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Autore: alchimistadibudino    14/04/2020    0 recensioni
"Non posso prometterti di non provarci di nuovo", Will ruppe il silenzio.
Hannibal annuì, intuendo a cosa si riferisse:
"Immagino sia difficile accettare questa parte di te. Sarebbe più facile uccidermi e sperare di vederla morire con me".
"Sei la mia epifania, Hannibal. Posso anche uccidere te, ma non cancellerà ciò che sono diventato".
-Tratto dal 1° capitolo, "Oh, the skies"-
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alana Bloom, Chiyoh, Hannibal Lecter, Jack Crawford, Will Graham
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"A seguito dell'evasione del pluriomicidia Hannibal Lecter, visti i dubbi che l'FBI nutre sulla sua morte, si consiglia caldamente a tutti gli abitanti del Maryland di non rimanere fuori casa fino a tarda notte. Spostatevi sempre in gruppo e chiud-"

Le parole della giornalista vennero bruscamente interrotte dallo spegnersi del televisore. Jack Crawford lasciò cadere il telecomando sulla sua scrivania e scivolò sulla sedia con un sospiro frustrato. Si passò una mano sulla faccia e tentò di prendere dei respiri profondi, nel vano tentativo di calmarsi. Non ci riuscì e sbattè un pugno sulla scrivania di legno, facendo sussultare sulle loro sedie Zeller e Price, che si scambiarono uno sguardo spaventato e preoccupato.

"Prendiamoci un secondo per ricapitolare ciò che è successo quella sera", disse in fine. Il suo tono di voce era basso e calcolato, pieno di risentimento.

Passarono alcuni secondi di silenzio prima che Jimmy e Brian si riscuotessero e capissero che Crawford li stava interpellando.

"Dolarhyde ha rubato un'auto della polizia, ha fatto fuori tutta la scorta e ha aiutato Lecter ad evadere", cominciò Price.

"Sì, ha fatto fuori tutti, tranne Lecter e... Will".

"A questo punto diventa tutto ipotetico. Non sappiamo se Dolarhyde abbia portato Lecter e Graham personalmente alla villa sulla scogliera del dottore o se i tre ci sono arrivati in momenti diversi".

"Considerando che nella villa sono stati trovati i vestiti che indossavano il dottore e Will, probabilmente i due si sono cambiati, il che ci fa credere che la seconda ipotesi sia la più corretta", continuò Zeller, incoraggiato da un segno di assenso del suo collega.

"In oltre, la data del decesso del Drago la possiamo collocare tra le dieci e la mezzanotte. Pensiamo quindi che Graham e Lecter stessero aspettando l'arrivo di Francis".

"Esattamente, hanno attesa insieme nella villa che la notte giungesse per uccidere il Drago".

Crawford li ascoltò attentamente, il rapporto di quella teeribile serata era aperto sotto i suoi occhi. Le fotografie di Hannibal e Will sembravano ricambiare il suo sguardo, quasi come se lo stesso sbeffeggiando, ridendo di lui e della sua stupidità.

Come hai potuto credere che un piano come quello potesse funzionare?

Come hai potuto fidarti, nonostante ciò che sapevi?

Jack chiuse con un movimento irritato il fascicolo, nascondendo quelle due paia di occhi derisori dalla sua vista.

"Chi ha ucciso il Drago?" Chiese, alternando lo sguardo da Price a Zeller.

I due si scambiarono un'enessima occhiata, decidendo silenziosamente chi dei due avrebbe dovuto dare la notizia.

Zeller si fece coraggio e prese la parola:

"Beh sul coltello sono state rinvenute diverse impronte e due diversi gruppi sanguigni: un gruppo 0 positivo e un AB negativo".

Crawford annuì e attese il continuo del referto.

"Le impronte appartengono a Francis Dolarhyde, William Graham e Hannibal Lecter", la voce di Zeller tradiva una scomoda incertezza, il tono era basso e attento ad ogni singola parola. Finse di aver bisogno di leggere il suo rapporto, una mera scusa per abbassare lo sguardo e non incrociare quello del suo temibile capo.

"Il sangue 0 positivo appartiene a Graham e al dottor Lecter. Abbiamo fatto un confronto con i prelievi fatti durante le indagini su di loro", Zeller girò pagina e Price sospirò, abbassando a sua volta lo sguardo. "Sul collo di Dolarhyde è stato trovato il segno di un morso e le impronte dentali, per quanto parziali, sembrano corrispondere a quelle di Lecter".

"E il taglio sull'addome?", incalzò Crawford, guardandolo con insistenza.

"Beh, ehm, viste le impronte, il sangue, il morso sul coll-".

"Zeller, arriva al dannato punto".

Brian annuì, cercando con lo sguardo un po' di sostegno dall'amico che sedeva accanto a lui. Price incrociò i suoi occhi e strinse con forza i pugni.

"Sospettiamo che sia opera di Will Graham".

Jack fece un segno di assenso con la testa. Si maledisse per l'ennesima volta, dandosi la colpa di tutto quel disastro. 
Quando Will gli aveva proposto quel piano folle per catturare il Drago, Jack aveva subito capito che qualcosa sarebbe andato storto. Le sue paure aumentarono quando Hannibal chiese espressamente che fosse Will stesso a chiedergli aiuto. Jack lo sapeva. Sapeva che non avrebbe mai funzionato, non come avrebbero sperato. Era stato stupido a farsi convincere ad accettare, ne era consapevole.

"Lo hanno fatto insieme", esordì improvvisamente Crawford, attirando l'attenzione dei due scienziati di fronte a lui. "Si sono diretti verso la scogliera, hanno atteso il Drago, lo hanno ucciso e sono scappati. Insieme".

Price corrugò la fronte:"Perché ne è così sicuro? Lecter potrebbe aver preso Will in ostaggio, potrebbe averlo costretto ad uccidere insieme a lui, potrebbe averlo costretto a seguirlo nella sua fuga".

Zeller annuì:"Magari chiederà un riscatto". 
Price fece un cenno con la mano verso il collega, approvando la sua ipotesi.

"Non siamo neanche sicuri che siano vivi, capo", sussurrò Brian, chinandosi leggermente verso la scrivania. Jack gli lanciò un'occhiata carica di scetticismo.

"L'ipotesi più probabile è che siano precipitati giù dalla scogliera. Sopravvivere ad una caduta come quella, nelle condizioni in cui erano... è molto improbabile, Jack", constatò razionalmente Jimmy. "Hanno ucciso il Drago assieme, non è da escludere che si siano anche tolti la vita di comune accordo".

Jack sapeva cosa Jimmy e Brian stavano tentando di fare. Volevano rassicurarlo, toglierli quel pesante senso di colpa dalle spalle, fargli credere che anche se il piano era fallito, sia il Drago che Lecter erano scomparsi per sempre e il povero Will con loro. Jack voleva davvero credere che tutto questo fosse vero, voleva poter dire a Molly che suo marito era un eroe e che sarebbe stato sempre ricordato come un brav'uomo; voleva poter rassicurare Alana e Margot che non avevano nulla da temere, che Il Mostro era finalmente sconfitto. 
Eppure non riusciva a credere ad una singola parola. Neppure Brian e Jimmy sembravano convinti delle loro stesse parole: sapevano che non poteva essere così semplice, era come se tutti quegli anni passati accanto al dottor Lecter avessero donato loro una specie di sesto senso. Avevano imparato a non sottovalutare quell'uomo, a non dare niente per scontato.

Crawford riaprì la sua copia del rapporto, quasi distrattamente, come un automa. Rilesse alcune parole in modo sparso: impronta, gruppo sanguigno, arma del delitto, agente speciale. Poi, i suoi occhi ricaddero inevitabilmente sulle foto dei due uomini scomparsi. Ricambiò il loro sguardo stavolta, le osservò con attenzione, come se li avesse davanti in persona. Avevano ucciso il Drago insieme, si erano buttati insieme, Will aveva seguito Hannibal alla villa di sua sponte. Erano complici, l'uno dell'altro.

Complici.

Jack alzò lo sguardo e lo posò nuovamente sui due uomini dinanzi a lui.

Complici.

Il volto di una donna comparve davanti ai suoi occhi come un fulmine in una giornata di sole. Una donna dai tratti orientali, con un fucile da cecchino in mano.

"Hai ragione, Jimmy", affermò ad un tratto Jack, guadagnandosi un'occhiata curiosa da entrambi gli scienziati. "È improbabile che siano sopravvissuti... da soli".

•□•□•□•

"Ho una casa nel North Carolina".

Will ed Hannibal sedevano a pranzo, ai capi opposti del tavolo. Non parlavano molto, solo lo stretto indispensabile e interagivano tra di loro solo per cambiarsi le bende e prendersi cura in generale delle ferite dell'altro. Trascorrevano le giornate in modo lento e silenzioso, sempre in guardia e pronti ad affrontare qualsiasi minaccia. 
I due erano sicuri che in molti li credevano morti, ma conoscevano anche Crawford e la sua squadra e sapevano che non si sarebbero arresi tanto facilmente. Avrebbero fatto di tutto per trovarli, li avrebbero dato la caccia fino a quando una delle due parti non si fosse arresa o non fosse morta.

Will alzò il capo dal suo piatto, sospreso di sentire la voce dell'uomo davanti a sé. Era quasi irriconoscibile, Hannibal, con quei vestiti mondani e la barba ispida, non curata.

"Come?" Chiese confuso Will. Hannibal sorrise.

"Restare qui è rischioso. Ci stanno sicuramente cercando e ci troveranno sicuramente se non ci spostiamo".

Will annuì, girando distrattamente il cucchiaio nella sua zuppa, osservando con sguardo vuoto il liquido agitarsi nel piatto.

"Sei sicuro che voglia venire con te?" Chiese in un sussurro Will. La voce era così bassa che credeva che Hannibal non lo avesse neppure sentito. In tal caso non sarebbe importato: la domanda era più rivolta a se stesso che al dottore.

"Puoi anche restare qui, se è quello che desideri. Puoi tornare a Quantico e consegnarti a Jack. Potresti dire che ti ho preso in ostaggio, che quella verso il Drago è stata legittima difesa. Prometto che confermerei qualsiasi versione tu voglia raccontare. Sarebbero clementi con te: saresti una vittima anziché un carnefice".

Will corrugò la fronte, ascoltando con attenzione le parole di Hannibal. Sapeva di potersi fidare di lui, nonostante tutto. Se avesse agito come Hannibal gli aveva suggerito, sarebbe tornato a casa sua, da sua moglie, suo figlio, i suoi cani. Tutto sarebbe tornato alla normalità, intorno a lui. 
Il problema era che niente era più normale dentro di lui. Anche se fosse tornato a Wolf Trap a riparare motori, non si sarebbe mai più sentito a casa. Sapeva che qualcosa gli sarebbe sempre mancato, che non sarebbe mai stato completo.

"È stata legittima difesa". Hannibal lo guardò, l'ombra di un sorriso si dipinse sul suo volto.

"È stato molto di più, Will. Non lo abbiamo ucciso, lo abbiamo cambiato. E lo abbiamo fatto insieme".

Hannibal si accorse, guardando gli occhi di Will, che l'uomo stava ripercorrendo ogni attimo di quella sera. Dallo sparo, alla pugnalata sul viso, allo sguardo che i due si erano scambiati prima di affondare lama e denti nel corpo di Francis. Era stato un momento idialliaco, un battesimo di sangue, il tanto atteso divenire. Ed Hannibal non poteva esserne più fiero. Aveva assistito alla rinascita della fenice, alla metamorfosi dell'agnello e il fatto che tutto ciò era anche merito suo, non faceva che aumentare il suo orgoglio.

Will alzò lo sguardò e incastrò i suoi occhi blu in quelli del dottore. Non riuscì a reprimere il sorriso che si disegnò sulle sue labbra, sebbene ostacolato dal cerotto sulla sua guancia.

"Ed è stato bellissimo", non potè fare a meno di ripeterlo, ricordando il sangue caldo che macchiava le sue mani, i suoi vestiti, le sue labbra. Will aveva combattutto fino alla fine contro il demone che viveva dentro di lui.
Per anni era riuscito a tenerlo docile, dormiente, innocuo. Per anni si era comportato come una brava persona, aveva costruito muri attorno a sé per proteggere se stesso e gli altri da ciò che cresceva al suo interno. Aveva messo la sua strana dote, la sua eccessiva empatia, che lui stesso considerava una maledizione, a servizio della giustizia, per catturare quei mostri che popolavano la terra. Perché infondo Freddie Lounds aveva ragione: per catturare uno psicopatico, ne serve un altro identico. 
Solo adesso, però, Will stava imparando ad accettare chi era davvero. Stava imparando ad amare la bestia che viveva in lui, adesso risvegliata e terribilmente affamata.

"Dovresti essere grato a Francis", esordì Hannibal. "Così come lo eri verso Randall Tier, anche se il sentimento non era sincero".

"Era sincero. Sono sempre stato grato a Randall Tier e lui sarà sempre riconoscente nei miei confronti". Will lasciò andare il cucchiaio, lo guardò affondare nella zuppa fino a metà manico, la sua mente viaggiò indietro di tre anni, alla notte in cui aveva ucciso a mani nude il giovane Tier. Un brivido scese lungo la sua schiena e un lampo attraversò i suoi occhi. 
Hannibal si accorse che le pupille di Will si era dilatate, il blu dei suoi occhi quasi totalmente scomparso a favore di un nero intenso, ammaliante, assetato. Persino nostalgico. 
Il dottore amava guardare gli occhi di Will. 
Non solo perché gli reputava esteticamente piacevoli, con quel loro blu dall'intensità variabile a seconda della luce, ma soprattutto perché molto spesso parlavano al posto suo. Si illuminavano o si scurivano in base al suo stato d'animo, riflettevano i suoi pensieri in modo limpido, potevi quasi vedere le immagini che passavano per la mente di Will se sapevi come guardare. E Hannibal sapeva esattamente come guardarlo. Aveva disegnato quegli occhi innumerevoli volte, in tutte le loro sfumature, dalle più luminose alle più oscure; dalle più innocenti alle più pericolose.

"Verrai in North Carolina con me, dunque?" Chiese Hannibal, seguendo il lento movimento degli occhi di Will, che lentamente si spostarono verso i suoi. Non appena i loro sguardi si incrociarono, Hannibal lesse la risposta che cercava:

"Oh sì".

•□•□•□•

"Quindi tu stai insinuando che Hannibal e Will sono stati tratti in salvo da una donna giapponese, possibile complice di lunga data di Lecter e che adesso li sta aiutando a coprire le loro tracce in un tentativo di farceli credere morti?"

La voce di Alana era carica di scetticismo e lo sguardo che aveva sembrava lo stesso riservato ai suoi pazienti in stato confusionale. Jack annuì, fermo e autoritario, mentre sistemava lo schermo del pc per vedere meglio l'immagine della psichiatra, in videoconferenza.

"Ho visto questa donna a Firenze, tre anni fa. Mi ha salvato dai poliziotti corrotti che hanno consegnato Will e Hannibal a Mason Verger. Ha detto che conosceva il dottore e mi ha chiesto dove li stessero portando", spiegò Jack.

Alana abbassò lo sguardo per un attimo al ricordo di Mason e della fattoria. Provava ancora una forte vergogna per aver chiesto aiuto ad Hannibal quella sera, nonostante sapesse che era l'unico modo per uscire da quell'incubo.

"E ha un nome questa donna?"

Jack scrollò le spalle:"Ci sto lavorando".

Alana sospirò e, nonostante si fosse ripromessa di non volere avere più niente a che fare con tutta questa faccenda, chiese:

"Posso aiutarti in qualche modo, Jack?"

Crawford ci pensò un momento, valutando se fosse il caso o no di immischiare la dottoressa Bloom in un'altra caccia spietata.

"Devi proteggere la tua famiglia", disse infine.

"Lo so. Lo sto facendo. Ma finché non sono sicura che quel bastardo è morto non potremo tornare a vivere".

"Quei bastardi", precisò Jack. Alana lo guardò confusa, corrugando la fronte. "Credo che dovremmo iniziare a temere Will tanto quanto temiamo Lecter, se non perfino di più".

Alana lo guardò stupita, ferita, ma allo stesso consapevole e determinata. Aveva sempre saputo cosa vivesse in Will, ma aveva sperato fino all'ultimo di sbagliarsi. Si era illusa di poterlo aiutare, standogli vicino nel modo che riteneva più opportuno. Ma, infondo, è impossibile eludere la vera natura di una persona troppo a lungo, figurarsi di poterla persino cambiare. 
Alla fine della favola, lo scorpione punge sempre la rana, anche se quest'ultima sta tentando di aiutarlo.

"Se vuoi renderti utile potresti iniziare facendo qualche telefonata a delle vecchie conoscenze di Lecter. Dobbiamo scavare nel suo passato, scoprire da dove viene, chi ha frequentato, dove è cresciuto", Alana annuì, attenta e iniziò a prendere appunti su quello che Jack le stava riferendo. "Scopriamo quando ha incontrato questa donna. Magari in un viaggio all'estero. Troviamo la giapponese e ci avvicineremo ai due fuggiaschi".

Alana fece qualche altra domanda, per essere sicura di svolgere il suo compito nel migliore dei modi.
Alla fine della cambiata, prima di scambiarsi i saluti, Jack fece un'ultima raccomandazione alla dottoressa:

"Cerca di mantenere un profilo basso, Alana. Nell'ipotesi in cui Lecter sia vivo, non deve sospettare che stiamo indagando su di lui. Non voglio che succeda niente a te e alla tua famiglia, non posso sopportare altre perdite a causa di quel dannato".

"Lo farò, Jack. Conta su di me".

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