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Autore: Roxanne Potter    11/04/2020    4 recensioni
[Storia partecipante al contest “Prof. Lei com’era da giovane?” indetto da Marika Ciarrocchi/AngelCruelty sul forum di EFP]
I Malandrini hanno appena passato insieme la loro prima luna piena e decidono di festeggiare l'evento con un brindisi particolare ai Tre Manici di Scopa.
Accenni Wolfstar.
-Siete scemi? Madama Rosmeta lo sa che non abbiamo diciassette anni, non ci farà mai entrare. E poi come pretendete di spiegare la nostra assenza al banchetto in Sala Grande?
-Hai centrato il punto. Fatti venire un'idea. Noi dobbiamo trovare il modo di andare a quella festa.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La luce del sole filtrava attraverso le vetrate della sala comune di Grifondoro, riverberandosi sul pavimento di legno polveroso e sugli arazzi scarlatti che ricoprivano le pareti. Il silenzio era infranto solo dallo scalpiccio del pony di Sir Cadogan e dalle urla estasiate del cavaliere, che da circa mezz'ora si stava divertendo a far correre l'animale da un lato all'altro del quadro.
Remus Lupin sedeva su una poltroncina in un angolo della sala, con il naso affondato in un grosso volume dalla copertina verde, fragile e consunta. Davanti a lui, un tavolino ricoperto di pergamene, piume e quaderni fitti di appunti.
Ignorando gli schiamazzi di Sir Cadogan, che adesso stava gridando al suo pony di essere lento come una lumaca e indegno di appartenere a un cavaliere della Tavola Rotonda, Remus girò una pagina del libro e tirò un sospiro di sollievo; il capitolo sull'incanto Geminio si concludeva lì, con un futile elenco di note bibliografiche. Vi diede un'occhiata fugace, poi mise via il libro e afferrò piuma e pergamena.
Quanti righi ci ha chiesto la McGranitt? Quaranta, se non sbaglio...
Si ritrovò a tentennare, rigirandosi la piuma tra le dita e guardando verso la finestra, da cui riusciva a scorgere una fetta di cielo azzurro e il profilo delle montagne in lontananza. Una parte di lui avrebbe voluto essere a Hogsmeade insieme a James, Sirius e Peter, a godersi quel tempo insolitamente buono per una giornata d'autunno. Ma non se l'era sentita di arrivare a piedi fino al villaggio; l'ultima luna piena lo aveva lasciato spossato, con tagli e graffi lungo le braccia e una stanchezza fisica ancora fin troppo pressante.
Certo, per altri versi quella luna piena si era rivelata completamente diversa dalle precedenti.
Remus sorrise, ricordando la sera di fine settembre in cui James, Sirius e Peter lo avevano trascinato in un angolo del parco di Hogwarts e si erano trasformati rispettivamente in un cervo, un cane e un topo.
-Finalmente ci siamo riusciti!- aveva esclamato James dopo aver ripreso le sue sembianze umane. -Giusto in tempo per la tua prossima tintarella di luna.
Quella di tre notti prima non era iniziata come una “tintarella di luna”; l'impulso cieco che si impadroniva di lui al termine di ogni trasformazione aveva spinto Remus a conficcare gli artigli nella sua stessa carne – perché era questo che la sua mente ridotta a uno stato primordiale aveva imparato ad associare alle trasformazioni, il dolore che infliggeva a se stesso .
Era stato un odore di sangue, mai sentito prima nelle stanze della Stamberga, a riscuoterlo. Remus aveva lanciato un ululato e si era scagliato contro Sirius, o meglio quello che ai suoi occhi non era altro che un grosso cane nero.
Sirius gli era sfuggito per un soffio e Remus si era trovato immobile davanti a una parete vuota, mentre un barlume di raziocino si accendeva dentro di lui. Le presenze animali che aveva iniziato a percepire intorno a sé erano riuscite pian piano a calmarlo. Gli ci erano volute tutte le sue forze per aggrapparsi alla sua parte umana e recuperare l'autocontrollo, ma alla fine ce l'aveva fatta e quella notte si era rivelata la più bella della sua vita; una notte in cui, per la prima volta dopo anni, la luna piena che splendeva nel cielo gli era apparsa come il volto dolce di un'amante e non quello di un'aguzzina.
Remus sentì l'umore che schizzava di colpo alle stelle. Beandosi di quella rinnovata energia mentale, intinse la piuma nel calamaio e iniziò a scrivere il titolo del tema.
Forse se ci metto anche un bel sottotitolo posso strappare una E...
-LUNASTORTA!
Fece un balzo e la piuma gli cadde di mano, schizzando d'inchiostro la pergamena immacolata.
-Si può sapere cosa...
Voltandosi, si trovò davanti James; il sorriso allegro, gli occhiali storti sul naso, i capelli neri sparati da tutte le parti. Alle sue spalle, Sirius e Peter confabulavano tra loro con aria eccitata.
-James, mi hai fatto prendere un colpo. Non vi ho neanche sentiti entrare!
Il ragazzo ghignò, passandosi una mano tra i capelli.
-Già, l'abbiamo notato.
-E poi che sarebbe Lunastorta? Sarei io?
-Sì, mi sembrava un nomignolo adatto a te. Sai, adesso anche noi stiamo cercando di trovarci dei soprannomi. Qualcosa che si adatti... al nostro nuovo stile.
-E si può sapere come mai siete tornati così presto da Hogsmeade?
James afferrò delicatamente il braccio di Remus.
-Andiamo in camera. Dobbiamo dirti una cosa e non voglio che questi quadri ci sentano parlare.
Sentendosi pizzicare dalla curiosità, Remus abbandonò libri e pergamene sul tavolo e seguì James, Sirius e Peter fino al dormitorio. Una volta lì, si sedette sul letto e squadrò i tre ragazzi che gli stavano davanti; James si stava frugando nella tasca della veste mentre Sirius e Peter avevano ricominciato a confabulare. Della loro conversazione riuscì ad afferrare solo un “Se provassimo...” di Sirius e un“Sì, sarebbe fantastico!” di Peter.
-Allora? Che sta succedendo?
James estrasse dalla tasca un volantino arancione e glielo sventolò davanti al naso.
-Abbiamo trovato questo a Hogsmeade.
Remus prese il volantino. I bordi erano decorati da una serie di disegnini animati; coppie di scheletri danzanti e zucche i cui occhi cavi si illuminavano a intermittenza di una spettrale luce violetta. Al centro c'erano delle scritte vergate con uno scintillante inchiostro rosso sangue.

FESTEGGIA HALLOWEEN AI TRE MANICI DI SCOPA
PER IL VOLO PIÙ “DA BRIVIDO” DELL'ANNO
INIZIO SERATA = 8:00
PRIMA ORDINAZIONE GRATUITA
NO BURROBIRRA, SOLO VERI ALCOLICI
INTRATTENIMENTO MUSICALE OFFERTO DAL DUO “THE INFERI TWINS”
INGRESSO SEVERAMENTE VIETATO AI MINORENNI

-Carino.- disse Remus, sollevando lo sguardo su James. -Non sapevo che esistesse un gruppo musicale chiamato Inferi Twins. È qualcosa che Sir Cadogan non deve sapere? Mi avete fatto salire qui per questo?
-Certo che no!- James alzò gli occhi al cielo. -Remus, stiamo pensando di andarci. Di andare alla festa.
Remus inarcò un sopracciglio; si era aspettato quella risposta ma aveva voluto credere fino in fondo che i suoi amici non fossero completamente usciti di testa.
-Siete scemi? Madama Rosmeta lo sa che non abbiamo diciassette anni, non ci farà mai entrare. E poi come pretendete di spiegare la nostra assenza al banchetto in Sala Grande?
-Hai centrato il punto. Fatti venire un'idea. Noi dobbiamo trovare il modo di andare a quella festa.
James si sedette accanto a Remus e gli passò un braccio intorno alle spalle, rivolgendogli uno sguardo in cui si mischiavano orgoglio e affetto.
-Abbiamo appena trascorso la nostra prima luna piena insieme. È stato l'evento più importante dei nostri scarsi quindici anni di vita. Quale miglior modo di festeggiare se non un bel brindisi ai Tre Manici di Scopa? Con dell'alcol vero, la band preferita di Sirius e la meravigliosa visione di Madama Rosmeta?
Remus si lasciò scivolare il volantino nella tasca dei pantaloni e suo malgrado sorrise. L'idea era incredibilmente allettante, soprattutto perché lui non era mai stato a una festa né aveva mai ascoltato una band dal vivo, ma non c'era modo di metterla in pratica.
-Dai, James. A Hogsmeade ci si può arrivare tranquillamente dopo il coprifuoco, ma mica potete trasformarvi in Animagi per entrare ai Tre Manici di Scopa. Perchè non ci andiamo il prossimo fine settimana a brindare con le Burrobirre?
-Ti prego, Remus.- Sirius aveva parlato con il tono dolce che utilizzava sempre quando voleva convincerlo a fare qualcosa, gli occhi che tremolavano come quelli di un cane bastonato. -Ci tengo a vedere gli Inferi Twins, sono irlandesi e non vengono in Scozia da un sacco di tempo. E poi non possiamo brindare a una cosa tanto importante con le Burrobirre.
James allontanò il braccio dalle spalle di Remus e annuì con aria di approvazione.
-Giustissimo, Sirius. Senza contare che siamo degli Animagi fuorilegge che hanno fatto compagnia al loro amico lupo mannaro durante la luna piena. Figuriamoci se non troviamo il modo di imbucarci a una festa.
Remus si prese la testa tra le mani e sospirò, chiedendosi come fosse possibile che James e Sirius, con i loro discorsi, riuscissero sempre a tirare fuori il lato più sconsiderato di lui.
-Beh... presumo che si possa trovare un modo.- disse infine, sapendo che si sarebbe ben presto pentito di quelle parole. -Avete già delle idee per aggirare Rosmeta?
Peter sorrise ed esclamò; -Io ne ho una! Perché non falsifichiamo un permesso con le firme dei professori?
Sirius si schiaffò una mano sulla fronte e Remus iniziò a ridacchiare; nonostante l'idea fosse fallace, non poteva non ammirare la convinzione e l'entusiasmo di Peter.
-Peter, Madama Rosmeta oltre alle tette ha un cervello.- disse Sirius in tono sarcastico. -Beh, anche se non lo avesse, non crederà mai che Silente, la McGranitt o chicchesia siano disposti a firmarci un permesso del genere.
Il viso di Peter perse di colore e i suoi occhietti acquosi si colmarono di delusione e imbarazzo.
-Ah. Hai ragione.
-Dai, almeno ci hai provato.
Sirius arruffò i capelli di Peter e lui ricominciò a sorridere.
-Altri piani, gente?- fece James, dando una leggera gomitata a Remus.
-Non lo so.- Remus iniziò a tamburellare le dita sul ginocchio -Mi sembra ancora un'idea così folle...
Folle, certo, ma non più folle che consentire ai suoi amici di diventare Animagi fuorilegge e passare con loro le notti di luna piena, con tutti i rischi che quella decisione avrebbe comportato.
Un improvviso, sincero desiderio di partecipare a quella festa gli esplose e gli bruciò dentro.
Ho quindici anni, per Merlino. Perché devo farmi tutti questi problemi solo perché voglio divertirmi un po'? Perché devo recitare la parte del ragazzino tranquillo e responsabile che non sono?
-Potremmo mascherarci e truccarci per bene.- stava dicendo James. Remus lo ascoltava, tenendo lo sguardo fisso sulle dita che continuava a tamburellare sul ginocchio. -Ma Rosmeta potrebbe riconoscerci dalle voci... e io non ho idea di come modificare la voce con la magia.
Le voci. Ma certo. Cambiare le voci.
Remus alzò la testa di scatto.
-Ragazzi, sapete cos'è la Pozione Polisucco?
-Certo che sì.- risposero James, Sirius e Peter in coro.
-Ottimo. Dovete sapere che vi fa assumere non solo l'aspetto di un'altra persona ma anche la sua voce. Detto questo... lunedì Lumacorno stava parlando con una ragazza del settimo anno. L'ho sentito dire che studieranno la Pozione Polisucco a gennaio e che lui ne ha già alcune scorte pronte nel suo studio. E se provassimo a procurarcene un po'? Poi potremmo strappare i capelli a qualche ragazzo maggiorenne... e falsificare un permesso, come ha già proposto Peter.
Alle sue parole seguì un silenzio teso, durante il quale James, Sirius e Peter si guardarono con gli occhi spalancati.
Ecco, lo sapevo. Questo è troppo persino per loro. Anzi, non avrei neanche dovuto proporlo...
-LUNASTORTA! Ma sei un genio!
James gli si buttò addosso e lo stritolò in un abbraccio. Poi si scostò e saltò in piedi; iniziò a camminare in cerchio davanti al letto, gli occhi illuminati da un'estasi quasi selvaggia.
-Come ho fatto a non pensarci prima? Sei davvero un genio, un fottutissimo genio...
-Buona idea.- commentò Sirius. -L'unico problema da tenere in considerazione è che Rosmeta potrebbe comunque insospettirsi e contattare la scuola. Da quel che ne so, i professori non hanno mai permesso a nessuno di andare a Hogsmeade di sera, neanche agli studenti maggiorenni.
-Ecco, non ci avevo pensato...- mormorò Remus, passandosi una mano tra i capelli. -Scusate, era un'idea un po' cretina.
-No. Invece si può fare.
Tre paia d'occhi si puntarono su James, che si era fermato al centro della stanza con le mani sui fianchi e si mordicchiava il labbro con aria pensosa.
-James, ma che dici?- ribatté Remus. -Non è realizzabile, dobbiamo trovare un altro modo...
-Invece io ti dico che è realizzabile.
-Vuoi davvero rischiare che Rosmeta contatti la scuola e...
-Ma non avete capito?
James rise davanti alle espressioni vacue che gli restituirono i suoi amici.
-Non ci trasformeremo in studenti del settimo anno, ragazzi. Ci trasformeremo nei professori.

*

-Io credo che dovremmo lasciar stare. Dico sul serio, James, le possibilità che qualcosa vada storto sono troppo grosse... potremmo essere espulsi, o peggio, uccisi dalla McGranitt... ti immagini come reagirebbe se...
-Peter, smettila.
James spinse via un arazzo e marciò lungo il corridoio deserto, la borsa dei libri che gli ciondolava dalla spalla. Peter gli trotterellò dietro, mangiucchiandosi le unghie e guardandosi intorno con aria nervosa, come aspettandosi che da un momento all'altro la McGranitt sarebbe sbucata dalle pareti e avrebbe iniziato a inseguirli con pala e picco. Remus e Sirius si scambiarono un sorriso divertito prima di seguire i due ragazzi.
Era passata una settimana da quando avevano deciso, seppur con un certo remore da parte di Peter e un senso di colpa che Remus aveva occultato dentro di sé, di rubare la Pozione Polisucco e procurarsi i capelli di quattro professori.
La prima parte del piano era filata liscia come l'olio; messa a tacere la voce della coscienza, Remus aveva fatto esplodere un gabinetto del primo piano con la magia e poi era corso nell'ufficio di Lumacorno. (“Professore, Pix l'ha combinata davvero grossa stavolta... non sono neanche riuscito ad aprire la porta... ho paura che qualcuno possa essere rimasto ferito lì dentro...”)
Sirius e Peter erano rimasti di guardia in corridoio mentre James, nascosto sotto il Mantello dell'Invisibilità, si infiltrava nell'ufficio di Lumacorno.
Quella sera, in dormitorio, i ragazzi avevano ammirato il bottino conquistato da James; un fiasco di succo di zucca riempito fino a metà di Pozione Polisucco.
Era stato più complicato capire come procurarsi i capelli senza farsi beccare; Peter aveva pian piano perso la sua botta iniziale di entusiasmo e si era mostrato più terrorizzato che mai all'idea di farsi scoprire dai professori mentre tentava di strappare loro i capelli.
Alla fine, più per il bene di Peter che per reale convinzione, avevano preso un accordo; se entro la sera del trenta ottobre non fossero ancora riusciti a procurarsi i capelli necessari, avrebbero rinunciato all'idea di andare a Hogsmeade.
-Halloween è dopodomani – stava dicendo Peter, mentre il gruppo passava davanti all'arazzo di Barnaba il Babbeo bastonato dai troll. -Non riusciremo a farci venire una buona idea in tempo. Dovremmo calcolare un sacco di fattori, beccare i professori da soli, al posto giusto e al momento giusto... tra l'altro non abbiamo ancora deciso in chi...
-Peter.- James si girò per lanciargli un'occhiata e continuò, abbassando la voce: -Io e Sirius abbiamo già i capelli di quattro professori.
Peter si bloccò di colpo in mezzo al corridoio. Remus si fermò a sua volta, appena in tempo per non andare a sbattergli addosso, e guardò James a bocca spalancata.
-Cosa?- fece Peter.
-Perché non ce lo avete detto?- aggiunse Remus.
-Beh, non è ovvio? Volevamo l'effetto sorpresa.- Sirius scrollò le spalle, con un sorriso noncurante, e indicò una porta socchiusa a pochi passi da loro. -Su, andiamo a definire i dettagli del piano.
La porta si apriva su un'aula lunga e stretta, con i banchi di legno tarlato e una lavagna ricoperta di simboli runici. Una lampada penzolava dal soffitto, gettando una luce soffusa e giallognola sui muri di pietra umida.
Remus, dopo aver lanciato un Colloportus sulla serratura della porta e un Muffliato verso le pareti, fece levitare due sgabelli, spostandoli davanti al banco dove James e Sirius si erano seduti, facendo ciondolare le gambe in aria. Mentre Remus e Peter si sedevano, Sirius tirò fuori dalla tasca del mantello un cofanetto di legno scuro, con su inciso lo stemma dei Black.
-Un vecchio e stranamente utile cimelio di famiglia.- disse allegramente. -Qualsiasi cosa si trovi al suo interno può essere spostata ed estratta solo da mani umane. Anche se dovessi scuotere il cofanetto o buttarlo a terra, i capelli rimarrebbero esattamente al loro posto.
Lo aprì, svelando un rivestimento di velluto rosato sul quale rilucevano un capello bianco, un capello grigio e due capelli neri come la pece.
-Wow!- esclamò Peter. -Si può sapere come ve li siete procurati?
-Ci siamo nascosti sotto il Mantello dell'Invisibilità, ci siamo appostati a una certa distanza dai professori e abbiamo usato un incantesimo di Appello.- Sirius richiuse il cofanetto e se lo fece scivolare in tasca. -Adesso passiamo alla parte importante. Chi si trasformerà in chi? Possiamo scegliere tra Silente, la McGranitt, Lumacorno e Vitious.
James tossì e raddrizzò le spalle, con aria fiera.
-Io voglio essere Silente.- disse deciso. -So di poter recitare bene nei suoi panni. Fidatevi di me. In questi giorni ho studiato il suo modo di muoversi e di parlare. Peter, tu che ne dici di trasformarti in Vitious? Sai, la statura è più o meno quella.
Peter ridacchiò e annuì freneticamente. C'era ancora una punta di preoccupazione nel suo sguardo e Remus non poteva dargli torto; nonostante la sua voglia di gettarsi in quella follia fosse più forte dei remori, l'improvvisa tensione che sentiva allo stomaco non poteva dipendere solo dall'entusiasmo.
-Bene.- disse Sirius, incrociando le braccia al petto. I suoi occhi incontrarono quelli di Remus, che in una frazione di secondo si rese conto di cosa stava per succedere. -Allora a me spetta...
-Io prendo Lumacorno!
Remus, James e Peter scoppiarono a ridere. Sirius impallidì e lasciò ricadere le braccia lungo i fianchi. Dopo un po', vedendo che i suoi amici non accennavano a interrompere le risate, si strinse nelle spalle e si rigirò un ricciolo nero intorno al dito.
-Beh, alla fine ha senso, abbiamo lo stesso colore di capelli.- ironizzò. -E poi la McGranitt non è così brutta e neache vecchia. Certo, non è neanche giovanissima e attraente... se solo avessimo almeno una professoressa davvero giovane e attraente...
-In quel caso me la sarei presa io.- lo interruppe James con un lampo di divertimento negli occhi.
-Sai, James, tu dovresti usare la Pozione Polisucco per trasformarti in Lily Evans. È l'unico modo in cui puoi sperare di vederla nuda. Ahi!
Sirius si massaggiò la nuca dove James l'aveva leggermente colpito, rivolgendo all'amico una finta espressione offesa.
-Dai, stavo scherzando.- disse, lasciandosi sfuggire una risata simile a un latrato. -Torniamo alle questioni serie. Ovvero, come giustificare il nostro ritardo alla festa in Sala Grande. Penso che nel pomeriggio dovremmo farci vedere mentre studiamo in sala comune e ci lamentiamo di non aver finito i compiti per il due novembre...
-Io potrei rendere il teatrino più convincente.- disse Remus, indicandosi la spilla da Prefetto che gli brillava sulla divisa. Non che in quel momento si sentisse poi così degno di portarla. -Sarebbe poco credibile dire che vi ho messi in punizione, ma posso fingere di essere incazzato con voi e di volervi costringere a finire i compiti prima di scendere per la festa.
-Buona idea.- commentò Sirius. Gli fece l'occhiolino e Remus sentì una strana contrazione nelle viscere che attribuì all'ansia. -Quando la sala comune si sarà svuotata, Peter e io ci trasformeremo. James e Remus possono mettere il Mantello. Poi usciremo per raggiungere il Platano Picchiatore, arriveremo alla Stamberga, prenderemo la Pozione Polisucco e andremo dritti ai Tre Manici di Scopa...
-A quel punto dobbiamo iniziare a recitare per bene.- lo interruppe James. -Ho già in mente un paio di battute da rifilare a Madama Rosmeta quando verrà a chiederci cosa diavolo ci facciamo lì. Ricordate, l'effetto della pozione dura un'ora. Abbiamo il tempo di berci un paio di cose e ascoltare qualche canzone della band prima di tornare alla Stamberga e aspettare che l'effetto svanisca. Poi torneremo al banchetto e ci scuseremo con i Grifondoro per il ritardo.
Vale davvero la pena fare tutto questo casino per passare mezz'ora a una festa?, si ritrovò a pensare Remus.
-Ricordate che non possiamo rischiare di ubriacarci.- aggiunse Sirius con un'aria triste. -Però per sicurezza lascerò un po' di Pozione Temperante alla Stamberga. Annulla quasi del tutto le sbronze pesanti, quindi ci permetterà di tornare come nuovi se saremo solo un po' brilli. Allora, come vi sembra il piano? Siamo tutti d'accordo?
Remus guardò Peter, che si stava mordendo le labbra, e seppe che entrambi stavano pensando la stessa cosa; c'erano tante, tantissime cose che potevano andare storte in quel piano. Se fossero stati scoperti, il preside li avrebbe espulsi immediatamente.
Forse è colpa mia. Sono stato io a uscirmene con l'idea della Pozione Polisucco e poi mi sono fatto trascinare...
Eppure, al tempo stesso, la voglia di fare qualcosa di così stupido, folle e rischioso lo attirava come una calamita e gli faceva ribollire il sangue delle vene.
-Mi sta bene.- disse d'impulso. Peter sospirò e fece un cenno d'assenso con la testa.
-Va bene anche a me. Però c'è qualcosa che non mi torna. Come facciamo con i vestiti?
Sirius saltò giù dal banco e si avviò verso la porta, con la bacchetta in mano e un sorriso disinvolto sulle labbra.
-Avete presente il pacco che mi è arrivato stamattina? Avevo scritto a Kreacher ordinandogli di mandarmi dei vecchi vestiti e di non farne parola con i miei genitori. Se le taglie non andranno bene, li modificheremo al momento con la magia. Ora muoviamoci, che se arriviamo tardi a cena non troviamo il dolce.

*

Ma chi cazzo me lo ha fatto fare?
Remus camminava, o meglio, traballava lungo la stradina sterrata che si inoltrava tra prati incolti e scendeva verso il villaggio di Hogsmeade.
Era stato già abbastanza traumatico sentire il suo corpo smilzo allungarsi e gonfiarsi come un pallone; adesso camminare stabilmente su quelle gambe simili a grossi prosciutti si stava rivelando un'impresa. I baffetti gli pizzicavano le narici e il suo collo, non più coperto dai capelli che di solito lasciava sciolti fino alle spalle, era esposto ai sibili sferzanti del vento.
Si guardò le mani, stupendosi ancora una volta nel vederle così grosse e ruvide. Poi portò l'attenzione sul terzetto che gli stava davanti.
James era in testa al gruppo; una lunga veste blu avvolgeva la sua figura longilinea e la lunga chioma di un bianco argenteo sembrava quasi risplendere alla luce della luna. Avanzava con un passo fin troppo rapido e baldanzoso per poter essere il vero Albus Silente.
Meno male che aveva studiato il suo modo di muoversi...
Dietro di lui, Sirius in versione professoressa McGranitt, con un vestito verde scuro e i capelli raccolti in una crocchia. Peter gli camminava accanto; era una fortuna che fosse poco più alto di Vitious, così non avrebbe dovuto temere che la camicia e i pantaloni gli esplodessero addosso quando si fosse ritrasformato.
Per Merlino. Cosa diavolo stiamo facendo? E soprattutto perché lo stiamo facendo?
Remus sospirò. Adesso che vi si ritrovava immerso fino al collo, la situazione gli appariva per quello che era; non un geniale escamotage, ma un'assurdità che lui aveva stupidamente contribuito ad alimentare.
Ma ormai non poteva più tirarsi indietro; avevano raggiunto la via principale di Hogsmeade, deserta come il resto del villaggio. Avanzarono in religioso silenzio tra i cottage con le zucche appese alle porte e i negozi con le serrande abbassate.
-Ragazzi...
La vocetta del professor Vitious spezzò il silenzio e Remus sentì il cuore fare un balzo.
Cretino. È Peter. È solo Peter.
-Ragazzi...- ripeté Peter in un sussurro. -Secondo me siamo ancora in tempo per cambiare idea e tornare dritti al castello. Siete ancora sicuri...
-Sì, professor Vitious. Siamo sicuri.- Sirius lo guardò con un cipiglio severo. -Non aggiunga altro o potrei metterla in punizione.
-Fate silenzio, ci siamo!- intimò James, indicando il pub poco distante.
Accellerarono il passo e si fermarono davanti ai Tre Manici di Scopa, dal cui interno provenivano i riverberi di una musica cupa e martellante.
-Mantenete la calma, so cosa fare.- disse James, agitando una mano davanti al viso in un gesto noncurante; al dito gli scintillava un vecchio anellino d'argento, che aveva deciso di tenere perché “questa roba è molto in stile Silente, vero?”
Remus sentì un sudore freddo impregnargli la fronte e il cuore gli martello più forte che mai mentre James spingeva la porta ed entrava insieme a Sirius. Tirò un respiro profondo e, cercando di ignorare il suo battito cardiaco ormai impazzito, li seguì oltre la soglia.
Rimase fermo a bocca spalancata; un senso di meraviglia gli riempì mente e corpo, scacciando via ogni barlume d'ansia.
Si era aspettato di trovare il pub illuminato come sempre e solo un po' più affollato del solito.
Invece la sala era immersa in una cupa luce bluastra, piena di zucche fluorescenti e piccoli gnomi infagottati in abiti neri che fluttuavano in aria come le candele nella Sala Grande.
I tavoli erano stati accatastati sulla sinistra. Le persone che li occupavano vestivano di nero, viola o blu; un mago con la faccia ricoperta di cerone sorseggiava da un calice ricolmo di vino, mentre la strega seduta al suo fianco tendeva le mani nel tentativo di afferrare gli gnomi fluttuanti, che digrigavano i denti e si ritraevano alla sua vista.
Note di chitarra metalliche, pesanti come piombo, rimbombavano contro le pareti e facevano vibrare il pavimento. Remus guardò sulla destra; una piccola folla danzava e saltava davanti al palco su cui si stavano esibendo gli Inferi Twins.
Il cantante, seduto a gambe incrociate sul bordo del palco, emetteva dei versi gutturali nel microfono. Una criniera di capelli castani, aggrovigliati e imbrattati di quello che pareva sangue finto, gli ricadeva fino ai fianchi. Indossava un lungo abito nero, con le maniche strappate sugli avambracci e due ossa incrociate ricamate all'altezza del petto.
La ragazza al suo fianco era vestita allo stesso identico modo. Scuoteva freneticamente la testa avanti e indietro, facendo volteggiare i lunghi capelli viola, mentre le sue dita scorrevano sulle corde della chitarra a una velocità sovraumana.
-Amelia e Barnett Harrison!- mormorò Sirius con un tono quasi reverenziale. -Sono anni che sogno di vederli dal vivo...
In quel momento la canzone terminò su una lunga nota stridente e il buio completo calò su di loro. Subito dopo, il pub tornò a illuminarsi della solita luce calda e accogliente, che si spandeva dalle lanterne appese alle pareti.
Barnett Harrison balzò in piedi mentre uno scroscio di applausi e urla esplodeva davanti al palco. Si profuse in un inchino e urlò nel microfono, con una voce gioviale e allegra in contrasto con quel suo aspetto così inquietante: -Gli Inferi Twins vi ringraziano! Saremo presto di ritorno per la continuazione del nostro set!
I due fratelli misero via chitarra e microfono e saltarono giù da un lato del palco, dove furono immediatamente accerchiati dai fans.
-Poverini, volevano solo andare a bere qualcosa.- ridacchiò James. -Forza, cerchiamo un tavolo...
-Professor Silente! Ma cosa ci fa qui? E guarda, c'è anche la cara Minerva... Filius, Horace!
Il cuore di Remus perse un battito. Madama Rosmeta si era appena fermata davanti a loro, con un vassoio pieno di boccali vuoti tra le mani; aveva le unghie laccate di nero e delle ciocche verdi tra i lunghi capelli biondi.
James fu il primo a reagire. Chinò leggermente il capo in avanti e disse in tono squillante; -Cara Rosmeta! Che piacere vederla.
-Anche per me è un piacere, professore.- Rosmeta sorrise. -Ma non mi aspettavo proprio di trovarmi mezzo staff di Hogwarts nel mio pub, stasera. Niente più banchetto in Sala Grande?
-Oh, vede, abbiamo momentaneamente lasciato i nostri ragazzi nelle mani degli altri professori.- rispose James con voce pacata. -Il nostro Filius, che sta conducendo delle ricerche sul panorama musicale moderno, è da poco diventato un fan di questa curiosa band e ci teneva ad ascoltarla dal vivo.
Con la coda dell'occhio, Remus vide Peter sorridere nervosamente e iniziare a torcere i lembi della sua camicia.
-Sa, ogni tanto anche noi anziani sentiamo il bisogno di concederci una serata un po' fuori dagli schemi... ma al tempo stesso non possiamo certo illuderci di essere ancora dei giovincelli. Non ci tratterremo molto a lungo. Giusto il tempo di un drink e saremo subito di ritorno al castello.
-Mi sembra giusto, professore. Purtroppo rimane solo un tavolo libero, quello lì in fondo.
-Grazie, Rosmeta!- esclamò Remus. -Le dispiacerebbe portarci quattro bottiglie di Vino Elfico Rosso?
-Certo. Sarò subito da voi. Oh, un consiglio per la serata... occhio agli gnomi. Se fosse dipeso da me non li avrei fatti entrare nel mio pub ma il gruppo ha insistito così tanto...
Rosmeta ridacchiò e si voltò per tornare al bancone, lasciando i tre ragazzi – tranne Sirius – a scambiarsi tra loro delle occhiate confuse.
E adesso perché dovremmo stare attenti proprio agli gnomi?

*

Appena si fu seduto al largo tavolo squadrato in fondo alla sala, Remus si prese la testa tra le mani, inalò un lungo respiro e ributtò fuori l'aria, permettendo a ogni residuo di tensione di abbandonare il suo corpo.
Era andata. Ce l'avevano fatta. James era stato davvero capace di imitare Silente.
-Ragazzi, guardate!
Peter stava indicando una mensola sulla parete alle spalle di James e Sirius. Sopra vi erano due gnomi, immobili e ritti in piedi, con i corpi tozzi nascosti sotto dei costumi creati su misura; dei vestitini neri con due ossa incrociate, indentici a quelli indossati dagli Inferi Twins.
-Sono le mascotte della band!- esclamò Sirius con entusiasmo. Poi si morse il labbro, si guardò intorno e diede un colpo di tosse.
-Volevo dire... l'altra sera ho sentito degli studenti parlarne in Sala Grande.- continuò in tono pratico. -A quanto pare, gli Inferi Twins vanno in tour con un esercito di gnomi.
-E per quale ragione?- disse Remus.
-Amelia e Barnett Harrison vengono da una famiglia molto particolare.- Le sopracciglia di Sirius si aggrottarono in una perfetta imitazione del tipico sguardo critico della McGranitt. -Due anni fa i loro genitori hanno iniziato ad allevare degli gnomi nel loro giardino, invece di scacciarli. Gli gnomi sono diventati fedeli agli Harrison e adesso abitano nella loro casa come se fossero degli animaletti domestici, o dei famigli. Un comportamento molto inusuale, va contro ciò che noi crediamo di conoscere sulla natura di queste creature...
-Roba incredibile, Minerva, davvero incredibile.- disse James scrollando la testa.
-Già. Gli Inferi Twins hanno iniziato a portarsi dietro gli gnomi durante i loro tour. Un po' come mascotte, un po' come oggetti di scena per il palco. Per stasera avranno pensato che fosse una buona idea utilizzarli come decorazioni per il locale.
Gli Inferi Twins, pensò Remus con una punta di risentimento, avevano decisamente un concetto barbaro del “fare scena” durante i concerti.
-Ma sono incantati, vero?- disse, rivolto a Sirius.
-Certo. Gli piazzano un po' di incantesimi addosso per farli stare buoni. Altrimenti inizierebbero a mordere e aggredire chiunque, a parte gli Harrison...
-Ecco a voi!
Madama Rosmeta si avvicinò e poggiò sul tavolo un vassoio con quattro calici e quattro bottiglie di vino, per poi allontanarsi verso il bancone dove un ometto dallo sguardo allucinato strepitava; -Dov'è il mio Odgen? Voglio il mio Odgen ora!
Remus stappò la bottiglia, riempì il bicchiere fino all'orlo e guardò i suoi compagni, sentendosi investire da una feroce ondata di affetto per loro; lo sguardo allegro e beffardo di James brillava negli occhi azzurri di Silente, la bellezza arrogante e disinvolta di Sirius sembrava risplendere sul viso spigoloso della McGranitt e la dolcezza di Peter risaltava nel sorriso di Vitious.
James, Sirius e Peter, che non lo avevano mai guardato con disgusto e paura, che erano rimasti al suo fianco persino nel momento in cui lo avevano visto trasformarsi davanti ai loro occhi e lo avevano aiutato a tramutare la sua maledizione nel principio di qualcosa che avrebbe potuto rivelarsi la più grande benedizione della sua vita.
-Alla nostra prima luna piena.- mormorò Remus, levando in alto il bicchiere.
-Alla nostra prima luna piena.- risposero gli altri in coro.
Quando i calici tintinnarono, Remus sentì delle lacrime di gioia pizzicargli gli occhi. Le ricacciò indietro e iniziò a sorseggiare il vino, godendosi il sapore aspro e pungente; era abituato a berne un po' a cena, insieme ai suoi genitori, e riuscì a farlo andare giù senza troppi problemi.
Di colpo il buio calò di nuovo intorno a loro. Poi ci furono un'esplosione di luce bluastra, un urlo roco e un riff di chitarra sparato a tutto volume.
-We've risen from the eternal sleep, our souls in the hands of darkness, we're just brainless and bloodthirsty puppets...
La serata era appena iniziata.

*
-Everywhere we will go the flowers will die, everytime we will scream the lights will fall from the sky!
Remus, in piedi con la schiena abbandonata contro la parete, cantava a tutti polmoni il ritornello della canzone. Non aveva il coraggio di buttarsi nella piccola folla per cercare di avvicinarsi di più al palco; la testa gli girava e aveva paura che le gambe avrebbero potuto cedergli da un momento all'altro.
Non sono ubriaco. Sono solo brillo, ecco.
Dopo aver finito il vino, James e Sirius si erano offerti di pagare un altro giro e avevano ordinato altre quattro bottiglie. Ma Remus era riuscito a bere solo metà della sua; non appena si era sentito cogliere da un senso di nausea, aveva abbandonato la bottiglia e si era alzato per andare ad ascoltare la band più da vicino.
Si era reso conto che la loro musica gli piaceva. Era totalmente diversa da quella che lui era abituato ad ascoltare e, con la testa che girava e l'euforia nelle vene, era facile lasciarsi andare a quei suoni così trascinanti e aggressivi.
È fantastico. Tutto questo è fantastico. Sono brillo, la musica è fenomenale, sto partecipando a una vera festa, mi sto spacciando per il mio professore di Pozioni. Perché non posso fare questo tutti i giorni?
-Remus! Remus!
Si sentì tirare l'orlo della veste. Abbassò lo sguardo e vide Vitious (no, Peter, dovette ricordare a se stesso) che lo fissava con gli occhi sgranati e le labbra tirate.
-Cosa... cosa c'è?
-James e Sirius sono ubriachi, l'ora è quasi scaduta, abbiamo forse dieci minuti per uscire di qui!
Fu come essere strappati via da un sogno ad occhi aperti e ripiombare nella cruda realtà. Remus rimase immobile a bocca aperta, troppo sconvolto per ragionare. Poi un'ondata di puro terrore lo investì, spazzando via qualsiasi effetto quella piccola sbronza avesse avuto su di lui.
-Pe... Filius, tu inizia ad andare, ci penso io!
Spiccò una piccola corsa, scoprendo con sorpresa che il panico lo aveva reso talmente lucido da permettergli di muoversi con una certa agilità. Raggiunto il tavolo, gli si presentò davanti uno spettacolo che mai avrebbe creduto di vedere in vita sua; Silente e la McGranitt che urlavano e ridevano a squarciagola, con gli occhi lucidi e il viso arrossato per il troppo alcol. Era una fortuna che la musica fosse così alta da coprire le loro voci.
-Ragazzi!- sibilò. Afferrò il braccio di Sirius, che gli rispose con un'espressione vacua e un sorriso ebete. -L'effetto della pozione sta per terminare.
Quelle parole sembrarono riscuotere James e Sirius, che impallidirono e si affrettarono ad alzarsi, scambiandosi delle occhiate nervose.
-Muoviamoci. Non parlate, non ridete, comportatevi in modo normale finché non saremo lontani da qui.
Attraversò la sala a grandi passi, fino a fermarsi davanti alla porta. Lanciò un'occhiata dietro di sé e sospirò di sollievo; James e Sirius camminavano lentamente nella sua direzione, con delle espressioni impassibili e composte.
Stava per voltarsi e aprire la porta, quando Sirius inciampò nell'orlo della lunga veste e barcollò leggermente in avanti, agitando le braccia; la sua mano andò a colpire la faccia di uno gnomo che fluttuava lì accanto.
Lo gnomo lanciò un urlo stridulo, spalancò la bocca e si avventò su di lui, affondandogli i denti nella mano e facendolo gridare a sua volta di dolore. Remus e James sfoderarono la bacchetta nello stesso momento; due lampi di luce colpirono la creatura, che fu sbalzata via e ricominciò a fluttuare in aria con un'espressione ebete nei grandi occhi tondi.
-Professoressa McGranitt!
Con un crescente senso di orrore, Remus vide Rosmeta precipitarsi da loro; la ragazza si fermò davanti a Sirius e gli afferrò la mano ferita.
-Mi dispiace così tanto! Sapevo che non era una buona idea permettere al gruppo di portare qui questi dannati gnomi... venga sul retro, così le spalmo una pomata.
Un nodo doloroso serrò la gola di Remus.
-Rosmeta, non ce n'è alcun bisogno...- iniziò, ma fu interrotto dalla voce stranamente lucida di James.
-Rosmeta, non preoccuparti. Il morso dello gnomo non è affatto pericoloso. Ci penseremo io e Horace a medicare Minerva appena saremo al castello.
La ragazza annuì e lasciò andare la mano di Sirius.
-Certo, certo. Avete ragione.- I suoi occhi, fissi su James, furono attraversati da un lampo d'ilarità. -Professor Silente, non avevo notato che anche lei si fosse tinto i capelli stasera!
Remus sentì le mani iniziare a tremargli; tra la chioma bianca di James erano comparse delle sottili ciocche scure. Questo significava che...
-Buonanotte, Rosmeta!- urlò Remus in tono gioviale. Spalancò la porta, afferrò James e Sirius per un braccio e li spinse fuori. -Abbiamo urgenza di medicare la professoressa McGranitt!
Uscì e sbatté la porta in faccia a una sconcertata Madama Rosmeta. Si incamminò dietro James e Sirius, godendosi la ventata di aria fredda che gli sferzò il viso, rendendolo più lucido che mai.
Avvertì un improvviso formicolio sulla testa, in quei punti dove i capelli di Lumacorno erano più radi dei suoi, e la pelle del suo stomaco iniziò a tendersi e contorcersi.
Un crampo lancinante lo costrinse a fermarsi e piegarsi in avanti; boccheggiò, mentre la pelle continuava a comprimersi e assottigliarsi e ciocche di capelli scompigliati gli ricadevano intorno alle guance.
Rimase immobile ad occhi chiusi, finché il dolore allo stomaco non sparì del tutto; la trasformazione era completa.
Aprì lentamente gli occhi; era solo nella strada deserta e la veste gli ricadeva addosso come un sacco di patate.
Devo andarmene subito di qui., pensò in preda al panico. Afferrò i lembi del vestito e li tenne sollevati mentre si incamminava. Ma dove sono finiti gli altri?
-Remus! Ehi, siamo qui!
Era l'inconfondibile voce di Sirius, in quel momento persa e strascicata. La testa del ragazzo spuntava dall'angolo di un vicoletto poco più avanti.
Remus si affrettò a raggiungerlo. Sirius si sporse per afferrargli un braccio e lo trascinò in un vicolo stretto, illuminato dalle fiaccole appese ai muri. Davanti a loro c'erano James e Peter, che stava sistemando gli occhiali sul naso dell'amico.
-Peter, ti avevo detto di tornare alla Stamberga...- iniziò Remus.
-E invece ci stava aspettando qui. Non è adorabile?- cinguettò Sirius. -Ci ha anche sistemato le misure dei vestiti con la magia!
-Fantastico.
Remus si passò una mano sulla fronte e sospirò. Aveva vissuto abbastanza emozioni per quella sera. Si sentiva improvvisamente stanco, affaticato, con la gola secca. La sua mente vagò, facendogli immaginare una caraffa d'acqua fresca e un letto caldo su cui riposare.
-Ragazzi, non so come ho fatto a uscirmene con quell'ultimo discorso per liquidare Rosmeta. Ero veramente fuori di me.- disse James con un sorriso vago.
-Meno male che non dovevamo ubriacarci.- Remus inarcò un sopracciglio. -Non eravate stati voi a dirlo?
In tutta risposta, James chiuse gli occhi e abbandonò la testa contro il muro, ridacchiando.
Dai, non posso prendermela con loro, è stata anche colpa mia. Come diavolo ho fatto a perdere la cognizione del tempo in quel modo?
-Va bene, non importa... James, ce la fai almeno a camminare?
-Certo che sì!- esclamò James, aprendo gli occhi.
-Bene. Allora prendi il mantello.
-Io... l'ho dimenticato alla Stamberga.- biascicò lui.
Remus e Peter si scambiarono un'occhiata disperata.
-Va bene.- disse Remus, ispirando profondamente e imponendosi di rimanere calmo. -Allora... pare che non ci sia nessuno in giro, ma ora abbiamo di nuovo il nostro aspetto e c'è sempre il rischio di essere visti. Potremmo dare troppo nell'occhio muovendoci tutti e quattro insieme. Peter, inizia ad accompagnare James alla Stamberga. Non trasformarti, voglio che lo aiuti a sorreggersi. Io e Sirius vi raggiungeremo tra qualche minuto.
Peter annuì. Impugnò la bacchetta e lanciò un incantesimo verso la veste di Remus, che si restrinse e tornò della misura giusta, poi prese James sottobraccio e lo scortò verso l'uscita del vicolo. Guardandoli andare via, Remus sentì la tensione sciogliersi e non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire una risata; nonostante il rischio che avevano corso, quella era stata la serata più divertente di tutta la sua breve esistenza.
Due braccia si strinsero intorno alla sua vita. Remus trattenne il fiato mentre il petto di Sirius premeva contro la sua schiena. Si voltò, trovandosi faccia a faccia con il ragazzo.
-Ci siamo fatti quasi beccare, eh?- mormorò Sirius; aveva le labbra gonfie, il fiato che sapeva di vino. I capelli, più disordinati che mai, gli ricadevano intorno al viso arrossato.
-Già. Colpa tua e di James.- lo canzonò Remus.
-Colpa nostra? E perché mai?
-Perché vi siete ubriacati e tu hai colpito in faccia lo gnomo...
Sirius serrò la stretta intorno alla vita di Remus e affondò il viso sul suo collo, ridacchiando.
-Invece è stata colpa di quello stupido gnomo. Comunque non preoccuparti, alla Stamberga prenderemo la Pozione Comperante... Tenebrante... insomma, quello che è.
Remus non rispose; era troppo impegnato a cercare di controllare i brividi che gli attraversavano il collo. Sirius alzò la testa, continuando a guardarlo con quel sorriso etereo e gli occhi che brillavano di divertimento. I loro visi erano vicini, troppo vicini... la bocca di Sirius si poggiò di colpo sulla sua e Remus sentì il respiro abbandonare del tutto i suoi polmoni.
Senza pensare, iniziò a muovere lentamente le labbra contro quelle del ragazzo, in un bacio impacciato che durò pochi istanti. Sirius si ritrasse quasi subito e lasciò la presa intorno alla sua vita.
-Scusami, non so cosa mi è preso. Io... credo di essere ubriaco.
Remus si limitò a fissarlo, troppo frastornato per rispondere. Di tutte le cose assurde che erano accadute quella sera, baciare Sirius era stata la più inaspettata in assoluto. La più inaspettata e forse anche la più piacevole, realizzò con un improvviso senso di trepidazione; meglio del vino, meglio della musica, meglio dei momenti in cui aveva riso fino alle lacrime per le battute di James.
-Tranquillo, non scusarti.- mormorò, poggiandogli una mano sul braccio e trattenendo l'istinto di spostarla sul suo viso.
Magari non significa niente. Magari domani lui non si ricorderà quello che è successo... no, dai, non è poi così fuori.
-Sai, sono un po' ubriaco.- ripeté Sirius, facendo ciondolare la testa a destra e a sinistra.
Va bene, è decisamente fuori.
-Lo so. Me ne sono accorto. Come va la ferita?
-Bene. Non è niente di grave.- Sirius sollevò la mano; sul dorso c'erano ancora i segni rossastri dei morsi e un po' di sangue secco. -Appena torniamo in camera ci metto sopra qualcosa.
Rimasero in silenzio a guardarsi e Remus sentì il cuore iniziare a battere incontrollato. Aveva una voglia incredibile di prendere il viso di Sirius tra le mani e ricominciare a baciargli le labbra, ma non voleva prendere l'iniziativa mentre lui era ancora ubriaco.
-Forse ci conviene iniziare ad andare...- mormorò, lanciando un'occhiata verso l'uscita del vicolo.
-Remus?
Quella voce dolce e quegli occhi che lo accarezzavano con lo sguardo gli fecero venire i brividi.
-Sì?
-Prendimi sottobraccio come ha fatto Peter con James. Mi piace starti vicino.

*

Ho baciato Sirius...
-Bella serata, vero?
-Mh mh.
Ho baciato Sirius...
-Ce la siamo scampata appena in tempo!
Ho davvero baciato Sirius...
-In dormitorio dovremmo avere i Calderotti di Zucca per cena. Anche se a dire il vero non ho poi tutta questa fame.
-Già, neanche io.- rispose distrattamente Remus. Lui e James stavano camminando lungo il corridoio del terzo piano, infagottati sotto il Mantello dell'Invisibilità. Davanti a loro, un grosso cane nero avanzava guardandosi intorno con aria circospetta, pronto a fiutare la presenza di Gazza e Mrs Purr. Un topolino con i baffetti vibranti sonnecchiava sulla sua schiena.
La Pozione Temperante, di cui Remus aveva bevuto appena un goccio per mandare via gli ultimi residui di mal di testa, aveva avuto un effetto miracoloso su James e Sirius; i due ragazzi erano tornati lucidi nel giro di un minuto e avevano riacquistato la capacità di trasformarsi in Animagi, ma avevano detto di sentirsi troppo stanchi per andare alla festa in Sala Grande.
Non incontrarono nessuno nel loro percorso verso il settimo piano. Quando furono nei pressi della torre di Grifondoro, Remus e James si tolsero il mantello e Sirius e Peter ripresero le loro sembianze umane.
-Non vedo l'ora di mettere quei Calderotti di Zucca sotto i denti.- mormorò Sirius, con una voce allegra nonostante la stanchezza che gli annebbiava gli occhi. Remus gli si affiancò e gli passò un braccio intorno alle spalle, sorridendogli.
Non riusciva a togliersi dalla testa il bacio che si erano scambiati, per quanto fosse stato breve e impacciato; era sicuro di sentire ancora un lieve sapore di vino impregnargli le labbra.
Forse me lo sto immaginando...
-Io non vedo l'ora di buttarmi a letto. È stata una serata estenuante.- disse, arrischiandosi ad accarezzare delicatamente una spalla di Sirius con le dita.
-Estenuante, breve e intensa. Mi pento solo di essere rimasto al tavolo a ubriacarmi invece di venire con te a vedere gli Inferi Twins da vicino...
I quattro ragazzi, continuando a chiacchierare sottovoce, svoltarono l'angolo del corridoio e si bloccarono di colpo, come pietrificati.
A pochi passi da loro, di fronte al ritratto della Signora Grassa, c'era Albus Silente. La luce delle fiaccole si rifletteva sulla sua lunga veste argentea, facendo risplendere le striature d'oro. Gli occhi azzurri, da dietro gli occhialini a mezzaluna, fissavano i ragazzi con un'espressione pacata.
Remus lasciò scivolare il braccio dalle spalle di Sirius e deglutì. Per alcuni istanti un silenzio teso sembrò vibrare tra le mura del corridoio. Poi Silente accennò un sorriso e disse, in tono tranquillo; -Buonasera. Non mi sembra di avervi visti al banchetto stasera.
-Buonasera, professore.- rispose James falsando un tono allegro. -Ha ragione, siamo rimasti in sala comune a studiare fino a tardi. Sa, quest'anno ci sono i G.U.F.O. e Remus ci ha costretti a rimetterci in pari con il programma. Per colpa sua ci siamo persi tutto il divertimento!
Come cazzo fa a essere così sfacciato?
-Alla fine siamo scesi.- aggiunse Sirius. -Ma ci siamo accorti di aver dimenticato una cosa e stavamo tornando in dormitorio a prenderla.
Silente inarcò leggermente le sopracciglia. Poi riprese a parlare.
-Stasera è successa una cosa curiosa. Durante il banchetto, un gufo mi ha portato un pacchettino con un anello e un messaggio da parte di Madama Rosmeta. Per vostra sfortuna, la professoressa McGranitt si è ritrovata a leggerlo insieme a me. Rosmeta ci teneva ad avvisarmi che avevo appena dimenticato l'anello nel suo pub, per quanto io sia certo di non averlo mai posseduto né visto in vita mia, e si è detta dispiaciuta per aver permesso a un certo gnomo di mordere Minerva.
Gli occhi di Silente guizzarono verso la mano di Sirius e Remus si sentì sprofondare. Gli sembrava che il cuore avesse smesso di battere e che il sangue non scorresse più nelle sue vene.
-Professore, noi... non capiamo cosa intende dire.
James stava ricambiando lo sguardo di Silente a testa alta, ma era pallido e si stava letteralmente torturando il labbro con i denti. Accanto a lui Peter, bianco come un cencio, teneva lo sguardo fisso a terra.
Silente sorrise accomodante e continuò; -Di recente, il professor Lumacorno si era lamentato con me e la McGranitt di aver perso un po' delle sue preziose scorte di Pozione Polisucco. Il giorno dopo, la McGranitt mi ha raccontato che mentre usciva dal suo ufficio si era sentita strappare un capello dalla testa ma nel momento in cui si è girata non ha visto nessuno nei dintorni. Quella mattina stessa a me era accaduta la stessa identica cosa. Purtroppo la vostra assenza al banchetto di stasera non è passata inosservata. Subito dopo l'arrivo del messaggio di Rosmeta, la McGranitt ha spedito Lily Evans nel vostro dormitorio per cercarvi. Inutile dire che non vi ha trovati da nessuna parte.
Remus si sforzò di respirare. Un enorme vuoto gli scavava e gli mangiava lo stomaco; sarebbero stati espulsi, senza alcun dubbio. E il tutto per un motivo così stupido...
-Ascoltate, non ho intenzione di espellervi.
L'aria gli esplose liberamente nei polmoni. Remus sgranò gli occhi e lanciò un'occhiata a Sirius, che boccheggiava incredulo.
-Come ben immaginate, non sarebbe conveniente espellere ben metà della Casa di Grifondoro del quinto anno.- disse Silente. -Anche perché perderemmo alcuni degli studenti più brillanti della nostra scuola. Tuttavia...- La sua voce, seppur priva di rabbia, si fece decisa e inflessibile. -Non possiamo sorvolare sulla gravità delle vostre azioni. Siete convocati domani nel mio ufficio per discutere con me e la professoressa McGranitt su questa vicenda, così da darci modo di decidere come agire. Per il momento, la professoressa vi ha già sottratto cinquanta punti a testa e stiamo pensando di darvi tra le due e le quattro settimane di punizione e di sospendere le vostre visite a Hogsmeade fino a Natale.
Davanti al silenzio attonito dei ragazzi, Silente chinò il capo in segno di saluto.
-Bene, non c'è molto altro da dire. Ho purtroppo dimenticato in Sala Grande l'anello che mi è stato mandato da Rosmeta, per cui lo renderò domani al legittimo proprietario. Credo che ora tornerò alla festa. Buonanotte.
Silente si incamminò e gli passò accanto. Remus rimase immobile, a fissare con aria assente la Signora Grassa, che dormiva beatamente con la testa reclinata contro la cornice del ritratto.
Non sapeva come avrebbe dovuto sentirsi. Certo, avevano perso una quantità spaventosa di punti, forse avrebbero passato un mese in punizione, la professoressa McGranitt li avrebbe odiati per il resto della sua vita... eppure il cuore aveva ricominciato a battergli e il sangue a scorrere nelle vene.
Le parole “non ho intenzione di espellervi” gli rimbombavano in testa. Questo era tutto ciò che contava veramente; non era stato espulso. Non era stato espulso e aveva baciato Sirius...
-Un'ultima cosa, ragazzi!
Si voltarono di scatto; Silente era alle loro spalle e sorrideva ancora, di quel suo sorriso mesto e indecifrabile.
-Sì, professore?- mormorò Sirius.
Silente si strinse nelle spalle e... ci ha davvero fatto l'occhiolino?, pensò Remus sconvolto.
-Restituisco dieci punti a ognuno di voi per l'inventiva del vostro piano. Detto questo, buonanotte.
Sparì dietro l'angolo del corridoio con uno svolazzo della veste e, dopo qualche minuto, il ticchettio dei suoi stivali svanì in lontananza.
I ragazzi rimasero lì a guardarsi con aria stupefatta. Poi Remus si passò una mano tra i capelli e scosse la testa, sforzandosi di non scoppiare a ridere.
-Quell'uomo è matto, ragazzi. Completamente matto.
-Sì ma domani cosa andiamo a dire alla McGranitt?- ribatté Peter, che aveva recuperato un po' di colore sulle guance.
-Ci penseremo domani.- disse Remus, avvicinandosi al ritratto della Signora Grassa. -Ora ho solo voglia di buttarmi a letto. Regnum!
La donna sussultò e sbatté le palpebre, per poi arricciare le labbra in una smorfia.
-Ah. Siete voi. Entrate.
Il ritratto si spalancò e Remus entrò nella buia sala comune, sentendosi leggero come un palloncino.
Non sono stato espulso. Ho baciato Sirius. Non sono stato espulso. Ho baciato Sirius...
Avrebbe rimandato all'indomani la questione dei punti persi e dell'imminente incontro con Silente e la McGranitt; la sua mente riusciva a concentrarsi solo sulla notte folle che aveva passato insieme alle persone più importanti della sua vita. Una notte che aveva cancellato la sua paura, irrazionale ma radicata nel tempo, di non potersi godere l'adolescenza come tutti i ragazzi normali.
Finalmente capiva che anche lui poteva essere normale. Che non era costretto a tenersi addosso le etichette di studente modello, Prefetto di Grifondoro o ragazzo condannato all'infelicità a causa della sua condizione. In quel momento, si sentiva solo un adolescente che aveva infranto le regole della scuola nel modo più oltraggioso possibile e che non riusciva a togliersi dalla testa il sapore delle labbra di un amico.
Forse, si ritrovò a pensare, una volta cresciuto e diventato adulto avrebbe scoperto che al mondo c'erano cose più importanti di una notte passata con gli amici, una bottiglia di vino e un bacio fugace che avrebbe potuto non significare nulla.
Ma non adesso.
Sirius gli si era appena affiancato mentre salivano le scale che portavano ai dormitori, poggiandogli una mano sulla schiena e rivolgendogli un sorriso radioso che rese il suo volto ancora più attraente del normale.
In quel momento, il futuro era ancora un concetto lontano, privo di un nome e di un volto, come una macchia sfocata e indistinta in lontananza. E non esisteva niente di più importante di una notte passata con gli amici, di una bottiglia di vino e di un bacio fugace che avrebbe potuto portare con sé tutti i significati del mondo.


Note


Gli elementi del pacchetto del contest per cui ho scritto la storia erano "Hogsmeade - Brindisi - Pozione - Gnomo". Da qui mi è venuta l'ispirazione per questa vicenda assolutamente delirante, in cui ho cercato di mischiare il comico e l'introspezione e di rendere entrambi i lati della personalità di Remus ai tempi della scuola, almeno per come io immagino il personaggio; un ragazzo più tranquillo e ragionevole di James e Sirius, ma pronto a farsi trascinare nelle loro follie e capace di essere irresponsabile e sconsiderato, spinto dalla voglia di sentirsi un ragazzo normale dopo un'intera infanzia passata in solitudine a causa della sua licantropia.
A differenza del mantello dell'invisibilità, la Mappa non è presente nella storia perché da quel che ricordo è stata creata dopo che i Malandrini avevano iniziato ad esplorare il castello e il parco sotto forma di Animagi. Visto che la vicenda si svolge nel periodo immediatamente successivo alla prima luna piena dei Malandrini, non mi sembrava conveniente inserirla.
La Pozione Temperante anti-sbronza e gli Inferi Twins sono una mia invenzione, così come i "testi" delle canzoni. L'idea degli gnomi come decorazioni per il locale mi è venuta dal libro del Principe Mezzosangue, dove George incanta uno gnomo da giardino per metterlo al posto della stella sull'albero di Natale.
   
 
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