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Autore: lmpaoli94    08/04/2020    1 recensioni
Paperon De Peperoni, costruendo la sua fortuna con azzeccati investimenti e sulle sue influenze mondiali, trascorre gli anni della sua vita nel meraviglioso castello di Schwerin in Germania.
Nella sua grandissima dimora ha tutto quello che può desiderare: degli ottimi nipoti e una consolidata salute che non lo mette in pericolo dinanzi a niente.
Ma il suo passato sta per tornare a bussare alla sua porta e la sua fortunata ricchezza sta per essere messa a dura prova a causa di alcuni individui della sua famiglia e non che faranno di tutto per impossessarsene e togliere di mezzo il papero più ricco del mondo.
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Paperon de Paperoni, oltre ad essere un papero molto saggio e con un forte senso per gli affari, non sopportava stare alla larga dal suo denaro.
I suoi soldi erano tenuti sotto controllo dai suoi investitori più fidati e in una camera blindata segretissima che solo lui conosceva il codice d’accesso e la sua esatta posizione.
Negli ultimi tempi il papero più ricco del mondo non riusciva a fidarsi di nessuno.
I malintenzionati e i “poveracci” che se la passavano molto peggio di lui erano sempre pronti per tendergli una trappola o ad aggirarlo per cercare di conquistare anche una piccola parte della sua fortuna.
Ma anche se Paperone era molto vecchio, non era così stupido come si poteva credere e come se non bastasse, riusciva ad anticipare tutte le mosse dei suoi nemici.
“Non riesco mai a stare tranquillo. Ma riuscirò a tenere duro fino alla fine. A costo di portarmi tutti i miei soldi nella tomba… Non me ne frega niente di quello che la gente pensa di me. Io sono solido come una roccia e cattivo nel momento del bisogno. Devo curarmi di me stesso e degli altri. Per questo non ho mai un attimo di tregua.”
Negli ultimi tempi, Paperone passava le sue giornate immerso nei suoi più grandi pensieri e nei suoi alloggi privati dove nessuno aveva la possibilità, almeno se non per il suo consenso, di passarvi liberamente, tranne che per la sua nipotina preferita che giocava in maniera innocente in mezzo ai corridoi.
“Adesso chi è che mi sta disturbando?”
con fare guardingo e molto arrabbiato, Paperone aprì la porta del suo ufficio per controllare chi davvero potesse disturbarlo.
Ma appena vide di chi si trattava, chiamò i suoi nipoti, nonché fratelli della piccola Gaia a portarla fuori dai suoi alloggi.
< Ragazzi, vi ho già detto che i corridoi che portano alle mie stanze sono proibite. Vostra sorella bazzica come se niente fosse e mi dispiacerebbe molto fargli una bella ramanzina. Non se lo merita. >
< Ma Zio Paperone, se si trova nei tuoi alloggi provati è perché vuole giocare con te > fece Qui.
< Sì, zione. E non puoi sottrarti. > replicò Quo.
<  Avanti zio, non vorrai mica far soffrire la tua nipote preferita spero > mormorò invece Qua.
Sentendo quelle parole, Zio Paperone non poté avere altra scelta.
< Va bene. Vedrò cosa posso fare > disse infine il papero riagganciando la chiamata.
Ma appena aprì di nuovo la porta del suo ufficio, vide che la sua nipotina non c’era più.
< Gaia, dove sei? Gaia? >
 Ma niente, la paperella non rispondeva al suo richiamo.
“Adesso dove si sarà cacciata?=”
Ma appena girò lo sguardo, vide che la sua nipotina era nella sua poltrona dinanzi al fuoco caldo che riscaldava la stanza intenta a parlare con la sua bambola.
< Gaia, ma cosa ci fai qua? >
< Ciao, zietto. Avevo bisogno di vederti. Ultimamente sono molti giorni che non ti fai più vivo. >
< Gaia, ho avuto molte cose da fare. Mi dispiace non avere tempo per i miei nipoti. >
< Ma cos’hai da fare di così tanto urgente belle tue stanze? >
< Ecco, è troppo complicato da spiegare. >
Paperone non aveva nessuna intenzione di confessare le sue reali intenzioni e paure.
La fobia di perdere tutto il suo denaro era più forte di qualsiasi altra cosa.
Soprattutto quando il vecchio papero nascondeva un terribile segreto che lo stava mettendo in soggezione.
< Comunque adesso che sei qui, possiamo prendere il té insieme. Hai fatto merenda? >
< No. Nonna Papera è molto impegnata a preparare la cena per stasera ed è anche per questo che sono riuscita a giungere fin qui. Le tue guardie del corpo non fanno passare nessuno per nessun motivo… Oh, scusa il gioco di parole, zio. >
< Non ti preoccupare, piccola mia. Tu sei sempre la benvenuta nelle mie stanze private. >
< Comunque sarei davvero felice di prendere il té insieme a te. >
< Molto bene. Chiamo subito nonna Papera e… >
< Possiamo prenderlo senza l’aiuto di Nonna. L’ho appena preparato per la mia bambola. >
“Ah, quindi devo solo giocare…”
< Molto bene… Allora perché non mi presenti la tua amichetta? >
< In verità non so come si chiama… Dopo molti anni ho ricominciato oggi a rigiocarci, ho un sacco di giochi inutilizzati nella mia stanza. >
< Spero tanto che tu la tenga sempre in ordine la tua stanza. >
< Ovvio che sì. Nonna Papera quando non è in cucina mi insegna a prendermi cura della mia camera. >
< Brava. Sono molto orgoglioso di voi. >
< Vorresti venire a vederla? >
< Adesso dici? >
< Certo. E quando sennò? >
< Ho un appuntamento importante tra pochi minuti, Gaia. Mi dispiace ma dobbiamo rimandare > mentì spudoratamente Paperone.
< Va bene, sarà per un’altra volta… Per quanto tempo posso rimanere qui con te? >
< Fino a quando non finiremo il té, ok? >
< Allora abbiamo ancora un po’ di tempo! Vuoi versare tu per primo? >
< Certo. Sono sempre pronto per fare il gentiluomo. >
< E tu sei il gentiluomo più gentile del mondo, zietto. >
< Ancora un gioco di parole, Gaia. Devi stare molto attenta. >
< Hai ragione. Di solito a scuola sono molto brava in tutto questo. >
< Lo credo bene. >
Appena suonarono le sei del pomeriggio, Paperone invitò Gaia ad uscire dalla sua stanza.
< Sono già le sei? È tardissimo! Devo finire i compiti! >
< Davvero? Perché non ti fai aiutare dai tuoi fratelli? >
< Che cosa? non ci penso nemmeno, zio, quei tre non fanno altro che giocare ai videogiochi e non sono per niente bravi in matematica. >
< Devi risolver alcune operazioni? >
< Sì. Non dovrebbero essere difficili, ma non riesco a risolverle da sole. E non c’è nessuno che possa aiutarmi. >
Con il cuore che gli piangeva per la gentilezza mancata, Paperone si offrì volontario nell’aiutarla appena prima che potessero andare a cena.
< Davvero? Faresti questo per me? >
< Certo, tesoro mio. Aspettami nella tua stanza per le sette in punto. Devo fare una telefonata e incontrarmi con alcuni miei investitori poi ti raggiungo immediatamente. >
< Grazie mille, zio! Sei davvero il papero più buono del mondo. >
< E tu sei la bambina più carina del pianeta. A dopo > rispose Paperone dandogli un bacio sulla fronte prima di rimanere completamente solo.
“Bene. È giunta l’ora di tenermi alla larga dai guai… E nel farlo ho bisogno delle protezioni giuste. Per questo devo avvertire Jet McQuak. È la mia guardia del corpo principale nonché il papero di cui mi fido ciecamente. Senza di lui non mi sentirei così protetto. Meglio avvertirlo di quello che sta succedendo.”
   
 
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