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Autore: Elix94_    09/04/2020    1 recensioni
Bologna, 2020
Riccardo ha perso la testa per Chiara nel momento stesso in cui l'ha vista, non c'è stato neanche il tempo di presentarsi, sapeva già che quella lunga chioma rossa gli avrebbe mandato a puttane tutto quanto. Più la guardava e più capiva che sarebbe rimasta sempre impressa nel suo cervello, per quanto potesse essere insopportabile, viziata e testarda, ogni volta che si trovava nel suo stesso spazio vitale era come una droga. Riccardo non lo avrebbe mai ammesso, ma era pazzo di lei.
Chiara odiava Riccardo con tutta se stessa, odiava la sua arroganza e la sua presunzione, odiava anche i suoi occhi neri come la notte, ma soprattutto odiava il fatto che ogni volta che si avvicinavano, lei non capiva più niente. Lo conosceva da anni ormai, e non riusciva a spiegarsi per quale diavolo di ragione non riuscisse a stargli lontano per più di qualche giorno, anche se passavano tutto il tempo a scannarsi. Chiara non lo avrebbe mai ammesso, ma la presenza di Riccardo nella sua vita era fondamentale.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO 1

 

 








Riccardo ha vissuto tutta la sua vita con delle certezze.
I suoi divorziarono quando lui aveva solo 7 anni, e sua madre se ne andò di casa non volendone sapere più niente né di lui tanto meno di suo padre, e Riccardo non perde occasione di rinfacciarglielo. Suo padre è l'amministratore delegato di una delle aziende più promettenti di tutta Italia, e Riccardo è stato sempre istruito a seguire le sue orme, da chiunque gli ronzasse intorno. Carlo Ferri è un padre assente, impegnato, severo, ma che avrebbe dato la sua vita per suo figlio, anche se non lo ha mai ammesso nemmeno a se stesso. Riccardo ha sempre saputo che, un giorno, avrebbe sicuramente preso il posto di suo padre, e di questo ne va fiero, ma l'orgoglio lo ha sempre fermato dal rivelarlo. Ovviamente, adora andare in giro a sperperare la sua fortuna in feste e alcol, senza un solo pensiero o problema, a quanto pare qualcun altro aveva già programmato la sua vita per lui. Pensa di avere il mondo ai suoi piedi, nulla che possa abbatterlo o ostacolarlo. Le sue certezze, però, vengono distrutte nel momento in cui in città mise piede Chiara Humbridge, figlia di un famoso scrittore di romanzi inglese Louis Humbridge e della madre italiana con uno studio per dentisti. La ragazza era nata e vissuta a Londra fino all'età di 13 anni, quando sua madre dovette trasferirsi in Italia nella sua città natale, sconvolgendo la vita della figlia molto più di quanto immaginasse. Se si sposta la figlia tredicenne da una nazione all'altra, non si possono che aspettare conseguenze. È soprattutto questo il motivo per cui entrambe non possono stare nella stessa stanza senza dirsene di tutti i colori, anche perchè Chiara non ha idea del motivo che spinse i suoi genitori ad un trasferimento così immediato e drastico. Ciò nonostante, questo servì alla ragazza a stringere i rapporti con il padre, innamorato follemente della figlia a tal punto da essere un ostacolo importante per qualsiasi suo pretendente. Riccardo, però, non si considera minimamente tale. Aveva visto il padre di Chiara forse due o tre volte e ogni volta veniva presentato come “un casuale conoscente”. Neanche un amico, un conoscente. Se solo il padre avesse saputo del rapporto tossico tra i due. Riccardo ha perso la testa per Chiara nel momento stesso in cui l'ha vista, non c'è stato neanche il tempo di presentarsi, sapeva già che quella lunga chioma rossa gli avrebbe mandato a puttane tutto quanto. Più la guardava e più capiva che sarebbe rimasta sempre impressa nel suo cervello, per quanto potesse essere insopportabile, viziata e testarda, ogni volta che si trovava nel suo stesso spazio vitale era come una droga. Riccardo non lo avrebbe mai ammesso, ma era pazzo di lei.Chiara odiava Riccardo con tutta se stessa, odiava la sua arroganza e la sua presunzione, odiava anche i suoi occhi neri come la notte, ma soprattutto odiava il fatto che ogni volta che si avvicinavano, lei non capiva più niente. Lo conosceva da anni ormai, e non riusciva a spiegarsi per quale diavolo di ragione non riuscisse a stargli lontano per più di qualche giorno, anche se passavano tutto il tempo a scannarsi. Chiara non lo avrebbe mai ammesso, ma la presenza di Riccardo nella sua vita era fondamentale.I loro amici li guardavano e non capivano perchè quei due non si decidessero a mettersi insieme, non avevano avuto relazioni serie dal momento in cui si erano conosciuti, non guardavano nessuno come si guardavano tra di loro, e nessuno aveva mai provato a mettersi in mezzo a quella follia. Chiara aveva perso la sua verginità con lui, ubriaca fino a non vederci più, e ciò nonostante non se n'è mai pentita, anche se a lui ha sempre detto il contrario. Fu da quella volta che iniziarono a stare sempre appiccicati, lontano da tutto e tutti, ma era ovvio che dal momento in cui le loro labbra si sono incontrate, nulla sarebbe stato più lo stesso. Pensavano di essere abbastanza bravi a nascondersi, persino da loro stessi e da quello che provavano veramente. Quello che non vedevano, ma che era chiaro al resto delle persone che gli stava attorno, era che se un ragazzo si avvicinava a Chiara più del dovuto, lo sguardo di Riccardo cambiava completamente. Allo stesso modo in cui Chiara lasciava la stanza se una ragazza ci provava con lui, facendogliela pagare il giorno dopo. Ovviamente, “facendogliela pagare”. Erano collegati da una qualche forza magnetica, e quando uno stava male l'altro poteva percepirlo. Quello che nessuno dei due voleva ammettere è che potevano provarci quanto volevano, ma non c'era nulla al mondo che potesse tenerli lontani.

 

CHIARA

Ho sempre amato il primo giorno di scuola, non solo perchè sono portata per lo studio, ma anche perchè la maggior parte delle volte cade proprio il giorno del mio compleanno, il 16 settembre. E questo non sarà un anno come tutti gli altri, è l'ultimo anno del liceo. L'ultimo. Incredibile come passa il tempo! Questo vuol dire le ultime feste, le ultime sbronze, le ultime libertà prima della vita adulta, prima di perdere i contatti con le persone superflue e sigillare quelli con le persone che contano davvero. In men che non si dica mi ritroverò immersa in libri da 700 pagine e esami su esami da dare. Non vedo l'ora.
Questo non è neanche uno dei tanti compleanni, è il mio diciottesimo, e so esattamente come voglio passarlo. 4 mesi fa, il 29 maggio, abbiamo festeggiato quello di Riccardo e i ricordi di quella serata restano ancora molto sfuocati per entrambi, tutto quello che ricordo è fiumi di alcol e la mattina dopo passata nudi in camera sua. E oggi non voglio che vada diversamente.
<< Hai preso tutto quello che ti avevo chiesto? Gelatine alcoliche incluse? >>
<< Quelle sono state le prime, ma per il resto sì, ormai non manca niente >>
La mia migliore amica Francesca mi ha aiutato a preparare tutto nei minimi dettagli, sono settimane che impazzisco per avere la festa migliore del secolo e lei è rimasta al mio fianco nel mezzo di ogni crisi. Non so cosa farei senza di lei. Ha un anno in più di me ed è diversa da me in tutto, siamo due poli opposti, ma io la considero la mia anima gemella. Abbiamo deciso anche di vestirci coordinate per stasera, ovvero entrambe con un vestito color porpora, solo che lei lo porterà più corto. È molto più alta di me e molto più magra e i ragazzi fanno la fila per riuscire a portarsela a letto, ma non ho mai sentito la minima invidia nei suoi confronti, e neanche lei. Si lega la lunga chioma bionda in una crocchia mentre cerchiamo di stare attente alla lezione di fisica, quando in realtà parliamo di tutt'altro.
<< Aspetto questa serata da tutta la mia vita, ho il terrore che qualcosa possa andare storto, qualsiasi cosa >>
<< Sei seria? Sono settimane che non facciamo altro che organizzare tutto alla perfezione, cosa può andare storto? >>
<< Non ne ho idea, in situazioni come queste qualcosa va sempre male >>
Sono seriamente preoccupata. Tralasciando il fatto che sono una persona costantemente in ansia, paranoica e sempre alla ricerca del pelo nell'uovo, credo fermamente che questa sera qualcosa – o qualcuno – mi rovinerà la festa.
<< Io credo che l'unica cosa di cui tu ti debba preoccupare sia che non ti si rompa il preservativo >>
Soffocai una risata.
<< Smettila, lo sai che prendo la pillola >>
<< E quindi? Con Riccardo io vorrei avere più protezione possibile. Riesci ad immaginare dei bambini usciti direttamente da lui? Mi vengono i brividi solo a pensarci! Dei diavoletti che corrono in giro! >>
No, vorrei risponderle, non immagino assolutamente dei bambini usciti da Riccardo. Però non riesco a smettere di pensare a che bellissimi occhi da cerbiatto potrebbero avere.
La campanella dell'uscita ci risveglia dalla nostra stupida conversazione su quale padre terribile sarebbe Riccardo, e comincio a fantasticare su come si vestirà questa sera. Probabilmente avrà addosso i suoi soliti pantaloni attillati neri che mettono in risalto quel gran bel sedere che si ritrova, e una camicia bianca sbottonata in cima, tanto per fare lo spaccone. Come al solito. Spero solo che il bello arrivi prima che la sua arroganza mi faccia pentire di averlo invitato.
Mentre ci dirigiamo all'uscita scrivo a mio padre per chiedergli dove ha parcheggiato e nel momento in cui premo invio qualcuno mi strattona per il braccio facendomi tornare immediatamente dentro. Vengo trascinata dentro ai bagni dei ragazzi e solo quando vengo bloccata contro al muro mi rendo conto di chi c'è davanti a me.
<< Non ti sei fatta vedere oggi >>
Riccardo mi fissa intensamente a due centimetri dalla mia faccia e per un secondo mi dimentico come si sta in piedi.
<< Non puoi aspettarti che ti stia ogni secondo attaccata addosso >> dico sarcastica
<< Che peccato >>
Si lecca le labbra e le porta direttamente sotto al mio lobo, dove sa che mi fa impazzire. Sento il suo zaino cadere per terra e con una mano spinge il mio dalla spalla per fargli fare la stessa cosa, ma nel movimento abbassa leggermente la spallina del mio top. Tutto il mio corpo si infiamma e sento il suo avere la stessa reazione, e per un momento mi dimentico di essere nel bagno della scuola e che qualcuno potrebbe entrare da un momento all'altro.
<< Perchè mi hai portata qui? >> riesco a dire lasciandomi sfuggire un gemito alla fine
<< Come, è il tuo compleanno, volevo darti il mio regalo >>
Con una mano mi sbottona i jeans e con l'altra mi spinge più vicino a se. Comincio a baciarlo con passione e quando passa la mano sopra l'elastico dei miei slip mi viene da sussultare, come se fosse la prima volta che mi tocca, come se non ci trovassimo sempre in quella situazione. Non so quale forza ci tenga sempre ancorati l'uno all'altro, fatto sta che dalla prima volta che siamo stati insieme, poi non siamo più riusciti a smettere.
Mentre lo sento muoversi sotto di me mi viene l'istinto di cingerlo con le gambe, e lo avrei anche fatto, se non avessimo sentito il rumore tremendo del carrello della bidella venire in quella direzione.
<< Merda >> diciamo in coro
Riccardo toglie immediatamente la mano dai miei pantaloni e io mi sento vuota. Non posso dire di essere stata lasciata vicino al culmine, ma quasi. Mi riallaccio velocemente i jeans e lui cerca di abbassare la felpa per non far vedere l'erezione che traspare dai suoi pantaloni della tuta. Mi compiaccio di quella reazione che riesco a scaturirgli senza neanche toccarlo, e poi insieme usciamo dal bagno il più velocemente possibile.
Controllo il telefono e vedo che mio padre non mi ha ancora risposto, probabilmente sta guidando.
<< Dì a tuo padre che ti porto io a casa >>
<< Non posso, starà già arrivando >>
<< Ascolta >> si avvicina di nuovo a me e mi passa la mano sul braccio << Ho cominciato qualcosa lì dentro e ho intenzione di finirla >>
Il pensiero delle mani di Riccardo di nuovo su di me basta per farmi chiamare subito mio padre e dirgli di tornare indietro. Fortunatamente si limita ad imprecare e poi decide di tornare indietro.
Ho sempre amato la mercedes di Riccardo. Non è minimamente legale che lui la guidi in quanto ha la patente da solo due mesi, ma questo non ha mai preoccupato lui, figuriamoci me. Tiene a quella macchina più di quanto tenga a se stesso probabilmente, ed è per questo che non ci fa entrare chiunque, ma non si è mai fatto problemi a farci le peggio cose con me dentro.
Alza la musica al massimo e io abbasso i finestrini per far entrare un po' di quell'aria estiva che si sente ancora e impreco mentalmente per la musica terribile che ascolta.
<< Ma si può sapere da quale angolo dell'inferno viene questa musica?! >>
<< Sono i Motorhead e se li insulti un'altra volta ti faccio scendere adesso in mezzo alla tangenziale >>
<< Costringimi >>
Fa un sorrisetto complice senza neanche guardarmi e io allargo leggermente le gambe per far scivolare verso il basso la mano che già tiene sulla mia coscia.
<< Non devi distrarmi mentre guido, lo sai >> si morde un labbro e io devo fare appello a tutta la mia sanità mentale per non saltargli addosso mentre andiamo ai 120
<< Vorrà dire che me ne resterò qui buona buona con le gambe spalancate fino a quando non arriviamo a casa mia >>
<< Merda, Chiara >>
Mi guarda di sottecchi e io sollevo il petto per far risaltare ancora di più la scollatura. So perfettamente come farlo uscire di testa.
Spinge l'acceleratore più di prima e in meno di cinque minuti ci ritroviamo davanti casa mia, dopo aver inchiodato proprio davanti al vialetto. Mi slaccio la cintura con velocità e lui fa lo stesso, prendendomi i fianchi e invitandomi a salire su di lui. Obbedisco senza troppe cerimonie e dopo poco mi ritrovo a cavalcioni su di lui con i pantaloni slacciati e le sue dita dentro di me. Mi muovo per accelerare il ritmo e, con la sua bocca che esplora ogni centimetro del mio collo e del mio petto, vengo su di lui mordendomi le labbra per non urlare.
<< Buon compleanno, piccola >>
Mi bacia sulla fronte mentre cerco di riprendere il controllo del mio corpo. Quando riesco a sedermi di nuovo sul sedile del passeggero noto i suoi pantaloni che riescono a stento a trattenere il suo desiderio.
<< Vuoi che... >>
<< Ti rifarai stasera, adesso devo andare >> si rimette gli occhiali da sole e mi bacia una guancia
Scendo dalla macchina senza dire niente prima che riparta do una controllata al mio aspetto generale sul finestrino e per fortuna non sembro troppo sconvolta.
<< Ehi, non mettere un vestito troppo lungo >>
Mi fa l'occhiolino e poi riparte senza aspettare che gli risponda. Sì, non vedo l'ora che sia stasera.











Ciao a tutti!
Ebbene sì, mi sono decisa finalmente a pubblicare il primo capitolo di questa storia, e sappiate che sarà completamente diversa da quella attualmente in corso sul mio account. Ho deciso di fare questo capitolo introduttivo per presentare un po' i personaggi principali e la storia in sè, la quale credo che sarà abbastanza lunga. Da come avrete capito, sono una grandissima fan degli amori super passionali, autodistruttivi, intensi, profondi, romantici e che in un modo o nell'altro ti distruggono il cuore. Forse perchè io stessa nella vita reale ne sto vivendo una.
Ditemi cosa ne pensate, e se ho acceso in qualche modo la curiosità in voi per continuare a leggere.
Alla prossima!

   
 
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