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Autore: crimsontriforce    08/08/2009    1 recensioni
Pace di terra, pace di mare: tre drabble dal confine sabbioso del confine del mondo.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tre prompt per il challenge estivo di Graffias: Aria di mare, Piedi sulla battigia e Corrente marina. Se vale, anche "Sabbia" per la Tutti Al Mare di fanfic_italia.
Finalmente di ritorno nell'Ancient Land. =]

Per i lettori di passaggio: la quest di Wander è votata all'autodistruzione, fisica e morale. Testardo lui che vuole risuscitare l'amata, testardo il giocatore che vuol finire il gioco, non c'è verso che desistano. Ma possono deviare per un poco, magari scoprendo una stradina del tutto innecessaria che inizia da qui (l'albero nero del titolo è inquadrato a 1.6) e finisce in una caletta che è l'amore mio. È anche l'unico sbocco verso il mondo esterno.





(arena di Dirge, uscita ovest.)





Sotto la guida dell'albero nero





Deviazione



Wander riposa fuori dalla grotta di sabbia.

Wander sogna di aprire le braccia e planare lungo il canalone d'erba e pietre che si stende ai suoi piedi. Sogna di cavalcare quel vento fresco che viene da occidente, che pizzica e lo tenta con promesse mutevoli in una terra fuori dal tempo.

Wander si alza e segue da lontano le strade d'aria dei falchi che stridono chiamandolo verso il basso, sempre verso il basso, lontano da tutte le colonne terribili di luce. Lo zoccolare di Agro lo culla a ogni svolta in una nenia rocciosa, fino a perdersi in un'inaspettata sabbia.

Wander ha trovato il mare.





Pace di terra



In tutta onestà: la luce non puntava lì.
Wander si osserva le dita dei piedi, perplesso.
Per vergogna, quelle sprofondano un po' nella sabbia. La sensazione non è spiacevole.

Wander scalcia via i calzari allentati. I piedi sprofondano ancora: la terra fresca lo accoglie in sé.
Le sue orme tracciano una linea irregolare sulla battigia e lasciano radici di oscurità, stanchezza, solitudine, che scendono profonde e nere come il sangue. Tutto fluisce lontano, lontano da lui, al ritmo dei suoi passi e delle onde, che presto è uno solo.

Agro nitrisce da lontano.
Svuotato, Wander si volta e gli sorride.





Pace di mare



Le onde lo accolgono, lo accarezzano. Rinfrescano. Capelli bagnati sulla fronte. L'acqua salata pulisce la sua pelle.
Wander ricorda un altro mare, lontano negli anni e nelle miglia. Si ripete, colpevole, che ricorda tutto: non la sta abbandonando, solo ricerca un'ultima bracciata, allontanarsi nel blu per vedere che costa si nasconde dietro il promontorio e, forse, nuove terre oltre ancora...
Ma una corrente calda lo prende con sé e lo riporta ruzzolando a riva assieme alle onde, coscienza supplente quando la sua si è assopita nell'immensità del confine del mondo.

Wander non capisce la terra. Incrostato di sabbia, si avvia.






























La prima è di 105, ma non credo che sia mai morto nessuno per questo.
La penultima frase parte dal plausibile presupposto che Wander si sia reso conto di fare un torto a quella terra con la sua missione... "ma come, prima mi avversa e ora mi riporta in carreggiata?"
Il titolo invece si rifà al Colossalbero che sta sopra l'arena di Dirge, uscita ovest, da cui ha inizio la fanfiction. Wander non lo vede perché è tonto, ma è lì. La spiaggia a nord-ovest, coi suoi ponti e il suo canalone, è il mio angolino preferito di Ancient Land e l'albero che ne segna il principio mi sembra un po' il suo custode.
   
 
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