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Autore: Sabriel Schermann    09/04/2020    6 recensioni
«Mi ha chiamato signora» borbottò Elena al figlio accanto a sé, non appena Alex si allontanò. «Sembro così vecchia?»
«Oh, molto di più, madre» sorrise Markus con malizia, in tutta risposta.
Avrebbe dovuto prevederlo: quell'uragano di suo figlio non perdeva mai occasione per esibire il proprio sarcasmo.
«Mi toccherà andarmene a Maracaibo...»
[Storia partecipante alla sfida "12x12" indetta da Soul Dolmayan su EFP]
Genere: Demenziale, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'La Casa di Cristallo'
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Il diavoletto e il viaggio a Maracaibo

 

 

 

 

 

 

 

 

«Buonasera, signora» mormorò Alex porgendole la mano, in tono così basso che Elena fece fatica a udire.
Aveva notato che la giovane non si sentiva ancora a proprio agio in casa sua; dopotutto, era comprensibile: lei e David si conoscevano da anni, ma si frequentavano ufficialmente soltanto da qualche mese.
«Mi ha chiamato signora» borbottò la donna al figlio accanto a sé, non appena la ragazza si allontanò. «Sembro così vecchia?»
«Oh, molto di più, madre» sorrise Markus con malizia, in tutta risposta.
Avrebbe dovuto prevederlo: quell'uragano di suo figlio non perdeva mai occasione per esibire il proprio sarcasmo.
«O forse dovrei dire signora madre» continuò quello in tono serio, seguendola fino in salotto.
Da tempo Elena proponeva a David di invitare la sua fidanzatina ma, per qualche ragione, lei declinava sempre l'invito con qualche scusa improbabile.
Non deve avere avuto una forte presenza femminile in famiglia, cominciò quindi a ragionare, seguendo l'istinto che i suoi studi avevano affinato.
«Ma che bambino dolcissimo! Sei tu?» udì Alex domandare al ragazzo, in tono alquanto stridulo per le sue orecchie.
Sta cercando di ingraziarselo, rifletté la donna, pentendosi subito dell'amaro pensiero; non avrebbe dovuto esprimere giudizi sulla compagna del suo primogenito, ma proprio non poteva impedirsi di detestare quel timbro pigolante.
«È mio fratello Rickard, il piccolo di casa» la corresse David, ammirando la fotografia che la ragazza stringeva tra le dita, accomodata sul sofà.
«Lì ha gli occhi azzurri» si intromise Markus, grazie alla sua eccezionale abilità di disturbare qualsiasi essere vivente capitasse – disgraziatamente – nel proprio spazio vitale.
«Il colore dell'iride può cambiare nel corso della pubertà» lo interruppe repentinamente Elena, nel tentativo di tediare i presenti, in modo da spostare l'attenzione su qualche argomento più interessante.
Sapeva bene dove sarebbe andato a parare quel diavoletto chiamato Markus.
«Talvolta accade, anche se non a tutti» si sforzò di aggiungere con un sorriso.
Ma, di nuovo, avrebbe dovuto presagire le parole del mezzano. «E non è tutto!» lo sentì tuonare, in tutta la sua vivacità. «Perché fai quella faccia, David? Non sapevi che il piccolo Rick era stato scambiato per una femminuccia quando era nella pancia della mamma?» rise di gusto.
«Markus, perché non vieni con me in cucina a prendere il dolce?» quasi lo trascinò Elena alzandosi, congedandosi dall'ospite più in fretta che poté, per evitare il disastro.
«Quante volte ti ho detto che non mi piace che parli così di tuo fratello?!» sibilò la donna una volta giunti nell'altra stanza.
Lui la osservò serafico: «Ma madre, stavo solo raccontando che non si vedeva il pisellino! Non è la verità, dopotutto?»
La donna gli porse alcuni piatti, per poi rivolgere gli occhi al cielo. «Mi toccherà andarmene a Maracaibo...» borbottò, tirando fuori la torta gelato dal frigorifero.
«Dov'è che vai?»
«In qualsiasi posto in cui tu non potrai seguirmi!» sbraitò Elena in tutta risposta, per poi scoppiare in una dolce risata, seguita dal ragazzo.


   
 
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