Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: NevilleLuna    11/04/2020    5 recensioni
[Sesta classificata al contest indetto da Marika Ciarrocchi/AngelCruelty "Prof. Lei com'era da giovane?"]
"Insieme eravamo la scacchiera più potente del mondo, mentre ora di noi rimangono soltanto i frammenti di una scacchiera distrutta [...] Ho mantenuto la mia promessa. Ho restituito i pezzi ai legittimi proprietari, ora sono rimasto solo. Sono l'ultimo frammento di una scacchiera infranta"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’ultimo frammento di una scacchiera infranta 
 
Remus non aveva mai creduto in tutta la sua vita che il giorno in cui sarebbe tornato tra le mura di Hogwarts lo avrebbe fatto da professore. 
Sono il professore Remus Lupin, il vostro nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure. 
Era stato strano pronunciare quella frase, così come era strano vedere tutti quegli studenti guardarlo con rispetto e ammirazione. 
Chissà se mi guarderebbero con gli stessi occhi, una volta scoperta la mia vera natura... 
Un colpo alla porta lo riscosse dai suoi pensieri e Albus Dumbedore entrò nel suo studio. Teneva in mano una scatola argentata. 
“Buongiorno Remus” lo salutò con il solito tono cordiale e gentile. “Perdonami se ti ho disturbato, probabilmente eri impegnato a preparare la prossima lezione, ma l’altro giorno sono stato nell’ufficio di Argus e... ho trovato una cosa che forse vorresti tenere”. 
Poggiò la scatola argentata sopra la sua scrivania e Remus trattenne il respiro quando identificò l’oggetto: sopra il coperchio della scatola era incisa un’elegante ‘B’ tempestata con piccoli smeraldi, al suo interno era presente una scacchiera che molti anni prima era appartenuta a Sirius Black. 
Orion Black l’aveva regalata a suo figlio per complimentarsi con lui per essere stato ammesso ad Hogwarts, ma la famiglia Black non aveva tenuto in considerazione il fatto che Sirius sarebbe stato la pecora nera della famiglia e non sarebbe finito a Slytherin, ma a Gryffondor. 
Forse lui è sempre stato come la sua famiglia, forse in realtà era una serpe travestita da leone. 
Aprì la scatola e tirò fuori la scacchiera piena di polvere, segno che nessuno la utilizzava più da molto tempo, poi guardò rapidamente i pedoni stesi nella scatola come se fossero dei normali pezzi di una normale scacchiera babbana; mancavano i pezzi più importanti, perché Sirius aveva voluto regalarli ad ognuno dei Malandrini: James aveva ottenuto il re, Peter l’alfiere, mentre a lui era toccata la torre e Sirius aveva deciso di tenere il cavallo. 
Insieme eravamo la scacchiera più potente del mondo, mentre ora di noi rimangono soltanto i frammenti di una scacchiera distrutta. 
 
                                                                                                     *** 
 
Remus aveva sempre odiato i cimiteri, forse li odiava di più di quanto avesse mai odiato la luna piena. 
I cimiteri significavano la fine di tutto, un luogo dal quale nessuno poteva ritornare e Remus odiava gli addii. 
Sua madre era sempre stata una donna forte. Era riuscita ad adattarsi tranquillamente al mondo magico pur essendo una Babbana e aveva accettato il fatto che suo figlio non sarebbe mai stato normale, ma era destinato a essere per sempre una persona che una volta al mese avrebbe sentito l’esigenza di andare a ululare alla luna piena e che sarebbe stato odiato dalla società per via della sua condizione. 
Ora lei era morta e lui si sentiva perso, nonostante avesse ancora suo padre; Remus voleva bene all’uomo, gliene avrebbe sempre voluto, ma a volte non riusciva a reggere il suo sguardo sempre carico di tristezza e senso di colpa, dovuto dal fatto che si riteneva responsabile di averlo condannato a una vita da reietto. 
James, Sirius e Peter non lo avevano abbandonato nemmeno in quell’occasione: avevano sfidato l’afoso caldo estivo e avevano indossato il loro completo migliore nero per poi recarsi alla cerimonia. 
Nessuno di loro aveva detto una parola, evento alquanto strano dal momento che James e Sirius avevano sempre la battuta pronta anche nei momenti più difficili. 
“Niente sguardi tristi, ragazzi!” aveva detto in un goffo tentativo di mostrare loro che, nonostante sua madre non fosse più con lui, era comunque sereno. 
“Stai... stai bene Moony?” aveva chiesto Peter con tono apprensivo. 
“Sto bene” rispose, cercando di sembrare convincente. “Mia madre... mia madre non stava bene, credo che si trovi meglio nel posto dove si trova ora. È solo che... non sopporto i cimiteri! Ci sono troppe salme, troppe persone che ti stringono la mano, troppo silenzio e troppa tristezza!” 
Nessuno tre disse nulla, era evidente che non sapevano trovare parole che risultassero idonee alla situazione. 
“Se vuoi qualcuno che ti tiri su il morale, ci penso io: ho finalmente mandato a quel paese la mia famiglia e mi sono trasferito da James!” disse all’improvviso Sirius, in un maldestro tentativo di risollevare i morali. 
“Hai veramente il tatto di un cane, Padfoot” ribatté James imbarazzato. “Avevamo detto che non dovevamo dire cretinate!” 
“Con cosa dovremmo risollevargli il morale, Prongs? Con le tue solite battutine sulla Evans e sul fatto che sarà la madre dei tuoi figli?” 
“La Evans sarà sicuramente la madre dei miei figli, ma per una volta puoi non essere il centro dell’universo?” 
Forse non era la conversazione ideale e il momento giusto, ma Remus scoppiò a ridere all’improvviso; erano i momenti più spontanei dei suoi migliori amici che riuscivano a risollevargli il morale. 
James e Sirius smisero di battibeccare, mentre Peter lo guardò perplesso. Sicuramente si stavano chiedendo se fosse impazzito all’improvviso, o se stesse avendo un attacco isterico. 
“In un altro momento avrei incominciato a dirti che sei un pazzo, Padfoot” disse Remus accennando a un sorriso. “Ma oggi ho bisogno delle tue follie per risollevarmi il morale. Mi dispiace solo che Prongs sarà costretto a sopportarti anche fuori Hogwarts, o forse sarai tu lo sfortunato che dovrà subirsi sempre le sue fantasie sul matrimonio con Lily Evans!” 
“Smettetela di ridire, la gente ci sta prendendo per pazzi!” disse James, con un tono misto tra l’imbarazzato e l’offeso. “E comunque quando la Evans vedrà come sono cambiato, cadrà immediatamente tra le mie braccia.  Entro Natale saremo fidanzati e voi sarete soli e invidiosi del nostro amore!” 
Quando finirono di ridere, Peter si avvicinò all’orecchio di James e bisbigliò qualcosa, dopodiché i suoi amici tirarono fuori dalle tasche delle loro giacche i pezzi di una scacchiera. Erano quelli che Sirius aveva regalato loro. 
“Abbiamo deciso di lasciarti i nostri pezzi” disse Peter, porgendogli l’alfiere. “Stai passando un momento difficile, quindi abbiamo pensato di lasciarti qualcosa di nostro per farti capire che siamo sempre con te. Quando saremo noi a essere in difficoltà, dovrai restituirci i nostri pezzi”. 
“La regina non te la lascio, però. La dovrò regalare alla Evans quando le chiederò di sposarmi!” 
Remus prese i pezzi con le mani tremanti. Avrebbe voluto dire qualcosa di molto bello, ma per l’emozione gli uscirono fuori solo frasi sconnesse e deboli ringraziamenti. 
Ma James, Sirius e Peter non ebbero nulla da ridire al riguardo, perché erano i suoi migliori amici e insieme erano i pezzi più importanti di una scacchiera. 
Nulla sarebbe andato male finché sarebbero rimasti insieme. 
 
 
 
                                                                                            *** 
 
 
“Non c’è bisogno che me la lasci Albus, ma ho ancora un pezzo di questa scacchiera e credo che sia arrivato il momento di restituirlo” disse Remus, mentre apriva il cassetto della scrivania del suo studio e tirava fuori il pezzo del cavallo. 
Avevo promesso che avrei rimesso a loro posto i pezzi. Lo sto facendo anche con te Sirius, ti sto restituendo alla tua famiglia. 
 
 
                                                                                                   *** 
 
 
Erano passati anni dall’ultima volta che Remus si era recato in un cimitero, ma il suo odio per quel luogo non era mai svanito. 
Era strano vedere come le persone di Godric’s Hollow fossero così allegre, mentre lui sentiva un grande dolore. 
Ma forse, in realtà, era lui quello strambo perché aveva deciso di recarsi a fare un saluto a James per la prima volta dalla sua morte soltanto nel giorno di Natale, dunque era normale che le altre persone fossero così felici. 
Non aveva avuto il coraggio di recarsi al cimitero prima di quel giorno, forse perché il senso di colpa lo stava logorando e si riteneva in parte responsabile se alcuni dei suoi migliori amici fossero morti. 
In una notte aveva perso tutto, ma lui non aveva fatto nulla per impedirlo perché aveva accettato la missione che Albus Dumbledore gli aveva affidato e dunque era lontano. 
Se si fosse rifiutato, forse non sarebbero morti James, Lily e Peter... Se avesse parlato con Dumbledore dei suoi sospetti nei confronti di Sirius, forse le cose sarebbero andate in maniera differente... 
Avrebbe voluto odiare Sirius, ma il sentimento che provava nei suoi confronti era dolore. Dolore, perché li aveva traditi. Dolore, perché aveva finito di essere loro amico. Dolore, perché aveva preferito essere come la sua famiglia di origine invece che come loro. 
Remus tirò fuori dal cappotto malandato due pezzi di una scacchiera e li mise ai piedi della loro tomba; il re che James gli aveva dato qualche anno prima, e la regina che Lily gli aveva regalato come portafortuna per la sua missione. 
Qualche giorno prima era andato a trovare la madre di Peter e le aveva lasciato il pezzo dell’alfiere, mentre ora stava restituendo ai suoi legittimi proprietari gli altri pezzi. 
Mancava solo Sirius e poi di quella scacchiera non sarebbe più rimasto nulla. 
 
 
                                                                                                 *** 
 
 
Remus aspettò che il preside uscisse dal suo studio, poi aprì nuovamente il cassetto della sua scrivania ed estrasse il pezzo della torre. 
Ho mantenuto la mia promessa. Ho restituito i pezzi ai legittimi proprietari, ora sono rimasto solo. 
Sono l’ultimo frammento di una scacchiera infranta. 
 
 
Buon pomeriggio a tutti! 
Questa storia partecipa al contest “Prof, lei com’era da giovane?” indetto da Marika CiarrocchiAngelCruelty. 
Il professore da me scelto è Lupin e i pacchetti che ho scelto sono: cimitero, scacchiera e perdita di una persona cara. 
Spero che questo piccolo esperimento vi piaccia, inoltre voglio cogliere l’occasione per augurare a tutti voi una buona Pasqua. 
NevilleLuna 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: NevilleLuna