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Autore: Farkas    10/04/2020    3 recensioni
Le sorelle Halliwell e i loro compagni hanno affrontato tante sfide nella loro vita, ma forse la più grande è l'essere diventati genitori.
Fare il genitore è molto più dura che che affrontare le forze del male, ma può dare molta più soddisfazione.
Una raccolta che presenta alcuni importanti momenti tra i figli delle sorelle e i loro genitori.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Paige Matthews, Phoebe Halliwell, Piper Halliwell, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Genitori e figli

 

Capitolo 5: Perdono
 

“Il perdono è l’essenza dell’amore. Amare è perdonare, perdonare è amare”. - Andrew Greeley.
 
 
Da bambine Kat e Tamora erano inseparabili. Facevano insieme praticamente tutto (perlopiù facevano quello che voleva Tamora, ma se per caso era Kat a proporre qualcosa, Tamora accettava tranquillamente).
Crescendo però le cose cambiarono. Le gemelle, continuarono a trascorrere molto tempo insieme, ma finirono per sviluppare interessi diversi e smisero di vivere praticamente in simbiosi. Tam faceva festa tutta la notte, Kat si limitava a film e pizza con gli amici. Tam a malapena scaldava il latte, Kat era ansiosissima di apprendere tutte le ricette di Piper (se in casa non si mangiava esclusivamente dal take away era merito suo e dei due Henry, a Paige e Tamora era stato espressamente vietato di avvicinarsi ai fornelli), Tam era una maniaca della palestra, Kat era dipendente dalle serie tv, Tam sapeva come divertirsi, Kat sapeva quando era ora di smettere di divertirsi… insomma le due si completavano a vicende e impedivano all’altra di esagerare. E un po’ di tempo insieme lo passavano sempre… almeno fino all’arrivo di Nate.
Da quando era stata rimorchiata (in tutti i sensi) dal meccanico, Tam si dedicava completamente a lui. Passava con il ragazzo tutto il tempo possibile, e per quanto Kat ci scherzasse su, essere trascurata in quel modo dalla gemella la feriva. Una sera in cui rimasero sole in casa, Tammy non fece altro che parlare al telefono col fidanzato. Kat la cronometrò: andò avanti senza interruzione per quarantanove minuti, prima di rivolgere una sola parola a lei.
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-Che programmi hai per oggi?- chiese allegramente Paige una domenica mattina in cui lei e Kat erano state le prime a svegliarsi.- Io e Phoebe andremo a comprare i regali per il compleanno di Piper, e poi pranzeremo fuori-.
-Cose da sorelle… dev’essere bello- bofonchiò la ragazza.- Le facevo anch’io quando avevo una sorella. Purtroppo la signora Gillies, è troppo occupata con l’adorazione ultimamente-.
-E’ solo la fase luna di miele tesoro- la rincuorò Paige sentendo l’amarezza nella voce della figlia.- Passata l’eccitazione iniziale, smetterà di comportarsi come se l’unico scopo della sua vita, fosse fare felice Nathan. Ci sono passata anch’io. Sai quando le avevo appena conosciute, Piper si era sposata da poco con Leo e Phoebe con… ehm… con tutto quello che stava accadendo era comunque presissima dal suo ragazzo. Per un po’ mi sono sentita pure io la ruota di scorta… ma poi è passato-.
-Tu però non avevi condiviso tutta la vita con le zie-.
- Giusto. Grazie per la delicata puntualizzazione-.
- No… non intendevo quello- esclamò subito Kat.- E’ che non puoi capire… io e Tam siamo gemelle. Una volta le bastava un’occhiata per capire se avevo problemi… e ora è tanto se mi parla per cinque minuti di fila. Mi ha… esclusa-.
Il tono della ragazza era tanto ferito che Paige scese subito a più miti consigli.
-Se davvero ti dispiace tanto parla con Tammy. Sono certa che capirà-.
Kat annuì. La cosa strana era che il giovane Gillies le piaceva (fortunatamente non nel modo in cui piaceva alla gemella: una delle loro principali differenze erano i gusti in fatto di ragazzi). Era gentile e riusciva sempre a strappare una risata a tutti. E a dire il vero se lo meritava quell’amore incondizionato da parte di Tamora, considerando che non faceva che coprirla di premure e gesti romantici. Tutti motivi per cui quell’infantile gelosia, faceva sentire in colpa la ragazza.
Malgrado ciò ne parlò alla gemella. E il loro rapporto tornò quello di prima.
La morte del meccanico fu un brutto colpo per tutta la famiglia, anche se naturalmente nessuno soffrì quanto Tamora. Ma Kat patì di certo una sofferenza maggiore, quando seppe cos’aveva fatto quest’ultima.
Era assurdo. Come, poteva non essersi accorta delle intenzioni della sorella? Naturalmente l’aveva vista cupa e silenziosa, una volta uscita dall’apatia dei primi tempi, ma la cosa le era parsa normale… ma loro erano gemelle dannazione! Avrebbero dovuto avere un legame indissolubile, e lei era non aveva mai nemmeno concepito il pensiero che Tam potesse compiere azioni del genere.
Oltre a dolore e senso di colpa, le azioni della gemella procurarono a Kat il costante terrore di commettere qualcosa di analogo. Se Tamora era diventata così cosa poteva impedirle di seguire la medesima sorte?
No era ridicolo… lei non era Tamora… gemelle o non gemelle, non era scontato che avrebbe fatto gli stessi errori… doveva essere razionale… così si ripeteva almeno cento volte al giorno, sforzandosi di seppellire la paura dentro di lei.
Purtroppo c’era chi sapeva sfruttarla al meglio la paura altrui.
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L’uomo della sua vita Kat non lo incontrò affatto in una cornice romantica. In effetti il loro primo incontro fu tutt’altro che piacevole.
Piper era finalmente riuscita ad aprire l’Halliwell’s, il ristorante che aveva sempre sognato di possedere e visto che la nipote aveva mostrato di cavarsela egregiamente tra pentole e fornelli, aveva accettato di darle un lavoro lì. Lavoro che dopo l’abbandono di Tamora era diventato quasi un’ossessione. Tenersi occupata, aiutava in modo egregio a liberarsi la mente.
Perciò quando una mattina la ragazza trovò un cantiere di fronte al ristorante, non gradì affatto la novità. A quanto pareva una società di costruzioni aveva comprato alcuni edifici nelle vicinanze, per abbatterli ed edificare al loro posto un albergo di lusso. Nulla di male a parte che col baccano che facevano i lavori, Piper non ebbe altra scelta che aprire il ristorante solo la sera, quando il cantiere era fermo. Una bella perdita, ma d’altronde chi mai sarebbe venuto a mangiare da lei, con quel frastuono di sottofondo?
Starsene metà giornata a girarsi i pollici, non era proprio il massimo per Kat, che in quei giorni cercava di stare a casa il meno possibile. E quando un pomeriggio, andata a riprendere una borsa dimenticata, trovò la vetrina del ristorante distrutta e detriti all’interno marciò a passo carica verso il cantiere.
Con un’urlata si fece dire da un operaio il nome dell’architetto che gestiva il progetto e in che parte del cantiere poteva trovarlo. Arrivataci vide un ragazzo alto e biondo della sua età, e gli abbaiò in faccia:- Dove posso trovare Jim Bilson?-.
-A occhio e croce… a tre centimetri dal suo naso. Con chi ho il piacere di parlare?-.
-Ma non sarà mica lei l’architetto?-balbettò incredula Kat.-Avrà al massimo la mia età…-.
-Sa com’è, c’è chi a venticinque anni è riuscito a combinare qualcosa nella sua vita-sbuffò irato il ragazzo.
-Ah be’ scusi se la miserabile cuoca di un ristorante, vorrebbe lagnarsi se le distruggete il posto di lavoro!-.
-Me l’hanno già detto, e ho già parlato al telefono con la proprietaria. Il vetro nuovo sarà istallato domani, a spese nostre. Ora se permette dovrei lavorare io-.
-Dica un po’ crede che il suo lavoro sia tanto più importante del mio lei?-.
-Oh non saprei… quello che creano le mie mani, potrebbe durare per secoli e dà lavoro a centinaia di persone, quello che creano le sue dura al massimo mezz’ora e ha come unico effetto riempire le pance, e svuotare i portafogli… lei che pensa?- sbottò Jim.
Kat stava per urlare parole che in televisione sarebbero state accettate solo nei reality o nei dibattiti politici, quando si rese conto di ciò che stava facendo. Da quando si arrabbiava così, e si esibiva in scenate del genere? Oltretutto, per una cosa avvenuta per sbaglio! Stava mica anche lei …
-Faccia davvero sostituire il vetro entro domani- si limitò a bofonchiare la figlia di Henry, prima di girare i tacchi.
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Jim Bilson mantenne la parola. Il vetro nuovo arrivò per le dieci e trenta della mattina seguente … e quella sera l’architetto stesso si presentò al ristorante, chiedendo di poter parlare con Kat.
-Che sorpresa. E’ venuto a sbattermi in faccia la sua laurea?-.
-No anzi ... ero venuto a scusarmi per il mio atteggiamento di ieri mattina...- mormorò imbarazzato il giovane Bilson. -Le assicuro che non mi comporto mai in maniera così sgradevole, ma... ultimamente sono piuttosto nervoso, sa è il mio primo incarico importante questo… e ci tengo a farlo bene. Benissimo. Così dimostrerò che posso farcela perché sono un bravo architetto, e non perché sono il figlio di Kelly Bilson la magnate delle costruzioni-.
-Guardi… mi scuso anch’io. Non dovevo mettermi a urlare in quel modo… vede per me non è un buon periodo, e …-.
-Scuse accettate. Che mi consiglia di buono?- fece Jim sedendosi a un tavolo.
Col tempo le visite dell’uomo al ristorante si fecero quotidiane, e le sue chiacchierate con Kat sempre più lunghe. E arrivò il giorno in cui, il giovane architetto chiese alla ragazza se volesse cenare in altro ristorante con lui. Invito che lei accettò.
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-Sicure che non sia un problema?- mormorò Kat- Quel demone in cui ci siamo imbattute l’altro giorno è pericoloso… magari è meglio rimanere unite…-.
-Possiamo contare su un bel po’ di parenti oltre a te- le fece notare Prue.- Tu hai bisogno di distrarti… e poi questo Jim ti piace parecchio. E non provare a negarlo: stai parlando a una Cupido-Strega-.
Kat distolse lo sguardo imbarazzata. Era vero, ma era anche un po’ che non usciva con qualcuno, quindi il nervosismo era alle stelle.
-Se succede qualcosa chiamatemi d’accordo?-.
-D’accordo- fece Parker.- Ma ora passiamo alle cose importanti-.
-E sarebbero?- chiese perplessa la figlia di Paige, prima che le cugine la portassero a forza verso il bagno al grido di “Trucco e parrucco”.
Peccato solo che il demone le spiasse… e che preferisse di gran lunga colpire un bersaglio isolato.
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Prue e Parker avevano fatto un gran bel lavoro… ma c’era un dettaglio che dispiaceva alla ragazza: Paige non aveva partecipato. Quando aveva saputo dell’uscita della figlia quasi non aveva reagito… proprio lei che le diceva sempre che era troppo pantofolaia, e che un tempo si sarebbe divertita un mondo all’unirsi all’assalto delle figlie di Phoebe.
I primi mesi dopo che Tam se n’era andata di casa, erano stati tremendi, ma adesso tutti quanti stavano più o meno cominciando ad andare avanti con le loro vite. Paige però non sembrava ancora pronta.
Non devo prendermela per questo. Dev’essere stata l’unica a rimanere peggio di me, per quel che ha fatto Tammy. Ma sono così dipendente dall’attenzione dei miei parenti?”
L’arrivo di Jim la distolse da quei pensieri, e dopo aver ricambiato imbarazzata il suo saluto e i suoi complimenti, entrò nella sua auto.
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In breve l’imbarazzo passò, e Kat cominciò a godersi la serata… fino a quando mentre tornavano alla macchina, una sfera d’energia centrò in pieno l’architetto mandandolo a terra.
Una rabbia incredibile travolse la ragazza, portandola a bloccare con i suoi poteri non solo il nemico, ma l’intero viale. Subito dopo Jim si rialzò con un mugolio, e la sua accompagnatrice lo raggiunse all’istante.
-Ma che è successo?- fece incredulo.
-Senti non so come dirtelo… io… io sono una strega- buttò fuori tutto d’un fiato la ragazza.
-Ma pensa- rispose il biondo creando in mano un dardo di luce che scagliò contro il demone che finì immediatamente incenerito. -Anch’io-.
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-Un demone sconfitto, un ragazzo che può condividere il nostro stile di vita, i tuoi poteri sono cresciuti…-ricapitolò Prue.- Direi che se andata alla grande cugina! Anzi che ci fai sfigurare!-.
Kat era grata dell’elogio, ma sinceramente avrebbe preferito che venisse da Paige, non dalla primogenita di Coop. Sua madre si era accertata che stesse bene con sincera preoccupazione, ma comunque avevano parlato poco dell’accaduto. A pensarci bene sua madre parlava poco e basta in quel periodo.
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Avere finalmente una vera relazione in cui poteva essere completamente sincera, fu un bene per Kat. Prese a passare sempre più tempo con Jim, e a fidarsi di lui al punto da parlargli della gemella e dei suoi timori più reconditi. Il giovane Bilson forse non poteva capire, ma fece del suo meglio per rassicurarla. Eppure il loro amore in parte la spaventava… se Jim avesse perso la vita, combattendo il male, lei che avrebbe fatto? Sarebbe andata fuori di testa come sua sorella? Ma ormai per Kat era impensabile l’idea di vivere senza di lui.
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Purtroppo la Sorgente non era l’unico demone impossibile da distruggere definitivamente. Anche Barbas era sempre destinato a tornare… e almeno altrettanto difficile da affrontare.
La semplice notizia del suo ritorno, fu sufficiente a mandare Kat nel panico… pertanto fu lei la prima vittima del Demone della Paura.
Parte della famiglia si era radunata nel salone della villa, quando Kat passando davanti allo specchio vide che il suo riflesso scindersi in due… e l’altra ragazza era sua sorella.
-Alla fine ci siamo ritrovate- ghignò Tamora.- Nelle cose importanti siamo sempre state uguali.-
-No, io non ucciderei mai- balbettò Kat.
-Invece lo farai- soggiunse il suo riflesso.- Non desideri ricongiungerti a Tam? Ti senti persa, senza di lei e lo sai… avanti accetta la tua vera natura-.
-Io non sono come te!- strillò disperata la ragazza.
-Kat quello che vedi non è reale!- urlò Paige… ma era troppo tardi.
La figlia si voltò verso di lei, lo sguardo pieno di odio e follia, desiderosa solo di distruggere tutto. In quel momento era malvagia…  e pertanto in grado di bloccarli.
-Reggete un minuto!- urlò Prue teletrasportandosi.- Penso di sapere come aiutarla-.
Purtroppo le sue sorelle non ebbero la stessa prontezza e rimasero immobilizzate.
Kat avanzò verso le parenti bloccate pronta a eliminarle… quando Paige con un disperato slancio, le si lanciò addosso fermandola.
-Non perderò anche te!- urlò Paige afferrandole le braccia.- No! Dovesse costarmi la vita, ti farò tornare in te!-.
Urlando la figlia le portò le mani alla gola. Paige non poteva orbitare, Kat avrebbe aggredito le sue nipoti indifese, quindi dovette usare anche lei la forza… ma ormai era quasi vecchia, e oltretutto non voleva davvero fare del male all’avversaria, mentre Kat aveva dalla sua il vigore della gioventù, e soprattutto il desiderio di uccidere istillato da Barbas.
La Matthews ormai vedeva tutto scuro, quando una voce maschile gridò:- Fermati Kat!-.
Jim portato lì da Prue si lanciò sulla sua ragazza gridando:- Ascoltami! Io ti conosco. Sei la donna di cui sono innamorato, e non potresti mai essere malvagia! Sei la ragazza più dolce che esista, e sai amare con tutta te stessa! Barbas non può decidere chi sei! Solo tu puoi… e so che prenderai la decisione giusta!-.
Le mani di Kat si aprirono e sua madre crollò sul pavimento, scossa dalla tosse.
-Io… io… io non commetterò gli stessi errori di Tamora! Mai!- urlò la figlia di Henry, prima di afflosciarsi tra le braccia del fidanzato.
Pur essendo felice di come si era evoluta la situazione Paige non riuscì a non chiedersi perché le parole di Jim, avessero fatto effetto e le sue no.
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Una volta allontanato il terribile demone, Paige decise che era arrivato il momento di parlare a sua figlia.
- Tu… tu hai paura di diventare malvagia… come… come… Tamora? Da quando? E perché non me ne hai parlato?- mormorò.
- Paura? Ormai è un’ossessione!- urlò Kat.-Ogni volta che mi arrabbio penso “Ci siamo, sto per perdere la testa anch’io”. Quando ho cominciato a frequentare Jim ero terrorizzata dall’idea che se la relazione fosse finita male, avrei potuto fare anch’io qualche sciocchezza! Ma queste cose, avresti dovuto capirle da sola! Sai bene quanto fossimo legate io e Tammy, avresti dovuto capire cosa ha significato per me vederla diventare cattiva, ma sei troppo occupata a piangerti addosso!-.
-Kat io …-.
-Lo so che preferivi Tamora!- gridò ancora la giovane Mitchell.- Lei ti somigliava: estroversa, pronta al flirt, combinaguai, avventurosa … io invece non sono così!-.
-Io non ho mai avuto una preferita- protestò Paige.- Ora basta, stai esagerando!-.
- Ah sì?- ululò la ragazza.- E allora perché sono settimane che mi eviti?-.
-Perché nell’aspetto sei uguale a Tamora-ammise la figlia di Sam chinando il capo.- Penso a lei ogni volta che ti vedo… ed è sbagliato. Tu sei tu e ti chiedo scusa, per come mi sono comportata in queste settimane-.
-Questo lo posso anche capire, e accetto le scuse. Ma mentirei, se dicessi che non mi hai ferita- sentenziò la ragazza di Jim prima di andarsene.
La cosa finì lì, ma il giorno successivo Paige propose alla figlia una passeggiata.
Mentre camminavano, prese a raccontarle della sua relazione con Richard*, e Kat sbottò immediatamente che Jim non era dipendente dalla magia.
-Si certo… volevo solo farti notare la coincidenza…- balbettò Paige.
-Se vuoi parlare di ieri fallo e basta-.
-Sei diventata più determinata- notò la donna.
 -E’ inutile girarci intorno. Anch’io ho sbagliato. Dovevo insistere per non farti chiudere in te… e non dovevo esplodere in quel modo ieri… ma ero così scombussolata…-.
-Allora siamo a posto? Non voglio che ci siano incomprensioni tra noi, e non per quello che ha fatto Tamora. Perché ti voglio bene. Così come sei- mormorò ansiosa Paige.
-Lo so, e non mi perderai- la rassicurò Kat.- E’ … complicato… ma possiamo superarlo. Insieme-.
Paige fece il primo vero sorriso da giorni:- Allora che ne dici di una giornata madre-figlia? Per cominciare a riaggiustare le cose?-.
Anche Kat sorrise e annuì. Avevano entrambe perso qualcosa, ma avevano ancora tanto di bello nelle loro vite. Ed entrambe in quel momento, si dissero che forse un giorno, avrebbero potuto ritrovare ciò che avevano perso.
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Scusatemi per l’attesa, ma la fine del capitolo, proprio non voleva saperne di venirmi fuori. Ho voluto ricollegarmi al capitolo precedente, esplorando gli effetti che la caduta di Tamora ha avuto sulla famiglia. Magari in futuro ci tornerò ancora.
Colgo l’occasione per augurare buona Pasqua a tutti, e per ringraziare apeirmon, fenris e KarenHumbert per aver recensito tutti i capitoli di questa raccolta.
Grazie anche a chi ha letto fino a qui, e se vorreste lasciarmi una recensione mi farebbe molto piacere.
 
 
 
 
 
  • Stregone buono incontrato da Paige nel quinto episodio della sesta stagione, con cui intraprese una relazione, che si concluse quando Richard, divenne dipendente dalla magia.
  
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