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Autore: _Lightning_    09/04/2020    6 recensioni
Tony reclina il capo all'indietro, con gli occhi che seguono il nastro di colore annacquato dalle nubi che divide giorno e notte, e storce le labbra scontento. C'è un che di conosciuto che lo irrita, in quell'atmosfera sospesa fatta di linee mai nette.
[young!Tony // Missing Moment // Malinconico // Tony&Maria]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Elle me dit'
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Chiaroscuro


 


 
 
Prompts: nastro, bianco, Impero delle luci [1]

 
 
Il suo ennesimo sbuffo si perde nell'aria serale in una fumata perlacea. Si agita sui gradini d'ingresso, chiuso nella cornice d'ombra della villa alle sue spalle. È dissipata solo dallo sfarfallare incerto di uno dei lampioncini del cortile, troppo fievole per far ritrarre del tutto le dita del crepuscolo che continuano ad allungarsi. Il cielo davanti a lui ne è già ghermito, ma percepisce ancora il riverbero della luce morente oltre la sagoma massiccia della villa; un chiarore surreale che non lo raggiunge, ma che intravede nel cielo sfumato sopra di lui.
 
Reclina il capo all'indietro, con gli occhi che seguono il nastro di colore annacquato dalle nubi che divide giorno e notte, e storce le labbra scontento. C'è un che di conosciuto che lo irrita, in quell'atmosfera sospesa fatta di linee mai nette, evidenti solo quando spinge troppo lo sguardo da una parte o dall'altra nell'altalenare discontinuo che è il suo quotidiano. Torto e ragione, fondamentalmente. Intelligenza e stupidità. Aspettative e realtà dei fatti. Salta da una sponda all'altra di quel fosso senza distinguerle con nitidezza, ma in qualche modo lui rimane in eterna penombra, con solo una lampadina mezza fulminata a guidarlo, a brillare per lui. Sempre troppo poco. Oscurato da se stesso e da un'ombra che non ha chiesto attaccata ai piedi, che si allunga dietro di lui risalendo spalle troppo larghe e distanti.
 
Sente il cigolio della porta d'ingresso che si apre, inondandolo di luce calda, e ruota appena la testa approntando un'espressione seccata, in bilico tra ostilità e risentimento.
 
«Rientri per cena? O devo approntare un servizio di consegna fuori dal domicilio?»
 
Gli si incrina la bocca in un intento di sorriso, suo malgrado, ma la tira di nuovo in una linea dura mentre sua madre lo fissa saputa, poggiata di fianco contro lo stipite a braccia e caviglie incrociate. La sua silhouette è ben distinta contro il bianco dell'interno, e fatica a distinguerne i lineamenti dolci per via di quel contrasto violento. In ombra, ma comunque illuminata pienamente. Tony si scopre accigliato, a ponderare quella posizione di mezzo che a lui non riesce mai di prendere. Dentro, o fuori. Non sulla soglia, mai in bilico – e sempre in bilico. Un funambolo ad occhi bendati.
 
«Dipende da cosa passa il convento. E dai commensali,» ribatte, scrollando stizzito il capo spettinato e mantenendosi sulle sue.
 
La sente coprire quella breve distanza di un passo, entrando del tutto nell'ombra e divenendo di contro più visibile per lui; si china appena a lasciargli una carezza tra i capelli, pettinandoli con le dita a far ritrovare loro la riga. Glielo permette, al contrario delle molte altre volte in cui la scansa offeso. Socchiude gli occhi senza guardarla, arricciando le labbra e intrecciando tra loro le mani, fingendo di sopportare con insofferenza quel gesto sempre benvoluto.
 
«È in laboratorio. E ti ha anche lasciato un po' di waffles: se ti sbrighi li trovi ancora tiepidi,» aggiunge, dandogli un buffetto gentile sulla nuca a spronarlo.
 
Tony soffia aria dal naso, ruotando il capo verso l'alto e fissandola da sotto le ciglia con fare perplesso. In fondo anche un po' divertito, complice il sogghigno che gli si allarga in volto.
 
«Waffles,» ripete poi, inarcando un sopracciglio. «Per cena.»
 
Lei gli rivolge uno sguardo cocente di rimprovero e affetto che lo scotta dall'interno.
 
«Coi mirtilli?» indaga poi col naso arricciato, assottigliando le palpebre con fare inquisitore e suscitando un suo sospiro.
 
«Mi farete ammattire, tutti e due,» è la sua sola replica.
 
La prende per un sì, mentre si sente abbastanza incentivato da alzarsi e abbandonare il suo gradino nel limbo. La supera di mezza testa, ormai, ma si sente comunque inglobato da lei, da una sensazione di calore che gli agguanta a tradimento lo stomaco e gli fa desiderare di avere di nuovo due anni, poco contegno e una stazza tale da essere ancora preso in braccio. Invece la supera, scrolla spalle e testa e varca flemmatico la soglia, con un mugugno scontroso non molto convincente appaiato a un sorrisetto ben celato, ma non troppo, nel cogliere il profumo di dolci e casa.
 
Entra nel tepore luminoso, mentre sua madre serra la porta sulle ombre dietro di lui.

 
 
 
*


 
 
Note:

[1] Per Impero delle luci è inteso l'omonimo quadro di Magritte esposto al Guggenheim di Venezia. Non è citato esplicitamente nel testo, ma lo scorcio iniziale lo rappresenta in modo più o meno fedele. Ringraziate (o prendetevela con) T612 per avermi posto la consapevole sfida di inserirlo in una storia ponendomelo nella tripletta di prompts.
NB. -I mirtilli sono un velato riferimento al fatto che in Avengers Tony (o meglio, RDJ) passa metà del suo tempo sull'Helicarrier a strafogarsene, e mi è sembrato carino renderla una preferenza legata a un bel ricordo <3 Poi, sono perfettamente consapevole che gli Stark avranno avuto domestici (oltre a Jarvis) che cucinavano per loro, ma shhh, lasciate che Maria faccia i waffles quando e come le pare!
-Tony qui ha circa 18 anni.


Note dell'Autrice:

Come si sarà forse capito dai miei ultimi scritti, ultimamente sono nel mood "diamo dignità ai personaggi più ignorati dell'intero MCU". O meglio, quelli più messi in ombra in relazione a Tony, che con il suo ego un tantino esorbitante tende a monopolizzare l'attenzione a discapito di chi lo circonda, almeno agli occhi esterni.
Maria ha già fatto una capatina in un paio di mie storie dai titoli sin troppo lunghi, ovvero Sonata N°5, «Primavera» (o anche: I Love Rock 'N' Roll) e Di brillantina, cattivi consigli e primi appuntamenti. Li riporto solo per mettermi alla gogna e dimostrare che riesco ad essere logorroica pure nei titoli.
Comunque, alle due suddette apparizioni si aggiunge questa terza, andando così a consolidare l'intenzione di creare questa serie, Elle me dit (grazie MIKA)  incentrata su di loro, tanto per straziarvi un pochetto il cuore. Verrà di certo aggiornata in modo estremamente saltuario, ma almeno ho un posto "fisico" in cui riversare le mie elucubrazioni su Tony e Maria <3

Chiudo il papiro, spero abbiate gradito la lettura e che vorrete lasciare un commento per farmi sapere cosa ne pensate <3
A presto su questi schermi e nei peggiori bar di Caracas,

-Light-


 
Disclaimer:
Non concedo, in nessuna circostanza, né l'autorizzazione a ripubblicare le mie storie altrove, anche se creditate e anche con link all'originale su EFP, né quella a rielaborarne passaggi, concetti o trarne ispirazione in qualsivoglia modo senza mio consenso esplicito.

©_Lightning_

©Marvel
   
 
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