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Autore: Fred_998    08/04/2020    1 recensioni
Prendete uno scrittore, la sua mente guidata dal flusso di coscienza e un computer (e una quarantena); ed eccovi una raccolta di storie assurde e senza senso.
Che l'esperimento abbia inizio...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incompiuta
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Dedicato a Ilha, mia compagna di una parte di vita ben più importante delle nostre aspettative. Forse non rivivremo più quei tempi, ma allo stesso dobbiamo a loro la nostra amicizia.
 
Ciao, mi chiamo Maria
 
Ciao, mi chiamo Maria e ho 21 anni.
Da tre anni circa vivo in Inghilterra. Prima abitavo in una piccola città vicino Bristol, poi ho deciso di trasferirmi qui, a Brighton, vicino al mare.
Sì perché a me manca tantissimo il mare, manca tantissimo la mia terra. In estate andavo sempre in spiaggia con i miei amici o con la mia famiglia e passavamo mattinate o addirittura giornate intere lì, sulla sabbia giallina e liscia. Lì a consumarci i piedi passeggiando sul bagnasciuga.
Mi ritrovavo sempre a raccogliere conchiglie, o pietruzze. Non ho mai capito perché mi piacesse farlo, solo, lo facevo. Anche se dopo le dimenticavo sulla spiaggia, andandomene. Anche se a volte la tasca dello zaino era così tanto piena di quella roba che non c’entrava più nulla. Un giorno presi addirittura un’alga, la misi sulla mia libreria, ma quella si asciugò in fretta e diventò qualcosa di raccapricciante, un mucchietto verde puzzolente che non rendeva per niente quello che era stato prima. Forse mia madre l’ha già tolta perché in effetti non è che fosse un gran pezzo di arredo.
Così mi trasferii in una casa sulla spiaggia. Beh, non proprio su perché è illegale, ma diciamo che mi basta attraversare la strada e sono già lì, con i piedi a giocare con la sabbia fresca e sempre un po’ umida, con gli occhi rivolti verso l’orizzonte e i polmoni pieni di salsedine.
Mi sono detta che in questo modo sarebbe stato bello d’ora in poi. Si sai, con il mare lì di fronte a me, sarebbe stato bellissimo d’ora in poi. Inoltre se avessi avuto voglia di boschi e di colline a qualche chilometro da lì potevo accedere a tutto quello che volevo e se invece avessi avuto voglia di musei o serate strabilianti in città, Londra si trova a circa un’ora da dove abito io.
Sì, in quel momento quando mi trasferii lì, pensai che non mi sarebbe mancato davvero più nulla, che sarebbe stato diverso.
Il problema è che volevo scappare da quei ricordi che mi legavano a quella città da cui sono andata via. Fare le stesse strade, senza però avere accanto le stesse persone, a volte era davvero straziante. Un dolore difficile da reprimere.
Ho lasciato anche il mio ragazzo, che mi ripeteva sempre che dovevo stare tranquilla e andare avanti. Ma come potevo farlo?
È stato dura lasciarlo, ma poi l’ho fatto perché forse il mio affetto per lui era solo legato dal fatto che avessi vissuto un’esperienza di vita bellissima durante quell’anno e lui ne aveva fatto parte. Ma adesso che non c’erano le altre persone, stare con lui non aveva più senso.
 
Adesso mi ritrovo qui, nella mia stanza, a osservare dalla mia finestra la pioggia scendere sui vetri e dall’altra parte il mare che si appropria delle lacrime del cielo sempre così grigio. Lui però era calmo, e le accoglieva come se volesse consolarlo, cullando quelle piccole gocce nel moto dolce delle sue piccole onde che si abbattevano dolcemente sulla spiaggia per poi ritirarsi indietro. In un ciclo che non avrà mai fine.
Anch’io volevo essere cullata da quelle onde.
Il mio bisogno di andare a mare si faceva ogni giorno sempre più forte. Nonostante la giornata uggiosa, io volevo uscire fuori e stendermi sulle piccole pieghe che increspavano l’acqua. E lo feci.
Mi cambiai in fretta e furia. Presi le chiavi e le infilai nella mia felpa blu. Non mi misi nemmeno le scarpe, sentivo il catrame freddo e umido sotto i miei piedi mentre attraversavo la strada. Poi il fresco della sabbia bagnata mi investì con un’ondata di felicità , si ero felice. Mi svestii in fretta buttando tutto per terra e corsi verso il mare. Era straordinariamente tiepido.
Era nero e non si vedeva nulla, ma non mi fece paura, anzi quell’alone di mistero mi faceva sentire più al sicuro.
Così mi stesi sull’acqua come facevo quando ero piccola. Lasciai trasportarmi dal movimento del mare. Era così strana la sensazione della pioggia mentre metà parte del mio corpo era leggermente immersa nel mare. Era strana, ma bella.
Sto così bene, adesso. Mi sento finalmente in pace.
Sarei potuta rimanere in quella posizione per sempre.

***
Spazio autrice
Se siete arrivati fin qui, immagino che abbiate letto questo terzo capitolo. Sta volta sono stata un po' più malinconica nella scrittura e sperovi sia piaciuta. Se avete voglia di farmi sapere il vostro parere, scrivetemi pure. Inoltre potete contribuire anche voi alla creazione di questa mia cosa (si, mi piace definirla così), basta che mi diate un luogo, un personaggio e uno scopo.
Alla prossima.
Fred xx

 

 
 
   
 
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