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Autore: lucketta    11/04/2020    1 recensioni
Erano passati due mesi, due tremendi mesi... l'assenza e la sofferenza era diventata la sua migliore amica. Come si può andare avanti?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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salve…. sono molto ispirata in questo periodo, spero vi piaccia… 



Erano passati quasi due mesi dalla II Guerra Magica, ed erano stati i due mesi più brutti della sua vita.
Non avrebbe mai pensato di essere capace di portare tutta quella sofferenza nel petto, spesso gli dicevano che fosse troppo immaturo e insensibile per capire come le emozioni e i sentimenti ti potessero sconvolgere la vita. 
Ma Ronald Weasley non avrebbe mai voluto capire, sarebbe voluto restare un adolescente immaturo ed insensibile a vita, perchè non riusciva ad affrontare il vuoto e il dolore che la morte di Fred aveva portato con sè.
In casa la situazione era ormai insostenibile, la Tana era diventata triste e silenziosa, e a Ron, ogni volta che oltrepassava l’uscio di casa, mancava il respiro, sentiva un peso cadergli nel petto e il cuore battere forte nella carotide, come se la casa fosse infestata da Dissennatori e una profonda paura ed inquietudine gli oltrepassasse il corpo e gli trafigesse il cuore, non riusciva più ad avere un piccolo briciolo di tranquillità. 
Spesso quando rientrava indugiava sullo zerbino di casa e faceva dei bei respiri, Hermione gli aveva detto che era semplicemente ansia e che i fisiologi,psigolioci, o psicologi, non ricorda come si pronuncia, consigliavano di controllare il respiro per calmare i battiti del cuore e cercare, sembra stupido dirlo, ma di calmarsi, che non c’erano pericoli e che era tutto frutto della sua mente.
Che strani i medici babbani e che strane idee avevano, ma questa buffa e semplice tecnica funzionava, Ron riusciva a calmarsi sempre più spesso controllando il respiro e svuotando la mente.
Harry spesso lo invitava a Grimmuald Place per passare un po’ di tempo insieme, dinnanzi una burrobirra. Qualche volta uscivano e si perdevano tra i negozi babbani di Londra. Ron era sempre così curioso di capire e vedere come vivevano i babbani e che strambe invenzioni collezionavano. Ma nonostante ciò non si sentiva mai entusiasta, non era mai profondamente contento… spesso di domandava se avesse mai riso di nuovo, se potesse mai essere ancora solare e spiritoso come il vecchio Ron.
In più si sentiva in colpa, non sapeva cosa fosse giusto fare: uscire e provare a distrarsi o restare e aiutare la propria famiglia come faceva Ginny.
Sua sorella sapeva benissimo quale fosse il suo compito: occuparsi della casa e della famiglia e soprattutto della madre. Ron le aveva sempre invidiato la risolutezza e la caparbietà, Ginny incarnava la perfetta Grifondoro, era forte, coraggiosa e spavalda e mai egoista. Aveva capito che la sua priorità in quel momento fosse preoccuparsi della sua famiglia e cercare di leccarsi via le ferite silenziosamente.Ma Ron sempre più spesso la sentiva chiudersi in camera e singhiozzare, non aveva mai il cuore di entrare e ritrovarla in lacrime. Non poteva vedere la sorella in quello stato, sì Ronaldi Weasley era un vero vigliacco di fronte i sentimenti degli altri, ma non era per cattiveria e nemmeno per egoismo, non riusciva a vedere crollare sua sorella, perchè sapeva che se avesse avuto la certezza che Ginny crollasse lui non poteva avere nemmeno più un briciolo di speranza e di forza per affronatare quella situazione.
Ma una sera Ginny dopo aver preparato la cena, aver sistemato la cucina decise di uscire fuori in giardino, per respirare la leggera brezza estiva. Non potè fare a meno di guardare il cielo e piangere, le capitava così tanto spesso, immaginava suo fratello Fred che la guardava da lassù, che fosse uno di quei miliardi di punti gialli e che qualunque cosa potesse accaderle nella vita lui vegliasse su di lei da lassù.
Ma Ginny piangeva soprattutto per suo fratello George, non riusciva a sopportare la sua sofferenza, non riusciva ad immaginarlo tutto solo lì in quell’appartamento sopra il negozio Tiri Vispi Weasley. Aveva preso a scrivergli quasi due volte al giorno per capire come stesse, se mangiasse, se si distraesse...ma George non le rispondeva sempre a tutte le lettere, il chè rendeva Ginny preoccupata e impaziente.
E poi la mamma...la mamma era così… così scostante, rabbiosa e triste che era un vero dolore osservarla. Anche se Molly passava ormai più tempo nella stanza di Fred e George che in altre zone della casa, sempre più  spesso Ginny doveva posarle un piatto con del cibo fuori dalla porta della stanza, perchè la mamma non sopportava di distaccarsi neppure un paio di minuti dal cuscino di suo figlio tragicamente morto.
Ron era in religioso silenzio appollaiato sulla poltrona, guardò curioso sua sorella dirigersi fuori, con una felpa leggera sulle spalle, e sedersi sui gradini. La osservò guardare le stelle e un moto di dolcezza e tenerezza lo spinse ad alzarsi e raggiungerla.
Prese due burrobirre dalla dispensa e con un sorriso appena accennato si sdette accanto a lei.
“Ehi” le disse con un sorriso tirato “cosa fai qui fuori? Dovresti riposare un po, hai gli occhi gonfi e stanchi”
“Fratellino..” disse con un po’ di sorpresa a Ron appena si fu sedetuto accanto a lei
“E’ una serata magnifica… è un peccato chiudersi in camera” e con tristezza guardò su in direzione della finestra della sua camera
“Come va?... Non abbiamo parlato tanto in questi ultimi tempi…” disse Ron con un velo di colpa negli occhi
“Oh beh…” rispose Ginny con una leggera sorpresa per quella domanda 
“Non abbiamo avuto molto tempo per parlare, siamo stati così occupati…” disse rompendo la frase con un sospiro. 
“Sai Gin, sei davvero una ragazza magnifica… sono davvero orgoglioso di essere tuo fratello. Tu, in questa situazione, cioè così,  in questa casa, sei l’unica che riesce ad essere forte… sei una vera roccia” disse Ron con un sorriso adesso più ampio e sincero
“Ronnie…” disse Ginny stringendolo in un abbraccio che mal celava tutta la sua preoccupazione, non voleva piangere e non voleva crollare sotto gli occhi dell’ultimo figlio Weasley, sapeva benissimo che Ron non sopportava le lacrime. In quei giorni aveva cercato in tutti i modi di non farsi scoprire dal fratello con gli occhi gonfi e il viso tumefatto dal dolore...Ron aveva quell’aria così contrita… un misto di paura, rabbia e sofferenza gli copriva come un velo gli occhi. Ginny si domandava spesso quando lo avrebbe visto di nuovo sorridere.
Ron sentì il corpo della sorella irrigidirsi e comprese che stava trattenendo le lacrime
“Lo so di non essere il fratello che vorresti, ma Gin io ci sarò sempre per te! Se la mia sorellina…”
“ Lo so Ron, lo so… anche io, sai… beh..”disse con un pò di imbarazzo “anche se non sono affettuosa e, e amorevole, io… io ci sarò sempre per te fratellino”
I due fratelli rimasero abbracciati per un po’, fin quando Ron le disse, per rompere un po’ d’imbarazzo che si era creato
“Ehi..ho portato le burrobirre… si faranno calde se…” 
Ginny sciolse l’abbraccio con le lacrime che le solcavano il viso, e con una punto di divertimento gli disse
“Si..hai decisamente ragione… non c’è niente di meglio di una burrobirra fredda sotto il cielo d’estate”
Ma avevano appena stappato le burrobirre che improvvisamente successe qualcosa che nè Ron, né Ginny avrebbero potuto prevedere.
Udirono un gran fracasso provenire dal piano di sopra, il loro padre Arthur urlava e sbraitava, battendo le mano contro la porta chiusa da un incantesimo di sua moglie Molly.
“Non puoi continuare così, non puoi chiuderti in quella maledetta stanza….” urlò Artur con la voce rotta
“Non posso?” strillò la moglie “Non posso? Io ho perso un figlio, Arthur, io ho perso mio figlio” continuò Molly con un gridolino e la voce profondamente rotta dal pianto
“Noi abbiamo perso un figlio Molly… non era solo tuo figlio… anche io ho perso mio figlio… e sto perdendo anche mia moglie” disse ormai con le lacrime che gli solcavano il viso
“e non posso permettermelo.. io ho bisogno di te, noi abbiamo bisogno di te... George ha bisogno di te”
A quelle parole Molly trasalì… lei una donna sempre pronta a difendere i propri figli, una donna forte e coraggiosa si era chiusa in camera come una vigliacca e aveva dimenticato, crogiola nel suo dolore, che aveva ancora altri sei figli a cui badare… altri sei figli ai quali non aveva dato attenzione, non aveva fatto una carezza e non aveva protetto da quel dolore così forte e lancinante. Sì, la sua famiglia aveva bisogno di lei, George aveva bisogno di lei. 
 
  
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