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Autore: leila91    09/04/2020    34 recensioni
Galeotta fu la Stark Expo!
Un’esplosione e diversi scontri più tardi, Tony e Pepper riescono finalmente fare chiarezza sui loro sentimenti e a scambiarsi un bacio.
I due passano la notte a Villa Stark e il mattino seguente si ritrovano a fare per la prima volta colazione insieme, come coppia.
Cosa potrà mai andare storto?
(Post Iron Man 2)
Settima classificata al "Il contest delle prime volte" indetto da inzaghina.EFP sul Forum di EFP.
"Questa storia è candidata agli Oscar della Penna 2022 indetti sul forum Ferisce più la penna"
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia - Pepper - Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensavo fosse amore... invece era una fragola

 
La stanza 25/A del Pacific Dream Hospital di Malibù era piuttosto luminosa e accogliente, per essere una camera d’ospedale.
Pepper sprimacciò il cuscino per dargli una consistenza più confortevole: attività utile fino a un certo punto e volta più che altro a non restare con le mani in mano, visto che di lì a poco sarebbe stata dimessa.
Si era concessa un breve riposino, complice anche la sonnolenza indotta dell’antistaminico che le era stato somministrato poco prima.
Al suo risveglio si era trovata circondata da così tanti fiori che, per un secondo, aveva creduto di trovarsi in una serra, e non più in ospedale.
Sospirò, osservando i girasoli e i tulipani che circondavano il suo letto – grazie al cielo non c’era l’ombra di crisantemi! – e un piccolo sorriso le increspò le labbra.
Quello non era decisamente l’epilogo che si sarebbe aspettata dalla sua prima colazione “come coppia”, con il neocompagno ed ex capo Tony Stark.


 
Poche ore prima



Pepper aveva l’abitudine di svegliarsi presto, non importava quanto stanca fosse o cosa avesse fatto – o in questo caso non fatto – la sera prima.
Oltre alla luce fu lo stridio di un gabbiano a svegliarla.
La giovane strizzò gli occhi, guardandosi intorno confusa, prima di ricordare dove fosse, perché si trovasse lì e soprattutto come ci fosse arrivata.
Accanto a lei Tony dormiva ancora della grossa, russando lievemente.
Pepper richiuse per un momento gli occhi e rimase sdraiata a godersi la morbidezza del – decisamente più comodo del suo – materasso del letto a due piazze di Tony.
In tutti gli anni in cui aveva lavorato per le Stark Industries, erano ovviamente capitate altre occasioni durante le quali si era trovata costretta, per il troppo lavoro o per altri motivi, a fermarsi a dormire nella villa di Malibù; tuttavia, altrettanto ovviamente, mai nella camera di Tony.
Assaporò ancora una volta il profumo di pulito, saggiò la consistenza delle lenzuola di seta e, per ultimo, si beò del calore emanato dal corpo accanto a lei.
Poi, con un brivido, la sua mente tornò alla sera precedente: con ogni probabilità, quella sarebbe rimasta conosciuta per sempre come la serata più indimenticabile nella storia delle Stark Expo.

Pepper aveva rischiato di morire, scampandola veramente per il rotto della cuffia.
Il pensiero di cosa sarebbe potuto accadere se Tony non fosse arrivato tempestivamente in volo, portandola al sicuro appena prima che la bomba esplodesse, la raggelò e le chiuse lo stomaco.
Il bacio che ne era seguito, in cima a un edificio e con un tripudio di fuochi artificiali sullo sfondo, era stato fra le esperienze più dolci e surreali della sua vita.
Quello che era successo dopo invece era alquanto confuso. 

Ricordava Rhodey, che li aveva presi in giro per venti minuti buoni prima di concedergli un po’ di intimità; rammentava l’arresto di Hammer e la notizia che anche il senatore Stern risultasse a quanto pare coinvolto in qualche modo; poi c’era Tony che blaterava qualcosa riguardo Natalie, il cui vero nome invece sembrava essere Natasha, e che si era rivelata una specie di spia doppiogiochista che lavorava per lo S.H.I.E.L.D.
Vuoi per la troppa tensione, vuoi per le troppe informazioni e lo shock dovuto all’essere sopravvissuta per un pelo a un’esplosione, il tutto seguito dalla scoperta che Tony a quanto pareva ricambiava i suoi sentimenti, fatto sta che Pepper aveva avuto un piccolo mancamento.
Ricordava che Tony, visibilmente preoccupato, l’aveva sorretta e riportata a Malibù, insistendo affinché passasse la notte con lui, per tenerla d’occhio, aveva detto.

Si erano addormentati stretti in un abbraccio, senza la forza né, a volerla dire tutta, la voglia, di fare di più.

 
Un mugolio incomprensibile avvertì Pepper che anche Tony si stava svegliando, difatti questi aprì gli occhi pochi istanti dopo.
Nel vederla lì accanto a sé, il miliardario si lasciò andare a un sorriso da ebete, quasi avesse creduto solo un bel sogno l’essersi addormentato accanto a lei.
«Buongiorno, raggio di sole,» ridacchiò Pepper, azzardando una carezza. 
L’altro mugolò, ancora parecchio assonnato.
«Ma che ore sono?»

Pepper stava per rispondere, ma JARVIS la precedette e corredò la risposta con una serie di altre informazioni, fra cui quella che, a suo parere, le condizioni climatiche rendevano quella giornata perfetta per fare surf.

«Non ho neanche la forza per alzarmi dal letto, figuriamoci fare surf,» borbottò la donna, con la tentazione parecchio forte di nascondere la testa sotto il cuscino e ricominciare a dormire.
«Quante storie, miss Potts,» il tono di Tony era alquanto malizioso, «neanche ci fossimo dati ad attività estenuanti ieri sera.»
Pepper arrossì quel tanto che bastò a rendere la sua faccia un tutt’uno coi capelli e gli rifilò un pizzicotto.
«Rischiare di morire mi aveva già estenuata fin troppo, grazie tante,» lo rimbrottò, «e sempre a proposito di ieri sera, direi che ora potrebbe anche smetterla di chiamarmi miss Potts
«E tu di darmi del lei, Pepper,» rispose sagacemente Tony, «ad ogni modo sto morendo di fame. Ehi, ci pensi, è la nostra prima colazione insieme come coppia! O dovrei dire, la prima volta che effettivamente faccio colazione con la donna che ha passato la notte con m-»

Ma non poté continuare, perché quella fu anche la prima volta che una donna gli tirò un cuscino in faccia.


 
*

Alla fine, optarono per uscire di casa.
Tony aveva tanta voglia di cucinare quanta ne aveva Pepper di subire un’intossicazione alimentare o di assaggiare l’ennesima omelette.

Il Randy’s donuts era poco affollato, si contavano all’incirca una decina di clienti, oltre a loro due.
Grazie al cielo la famiglia con i ragazzini più chiassosi si era seduta lontano da loro, e nessuno pareva aver fatto caso che il celebre Iron Man stesse facendo colazione lì.

«Romantico come posto per un primo appuntamento,» osservò Pepper guardandosi intorno, e non c’era malignità nel suo tono, ma solo una divertita ironia.
Tony tuttavia si lasciò andare a un sospiro stranamente malinconico.
«Non so, mi è venuta spontanea come scelta. Uh, almeno credo. Quando ero piccolo ne avevamo uno vicino a casa e la domenica mia madre mi ci portava sempre. Aveva un debole per i donuts al lampone.»

Pepper sentì il cuore allargarsi per quella confidenza inaspettata: Tony non aveva mai parlato dei suoi genitori di fronte a lei, o comunque non riguardo ad episodi così personali.
Un’ondata di tenerezza e di affetto la travolse e la spinse a stringere la mano di Tony.
Lui tossicchiò.

Quel momento d’intimità mista a imbarazzo ebbe però fine non appena una delle cameriere venne a prendere le loro ordinazioni.
Tony sbirciò di sottecchi la targhetta sulla camicetta di quest’ultima e corrugò la fronte.
«Che c’è?» chiese Pepper alzando un sopracciglio e notando l’espressione perplessa del compagno.
«Non trovi un po’ ridicolo il nome Morgan?» chiese lui di rimando. «Non mi sembra minimamente adatto a una donna.»
«Stai davvero questionando sul nome della cameriera?» Pepper fece una risatina incredula, ma prese la stramba uscita dell’uomo come un tentativo di cambiare completamente argomento e di svincolarsi dall’episodio narratole riguardante Maria Stark. Forse temeva di essersi esposto troppo, cosa assolutamente comprensibile.
«Ad ogni modo io ho uno zio che si chiama così,» proseguì Pepper abbassando la voce, mentre miss Nome Ridicolo ritornava al loro tavolo con un vassoio.
Per Tony c’erano ben tre diversi donuts e un caffè doppio; Pepper si era limitata a del tè caldo, che lei finì di consumare decisamente in fretta.

«Mi era parso di sentire un lieve retrogusto di amianto quando ti ho baciata ieri.»
Pepper strabuzzò gli occhi mentre ingollava l’ultimo sorso di tè e guardò Tony.
A giudicare dall’espressione divertita di lui, aveva davvero capito bene.
«Pre-prego?» sbottò, comunque.
«Beh, per finire così in fretta una bevanda che sembrava essere stata bollita direttamente nel monte Fato*, devi avere come minimo la lingua foderata di amianto,» ribatté Tony, l’espressione fin troppo serafica a celare un sorriso sornione.
«Ma come diavolo fa, Potts?» chiese poi, contravvenendo ai buoni propositi di darsi del tu e usare i nomi propri. «Io non riesco ancora ad assaggiare il caffè e ormai sono passati diversi minuti da quando me l’hanno portato.»
Pepper alzò le spalle, rabbuiandosi appena.
«Talento naturale, immagino,» borbottò, «dovrò ricordarmi di aggiungere al curriculum che so finire le bevande bollenti in tempi record.»
A quella replica fu il turno di Tony di rabbuiarsi: «spero non voglia dire che cercherai un altro lavoro, ti vorrei ricordare che le tue dimissioni sono state respinte ieri sera.»
Per tutta risposta ottenne una linguaccia.
Stava per ribattere, divertito, che quest’episodio non faceva altro che dimostrare quanto il soprannome Pepper fosse azzeccato, quando si accorse di un particolare.



«Ehi, ma non hai assaggiato nemmeno un donut! Quelli al lampone sono la fine del mondo, come ti ho detto sono approvati da una fonte sicura.»

Pepper fece una smorfia.
«Non importa, Tony, ho lo stomaco ancora sotto sopra da ieri sera.»
 
«Andiamo! Non posso credere che proprio io te lo stia dicendo quando di solito è il contrario, ma la colazione è il pasto più importante della giornata. Non mi vorrai svenire fra le braccia di nuovo? Non che mi dispiaccia l’idea.» Tony ghignò nel vedere Pepper indignarsi davanti a quella domanda.
«Giusto per inciso, non ti sono svenuta fra le braccia, Tony e- OH, PER L’AMOR DEL CIELO, VADA PER QUELLO AL LAMPONE,» concluse alzando la voce, dato che l’altro si era nel frattempo messo a sciorinare tutti i gusti possibili, immaginabili, e sicuramente non disponibili al Randy’s donuts.
«... e per finire c’è quello al peperocin-uh, hai detto lampone? Ottima scelta!» Tony si alzò dal tavolo ridendo, deciso a recuperare il donut direttamente al bancone.
 
«Hai veramente detto al peperoncino?» esclamò Pepper, divertita suo malgrado.
«Mi stavi veramente ascoltando?» ribatté lui, facendole l’occhiolino.

Quando Tony tornò al loro tavolo Pepper osservo il dolce con uno sguardo chiaramente ostile, come se questo l’avesse offesa.
«Avanti, metà ciascuno,» dichiarò Tony, con un tono fin troppo divertito per i suoi gusti.
Pepper si trattenne dal fargli notare che di zuccheri per quella mattina ne aveva già ingeriti abbastanza, solo perché in fondo le stava facendo un favore a smezzare la ciambella. Da sola una intera non l’avrebbe mai mangiata.
L’addentarono praticamente nello stesso istante.
Pepper non fece neanche in tempo a pensare che effettivamente il donut aveva un suo perché, che la lingua le cominciò a informicolarsi.
Un terribile presentimento si fece strada nella sua testa e trovo conferma nell’espressione a metà fra il terrore e la mortificazione sul viso di Tony.
Il ripieno della ciambella decisamente non era lampone.

 
*
 
«Fragole! Io davvero non ci posso credere, Tony! Tanto valeva rimanere a casa e mangiare qualcosa preparato da te!»

La dottoressa che aveva somministrato l’antistaminico a Pepper li aveva lasciati soli da poco.
Tony, non appena si era reso che la compagna stava avendo una reazione allergica per colpa sua, era quasi andato nel panico.
Fortunatamente gli improperi di Pepper lo avevano tenuto abbastanza lucido da richiamare un’armatura e portare la ragazza, letteralmente di volata, in ospedale.

«Tra tutti i donuts che potevi scegliere, non ho parole, io… io…»

Scusarsi ancora probabilmente sarebbe stato inutile, dato che non aveva sortito alcun effetto durante la mezz’ora precedente, pertanto Tony tentò un approccio diverso.
«Beh il nostro primo bacio è avvenuto dopo che ti ho salvata da un'esplosione; la nostra prima colazione insieme ha comportato solo una semplice reazione allergica…»
«Semplice?!»
«Quello che volevo dire è che…»
«Non dirlo!»
«Questo è progresso, Pepper!»*
 
L’ha detto.
La donna lo guardò in tralice per dieci secondi buoni, poi, quando sembrava sul punto di insultarlo di nuovo, scoppiò inaspettatamente a ridere e Tony con lei.

«Sei un idiota totale a volte, ma è anche per questo che ti…» Pepper arrossì e si bloccò. No, non era decisamente il momento per aggiungere una dichiarazione del genere alla lista delle prime volte.

Tony si schiarì la gola, improvvisamente imbarazzato, ma il suo cellulare squillò salvando entrambi in corner.
«Uh, è… è Fury,» disse, «Peps, io devo…»
«Devi andare.»
«Torno a prenderti appena ho risolto.»
«Mi trovi qui.»
«Starai bene?»
«Starò benissimo,» e Pepper suggellò quelle parole con un sorriso incoraggiante e dolcissimo.
Tony la baciò prima di uscire e fu con grande divertimento che Pepper lo udì chiedere a un’infermiera che passava in corridoio, di mandare “molti cioccolatini, molti fiori, molto in fretta” nella stanza 25/A.

 
*

Sì, rifletté Pepper, sfilando un tulipano da una cesta e annusandolo.
Quello non era decisamente l’epilogo che si sarebbe aspettata dalla sua prima colazione “come coppia”, con il neocompagno ed ex capo Tony Stark.
E forse una persona normale avrebbe tremato al pensiero di tutte le future prime volte che l’attendevano.
Ma in qualche strano modo Pepper era certa che ne valesse la pena e, a patto di tenere le fragole a distanza di sicurezza, era assolutamente sicura di voler correre il rischio.

 
 


Fine.


Note storia:


* il vulcano celebre della Terra di Mezzo, vedi alla voce Tolkien
* frase detta da Tony in Iron Man 2, quando per la prima volta scopre che Pepper è allergica alle fragole.

Il Randy’s donuts è un locale/bar dove Tony si rifugia, sempre in IM2, dopo la disastrosa festa di compleanno e la lotta con Rhodey.
Il racconto relativo a Maria Stark è totalmente di mia invenzione, come anche il nome dell'ospedale

Per quanto riguarda i sintomi dell’allergia alle fragole possono andare da prurito e dermatiti, fino a disturbi riguardanti bocca e gola (ho optato per questi ultimi per la mia storia.)

La storia si colloca appena prima dell’epilogo di IM2 e dell’incontro tra Tony e Fury (la chiamata ricevuta alla fine della storia precede, secondo la mia versione dei fatti, l’incontro fra i due nel film.)

Considerando che il senatore Stern è ancora in libertà in Winter Soldier, alla fine, sempre nella mia versione dei fatti, è risultato sì indagato ma l’ha sfangata, il viscido.

Non ho potuto fare a meno di inserire un piccolo riferimento a Morgan *____*

 
Note autrice:
 


FLUFF,  FLUFF, UNA CATERVA DI FLUFF. Ma visto il periodo non fa male, dai <3

Per quanto io mi diverta da matti a scrivere di questi due in chiave comica, è stato tremendamente difficile gestirli ai tempi di IM2, quando la loro relazione era appena all’inizio. Pertanto, spero davvero di aver reso in maniera verosimile le interazioni di due personaggi che si conoscono da diverso tempo ma hanno appena cominciato una relazione sentimentale, con tutti i tentennamenti e gli imbarazzi che ne derivano (ed è il motivo per cui Tony risulta uno zic meno sassy del solito - oltre al fatto che prevale il POV di Pepper.)

Nota importante! Un episodio di colazione a base di tè bollente e donuts è davvero avvenuto fra me e Carmaux95 (che si stupisce sempre di come io beva velocemente le bevande bollenti :P) pertanto le dedico questa storiella (anche perché mi manca tantizzimo <3)

Che altro dire… Ringrazio Inzaghina per aver indetto il contest e grazie di cuore a voi per aver letto fin qui, se vorrete lasciarmi un parere per dirmi cosa ne pensate ne sarò felicissima :D

Alla prossima, be safe!

Bennina













 
   
 
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