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Autore: laNill    13/04/2020    3 recensioni
[Tian Guan Ci Fu]
[Tian Guan Ci Fu]Uscendo dall'ombra della propria casa, Xie Lian venne inondato di luce.
Hua Cheng sentì il respiro sussultare, trattenuto nei polmoni quando il suo sguardo si riempì di lui. Un alone di luce lo ammantava, bagnandolo d'oro.
La bellezza resa divina, la carne resa santa.
Hua Cheng lo vide come l'aveva veduto la prima volta, splendente, mozzafiato, la persona più bella su cui avesse mai posato lo sguardo. Il suo cuore si aprì di un fulgido e totalizzante ardore, stretto nel petto, in un contegno e rilassatezza che si costrinse a mostrare.
Xie Lian non sarebbe stato più bello di come lo era in quel momento, vestito di porpora, puro e semplice come era lui, di come lo era al mattino - di come lo sarebbe stato sempre.
[Hua Cheng x Xie Lian | modern Hualian]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: con rammarico noto che nessuno ancora ha mai scritto qui su efp sull'opera magnifica che è tgcf e, peggio ancora, sulla hualian. very well. occorre porvi rimedio immediatamente. 
tutti dovete leggere la bellezza di quest'opera e altrettanto dovete venire a conoscenza dell'amore infinito e sconfinato e divino che condividono gli hualian - quando lo conoscerete, non sarete più come prima, trust me.
leggete, amate e piangete tutte le vostre lacrime ma ne sarà valsa ogni singola lacrima!

 
detto ciò, le premesse son quelle della volta scorsa: non è un manhwa coreano, ma una novel cinese.
ho deciso di scrivere la shot in chiave moderna di un loro possibile matrimonio in una odierna Cina - quindi non è assolutamente spoiler..o quasi? chissà : )


Playlist: 

. 以冬 - 花與劍 Yi Dong – Flower and Sword 
. The first law of motions – Johannes Bornlof

.
 
Heaven's most loved



Aprendo la porta di casa quel mattino, Shi Qingxuan era scoppiato a piangere tra le sue braccia.
«E' la quarta volta.» aveva spiegato He Xuan poco dietro, monocorde.
Sull'uscio d'ingresso, Xie Lian non aveva saputo se ridere o piangere. Erano lacrime di gioia, gli ripeteva lui come una cantilena tra un singhiozzo e un tirare su col naso, ma nonostante ciò faticava a smettere.
La perfezione impeccabile del suo trucco lo costrinse ad imporsi sui propri sentimenti, facendo un passo indietro. Il mascara waterproof aveva retto contro ogni previsione.
«L'ho testato anche per te,» gli rese noto compiaciuto di sè tamponandosi le ultime lacrime sotto gli occhi, superandolo nell'ingresso; con lui aveva un grande borsone di marca.
Xie Lian emise un sospiro. Gliel'aveva già accennato mesi fa, tra strati di raso e sete velate di innumerevoli gradazioni cremisi e porpora, nastri e abiti dai tessuti soffici come piume tra le dita - gli aveva detto che preferiva rimanere il più semplice possibile.
Shi Qingxuan, adorabilmente, aveva messo il broncio per l'intera giornata di shopping.
Alla fine, non aveva ascoltato.
Xie Lian si chiese che intenzioni avesse per il proprio viso. Guardandosi allo specchio dovette, invero, modificare la traiettoria dei suoi piani: almeno le occhiaie per le notti insonni, per quelle sì, poteva essere necessario un aiuto.
I capelli gli vennero pettinati con cura, Ling Wen in cucina ripassava la disposizione dei tavoli mentre metteva su del caffè professando che erano terribilmente in ritardo. L'odore forte si mescolò a quello aromatico, dolce e vellutato dei fiori che per settimane aveva lasciato seccare al sole, nella veranda della cucina. La signora della pioggia, come la chiamava il piccolo Gu Zi, era venuta ad aiutare; primule, rose selvatiche, franchincenso, trifogli bianchi, margherite gialle e aghi di pino.
Ripensare a come il tutto si era svolto in fretta e affanno gli risultava ancora irreale.
Tutto ciò che stava accadendo era irreale.
Il suo matrimonio.
Era stato tutto così rapido e surreale da lasciarlo incapace di sapere cosa dovesse provare. Persino mentre Shi Qingxuan tirava fuori dall'armadio il suo abito - un bellissimo impalpabile abito rosso cremisi - aveva sentimenti così difficili che non sarebbe riuscito a spiegare, e per un attimo non seppe se ridere o piangere.
Non aveva mai avuto progetti, mai ipotizzato come dovesse essere l'organizzazione un evento simile; come comportarsi, cosa indossare, cosa provare. Non gli aveva mai sfiorato i pensieri, se non di sfuggita e in maniera del tutto casuale, il pensiero di potersi sposare.
Sposarsi con Hua Cheng.
Un palpito gli strinse il cuore, ma venne sostituito da un torpore di membra che gli gravò sul petto. Faticava a dare un senso a quella sensazione, gli sembrava di non riuscire a provare quello che era giusto sentire. Rigido, sfiorò il tessuto di una manica cremisi, facendola scivolare morbida tra le dita.
Shi Qingxuan sembrava più emozionato di lui, e l'affetto e la gratitudine che provava per lui parvero gonfiargli il petto.
Si sedette sullo sgabello del bagno, il telefono involontariamente stretto tra le mani. Si disse che doveva essere il provare troppo ad annullargli totalmente qualsiasi emozione, come una sensazione troppo grande che ti faceva mancare il respiro.
Voleva chiamare Hua Cheng. Chiedergli come stava, se anche lui stava provando le stesse cose.
Se anche lui era tanto nervoso da non sapere neppure che giorno o che ore fossero.
Una mano gli impedì di farlo, portandogli via il telefono prima che l'idea potesse essere messa in pratica.
Davanti a lui lo sguardo apprensivo di Shi Qingxuan.
«Non si può! Stavi chiamando Hua Cheng, vero? Porta male vedere o sentire lo sposo prima delle nozze.» lo redarguì in un gonfiare di guance.
«Anche se gli scrivo?»
«Anche se gli scrivi, sì!»
«.. Non sarebbe comunque una novità, è risaputo che io sia sfortunato.» un sospiro profondo si liberò dalle labbra.
«Non essere sciocco,» Xie Lian chiuse gli occhi mentre sentiva le sue mani sul suo viso, piccoli tocchi leggeri che si muovevano qua e là, la consistenza di una matita sulla palpebra, la morbidezza di un pennello sulle guance. Si sentiva in una bollicina di spumante con le sue attenzioni e il trillio melodioso della sua voce. «Oggi è il tuo giorno, Xie-xiong. non esiste altra persona più fortunata di te in tutto il mondo.»
Lasciò che quelle parole si depositassero sul cuore, saggiandone il peso e la sensazione tiepida che gli provocò ascoltarle.
Non c'era persona più fortunata, più felice, più amata. E in effetti lo era, lo era immensamente; dopotutto, ogni momento passato con Hua Cheng l'aveva reso la persona più felice. Eppure d'improvviso non sapeva che sensazione provocasse l'essere felice.
Stringendosi le dita, percepì una porta chiudersi e la voce di Feng Xin sull'uscio. «E' pronto.»
«Ecco fatto.» esclamò contemporaneamente Shi Qingxuan facendo un passo indietro.
Il trucco era leggero, un filo di rosa sulle guance e un velo impalpabile sugli occhi. Era quello che voleva, anche con quell'accenno di eyeliner sfumato ai bordi degli occhi.
Ma il cuore non sussultò, i nervi non si tesero, lo sguardo non sprofondò nell'oscurità del panico.
«Come ti senti, Xie-xiong? Sei così bello! Hua Chengzhu ha davvero avuto una fortuna sfacciata nel trovarti e riuscire a sposarti!»
Xie Lian esitò. Come si sentiva? Doveva esserci una parola, ma Xie Lian non riusciva a trovarla. L'unica cosa che sapeva, chiara come il cielo e calda come il sole, era che voleva Hua Cheng.
Trovarlo, guardarlo, parlargli, amarlo. Essere sicuro che tutto ciò fosse reale.
Che entrambi, loro due assieme, fossero reali.
Alzò lo sguardo, osservando il riflesso dell'amico attraverso lo specchio, incontrando il suo sguardo.
Vide incertezza nelle iridi scure di Feng Xin, il tremito del pomo d'Adamo e la piega serrata delle labbra. Lo guardò e ci fu qualcosa, un bagliore gentile che gli intiepidì la durezza del suo sguardo.
Vide un sospiro sconsolato uscirgli dal petto.
E Xie Lian gli sorrise, grato.
 
Scese i tre scalini dell'ingresso, con calma e attenzione, compiere quei passi fu più difficile dello stesso respirare. La terra sotto alle suole delle scarpe la sentì fresca, umida della rugiada che ancora la bagnava, odorava di muschio, di primule e di violette e di rose che gli adornavano i capelli. Le ciocche ai lati del viso tirate dietro la nuca in una treccia morbida intrecciata di fiori bianchi.
Un barbaglio di sole gli sfiorò il viso, tiepido, un taglio obliquo che riempì lo sguardo. Uscendo dall'ombra della propria casa Xie Lian venne inondato di luce.
Hua Cheng sentì il respiro sussultare, trattenuto nei polmoni quando il suo sguardo si riempì di lui. Un alone di luce lo ammantava, bagnandolo d'oro.
La bellezza resa divina, la carne resa santa.
Hua Cheng lo vide come l'aveva veduto la prima volta, splendente, mozzafiato, la persona più bella su cui avesse mai posato lo sguardo. Ed ora come allora il suo cuore si aprì di un fulgido e totalizzante ardore, stretto nel petto, in un contegno e rilassatezza che si costrinse a mostrare.
Xie Lian non sarebbe stato più bello di come lo era in quel momento, vestito di porpora, puro e semplice come era lui, di come lo era al mattino - di come lo sarebbe stato sempre.
A passi lenti, misurati, lentamente Xie Lian alzò il viso. Un rossore vago sfumava le guance d'avorio, stretto al braccio del suo maestro. Avvolto dalle sue lunghe e delicate dita c'era un unico fiore bianco - prezioso e grazioso nella presa gentile di Xie Lian. Gli occhi pieni, di una trasparenza cristallina, si soffusero di intensa tenerezza ed emozione nel vedere la figura alta e snella di Hua Cheng attenderlo sotto all'arco di legno e edera che sarebbe stato il loro altare.
Vestito di rosso, semplice nella casacca cremisi e i pantaloni leggeri a sfiorare le caviglie, eppure elegante nel suo modo che aveva di indossare gli abiti. Affascinante, rifulgeva come una fiamma, bagnato della luce di mezzogiorno, i capelli lunghi lasciati cadenti sopra le spalle ampie.
Lo aspettava, col viso, col corpo tutto rivolto verso di sè.
Lo aspettava come aveva sempre fatto, con infinita pazienza, con gentilezza e perseveranza, con immutato affetto, con gli occhi d'ossidiana profondi e caldi come carboni, e un sorriso mite, un angolo della bocca pizzicato più in sù, in quel suo modo irriverente e amorevole di sorridergli. Lo aspettava, Hua Cheng, e Xie Lian ritornò a sentire tutto con estrema vividezza.
Lo sfarfallio dirompente del suo cuore, le sbuffate di vento tiepido dell'est, i colori di un verde acceso della foresta di conifere attorno a loro, il prato e i suoi sprazzi di colore di fiori selvatici. Tutto acquistò colore, tutto partì da lui, da Hua Cheng.
Avanzava, compiendo passi senza accorgersene.
I suoi occhi erano rivolti unicamente ad una persona, ad un solo viso. Gli andava incontro con un incedere stabile, eppure ogni fibra del suo corpo fremeva come libellule in volo.
Il cuore batteva con così tanta forza, con così tanto ardore da trattenere il fiato. Molte notti aveva pensato a come avrebbe potuto sentirsi quel giorno, a cosa avrebbe provato, alla vergogna che gli sarebbe nata nel fare qualcosa di così intimo e significativo di fronte alle persone che più contavano nella sua vita. Il suo riserbo e il suo silenzio avevano sempre celato i suoi stati d'animo al resto del mondo; mostrarli così profondamente era estraniante e lo avevano reso terribilmente ansioso.
Ma nulla di tutto quello che aveva pensato avrebbe mai potuto essere paragonato alla pienezza che provava nel petto in quel preciso istante. Xie Lian allungò una mano, le lunghe dita che fremettero lievi mentre la mano di Hua Cheng - calda, grande e morbida - era pronta a tenerla, accogliendola come la cosa più preziosa di tutto il mondo.
Xie Lian si concesse un momento di fascino. Impalpabile, scorse un mutamento in Hua Cheng, la premura che gli inclinò per un istante le sopracciglia. Una piccola, lieve increspatura nel suo portamento rilassato, in quei suoi occhi profondi sui quali passò un barbaglio liquido, luminoso, una rara forma di vulnerabilità e commozione che solo a Xie Lian era stato concesso di vedere.
Fu come un onda che si diramava, increspando la superficie di un lago. La sua debolezza divenne anche la propria. Gli si strinse il cuore tanto forte da sentir male, di un dolore benefico, per il troppo provare, per una felicità tanto grande da sentir salire le lacrime agli occhi.
Xie Lian alzò una mano, accarezzandogli teneramente una guancia, stringendosi appena a lui. Le labbra si tesero in un sorriso tremulo per un pianto che si costrinse a non versare, non ancora. E' troppo presto, si ripeteva, troppo presto; se inizio ora, non mi fermerò più.
Hua Cheng ne baciò piano, con accortezza, il palmo. Lo guardava negli occhi, e sembrava potesse parlare nel profondo della sua anima.
Uno accanto all'altro sembravano già destinati ad essere, ad esistere come prolungamento, come un unico essere separato in due. Sembrava fossero già sposi, mano nella mano, uno di fronte all'altro, sotto lo sguardo e la benedizione del gran sacerdote e delle divinità.
«Io, Hua Cheng,» parlò per primo, sotto le parole di rito che gli venivano pronunciate simbolicamente dal pastore. Parole che già sapeva a memoria, ripetute ancora e ancora, per giorni, assaporandole sulla lingua, radicate nel proprio cuore che ora lasciava sbocciare, dandogli fiato. La voce era calma, ma Xie Lian poteva sentire l'incredibile forza con cui gli stringeva le mani. «Prendo te, Xie Lian, come mio sposo,» il respiro tremulo mantenuto stabile, «nella promessa di amarti e onorarti, ora, per sempre ed in ogni vita,» la delicatezza del suo sguardo, il suono morbido della sua voce bassa a circondarlo, ad accarezzarlo e venerarlo, «nei momenti più bui così come in quelli più luminosi,» il cuore di Xie Lian ebbe un palpito, il respiro che si fermava e gli occhi che si facevano più grandi e belli su cui si rifletteva il sorriso dell'uomo che pronunciava le parole, «perchè quello che cade in disgrazia sei tu, perchè quello che si eleva nella gloria sei tu; qualsiasi cosa accada, sarai sempre e solo tu ad essere importante, e della mia lealtà e del mio amore e di questo anello ti faccio dono, qualsiasi cosa accada.»
Una lacrima sfuggì alle ciglia, rotolando su una guancia. La consistenza bagnata non lo fermò dal continuare a guardarlo con ugual commozione e emozione tanto grande da sentirsi soverchiato, tanto grande da non riuscire più a contenerla.
Quelle parole scivolarono su di lui senza alcuna intenzione di far male, bensì lenire, di curare, di riportare alla memoria la promessa fatta anni prima, le parole che lui stesso aveva pronunciato, rivelato come segreti nascosti per peccati mai confessati, per quella vergogna che provava verso sè stesso e ciò che era stato, svelati con incertezza e vergogna solo a lui. Xie Lian le aveva dette per confortarlo, e confortare sè stesso.
Hua Cheng le aveva conservate come il più caro dei tesori, donandogliele, ora, nella forma più pura e importante come una promessa per la vita.
Ne fu spiazzato, sentì nettamente l'animo strabordare e le lacrime minacciare di uscire. Un singhiozzo eruppe spontaneo dalle labbra sottili.
«.. S-scusate-.. io-..» prese fiato, boccate d'aria che gli riempirono i polmoni, una mano contro il bordo dell'occhio, sotto le ciglia a raccogliere goccia dopo goccia, gesti goffi e imbarazzati.
Hua Cheng passò il pollice contro la guancia, facendosi vicino, la sua presenza solida come un porto sicuro.
«Va tutto bene, gege.»
Xie Lian tradì un sorriso incerto, rise della sua debolezza e della sua incapacità a gestire emozioni così forti per la prima volta, forse, nella sua vita. Alla sua sinistra, tra le prime file, ci fu un borbottio tirato, e un imprecazione tra denti serrati. Feng Xin tirò su col naso in un gorgoglio ruvido a celare una commozione dietro le sopracciglia contratte in una linea dura. Mu Qing, al suo fianco, gli passò un fazzoletto dopo aver roteato gli occhi e fattosi più vicino.
Tranquillizzò il respiro, Xie Lian, grandi fiotti d'aria chiara scivolarono nei polmoni e gli schiarirono l'animo. Riprese in mano un minimo di autocontrollo, le mani si strinsero tra le sue ad infondergli sicurezza. La voce, quando iniziò, aveva ancora le striature tremule di una mano incerta, barcollante, come sul punto di crollare ma restando stoicamente ancorata a sè stessa. Le labbra si schiusero in un sospiro.
«Io, Xie Lian,» la voce morbida scivolò come dita sulla seta. «Prendo te, Hua Cheng, come mio sposo,» piegò la bocca in un sorriso, pronunciando il suo nome con una premura amorevole, accarezzandolo come il più prezioso dei nomi che avrebbe mai pronunciato. Un barbaglio luminoso attraversò nuovamente i suoi occhi scuri, per la seconda volta vide in Hua Cheng il tentennamento tenero di un ragazzo emozionato quanto lui. Il pensiero di sapere il suo cuore battere forte quanto il suo gli gonfiò il petto, spronandolo a continuare. «nella promessa di amarti e onorarti, ora, per sempre ed in ogni vita gli dei possano concederci,» la consistenza calda delle sue mani, il sorriso gentile che gli rivolgeva, la sua presenza di fronte a sè nella consapevolezza che lo sarebbe sempre stato, nonostante tutto. «nei momenti più bui così come in quelli più luminosi, ti dono il mio cuore, tutto me stesso e questo anello - perchè solo te amerò per tutta la vita.» sfiorò le sue dita con gesti calmi, così insoliti rispetto all'emozione che poco prima l'aveva portato a tremare come una foglia d'autunno. Abbassò lo sguardo solo un istante, distolse solo per un attimo gli occhi dai suoi. La luce del sole si infilò tra il ventaglio di ciglia, ombreggiando le guance sfumate di pesca mentre compiva quel gesto: un leggero chinarsi, il fresco del metallo dell'anello contro le labbra schiuse in un bacio.
Un gesto che nacque come un ruscello, limpido e fresco, sgorgò da una parte da lui e da quello si lasciò trasportare. Baciò il simbolo della loro unione come se avesse baciato le sue labbra, il suo cuore.
Hua Cheng sentì chiaramente lo stupore che si faceva largo dentro di lui, in un dilatarsi impercettibile delle iridi, uno screziare liquido che distrusse l'immagine di calma che aveva mantenuto fin a quel momento.
E, sopra ad ogni emozione, qualcosa di morbido e quasi liquido, che brillò negli occhi simile ad ammirazione e contentezza.
Quante volte mi ucciderai oggi, Gege?
Perchè Xie Lian era quello. Era l'unico al mondo a stupirlo, a scuoterlo senza far male. Nonostante gli anni, non sarebbe riuscito a non essere preso alla sprovvista.
Rialzandosi, riportò gli occhi gentili sul di lui viso. Hua Cheng, lo sguardo pieno e aperto, si rilassò all'amore che gli venne mostrato, tanto forte e tanto indicibile. gli sorrise, stringendosi a lui, osservando come il sole lo avvolgesse e rendesse più dolce il suo viso di giada - pur arrossato dalla vergogna, con le stelle a brillargli negli occhi pieni di meraviglia e adorazione nel guardarlo, nel sorriso incerto, timido, restio, nel fremito delle spalle sotto la consistenza leggera della camicia.
Amava tutto. Aveva amato ogni singola sfaccettatura di lui, e avrebbe amato tutto il resto.
La voce del sacerdote fu un suono lontano. Parole chiare e che una parte della loro mente capì e seguì senza mancarne una sillaba, erano invero una voce sottile, distante, di sottofondo rispetto a quello che udivano solo loro due. Il battito del cuore, il respiro lieve, il fruscio dei capelli di Hua Cheng, il tintinnio della perla cremisi sulla piccola treccia, la leggera, impalpabile, fresca come acque di un ruscello che si liberò da Xie Lian, avvolta nell'imbarazzo, quando il gran sacerdote li dichiarò sposi.
«Posso avere l'onore di baciarti, gege?»
La voce serafica di Hua Cheng aveva la serietà e la venerazione del più fedele degli amanti. Un rossore più ardente colorò le sue guance, gli occhi ridenti come due spicchi di luna.
«Sei mio marito ora. Non chiedermi queste cose.. fallo e basta.»
«Voglio comunque chiedertelo.»
«Sciocco.»
Si protese non appena le parole lasciarono le sue labbra e la bocca di Hua Cheng non le sostituì in un bacio. Aveva il sapore del sole d'agosto, di legno e qualcosa di eguagliabile alle gardenie sospinte dal vento, mentre lo sfiorava nel più casto dei baci, reclinando appena il capo.
Esplose tutto in quel momento, come una meteora si infrange nell'atmosfera: era suo marito. Era parte della sua anima, lo era sempre stato e non era un rituale a definire chi fossero l'uno per l'altra, ma lo era. Lo era davvero. Ora e per sempre.
Qualcos'altro esplose, al di fuori di lui. Shi Qingxuan e la sua commozione straripò d'entusiasmo tanto incontenibile da lanciare grida e riso prima ancora del tempo. Si era preso così a cuore l'avvenimento che non fu più in grado di contenersi, nè He Xua riuscì ad evitarlo per quanta severa intenzione vi avesse messo.
Con le mani strette in petto, Xie Lian rise in una cascata di petali bianchi, margherite e riso tra i capelli e tutt'attorno.
Si volse verso Shi Qingxuan, in un breve tentativo di confortarlo nonostante il trucco impeccabilmente perfetto all'inizio della cerimonia, per il pianto, stava rischiando di colargli sulle guance.
I fiori, le risate, lo scroscio degli applausi li bagnarono come pioggia, circondandoli mentre avanzavano tra i presenti, lasciando che la loro gioia e gli estatici rallegramenti aumentassero la loro gioia e la loro beatitudine. Mano nella mano, non si lasciarono mai.
Il piccolo Gu Zi si fece largo tra sua madre e la signora delle piogge. in mano un mazzolino di fiori lillà e mughetti raccolti quella mattina.
«Gege è tanto bello quando non porta vestiti sporchi.» gli riferì sorridendo innocente e euforico trasportato dalla contentezza degli altri. Xie Lian rise, accettando il complimento e i fiori.
Poco più in là Mu Qing e Feng Xin lo osservavano con pacata serenità - erano quelli che in un primo momento erano stati scettici e contrari a quella decisione. Lo conoscevano abbastanza da sapere la sensibilità del suo animo: sposarsi, giurare agli dei, era per sempre. Sposare un ragazzo non era grave, ma sarebbe stato complicato - per molti motivi.
Li vide poco più in là, al di sopra delle teste degli invitati, intenti in una discussione che ebbe termine non appena si sentirono osservati. Scorse, e potè giurare di udirne anche il suono, il sospiro di Mu Qing e il suo roteare degli occhi e, accanto a lui, Feng Xin incrociare le braccia con tronfia soddisfazione. Si intenerì con una stretta tiepida in petto, e con un movimento di labbra senza suono pronunciò loro un «Grazie».
Il pranzo venne fatto dietro la loro casa, una tavolata unica, intima e raccolta, sotto a tende di lino rosse sopra il capo e mazzolini di margherite come porta tovaglioli.
Bevvero e mangiarono, più di tutti Xie Lian poteva ancora sentire la voce di Shi Qingxuan, la sua risata la più estatica, la sua voce la più acuta, il suo bere il più sfrenato tra tutti; He Xuan al suo fianco lo eguagliava solo per la quantità di cibo che ingeriva nonostante lanciasse sguardi morbidi e di rimprovero al compagno. Quei suoi occhi scuri non si soffermarono su di lui un secondo più del necessario, impegnati a mangiare tutto ciò che gli stava di fronte. Qingxuan - quel caro, affettuoso e gentile Qingxuan - cantò accompagnato dalla chitarra del giovane Pei Su, mangiarono fino a quando la luce del sole calò lenta all'orizzonte tingendo di pesca e prugna il cielo immacolato e le luci come stelle sospese non vennero accese. Il vino sfiorò solo un momento la sua bocca per sentirlo già distante, e i profumi, le voci, gli applausi concitati, le risate di entusiasmo non furono che un eco trasportato dal vento sulla pelle.
Il fruscio degli alberi e degli aghi di pino si riverberava al crepuscolo, la penombra dell'oscurità si srotolava sulla pianura come un manto di velluto. La luna era già un profilo sbiadito, un cerchio imperfetto e lontano, incorporeo.
Xie Lian inspirò a pieni polmoni, l'aria fresca a gonfiargli il petto.
Seduto su un cumulo di rocce poco vicino casa, al limitare del giardino dove ancora erano posati i fiori secchi che li avevano sfiorati, baciando loro la pelle, durante la cerimonia. Ora era tutto finito, e sembrava appartenesse ad un sogno.
Si era cambiato in una camicia e dei pantaloni bianchi, eppure i capelli, intrecciati, avevano perso la grazia infusa da Shi Qingxuan e somigliava più a una crocchia scomposta.
Xie Lian sorrise alla luna, perchè non era importante.
«Gege, per te.» Hua Cheng, dolcemente - oh così dolcemente - gli sussurrò. Gli porgeva una tazza di thè ancora caldo, non tiepido nè troppo bollente - sapeva la giusta temperatura in cui lo preferiva bere.
La prese, sorridendogli grato, mentre Hua Cheng lo affiancava seduto sorseggiando la seconda tazza nella propria mano.
Rimasero in silenzio per un istante. Non erano mai stati gravi, i silenzi che condivideva con Hua Cheng; sapevano di pace, conforto, di tenerezza condivisa senza bisogno di parlare. Ascoltava il vento tra gli alberi, il suono acuto di una civetta mentre, in lontananza, nei contorni del grande lago, si iniziavano a scorgere le lucciole; la luce calda del salone era rimasta accesa, stagliando i profili del tavolo di legno, il ripiano dei fornelli dove una mensola stava cedendo sotto al peso dei troppi piatti - Hua Cheng aveva promesso di sostituirla appena possibile - la curva della tenda. Poteva intravedere la coda pelosa di e-ming che spazzava pigra il pavimento, accoccolato sul suo tappeto preferito - si appuntò che gliene avrebbe fatto un altro, con le sue scarse doti per il lavoro a maglia.
Ogni singolo dettaglio, seppur il più stupido, ogni incrinatura, ogni sfumatura - era casa.
Hua Cheng era casa.
Tutto quello era casa.
Si soffermò sul profilo dell'uomo che aveva sposato, gli zigomi alti, l'espressione di serena soddisfazione, la curva delle occhiaie che, seppur accennata, dimostrava che anche lui era uscito da quella giornata e dagli eventi che l'avevano preceduta stanco e sfiancato, la piega serafica e accomodante delle labbra che si sollevarono lentamente in un mite ghigno.
«Mi sento osservato molto intensamente.» scherzò questo, lo sguardo che lentamente si spostava, scivolando su di lui. Xie Lian lo guardava e ringraziò gli dei del dono che gli avevano fatto permettendogli di incontrarlo e, quel giorno, sposarlo. Sorrise.
«Osservo mio marito e quanto oggi sia molto affascinante.»
Il sorriso sul suo viso si aprì, e così fece il proprio cuore.
«Non quanto te. Gege oggi splendeva come il sole e la luna, più di ogni cosa preziosa ci sia al mondo.» la serietà e l'amore con cui gli rivolse il complimento lo fecero arrossire.
«Ahh, non esagerare-»
«Non esagero mai quando si tratta di te.» ammise, ed era una verità incontrovertibile che gli strinse l'animo. Xie Lian lo guardò e si sentì innamorato come se fosse la prima volta. Si innamorò della sua schiettezza, della semplicità con cui gli si dichiarava, con cui lo guardava con quell'adorazione mista a profondo, smisurato affetto, un ardore totalizzante da risplendere nei suoi occhi e incatenarlo a sè.
«San Lang, mio San Lang.»
Il giovane si volse a guardarlo, un interrogativo gli incurvò le sopracciglia scure verso l'alto in quell'espressione teneramente infantile. Lo sfarfallio sfrenato del cuore accompagnò la carezza che scivolò sulla sua guancia con la mano esile e pallida. «Ti amo, immensamente.»
Due parole così semplici che gli richiesero così tanta forza per superare la vergogna che gli ingolfava il petto e offuscava i pensieri. quella volta gli uscì dalle labbra come la frase più semplice e più cara al mondo. Lo stupore negli occhi di Hua Cheng e il rossore a colorargli la punta delle orecchie lo fecero sorridere di tenerezza. «Non te l'ho mai detto oggi - è curioso, no? proprio il giorno del nostro matrimonio non sono mai riuscito a dirtelo. Posso farlo, ora che siamo solo io e te e... oh, Ryoue-!» il gatto dal pelo bianco gli si strusciò sulle caviglie, miagolando basso ed acciambellarsi lì, ai suoi piedi, come era abituato a fare.
Ritornarono a guardarsi, le dita di Hua Cheng scivolarono a circondare le sue in una stretta gentile, presente.
«Non serve dirlo, me l'hai detto di continuo semplicemente guardandomi.» rispose lui, la fermezza solida di chi crede fermamente, di chi non vacilla mai di fronte a tutto l'amore che sa di ricevere da parte di Xie Lian. Lo conosceva come conosce sè stesso, non aveva bisogno di sentirlo per sapere ciò che i suoi silenzi e i suoi sorrisi dimostravano con più forza di quanto potessero fare le parole.
Xie Lian si sentì morire di fronte ai suoi occhi che, calmi, rispondevano a quella confessione con un ardore da imbarazzarlo e sentire il sangue fremere nelle vene e il respiro fermarsi. «Ma se gege vuole dirlo ancora, mi renderai ancora più felice.Ssono tutto orecchi.» appoggiò il gomito contro il ginocchio, il sorriso mordace, in attesa.
«P-può bastare così per oggi-,»
Lui rise e la sua risata gli vibrò nel petto.
«Ma come, già finito? E io che speravo di averne ancora. Posso accontentarmi ma, se gege non vuole dichiararsi ma preferisce baciarmi, sono disposto ad accettare il compromesso a braccia aperte.»
Xie Lian ne rimase stupito, ma allo stesso tempo non potè evitare di essere divertito. A distanza di anni di corteggiamento e di imparare a conoscersi, Hua Cheng sapeva imbarazzarlo alla sprovvista come se fosse la prima. Gli diede un pizzico amorevole sulla fronte, ridendo.
«Ah, San Lang...!» Sospirò incredulo e divertito dall'audacia, una malizia così forte nel vantare il suo senso di presenza. Lo chiamò col nome che con cui era solito chiamarlo, nell'intimità delle loro conversazioni, come lo aveva chiamato la prima volta che l'aveva conosciuto. Aveva preferito sempre essere chiamato così; Xie Lian non aveva aveva mai alzato domande: rimaneva sempre la persona che più amava al mondo, qualsiasi fosse il nome che gli lasciava le labbra.
Il sorriso divertito che piegava le labbra di Hua Cheng si ammorbidì, l'occhio scuro si piegò in basso, un barbaglio liquido e caldo ad attraversarlo. Si piegò di lato, i polpastrelli della mano cercarono la mano di Xie Lian, sfiorandone le dita con infinita accortezza e attenzione, la consistenza ruvida contro la pelle pallida e morbida del dorso. Gliela prese in mano in un gesto pieno di devozione, lo stesso gesto di quella mattina sull'altare quando gliel'aveva presa senza più lasciarla.
«Sai, prima del matrimonio ho titubato tanto - non sapevo se chiamarti o no; anche lo scriverti mi sarebbe bastato. Ma Shi Qingxuan mi ha detto che avrebbe portato sfortuna.»
Hua Cheng fece schiocchiare la lingua - le labbra si piegarono dallo scherno e dal fastidio.
«Stupidaggini. Nessuno crede più a queste cose. Gege, non credere a tutto ciò che le persone ti dicono. Se vuoi sentirmi, fallo.»
La risata che sfuggì alle labbra di Xie Lian era morbida, intermittente. Gli sorrise teneramente, poi un lieve rossore gli colorò le guance. «Nonostante questo, non volevo offendere alcuna divinità. Ma ora posso rivelartelo: volevo così tanto sentirti.» La mano liberà giocava nervosamente con l'orlo della camicia. «E mi chiedevo se, anche San Lang aveva sentito la mia mancanza-»
«Ogni secondo.»
Il suo respiro si fermò, gli occhi si aprirono lievi, scintillando di un dolce stupore. «Volevo chiamare gege ogni secondo dalla nostra separazione. Volevo chiamarti, ascoltarti, sentire la tua voce, chiederti se ti mancava qualcosa o se avevi faticato a dormire o se stessi mangiando bene.»
Un brivido gli percorse la trama sottile delle vene, quando con stupore Xie Lian vide Hua Cheng chinarsi e baciare le nocche della mano. Tutta l'attenzione e l'amore venne racchiuso in quel semplice tocco tiepido delle sue labbra.
Il cuore non poteva reggere a tanto, sentendolo tremare in gola.
«Lo sai, essere con gege è tutto ciò che desidero.» ammise.
Xie Lian sorrise, farfalle a sbattere impetuose nelle vene, un rossore leggero a riscaldargli il viso mentre la mano libera scostava una ciocca scura dal viso di Hua Cheng, dalla parte dell'occhio che era solito coprirsi per una ferita lontana.
«E tu sai altrettanto che è il mio stesso desiderio.» Xie Lian si chinò in avanti. Hua Cheng fece in tempo ad alzare lo sguardo, tendersi appena, che le sue labbra si erano già posate sulle proprie.
Un bacio gentile, glielo porse così come gli porgeva il suo cuore.
Il suo amato - il suo amato per la vita. «Avere te al mio fianco è il dono più grande che gli dei potessero farmi. Tu mi rendi l'uomo più felice e più amato di tutta la terra e i cieli.»
L'imbarazzo formò una sfumatura rosata invisibile sul viso di Hua Cheng. Prese una boccata d'aria tremula così tanto necessaria, il corpo sembrò tendersi, e Xie Lian capì che stava usando tutto sè stesso sotto il tocco delle sue mani. Un sorriso sagace, sfumato di innocente malizia, gli piegò le labbra. «Ah, San Lang- mio San Lang.»
«Gege, tu.. definitivamente sarai la mia morte.»
Gli uscì una risata leggera, quando d'un tratto un paio di mani lo presero e non ci fu più la superficie delle rocce sotto di sè. Solo Hua Cheng, le sue braccia a tenerlo, accoccolandolo contro il suo petto. «San lang?»
«Non l'abbiamo ancora fatto.»
Xie Lian sentì il cuore fermarsi e avvampare l'istante successivo.
«Fatto cosa!?»
«Entrare in casa nostra mentre porto il mio sposo tra le braccia.» rivelò Hua Cheng in un inarcare delle sopracciglia. Xie Lian rimase in silenzio, ma alla fine rise sotto lo sguardo perplesso dell'uomo. «Sono imbarazzante, vero? E' una richiesta ridicola.»
«No, affatto.» era la cosa più tenera e amorevole che potesse venirgli in mente, e lui si lasciò andare contro il suo petto, intrecciando le dita dietro il suo collo. Sul viso un sorriso gentile, innamorato. «Avrei voluto farlo anche io.»
«Gege..»
Il cuore martellava in petto allo stesso ritmo di quello che percepiva battere contro il petto di Hua Cheng. Giocherellò un istante con la ciocca della piccola treccia di Hua Cheng, il rubino rosso a rimandargli barbagli di luce calda.
«Dunque,vorresti portare il tuo sposo nella nostra casa?»
Xie Lian sbirciò timidamente da sotto le lunghe ciglia l'espressione di Hua Cheng, solo per vedere l'imbarazzo piegargli il viso e un ardore mordace vibrargli nell'iride scura. Sotto la luce della luna, gli occhi di Hua Cheng parvero brillare.
«Qualsiasi cosa gege desideri.» affermò con una solennità sfumata di affetto e un sentimento profondo come la terra, duro più di qualsiasi metallo, immortale e imperituro come il tempo.
Con la risata leggera a vibrare nel silenzio della luna e delle stelle, Xie Lian si lasciò cullare della presa delle braccia di Hua Cheng, dal suo odore - dolce e intenso, in cui riconobbe sottopelle quello della sua pelle. L'idea di Xie Lian di che odore avevano le parole sicurezza, intimità, casa.
 
  
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