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Autore: bacionero    14/04/2020    6 recensioni
Dal primo capitolo: Egli era pazzo della sua futura sposa, ed estremamente ragionevole sul fatto che ella rappresentasse fisicamente moralmente e psicologicamente la sua felicità.
Quando si dice che cuore, cervello ed estasi dei sensi vanno di pari passo.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Il pazzo, l’amante e il poeta non sono composti che di fantasia.
Shakespeare

Questa era la frase che Terence le sussurrò la sera prima di salutarla. La sera prima che diventasse sua moglie. Mai avrebbe creduto di sposare quella donna che gli aveva cambiato la vita, la bionda dagli occhi chiari che conosceva da anni e che era stato in grado di migliorarlo, anche se in fondo era sempre rimasto quel ragazzo che odiava le convenzioni e gli orpelli, gli snob e le smancerie; il triangolo alla ricerca del suo cerchio.
Chissà se faceva bene a sposarsi. Matrimonio e amore non sempre coincidono, anzi “direi”, pensava, che “non coincidono quasi mai”. Gli bastava considerare il secondo matrimonio del padre con una donna brutta, grassa e volgare, avvenuto solo perché il sangue blu del padre cercava altro sangue blu a cui mischiarsi, oppure al triste rapporto di suo padre e sua madre, chiuso perché la ragione di entrambi ne aveva spento la follia amorosa.
Ragione…follia…e se ogni tanto andassero d’accordo? Perché egli era pazzo della sua futura sposa, ed estremamente ragionevole sul fatto che ella rappresentasse fisicamente moralmente e psicologicamente la sua felicità.
Quando si dice che cuore, cervello ed estasi dei sensi vanno di pari passo.
Ed ora eccola lì avanzare a piedi nudi sull’erba, il lungo vestito a tracciare un segno sulla verzura dei campi, il volto celato da un velo impalpabile. Non appena si accosta di fronte, Terence le solleva il velo.
Candy…finalmente!
Con un tale gesto delicato che sottolinea la futura prova d’amore nella quale la sposa rivelerà allo sposo tutti i suoi più profondi segreti egli indugia negli occhi di lei. Ma i suoi segreti li ha già carpiti, mesi fa, eppure non è pago. Eppure gli basterebbe anche solo guardarla così radiosa come è quella mattina per essere felice.
Pazzia…la desidera eppure potrebbe anche farne a meno. Misteri dell’amore. Forse nemmeno recitando a memoria tutto Shakespeare si potrebbe intuire lontanamente quello che si prova in un solo vero attimo di amore. Forse nell’amore le parole non contano, conta la musica.
Ora saranno liberi di amarsi, come la notte in cui avvenne la prima volta.
Una notte piovosa di dicembre, la pioggia a velare le strade. Una di quelle notti in cui a New York si avventurano solo pochi sparuti figuri alla ricerca dei beni più proibiti, rifugi alla monotonia del vivere, e quando ci si incontra si legge negli occhi dell’altro la stessa fame, lo stesso intenso disio. Ed era proprio questa l’impressione che dava Candy, quella notte, avvolta nel suo completo rosso bordato di tartan, con una sciarpa a proteggerle il volto e la dignità. “Una donna perbene non esce in queste serate, a quest’ora, a meno che non vi sia un uomo a proteggerla” sapeva pensavano gli altri frettolosi avventori in quella tempesta. Ma ella si era fatta accompagnare dal suo autista ad un centinaio di metri dal portone di Terence. Abbastanza vicino perché non capisse dove esattamente si recasse, abbastanza lontano perché una decina di persone potesse giudicarla quello che non era.  Ma fortunatamente erano tutte persone interessate ad altro e comunque la ragazza continuava a stringere il suo coltellino sotto la borsetta.
Aveva bussato alla porta di Terence, ed egli le aveva aperto, stupito. Stava per sposare Susanna e Candy stava per sposare Albert.
Cinque mesi prima Candy al suo ritorno da Rocktown aveva capito che era stato proprio il suo tutore a trascinarla in quel desolato paese per farle vedere come si era ridotto Terence, e la sua stima nei suoi confronti era cresciuta esponenzialmente. L’aveva protetta da quando aveva memoria, e lo aveva fatto nel modo più discreto possibile. Inoltre si era accorta che egli non la vedeva più come una bambina, ma come una giovane donna, e dato che la sua età era un’età in cui ragionevolmente si può pensare al matrimonio, quando si era dichiarato aveva acconsentito alle nozze.
Ma quando Albert le si avvicinava e la accarezzava, la consapevolezza che quelle mani e quel volto non fossero di Terence la immalinconiva, così una sera decise di andarlo a trovare. Il ragazzo aveva deciso di lasciare per sempre l’appartamento in cui una volta l’aveva ospitata e lei aveva fatto cadere le tazze di thè per terra. Quello sarebbe stato il momento giusto per baciarla, per abbracciarla e chiederle di sposarlo, invece aveva raccolto i cocci e lasciato che Candy si macerasse nei suoi pensieri e nei suoi dubbi. No, adesso lui abitava in casa di Susanna, e tutti a New York lo sapevano, come sapevano che la ragazza era andata con la madre a trovare dei parenti di Boston e a pavoneggiarsi con loro del fatto che stava per sposare il rampollo di una nobile famiglia inglese.
-Candy, stai per sposarti, e anche io sto per farlo, non dovresti essere qui! -aveva esclamato Terence aprendo la porta.
Ma ella non gli aveva permesso di dire altro, suggellando quel silenzio con un bacio a fior di labbra, per poi aspettare la reazione del ragazzo, che non aveva disse né fece nulla, così Candy si avvinghiò a lui e rese il secondo bacio ancora più impetuoso. Terence rispose immediatamente all’ardore della ragazza, prima con un caldo abbraccio e poi con un bacio talmente appassionato che Candy quasi se ne vergognò, ma invece di staccarsi e fuggire gettò per terra la borsa e il copricapo e inarcò la schiena travolta dalla passione, aderendo con il suo corpo al corpo del ragazzo quanto più poteva.
Baci, umori e carezze si erano mescolati ai movimenti di un lento spogliarsi, mentre lo scroscio della pioggia era intervallato dal raro passaggio di qualche carrozza e i lampioni per strada con la loro luce intermittente proiettavano uno strano effetto sulla stanza, quasi i due amanti fossero i protagonisti di un lungometraggio. Erano finiti a letto e fatto l’amore.
Alla fine erano rimasti abbracciati in silenzio. Fu lì che Terence le propose di sposare lui invece di Albert, e disse che avrebbe immediatamente sciolto il fidanzamento con Susanna. Non poteva accettare di non vederla più e di non stringerla come aveva fatto quella notte, e tormentarsi al pensiero che sarebbe stata di Albert. Candy superando la sua consueta delicatezza alla fine acconsentì, soprattutto quando il ragazzo le fece presente che anche Albert e Susanna meritavano di trovare qualcuno che li amasse veramente.
La scena dell’addio dei rispettivi fidanzati fu struggente ma dovuta. Urla e pianti da parte di Susanna, un pugno sbattuto sul tavolo da parte di Albert.
Per delicatezza i due avevano deciso di sposarsi in gran segreto in aperta campagna, festeggiando l’evento con un semplice pic nic, e andando ad abitare, una volta marito e moglie, lontano da New York, almeno i primi tempi.
Fu così che quella mattina, sul prato verde di una contrada non meglio precisata distante da New York, i due ragazzi si promettevano amore eterno alla presenza unicamente del prete e dei testimoni, Archie e Annie per Candy, Charlie l’amico furfante e la madre per Terence.
Non appena le promesse furono pronunciate e il prete stava per dire la fatica frase “ora può baciare la sposa” si sentì un boato assordante, un fragore inimmaginabile, e Candy vide quello che era appena diventato suo marito andarle incontro nel disperato ma inutile tentativo di soccorrerla mentre cadeva a terra. L’ultima cosa di cui ebbe contezza prima di chiudere gli occhi fu che il cielo era completamente coperto di polvere.


 
Salve a tutti! Stavolta, complice la forzata permanenza in casa, ho deciso di scrivere tutta la storia e poi postarla. Questo perché altre volte dopo i primi capitoli mi è mancata l’ispirazione e così sono stata costretta a cancellare alcune storie.” Rosso come il sangue nero come la notte” ha una storia diversa, ossia è talmente drammatica (per me) che ho pure paura a scriverla, ma la lascio perché spero un giorno di continuarla, ci terrei tanto. Nel frattempo ho scritto questi 4 capitoletti più un epilogo che ho intenzione di postare ogni settimana (forse ogni 4-5 giorni), e stavolta sono stata brava a finirla! Ho cercato di dare più peso ai dialoghi e meno alle descrizioni, tranne che in questo capitolo, questo per snellire la trama e far durare la fiction appunto 4 capitoli più un epilogo (che non mi andava di incorporare nel quarto capitolo). Se mi fosse venuta l’ispirazione di altre scene che mantenessero la suspance le avrei inserite ma così non è stato, poco male perché in questo momento preferisco mantenere fino alla fine l’idea iniziale ed essere coerente con me stessa, oltre che non scrivere storie lunghe come Guerra e pace. Buona lettura per chi avrà il piacere di leggerla :) 
   
 
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