'opportunità di tapparmi il naso, deve accettare che io bramo lei.
Io sono qui e adesso e niente mi impedirà di perdermi... alle mie condizioni.
Contrattacco con identico impeto, spingendomi su di lei per far valere la mia altezza e costringerla a curvare indietro il capo e il corpo.
Chissà, forse è questo che si intende per inarcarsi.
 
Ma anche no, verginello.
 
Fottiti!

« Asuka » sussurro sulle sue labbra, con devota dolcezza, al contrario del mio corpo che la tiene prigioniera.
Scopro nella lotta una nuova declinazione di danza ed anche in ciò posso gustare un sapore antico, quello dell'estremo opposto nelle oscillazioni del legame ormai secolare tra Shinji ed Asuka.
Contengo a fatica la resistenza della sua testa, l'opposizione delle sue labbra e l'intraprendenza della sua lingua che chiama agli straordinari la mia. Mi rendo conto che c'è qualcosa di vero nell'apparente gioco di due ragazzi che si desiderano; stiamo lottando davvero, proprio in questo momento, come (queste sì) tante altre volte, per stabilire chi di noi due deve vincere.
Ma io so come mandarla a vuoto e allontanandomi dalla battaglia, concedo un attimo di conforto ai muscoli del volto e ai polmoni, prima di bloccarle il viso. Combatto con la mia rossa per ridurre la velocità dell'azione e attenuare la sua rabbia scendendo con estenuante lentezza lungo il mento che copro di baci teneri e prolungati, salvo fiondarmi di scatto a pochi centimetri dalla sua bianca gola come se volessi azzannarla.
Non so perché ma mi fermo, sento che devo attendere mentre respiro e ringhio sulla sua pelle. Capisco cosa ho fatto quando è proprio lei, gemendo spazientita, a spegnere l'esile filo di luce che la separava dalle mie labbra. È... una tecnica che ho già usato... con lei.
 
Mi ringrazierai dopo.
 
Lo farei, invece, adesso se solo Asuka non avesse preso ad imitarmi, imprigionando la mia di testa tra le mani aperte, e a tirarmi i capelli e a baciarmi con trasporto sempre maggiore.
Sto per scendere ancora quando mi allontana di nuovo, questa volta scaraventandomi senza grazia contro il tronco di un albero. Si avventa  su di me per ricambiare la cortesia.
“ Per la miseria! ” mi dico con incontenibile entusiasmo gustando l'abilità con cui mi sta assaggiando Con i denti fa saltare un bottone della camicia. “ Per fortuna è una ragazza competitiva ”.
Senza più freni né incertezze mi abbandono all'escalation del conflitto e, dopo averla staccata a forza da me, riprendo l'iniziativa proprio dal punto in cui mi aveva interrotto.
Asuka si ostina a vendere cara la pelle graffiando e mordendo e stringendomi e spingendomi e muovendo le gambe e il busto per divincolarsi o dettare l'agenda ma le basta un no appena sussurrato, quasi spaventato, per stopparmi proprio nel momento in cui, raggiunto e in parte scoperto il suo seno, ben protetto da un vestito che adesso mi appare come il più acerrimo dei nemici e che sono seriamente intenzionato a fare a brandelli, scorgo il segno di una cicatrice, forse la punta di una lacerazione più vasta.
« No » ripete seriamente stendendo le braccia e imponendomi una distanza da pre intimità. Se avesse voluto veramente tenermi lontano a quest'ora sarei chissà dove. Non vuole che mi avvicini e non vuole che mi allontani; non è preda di un attacco di pudore, ma di una contraddizione infantile, la stessa che tormenta anche me ad un passo da un baratro che più si approssima più mi risulta desiderabile.
Provo una certa soddisfazione nell'immaginare che potrebbe essere sempre così tra noi, una perenne, adolescenziale, prima volta, confortato e rattristato dall'istintiva certezza che sia sempre stato così tra noi.
Non abbiamo mai avuto il tempo di stancarci.
Il suo no, la parola di potere che scatena le mie legioni infernali e spalanca la porta di una stanza degli orrori, ora non ferisce la mia anima ma la allieta come la più armoniosa delle melodie, perché in quel no c'è la fragilità che ogni mia Asuka ha imparato a nascondere, c'è il volto nudo della ragazza e della donna che ha perso ogni maschera e proprio per questo non potrà mai abbandonare i miei sogni.
Aveva ragione, il Paparino: farla scendere dal trono che le avevo costruito non è un atto dissacrante, ma l'unico modo per poter guardare solo lei. Non mi sento più forte, né migliore; anzi sono costretto a ricambiare la sua sincerità e ad accettare di trovarmi davanti a lei indifeso e, per la prima volta, innocente come un bambino.
« D'accordo » ansimo instupidito smarrendomi come ipnotizzato nell'azzurro caldo e luccicante del suo occhio. Giuro che sono sincero; giuro che, se in questo momento mi ordinasse di gettarmi nelle acque fredde del lago, lo farei senza pensarci; voglio rispettare la sua richiesta. Lo giuro per la terza volta pur sapendo che tra un secondo ci tradirò, vinto da una forza irresistibile, perché il premio vale ben più della mia parola.
Riuscirò ad ammirare anche l'impronta di una ferita e l'amerò purché, al contempo, mi sveli il paradiso sognato dai miei sensi ormai fuori controllo. E se scoprissi che in quella cicatrice è la casa dell'Angelo che vive in lei, allora sarà meglio che gli piacciano i maschi, perché stanotte avrò anche lui pur di avere lei.
Ancora uno, due, mille baci schioccati e accarezzati, rapidi e lenti e piccoli morsi sulle sue labbra rosse. Il mio corpo, come previsto, ignora presto il blando avvertimento di Asuka di mantenere una più gestibile prossimità e le braccia l'avvolgono come le spire di un serpente.
Alla fine rinuncia a tenermi lontano e si concede di poggiare, delicatamente, la fronte sotto il mento obbligandomi a masticare e sfilare dalla bocca i suoi capelli e a godere delle sue mani che percorrono leggere la mia schiena.
La stringo ancora ed ancora. Non mi basta più aderire alla mia Shikinami; mi sono abbeverato ad una fonte resa magica da una strega perché, anziché diminuire, la sete aumenta ad ogni sorsata, lasciandomi insoddisfatto e arrabbiato, come al solito conteso da due antagonisti che tirano in direzione opposte gli estremi della corda annodata ai miei fianchi.
Asuka è la sicurezza del centro vivo e coerente dell'universo, qualcosa che dà un senso, è ordine nel caos, concentrazione che contrasta l'orrore della dispersione, è il punto in cui convergono tutti i vettori di forze della galassia entropica che il mondo conosce come Shinji Ikari.
Eppure, Asuka stessa è l'essenza della dispersione, di quel vuoto informe e infinito che farebbe a brandelli la coscienza di me se solo azzardassi un ultimo passo per raggiungere l'orizzonte degli eventi. Anche per questo motivo la stringo, poiché la prospettiva di perdermi in lei e con lei è forte quanto il bisogno di rimanere separato per restare me, che mi sforzo di resistere alla gioia per viverla con più intensità.
« Proprio perché non può essere per sempre » mi dico, emozionato e terrorizzato dalla transitorietà delle cose, « questo Perfezionamento è amabile. È solo il nostro ».
Asuka corica la guancia come se volesse intrufolarsi tra i miei pensieri seguendo il battito del cuore ed io mi infiammo nella dolcezza di un gesto che mi pare di aver atteso per innumerevoli vite.
Ho già conosciuto quest'istante in cui ogni distanza perde di significato poiché tutto si riduce ad un punto e posizionarsi è impossibile in quanto non può esserci schieramento in un'unione infinita. L'ho già sperimentato, da adulto, e non fa niente se ora mi salutano soltanto due episodi tornati alla luce dagli angoli più remoti della memoria.
Non voglio sapere se questo è tutto ciò che può offrirmi il mio passato. Non mi interessa se tutto il resto è andato storto, non tremo neanche di fronte al presagio che il mio vero sogno non potrà realizzarsi. Questo momento, come quegli altri, vale da solo il prezzo del biglietto e intendo godermi il viaggio, ovunque mi conduca, e amare la vita di Shinji e la sua strana relazione con Asuka. Accetto di assaporare insieme il dolce e l'amaro.
Scaccio l'ombra di altri embrioni di memoria perché desidero inebriarmi solo del sapore di pesca della mia contorta primavera ormai concentrata nel profumo che emana la pelle color del latte di questa ragazza dai capelli rossi.
« Asuka, io… io volevo dirti… io desidero dirti  »
 
Un abbraccio sincero e prolungato nonché l’inizio stentato di una dichiarazione forse ancora prematura possono significare tanto, suscitare entusiasmo, tenerezza o, male che vada, un semplice no. Non mi sarei mai aspettato che deflagrassero come una bomba. L’incantesimo si spezza. Asuka grida furiosa e terrorizzata. Si stacca con violenza e inizia ad ansima come se le mancasse il respiro o si fosse svegliata di soprassalto da causa di un incubo. Sembra stordita mentre si guarda intorno, quasi cercasse di riconoscere il luogo. Poi prende a fissare me, a lungo.
Sono tentato di presentarmi, di rivelarle che io sono lo Shinji di questo mondo e non l’Altro; sono tentato di chiamarla Shikinami per tenerla lontana da Soryu; sono tentato di abbracciarla ancora. Ma mi basta un’occhiata per capire che non posso fare niente.
È vero, sono stato stupido a volermi identificare con il buio solo perché consideravo lei più luminosa di me. Ho attribuito un senso alla mia intera esistenza basandomi sulla relazione con l'universo di Asuka dimenticando che luce e ombra sono gli estremi del medesimo spettro, che giorno e notte si alternano.
E così io, che credevo di essere buio, ho scacciato le tenebre per lasciarmi attraversare dalla luce di pochi e illusori, eppure perciò preziosi, attimi.
Lei, che invece credevo fosse sempre un sole, è stata risucchiata dalle tenebre di tutti gli avvenimenti orribili che hanno sempre razziato le nostre poche oasi di felicità. Ed ora ha paura, certamente la stessa paura che provo davanti a lei, ormai orfano dell'innocenza di una brama acerba e al contempo matura, la paura di perdere tutto, la paura della delusione che segue all'illusione.
Chissà se io ho mai veramente capito che questo è l'ordine delle cose? Soltanto ciò che è morto non può cambiare. Ma una cosa mi è sicuramente chiara dalla notte dei tempi: per lei il dolore della vita si incarna nel personaggio di Shinji.
Non oggi « Asuka ». Quel dolore non sparirà con me « Asuka ». L’afferro per le spalle e disperatamente provo a scuoterla. Intuisco che non è ancora preparata all'intrusione di quell'altra vita, ma da guerriera ha appena deciso di reprimere il suo turbamento nell'unico modo che conosce, recuperando il controllo, la sua divisa e persino l'ingombrante casco totale che si era infilata per la nostra rimpatriata.
« Asuka » insisto, « tu puoi scegliere quali ricordi accettare... tu puoi ancora scegliere chi vuoi essere, puoi scegliere di stare qui, con me. Asuka, tu... tu puoi scegliere » di guardare finalmente me.
Lo slancio delle mie parole si infrange contro la barriera che Shikinami e Soryu hanno di comune accordo eretto per proteggersi da me. Non ho modo di abbatterla perché non posso insegnare loro una lezione che neanch'io so mettere in pratica.
Shikinami ha sbirciato dalla serratura sbagliata e osservato ciò che ricordo di averle fatto o forse, temo, ciò che ancora non riesco a vedere: il punto critico, il nodo che ancora non so come sciogliere.
« Shinji » mi chiama con voce dura, « Shinji » ripete puntandomi uno sguardo che mi fa venire i brividi, « tu... »
« Sta' zitta! » le urlo. « Non parlare » ti prego. « Resta con me! »
« Tu » continua costringendomi, con passi rapidi e brevi portati con rinnovata marziale determinazione, a indietreggiare finché il tronco contro cui prima, con ben altri sentimenti, mi aveva gettato, non ferma la corsa. « Tu puoi ancora salvarti se farai quello che ti dico. Tu tornerai ... »
 
Lasciala parlare, dobbiamo sapere.
 
Noooo! « Asuka, non ascoltarla! Non sei costretta a fare quello che ti dice. Guardami, sono qui. Guardami! Non c'è l'altro Shinji ».
 
Mi dispiace, Shinji.
 
« Se decidi di tornare, potrò aiutarti » sorda alle mie preghiere, Asuka avvicina ancora la bocca al mio orecchio. « Da solo finirai inevitabilmente per sbagliare. Io so cosa è giusto. In fondo, non ti andrebbe male. Magari, potresti anche avere... me » mi tramortisce con questa rivelazione da sirena cantata, però, come una marcia funebre.
 “ Non ci sono certezze " si era lamentata parlando con Sakura. “ Tu hai paura del cambiamento " le aveva risposto Suzuhara.
 
Non è la mia salvezza che desidera adesso ma il controllo dell'unica variabile che non è mai riuscita davvero a calcolare. Lo so perché anche lei è la mia vera incognita.
« Se non riesci neanche più a baciarmi » la provoco dopo aver trovato l'animo di guardarla ancora negli occhi, mentre le mie labbra sono così vicine alle sue che mi basterebbe lasciarmi cadere per unirle ancora. Ma non accadrà perché il muro che ci divide è più solido che mai. « Tu non parli così, Asuka. Non puoi odiarmi fino a questo punto. Non devi... avere paura ».
« Io non ho paura di te » ringhia la guerriera con la benda che indugia alla distanza di un respiro.
Dispiacere e delusione cedono il passo alla rabbia. « Io non voglio sopravvivere » sibilo «  e tu non puoi salvarmi, non così. Io voglio vivere, io voglio tutto, voglio… »
« Salvare me? Non hai mai avuto abbastanza coraggio » sussurra, maliziosa come Quattrocchi,  ma i suoi occhi non tradiscono e disperdono il fumo delle mie preghiere.
L'ho già sentita troppe volte. Mi chiedo se tra Soryu e Shikinami il rapporto non sia più osmotico di quello che mi tiene attaccato al mio passato. Forse ha ragione Furia Buia: sono io che sbaglio a cercare di prendere le distanze da me.
« Immagino » le dico « che tu non voglia aiutarmi a riportarti a casa ».
« Non puoi portarmi da nessuna parte » risponde passando suadente l'indice sotto il mio mento. « Io, invece, ho una casa da regalarti. Devi credermi. Non troverai un posto più sicuro ».
Ora io non ho più certezze e non so come interpretare la donna che, parlando attraverso la ragazza, ne polverizza l'immagine e mi propina l'unico farmaco contro cui non avevo preparato un antidoto. Ciò nonostante trovo così invitante il suo veleno che, se non fossi spaventato dalla crudeltà della seduzione con cui dà l'assalto alla mia fortezza, chiuderei di nuovo gli occhi e mi lascerei tentare.
Resisto solo in virtù di una chiara percezione del mio sé attuale: lo Shinji che la seguirebbe è ancora diviso dal suo passato ed è immaturo; finirebbe per farle ancora del male e... non la riporterebbe a casa.
Speravo che unirci ci avrebbe salvati e forse è così, ma di nuovo ho ceduto alla lusinga della via più semplice. Temo che dovrò separarmi da lei prima di ritrovarla. Magari l’unico modo per risolverci è fare… assolutamente niente.  
« Io non devo tornare » come se mi stessi amputando un braccio trovo la forza di strapparmi le parole. « Non sono più un pilota e nella mia casa non c'è spazio per la Nerv e neanche per la Wille. Se insisti, non ci sarà spazio neanche per te ».
« Sei un idiota! » ruggisce la rossa che, tornata alla distanza di posizionamento, ha potuto scacciare l'incantatrice che l'aveva usata ed ora carica l'ennesimo destro per punire il suo Shinji.
Stasera, però, non intendo aspettare rassegnato il castigo per una colpa che non ho commesso..
Dopo avere intercettato il suo pugno, ne sfrutto l'energia per proiettarla con violenza contro il nostro albero. Asuka tossisce per la botta e non fa in tempo ad evitare che io la blocchi. « Credevi davvero che ti avrei permesso di colpirmi ancora? » urlo fuori di me afferrandole la gola con una mano, deciso ad uccidere ogni sua parola sul nascere. « Non sono più il ragazzo che hai salvato, accettalo! »
Soprattutto l'ultimo gesto mi procura un'ondata travolgente di angoscia e odio perché ne conosco il significato. È uno dei nodi che ancora mi soffocano, uno di quelli che non siamo ancora riusciti a sciogliere.
Anche Shikinami possiede gli strumenti per intenderlo come me ed ho poco tempo prima che superi lo shock e sciolga il guinzaglio alla sua natura semi divina. « So quali informazioni ti sta inviando il cervello; perciò per prima cosa toglierò subito la mano.  Perché » chiedo dopo aver mantenuto la promessa e completato un passo all'indietro, « perché mi fai questo? Il mio vero sogno era stare bene con te. Con te, non con la mia colpa » sento il bisogno di specificare memore di una conversazione finita male proprio con lei e di… un qualcosa che immagino solo l’Altro Shinji sia in grado di identificare. « Dillo alla stupida che ti manda in onda tutte quelle immagini e quelle sensazioni disgustose! Volevo solo un po' di tempo… un po’ di tempo per stancarmi finalmente di te, come succede ad ogni stramaledetta persona normale ».
« Tu sei pazzo » sputa e ride e ringhia mentre cerca di recuperare una distanza più confortevole. « Stavo cercando di aiutarti, stupido! Ti ho offerto un'occasione d'oro e tu la rifiuti? Non solo non hai abbastanza coraggio per salvarmi, sei troppo ottuso per salvare te stesso ».
 
Ci siamo avvicinati ballando e, proprio ballando, ora ci stiamo lasciando eseguendo una macabra danza di guerra. Conosco troppo bene questo rituale.
Ci spostiamo lentamente, uno di fronte all'altra, descrivendo la circonferenza del cerchio in cui sta per svolgersi il giudizio di dio[3].
Il suo occhio sinistro è già attivo, l'angelo è stato risvegliato e ora accende per reazione i miei occhi che chiudo appena in tempo affinché non svelino la mia vera natura. Non ho bisogno di guardarla per sapere cosa sta facendo; alla mia mente non servono i normali organi di senso per formare una rappresentazione fedele della realtà che mi circonda.
Ho bisogno, invece, di prendere una decisione e alla svelta: combattere o fuggire?
In questo stato non solo le mie capacità ma la mia intera personalità subisce una pericolosa trasformazione; senza contare che, anche in modalità umana, ora sarei maledettamente incazzato con Shikinami.
La donna, anzi le donne che ho davanti sono lontane anni luce dall'Asuka che mi aveva dato il benvenuto dimostrando di ricambiare i miei sentimenti.
Ce l'avevo quasi fatta e, invece ... credevo di essere io o io il suo punto critico o, quantomeno la stanza in cui il dannato nodo gordiano della nostra storia riposa. Che presuntuoso sono stato!
Il vero nodo è nella relazione tra Shinji e Asuka in qualunque tempo e luogo; anzi è proprio la relazione tra questi due ragazzi di cui io e Shikinami incarniamo solo il più recente punto di vista.
“ Vattene! " mi ordino. “ vattene prima che sia troppo tardi, prima che anche l'altra vita spalanchi la porta della stanza proibita mostrandomi ciò che Shikinami ha solo intravisto ”. Mi basta udire l'eco delle voci e dei lamenti delle anime perdute che filtrano attraverso la serratura per comprendere che la mia stessa salute mentale e, con essa, l'incolumità di Asuka, sono a rischio, che l'ombra sognata da Furia Buia è reale e aspetta l'occasione di impossessarsi di me e strappare ogni speranza di futuro a Shinji e alla sua stupenda ragazza dai capelli rossi.
« Dimmi chi è Soryu! » grido nella speranza che capisca e cambi idea.
« Piantala! Non so di che parli “ strilla come un'ossessa, come faceva spesso la ragazza di quell'altro 2015. « Dovresti farti vedere da uno bravo. Ma chi ti credi di essere? Ti... ti uccideranno se non torni oppure diventerai come loro, non sarai più Shinji ... Ehi, dove vai?  Non scappare, Riporta qui la tua faccia da bambino ... Shinji ».
 
« Non sto fuggendo... almeno credo » mormoro in modalità “off” mentre supero a passo sostenuto la tovaglia su cui si è raffreddato il lavoro di un'intera giornata. « Mi allontano solo un paio di minuti, il tempo di respirare un po'. Mi manca l'aria e tu non puoi aiutarmi adesso. Devo solo ... Si, tornare alla casa che ho scelto tra quelle poche che il destino mi ha messo a disposizione. Non ti sto abbandonando, Asuka, devo solo recuperare dalla fatica. In fondo, sono riuscito a comprendere la distanza giusta, a sbaragliare il tuo esercito impedendoti di posizionarti contro un bersaglio fisso. Per quanto riguarda il punto critico, bisogna lavorare ancora molto e dobbiamo farlo insieme, perché da solo non ce la faccio. Non posso aprire quella porta, non posso guardare cosa c'è in quella stanza. Non posso farlo da solo ».
 
Mi fermo solo quando raggiungo la strada, a pochi metri dall'entrata dell'infermeria. Furia Buia è sul tetto e credo mi stia aspettando. Non avverto invece la presenza di Orso o del Biondo.
Il viale sembra scintillare, illuminato dal riflesso pallido della luna e dalla luce gialla proveniente dal locale. 
Anche se volessi sapere cosa sta facendo, Asuka è ormai fuori portata e, comunque, non userei i miei poteri perché, se mi stesse correndo incontro per dirmi che desidera provare a scegliere un futuro diverso per noi, allora le mie orecchie sarebbero strumenti più che sufficienti.
Ho ripetuto quell'assurdo mantra, che a me toccherebbe riportarla a casa, tante di quelle volte che non ho mai considerato quanto fosse vero anche il contrario. Sento che, nel mio passato, senza di lei la mia casa è vuota. Ma se questa realtà fosse veramente un sogno o un incubo, a che serve chiamare in causa il futuro?
« Forse dovrei tornare da lei » inizio a parlare da solo. « Forse ha ragione: devo dimostrare più coraggio. Però, anche Asuka ogni tanto potrebbe smetterla di andarsene. Non dico tendermi una mano ma almeno voltarsi. No, non intendo muovermi. Lei non ha mai cercato di raggiungermi. È brava solo a rimproverarmi perché non la capisco ma quando provo a parlarle mi arrivano solo calci in culo.
« Hai mai provato a chiederti cosa penso o come mi sento? » grido in direzione del wunder. « Hai mai provato a capirmi? Tu non mi cerchi mai, tu non ti avvicini mai, tu non mi guardi neppure. Questa volta tocca a te fare il primo passo. Altrimenti, non farti più vedere. MI HAI SENTITO, STUPIDA? ».
Fanculo Shinji. Se non combinassimo sempre guai, adesso non starei qui a urlare come un pazzo e a prendermela così perché... mi ha mandato in bianco.
Ancora niente. « Dannazione » impreco costretto ad ascoltare la mia voce posseduta da emozioni che non riesco a ricacciare dentro. « Quella stronza non torna. Al diavolo, non le permetterò di scappare ancora. Deve dirmelo, deve dirmi ciò che sa, deve dirmi cosa ricorda. La costringerò a parlare e a collaborare con me, anche a costo di usare la forza e di piantarle addosso i miei veri occhi. Domani sarà già troppo tardi ».
Ho superato di volata il confine immaginario che divide il villaggio dal territorio della Wille. Coperto dalla notte, dai miei sensi attivi e dagli alberi sempre più radi, costeggio la strada asfaltata in pieno campo nemico.
 
Mai che possa contare su uno stupido come Shinji!!!
 
“ Parli bene tu ” rispondo nella mia mente alle parole di Soryu. “ Intanto, sono io che ti sto correndo dietro. Tu per me non lo faresti, tu sai solo sbattermi la porta in faccia ”.
Anche Asuka aveva seguito questo sentiero anonimo. È a pochi metri da me e dall'ultimo arbusto, ancora troppo giovane per nascondermi del tutto alla vista. A neanche trenta metri, si vede l'entrata principale dell'ammiraglia e con lei c'è Mari, impaludata nella sua divisa da pilota che gioca con la montatura degli occhiali. Shikinami si sbraccia agitata come se avesse qualcosa da rinfacciare alla collega.
Un profondo respiro e sono con loro.
  
 
« Stava andando tutto così bene » commenta Makinami. « Perché lo hai fatto? »
« Mi avete spiata? »
« Solo io, Principessa. Lo sai che sono curiosa. Allora, dimmi: perché insisti a volerlo ancora con noi? »
« Sai bene che mi sento più sicura a saperlo qui, dove posso controllarlo meglio ».
« Se non può essere tuo e soltanto tuo... » Quattrocchi congela anche me citando le parole dell'Altra Asuka.
« Cosa? » domanda sorpresa Shikinami che deve aver fatto la mia stessa constatazione.
« Niente » sbuffa il pilota dalla divisa rosa. « Almeno hai deciso cosa vuoi farne del cagnolino? »
La Second stringe i pugni e gira di scatto la testa. Con gli occhi chiusi risponde: « uno come Shinji non è adatto alla vita dei cacciatori. Finirà per farsi ammazzare. Ho solo considerato che, se tornasse... a casa, eviteremmo che crei altri problemi e lui potrebbe vivere più a lungo. Ma quello scemo non ha capito niente, come al solito ».
« Hai paura per luuuuui » provoca maliziosa la gatta. « Questo sì che è molto premuroso da parte tua. Così potrai portarlo a passeggio tre volte al giorno e dargli da mangiare direttamente dalle tue mani. Però, devi preoccuparti delle vaccinazioni e della paletta per i suoi bisogni ».
« Non è un cane » si infuria. « Possiamo aiutarlo a capire, possiamo cambiarlo. Noi, non quei barbari che combattono senza eleganza, non lui ».
« Cos'è veramente importante per te, lui o noi? » domanda Mari di nuovo seria.
« Il mondo. Noi, certamente ».
« Che fine credi che farà Shinji? Te lo sei mai chiesto? »
« Che significa? » Asuka assottiglia lo sguardo.
« Sei così ingenua, Principessa. Sembri proprio una ragazzina alle prese con la sua prima cotta. Che tenerezza! »
« Lasciami perdere, Quattrocchi! Non ho voglia di farmi prendere in giro. Rispondi alla mia domanda! »
« Vedi, Shinji è un problema qualunque cosa faccia » spiega Makinami. « È un  problema, sia che resti il solito bamboccio, come lo chiami tu, sia che diventi un pazzo furioso come il padre. Sarebbe un problema anche se, per puro caso, diventasse il migliore degli uomini. Insomma, che cambi o resti uguale, per noi è indifferente ».
« Per me no, invece. Ti ricordo che il nostro obiettivo è solo limitare i danni fino a quando Shinji non capirà che è giusto combattere al nostro fianco e allora, con le... dovute cautele... potrà di nuovo salire a bordo dello 01 e darmi… darci una mano a sconfiggere il padre. Non è così, forse? Tu credi che, stando con i cacciatori, ammesso che sopravviva, tornerebbe? »
« Da noi o da te? TU vuoi farlo rientrare alla base, mentre a noi serve proprio là fuori, perché noi sappiamo già che Shinji salirà a bordo dello 01. È quello che vogliamo e dovrà farlo solo una volta. Ma lui accetterà più facilmente di pilotare il suo mecha solo se si affezionerà a qualcuno, come i suoi fratelli. Pensi che agirebbe allo stesso modo se fosse costretto a vivere in prigione? Perché è così che vivrà, sperando che qualcuno o qualcuna non lo uccida prima che possa tornarci utile. È, soprattutto, per questa ragione che lo abbiamo lasciato andare ».
« Sai anche tu cosa ha detto Furia Buia l'ultima volta ».
« Niente che non avessimo già previsto. Cresci, Asuka! » continua la gatta che ha appena gettato la maschera della svampita sorella minore e tratta la collega come i miei fratelli hanno sinora fatto con me. « Scegli bene, e una volta per tutte, su chi vuoi scommettere ».
« Perché, cos'è cambiato? » chiede confusa Asuka. « Io... io non ti capisco ».
« Non te ne abbiamo mai parlato perché non sapevamo come avresti reagito, ma poiché insisti ... E dire che sei abbastanza intelligente da arrivarci da sola, se solo volessi » la riprende il felino. « Tu hai intuito che Shinji ha gli stessi poteri del suo Paparino e del povero Gendo kun. Noi, invece, siamo sicuri che sia proprio così. Ci mancano i dettagli, certo, ma non ne abbiamo mai dubitato, sin dal giorno in cui riportasti lo 01 sulla Terra. Anzi, siamo certi che possa diventare ancora più pericoloso. Per questo, quando avrà esaurito la sua funzione, dovremo liberarcene. Non possiamo permettere che sopravviva ».
« Non ha senso. Misato... Misato  » farfuglia Shikinami con l'occhio spalancato. « Non accetterebbe mai... »
« Non ho detto che questa soluzione debba piacere, ma ti informo che anche il colonnello è d'accordo. Lei non rischierà mai la vita di tutti per una sola persona, anche se vuole bene al ragazzo.  Credevo che anche tu la pensassi allo stesso modo. È chiaro che non le lasceremo mai il potere di premere il pulsante per evitare che ceda ai suoi sentimenti per Shinji come è successo l'ultima volta, ma... lei non ha altra scelta che adeguarsi. Tu, invece, hai ancora una possibilità di decidere e cambiare il corso dell'intera storia. Forse è il caso che, finalmente, tu lo faccia, invece di giocare con le parole ».
« Non è vero. Vi state sbagliando. Se farete come dico io, non sarà necessario ucciderlo. Posso occuparmene io, posso aiutarlo io... posso salvarlo... »
« Ma se non riesci a perdonarlo » ride. « Ti ho ascoltata mentre parlavi con Sakura e da troppo tempo vedo quanto la sola presenza di quel piccolo cacciatore sia destabilizzante per te. Anche solo il parlarne ... Proprio tu vorresti salvarlo, farlo cambiare? »
« Vai al diavolo » reagisce Asuka. « Ci deve essere un altro modo ».
« Non c'è, o lo accetti o non lo accetti. È semplice. Se vuoi che giustizia trionfi, che il ragazzo paghi per quello che ha fatto a te, allora... » stira a lungo la pausa, « mi dispiace, dovrai rinunciare al sogno che possa salvarti ».
« Ti avverto, Quattrocchi » sibila minacciosa la tsundere. « Non ci metto niente ad stenderti ».
« Diventi ancora più bella quando ti arrabbi » esclama entusiasta Mari saltellando e battendo le mani come una bambina, ma è solo una finta per far innervosire ancora di più la sua Principessa. Chiuso il siparietto, infatti, ne apre un altro ma, per far capire che in mezzo al fumo c'è anche arrosto, aggiustandosi gli occhiali come farebbe Gendo, prosegue: « è un vero peccato perché, segretamente » finge di guardarsi attorno e porta una mano vicino alla bocca, « io faccio il tifo per te e per Shinji. Sono convinta che lui sia l'unico in grado di salvarti o... cosa dicevi a proposito di quel sogno, quello che fai spesso? Ah si, che possa abbattere le indistruttibili mura di Gerico. Non voglio offenderti ma da sola non sei in grado di cavartela, nessuno lo è. Solo Shinji può aiutarti, dal momento che a quanto pare anche lui fa strani sogni ».
« Stronzate! » sbotta Asuka. « Sono solo stressata e Shinji è una delle cause ... Salvarmi lui? Tzk! Ma se non sa fare niente da solo ».
« Appunto! Esattamente come te. Solo che lui ha il coraggio di ammetterlo e forse proprio per questo potrebbe davvero riuscire a ... »
« Sta' zitta! Smettila! Lui non può salvare me. Io non ho bisogno di essere salvata, io so badare a me stessa. E anche se un giorno avessi bisogno di aiuto, lui non lo farebbe ... Non può essere lui a ... Non posso aver bisogno di lui. No, non se ne parla! E se osasse farlo, se osasse trovare una briciola di coraggio, sarebbe migliore di me e io... io sarei in debito con uno come Shinji. Io conosco quel moccioso, io so chi è, so cosa devo fare ... Se trovasse il coraggio » dal tono della voce più che dall'espressione del viso capisco che sta per farmi involontariamente scoprire un altro indizio, « cosa farò allora? Io ... Io non saprei più chi sono! »
« Ahia! Tu non hai paura che fallisca » Makinami tira le sue somme, « temi che potrebbe riuscirci. Questo è un problema. Se non fosse che non ci sarà un lieto fine, ti direi che, invece di aspettare che abbatta quelle mura, che difendi come se fossi assediata da un'orda di barbari, potresti anche aprirgli la porta e invitarlo ad entrare. Magari grazie a lui riusciresti a capire perché lo odi così tanto o non lo odi abbastanza e, soprattutto, perché continui a fare quei sogni. È anche a causa di ciò che vedi che non riesci ad accettarlo, vero? »
Questa volta Asuka non attiva il suo collaudato fuoco di sbarramento; sembra anzi estraniarsi, come se aspettasse o temesse la rivelazione di un altro pezzo di verità dalla stessa porzione di anima che, poco avvezza alla reticenza, l'aveva già colta impreparata in più occasioni. « Eppure, sono certa che deve esserci un'alternativa, che la vostra scelta sia troppo... definitiva. Ci serve solo un po' di tempo per capire, ci serve solo la distanza giusta ».
« Ti capita ancora di sentirti fuori posto in questo mondo, Asuka? »
Shikinami non risponde, si volta prima verso il luogo del nostro assurdo appuntamento poi verso Makinami. Infine, lancia un'occhiata alla sua ultima casa possibile e in silenzio, lentamente, si avvia verso le fauci spalancate del wunder.
La guardo sparire, inghiottita dalla balena, in attesa che anche Mari la segua.Sarebbe un guaio se avvertisse la mia presenza.
« Erano queste le informazioni che ti servivano? » mi coglie di sorpresa girandosi di scatto. « Spero che quanto hai sentito possa tornarvi utile. Fa' che non debba pentirmene, Shinji Kun ».
« Ma che significa? » domando uscendo allo scoperto. Vorrei chiederle tante spiegazioni ma quella donna mi fa paura perché sembra averne anche troppe da fornire e non sono sicuro di essere veramente pronto ad ascoltarle tutte.
« Un giorno potrei darti la possibilità di farmi una sola domanda. Ti conviene pensarci bene » dice muovendosi per raggiungere Asuka. « Ah, quasi dimenticavo. I tuoi fratelli sono piuttosto pallidi. Dovrebbero passare un po' di tempo vicino al mare a prendere il sole. La Principessa li ha sognati su una spiaggia non molto lontano dal luogo in cui tu e il tuo Paparino vi siete allenati per non farvi scoprire da noi. A quanto pare non si sta male ».
« Tu da che parte stai? » le chiedo ad alta voce senza più preoccuparmi che la sicurezza si accorga di me. Vorrei sapere chi è realmente ma ho diritto ad una sola domanda e d'impeto ho scelto la più inutile.
« Non è ancora arrivato quel giorno » Makinami mi fa segno di tacere. « Questa, però, te l'abbuono. Io non sto da nessuna parte » sorride prima di mandarmi un bacio soffiando sul palmo aperto della mano.
 
 
*****
 
 
Raggiungo il tetto dell'infermeria risalendo dalla grondaia sulla parete opposta all'entrata. Non avevo le chiavi e non mi andava di svegliare Ayanami né di farle prendere un colpo cercando di forzare la serratura.
Furia Buia è da solo, stravaccato a terra, con la schiena coricata al piccolo muretto, che delimita il lastrico solare, e mastica nervosamente un fiammifero.
« Mi stavi aspettando? » formulo una domanda retorica.
« Sì » risponde il cacciatore.
« Di' la verità » dico dopo essermi accomodato al suo fianco: « ti sei goduto lo spettacolo, vero? Avevi promesso... »
« No, non l'ho fatto ... Cioè sì, l'ho fatto ma solo fino a quando non vi siete baciati » si giustifica imbarazzato buttando il cerino. « Poi, sperando che andasse ancora meglio, mi sono concentrato su altro ».
« Che vergogna! »
« Pensa se avessimo sparato per festeggiare l'evento ».
« L'avreste fatto? » chiedo preoccupato e nello stesso tempo un po' divertito pensando a quei tre disposti a fare tanto casino per un bacio.
« Io, a dire il vero » confessa strofinando una mano tra i capelli. « Per fortuna mi hanno bloccato Orso e il Biondo ... Che vuoi? Mi sono emozionato ».
« Il punto critico di Asuka è la sua relazione con Shinji »riassumo la mia scoperta. « Ma credo tu già lo sapessi ».
« Lo temevo più che altro » sospira rammaricato Furia Buia.
« Ed hai opportunamente evitato di condividere con me il tuo timore ».
« Non ne ero certo. E poi speravo di sbagliare ».
« Se non riesco a ricordare il… mio passato, non mi basterà un'intera esistenza per... » fatico a proseguire « di riportare equilibrio nelle nostre vite ».
« Se non altro hai smesso di oggettivizzarlo come se fosse qualcosa di estraneo a te. È un ottimo passo ». Furia Buia non è in vena di complimenti, cerca soltanto di per tirarmi su il morale. « Vedrai che ti tornerà utile in futuro » conclude con il tono e la faccia di chi sta formulando un augurio e non affermando una certezza.
« Futuro? La mia “adolescenza ... Sì, insomma, la pace di questi giorni è finita, vero? » pongo la domanda che compendia tutte le mie precedenti richieste di chiarimenti sulla nostra reale situazione.
« Purtroppo sì. Da domani cambia tutto » Furia Buia conferma i miei timori. Sono contento che mi abbia detto la verità, anche se una parte sperava in una risposta diversa.
« Mi dispiace, Paparino. Vi ho delusi, non ho portato a termine la missione ».
« No, Shinji » mi rincuora assestandomi una pacca sul braccio. « Non siamo delusi, anzi... »
« Ma se non avessi più occasioni » se dovessi morire? « Io non sono riuscito a scoprire niente di utile su noi, sui cacciatori, sul perché siamo qui. Io... io credo di aver avuto la possibilità di aprire una porta, di far emergere dei ricordi importanti e... ho avuto paura ». Perdonami!
« Forse non eri ancora pronto. Essere prudenti è sintomo di saggezza non di debolezza » mi sostiene il Paparino.
« Non cercare di confortarmi! » ribatto senza convinzione forse per abbandonare prima il ruolo dell’adolescente o perché preferirei una lavata di capo ed un consiglio.
« Non era mia intenzione » replica tranquillo il cacciatore appoggiando la testa al muretto. Guarda il cielo insolitamente stellato nonostante la luna piena. « Era da un po' che volevo dirtelo ma poi mi è balenata l'idea dell'appuntamento e ... Immagino » tornando a guardarmi « ti sia venuto il sospetto che la missione Asuka non è mai esistita. Un giorno riusciremo a capire chi siamo e, se così non fosse, non saremmo diversi da centinaia di milioni di esseri umani. Un giorno ci sarà chiaro, vedrai, per quale motivo abbiamo questi poteri e qual è il nostro vero scopo; oppure » alza le spalle « lo decideremo di volta in volta, che la memoria ci aiuti o meno. In fondo, inizia a piacermi la persona che sto diventando, soprattutto negli ultimi mesi. E sono sempre più convinto che costituisca un vantaggio poter scegliere chi voglio essere ».
« Allora, tutta quella storia del devi farlo per noitutti abbiamo bisogno di rispondere alla domanda chi siamo?, ecc ecc, erano tutte balle? »
« In parte » sorride il ciclope con la faccia di chi vuole dire: « mi hai scoperto ».
« Allora perché? »
« Perché quella ragazza ti piace. Non era un motivo sufficiente perché ti buttassi nella mischia? Non dire che te l'abbiamo tenuto nascosto, perché te l'ho spiegato una marea di volte. Solo... »
« ... L'hai nascosto alla luce del sole. Mi avete usato » scoppio nervosamente a ridere. Avevo concentrato l'attenzione sul focus sbagliato.  Per mia fortuna, aggiungo, perché, senza la prospettiva di poter essere utile a loro, forse non avrei neanche cercato il coraggio necessario per rischiare ciò che piaceva a me.
« Sì, era l'unico modo per spingerti a provare ad essere felice. Avrei voluto concederti più tempo » il cacciatore non nasconde la tristezza. « Se tornassi indietro farei l'impossibile per tenerti lontano da... tutto questo ».
« Beh, non posso fuggire per sempre » dichiaro per frenare la deriva depressiva del Paparino. Mi accontento di sapere che le stesse persone che mi hanno messo in questa situazione dimostrino di tenere così tanto a me e senza secondi fini. « Prima o poi dovrò crescere ».
« Sì, ma non in questo modo » sembra disperarsi. « Vorrei tanto... »
« ... Che non crescessi come voi? » come te. « Mi sa che non ho mai avuto scelta ».
I cacciatori non dimostrano apertamente i loro sentimenti e, se voglio diventare come loro, è bene che mi adegui a questo strano modo di relazionarsi. Spero solo che il Paparino colga il vero senso delle mie parole, ovvero che non gliene faccio una colpa.
« Già, scusami ».
« Voi avete mai avuto la vostra missione Asuka? »
« E chi se lo ricorda? » Furia Buia si guarda intorno. « Però, abbiamo pensato che, siccome almeno tu avevi questa possibilità, non sarebbe stato giusto privarti di un'esperienza... bella » pronuncia l'aggettivo annuendo con  il capo.
 
In tanti e per tanto tempo mi hanno nascosto la verità perché volevano utilizzarmi per realizzare i propri incubi o dare sfogo alla propria follia. C'è stato anche chi, come Misato, che pure ha cercato di essere una madre, mi ha eletto suo campione per consumare una vendetta. I tre cacciatori, persone che in un mondo normale marcirebbero in galera o in un ospedale psichiatrico, mi hanno ingannato, invece, per costringermi a conoscere l'amore con gli occhi di un normale adolescente in un inferno da adulti, prima che fosse troppo tardi.
« Tutto sommato, non mi posso lamentare » risveglio Furia Buia cambiando discorso e cercando di imitarne la voce. « A parte alcune parentesi violente, direi che è stata una grande battaglia ».
« Decisamente » il Paparino mi segue volentieri sul nuovo terreno. « Insomma, hai baciato il terrore di tutti i Mark, Angeli, Eva e macro organismi semi sintetici in circolazione negli ultimi due lustri. Se i vostri nodi non fossero così intricati e, considerato come si stava... evolvendo la situazione, probabilmente ora festeggeremmo il tuo ingresso in società ».
« Poco fa, però, hai detto che non mi stavi spiando » sorpreso, gli rinfaccio un'altra menzogna.
« È così, infatti » si affretta a chiarire, « ma il Biondo aveva il binocolo ».
« Che pervertito! »
« Non dirlo a me! Perché credi che mi sia preso la briga di organizzare da solo quest'appuntamento? È stata una fatica tenerlo a bada quando doveva insegnarti a ballare; non mi sembrava il caso di scaraventarlo in aria con un muro di at field ».
« Forse hai ragione, oppure sei stato troppo prudente. Se gli avessi lasciato curare i dettagli » dico puntandogli l'indice contro. « Musashi avrebbe potuto darmi qualche dritta utile per... »
« Non lo sapremo mai » tronca il ciclope. « Piuttosto, vedi  il lato positivo ».
« E quale sarebbe? »
« La contraccezione non è molto praticata da queste parti. Avreste rischiato di concepire il quinto cavaliere dell'apocalisse ».
« Non capisco cosa ci sia di male » gli do corda solo perché mi è venuta in mente una battuta stupida, alla Furia Buia. « Sarebbe stato certamente bello, forte, intelligente e coraggioso... come lei ».
« E da te cosa avrebbe preso? »
« Il fascino travolgente dell'angelo della morte ».
 
Siamo andati avanti così per un po', spesso punzecchiandoci con freddure da caserma a cui sono ancora poco avvezzo. Adesso, in silenzio riusciamo a goderci persino la notte. Quando mi hanno raccolto da terra non ero neanche sicuro di voler vivere e ora assaporo ogni respiro come un soldato accasermato nelle retrovie, alla vigilia della partenza per la prima linea, che ammira da lontano i lampi fragorosi dell'artiglieria fingendo si tratti di fuochi d'artificio.
I miei fratelli ci sono abituati, eppure ancora lottano per non essere assorbiti da una vita perennemente sul filo del rasoio, per non recidere gli ultimi fili che li tengono legati ad un’idea di civiltà. Mi piace pensare che io sia proprio uno di quei fili. Si preoccupano per l'ultimo arrivato e per la loro giovinezza sporcata, ormai lontana, a cui speravano di rendere un po' di giustizia attraverso me, un ex pilota ed un quasi cacciatore. Quell’ex e quel quasi fanno di me una specie di ponte tra la loro vita attuale e il sogno di un’altra.
Il loro è egoismo e altruismo insieme, e nessuno dei due. Si tratta pur sempre di punti di vista.
Hanno piegato anche troppo la schiena sotto il peso del mio nome, spinti dall'affetto con cui, ciascuno a modo proprio, mi hanno fortificato. Adesso basta! È arrivato il momento di scendere e camminare sulle mie gambe, è arrivato il momento di dimostrare che non si sono sforzati invano, è arrivato il momento di crescere.
« Ti prometto che diventerò adulto » pronuncio con tale determinazione che ho quasi la sensazione di sfidare il mio stesso destino. « Mi auguro soltanto che, diventandolo, io riesca finalmente a capire cosa significhi ».
« Sono convinto che ci riuscirai » mi dice e rilassa le spalle, come se si sentisse più leggero. « Poi, se ti va, potresti spiegarlo anche a noi. No perché, sinceramente, non è che mi sia così chiaro ».
« Contaci! »
« Molte grazie, Shinji ».
« Anche se non ti piace sentirlo » riprendo un po' incerto un tema per me ricorrente, « voglio, comunque ringraziarvi e non credo che smetterò mai di farlo. Se non avessi avuto voi... »
« Vedremo più in là se la penserai ancora così » prova a raffreddare il mio slancio.
« Fino ad allora… » cerco di fargli capire che non mi importa cosa accadrà domani. Almeno oggi, so cosa penso. « Se fossi stato tu mio padre, niente di tutto questo sarebbe accaduto ».
« Mmmmmh » colpito nel punto debole - la sua sfera emotiva - il cacciatore mette su una faccia da presa in giro. « Sarà, ma sappi che non ti avrei mai detto: Shinji, ti voglio bene! Non è da noi usare simili smancerie ».
Però l'hai detto, bastardo  di un ciclope. « Allora ti  propongo una virile stretta di mano ».
 
Stringere la mano ad Ayanami è stato un vero e proprio atto creativo, la mano di Misato che proteggeva la mia esprimeva l'amore e la fiducia di una madre. Non so, invece, cosa aspettarmi da questo gesto tra pari e, da quel che vedo, neanche Furia Buia.
 
In effetti, non c'era modo di presagire cosa sarebbe successo, perché, non appena ci siamo dati la mano, mi sono ritrovato in una stanza confortevole di un appartamento simile a quello in cui abitavo con la signorina Misato in quel di Neo Tokyo 3. Seduto per terra e appoggiato alla parete con la mia mano legata alla mano di Furia Buia in quello che ho voluto interpretare come il sigillo di un patto fraterno, ho assaporato una sensazione di serena chiarezza, mentre poco distanti da noi due donne discutevano su come si prepara un buon caffè.
 
« Te l'avevo detto: ci siamo già incontrati » mi dice elettrizzato il Paparino.
« Davvero strano » ammetto altrettanto inquieto. « Però, io ho ricevuto solo un'istantanea. Non so come decifrarla ».
« È vero, le informazioni erano scarse. Riproviamo, ridammi la mano! »
« Pensi che così facciamo contatto? » domando un po’ scettico. « Non mi sembra un'idea da freddo e maturo razionalista ».
« Stringerci la mano ha dato un risultato » chiarisce risentito il cacciatore, « e poi tu pilotavi un robottone ».
« Hai ragione, tentiamo! »
 
« Niente? » chiedo dopo alcuni minuti.
« Niente » risponde Furia Buia
« Paparino ».
« Che c'è? »
« Mi fa strano ».
« Anche a me » conferma ponendo fine all'esperimento. « Beh » si alza, « è ora di rompere le righe. Devo andare ».
« Dove? »
« A dormire ».
« Si hai ragione, sono piuttosto stanco. Vengo con te ».
« Non se ne parla. Prima è bene che tu ti dia da fare ».
« In che senso? ».
« Non esiste che ti facciamo dormire con noi in quelle condizioni. Sei troppo... carico » Furia Buia mi indica a figura intera. « Devi liberarti della... pressione in eccesso. In questo modo il tuo corpo rilascerà endorfine e ti farà... rilassare. E poi se non lo fai, potrebbe farti male. Cioè, date le tue condizioni, probabilmente anche se lo fai, ma in quel caso il dolore sarà meno intenso e dovrebbe passarti prima ».
« Ti riferisci » chiedo dopo averci riflettuto « a... alla dilatazione termica ? »
« Ah, la chiami così? E dire che io l'ho sempre chiamata erezione. Pensa tu che scemo! »
Tu quoque. « Quindi, cosa vuoi che faccia? »
« Come sarebbe a dire? Devi fare... » mi scruta perplesso « quello! Divertirti in solitaria, sollazzarti, conoscere e amare te stesso».
« Inte... intendi... ? »
Ho capito benissimo ma il tentativo di domanda, abortito per colpa di una balbuzie fulminante, deve aver ingenerato l'impressione opposta. « Insomma » prova a chiarire, « tira la fune, strizza lo straccio, strangola il tacchino, impicca la zucchina. Come lo diresti tu? »
Non in questi modi assurdi. « Lo so cosa mi stai chiedendo di fare. È che non credevo volessi riferirti a... quello ».
« Meno male! » sospira. « Per un attimo ho temuto di doverti fare il discorso ».
« Paparino, devo... devo confessarti una cosa » farfuglio stringendomi le mani fin quasi a spezzarmi le dita.
« Non ti sei mai fatto neanche una sega? Non ù è un problema. Non è che sull'uccello ci sia la data di scadenza. Te lo immagini? Da smanettare entro e non oltre il » Furia Buia se la gode a fare lo stupido ma la vena comica si svuota subito. Si è accorto che ho qualcosa di più importante e drammatico da rivelare. « Di che si tratta? »
« Si tratta del mio passato. Mi capita di rivivere una sequenza in particolare ed è... » forzo due respiri per spingere le parole « orribile, disgustosa. Lui... io l'ho fatto con... in presenza di Asuka ».
« Non mi sembra tanto grave» risponde Furia Buia che, interpretando le mie parole alla luce delle numerose pause, deve aver travisato l'intero senso della frase. « Insomma, se con quella Soryu c'era un simile rapporto... »
« Lei era incosciente, seminuda, era in un letto d'ospedale » tiro fuori le parole come se mi stessi estraendo i denti a mani nude. « Ho rubato quel momento, mi sono... masturbato davanti al suo corpo. Le ho sporcato l'anima » piango «  e ho sporcato la mia ».
Il cacciatore con la benda si rabbuia più del suo nome; si piega sulle ginocchia e inizia a fissare oltre il muretto alle mie spalle. Non so a cosa pensi, forse sta riconsiderando le ragioni che lo hanno spinto a salvarmi. Resta fermo in silenzio massaggiando nervosamente le mani. Dà cenni di vita solo quando il corpo gli rammenta che, in quanto essere umano, è costretto a respirare. « Sei sicuro che sia accaduto realmente? » mi chiede puntandomi addosso il suo occhio. Il cacciatore assume la forma di un inquisitore ma una lieve incertezza nella formulazione della domanda tradisce ansia. Forse sta cercando di valutare quanto una simile informazione potrebbe influenzare l’esito della missione. « Che non si tratti, invece, di una fantasia o di... un incubo? »
« Non sono sicuro di niente ma è una visione fin troppo dettagliata. Sono convinto che sia accaduto. Eppure, io so di non aver mai fatto una cosa così riprovevole. Però... »
« Non hai tutto questo gran controllo sul tuo passato » ripete Furia Buia. « Sai anche perché? Cioè sei anche in grado di circostanziare l'evento? »
« A che serve? » singhiozzo disperato. « È, comunque, l'atto di un mostro ».
« Su questo non ci piove ma deve esserci un... maledetto motivo » ringhia il cacciatore. Butta fuori l’aria e riprende: « Restiamo concentrati. Sai almeno se quell'Asuka ne era al corrente? Hai detto che era incosciente. Scusa se ti sembro insensibile, ma ho bisogno di... dati ».
« Credo di sì. Perché me lo chiedi? »
« Perché a questo punto bisogna anche considerare che Soryu possa aver già informato la tua Shikinami di... dell'episodio. Sai se l'Altro Shinji ha avuto modo di chiarire la... la… la questione con la sua Asuka, se lo hanno affrontato, se lo hanno superato? »
« Stai cercando di oggettivizzare il mio passato per liberarmi dal senso di colpa? »
« Un po' sì, lo ammetto, ma non è questo il punto. Cerca di rispondere ».
« Non lo so. Probabilmente no. Di sicuro io ho difficoltà ad accettarlo ».
« Se non altro, non hai fatto di peggio! Non voglio sminuire il gesto ma ci sei già tu a darti la morte per questo. Non serve a niente che mi unisca al coro. E, comunque... » continua come se stesse parlando da solo, « non hai un quadro completo dei fatti. È l’equivalente di una foglia di fico, me ne rendo conto. Io, però, sono sicuro ... Ci deve essere una spiegazione! »
« Potrei non vivere abbastanza per sapere la verità ».
« È vero, ma dobbiamo assolutamente scoprirla. Intanto » incamera aria con cattiveria, « datti da fare! Ti lasceremo il letto per questa notte ».
« Nonostante ciò che ti ho confidato? »
« Soprattutto, per ciò che mi hai confidato » dice il Paparino rialzandosi. Il suo volto è teso ma non mi fa paura; non vuole punirmi per ciò che ho fatto in un'altra vita. Come sempre cerca di aiutarmi. « Io so solo una cosa: che tu, lo Shinji che c'è adesso, non lo faresti mai. Sono convinto che neanche il più spaventoso e traumatico degli eventi potrebbe farti perdere la brocca spingendoti a… compiere un gesto simile. E sono convinto, sulla mia vita, che anche l'Altro... lo Shinji che sei stato... ad un certo punto abbia almeno cercato di farci i conti con... e che abbia provato ad affrontarlo con Soryu » continua concitato. « Sono certo che ci abbia almeno provato. Quindi, devi vivere, devi vivere abbastanza a lungo da ricordare cosa vi è successo, tutto ciò che vi è successo e trovare il modo di... »
« E se non riuscissi a... salvare la Principessa, dal  momento che il mostro a quanto pare sono proprio io? »
« Mi piacerebbe fornirti anche solo un'ipotesi di suggerimento ma non saprei cosa dirti » risponde serrando i pugni. « Però, ci puoi provare. Tanto, per tutto quello che hai combinato, non hai altra scelta che andare avanti. Tu ce la farai a riscattarti » grida come se, però, toccasse a lui correggere uno sbaglio. « Anzi, il tuo riscatto inizia proprio ora ».
« Masturbandomi? »
« Precisamente. È una cosa naturale, innocente. Strappa all'Altro Shinji ogni diritto su quell'atto! Si, sto oggettivando il tuo passato perché io posso farlo, non tu. Combatti quell'esperienza distorta » insiste quasi invasato « e sostituiscila con una corretta. Vuoi quella ragazza? Allora continua a desiderarla senza vergogna, continua a ripeterti quanto lei ti piace, continua a conquistare il controllo della tua vita! Riprogramma la mente e forse saprai come farti perdonare da lei ».
« Dovrei dimenticare? »
« Non puoi e non devi. Non si torna indietro. È la nostra condanna ed è la nostra migliore arma. Non ti abbiamo mai insegnato a fuggire ».
« Credi davvero che, così facendo, potrei riscattarmi da quel gesto? »
« Magari nel vostro passato vi siete già chiariti, ma » il Paparino si ferma come se cercasse di non aggrapparsi alla speranza che entrambi condividiamo, « se così non fosse, allora consideralo per ciò che è: solo... un altro... fondamentale... passo ».
« Il fatto è che mi sembra inutile ».
« Quindi, vuoi fare voto di auto astinenza o, peggio, di astinenza a vita? Cosa te ne viene? Per quanto ne sai, tu sei qui con la tua... dilatazione termica e Asuka è a bordo dell'astronave, viva e vegeta, in perfetta forma e capace di difendersi all'occorrenza. Quindi, non è affatto il momento sbagliato per masturbarsi. Ancora meglio, tieniti stretto questo fantasma prima che possa farti sbagliare ancora. Fingere che il nemico non esista o illudersi che sia utile voltarsi dall'altra parte, è la migliore strategia per perdere tutto. Avanti, è un ordine! » conclude tagliando le gambe ad ogni possibile contestazione con un militaresco dietrofront.
Il cacciatore si allontana a passo svelto; sta per calarsi giù quando, mi dice: « Ah, se continui a pensare che non sia giusto farlo, allora considera che mi assumo ogni responsabilità. Perciò incolpa me! »
« E chi se lo scorda questo appuntamento! »
 
 
Da solo, seduto sul lastrico del tetto incrostato dalle cacate degli uccelli, ancora sconvolto, fisso il cielo affinché la sua apparente immobilità plachi il mio cuore e zittisca le voci che ingombrano la mente, visto che non riesce a far scemare la fastidiosa erezione che mi accompagna da quando ho visto Shikinami.
Osservo lo strumento della mia prossima missione sospirando amaramente. « Lo so che avresti preferito un finale diverso » dico slacciandomi la cinta. « Anch'io, cosa credevi? Dovremo accontentarci » mi sbottono il pantalone. « Non vorrai anche tu un appuntamento? Al massimo posso presentarmi. Lieto di conoscerti, sono Ikari Shinji, ex pilota di evangelion, aspirante cacciatore e spina nel culo dell'umanità anche se non lo faccio (o forse proprio perché non lo faccio) apposta. E in questo momento, dopo che quella stupida dal sapore di pesca ha mandato tutto all'aria, mi ritrovo su questo tetto e sto parlando al mio uccello perché Furia Buia mi ha ordinato di menarmelo e perché lo devo ai miei istinti preferiti che fino ad ora ho ingiustamente trascurato. Non sia mai che, reprimendoli ancora senza motivo, mi facciano impazzire spingendomi a compiere altre cose orribili.
« Come a chi dobbiamo pensare? Te lo dico subito: dobbiamo pensare proprio ad Asuka. Primo perché sono ancora dannatamente incazzato con lei. In secondo luogo, perché è Asuka che voglio » urlo a squarciagola in direzione del wunder « e non ho mai provato una sensazione così forte, considerato poi che l’Altro Shinji mi appioppa i ricordi di merda ma le scopate non le condivide. Terzo perché, proprio a causa di quell'altro imbecille, oltre me, ho bisogno di annullare almeno in questa vita e nella forma di questa coscienza gli effetti di un passato schifoso. E, poiché non è il momento sbagliato, combatterò il fuoco con il fuoco. Ti bastano come motivi?
« Tranquillo! Mi concentrerò sui momenti piacevoli della serata, ché sono solo i miei » carico sulle ultime parole sperando che quella dannata voce nella mia testa dia un cenno di vita dandomi così la possibilità di mandarla al diavolo. « E magari ci aggiungo qualche... dettaglio di fantasia in modo da placare l'ira del pervertito che da poco è venuto al mondo.
Ah, ultima annotazione per te e per la legione di Shinji che infesta la mia psiche: vi conviene imparare ad obbedirmi se volete sopravvivere. E, sia chiaro, non lascerò che Furia Buia si addossi il peso di questo gesto. Sono io che me ne assumo la responsabilità, io decido di oltraggiare il mio oltraggioso passato pur di riprenderne il controllo. Se non vi sta bene, fatevi sotto, perché me ne fotto di ciò che è giusto, non posso permettermi di avere simili scrupoli. Adesso basta parlare! » mi ordino strofinando una manica per asciugare gli occhi. « Portiamo a termine la missione ».
 
Accidenti a te, Asuka! Accidenti a te, Shinji! Non abbiamo abbattuto il porcospino.
 
 
 
 
Nota dell'autore: Ho tifato anch'io per il buon esito dell'appuntamento, ma dovrò aspettare prima di usare i fuochi d'artificio che avevo preparato per l'occasione. Per quanto la tensione, innanzitutto, sessuale possa essere forte e strutturata, per i personaggi i tempi non sono ancora maturi. E, quindi, anche oggi Shinji e Asuka faranno sesso domani.
Nei prossimi capitoli cercherò di fare un passo e di allontanarmi dalla storia “canon” (serie tv ed EoE proiettati sullo sfondo del Rebuild) e, in generale, da quel contesto narrativo che mi ha permesso di sviluppare le personalità degli (e le dinamiche tra gli) attori, protagonisti e non. Lo farò solo per poi ritornare, mi auguro forte di un rinnovato bagaglio dii esperienze, e permettere a Shinji e ad Asuka di chiudere i conti con il loro passato.
Si tratterà in buona parte di materiale interamente frutto della mia immaginazione e di speculazioni che spero risulteranno abbastanza credibili, considerato che il mio obiettivo principale resta comunque far crescere i personaggi e che pertanto, se l'avessi ritenuto utile, avrei messo anche i puffi in questa storia. In particolar modo, a partire dal prossimo capitolo, riporterò Shinji all'inferno, in un certo senso anche del dopo EoE, per fargli conoscere e affrontare una volta per tutte  la sua Ombra. Anche perché, in caso contrario, non riuscirà a portare a termine la sua vera missione.
Ringrazio chi sta già leggendo questa mia avventura e coloro che vorranno darci un'occhiata in futuro.
P.S. - Anche questa nota farà una brutta fine.
Buon tutto.  
 

[1] Cfr Capitolo VI
[2] Cfr Capitolo VIII
[3] qui inteso come ordalia
   
 
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