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Autore: Emmastory    10/04/2020    3 recensioni
Come sappiamo, le avventure, di Kaleia, Sky e della sua famiglia non sono certo finite, ma vi siete mai chiesti com'è stata la loro infanzia? Cosa sia successo mentre crescevano assieme alla cara Eliza? Scopritelo in questa raccolta, dove umanità e magia si intersecano di nuovo.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Big-Adventures-for-little-pixies
 
Capitolo XV
 
Pigiama party
 
Come ogni settimana, la domenica non si faceva attendere, e sin dalla mattina, Sky e Kaleia erano felici. Le lezioni alla scuola Penderghast, come entrambe sapevano, "Per fatine e folletti magici e perfetti" erano iniziate da poco, circa un mese o poco più, e le bambine avevano già degli amici. Fra questi, la giovanissima ninfa Aster, dai capelli castani che le ricadevano lunghi e morbidi sulle spalle. Le due sorelle la vedevano e salutavano ogni mattina, sorridendo nel vederla e facendole sempre i complimenti per i suoi bellissimi boccoli che la facevano sembrare una principessa. Inoltre, e forse a causa delle sue origini, la bimba dalla pelle color dell'erba aveva anche dei fiori nei capelli, e reagendo alle sue emozioni, quei fiori rosa e azzurri potevano aprirsi alla ricerca del sole o chiudersi alla notte e quando riposava. Ad essere sincere, le piccole non sapevano quale caratteristica di quella bambina le attirasse di più, sapevano solo che era dolcissima, sincera e di buon cuore, proprio come Marisa. In quanto figlia della strega Zaria Vaughn, prendeva lezioni proprio da lei, ma nonostante tutto la madre lasciava che frequentasse anche quella scuola, in special modo le lezioni di magia e stregoneria. In fin dei conti, studiare era un modo come un altro per imparare, e felice, la piccola apprendista si sentiva di giorno in giorno più sicura delle sue capacità. Non recitava formule ne agitava bacchette, certo, facendo pratica con i propri poteri soltanto chiudendo gli occhi e muovendo piano le dita. Per ora, le sue abilità comprendevano incantesimi facili, come teletrasportarsi da un lato all'altro di una stanza, creare piccole illusioni o vedere scorsi di futuro molto prossimi nella sfera di cristallo della mamma. Tutte piccole cose, che messe insieme davano vita ai suoi poteri e alla sua autostima. Anche se da poco, la madre le aveva anche permesso di adottare una gattina, Willow. Nera come l'ebano, vantava una caratteristica conosciuta come eterocromia. Se un occhio era azzurro, l'altro era marrone, e nonostante potesse sembrare strano o dare l'impressione che la gatta avesse qualche strana malattia, quello non era certo il caso. Difatti, la piccola Willow era sana come un pesce, e mentre il tempo scorreva, le due pixie erano sedute sul divano a godersi un film d'animazione assieme alla mamma. Nessuna di loro ricordava il titolo, ma la storia, con un lupacchiotto separato dalla propria famiglia che tentava in tutti i modi di ricongiungersi al branco che aveva perso, aiutato dall'amicizia con una dolce cagnolina proveniente da un villaggio di umani era interessante, e come tanti altri programmi per bambini come loro, insegnava cosa fossero l'amicizia, l'amore e la forza di volontà, tutto in termini comprensibili a pixie della loro età. Di scena in scena, Kaleia non riusciva a staccare gli occhi dallo schermo, salvo per il momento in cui l'orologio appeso al muro segnò le cinque del pomeriggio. Stando alle abitudini sue e della sorella, ormai era ora di merenda, e il caldo di quella giornata di primavera permetteva loro di scegliere qualunque cosa volessero mangiare. Affamata, Kaleia prese una brioche dalla dispensa, alternando ogni morso ad un sorso di succo d'arancia. Golosa quanto e forse più di lei, Sky optò per qualche biscotto al cioccolato, preferendo poi una limonata per togliersi la sete. Ripulendosi la bocca con un fazzoletto, Kaleia si avvicinò alla mamma, e dando un'altra occhiata a quel mai quieto orologio, si fermò a pensare. Che fine aveva fatto Marisa? Appena il giorno prima le bambine avevano preso accordi con le rispettive madri, sicure che una avrebbe fatto visita all'altra quello seguente, ma nulla, dell'amichetta strega ancora nessuna traccia. Colta dai dubbi, decise di parlare. "Mamma?" azzardò, incerta e dubbiosa. "Sì, Kia?" rispose lei, alzando gli occhi dal libro che leggeva per ascoltarla. "Dov'è Misa? Se non arriva sarà in ritardo!" si lamentò, per qualche ragione quasi sicura che alla streghetta fosse successo qualcosa, qualcosa di brutto. "Kaleia, tesoro, casa sua è al confine del bosco, ci vuole tempo perchè arrivi qui. Non preoccuparti, e anzi, va a giocare, vuoi?" le spiegò la donna, sorridendo apertamente e avanzando quella proposta. Rinfrancata da quelle parole, la pixie annuì, e voltandosi, puntò subito verso il baule dei giocattoli, fu sicura su cosa scegliere. Le sue bambole. Aveva sei anni, ed era bello farle divertire, parlare e inventare un intero mondo attorno a loro, specialmente ora che quelle stesse bambole avevano una casa tutta loro. Così, un'altra ora sparì dalla vita della bambina, e distratta dal campanello, Sky si precipitò ad aprire. "Misa!" Esclamò, felice. "Sei arrivata!" disse poi, abbracciandola con una dolcezza rara nel suo carattere freddo come il ghiaccio che nel tempo avrebbe imparato a controllare. Lasciandosi abbracciare, l'amica le sorrise, per poi muovere qualche passo verso il tappeto del salotto e posare in terra una sorta di casetta. "Ha insistito per portarsi dietro Willow, spero non sia un problema." Chiarì la madre, Zaria, in un sussurro. "Tranquilla, sono solo bambine, che male vuoi che faccia un pupazzo in più?" rispose subito Eliza, divertita da quel comportamento che tante e tante volte aveva visto nelle sue stesse figlie. Difatti, ogni volta che una delle due doveva andare dal dottore, da fate ed esseri magici conosciuto come guaritore, la piccola in questione insisteva sempre fino allo spasimo pur di portare con sè il proprio animaletto da compagnia. Stringendosi nelle spalle, la madre le lasciava fare, e in quella sera appena giunta anche a Primedia, non ci fu eccezione. "Bella! Cos'è? Una casa di bambole?" chiese Kaleia, in ginocchio sul tappeto e sinceramente interessata. "No, qui c'è la mia gattina, Willow. Vuoi vederla?" rispose la piccola apprendista, regalando un dolce sorriso all'amica e abbassandosi quanto bastava per aprire la gabbietta. Agendo con un misto d'istinto e abitudine, la bambina ci mise appena un istante, e in quelli a venire, una minuscola palla di pelo nero si stiracchiò davanti alle presenti, svegliandosi dal sonno in cui era caduta e mischiando insieme un miagolio e uno sbadiglio. "Misa, è carinissima! Possiamo giocarci, mamma? Possiamo?" pregarono le due sorelle, rapite dalla tenerezza di quel dolcissimo animaletto. Confusa Eliza si fermò a guardare la gattina cercare di orientarsi in quell'ambiente del tutto, guardandosi intorno e muovendo di tanto in tanto passi pieni d'incertezza. "C-Certo, che male potrà fare?" titubò la donna, impacciata. Non lo diceva, ma per lei era tutto troppo strano. Appena un attimo prima era stata convinta che Willow fosse il nome di un qualche pupazzo appartenuto alle piccole, e invece ora eccola lì, una gattina in pelo e ossa. Intenerita da quella vista, anche lei si abbassò ad accarezzarla, e prendendola subito in simpatia, la micetta iniziò a fare le fusa. "Mamma, le piaci!" commentò Sky, dolce come sempre in quella lunga giornata. Sorridendo, la donna accarezzò ancora la gattina, e insieme, le bambine giocarono ognuna con le proprie bambole per le due ore a venire, improvvisando dialoghi, situazioni e piccoli drammi, sempre risolti dal potere più magico di tutti, ovvero l'amicizia. Giocando, quasi non sentirono la voce di Eliza chiamarle per la cena, e quando arrivò il momento, le tre gustarono pollo e pure di patate, tornando a divertirsi subito dopo essersi riempite la pancia. Stanche degli stessi vecchi giocattoli, ne cercarono di nuovi, ma non trovandone di interessanti, scelsero di giocare insieme a Magimani, canticchiando e divertendosi fino ad avere le mani arrossate e intorpidite da milel e mille colpi di magia. Ad ogni modo, anche dopo quella piccola sfida, le tre non si dissero soddisfatte, e sedendosi sul divano con la dolcissima Willow, trascorsero il resto del tempo giocando con lei e facendole le coccole fino a sentirla fare le fusa. Ridendo, le piccole sopportarono graffietti e piccoli morsi senza farsi male, e all'improvviso, la mente di Kaleia venne fulminata da un'idea. Si stava facendo tardi, ed era vero, ma non voleva vedere l'amica andar via, così, raggiungendo la madre ancora in cucina a lavare i piatti, diede voce a una sola, chiara e innocente domanda. "Mamma, Misa può rimanere a dormire?" chiese, giungendo le manine in preghiera e sperando che la risposta fosse positiva. "Sì, Kia, certo che può. Avviserò io sua madre, ma ora andate a letto. Domani è un giorno di scuola." Rispose la donna, lasciandosi vincere dalla dolcezza della sua bambina e scompigliandole amorevolmente i capelli. Felicissima, Kaleia tornò dall'amica, trovandola seduta in salotto con la propria gatta sulle gambe. "Misa, hai sentito? Mamma dice che puoi restare." Le disse, per poi scivolare nel silenzio in  attesa di una risposta. "Davvero? Ma allora questo diventa..." replicò la streghetta, felice quanto e forse più della pixie, non riuscendo a terminare la frase tanta era la contentezza. "Un pigiama party!" gridarono le due sorelle, anticipandola e stringendosi a lei in un abbraccio di gruppo, coinvolgendo anche la gattina, che alla ricerca di sicurezza e conforto aveva trovato rifugio sulla spalla della padroncina. Ebbre di gioia, le piccole si sistemarono nella stanza di Kaleia, e mentre le due sorelle divisero il letto, fortunatamente abbastanza grande per entrambe, a Marisa toccò un sacco a pelo, ma troppo contenta per lamentarsi, la bambina lasciò correre. Poco prima di dormire, Kaleia accese la lampada sullo scrittoio, e quando questa illuminò la stanza, prese a giocare con le ombre e la magia, dando vita a uno spettacolo già visto assieme alla mamma. Di lì a poco, anche Sky si unì a lei, e anche la notte si riempì di divertimenti, fra ombre danzanti, teatrini di soffici pupazzi e piccoli episodi di preveggenza da parte della stessa Marisa, che con la luna e le stelle in cielo, riuscì a vedere il futuro delle sue piccole amiche nello specchio della stanza. Insieme, sarebbero state felici, e anche il loro avvenire diceva la stessa cosa, legandole entrambe a un protettore e alla propria famiglia con una sorta di doppio filo, a simboleggiare la forza dei loro legami e la possibilità di scegliere sempre due strade per avanzare nel viaggio della vita. Ringraziandola, le pixie si addormentarono tenendosi le mani, ricordando quella sera come una di divertimento, amicizia e sorprese, tutte nate da un inaspettato e magico pigiama party. 
 
 
E ultima, a concludere questo viaggio nell'infanzia delle nostre Sky e Kaleia, un divertente pigiama party assieme alla cara amica Marisa, che porta con sè la dolce micina Willow e mette in mostra le sue capacità di streghetta. Il modo perfetto di concludere un lavoro del genere, completamente ispiratomi dalla mia amica crazy lion, ormai quasi un anno fa. Se non fosse stato per lei, la prima storia che avete letto non esisterebbe, e ad essere onesti, neanche le altre. Ne approfitto per ringraziare lei, ancora una volta, tutti voi per il continuo supporto che non mancate di fornirmi. Grazie davvero, ci rivedremo nella mia prossima pubblicazione,
 
Emmastory :)
   
 
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