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Autore: RaidenCold    09/04/2020    1 recensioni
Fin dai tempi del mito, i cavalieri di Atena proteggono l'umanità dalle minacce più oscure.
Gettato nel loro mondo, sotto l'egida di una severa insegnante in pochi anni Ramiel si trasforma da fragile bambino a cavaliere d'oro; all'arrivo di una nuova minaccia sconosciuta, sembrerebbe che stia per iniziare una nuova guerra, ma lui scoprirà che la posta in gioco è molto più alta di quanto il Grande Sacerdote Saga ed i suoi cavalieri possano immaginare.
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gold Saints, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Zenovia e Natalia giunsero alle pendici delle dodici case, e quest’ultima rimase estasiata nell’osservare la loro imponenza:
“Dunque è qui che risiedono i dodici cavalieri d’oro, compreso mio fratello…”

“Sì, ma questo silenzio è innaturale, il Santuario pare completamente deserto… eppure percepisco qualcosa provenire dalla sommità dei templi, dalle stanze di Atena.”

 

“Allora dovreste recarvici al più presto.”

 

Zenovia si voltò, colpita nell’udire quella voce:
“Maestro Blake, credevo che il gorgo oscuro ti avesse…”

“Sono riuscito a uscirne grazie alle ali della fenice, ma questo ha ucciso l’armatura purtroppo.”

“Pensavo che le sacre vestigia di Phoenix fossero immortali.”

“Evidentemente c’è un limite anche a questo potere; in ogni caso ti faccio le mie congratulazioni per essere riuscita a risvegliare il tuo ottavo senso, Zenovia.”

“Non avrei immaginato di apprendere la verità su mio padre in quel modo… tu lo sapevi?”

“Sì, ma solo io e Kanon ne eravamo a conoscenza.”

“Mi chiedo perché non abbia mai voluto dirmi la verità…”

“Amava anche lui tua madre, ma purtroppo c’erano molto ombre nel suo passato che lo tormentavano costantemente, e credo cercasse la redenzione mettendosi al totale servizio di Atena e prendendosi cura te; tuttavia sono certo ti abbia davvero amata come fossi stata la sua vera figlia.”

A quel punto Blake si rivolse a Natalia, che fino a quel momento era rimasta ad osservarlo incuriosita senza dire niente:
“Sei davvero la copia sputata di tuo fratello… ed entrambi assomigliate in modo impressionante a vostra madre.”

“Ci conosciamo?”

“No, non ci siamo mai incontrati.”

“Eppure hai un’aria così familiare…”

Il cavaliere di bronzo rimase in silenzio per alcuni istanti, dopodiché scosse il capo e fece marcia indietro:

“Non posso venire con voi.”

“Maestro…”

“Non fraintendermi Zenovia, il fatto è che voi siete state scelte, mentre io sono solo un umile pedone in questa storia. La scalinata delle dodici case è ora un luogo fuori dallo spazio e dal tempo, governato dal caos; se io provassi ad attraversarlo finirei per vagare in eterno in preda alla follia, oppure verrei lacerato dalle forze celate tra le nicchie della realtà che va disgregandosi.”

“Perché noi?” - domandò Natalia.

“Immagino che fosse scritto nelle stelle.” - rispose Blake avviandosi verso un orizzonte oscuro e nebuloso - “Portate i miei ultimi saluti al cavaliere del Leone, se riuscite.”

Infine, sotto lo sguardo sconcertato di entrambe, l’uomo sparì tra quelle fosche nubi che avevano ormai avvolto tutto il Santuario,

“Non c’è più tempo” - disse Zenovia prendendo Natalia per mano - “dobbiamo andare.”

 

Come annunciato dal cavaliere della Fenice, attraversando le dodici case le due ragazze si ritrovarono in un luogo fuori da ogni logica, in cui angoli insensati conducevano a svincoli che fino a un istante prima neppure esistevano, e dove per salire era necessario scendere, oppure a volte l’esatto contrario; in tutto ciò una bruma nera aleggiava sempre attorno a loro, e l’unica cosa che sembrava allontanarla almeno po’ era l’armatura d’oro dei Gemelli, che mai Zenovia aveva visto risplendere in quel modo, quasi come stesse fungendo da faro in mezzo alle tenebre sconfinate.

 

“Sai” - disse Natalia spezzando il lungo silenzio in cui erano piombate da quando si erano avventurate nella foschia - “Ramiel mi ha parlato molto di te.”

“Davvero?” - domandò Zenovia colpita.

“Sì, ci confidiamo praticamente ogni cosa da quando abbiamo iniziato a parlare; Ramiel ha sempre avuto un carattere difficile, non è quel tipo di persona che riesce ad aprirsi con tutti, per questo il nostro è un legame così speciale, almeno dal mio punto di vista. Quando è tornato dal Santuario però, facevo fatica a riconoscerlo:

era come se qualcosa dentro di lui si fosse rotto.”

A quel punto la rossa scuoté il capo sorridendo senza allegria:

“Non devi avere una bella opinione su di me…”

“A dirla tutta mi sembri una brava persona, ma il fatto è che gli somigli…”

“A Ramiel?”

“Sì, ora che ti conosco riesco a vederlo chiaramente; probabilmente è quello il motivo per cui non siete mai riuscire a comunicare.”

“Forse hai ragione.”

 

Senza rendersene conto le due giunsero infine in un piazzale aperto, sotto un cielo completamente nero, illuminato soltanto da una serie di fiaccole disposte in cerchio attorno ad una grande statua raffigurante Atena; davanti ad essa, la dea in persona sembrava aspettarle con la sua consueta aria imperturbabile.

 

“Ho sempre saputo che eri una persona caparbia, Zenovia dei Gemelli, ma non immaginavo fino a questo punto.”

“Non c’è tempo per i complimenti, ho varcato la soglia dell’aldilà ed ho appreso la verità su Erebo e Notte; sono giunta fin qui per fermare questa eterna oscurità che intendi far piombare su tutto il mondo.”

“Fate pure.” - rispose Alexis senza troppa emozione - “Seguitemi, se ritenete di essere pronte ad affrontare la realtà delle cose.”

 

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Ecco il mio supplizio senza fine avere nuovamente inizio

 

Ramiel percorreva la valle oscura, solo ed in silenzio;

ad ogni passo sentiva le sue membra divenire più pesanti, ed il respiro farsi più affannoso.

D’un tratto tuttavia, avvertì alcune presenze alle proprie spalle, e voltandosi si stupì enormemente nel vedere quelle tre ragazze in un posto tanto lugubre:

“Alexis, Talia, Zenovia…”

“Ciao, fratellone” - lo salutò Natalia avvicinandosi - “il tuo messaggio è arrivato.”

Ramiel a quel punto sorrise con gli occhi lucidi:
“Allora il mio compito qui è finito, posso finalmente riposare in pace…”

“Che… che cosa stai dicendo?”

“Ho varcato gli universi più estremi, e ridotto cieli di diamante in polvere, soltanto per poterti vedere un’ultima volta.” - disse rivolgendosi poi ad Alexis con lo sguardo - “Siamo alla fine del viaggio, vero?”

Natalia e Zenovia si voltarono verso la dea, e questa prese a spiegare:
“Ramiel ha trasformato sé stesso nel motore di questi eventi, divenendone parte integrante ed inscindibile.”

“Ricominciamo!” - esclamò Zenovia - “Troveremo il modo di impedire tutto questo, ora non sei più da solo Ramiel!”

“No mi spiace, è così che devono andare le cose…”

“Ma perché?”

“Perché questo è l’unico modo che ho per proteggervi tutti.” - sorrise Ramiel per poi rivolgersi alla gemella - “Ho cercato di contattarti, di modo che potessi dare forma ad una nuova realtà che spezzasse la vecchia.”

“Allora perché anch’io non sono entrata a far parte del corso degli eventi?” - chiese la rossa.

“Ogni volta che sprofondavi nel gorgo riuscivi ad attivare il tuo ottavo senso, e quando il mio messaggio è finalmente arrivato a Natalia, il tuo cosmo si è agganciato alla sua presenza: seguendola sei in tal modo risalita dal mondo dei morti con una nuova consapevolezza che prima sarebbe scomparsa con il cambiare della realtà.”

“Quindi è stato solo un incidente…”
“No, avevi un compito preciso: portare Natalia qui. Ti ringrazio di cuore per averlo fatto.”

“Ma non capisco… come hai fatto a contattare tua sorella attraverso due piani dimensionali differenti?”

“Tra i nostri cosmi esiste un legame unico, e ritenevo potesse trascendere qualsiasi cosa, anche l’esistenza stessa; tuttavia ogni mio tentativo di contattarla era come una goccia d’acqua nell’oceano, e soltanto ripercorrendo la mia strada numerose volte sono infine riuscito ad ottenere il risultato sperato.”

“E subito dopo aver lanciato il tuo richiamo disperato” - spiegò Alexis - “venivi fatto a pezzi dalla nuova realtà, non più in grado sostenere una presenza tanto anomala nel suo tessuto.”

Zenovia e Natalia guardarono raggelate il ragazzo:

“Quante volte hai ripetuto questa cosa…?” - domandò tremula la rossa.

“Non potevo arrendermi, se lo avessi fatto tutto sarebbe divenuto parte di Notte…”

La risposta del ragazzo lasciava intuire il peso di un ciclo ripetuto un numero esorbitante di volte, e a quel punto Zenovia si avvicinò ad Alexis sollevando il proprio pugno:
“Dunque basterà togliere di mezzo il suo ricettacolo…!”

La giovane non si scompose, limitandosi a chinare il capo con accettazione:
“Fa ciò che ritieni più opportuno.”

“Fermati Zenovia, tutto questo ha avuto inizio poiché mi sono macchiato del sangue di Erebo, se tu facessi lo stesso con Notte chissà quali conseguenze potrebbe avere sulla realtà.”

“E allora perché saremmo giunte fin qui, solo per vederti morire un’altra volta?”

“No, il mio compito è finito, ora devo affidare tutto a mia sorella.”

Ramiel si avvicinò a Natalia e le prese delicatamente le mani:
“Grazie per essermi sempre restata accanto, Talia…”

“Non voglio perderti” - singhiozzò lei in lacrime - “come posso vivere in un mondo a metà…?”

“Sarò sempre con te.” - disse per poi appoggiare la sua fronte a quella della sorella.

A quel punto i due si guardarono e pur in lacrime sorrisero dolcemente, guardandosi nelle fosche iridi gemelle:
“Pare che questo sia un addio allora.” - commentò Natalia.

“Già. Non sono mai stato molto bravo in queste cose: che cosa dovrei dire ora?”

“Non devi dire niente…” - rispose la ragazza ridacchiando.

“Addio Talia.”

“Addio Ramiel.”

 

Infine i loro corpi iniziarono a brillare di una luce bianca che in iniziò a vorticare impetuosa espandendosi rapida, avvolgendo in pochi istanti l’intera vallata.

 

Finalmente sono riuscito a salvare tutti quanti.

 

«Eccetto te stesso.»

 

Ramiel si voltò, e vide in mezzo a quella landa scintillante una figura dorata dalla lunga chioma scarlatta.

 

“Che cosa ci fai qui?”

“Ho pensato di venire a far un po’ di compagnia al mio pupillo.”

“Dovresti andartene, prima che tutto questo collassi per lasciare posto alla prossima realtà.”

“Natalia ti dimenticherà, non è vero?”

“Sì, sarà come se non fossi mai esistito. In fondo va bene così, con me se ne andrà anche tutto il dolore accumulato nel mio animo.”

“Forse non è ancora arrivato il momento di estinguersi in un mondo di luce.” - disse facendogli cenno di guardare davanti a sé.

Ramiel notò a quel punto una figura vestita di bianco, la quale lo osservava coi suoi grandi occhi celesti.

“Alexis…”

“Pensavi ti avrei abbandonato proprio ora?” - disse arridendogli.

“Non capisco, che cosa ci fai ancora qui…”

“Quando ti ho conosciuto ero soltanto un ombra: né dea, né umana. Sono stata una pessima Atena, e come Notte sono riuscita ad essere persino peggiore. Ma ogni volta che ti rincontravo sentivo qualcosa nel mio cuore… e ora posso dirti che conoscerti abbia dato un senso alla mia esistenza.”

Ramiel la guardò sgranando gli occhi per lo stupore:
“Cosa vuoi fare Alexis…?”

“Hai lottato senza sosta per proteggere tutti quanti, senza chiedere nulla in cambio: mi sembrava giusto che almeno alla fine ricevessi un premio.”

A quel punto Zenovia prese Ramiel per mano e lo guardò dritto negli occhi sorridendo:

“Che ne dici di ricominciare da capo tutto quanto?”

Il giovane la osservò sbalordito, dopodiché ricambiò il sorriso:

“Per me va bene.”

Infine i due si avviarono verso un nuovo mondo di luce, attraversando una strada ora non più troppo stretta da percorrere assieme.

 

Grazie a tutti per avermi voluto bene

 

“Ho sentito che il maestro della Bilancia ha finalmente accettato di guidare il Santuario.” - disse Kaila mordicchiando un biscotto.

“Sì, il Grande Sacerdote è improvvisamente scomparso senza lasciare alcuna traccia, ma sono sicuro che stia bene.” - rispose Blake per poi prendere un sorso di tè - “Sai chi avrei visto bene come nuovo vicario di Atena?”

“No chi?”

Blake non disse nulla, limitandosi a fissarla sorridente, rimanendo incantato dal suo viso candido, e dai suoi grandi occhi foschi, illuminati dalla timida e calda luce del mattino.

“Dai non dire assurdità…”

“Perché no? I tempi mi sembrano maturi.”

“Non è quello, è che mi piace la vita che faccio; sono felice.”

“Mi fa piacere sentirlo.”

“Lo sai vero, che c’è sempre un posto per te…?”

L’uomo scuoté il capo e ridacchiò:
“Lo so, ma non è facile per uno Specter fare i conti col suo passato.”

“E per quanto riguarda Talia, glielo dirai mai…?”

“Forse un giorno.” - rispose per poi alzarsi dal divanetto - “Mi ha fatto piacere rivederti dopo tutti questi anni, Kaila.”

“Anche a me.”

A quel punto Blake fece per andarsene dal salotto, ma Kaila lo chiamò un’ultima volta:
“Non sprecare il tuo tempo Blake, o esso ti consumerà.”

“Lo terrò a mente.” - sorrise, per poi uscire di casa.

 


«Chissà dove sarà finito il maestro Blake…» - pensò Ria tra sé e sé, aggirandosi per l’affollato via vai del mercato con aria spensierata.

D’un tratto, senza accorgersene, si scontrò con una giovane dai capelli bianchi, facendole cadere la busta della spesa.

“M-mi dispiace…!” - si scusò la ragazza.

“Oh no, è stata colpa mia” - rispose Ria aiutandola a raccogliere le cose da terra - “dovevo stare più attenta.”

A quel punto la guardò in viso, trovandola stranamente familiare:
“Ci conosciamo?”

“No, ma ho come l’impressione di averti già vista da qualche parte…”

“Ad ogni modo, mi chiamo Natalia, piacere di conoscerti!” - le offrì cortesemente la mano.

“Io sono Ria dell’Acquario.” - si presentò a sua volta, senza spiegarsi il perché avesse aggiunto il proprio titolo cavalleresco.

“Hai un nome particolare.” - ridacchiò allegramente Natalia - “Mi piace molto.”

“Anche il tuo è davvero bello.” - rispose ricambiando la risata candidamente.

“Non sei di queste parti, vero?”

“No, sono greca; ero venuta insieme ad un amico per incontrare una persona.”

 

In quell’istante, senza sapere il perché, entrambe ebbero l’istinto di portare lo sguardo all’orizzonte, dove in mezzo alla gente tra le bancarelle avvistarono una chioma bionda ed una rossa: gli sembrò che stessero sorridendo, tuttavia, in un battito di ciglia entrambe le figure scomparvero tra la folla, come se non fossero mai esistite.

 

“Che strano, per un istante mi era sembrato di aver visto qualcuno che conoscevo…” - mormorò Natalia.

“Già, anch’io…” - aggiunse Ria.

“Sembravano due persone molto felici.”

“Hai ragione, chiunque fossero mi hanno trasmesso un grande senso di gioia.”

“Forse un giorno li rivedremo.”

   
 
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